RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 296 - Testo della
Trasmissione di giovedì 23 ottobre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Messaggio del Santo Padre per le celebrazioni del XXV di
Pontificato, a Gerusalemme
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Il “Premio Europa per il
miglior documentario radiofonico” è stato vinto dal norvegese Hege Dahl
L’Africa sub sahariana rischia di essere invasa
dalle locuste
Aperta oggi a Madrid la Conferenza del Paesi
donatori per l’Iraq
Al segretario generale dell’Onu, Annan, il premi
Shakarov 2003
Il ringraziamento di Bush all’Australia, Paese
impegnato per il mantenimento della pace nella regione Asia–Pacifico
Italia: bocciata alla Camera la Legge sulla
riduzione dei tempi per l’ottenimento del divorzio.
23 ottobre 2003
RICEVUTI
DAL PAPA PER UN SALUTO, NELL’AULA PAOLO VI,
I
NUOVI CARDINALI CON I LORO FAMILIARI E AMICI.
SUCCESSIVAMENTE,
L’UDIENZA AI VESCOVI DELL’INGHILTERRA E DEL GALLES
A
CONCLUSIONE DELLA LORO VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM
- A
cura di Alessandro De Carolis -
Confermati nella “fede, nella speranza e nell’amore” dalla
sosta sulla tomba dell’apostolo Pietro. Accompagnati dal “fraterno saluto” del
Papa e dalla sua benedizione per la loro missione a servizio della Chiesa. Con
queste parole, Giovanni Paolo II si è congedato affettuosamente questa mattina
dai 30 nuovi cardinali creati nel Concistoro di martedì scorso, a conclusione
di una serie di giornate straordinarie, incentrate sui festeggiamenti per il
25.mo di Pontificato e la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta.
Accompagnati dai loro familiari, amici e fedeli delle diocesi di appartenenza,
i neo porporati sono stati ricevuti dal Pontefice nell’Aula Paolo VI per un
breve saluto in sei lingue, letto da alcuni sacerdoti. Il Papa ha concluso con
la benedizione apostolica, affidando il ministero dei cardinali “alla celeste
protezione” della Vergine.
Poco dopo, nello studio dell’Aula Paolo VI, Giovanni Paolo
II ha proseguito gli incontri con i vescovi dell’Inghilterra e del Galles, in
visita ad Limina Apostolorum, guidati dall’arcivescovo di Westminster,
il cardinale Cormac Murphy O’Connor, cui ha rivolto un discorso di grande
attualità, dedicato soprattutto ai temi dell’unità della famiglia, della
formazione dei giovani e dell’evangelizzazione dei media. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
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In un tempo segnato dal “pervasivo avanzamento del
secolarismo”, la disintegrazione sociale “minaccia la vita della famiglia”.
D’altro canto, “gli spettri dell’intolleranza razziale come della guerra lasciano
molti, specie i giovani, disorientati e a volte senza speranza”. E’ la
riflessione offerta da Giovanni Paolo II ai vescovi d’Inghilterra e Galles. Nel
tempo attuale, ha sottolineato il Papa, è necessario “un nuovo impeto nella
vita cristiana”. Quindi, ha rivolto il suo pensiero alla centralità della
famiglia nella società odierna. E’ necessario, ha avvertito, “mantenere
l’unicità del matrimonio, quale unione per la vita tra un uomo e una donna”
nell’amore di Dio. Considerare “il matrimonio uguale ad altre forme di
coabitazione – ha aggiunto – oscura la sacralità del matrimonio stesso e viola
il suo prezioso valore nel piano divino per l’umanità”.
Il fenomeno della
secolarizzazione e della “diffusa indifferenza religiosa”, ha detto ancora,
confermano il ruolo vitale dei vescovi nella loro “fondamentale missione di
autentici messaggeri del mondo”. Ha così messo in luce l’importanza
dell’“evangelizzazione della cultura”. In tale contesto, ha rilevato, un ruolo
primario è quello dei mass media. La “base morale fondamentale di ogni mezzo di
comunicazione - ha evidenziato - è che debba sempre essere rispettata e servita
la verità”. Il vostro impegno ad assistere quanti lavorano nel campo
del-l’informazione, ha detto ai presuli, è “encomiabile”. Sebbene questi sforzi
“incontrino a volte delle resistenze”, ha proseguito, vanno “abbattute le
barriere della sfiducia, impegnandosi a portare comprensione e rispetto tra le
persone”.
Nel discorso, il Pontefice non ha poi mancato di indicare
come in un tempo segnato dalle divisioni, “la grande sfida per la Chiesa sia di
essere casa e scuola di comunione”. Di qui, l’accento sul contributo
dell’educazione cattolica. Un’edu-cazione, ha spiegato, che deve offrire ai
giovani e alle famiglie “un’esperienza di armonia tra fede, vita e cultura”.
Lodando, infine, i programmi pastorali, promossi dalla Conferenza episcopale
d’Inghilterra e Galles, il Papa ha ribadito che la Chiesa ha bisogno di
“sacerdoti che ispirino l’intero popolo di Dio alla santità a cui è chiamato”.
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MESSAGGIO
DEL PAPA PER LE CELEBRAZIONI
DEL XXV DI PONTIFICATO A
GERUSALEMME
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Rappresentanti
israeliani ed esponenti dell’Autorità palestinese si sono incontrati ieri a
Gerusalemme, nell’Auditorium del Pontificio Isitituto Notre Dame, in occasione
della manifestazione intitolata “Non abbiate paura. Giovanni Paolo II profeta
del dialogo”.
