RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 301 - Testo della Trasmissione di martedì 28 ottobre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

In udienza dal Papa alcuni vescovi delle Filippine per la visita “ad Limina”. Domattina l’udienza generale

 

Proteggere la famiglia per proteggere i bambini. L’intervento dell’arcivescovo Celestino Migliore a nome della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia

 

Riunione, presso il Pontificio Consiglio Cor Unum, della Cooperazione internazionale per lo sviluppo e la solidarietà. Con noi, il vice presidente Sergio Marelli.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“Italia, Paese d’immigrazione”. Dossier statistico 2003 della Caritas Italiana e dell’associazione Migrantes

 

 Si è aperto ieri, per i fedeli musulmani, il mese del Ramadan, tempo di digiuno e di purificazione spirituale. Ai nostri microfoni, padre Justo Lacuna

 

 Il fascino dell’arte protagonista nelle collezioni reali di Cristina di Svezia in mostra a Roma nel cinquecentesco Palazzo Ruspoli. Intervista con la prof.ssa Silvia Danesi Squarzina.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Precisazione dei missionari saveriani e comboniani sulla vicenda del Crocifisso di Ofelia: mai criticate le autorevoli posizioni della Cei

 

Non si arresta la drammatica catena di agguati in Sudan

 

Alle radici culturali dell’Europa sarà dedicato nella sede della Radio Vaticana, il prossimo 6 novembre, un incontro organizzato in occasione della pubblicazione del volume “Università e Chiesa in Europa”

 

Prosegue la campagna di evangelizzazione lanciata nella Giornata missionaria mondiale dalla diocesi di Hong Kong per raggiungere un importante obiettivo: diecimila nuovi battesimi entro il 2005

 

In Italia oltre 4 milioni di persone sono colpite dalle “nuove malattie del benessere” come la depressione, la bulimia e l’anoressia.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuove esplosioni in Iraq: almeno 6  morti a Falluja

 

Abu Ala rimarrà premier palestinese, se potrà scegliere il ministro dell’Interno. Israele al voto per le amministrative

 

Traballano i mercati finanziari russi, dopo l’arresto del magnate Khodorkovski

 

La Chiesa colombiana convince la guerriglia: presto liberi i 7 ostaggi dell’Esercito di liberazione nazionale.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 ottobre 2003

 

 

DAL PAPA ALCUNI VESCOVI FILIPPINI.

DOMATTINA UDIENZA GENERALE IN PIAZZA SAN PIETRO.

RIUNITA LA SEGRETERIA DEL SINODO PER L’AMERICA

 

Il Papa ha proseguito anche oggi gli incontri con i vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine che stanno compiendo la visita “ad Limina Apostolorum” ed ha ricevuto altri sette presuli del Paese asiatico.

 

Per domani mattina, alle ore 10.30, il consueto appuntamento con Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, dove avrà luogo l’udienza generale del mercoledì.

 

Oggi e domani, è in programma l’ottava riunione del Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi sull’Assemblea Speciale per l’America, svoltasi in Vaticano dal 16m novembre al 12 dicembre 1997, sul tema: “Incontro con Gesù Cristi vivo, cammino per la conversione, la comunione e la solidarietà in America”. E’ stato l’ultimo dei Sinodi continentali in vista del Grande Giubileo del 2000, indetti da Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica “Tertio Millennio Adveniente”.

 

 

PROTEGGERE LA FAMIGLIA PER PROTEGGERE I BAMBINI:

INTERVENTO DELL’OSSERVATORE DELLA SANTA SEDE ALL’ONU

 

Promuovere la famiglia e riconoscere il suo ruolo sociale insostituibile per proteggere adeguatamente i diritti dei bambini: cosi l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente delegazione della Santa Sede presso l’Onu, intervenendo ai lavori dell’Assemblea generale in corso a New York. Il servizio di Roberta Gisotti

 

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“Sfortunatamente, come sappiamo bene, la situazione dell’infanzia nel mondo non è sempre come dovrebbe essere”, ha commentato amareggiato il capo della delegazione vaticana nel Palazzo di Vetro. “Ogni giorno innumerevoli bambini” “sono esposti a danni ed abusi che compromettono la loro crescita e sviluppo”. Soffrono immensamente per la guerra e della violenza; vittime di trascuratezza, crudeltà e sfruttamento sessuale e di altro tipo; bambini rifugiati e sfollati; spesso emarginati perché indigeni, disabili o bambini di strada. In diversi Paesi vittime della droga e dei disastri naturali o per mano dell’uomo.” “Milioni di bambini vittime oggi anche dell’Aids, trasmesso dalle loro mamme o rimasti orfani per la morte prematura dei loro genitori.

 

Eppure non è mancato - ha osservato l’arcivescovo Migliore - l’impegno della comunità internazionale. Dalla Convenzione sui diritti dell’Infanzia in vigore dal 1990, alla Dichiarazione del Millennio, adottata dall’Onu nel 2000, dove il benessere dei bambini è al centro di questo documento, alla speciale Sessione sull’infanzia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel maggio dello scorso anno. Ma ancora oggi 11 milioni di bimbi muoiono ogni anno prima di aver compiuto 5 anni. “Il tasso di mortalità infantile - ha ricordato il presule - potrebbe essere drasticamente ridotto” con mezzi ormai risaputi e facilmente disponibili, ma “tragicamente al di là delle possibilità dei bambini in stato di necessità”.

