RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 298 - Testo della
Trasmissione di sabato 25 ottobre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
A Malta un Congresso internazionale su “Multilinguismo
e radio internazionale”
CHIESA E SOCIETA’:
Tempo
di gioia e raccoglimento per i fedeli indù: da oggi si celebra la festa del
Diwali
Si
è conclusa ieri a Madrid la Conferenza dei paesi donatori: per la ricostruzione
dell’Iraq saranno stanziati 33 miliardi di dollari
Referendum
sulla corruzione oggi in Colombia
Russia ed
Ucraina ai ferri corti per il possesso di un isolotto tra Mar Nero e Mar
d’Azov.
25
ottobre 2003
DA 400 ANNI, UN SANTO DI STRAORDINARIA ATTUALITA’:
COSI’ IL PAPA ALLE
MIGLIAIA DI DEVOTI DI SAN GIOVANNI DA COPERTINO,
RICEVUTI IN AULA PAOLO
VI
- A cura di Alessandro
De Carolis -
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Un Santo che “non passa di moda” e che, a quattro secoli
di distanza, continua ad essere - soprattutto per gli studenti dei quali è
patrono, oltre che dei piloti d’aviazione - un “esemplare modello di santità” e
un “maestro di preghiera”. E’ questa la definizione che Giovanni Paolo II ha
dato questa mattina, in Aula Paolo VI, di San Giuseppe da Copertino, del quale
si festeggia il quarto centenario della nascita, avvenuta il 17 giugno 1603.
Davanti
a circa 6 mila presenti, tra frati Minori conventuali e laici - accompagnati
dal ministro generale dell’Ordine, p. Joachim Giermek e dal cardinale Sergio
Sebastiani e - il Papa ha ricordato la profonda sapienza e il “linguaggio
semplice” che caratterizzò l’umile e travagliata vita del “Santo dei voli”.
Appellativo, quest’ultimo, col quale San Giuseppe da Copertino è universalmente
ricordato per le frequenti estasi che lo portarono, durante la sua esistenza, a
levitare mentre sostava in preghiera, o celebrava la Messa, o anche solo mentre
si fermava a contemplare un dipinto religioso. Una straordinaria peculiarità, che
ha tra l’altro ispirato la Mostra “Visioni ed Estasi” allestita in Vaticano,
fino al 18 gennaio 2004, nel Braccio Carlo Magno del colonnato di San Pietro.
“San Giuseppe da Copertino ha
vissuto in intima unione con lo Spirito Santo”, ha affermato il Pontefice, che
ha letto l’inizio e la fine del suo intervento. “Era interamente posseduto
dallo Spirito, dal quale apprendeva le cose di Dio per tradurle poi in
linguaggio semplice e a tutti comprensibile”. Divenne un autentico
maestro di fede, pur non possedendo grande cultura e il suo insegnamento, ha
proseguito il Papa, “continua a parlare ai giovani”.
Giovanni
Paolo II ha sollecitato studenti e docenti a seguire l’esempio di San Giuseppe
da Copertino, affinché “il sapere umano, sempre aperto alla trascendenza,
proceda sicuro verso una conoscenza sempre più piena della verità”. Ed ai
confratelli di oggi del Santo, il Pontefice lo ha indicato come “esemplare
modello” di perfezione evangelica. “Per quanti hanno abbracciato gli ideali della vita di
consacrazione – ha concluso il Papa - egli rappresenta un forte richiamo a
vivere protesi sempre verso i valori dello Spirito, totalmente consacrati al
Signore e ad un necessario servizio di carità verso i fratelli”.
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L’EUROPA
VALORIZZI LE SUE RICCHE RADICI CLASSICHE E CRISTIANE:
IL RICHIAMO DEL PAPA NEL MESSAGGIO PER IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
SU SAN GREGORIO MAGNO, NEL XIV
CENTENARIO DELLA MORTE
- Servizio di Alessandro Gisotti -
Un “autentico discepolo di Cristo” a cui i cristiani di
oggi devono guardare come esempio per “costruire un avvenire sereno e
solidale”: così Giovanni Paolo II tratteggia la figura eccezionale di San
Gregorio Magno, in un messaggio indirizzato ai partecipanti al Convegno
internazionale, promosso dall’Accademia dei Lincei assieme al Pontificio
Comitato di Scienze Storiche sul tema “Gregorio Magno nel XIV centenario della
morte”, in corso in questi giorni a Roma. Il Pontefice mette l’accento
sull’attualità del suo eminente predecessore, soprattutto per i cristiani
dell’Europa. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Non si può “costruire l’avvenire prescindendo dal
passato”: Giovanni Paolo II sottolinea il grande insegnamento lasciato a tutti
i cristiani da san Gregorio Magno. Personalità, rileva, che intuì come il
“patrimonio dell’antichità classica, oltre che di quella cristiana, costituiva
una preziosa base per ogni successivo sviluppo scientifico e umano”.
Intuizione, prosegue, che “conserva anche oggi tutto il suo valore in vista del
futuro dell’umanità e soprattutto dell’Europa”. E qui il Santo Padre sottolinea
che proprio in base a tali considerazioni, ha voluto più volte esortare le
autorità del Vecchio Continente “a valorizzare appieno le ricche radici
classiche e cristiane della civiltà europea, per tramandarne la linfa alle
nuove generazioni”.