Durante
la conferenza, promossa dal Ministero degli Esteri italiano per celebrare i 25
anni del Pontificato di Giovanni Paolo II, è stato riservato un prolungato
applauso al brano “Gerusalemme” del cantautore italiano, Amedeo Minghi,
accompagnato da un video-clip che l’artista ha potuto eccezionalmente girare
davanti al Muro del Pianto, il Santo Sepolcro e sulla spianata del Tempio.
Al
termine dell’incontro il nunzio apostolico, mons. Pietro Sambi, ha letto un
messaggio del Santo Padre nel quale il Papa rinnova a tutti gli uomini e le
donne di buona volontà l’appello lanciato 25 anni fa: “Non abbiate paura di
servire la persona umana, non abbiate paura di aprire i confini degli Stati, i
sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, civiltà e
sviluppo al potere della divina grazia”.
DOMANI
POMERIGGIO NELLA BASILICA VATICANA SANTA MESSA PER L’INIZIO DELL’ANNO ACCADEMICO DELLE
PONTIFICIE UNIVERSITA’ ECCLESIASTICHE:
CON
NOI ZENON
GROCHOLEWSKI
-
Servizio di Giovanni Peduto -
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E’ un appuntamento annuale, questo, con i professori e gli
allievi delle Pontificie Università e Facoltà ecclesiastiche presenti a Roma,
in occasione dell’inizio del nuovo anno accademico.
Le Pontificie Università romane sono la Gregoriana (3.500
studenti), la Lateranense (2.700), l’Urbaniana (1.300), l’Angelicum (1.600),
quella Salesiana (1.700) e la Santa
Croce (1.300). Abbiamo quindi i Pontifici Atenei di Sant’Anselmo, l’Antonianum
e il Regina Apostolorum. A questi vanno aggiunti i Pontifici Istituti: Biblico,
Orientale, Regina Mundi, nonché l’Istituto Superiore di Latinità e quelli di
Musica Sacra, Archeologia Cristiana e Studi Arabi ed Islamistica. A Roma vi
sono infine le Pontificie Facoltà Teologiche: San Bonaventura, Teresianum,
Ma-rianum, e quella di Scienza dell’Educazione Auxilium. Per un quadro completo
occorre infine accennare a quattro altri Istituti: l’Accademia Alfonsiana, il
Clare-tianum, l’Augustinianum e l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su
matrimonio e famiglia. Il numero complessivo degli studenti in tutti i
sunnominati centri di stu-dio si aggira sulle 20.000 unità; i professori sono
oltre 2.000; le biblioteche con-tengono quasi 5 milioni di volumi. Le cifre
fornite sono ovviamente approssi-mative.
Ed ora uno sguardo all’interesse del Papa per l’educazione
cattolica nei 25 anni del suo Pontificato.
Prima di diventare Papa, Giovanni Paolo II era membro
della Congre-gazione per l’educazione cattolica, ed era molto attivo per quanto
riguarda la preparazione dei documenti che in quel tempo si pubblicavano. E’
impressionante l’interesse del Pontefice per problemi riguardanti gli studi e
l’insegnamento. Dal punto di vista legislativo, il Santo Padre non è soltanto
autore del Codice di diritto canonico, del Codice delle Chiese orientali, della
Pastor Bonus, dove si parla ampiamente di formazione, di studi,
dell’insegnamento, ma è anche autore di due documenti legislativi fondamentali
riguardanti gli studi superiori: la Costituzione apostolica Sapientia
Christiana del 1979, e la Costituzione Apostolica “Ex corde Ecclesiae” del
1990. Il primo documento riguarda le Università e le Fa-coltà ecclesiastiche,
cioè quelle che riguardano la rivelazione, che sono connesse alla missione
della Chiesa, come teologia, diritto canonico, storia della Chiesa, fi-losofia
cristiana, eccetera. Il secondo documento legislativo riguarda le università
cattoliche, che si occupano di tutte le altre materie, le stesse che sono
oggetto dell’insegnamento nelle università statali. Durante il Pontificato di
Giovanni Paolo II sono nate molte nuove università cattoliche.
E’ degno di nota, anche, l’interesse di Giovanni Paolo II
per la Pontificia Accademia delle Scienze, che quest’anno celebra i 500 anni
della sua fondazione. Egli ha fondato due nuove accademie pontificie nel 1994 e
cioè la Pontificia Accademia delle Scienze sociali e la Pontificia Accademia
per la vita. La prima, per promuovere le scienze sociali, economiche,
politiche, giuridiche al fine di formare la dottrina sociale della Chiesa. La
seconda Accademia, per studiare i problemi riguardanti la promozione e la
difesa della vita. Si potrebbe anche men-zionare la promozione delle Accademie
strettamente ecclesiastiche. Ha, per esempio, riformato la Pontificia Accademia
di San Tommaso d’Aquino, la Ponti-ficia Accademia Teologica. Ha approvato i
nuovi statuti della Pontificia Accademia dell’Immacolata, la Pontificia
Accademia Mariana internazionale, la Pontificia Insi-gne Accademia delle Belle
Arti e Lettere, dei Virtuosi al Pantheon, e l’Accademia dei Cultorum Martyrum.