 

Queste sono le sfide da affrontare, lottare contro la povertà, la fame ed anche l’ignoranza; gli stessi bambini, ragazzi dovrebbero essere incoraggiati a contribuire per migliorare il futuro dei loro coetanei, facendo uso dei loro talenti e doni. E fondamentale in tal senso è il ruolo della famiglia - ha sottolineato il rappresentante vaticano - sollecitando che sia tutelata ed assistita, con adeguate politiche e leggi dello Stato. “Proteggere la famiglia significa proteggere i bambini”. In particolare “la Santa Sede ha sempre affermato che i genitori hanno il dovere e il diritto di essere i primi e i principali educatori dei loro figli”. Ed oggi in vista del decimo anniversario dell’Anno Internazionale della famiglia “dovrebbero essere intensificati gli sforzi per riconoscere il ruolo sociale della famiglia, basata sul matrimonio, che è insostituibile per il bene comune.”  “L’attenzione che noi diamo ora al benessere dei bambini - ha concluso mons. Migliore - è un’assicurazione  per il benessere della società, ora e nel futuro.

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LA RIUNIONE, PRESSO IL PONTIFICIO CONSIGLIO COR UNUM,

DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA SOLIDARIETA’ (CIDSE). CON NOI IL VICE PRESIDENTE SERGIO MARELLI

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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La Cidse – Cooperazione Internazionale per lo sviluppo e la solidarietà – è una rete di 15 organismi cattolici europei e nord-americani, impegnati nel campo dello sviluppo nel Sud del pianeta, e tutti, in vari modi, responsabili dell’animazione, a nome delle rispettive conferenze episcopali, e del lavoro di educazione allo sviluppo nei loro Paesi, in particolare durante la quaresima, con la raccolta di fondi per finanziare progetti di sviluppo. Da circa 30 anni questi 15 organismi hanno deciso di coordinarsi per quanto riguarda alcune attività di particolare importanza a livello internazionale. Da 5-6 anni la Cidse ha prestato particolare attenzione ad alcuni grossi problemi mondiali, come il debito estero, il finanziamento allo sviluppo, il commercio. Su queste questioni ha cercato di portare una visione cattolica ispirata all’insegnamento sociale della Chiesa per elaborare proposte che siano poi dibattute a livello internazionale. Questo è stato anche l’obiettivo della riunione in questione di cui ci parla ora il vice presidente della Cidse, il dottor Sergio Marelli:

 

R. – Sì, una riunione che regolarmente la Cidse fa con Cor Unum, ma anche con altri dicasteri della Santa Sede. Abbiamo incontrato esponenti della Segreteria di Stato in Vaticano, abbiamo incontrato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, abbiamo incontrato Caritas Internationalis con la quale da sempre abbiamo un rapporto di partenariato privilegiato proprio per avere questo costante confronto anche con il magistero, anche con l’istituzione, la gerarchia della nostra Chiesa, proprio per cercare di restare fedeli il più possibile all’insegnamento sociale, alla dottrina sociale della Chiesa e così essere ispirati nella nostra opera quotidiana di promozione e di sviluppo nei Paesi del Sud del mondo. Molte, quindi, le tematiche che abbiamo trattato. Abbiamo parlato, per esempio, di Aids, abbiamo parlato della nostra presenza all’interno dei vertici internazionali delle Conferenze delle Nazioni Unite; abbiamo parlato di come noi riflettiamo per cercare di portare una strategia alla luce della dottrina della Chiesa nei vari Paesi, nei vari continenti dove noi lavoriamo. Quindi un incontro, come sempre, molto proficuo nella distinzione dei ruoli, noi associazioni laicali, il magistero della Chiesa come nostro faro di orientamento per il nostro agire quotidiano. Un incontro molto ricco e molto positivo ed un incontro che ci darà nuova linfa per continuare nel nostro lavoro.

 

D. – Progetti a medio termine?

 

R. – Assolutamente sì. Diciamo che lo specifico della Cidse e degli organismi della Cidse, di cui la Focsiv è il membro italiano, è quello proprio di promuovere dei progetti di sviluppo. Sappiamo che incidere sulle cause e sugli effetti che oggi protraggono ancora questa situazione di ingiustizia, che tiene nella povertà due terzi della nostra umanità, richiede dei tempi medio lunghi, richiede un impegno costante, ma soprattutto richiede la possibilità di poter progettare sul medio periodo per portare, per appoggiare, per affiancare i cambiamenti che i nostri partner locali stanno portando avanti nei loro rispettivi Paesi, per consentire un mondo più giusto, per affermare la giustizia sociale e quindi per interpretare questa mirabile sintesi fatta dal Santo Padre quando ha detto “non c’è pace senza giustizia”. Il nostro impegno nella giustizia, nella cooperazione internazionale, vuole proprio essere questo contributo per instaurare e stabilire la pace in tutto il mondo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con la sempre più critica situazione in Iraq: anche la città di Falluja, dopo Baghdad, è stata colpita da un attentato suicida. Colin Powell invita le organizzazioni umanitarie a non lasciare il Paese. 