Giovanni Paolo II si è così voluto soffermare sulla figura
del grande Papa del VI secolo che, rammenta, s’impegnò “nel porre in luce il
primato della persona umana”, non solo nella sua dimensione fisica, ma “anche
nel costante riferimento al suo destino eterno”. Un principio, avverte, a cui
“il mondo di oggi deve tornare a farsi più attento”. Pur se “profondamente
radicato nell’Urbe”, continua il messaggio, promosse “un’intensa attività
missionaria nella quale trovava espressione una romanità purificata ed ispirata
al Vangelo”. Romanità “cristiana”, la definisce il Papa, “non più protesa
all’affermazione di un potere politico, ma desiderosa di diffondere il
messaggio salvifico di Cristo a tutti i popoli”. D’altro canto, prosegue,
“oltre a coltivare l’ansia missionaria inerente al suo ministero”, Gregorio
Magno recava “un decisivo contributo ad un’armoniosa integrazione dei diversi
popoli della cristianità occidentale”.
Lodando l’iniziativa del convegno, il Papa non manca poi di
evidenziare che rievocando personaggi significativi del passato la storiografia
rende un “servizio alle future generazioni, perché pone in luce modelli umani
portatori di valori universali”, validi per ogni epoca.
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ALTRE
UDIENZE E NOMINA
Nel corso
della mattinata il Santo Padre ha ricevuto in udienza anche due presuli
filippini in visita "ad Limina Apostolorurn" e l’ambasciatore Mbaya
Boaz Kidiga, in visita di congedo.
Il
Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Luanda, Angola, il rev.
Filomeno do Nascimento Vieira Dias, vice
rettore dell'Università cattolica dell’Angola e Rettore del Seminario maggiore
dell’arcidiocesi di Luanda, assegnandogli la sede titolare vescovile di
Fiumepiscense.
CONTEMPLARE IL MISTERO DI DIO E MANTENERE LO SGUARDO
SUGLI EVENTI DEL MONDO:
L’ESORTAZIONE DEL PAPA AI GIOVANI,
PER L’INIZIO DELL’ANNO ACCADEMICO
DELLE UNIVERSITA’ ECCLESIASTICHE ROMANE
È stata celebrata ieri nella
Basilica di San Pietro, la Messa per l’inaugurazione dell’Anno accademico degli
Atenei ecclesiastici romani. Giovanni Paolo II non ha partecipato alla
funzione, perché “dopo le fatiche dei giorni scorsi – ha detto il portavoce
della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls – si cerca di alleviare gli impegni del
Pontefice”. Alla Messa, presieduta dal cardinale polacco Zenon Grocholewski,
prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, erano presenti anche
il cardinale vicario Camillo Ruini e circa settecento professori e studenti, in
rappresentanza degli oltre ventimila iscritti nelle Università pontificie
dell’Urbe. Il servizio è di Dorotea Gambardella.
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“Il padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli
occhi del nostro cuore, perché sappiamo comprendere i segni dei tempi nuovi”.
È con questa citazione, tratta
dal Vangelo di Luca, che il cardinale Zenon Grocholewski ha iniziato l’omelia
preparata dal Papa. In una Basilica Vaticana gremita di professori e studenti,
il Pontefice ha sottolineato come la luce e la sapienza del cuore costituiscano
“la strada maestra” mediante la quale è possibile giungere “alla scoperta della
verità”. Non solo, esse sono “un bene prezioso da invocare per tutti i figli
della Chiesa, perché sappiano affrontare con coraggio le sfide del nostro
tempo”. Quindi il Santo Padre, per voce del porporato, ha esortato i giovani:
“Accompagnate lo sforzo dello studio con la preghiera, la
meditazione e la costante ricerca della volontà del Signore”.
Poi ha rivolto “un affettuoso
pensiero” a tutti i ragazzi e un incoraggiamento speciale a quanti “iniziano
quest’anno il loro percorso universitario”, invitandoli ad essere consapevoli
“del dono di compiere la formazione culturale, umana e spirituale” in una città
come Roma, “che ha il privilegio di custodire le tombe degli apostoli Pietro e
Paolo”.
“Come Paolo, la Chiesa non cessa di annunciare questa
grande buona notizia, che è per tutti: Cristo morto e risorto ha vinto il male
e ci ha liberati dal peccato”.
Una notizia - come Giovanni
Paolo II ha evidenziato nella sua omelia - che i ragazzi mediante la formazione
teologica saranno in grado di annunciare “in modo adatto al linguaggio e alla
mentalità del nostro tempo”.
E rivolgendosi a loro ha
concluso: “Se, da una parte, il vostro cuore non deve mai distaccarsi dalla
contemplazione del mistero di Dio, dall’altra, occorre che manteniate lo
sguardo rivolto sugli eventi del mondo e della storia”. Secondo il Concilio
Vaticano II, infatti, è dovere permanente della Chiesa “scrutare i segni dei
tempi e interpretarli alla luce del Vangelo”, per poter rispondere in modo
adatto a ciascuna generazione, ai perenni interrogativi degli uomini sul senso
della vita presente e futura”.
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SUL RUOLO DEI SANTUARI NEL DIALOGO
INTERRELIGIOSO,
PRESIEDUTO DALL’ARCIVESCOVO
MICHAEL FITZGERALD
- Servizio di Giovanni Peduto -
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I responsabili del Santuario di Fatima hanno cominciato da alcuni anni ad
organizzare questi Congressi. Il tema di questo incontro è stato: “Il presente
dell’uomo. Il futuro di Dio. Il ruolo del Santuario in rapporto al sacro”. Un
titolo complesso, ma con esso si è voluto considerare la funzione e il ruolo
del Santuario nel mondo attuale. I relatori erano internazionali e c’erano
partecipanti dai più svariati Santuari cattolici e di luoghi di culto di altre
confessioni religiose.