Comunque, assieme a tutta questa attività legislativa,
strutturale e di carattere promozionale, colpiscono i numerosi contatti con gli
uomini della scienza e della cultura, contatti ufficiali in Vaticano, durante i
viaggi, le visite alle università, ai centri di studi, o più specifici come ad
esempio all’Unesco, dove tenne un appassionato discorso nel 1980. In questo
variegato campo, l’interesse del Pontefice si è orientato in tre specifiche
direzioni, come ci ha precisato il cardinale prefetto della Congregazione per
l’educazione cattolica Zenon Grocholewski:
“In primo luogo, ovviamente, la cura per la salvaguardia e
lo sviluppo del deposito della fede. Il Santo Padre appare molto responsabile
ed impe-gnato nei suoi diversi documenti – encicliche, esortazioni, lettere
apo-stoliche, messaggi, catechesi, omelie eccetera. In secondo luogo, il senso
della scienza, della ricerca etica da parte della ricerca scientifica, la
rela-zione tra il progresso scientifico ed il progresso morale. Sono tutte
questio-ni fondamentali per il futuro del mondo. Terzo aspetto, la relazione
tra fede e ragione. Poiché Dio è l’autore della creazione e della rivelazione,
non ci può essere una contraddizione tra fede e scienza. Il Santo Padre in un
suo documento ha citato alcune parole molto significative del cardinale Newmann
e cioè che la Chiesa ha l’intima convinzione che la verità è la sua vera
alleata e la conoscenza e la ragione sono fedeli ministri della fede”.
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LE RELIGIONI DEL MONDO COME AGENTI
DI PACE E DI DIALOGO SOCIALE E CULTURALE:
L’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO
FRANCISCO JAVIER LOZANO
ALLA CONFERENZA DEI MINISTRI DELLA
CULTURA EUROPEI, AD OPATJIA, IN CROAZIA
- A cura di Alessandro De Carolis
-
Sviluppare
una cultura del dialogo tra le civiltà con il contributo delle religioni,
perché le differenze culturali accolte e non rifiutate sono un arricchi-mento,
e un veicolo di pace, per ogni singolo uomo e per l’intera umanità. E’ ruotato
attorno a questi concetti l’intervento del nunzio apostolico in Croazia,
l’arcivescovo Francisco Javier Lozano, intervenuto, in veste di capo
delegazione, alla Conferenza dei ministri della Cultura europei, conclusasi
ieri nella città croata di Opatjia.
“Noi
crediamo al dialogo delle culture e siamo convinti della sua impor-tanza”, ha
affermato mons. Lozano. In effetti, ha osservato, è l’uomo “che si trova
arricchito quando si apre all’incontro degli altri e delle loro differenze, e
accoglie le altre espressioni culturali al pari di quelle della sua cultura di
origine”. E ciò diventa ancor più importante, ha proseguito mons. Lozano, in
questo avvio di Millennio, che mostra un ripiegamento su se stessi della
propria identità al quale contrapporre lo sviluppo di “una cultura di dialogo
tra le civiltà, in tutti i campi della cultura”. Un’azione, quest’ultima, da
portare avanti con il contributo principale delle religioni, riconosciute dalle
istituzioni europee come interlocutori necessari per l’edificazione “di un
mondo di pace, giustizia e concordia tra i popoli”.
Del
resto, ha ricordato mons. Lozano, citando la recente Esortazione apostolica Ecclesia
in Europa, “un buon ordinamento della società deve radicarsi in autentici
valori etici e civili il più possibile condivisi dai cittadini” ed è quindi
importante che il contributo sociale portato dalle Chiese, le comunità
ecclesiali e le altre organizzazioni religiose sia “preso in seria
considerazione”. A maggior ragione, ha concluso, quando tali organismi
religiosi “esistono già prima della fondazione delle Nazioni europee” e non
possono dunque essere “riducibili a mere entità private”.
NOMINA IN
SPAGNA
Il Santo Padre ha nominato oggi
vescovo di Huesca e di Jaca, in Spagna, il padre Jesús Sanz Montes, finora
direttore del Segretariato della Commissione episcopale per la Vita consacrata
della Conferenza episcopale spagnola, unendo “in persona Episcopi” le due
suddette diocesi.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre con
l'udienza di Giovanni Paolo II ai nuovi cardinali.
“Quanti vi fanno corona
continueranno a seguirvi con la preghiera e con il loro affettuoso sostegno”.
Nelle
vaticane, nel discorso alla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, il
Papa ha richiamato con forza l'urgenza di sostenere “l'unità del matrimonio
come unione per tutta la vita, nella quale un uomo e una donna partecipano
all’amorevole opera di creazione di Dio”.
Una pagina dedicata alle
celebrazioni, nelle diocesi italiane, in occasione del XXV di pontificato di
Giovanni Paolo II.
Nelle estere, l’intervento
della delegazione della Santa Sede alla Conferenza dei ministri responsabili
degli Affari culturali del Consiglio d’Europa: “L’uomo si arricchisce
accogliendo le espressioni di culture diverse dalla propria”.
Iraq: si è aperta, a
Madrid, la Conferenza dei Paesi donatori, il cui
obietti-vo prioritario è di promuovere la ricostruzione del Paese
rilanciando l’economia.
Medio Oriente: Israele
definisce “una farsa” la risoluzione dell'Onu sul “muro”.
Nella pagina culturale, un
articolo di Giuseppe Costa sull’esposizione al Palazzo Fontana di Trevi, a
Roma, dedicata alla storia del dagherrotipo in Italia dal 1839 al 1859.
Nelle pagine italiane, in primo
piano sempre il dramma dell’immigrazione.
In rilievo anche i temi delle
pensioni e della finanziaria.
La Camera boccia la proposta di
legge che avrebbe ridotto da tre ad uno il periodo di separazione per ottenere
il divorzio.
“Sul tema del matrimonio come
valore, - sottolinea il giornale - si sono, dunque, trovati concordi
partiti di diversi schieramenti”.
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23 ottobre 2003
RINVIATA A
DATA SUCCESSIVA LA
NUOVA FASE DEL
PROCESSO
CONTRO LA
RADIO VATICANA PER
PRESUNTO INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
- A
cura di padre Federico Lombardi -
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Questa
mattina ha avuto luogo, presso il Tribunale di Roma, la prima udienza della
nuova fase del processo contro la Radio Vaticana per la questione del presunto
inquinamento elettromagnetico causato dal Centro Trasmittente di Santa Maria di
Galeria.