Sempre in prima, con forte evidenza, - in riferimento alla sentenza del giudice dell'Aquila che ha bandito il Crocifisso dalle aule di una scuola abruzzese - un riquadrato dal titolo "La Croce non ce la faremo togliere"; testimonianze "di sbigottimento, indignazione, sofferenza".

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata al "fervore spirituale" suscitato dalla beatificazione di Madre Teresa.

Un articolo sulla testimonianza del beato Giacomo Cusmano, fondatore dell'Opera "Boccone del Povero".

 

Nelle estere, Medio Oriente: lo sceicco Yassin annuncia una possibile riapertura del dialogo israelo-palestinese.

 

Nella pagina culturale, un articolo di M. Antonietta De Angelis, sull'esposizione, a Siena, delle opere di Duccio di Buoninsegna.

Nell' "Osservatore libri", un contributo di Pier Luigi Zampetti sull'opera "Istituzioni" di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, riproposte da Antonio Caruso.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria. 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

28 ottobre 2003

 

ITALIA, PAESE DI IMMIGRAZIONE:

NEL 2003 LA PRESENZA REGOLARE IN ITALIA

 RAGGIUNGERA’ QUOTA DUE MILIONI E MEZZO.

PER LA CARITAS ITALIANA SERVONO MIGLIORI POLITICHE DI INTEGRAZIONE

 

         “Italia, Paese di immigrazione” questo il titolo del 13.mo Rapporto sull’immigrazione redatto dalla Caritas Italiana e dall’Associazione Migrantes presentato oggi a Roma. Per mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, è necessario puntare su una efficace integrazione degli immigrati, che rappresentano per l’Italia un’opportunità da non sprecare. Il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, intervenuto alla presentazione del Rapporto, ha sottolineato la diminuzione dei flussi di immigrati clandestini grazie agli accordi bilaterali stipulati dall’Italia con i Paesi di origine e di transito. A seguire l’evento c’era per noi Stefano Leszczynski:

 

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L’immigrazione è una realtà consolidata che non può più essere affrontata in un clima di emergenza. Questo il senso dei dati che emergono dal Dossier statistico immigrazione 2003 curato dalla Caritas Italiana e dall’Associazione Migrantes. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, introducendo il Rapporto si è soffermato sui recenti drammatici fatti di cronaca relativi ai naufragi avvenuti nel Canale di Sicilia, ed ha fatto anche riferimento alla questione del voto amministrativo agli immigrati, che la Caritas italiana vede con estremo favore. Mons. Nozza ha inoltre sottolineato la necessita di un superamento del sistema delle quote per i visti d’ingresso, così come sono previsti dall’attuale legislazione.

 

“Una questione come quella del voto agli immigrati deve essere affrontata senza preconcetti ideologici, non si però pensare al voto – ha detto mons. Nozza – al voto se prima non si afferma pienamente il concetto dell’integrazione”. Tra le disfunzioni rilevate nel sistema italiano di accoglienza, il direttore della Caritas ha sottolineato in particolare la lunghezza dei tempi di attesa per la regolarizzazione avviata nel 2002, un procedimento che riguarda circa 750 mila domande delle quali si stima almeno 600 mila saranno approvate entro la fine di quest’anno. Questo porta ad un forte incremento della popolazione immigrata residente in Italia, che passerà da più di un milione e mezzo di persone, che si trovavano in Italia alla fine del 2002, a circa due milioni e mezzo di persone che si troveranno sul territorio italiano nel 2003. Le nazionalità più numerose risultano essere quella marocchina, seguita subito dopo da quella albanese, poi la romena, la filippina, la cinese. I motivi prevalenti per il soggiorno in Italia degli stranieri sono quelli per lavoro e per ricongiungimento familiare. I primi rappresentano oltre il 55 per cento del totale, mentre quelli per motivi familiari arrivano al 31,7 per cento del totale.

 

La pressione irregolare verso le coste italiane continua a rimanere un problema, anche se come evidenziato dal sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, i flussi di irregolari verso le coste italiane sono diminuiti. Nel corso del 2002, tuttavia, sono stati oltre 150 mila i provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale o di divieto ad entrare in Italia. Il giudizio finale sulla normativa in vigore in Italia, e cioè la legge Bossi-Fini, non è considerato del tutto negativo, anche se continua ad essere interpretata come una normativa eccessivamente repressiva che non appare in grado da sola di contrastare la pressione migratoria clandestina. L’immigrazione – sottolineano gli autori del Dossier – è una realtà che deve essere accettata e considerata un’opportunità da non sprecare.