D. – Quali contenuti sono emersi
da questo raduno a Fatima? Ci risponde lo stesso presidente del Pontificio
Consiglio per il dialogo interreligioso, l’arcivescovo Michael Fitzgerald, che
lo ha presieduto:
R. – Riflettendo sul contesto attuale dell’Europa,
in modo particolare, si è visto che la società è segnata dall’ateismo. Molti
Paesi hanno sperimentato questo ateismo ideologico. Ma c’è anche una forma di
ateismo pratico, di un vivere senza Dio, o quasi senza Dio. Ogni tanto però spunta
qualcosa, una necessità che fa venire alla superficie un desiderio religioso.
E’ presente anche il secolarismo e un contesto ecumenico con una forte
dimensione interreligiosa. E’ su questo che si è voluto riflettere.
D. – Pertanto il Santuario può
essere un punto di aggregazione delle varie confessioni cristiane e delle varie
religioni?
R. – Mi sembra che questo sia
stato il messaggio del Congresso e cioè di tenere conto delle persone che sono
attirate da un Centro di pellegrinaggio e che forse non vanno spesso in Chiesa.
Il cardinale patriarca di Lisbona ha tenuto una conferenza molto interessante
sul tema “Il presente dell’uomo e il futuro di Dio”, dicendo che se possiamo parlare di un futuro di Dio, è un
futuro per l’uomo. Dio è il vero futuro dell’uomo. In Dio è il destino
dell’uomo; la sua felicità è in Dio. L’uomo non troverà altrove la sua vera
felicità. Dio attira gli uomini. Loro forse non lo sanno, ma sono coscienti di
qualcosa. Questo mi sembra sia il ruolo del Santuario: quello di attuare questo
modo che Dio ha di attirare le persone a Lui. Per noi cristiani è in Gesù
Cristo che Dio Padre fa questo. Noi andiamo al Padre attraverso Gesù e sappiamo
che anche Maria ci conduce a Gesù. E’ questo il ruolo del Santuario: di
facilitare questo movimento delle persone verso il Signore.
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TELEGRAMMA DI AUGURI DEL PRESIDENTE ITALIANO CIAMPI
PER
GLI 80 ANNI DEL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI
- A
cura di Alessandro De Carolis -
“Ammirazione sincera e altissima considerazione” per la
costanza mostrata “nella costruzione del dialogo fra le Chiese e fra le
culture”. Con queste parole di stima, il presidente della Repubblica italiana,
Carlo Azeglio Ciampi, ha inviato oggi un telegramma al cardinale Achille
Silvestrini, nel giorno del suo 80.mo compleanno. “La sua autorevole
testimonianza di vita cristiana” e “la sua appassionata generosità verso i meno
fortunati – scrive ancora Ciampi - hanno offerto e continuano ad offrire un
contributo prezioso nell’impegno, comune alle persone di buona volontà, per la
solidarietà, lo sviluppo e la pace”.
Il porporato, originario di Brisighella, nella diocesi di
Faenza, è sacerdote dal ’46 e arcivescovo dal 1979. Ha lavorato a lungo in
Segreteria di Stato quindi, dopo la nomina a presule, ha assunto la carica di
segretario del Consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa. Giovanni Paolo
II lo ha creato cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1988, successivamente è
stato nominato prefetto della Congregazione delle Chiese orientali. Il
cardinale Silvestrini è il primo porporato a raggiungere gli 80 anni dalla
celebrazione del Concistoro dello scorso 21 ottobre. Il Collegio cardinalizio,
che conta 194 membri, risulta ora composto da 134 elettori e 60 non elettori,
più il cardinale “in pectore”.
Ecco come il porporato neo-ottantenne ha simpaticamente commentato qualche
giorno fa, al microfono di Fabio Colagrande, il traguardo oggi raggiunto:
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A
questo punto, direi che sarebbe meglio neanche parlarne! Ogni giorno è un dono
di Dio. Il compleanno è, diciamo, una forma un po’ convenzionale. Io penso ai
giorni del “non compleanno”, come dice Alice nel Paese delle Meraviglie. I
giorni del non compleanno sono tutti i giorni che il Signore ci dà e fin quando
me ne dà, ne sono riconoscente e cerco di rispondere, in qualche modo, col
massimo di fedeltà possibile a quello che Egli mi affida”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina - nel
contesto del fondamentale tema "L'Europa o è cristiana o non è
Europa" - un passo del Messaggio del Papa per il XIV centenario della
morte di san Gregorio Magno. Giovanni Paolo II esorta a valorizzare appieno le
ricche "radici" classiche e cristiane della civiltà.
Nelle vaticane, nell'omelia in
occasione della Santa Messa per l'inizio dell'Anno Accademico delle Università
Ecclesiastiche Romane, il Papa ha indicato nella luce e nella sapienza del
cuore "la strada maestra" per la quale è possibile giungere alla
scoperta della verità.
Il discorso del Papa al
pellegrinaggio per il IV centenario della nascita di san Giuseppe da Copertino,
"un santo che parla ai giovani".
Il Messaggio del Santo Padre al
presidente del Pontificio comitato di scienze storiche.
Una monografica - a cura di
Marco Impagliazzo - dal titolo "Lo spirito di Assisi e la sfida del
convivere in un mondo globalizzato".
La pagina propone ampi stralci
del Messaggio che il Papa inviò al cardinale Etchegaray in occasione del XVII
Incontro internazionale di Preghiera per la Pace promosso dalla Comunità di
Sant'Egidio ad Aachen (5 settembre 2003)
Nelle estere, l'intervento
della Santa Sede al II Comitato dell'Assemblea Generale dell'Onu:
"L'educazione è una componente essenziale dello sviluppo".