In
seguito alle obiezioni procedurali avanzate dalla difesa per difetto di notifica si è avuto il rinvio
a nuova udienza in data 9 dicembre.
L’accusa mossa contro la Radio è di aver diffuso
“radiazioni elettromagnetiche atte ad offendere o molestare persone residenti
nelle aree circostanti, arrecando alle stesse disagio, disturbo, fastidio e
turbamento”. Parti civili sono alcune associazioni ambientalistiche, comitati e
persone residenti nella zona.
In una prima fase, il Tribunale aveva dichiarato il 19
febbraio 2002 di non doversi procedere nei confronti degli imputati per difetto
di giurisdizione, in forza del Trattato Lateranense, riconoscendo la Radio
Vaticana come Ente centrale della Chiesa cattolica. Una successiva sentenza
della Corte di Cassazione, il 9 aprile 2003, non accoglieva tale
interpretazione e rinviava la causa al Tribunale. Di qui la nuova fase del
procedimento iniziata stamane.
Com’è noto, il Centro di Santa Maria di Galeria esiste e
trasmette da quasi cinquant’anni, in base a un Accordo internazionale fra
l’Italia e la Santa Sede, approvato con legge del Parlamento italiano e
ratificato dal Presidente della Repubblica nel 1952, in un sito attorno a cui
successivamente si sono sviluppati vari insediamenti. L’attività trasmittente,
diretta, secondo l’Accordo, “a tutto il mondo cattolico”, è stata sempre
esercitata e regolata conformemente alle raccomandazioni e alle indicazioni
degli organismi internazionali competenti in materia di tutela della salute
della popolazione. In seguito alla situazione creatasi dopo l’adozione, da
parte dell’Italia nel 1998, di normative molto restrittive, ha avuto luogo una
trattativa bilaterale fra Italia e Santa Sede, a conclusione della quale la
Radio Vaticana ha accettato di adeguarsi anche a tali normative, ricevendo in
cambio dall’Italia un contributo per poter attuare da un centro trasmittente
estero alcune delle trasmissioni a cui avrebbe dovuto rinunciare per ridurre le
emissioni.
Dal settembre del 2001 i monitoraggi effettuati dimostrano
che le emissioni del Centro trasmittente rispettano pienamente anche le normative
italiane, cosicché non dovrebbe più sussistere alcun motivo fondato di
contestazione o di preoccupazione da parte dei residenti nella zona.
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PRESENTATI
QUESTA MATTINA, A ROMA, NELLA SEDE DEL CENTRO ASTALLI,
DUE
VOLUMI SUI TEMI DEL DIRITTO D’ASILO E
DELL’IMMIGRAZIONE
-
Servizio è di Stefano Leszczysnki -
“Storie
dei diritti negati” e “Ricerca sugli orientamenti giurisprudenziali in materia
di diritto di asilo”. Sono i titoli dei due volumi della collana Quaderni, curati
da cinque Associazioni di volontariato e presentati questa mattina a Roma,
presso il Centro Astalli, sede italiana del Jesuit Refugee Service (Jrs), il
servizio dei padri Gesuiti per i rifugiati presente in circa 50 Paesi nel
mondo. L’Associa-zione Centro Astalli, che promuove attività culturali e
campagne di informazione sul diritto di asilo, offre servizi di assistenza per
persone arrivate di recente sul territorio italiano e favorisce anche
l’inserimento di quanti, invece, sono in Italia già da qualche tempo. Il numero
di coloro che negli ultimi anni sono stati costretti a lasciare il proprio
Paese è di circa 50 milioni e queste persone provengono soprattutto da Stati
dove sono in corso guerre o conflitti, ma spesso anche da società in cui
rappresentano una minoranza etnica. Il progetto presentato oggi al Centro
Astalli mostra i risultati di un monitoraggio sulle condizioni dei richiedenti
asilo a Roma ed una ricerca sugli orientamenti in materia di asilo. Il servizio
è di Stefano Leszczysnki.
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Diritti negati in patria e diritti negati nel Paese in cui
si cerca asilo: questo il dato drammatico che coinvolge i richiedenti asilo in
Italia dal momento del loro arrivo. La ricerca, presentata dal Centro Astalli e
dalla Casa dei diritti sociali Focus, mette in evidenza la mancanza di un
sistema organico pubblico che garantisca il diritto all’asilo, sancito dalla
Costituzione. I diritti negati sono quelli relativi ad una corretta
informazione su come richiedere l’asilo, sono quelli relativi ad un alloggio
dignitoso durante il periodo di attesa che va dagli undici ai diciotto mesi,
prima che la Commissione centrale esamini la richiesta di asilo. Tutto ciò
significa notti all’addiaccio per uomini, donne, bambini, mancanza di
assistenza sanitaria, mancanza di mezzi di sussistenza.
La nuova legge sull’immigrazione, in mancanza di un
regolamento di attuazione, ha aggravato la situazione di queste persone e ha
lasciato tutto il peso sulle spalle delle associazioni, del volontariato e del
terzo settore. E anche gli enti locali, spesso sensibili al problema, non
riescono a fare molto per la mancanza dei fondi. E’ il caso di Roma, che spende
annualmente circa 5 milioni di euro per i centri di accoglienza. E domani, alle
15.00, in Campidoglio la cerimonia per rendere omaggio alle vittime degli
ultimi tragici sbarchi, delle quali il Comune di Roma ha voluto farsi carico.