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SI E’ APERTO IERI, PER I FEDELI MUSULMANI, IL MESE DEL RAMADAN,

TEMPO DI DIGIUNO E DI PURIFICAZIONE SPIRITUALE

- Servizio di Fausta Speranza -

 

E’ ufficialmente aperto, da ieri, il mese del Ramadan durante il quale, per i fedeli musulmani, è obbligatorio il digiuno dall’alba al tramonto. Consiste nell’astenersi dall’introdurre nel corpo cibo o bevanda e nell’astenersi dal rapporto coniugale. Al digiunante, inoltre, perché il suo digiuno sia accettato da Allah, è richiesto un atto di beneficenza, cioè il pagamento di un importo pari al prezzo di un pasto medio.

 

Del significato del Ramadan ha parlato padre Justo Lacunza, rettore del Pontificio Istituto di studi arabi e islamistica, al microfono di Eliana Astorri del nostro programma One-O-Five Live.

 

Il calendario islamico è lunare, perciò il Ramadan inizia con l’avvistamento della nona luna nuova, che non sempre è immediatamente visibile se il cielo è coperto.  E’ vissuto dalle comunità musulmane nel mondo come il quarto dei cinque pilastri sui quali si fonda il codice di vita islamico. L’Islam, infatti, è una religione e un codice di vita. Le fonti sono il Corano, l’insegnamento orale del Profeta e la sua sunna, cioè proprio la pratica di vita.

 

I primi tre pilastri sono rappresentati da: la professione di fede in Allah e il riconoscimento che Muhammad è l’apostolo di Allah; l’adorazione quotidiana; il pagamento dell’imposta coranica. Il quinto è il pellegrinaggio alla casa di Allah quando sia possibile.

 

Spiega il valore spirituale del quarto, e cioè proprio del Ramadan, padre Justo Lacunza:

 

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Ha un triplice significato.Un significato religioso e culturale per ogni singolo musulmano perché il digiuno durante il mese di Ramadan, che non è un digiuno per mantenere lo stomaco vuoto, ma è un digiuno per la purificazione dell’animo da tutto quello che è un impedimento ad un avvicinamento a Dio e a una vita nella fede islamica. Questa è la dimensione più importante, però c’è una seconda dimensione, quella comunitaria e sociale ed è qui dove i musulmani di tutto il mondo - comunità, società, nazioni e Stati – hanno questo senso di comunità della home islamica, di essere legati profondamente attraverso la storia, la fede e il credo musulmano.

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Così come per l’inizio, anche la conclusione del Ramadan è segnata dall’avvistamento della luna nuova. E il mese lunare può essere di 29 o 30 giorni. Questa, dunque, la durata di questo periodo che troppo spesso, al di là della forte valenza spirituale, viene citato per l’incrementarsi degli atti terroristici. Ancora la riflessione di padre Lacunza:

 

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Coloro che fomentano, alimentano ogni tipo di azione terroristica, ogni tipo di azione contro, evidentemente prendono il binario politico, il binario internazionale per creare incertezza, paura e soprattutto per cercare di rendere questo Ramadan come se fosse un atto di Jihad, un atto di confronto e di conflitto aperto con il mondo definito non musulmano. Semplicemente penso che i terroristi se ne infischiano altamente di precetti, di regole, della fede, dell’espressione anche culturale e religiosa della propria fede. Basta pensare agli attentati che hanno causato la morte di almeno una cinquantina di persone a Baghdad e più di 300 feriti. Atti terroristici che hanno portato  veramente dolore e sofferenza agli stessi musulmani. Dunque penso che bisogna distinguere il fatto che i terroristi si appoggiano ovviamente su quel pilastro fortissimo che è la fede, per ricavare, strumentalizzare una fede, un credo, una religione ai propri scopi. Penso che bisogna essere molto, molto attenti a non fare di ogni erba un fascio e a dire automaticamente che quei terroristi sono musulmani. Quei terroristi, con le loro azioni, stanno dimostrando di non esserlo, stanno dimostrando di voler anche indirettamente calpestare la propria comunità musulmana.

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IL FASCINO DELL’ARTE PROTAGONISTA NELLE COLLEZIONI REALI

 DI CRISTINA DI SVEZIA IN MOSTRA A PALAZZO RUSPOLI A ROMA

- Con noi, la prof.ssa Silvia Danesi Squarzina -

 

Si inaugura stasera, alla presenza del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e dei Reali di Svezia, a Palazzo Ruspoli in Roma, la mostra “Cristina di Svezia. Le collezioni reali”, un omaggio alla grande regina che nel XVII secolo si distinse per l’amore dell’arte, ma che seppe anche guidare la Svezia nel cuore della politica europea. Stamani, nella storica cornice romana che ospiterà la mostra – aperta al pubblico dal 31 ottobre al 15 gennaio – si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’evento. C’era per noi, Alessandro Gisotti:

 