Iraq: dai Paesi donatori -
riunitisi a Madrid - 33 miliardi di dollari per sostenere la ricostruzione.
Nella pagina culturale, per la rubrica
"Oggi", una riflessione di Marco Bellizi dal titolo "Un atto
riparatorio nei confronti di un mondo saccheggiato dall'egoismo". La città
di Roma, con un gesto di civiltà conforme alla sua vocazione cristiana, si fa
carico della sepoltura dei tredici somali morti nel tentativo di raggiungere le
sponde.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il terrorismo.
La drammatica notizia dal
titolo "Era viva la neonata gettata dalla madre nei rifiuti", a
Limatola (Benevento).
Oltre l'aspetto
giuridico-penale della vicenda - sottolinea il giornale - rimane il tragico,
insondabile crimine di una madre che ha gettato via, come cosa di cui disfarsi,
una persona, "sua" figlia, appena data alla luce.
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25
ottobre 2003
PACE,
TUTELA DEI DIRITTI E INFORMAZIONE: I TEMI DEL CONVEGNO
“C’E’
UN SOLO CIELO PER TUTTO IL MONDO”, PROMOSSO DALL’AIFO.
A
CONCLUSIONE DELL’INCONTRO, DOMANI A ROCCA DI PAPA,
L’ASSEGNAZIONE
DEI PREMI SUL CAMPO RAOUL FOLLEREAU 2003
“C’è un
solo cielo per tutto il mondo. Amare e partecipare per volare alto”. E’ il
titolo che accompagna l’interessante Convegno organizzato dall’Associazione italiana
amici di Raoul Follereau. L’incontro, che si concluderà domani a Rocca di Papa,
in provincia di Roma, propone una scelta di parte in cui la pace sia frutto
della giustizia e del rispetto della dignità delle persone e dei popoli; la
salute sia un diritto; e l’informazione sia libera dalla manipolazione della
realtà a fini strumentali. A conclusione del Convegno, l’Aifo assegnerà i premi
sul campo Raoul Follereau 2003. Vincitori di questa edizione: per la sezione
Pace, il cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace; per la Tutela dei diritti, il People’s Health Movement;
e per l’Informazione, l’agenzia di stampa Misna. Barbara Castelli ha
intervistato Sunil Deepak, presidente dell’Ilep, la Federazione Internazionale
delle Associazioni anti-lebbra.
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D. – I dati contenuti nel Rapporto sullo sviluppo umano 2002
dell’Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo sono un po’ sconfortanti e
sottolineano come l’obiettivo di ridurre drasticamente la povertà nel mondo
entro il 2015 sta in qualche modo naufragando. Quali sono gli ostacoli che
impediscono il raggiungimento di questo obiettivo?
R. – Gli ostacoli partono proprio dalla periferia dei villaggi,
delle comunità, dove democrazia, pace ed uguaglianza rimangono molto lontani. I
problemi locali poi sono ulteriormente influenzati da tutto il sistema
macroeconomico internazionale, dove l’interesse economico diventa il punto
centrale di tutto. I diritti umani non sono l’obiettivo prioritario del mondo
attuale, questo è il grave ostacolo che blocca il superamento della povertà per
la maggior parte dei popoli.
D. – Attraverso la chiave interpretativa dell’amore, il Convegno
propone tre poli di attenzione che hanno costituito anche gli elementi centrali
dell’impegno di Raoul Follereau. Può illustrarli?
R. – I tre temi che sono stati scelti per il centenario dalla nascita
di Raoul Follereau sono: pace, informazione e diritti. Si parlerà dei diritti
dei gruppi indigeni, dei popoli che vivono quasi sempre ai margini della
società, esclusi dallo sviluppo, esclusi da qualunque opportunità. Il Convegno
si occuperà anche del diritto alla salute, di quanto la povertà è strettamente
collegata a questo tema: i poveri sono sempre quelli che hanno meno accesso ai
servizi sanitari. Una parte importante della nostra attenzione, infine, verrà
focalizzata sull’informazione, perché i media svolgono un ruolo fondamentale:
informando dovrebbero in qualche modo rappresentare la coscienza mondiale.
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“MULTILINGUISMO E RADIO
INTERNAZIONALE”:
TEMA DEL CONGRESSO APERTO IERI A MALTA,
ORGANIZZATO DALL’EUROPEAN DX COUNCIL
- Servizio
di Marco Cardinali -
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Nuove strategie di comunicazione nell’era digitale.
Questo il tema che ha aperto a Malta il
Convegno organizzato dall’Europea DX Council dal titolo “Multilinguismo e Radio
Internazionale”, che si concluderà domani in serata. Circa 50 i membri
provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti d’America, rappresentanti di
Radio che trasmettono a lunga distanza. Scopo dell’incontro, ospitato da Voice
of the Mediterranean, Radio Internazionale di Malta, è discutere insieme sui problemi
e le possibilità di comunicare a lunga distanza con i mezzi multimediali oggi a
disposizione. Un confronto, dunque, tra Radio che operano con la stessa modalità
multilinguistica in ambito internazionale.
Una delle domande su cui ci si è confrontati è perché si
sceglie di usare lingue diverse dalla propria in una nazione che non le
appartiene. La Radio Vaticana, da parte sua, ha sottolineato la sua vocazione
specifica con le sue 40 lingue diverse, che la pone a servizio della
evangelizzazione e collaborazione alla missione universale del Papa. Un
servizio che ha anche come scopo la dignità e la totalità di ciascun essere
umano, che deve essere esaltata nelle sue vicende umane, politiche e religiose.