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ESCE DOMANI NELLE SALE DI TUTTA ITALIA “CANTANDO
DIETRO I PARAVENTI”,
L’ULTIMO LUNGOMETRAGGIO DI ERMANNO OLMI, AI NOSTRI MICROFONI
-
Servizio di Luca Pellegrini -
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Chi canta davvero dietro il
paravento cinese di Ermanno Olmi? Una donna, per dilatare nell’orizzonte di un
piccolo mare o sulle tavole di un fittizio palcoscenico parole di pace in un
mondo che, ieri come oggi, mette a nudo la guerra. L’animo femminile pervade
tutto il nuovo film dell’autore de Il
mestiere delle armi: è l’acquisizione sensibile di un racconto che
predilige il lato sensuale, indomito e favolistico dello spirito umano, quello
che riesce a tramutare il clangore di una spada nel gong della pace,
comprendendo così come il mestiere della pace è assai più faticoso, eroico,
impegnativo. Una favola, Cantando dietro
i paraventi, incorniciata da una citazione quasi diretta del Vecchio
Testamento, tratta dal libro di Isaia: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le
loro lance in falci, non si eserciteranno più all’arte della guerra”.
Attraverso gli occhi di uno studente e quelli della vedova Ching, piratessa per
necessità, è un mondo volutamente ristretto e artificiale, teatro puro che si
insinua negli interni e negli esterni, quello capace di contenere la perfetta
lezione estetica e narrativa di Olmi. Molti paraventi nascondono il segreto del
cuore umano: si aprono i primi e si svela il secondo soltanto quando
l’innocenza, la purezza, un desiderio superiore viene destato dal canto di
pace, dall’inassopito desiderio di serenità. Rimane un’utopia?
“Questo film è abbastanza diverso dai miei precedenti. Io
ho dichiaratamente mostrato in termini di favola una realtà molto lontana dalla
nostra, per poter avere una maggiore libertà di opinione e di giudizio. Ho
cercato in qualche modo di rendere gradevole una storia che nasconde degli
interrogativi che oggi dovremmo porci, ma che quasi sempre rinviamo ad altri momenti,
magari meno complicati, meno confusi. Con questo non è che sia un film
intellettualistico, perché la fiaba ha in sé gli elementi di gradevolezza che
il film dovrebbe fornire allo spettatore, come supporto a delle eventuali,
ultime, riflessioni da portarsi dietro come motivo di considerazione sul presente”.
L’ultima parabola di Ermanno
Olmi è, dunque, l’immagine riflessa dell’Albero
degli zoccoli: realtà raccontata quest’ultimo, racconto tutto irreale il
nuovo film, intimo, elaborato, perfettamente consono al dettato pacifista del
suo autore. Non facile, per le citazioni che privilegiano la classicità greca e
quella cinese. Ma sorprendentemente aggraziato nei volti, forte nelle parole,
spiritualmente suggestivo, con una preziosa fotografia di Fabio Olmi, fosse
soltanto per quel dilatato volo di aquiloni che si distende, lento e
misterioso, sulle tre imbarcazioni dei pirati pronte al sacrificio. Per
scoprire, con ideogrammi sospesi nell’aria, che l’ultima, saggia parola, anche
se a miglia e forse secoli di distanza, è, invece, così vicina a quella
predicata al mondo dall’uomo di Nazareth: “Perché combattere? Il perdono è più
forte della legge”.
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23 ottobre 2003
IL “PREMIO EUROPA PER IL
MIGLIOR DOCUMENTARIO RADIOFONICO” È STATO VINTO
DAL NORVEGESE HEGE DAHL, ALLIEVO DELL’EBU MASTER
SCHOOL,
IL CORSO CHE AIUTA I GIOVANI A REALIZZARE
DOCUMENTARI PER LA RADIO
GINEVRA. = È stato assegnato ieri il Premio Europa
per il miglior documentario radiofonico: a vincerlo è stato Hege Dahl, uno dei
partecipanti al Master school on Radio Documentary della EBU
International training. Il vincitore è un giovane produttore che lavora per la
Nrk, la Norwegian Broadcasting Corporation e si è aggiudicato il premio
con Nanna og Mama , una coproduzione della Nrk e di Ebu. Nanna og
Mama è la storia struggente di una sedicenne norvegese che cerca di
liberarsi dall’amata madre. “La storia è ricca ma semplice, realistica e
autentica. Il programma è mobile, vero, elegantemente costruito. L’autore è un
testimone sensibile che ama e capisce i caratteri” ha affermato la giuria esaminatrice.
Hege Dahl è “deliziato per aver vinto questo prestigioso premio. Sono molto
riconoscente… tutto è iniziato con la Ebu master school. Prima di questo ho lavorato
nei programmi per i bambini. Il programma Nanna og Mama è il mio primo
lavoro alla radio”. La Ebu master school on radio documentary è un corso
di formazione originale prodotto da Ebu international training e curato da
Nathalie Labourdette. Questo anno unico di corso permette ai giovani produttori
di realizzare il loro documentario, con molti consigli pratici. (M.R.)