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Fascino e suggestione è l’eccezionale binomio che accompagna tutta la mostra dedicata ai reali di Svezia, Cristina fra tutti, che fra il XVII e il XVIII secolo trasformarono una nazione fino allora periferica per la sua collocazione geografica in una potenza di centrale importanza politica, capace di incidere sui destini del vecchio continente. A Palazzo Ruspoli si ammirano così le figure di regnanti soldati, ma anche amanti dell’arte, che seppero trasformare i propri bottini di guerra in mirabili collezioni di tesori. Nella mostra, organizzata dalla Fondazione Memmo e dai tre principali musei svedesi, spicca l’affascinante figura di Cristina, regina salita al trono bambina che condusse la Svezia alla pace di Westfalia. Un sovrano forte e deciso, amante dell’arte e della filosofia, la cui vita fu segnata profondamente dalla conversione al cristianesimo e dall’abdicazione al trono per venire in Italia, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Tra i pezzi unici in esposizione: “La Venere con Adone” di Tiziano, la “Danae” del Correggio, e ancora capolavori di Arcimboldo, Rubens e Rembrandt. Non mancano poi ricchissimi gioielli, costumi di corte e sete preziose che evocano il fasto barocco e rococò del ‘600 e del ‘700. Una mostra, quindi, ricca di significato storico ed artistico, centrata proprio sulla figura di Cristina di Svezia, come sottolinea ai nostri microfoni la curatrice italiana dell’evento, la prof.ssa Silvia Danesi Squarzina, storica dell’arte moderna all’Università La Sapienza di Roma.      

 

R. – Il percorso è un percorso storico che cerca di dare un’idea dello svolgersi delle dinastie regnanti e delle loro collezioni. Cristina assume indubbiamente un’importanza primaria sia per la personalità di questa regina, che abdicò e venne in Italia, sia per l’importanza delle sue collezioni. Per la cultura che aveva assorbito, grazie ad educatori di primissimo piano, Cristina organizzò le sue collezioni. Poi, avvenne questo misterioso taglio con la sua vita precedente. Indubbiamente lei era desiderosa di vivere in un altro mondo, quello meridionale, in un mondo più solare di quello nordico. Quindi, decise di abdicare. La sua conversione al cristianesimo fu certamente fondamentale per questa decisione, e venne a Roma. La mostra ci dà l’idea di questo evento, di questa trasformazione che avvenne in questa persona straordinaria.

 

D. – Qual è il tratto umano di Cristina di Svezia che più emerge dalle opere esposte a Palazzo Ruspoli?

 

R. – La sua personalità moderna, spregiudicata. Oggi si tende a vedere nella figura di Cristina uno spessore maggiore, uno spessore politico, un programma politico più importante di quanto non le sia stato attribuito finora. Quindi, lei si mosse tra le grandi potenze – Spagna, Francia, Papato – con grande spregiudicatezza, anche se i suoi progetti non furono coronati dal successo. La sua personalità incisiva si vede, non solo dall’amore per le arti, che sono il tema della mostra, ma anche dal gusto della lotta politica. Lei ebbe amicizie di grande importanza con uomini di Stato ed anche con artisti.

 

D. – Uno dei momenti di maggior fascino della mostra è quello dedicato al tesoro reale. Cosa offrirà di unico questa sezione?

 

R. – Offre una campionatura, ovviamente, del tesoro conservato in Svezia. C’è una scatola che è composta di antichi cammei romani, ci sono degli oggetti di cristallo di rocca intagliato, che sono per lo più frutto dei bottini di guerra. La mostra arriva fino alle collezioni di Gustavo III, che era un grande appassionato di teatro. Quindi, è stato ricostruito un teatrino con le sue scene. Ed uno dei punti della mostra tende a far vedere l’umanesimo rinnovato di questo regnante. Nelle sue collezioni è esposto un Rembrandt di grandissima qualità, “Una fanciulla affacciata alla finestra”, che è uno dei pezzi di maggiore importanza della mostra.

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CHIESA E SOCIETA’

28 ottobre 2003

 

“NON ABBIAMO MAI RILASCIATO ALCUN COMMENTO CRITICO SU QUANTO ESPRESSO

CON AUTOREVOLEZZA DALLA CEI SULLA VICENDA DEL CROCIFISSO DI OFELIA”.

COSI’ I MISSIONARI SAVERIANI E COMBONIANI SMENTISCONO LE DICHIARAZIONI

RILASCIATE, IERI, DAL PARLAMENTARE OLIVIERO DILIBERTO

NEL PROGRAMMA TELEVISIVO “PORTA A PORTA”

 

ROMA. = Gli Istituti missionari saveriano e comboniano – secondo quanto ha riferito stamani l’Agenzia Misna – hanno appreso con stupore le dichiarazioni rilasciate ieri sera dal parlamentare italiano Oliviero Diliberto, nel corso del programma “Porta a Porta” trasmesso su Rai Uno. Le due congregazioni religiose, impegnate in prima linea nel servizio di evangelizzazione “ad gentes” tra “i lontani”, dichiarano tramite la Misna che non hanno mai rilasciato alcuna dichiarazione critica su quanto espresso con autorevolezza dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) sulla vicenda del crocifisso della scuola di Ofelia. Gli istituti rilevano, inoltre, che il simbolo del crocifisso, come già per altro espresso in più circostanze dal mondo missionario, ha un significato radicato nella cultura italiana ed europea degno di rispetto e di considerazione, al di là di interpretazioni religiose. Le due congregazioni auspicano che, in sintonia con quanto indicato dal magistero pontificio, vi sia da parte di tutte le religioni tolleranza, rispetto e reciprocità. Vi sono, infatti, numerosi Paesi di fede islamica nei quali le comunità cristiane non possono manifestare pubblicamente il loro culto. (A.L.)