Nella sessione di oggi si cercato di vedere come poi lo
strumento radiofonico possa e debba diventare uno strumento di aiuto per il
dialogo e il confronto tra culture, popoli e religioni. Dall’isola di Malta,
dunque, nel cuore del Mediterraneo, si è riflettuto anche su come lo strumento
radiofonico possa diventare un mezzo di diffusione della pace nel mondo, una
pace che è sempre più messa a repentaglio talvolta dagli stessi media.
Per la Radio Vaticana, Marco Cardinali.
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OGGI POMERIGGIO CONCERTO NELL’AULA
PAOLO VI IN VATICANO
IN
ONORE DELLA BEATA TERESA DI CALCUTTA
Oggi pomeriggio alle 16.00 nell’Aula Paolo VI, l’unico
concerto organizzato in Vaticano per festeggiare la beatificazione di Madre
Teresa di Calcutta. L’orchestra e il coro del Teatro dell'Opera di Roma,
diretti da Gianluigi Gelmetti, eseguiranno in prima assoluta l'oratorio 'Vita
nova' appositamente composto dal colonnello dei carabinieri Antonio Pappalardo,
assieme a musiche etniche dall’India e ai canti irlandesi di Kay Mc Carthy. Tra
le voci soliste Antonella Ruggiero e Daniela Barcellona, mentre l’attore
Giancarlo Giannini introdurrà l’ascolto. Il servizio di A.V.:
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Nel ’96 scrisse la Missa Militum per i soldati in
missione di pace; poi dedicò la sua Missa Humilis agli ultimi della
società, gli emarginati; ora con l’Oratorio sulla vita della Beata Teresa, il
Maestro Pappalardo compie un trittico artistico simbolico:
“Madre Teresa è soprattutto da ricordare per il grande
messaggio che ha dato di una vita nuova, da vivere tutti quanti insieme. Ecco
perché l’opera si chiama “Vita Nova”.
Uomo dell’Arma e compositore, Antonio Pappalardo concilia
la fede con i suoi compiti militari:
“Quando il servitore dello Stato, nel servir lo Stato
serve anche Dio, serve con animo semplice, con animo aperto, addirittura con
una disponibilità totale fino a sacrificare la propria vita - come è successo
con Salvo D’Acquisto - a quel punto il passo è breve”.
Il direttore Gelmetti illustra le proprietà musicali
dell’opera “Vita Nova”:
“L’aver saputo coniugare una semplicità di linguaggio con
una realizzazione colta, con una strumentazione eccellente ed una
armonizzazione di prim’ordine. In musica riproporre lo stesso cammino e cioè la
semplicità di Teresa di Calcutta è proprio seguire un suo esempio, perché
questa donna è riuscita a dire e a fare le cose più importanti proprio
attraverso la semplicità”.
Attraverso la Caritas e le Comunità Incontro e di
Sant’Egidio l’evento aprirà le sue porte ai poveri. Grande partecipazione anche
dalle parrocchie dell’hinterland presenti assieme ai 121 sindaci della
Provincia di Roma. Il presidente Enrico Gasbarra riporta un ricordo personale
della piccola missionaria, lezione di vita e di politica:
“Quando ero presidente del Consiglio comunale, il sindaco
Rutelli decise di dare a Madre Teresa la cittadinanza onoraria e lei disse:
“No, questo non serve. Bisogna trovare un qualcosa che serve ai miei poveri”. E
riuscì in pochi secondi a strappare il trasporto gratuito per le sue consorelle
che andavano a fare servizio ai poveri. Gli uomini e le donne devono avere
questo senso di praticità e il coraggio di lavorare per gli altri. La
diplomazia e le ragion di Stato devono cadere di fronte alla sofferenza, alla
disponibilità e all’amore verso il prossimo. E’ questo messaggio che è riuscita
a trasmettere con molta forza a chi credeva e a chi non credeva”.
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25
ottobre 2003
UN
TEMPO DI DIGIUNO E PURIFICAZIONE: INIZIA DOMANI
IN ALCUNI PAESI ISLAMICI IL RAMADAN, MESE
SACRO
PER
TUTTI I MUSULMANI DEL MONDO
RIAD.= Un mese santo dedicato al digiuno, alla
purificazione fisica e spirituale: da domani in alcuni Paesi arabi e islamici -
in altri lunedì, a seconda dell’avvistamento della Luna nuova – inizierà il
Ramadan, tempo sacro per 1,2 miliardi di musulmani nel mondo. Attraverso il
digiuno, i fedeli intendono condividere le sofferenze dei poveri e predisporsi
alla purificazione spirituale. Sono esentati viaggiatori, malati, donne in
stato di gravidanza, bambini e professionisti con speciali responsabilità, come
medici, militari e giudici. In questo mese sacro, le famiglie si riuniscono
intorno a grandi tavolate per il primo pasto dopo il tramonto, un banchetto
chiamato anche “iftar”, ovvero colazione. Uno degli elementi religiosi sui
quali sciiti e sunniti differiscono è proprio la data d’inizio del Ramadan,
dichiarata a seconda del primo avvistamento della Luna nuova. In Kuwait,
l’annuncio della data d’inizio spetta ad una commissione speciale, mentre la
massima autorità sciita libanese, Mohammad Hussein Fadlallah, ha già annunciato
che il Ramadan per gli sciiti del Libano inizierà lunedì. Intanto, ad Amman,
nel “suq” - il mercato del centro storico - cominciano a comparire le
bancarelle con i datteri. Frutti con i quali - secondo la tradizione - lo
stesso Profeta Maometto era solito interrompere ogni giorno il digiuno
accompagnandoli con un bicchiere di latte di cammella. Il Ramadan è uno dei
pilastri dell’Islam, assieme alla professione di fede, l’elemosina, il
pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita e la preghiera. Si
conclude con l’apparizione della Luna che indica l’inizio del mese di Shawwal e
con la festa del 'Fitr'. (A.G.)