L’UNIVERSITA’ CATTOLICA “SANT’ANTONIO” DI MURCIA, IN
SPAGNA,
HA ORGANIZZATO UN CONGRESSO DI TEOLOGIA MORALE NEL
DECIMO ANNIVERSARIO
DELLA ENCICLICA “VERITATIS SPLENDOR”, IN OCCASIONE
DEL VENTICINQUESIMO DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO
II
MURCIA (SPAGNA). = Continuano
le iniziative in tutto il mondo per commemorare il venticinquesimo di
Pontificato di Giovanni Paolo II. L’Università Cattolica “Sant’Antonio” di
Murcia, in Spagna, ha organizzato il “Congresso Internazionale di Teologia
Morale” che si terrà dal 27 al 29 novembre presso il Monastero de Los
Jeronimos, sede dell’ateneo. Il Congresso, nel decimo anniversario della pubblicazione
della enciclica “Veritatis Splendor” di Giovanni Paolo II, focalizzerà
l’attenzione sulle tematiche della lettera. Le conferenze saranno tenute da
prestigiose personalità del campo scientifico e teologico attuale. I lavori
saranno aperti, giovedì 27 novembre, dal discorso del card. Antonio Ma Rouco
Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale
spagnola, sul tema “Contesto, spirito e attualità permanente della lettera
enciclica “Veritatis Splendor” su alcune questioni fondamentali
dell’insegnamento morale della Chiesa. Tra i principali relatori che interverranno
nei giorni seguenti, sono previsti il dott. Martin Rhonheimer, professore di
Etica e di Filosofia Politica alla Pontificia Università della Santa Croce a
Roma; di mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Ferrara Comacchio in Italia e
membro del Pontificio Consiglio per le famiglie e della Pontificia Accademia
per la Vita; dal neo cardinale domenicano Georges-Marie Cottier O.P., Teologo
della Casa Pontificia e del cardinale Nicolàs de Jesùs Lòpez Rodrìguez,
arcivescovo metropolitano di Santo Domingo e presidente della Federazione
mondiale delle Università cattoliche. (M.R.)
L’AFRICA SUB SAHARIANA
RISCHIA DI ESSERE INVASA DALLE LOCUSTE:
A LANCIARE L’ALLARME E’ LA FAO, CHE CHIEDE UN
INTERVENTO IMMEDIATO
DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE PER SVENTARE LA
DEVASTAZIONE,
CHE ACCOMPAGNA GLI SCIAMI DEGLI INSETTI DEL DESERTO
ROMA.= Emergenza locuste per la fascia nord
dell’Africa sub sahariana: l'allarme è stato lanciato in questi giorni dalla
Fao, l'organizzazione dell’Onu per l'agricoltura e l'alimentazione, con lo
scopo di informare i governi dei Paesi minacciati e sollecitare l'aiuto dei donatori
internazionali. Secondo gli studi condotti dagli esperti della Fao, sono tre i
principali focolai nel continente: il nord-ovest della Mauritania, il nord del
Niger e il nord-est del Sudan. “Il numero di locuste sta crescendo rapidamente
- si legge in una nota diffusa dalla Fao - e dobbiamo affrontare il problema
adesso, prima che la situazione si deteriori”. Secondo gli studiosi qualora la
situazione dovesse peggiorare, la migrazione di questi insetti potrebbe
portarli verso nord fino a raggiungere il sud dell'Algeria, il Marocco e la
zona del Mar Rosso. Le locuste del deserto sono considerate animali solitari,
ma in presenza di condizioni climatiche favorevoli - ad esempio dopo abbondanti
piogge, come quelle cadute quest'anno - tendono a formare sciami lunghi chilometri
che possono contenere decine di milioni di insetti, con effetti devastanti per
l’agricoltura. (A.G.)
È IN PROGRAMMA IN
DICEMBRE L’ANNUALE COLLETTA DEI FEDELI STATUNITENSI
PER SOSTENERE ECONOMICAMENTE I RELIGIOSI IN PENSIONE
WASHINGTON D.C. = Dal 13 al 14
dicembre prossimo i fedeli degli Stati Uniti faranno l’annuale colletta da
destinare ai religiosi in pensione. La raccolta viene organizzata dal 1988
dall'Ufficio nazionale per i religiosi in pensione, organismo istituito dalla
Conferenza episcopale e dalle tre Conferenze dei Superiori e delle Superiore
maggiori degli Stati Uniti per sostenere le necessità dei religiosi e delle
religiose anziani, spesso ammalati. A rendere particolarmente gravosa la
situazione dei religiosi nel Paese è il fatto che sono stati ammessi al sistema
previdenziale nazionale solo nel 1971, e che gli stipendi che ricevono sono
mediamente inferiori a quelli dei colleghi laici. La generosità dimostrata dai
fedeli, che nel 2002 ha fruttato 28 milioni di dollari, non è stata sufficiente
a coprire il fabbisogno cresciuto a dismisura negli ultimi anni. Per correre ai
ripari molti Istituti religiosi sono stati costretti in questi anni a vendere
le loro proprietà. (M.R.)
DALLA NIGERIA SI STA DIFFONDENDO UN NUOVO FOCOLAIO
DI POLIOMELITE:
L’ALLARME È STATO LANCIATO DALL’UNICEF DOPO CHE UNA
DOZZINA DI BAMBINI
SONO RIMASTI PARALIZZATI PER AVER CONTRATTO LA
MALATTIA
IN BURKINA
FASO, GHANA, NIGER E TOGO
ABUJA. = Un nuovo focolaio di poliomelite si sta diffondendo
dalla Nigeria verso i Paesi confinanti, minacciando 15 milioni di bambini.
L'allarme è stato lanciato dall'Unicef: l'epicentro della possibile epidemia è
stato individuato nello Stato di Kano, nel nord della Nigeria. La Nigeria ha il
più alto numero di casi di polio al mondo con oltre 178 segnalazioni fino all’8
ottobre. Gli epidemiologi ritengono che, nonostante le campagne di vaccinazione
straordinarie e quelle di routine, il recente aumento registrato in Nigeria sia
da ricondurre in primo luogo ad una insufficiente copertura vaccinale. Le iniziative
intraprese finora, come l’'Iniziativa per l’eradicazione mondiale della polio',
una campagna di vaccinazioni lanciata nel 1988 da Unicef e Organizzazione
mondiale della sanità, ha raggiunto appena il 16 per cento dei bambini da
vaccinare. Per contrastare la minaccia dell’epidemia, l'Unicef e
l'Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato ieri una campagna
straordinaria di vaccinazioni di massa in cinque Paesi dell’Africa centrale e
occidentale, dal costo di 10 milioni di dollari. La decisione è stata presa
dopo che una dozzina di bambini sono rimasti paralizzati in Burkina Faso,
Ghana, Niger e Togo per aver contratto la polio. Proprio in questi Paesi,
migliaia di volontari e di operatori sanitari sono stati mobilitati per somministrare,
nell’arco di tre giorni, il vaccino antipolio a ogni bambino. (M.R.)