 

 

NON SI ARRESTA LA DRAMMATICA CATENA DI AGGUATI IN SUDAN: NELLA REGIONE

DEL DARFUR SONO STATI UCCISI, LA SCORSA SETTIMANA, NOVE OPERATORI SUDANESI DI UN’AGENZIA UMANITARIA STATUNITENSE.

LO HA RESO NOTO IL RESPONSABILE DI WASHINGTON DELL’ORGANIZZAZIONE

 

KHARTOUM. = Nove operatori sudanesi di un’agenzia umanitaria statunitense sono stati uccisi mentre trasportavano aiuti alimentari nel Darfur, la regione sud-occidentale afflitta da scontri tra ribelli ed esercito. Lo ha reso noto dall’amba-sciata americana di Khartoum il responsabile dell’agenzia di Washington per lo sviluppo internazionale (Usaid), Andrew Natsios, precisando che l’aggressione è avvenuta una settimana fa mentre gli operatori stavano portando aiuti nei campi per sfollati. La scorsa settimana un quotidiano della capitale aveva riferito di at-tacchi da parte di bande armate islamiche che avrebbero provocato un centinaio di vittime ma questa notizia, al momento, non è stata confermata. E’ certo, invece, che la situazione umanitaria si stia pericolosamente deteriorando. Nelle ultime settimane gli scontri in questa area isolata e semidesertica, distante oltre un migliaio di chilometri dalla capitale, hanno provocato un numero elevato di sfollati. Nella regione del Darfur sono frequenti gli attacchi da parte di tribù nomadi arabe nei confronti del resto della popolazione e nei mesi scorsi è sorta una formazione armata, l’Esercito-movimento di liberazione, che accusa il gover-no di Khartoum di non proteggere le popolazioni della zona. Dopo mesi di com-battimenti, le due parti hanno concordato, nel mese di settembre, una tregua di 45 giorni che secondo i ribelli è stata ripetutamente violata dalle forze armate sudanesi. (A.L.)

 

ALLE RADICI CULTURALI DELL’EUROPA SARÀ DEDICATO NELLA SEDE

DELLA RADIO VATICANA, IL PROSSIMO 6 NOVEMBRE, UN INCONTRO ORGANIZZATO

IN OCCASIONE DELLA PUBBLICAZIONE DEL VOLUME

“UNIVERSITA’ E CHIESA IN EUROPA”

 

ROMA. = “Radici culturali ed identità europea”. E’ il tema del dibattito che avrà luogo a Roma, il prossimo 6 novembre, nella sede della Radio Vaticana. L’iniziativa è organizzata in occasione della pubblicazione - a cura della ElleDiCi - del volume “Universita e Chiesa in Europa”, atti del Simposio Europeo svoltosi a Roma dal 17 al 20 luglio 2003, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa Ccee) e dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e dedicato a Giovanni Paolo II per il 25.mo di Pontificato. Intervengono il cardinale Josip Bo-zanić, arcivescovo di Zagabria e vicepresidente del Ccee, il professore Giuseppe Dalla Torre, rettore della Libera Universita Maria SS. Assunta di Roma, il profes-sore Gianpiero Milano, prorettore dell'Universita di Roma Tor Vergata. Introdurrà l’incontro l’arcivescovo Cesare Nosiglia, presidente della Sezione Catechesi e Uni-versità del Ccee. Il moderatore del dibattito sarà il professore Gianpiero Gama-leri, dell’Università di Roma Tre. (A.L.)

 

 

PROSEGUE LA CAMPAGNA DI EVANGELIZZAZIONE LANCIATA NELLA GIORNATA

MISSIONARIA MONDIALE DALLA DIOCESI DI HONG KONG PER RAGGIUNGERE

UN IMPORTANTE OBIETTIVO: DIECIMILA NUOVI BATTESIMI ENTRO IL 2005

 

HONG KONG. = Diecimila nuovi battesimi entro la Pasqua 2005. E’ l’ambizioso obiettivo di una vasta campagna di evangelizzazione lanciata dalla diocesi di Hong Kong. Il programma “Triennio di evangelizzazione 2003-2005”, elaborato tre anni fa dal sinodo diocesano, è stato ufficialmente inaugurato nella Giornata Missionaria Mondiale, svoltasi lo scorso 19 ottobre, con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-kiun, che ne ha illustrato le tappe e gli obiettivi. Ai 20 mila fedeli riuniti nello stadio cittadino, mons. Zen ha voluto ricordare quali modelli di zelo missionario da seguire, due figure di spicco: San Joseph Freinandemetz, il grande missionario verbita evangelizzatore della Cina canonizzato il 5 ottobre, e la Beata madre Teresa di Calcutta. Il presule ha altresì citato l’esempio del sacerdote diocesano, don Paul Kam Po-Wai, recentemente inviato come missionario Fidei donum in Tanzania, per sottolineare come la Chiesa di Hong Kong sia ormai diventata a tutti gli effet-ti missionaria. Le varie iniziative di evangelizzazione, coordinate da un’apposita Commissione diocesana, coinvolgeranno tutti i fedeli a vari livelli: individui, famiglie, gruppi, parrocchie e scuole. Tra le prime in programma figurano un seminario sulla spiritualità biblica il 2 novembre, seguito, il 23 novembre, da un incontro giovanile sull’evangelizzazione. E’ inoltre prevista  l’apertura di un sito speciale per promuovere la campagna. (L.Z.)