LA FONDAZIONE
‘PRINCIPE DELLE ASTURIE’ HA PREMIATO IL PRESIDENTE DEL BRASILE LULA DA SILVA
PER IL SUO IMPEGNO A DIFESA DEI LAVORATORI E NELLA LOTTA
CONTRO LA POVERTA’. TRA GLI ALTRI VINCITORI FIGURA
ANCHE PADRE MERINO,
FONDATORE
DELL’ISTITUTO SAN BARTOLOME’ A LIMA, IN PERU’
OVIEDO (SPAGNA). = Il presidente del Brasile Luiz
Inácio Lula Da Silva è stato insignito del premio ‘Cooperazione internazionale
2003’ della fondazione ‘Principe delle Asturie’ per “la sua esperienza politica
e personale a difesa dei lavoratori e nella lotta contro la povertà, la
disuguaglianza e la corruzione, che tanto hanno fatto soffrire i diseredati del
suo Paese e del mondo in generale”. Nel teatro ‘Campoamor’ di Oviedo, in
Spagna, il capo di Stato brasiliano è stato indicato come un “altissimo esempio
per tutti” dal principe Felipe di Borbone che ha indicato la figura di Lula
come “una grande speranza” per il suo lavoro a difesa “di modelli di sviluppo
orientati preferibilmente a beneficio di chi ha più bisogno”. Tra gli altri
premiati spicca la figura di Gustavo Gutiérrez Merino, insignito del premio per
‘Comunicazione e umanità 2003’, fondatore e direttore dell’Istituto Bartolomé
de las Casas, a Lima. Altri vincitori il filosofo tedesco Jürgen Habermas, per
le scienze sociali, la scrittrice britannica Joanne Kathleen Rowling, autrice
della serie di libri sul Harry Potter per la concordia e il direttore del ‘Tour
de France’ Jean Marie Leblanc per lo sport. Il premio consiste in una scultura
di Joan Miró, realizzata in esclusiva per le personalità insignite del riconoscimento.
(M.R.)
IL POPOLO INDÙ CELEBRA DA OGGI IL ‘DIWALI’, LA
POPOLARE FESTIVITÀ
CHE VEDE LE
FAMIGLIE RIUNIRSI IN UN CLIMA DI COMUNIONE, ILLUMINATE
DA CARATTERISTICHE LAMPADE, SIMBOLO DELLA LUCE CHE
VINCE LE TENEBRE
NEW
DELHI. = Tempo di gioia e raccoglimento per i fedeli indù: da oggi si celebra
la festa del Diwali. Basata su un’antica mitologia, la più popolare
festività indù viene vissuta come momento in cui le famiglie si riuniscono e
celebrano i riti prescritti dall’antico dharma. Il Diwali simboleggia
la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male, realtà rappresentata
da una fila di lampade accese. La celebrazione vera e propria dura tre giorni e
segna l’inizio del nuovo anno, esortando alla riconciliazione familiare -
specialmente tra fratelli e sorelle - e all’adorazione di Dio. In un messaggio
inviato, in questi giorni, alla popolazione indù, il presidente del Pontificio
Consiglio per il Dialogo interreligioso, l’arcivescovo Michael Fitzgerald,
invita a camminare insieme e a
condividere le comuni preoccupazioni, facendo lo sforzo di ascoltarsi
attentamente gli uni e gli altri. Le feste religiose, prosegue il presule, ci
invitano “non solo a rinnovare e a rafforzare la nostra fede in Dio”, ma anche
“a riscoprire, a riaffermare con rispetto e a difendere con coraggio la nostra
dignità” e quella di ogni essere umano. Purtroppo, ieri – riferisce l’agenzia
Associated Press – nel popoloso Stato indiano dell’Uttar Pradesh, nove bambini
e un uomo sono morti sotterrati da un argine di terracotta crollato mentre
stavano scavando per procurarsi il materiale necessario per le lampade da usare
durante il Diwali. (M.R.)
CENTO MILA GIOVANI CILENI PRENDERANNO PARTE OGGI AL
TRADIZIONALE
PELLEGRINAGGIO
AL SANTUARIO DI SANTA TERESA DE LOS ANDES,
CHE QUEST’ANNO SARA’ DEDICATO AL VENTICINQUESIMO DI
PONTIFICATO DEL PAPA
SANTIAGO DEL CILE. = Circa
100.000 giovani cileni partecipano oggi, sabato 25 ottobre, al ventitreesimo
pellegrinaggio al Santuario di Santa Teresa de los Andes, per unirsi alle
celebrazioni che continuano in tutto il mondo per l’anniversario di pontificato
di Giovanni Paolo II. L’iniziativa, organizzata ogni anno dall’arcidiocesi di
Santiago, ebbe inizio nel 1990 e ogni anno ha visto crescere il numero dei
partecipanti fino ad arrivare al numero attuale di centomila giovani. “Dieci
anni fa il Papa Giovanni Paolo II propose Santa Teresa de los andes come
modello di santità a tutto il mondo, – ha detto padre Galo Fernández, vicario
della vicaria della “Giovane Speranza” per spiegare lo scopo del pellegrinaggio
- lui stesso sta compiendo 25 anni nel suo servizio a capo della Chiesa.