UN SACERDOTE ITALIANO DENUNCIA IL RISCHIO “DI UNA
BANALIZZAZIONE COLLETTIVA DEL TEMA DELLA MORTE E DEL DOLORE UMANO” IN VISTA
DELLA FESTA DI HALLOWEEN, ENTRATA ANCHE NELLA NOSTRA TRADIZIONE
COME UN APPUNTAMENTO FISSO PER MOLTI GIOVANI
NOVARA. = “Lo svuotamento della
ricorrenza cristiana” e “l’appiattimento e la banalizzazione collettiva del
tema della morte e del dolore umano”: questi i rischi legati ad Halloween, la
festa con scheletri e zucche che si celebra la notte del 31 ottobre, per don
Silvio Barbaglia, referente per la diocesi di Novara del Progetto culturale
Cei. Don Barbaglia definisce Halloween "un’americanata" tesa non ad
esorcizzare, come affermano i suoi sostenitori, "la paura del dolore e
della morte", ma ad "allontanare ciò che è tabù per gli adulti ancor
prima che per bambini, ragazzi e giovani". Il fatto grave è che la festa ,
osserva il sacerdote, viene promossa anche da "insegnanti e
genitori", da "amministrazioni comunali" e perfino da
"qualche oratorio parrocchiale". "La notte del 31 ottobre,
preludio alla festa di tutti i Santi e alla commemorazione dei morti, è
divenuta un fenomeno commerciale sempre più ampio" denuncia don Barbaglia,
con "interessi di mercato, che si diverte e scherza col dolore e sulla
morte ". "C’è un giorno all’anno in cui tutti, credenti e non
credenti, si recano al Campo santo per visitare i propri morti, per pensare ai
sentimenti più veri e profondi"; incoraggiare a ridosso di tale ricorrenza
"bambini, ragazzi e giovani a celebrare il suo contrario con
Halloween" significa per il sacerdote ridurre la vita "ad una farsa
come uno zapping televisivo". (M.R.)
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23 ottobre 2003
- A cura di Giancarlo La Vella -
Cominciare con determinazione la
ricostruzione in Iraq. Con questo auspicio del segretario generale dell’Onu,
Kofi Annan, si è aperta oggi a Madrid la Conferenza Internazionale dei Donatori
per l'Iraq, due giorni di dibattito nei quali interverranno rappresentanti di
oltre 60 Paesi, di 21 organizzazioni internazionali e di circa 12
organizzazioni non governative. Il servizio di Paolo Mastrolilli:
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La Banca Mondiale e l’autorità provvisoria americana hanno
calcolato che, per completare il lavoro, serviranno circa 55 miliardi di
dollari, ma, al momento, ne sono disponibili solo meno della metà, con gli
Stati Uniti che hanno messo sul piatto 20 miliardi e gli altri Paesi che, in
totale, ne hanno offerti circa tre. L’Unione Europea ha promesso solo 235
milioni di dollari e per ora non sembra intenzionata a fare di più. Francia,
Germania e Russia hanno già detto che non daranno altri soldi, nonostante la
nuova risoluzione dell’Onu che autorizza la creazione di una forza
multinazionale, soprattutto perché Washington continua a gestire sia
l’occupazione militare, che il processo di ricostruzione istituzionale e
materiale del Paese. Proprio alla vigilia della Conferenza di Madrid, la stampa
americana ha ottenuto un documento segreto di Donald Rumsfeld, nel quale il
capo del Pentagono esprime pessimismo sull’andamento della situazione in Iraq.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Le autorità statunitensi hanno
revocato, durante il periodo della festività islamica del Ramadan, il
coprifuoco in tutta la zona di Baghdad. Nella ricorrenza, che inizierà questo
fine settimana, gli iracheni potranno uscire anche negli orari in cui ora è
vietato: ovvero dalla mezzanotte alle 4.30 del mattino. Intanto oggi la polizia
irachena ha scoperto in un quartiere meridionale di Baghdad due autobombe
pronte ad esplodere ed ha arrestato un siriano, che ha confessato di avere
imbottito di esplosivo alcuni veicoli. E ieri, nella sede Onu di Baghdad, è
stato presentato il rapporto sugli standard di sicurezza, redatto dalla
commissione d’in-dagine indipendente, nominata dal Segretario generale
dell’Onu, Kofi Annan. Critico il risultato: molte vite avrebbero potuto essere
salvate nell'attentato del 19 agosto scorso, se i sistemi di sicurezza fossero
stati adeguati. In quella data morirono 22 persone, tra cui il rappresentante
Onu in Iraq, Sergio Viera de Mello.
E oggi, a Strasburgo la Conferenza dei presidenti
dell'Europarlamento ha premiato il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan,
con il prestigioso “Premio Sakharov per la libertà di pensiero 2003”. Nella
motivazione si legge che il riconoscimento è stato assegnato in memoria di
tutti i funzionari delle Nazioni Unite che hanno perso la vita al servizio
della pace nel mondo.