 

 

IN ITALIA OLTRE 4 MILIONI DI PERSONE SONO COLPITE DALLE “NUOVE MALATTIE

 DEL BENESSERE” COME LA DEPRESSIONE, LA BULIMIA E L’ANORESSIA.

E’ UNO DEGLI ALLARMANTI DATI DELL’OTTAVO RAPPORTO

 DEL CENTRO INTERNAZIONALE STUDI FAMIGLIA

 

VENEZIA. = In Italia, 4 milioni di persone soffrono di depressione e circa 50 mila di anoressia e bulimia. Ma oltre alle “malattie del benessere”, crescono anche le patologie “croniche” come il morbo di Alzheimer, che nella penisola italiana colpisce circa 500 mila persone, con costi sociosanitari pari a quasi 40 mila miliardi di vecchie lire. Sono alcuni dei drammatici dati dell’ottavo rapporto del Centro internazionale studi famiglia (Cisf) dal titolo “Famiglia e capitale sociale nella società italiana”, che verrà presentato domani, a Venezia. “Il vero benes-sere – spiega il vicedirettore generale del Censis, Carla Collicelli – nasce e si sviluppa sulla base di una buona relazione con sé e con gli altri: la famiglia, in quanto substrato di queste relazioni, rappresenta l’elemento base su cui si poggia l’intera architettura della costruzione delle condizioni di salute individuali e sociali”. Secondo i dati del Censis in Italia si registra inoltre che, nel corso degli ultimi decenni, “l’incidenza delle cure prestate ai disabili e agli individui non autosufficienti ricade, per il 70-80% dei casi, sulle famiglie di appartenenza”. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

28 ottobre 2003

- A cura di Andrea Sarubbi e Marta Rossi -

 

Continua a scorrere il sangue in Iraq, dove stamani si è verificato un altro grave episodio di violenza: un attentato kamikaze nei pressi di una stazione di polizia di Falluja, ad ovest di Baghdad. Un’altra esplosione era stata udita, sempre questa mattina, nel sud-ovest della capitale, dove il bilancio dei 5 attentati di ieri si è fatto più pesante: 43 morti ed oltre 200 feriti. In studio, Giancarlo La Vella:

 

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La ricorrenza islamica del Ramadan non frena gli attentati antiamericani in Iraq; anzi il deposto dittatore, Saddam Hussein, avrebbe emesso un documento, da lui definito decreto presidenziale, con cui ha suddiviso il Paese in 6 distretti guidati da altrettanti governatori con il compito di coordinare le forze della resistenza irachena, tra cui anche i militanti islamici di altri Paesi. Lo sosterrebbe un sito internet arabo. E infatti anche stamani una potente esplosione causata da un attentatore suicida ha seminato il panico nella città di Falluja, 50 chilometri ad ovest di Baghdad, lasciando sul terreno almeno sei vittime, tra cui alcuni scolari. L’attentato è infatti avvenuto vicino ad una scuola. Intanto ci si chiede quale sia la regia di questa inarrestabile sequenza di violenze. Il rappresentante speciale della Gran Bretagna in Iraq, Jeremy Greenstock, ha detto oggi che ci sono terroristi stranieri coinvolti negli attentati di ieri a Baghdad e ha sottolineato che le violenze rischiano di proseguire durante l'inverno.

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Le difficoltà dell’economia irachena sono state tra gli argomenti del vertice del G-20 a Morelia, in Messico, dove si sono riuniti fino a ieri i ministri delle Finanze ed i governatori delle banche centrali delle 20 nazioni più industrializzate. All’incontro ha partecipato anche il ministro del Tesoro americano, Snow, che ha auspicato un maggiore impegno di tutti nella ricostruzione del Paese del Golfo. Nel testo finale, i Paesi partecipanti si dicono inoltre preoccupati per quei paradisi fiscali che consentono l’accumulo di capitali illeciti, potenzialmente utilizzabili dalle reti terroristiche.