Offriamo questo pellegrinaggio per pregare per la salute e per il ministero di
questo amico dei giovani e di Teresita. Pellegrinare è il segno che siamo in
cammino verso una meta, che è la vita eterna. Camminiamo insieme, condividendo
il nostro essere impregnati dagli insegnamenti di Gesù”. Lungo il percorso, di
circa 27 chilometri, i giovani troveranno dodici “stazioni”, dove tramite
canti, segni e slogan saranno spronati ad “essere pellegrini, discepoli e apostoli
della speranza”. Al termine della giornata parteciperanno alla solenne
celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal cardinale Javier Errazuriz,
arcivescovo di Santiago del Cile e presidente della Conferenza episcopale latinoamericana.
(M.R.)
ALCUNI ADOLESCENTI PALESTINESI
SONO DETENUTI NELLE CARCERI ISRAELIANE
COME PRIGIONIERI
POLITICI: L’ASSOCIAZIONE “A DIFESA DEL BAMBINO – SEZIONE
PALESTINA”
CON IL PROGETTO “ADOTTA UN BAMBINO PRIGIONIERO”
DIVULGA I SOGNI E LE SPERANZE DI QUESTI RAGAZZI
NABLUS. = “Adotta un
bambino prigioniero” è la denominazione del progetto lanciato dall’associazione
“A difesa del bambino – sezione Palestina”, con lo scopo di far conoscere,
attraverso le vicende di alcuni adolescenti le situazioni di giovani
palestinesi, prigionieri politici, detenuti nelle Carceri israeliane. “Ci sono
persone che desiderano e sognano di diventare ricche, altre famose. Noi sogniamo
di vivere in pace in uno Stato libero.”: inizia così la lettera di due
studentesse palestinesi di Nablus che fanno parte del progetto. Lo Stato che
sognano le due giovani è una terra dove non c’è la sofferenza, quella stessa
che si vive quando non si può andare dai parenti che vivono in altri centri a
causa del coprifuoco. Continua la lettera: “Sogniamo la pace per il nostro
popolo. Se vivessimo in una nazione indipendente molti di questi sogni
potrebbero diventare realtà: se fossimo libere – concludono le due studentesse
– potremmo aiutare gli altri popoli a diventarlo. Sogniamo che tutti i popoli
del mondo vivano in pace”. (M.R.)
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DOMENICA TERMINA L'ORA LEGALE
E SI TORNA ALL'ORA SOLARE
Domani notte, esattamente alle ore 3.00 di domenica,
si torna all'ora solare dopo sette mesi di ora legale,
ossia dal 30 marzo. Le lancette degli orologi
dovranno essere spostate indietro di 60 minuti.
25
ottobre 2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In primo piano ancora l’Iraq, dove
non si arresta il dramma della violenza: nel Sud del Paese, ad Amarah, è stato
ucciso il nuovo capo della polizia e a Baghdad tre militari americani sono
stati feriti dall’esplosione di una bomba. Un convoglio di atleti curdi è stato
inoltre attaccato a Kirkuk causando il ferimento di 11 sportivi. A Madrid,
intanto, si traccia un bilancio della Conferenza dei Paesi donatori, conclusasi
ieri, per la ricostruzione dell’Iraq. Su questa importante tappa dell’agenda
politica internazionale per il futuro del Paese arabo, ci riferisce Paolo
Mastrolilli:
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Circa 13 miliardi di dollari sono stati offerti per la
ricostruzione del Paese, oltre ai 20 già promessi dagli Stati Uniti. Questi
fondi sono inferiori ai 55 miliardi che, secondo la Banca Mondiale, serviranno
per completare il lavoro, ma per il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan,
rappresentano un buon inizio e vanno oltre le previsioni della vigilia degli
americani. Anche l’Italia ha offerto 200 milioni di euro aggiuntivi e le
istituzioni finanziarie, come il Fondo monetario internazionale, hanno dato
contributi. Germania, Francia, e Russia, invece, hanno negato altri soldi. Ora
si tratta di valutare l’impatto pratico delle offerte perché molte sono
sottoforma di prestiti e quindi aumentano il già alto debito dell’Iraq. Sul
terreno, intanto, ieri sono stati uccisi tre soldati americani: due da un colpo
di mortaio che ha raggiunto la loro base a Nord di Baghdad, e il terzo durante
una sparatoria nella città settentrionale di Mossul. La speranza di Washington
è che l’avvio della ricostruzione e del processo politico per restituire il
potere ad un governo locale contribuisca a frenare le violenze.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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I pacifisti israeliani tornano in
piazza a Gerusalemme, dove stasera marceranno in corteo fino alla residenza del
premier Sharon. La manifestazione è a sostegno dell’accordo di Ginevra, il
simbolico patto di pace messo a punto il 12 ottobre da esponenti della
sinistra israeliana e palestinesi. Ma
dal fronte politico, purtroppo, non sembrano giungere notizie positive: lo
stesso Sharon ha annunciato, ieri sera, la costruzione di una barriera di sicurezza
anche nell’Ovest della Cisgiordania, per isolare la valle del Giordano.