L'Australia ha una
responsabilità speciale nella regione Asia-Pacifico per aiutare a mantenere la
pace. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Bush, intervenendo ieri al
Parlamento di Canberra e ringraziando l’alleato australiano del contributo
nella II Guerra del Golfo. Ma per il capo della Casa Bianca ci sono state anche
contestazioni. Da Canberra, Maurizio Pascucci:
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“TODAY
SADDAM HAS GONE AND NO ONE…”
Il leader dei verdi australiani, Bob Brown, e un secondo
senatore verde, Kerry Nettle, sono stati fatti allontanare dall’aula dopo avere
interrotto il discorso del presidente Bush, il quale ha anche fatto riferimento
alle operazioni per la difesa dell’ordine pubblico che l’Australia sta conducendo
nelle Isole Salomone e contro la corruzione in Papua Nuova Guinea.
“OUR
NATIONS HAVE A SPECIAL RESPONSABILITY…
Le nostre Nazioni hanno una speciale responsabilità nel
Pacifico, affinché la pace venga mantenuta per assicurare il libero movimento
di persone e capitali nel Pacifico ed avanzare gli ideali di democrazia e
libertà. La sicurezza nella regione Asia-Pacifico dipenderà sempre dalla
volontà delle Nazioni di assumersi responsabilità rispetto ai propri vicini,
come l’Australia sta facendo”.
Maurizio Pascucci, per la Radio Vaticana.
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Giungono nuovi segnali di distensione dall’Iran sulla
delicata crisi nucleare. La guida spirituale suprema, l'ayatollah Ali Khamenei,
ha affermato la volontà di utilizzare la tecnologia nucleare senza cercare di
arrivare alla costruzione di armi atomiche. La dichiarazione di Khamenei giunge
all’indomani della decisione, da parte di Teheran, di accettare maggiori
controlli nelle loro attività nucleari. L’Aiea, l’Agenzia internazionale per
l’energia atomica, ha annunciato di aver ricevuto una comunicazione in merito
da Teheran.
Un concreto progresso per la pace in Sudan. E’ l’obiettivo
ottenuto dal segretario di Stato americano, Colin Powell, che ieri è stato a
Naivasha, in Kenya, dove sono in corso i negoziati tra i rappresentanti del
governo di Khartoum e i ribelli di John Garang che operano nel sud Sudan. Le
parti si sono impegnate a firmare un accordo di pace entro la fine dell’anno.
Dopo i recenti insuccessi nel dialogo di pace sudanese, c’è moderata
soddisfazione nella comunità internazionale per un’eventualità che potrebbe
porre fine ad oltre 20 anni di sanguinosa guerra civile. Il servizio di Giulio
Albanese:
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Visti i precedenti gli osservatori esprimono cauto
ottimismo. Powell ha voluto, dunque, imprimere un’accelerazione alle
trattative. I colloqui tra il vice presidente sudanese, Alì
Osmane Taha, e John
Garang, leader storico
dei ribelli, ripresi venerdì scorso, rappresentano la tappa più difficile del
lungo negoziato. Si tratta infatti di definire un’intesa sulla spartizione del
controllo delle ricche aree petrolifere del sud e la distribuzione dei relativi
proventi. Khartoum
sembra disposta a concludere il prima possibile, anche perché la firma di un
accordo con i ribelli consentirebbe al Sudan di essere finalmente depennato
dalla lista nera in cui il governo di Washington lo inserì nel ’93.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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Italia.
La Camera dei deputati ha bocciato stamani la proposta di legge che avrebbe
ridotto da tre anni ad un anno il periodo di separazione dei coniugi per ottenere
il divorzio. Ce ne parla Giada Aquilino:
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Le polemiche erano arrivate già
prima della votazione e sono continuate anche durante. Il voto a Montecitorio è
stato a scrutinio segreto, su richiesta di Forza Italia. 218 i voti contrari,
202 i favorevoli. La maggioranza richiesta era di 211. Sette voti che, a
sorpresa, hanno capovolto la situazione. E' stato dunque approvato un
emendamento presentato da Lega e Udc che va a sopprimere il primo articolo
della proposta di legge presentata dai Democratici di Sinistra, che prevedeva
un’abbreviazione dei tempi per il divorzio, soltanto per le coppie che non hanno
figli minorenni. Per gli altri sarebbero rimasti in vigore i tre anni previsti
dalla legge attuale. Ora il provvedimento torna in Commissione Giustizia.
Il relatore della
legge, il forzista Paniz, si è dimesso subito dopo la proclamazione del risultato.
La seduta è stata sospesa dal presidente Casini. E l'esito della votazione è stato
accolto da un lungo applauso dei deputati del centrodestra, che si sono alzati
in piedi. Dall’opposizione duri i commenti: il segretario dei Ds Fassino accusa
la maggioranza di “oscurantismo”.
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“Sono almeno un milione, un
milione e mezzo le persone pronte a lasciare il Nord Africa per arrivare
clandestinamente in Europa attraverso il Canale di Sicilia”. E’ l’allarme
lanciato ieri in Italia dal presidente del Comitato parlamentare di controllo
sui servizi, Enzo Bianco, proprio mentre sono proseguiti gli sbarchi a Lampedusa:
solo nella giornata di ieri sono stati 188 i clandestini giunti sull’isola.
E intanto ieri a Rabat ha preso il via il secondo incontro
ministeriale sulle migrazioni nel Mediterraneo occidentale. I Paesi del
cosiddetto dialogo “5+5”, cioè Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta,
Algeria, Tunisia, Libia, Marocco e Mauritania sono riuniti fino ad oggi per
proseguire i lavori che un anno fa portarono all’adozione della dichiarazione
di Tunisi. Per far fronte all’immigrazione clandestina i Paesi nord-africani
chiedono più mezzi tecnici, come ad esempio radar, e finanziamenti.
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