 

Potrebbe essere ancora Abu Ala il capo del nuovo governo palestinese. Il presidente Arafat ha chiesto infatti al premier attuale di restare in carica anche dopo la scadenza del 4 novembre; Abu Ala si è detto disponibile, purché gli venga garantita la scelta del ministro dell’Interno, responsabile della sicurezza. La politica interna domina oggi anche il fronte israeliano: nello Stato ebraico è infatti giorno di elezioni amministrative. Sono chiamati al voto oltre 160 comuni, tra cui Tel Aviv: un importante banco di prova per il Likud, partito del premier Sharon. Ieri proprio il primo ministro, parlando ad una delegazione europea, ha attenuato i toni dello scontro sul leader palestinese Arafat:

 

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Sharon ha affermato di non avere alcuna intenzione di eliminare Yasser Arafat, anche se lo ritiene indirettamente responsabile della morte di israeliani, in maggior parte donne e bambini. Secondo il primo ministro israeliano, il presidente palestinese “è tuttora implicato in azioni terroristiche” ed è per questo “il maggior ostacolo al processo di pace”. Sharon ha detto, inoltre, che intende alleviare le condizioni di vita della popolazione palestinese, illustrate nella loro drammaticità ai parlamentari da un rappresentante del governo di Abu Ala a Betlemme, ma ha precisato che “questi propositi dipendono dal terrorismo”. Israele – ha aggiunto – riconoscerà uno Stato palestinese nella terza tappa della road map ed affronterà la questione delle frontiere degli insediamenti dei coloni ebrei nei Territori. Ieri, è tornata esplosiva la situazione alla frontiera israelo-libanese per un nuovo attacco di guerriglieri hezbollah contro militari dello Stato ebraico, alle pendici del monte Hernon: un soldato ferito, mezzi degli attaccanti danneggiati nella risposta delle artiglierie israeliane. Il rappresentante dell’Onu ritiene imperativo che sia ristabilita la sovranità dello Stato libanese nel sud del Paese, per impedire agli hezbollah di operare.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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E proprio l’offensiva degli hezbollah desta preoccupazione nel governo israeliano: il ministro della Difesa, Mofaz, ha affermato oggi che i guerriglieri libanesi starebbero preparando “un grande attacco” ed ha minacciato una reazione durissima.

 

La crisi in Costa d’Avorio torna a preoccupare la comunità internazionale: il varo del governo di unità nazionale non ha risolto la difficile situazione economica e sociale, e per questo l’Ecowas (Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale) ha deciso di intervenire. Il presidente ivoriano, Gbagbo, ha incontrato Kufuor ed Obasanjo, presidenti di Ghana e Nigeria; quest’ultimo ha avuto, a sua volta, un colloquio con il leader dei ribelli, Soro.

 

Traballano i mercati finanziari russi dopo l’arresto, sabato scorso, di Mikhail Khodorkovski, maggior azionista della Yukos, la quarta compagnia petrolifera del mondo. Ieri, per calmare la situazione e per evitare ulteriori ripercussioni, ha parlato lo stesso presidente Putin. Secondo la stampa locale, il capo del Cremlino avrebbe dato il via libera alla procura per chiarire la situazione dell’imprenditore:

 

 

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“Fermiamo l’isteria e le speculazioni”: questo l’intervento di Vladimir Putin in risposta alle reazioni del mondo politico ed economico russo all’arresto di Mikhail Khodorkovski. Il principale azionista della Youkos è da sabato in carcere a Mosca, accusato di truffa ed evasione fiscale, ma per gli avvocati del magnate le ragioni sono di carattere politico. Khodorkovski finanzia partiti liberali anti-Cremlino. La borsa russa non ha preso bene la decisione della procura generale, sebbene fosse nell’aria da tempo: è scesa quasi del 12 per cento, mentre le azioni del colosso petrolifero hanno registrato perdite fino al 18. E questo, secondo alcuni analisti, è solo l’inizio. L’onda lunga di questa situazione potrebbe arrivare fino a Wall Street, visto i recenti importanti investimenti Usa in Russia. L’americana Exxon, intenzionata a comprare quote azionarie della Youkos, ha sospeso per ora l’affare.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Prosegue, intanto, la corsa contro il tempo per salvare i 13 minatori ancora intrappolati nella miniera di carbone nella zona di Rostov. I soccorritori – che hanno già estratto dalla miniera 33 persone – sarebbero arrivati a pochi metri: l’acqua ha rallentato la propria salita e tutto fa sperare nella riuscita delle operazioni di soccorso.

 

La mediazione della Chiesa colombiana con la guerriglia comincia a dare frutto: l’Esercito di liberazione nazionale libererà presto i 7 turisti rapiti a metà settembre nel nord del Paese. Lo ha annunciato mons. Alberto Giraldo, arcivescovo di Medellín, al termine di un incontro fra il Comitato di mediazione della Chiesa locale ed il portavoce dell’Eln, Francisco Galán, detenuto nel carcere di Itagüí. Il primo ostaggio ad essere rilasciato sarà uno spagnolo, tra una settimana; nelle mani dei ribelli ci sono anche 4 israeliani, un britannico ed un tedesco.

 

I 25 ministri degli Esteri dell’Unione europea, riuniti ieri a Bruxelles, non sono riusciti a superare le divergenze sulla nuova Costituzione: 4 Paesi si sono opposti alla proposta del capo della diplomazia italiana, Franco Frattini, sulla possibilità della Commissione di sanzionare gli Stati che superano il limite del deficit nei loro conti pubblici. Si avvicina, invece, l’accordo su una rotazione del Consiglio dei ministri tecnici.

 

 

 

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