In Colombia un’impennata degli
scontri fra esercito e guerriglia sta caratterizzando l’avvicinarsi del voto. È
di questa notte la notizia di un raid dell’aviazione nel sudovest, dove si teme
un violento attacco delle Farc. Il Paese – chiamato anche domani alle urne per
le amministrative – si esprimerà oggi su una serie di quesiti referendari, tra
cui quello contro la corruzione. Il servizio di Maurizio Salvi:
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Fra i referendum più importanti quelli per la riduzione
del numero dei parlamentari, lo snellimento dell’apparato burocratico dello
Stato, il congelamento per due anni degli stipendi dei dipendenti pubblici e
dei finanziamenti alle imprese statali. Almeno due partiti, però, il liberale e
il comunista hanno insistito con l’astensione; allo stesso modo la guerriglia
delle Farc e delle LN. Domani, poi, gli elettori torneranno nei seggi per eleggere
tutti gli amministratori locali in un voto che pure potrebbe riservare sorprese
non piacevoli ad Uribe, come ad esempio a Bogotà dove è favorito il candidato
del centro-sinistra Lucio Garzon. Di fronte a questo complesso scenario il
cardinale Pedro Rubiano, arcivescovo di Bogotà, ha rivolto un appello ai fedeli
affinché assumano un impegno deciso e responsabile di fronte al fine settimana
elettorale.
Maurizio Salvi per la Radio Vaticana.
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Il Brasile corre in aiuto della
Bolivia, in preda ad una grave crisi economica e reduce da una violenta
protesta sociale che ha costretto alle dimissioni il presidente Sánchez de
Lozada. Il capo di Stato brasiliano, Lula da Silva, ha infatti annunciato che
condonerà al Paese confinante il 95 per cento del debito bilaterale. Il Brasile
investirà inoltre in Bolivia 780 milioni di dollari, la maggior parte dei quali
sarà utilizzata per migliorare le vie di comunicazione.
Sembra per il momento rientrata la
grave crisi tra Russia e Ucraina per il possesso dell’isolotto strategico di
Tuzla, situato tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. Ieri i rappresentanti dei due
Paesi dell’ex impero sovietico sono giunti ad un’intesa. Ce ne parla Giuseppe
D’Amato:
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Un passo indietro e subito negoziati: questo hanno deciso
i premier di Russia ed Ucraina, Kassianov e Yanukoviv, dopo quattro giornate
infuocate in cui si è seriamente rischiato lo scontro armato tanto che il presidente Kuchman ha interrotto un viaggio
ufficiale all’estero. Mosca si è impegnata a fermare la costruzione di una diga
sul Mar d’Azov, proprio dove incontra il Mar Nero, e Kiev di ritirare le sue
truppe di confine dalla contesa isola Tusla. La Russia chiede che la frontiera
venga stabilita considerando il fondale marino, mentre l’Ucraina la superficie
del mare. La questione, non di poco conto, ha infuocato le rispettive opinioni
pubbliche e i politici dei due Paesi. Kiev è arrivata persino a minacciare di
uscire dal mercato comune della CSI, appena nato. Gli opposti nazionalismi
hanno ripreso forza con manifestazioni di piazza. La Crimea, terra da sempre
russa, diventò Ucraina nel 1954 per decisione di Kruscov. La parola adesso
passa alle diplomazie.
Per la Radio vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Sono tutti vivi i 46 minatori
russi bloccati da giovedì nel sud del Paese, in una miniera allagata nella
regione di Rostov. I soccorritori hanno comunicato di aver stabilito i contatti
con un gruppo di 33 minatori, a loro volta in grado di comunicare con gli altri
13 compagni.
Andiamo in Italia dove prosegue la
lotta al terrorismo eversivo. Dopo il blitz di ieri notte che ha portato in
carcere sei militanti delle Brigate Rosse, si deve registrare un altro arresto: quello della
33.enne Federica Saraceni, figlia di un ex magistrato e parlamentare. La donna
è accusata di aver partecipato materialmente all’omicidio del professor Massimo
D’Antona, avvenuto a Roma nel 1999. Si è intanto
dichiarato “prigioniero politico e militante delle brigate rosse” uno dei sette
arrestati, Roberto Morandi, interrogato oggi nel carcere di Sollicciano.
Restiamo in Italia. Si svuota oggi
pomeriggio il centro di accoglienza di Lampedusa: i 93 immigrati ospiti
verranno trasferiti con un ponte aereo in un centro di permanenza temporanea
della Puglia. Alcuni di loro erano partiti dalla Libia, altri dalla Tunisia. E
proprio dalle coste della Tunisia, sentiamo il reportage di Barbara Schiavulli:
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Per molti clandestini che partono alla volta dell’Italia,
l’ultimo ricordo è quello del cimitero di Madia e da qui, da una spiaggia al
centro della Tunisia, partono i barconi pieni di uomini alla ricerca della
fortuna dall’altra parte del mare. Aspettano che sia buio, che non ci sia la luna,
che il mare sia calmo e soprattutto che la Polizia abbia compiuto il suo giro
di pattuglia; poi i poveri del mare
salgono sulle loro carrette, ubriachi
di vino rosso tunisino per diluire quella paura della morte, che sanno di dover
affrontare. Abel, 30 anni, ci ha già provato due volte ed è disposto a fare
qualsiasi cosa pur di lavorare in Italia. Racconta che un passaggio costa da
500 agli 800 euro e una volta raggiunto il numero giusto ci si prepara a
partire. Un viaggio che dura tutta la notte e se va bene si raggiunge
Lampedusa, altrimenti li aspetta la Guardia Costiera e la prigione. Abel ci ha
trascorso un mese e mezzo, l’anno scorso, ma è pronto a riprovarci di nuovo:
qualsiasi cosa è meglio che restare qua; qualsiasi pericolo, perfino quello
della morte è accettabile pur di andare alla ricerca di un lavoro e di una vita
migliore.
Da Madia, Barbara Schiavulli, per la Radio Vaticana.
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