RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 291 - Testo della
Trasmissione di sabato 18 ottobre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
L’omaggio musicale al Pontefice, con il concerto di ieri sera
in Aula Paolo VI
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
E’ morto ieri a Bangkok lo
scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban
Allarme denutrizione per i
bambini dello Sri Lanka nelle zone di conflitto.
Non c’è tregua per
l’Iraq. Quattro militari americani morti nelle ultime ore. Il presidente Bush,
dalle Filippine, rilancia la lotta al
terrorismo
Teheran rassicura la
comunità internazionale circa le sue potenzialità in campo atomico. Il
presidente Khatami, non ha escluso che il suo Paese possa firmare a breve il
protocollo sul nucleare
Almeno quattro le vittime del naufragio di
un’imbarcazione carica di una trentina
di somali avvenuta ieri nel Canale di Sicilia
18
ottobre 2003
IL COLLEGIO CARDINALIZIO RIUNITO STAMANI CON IL
PAPA
NELL’AULA
PAOLO VI PER IL XXV DI PONTIFICATO:
IL
CORAGGIO DI PROCLAMARE SEMPRE IL VANGELO
CON UN
CUORE SOLO E UN’ANIMA SOLA
-
Servizio di Roberta Gisotti -
“Grazie per questa vostra testimonianza!”: così il Papa a
tutti i porporati. Un incontro commovente per lo scambio di affettuose parole.
“Come potrei non riconoscere - ha detto - che il Signore ha agito per mezzo
vostro nel sostenere il servizio che Pietro è chiamato a rendere ai credenti e
a tutti gli uomini?” E se “l’uomo di oggi - ha aggiunto - si dibatte in una
affannosa ricerca di valori”, anche lui “non potrà non trovare pace che
nell’amore per Dio spinto fino alla disponibilità a sacrificare se stesso”.
“Le
trasformazioni profonde sopravvenute negli ultimi venticinque anni - ha
sottolineato Giovanni Paolo II - interpellano il nostro ministero di Pastori,
posti da Dio quali testimoni intrepidi di verità e di speranza”. Per questo “il
coraggio nel proclamare il Vangelo mai deve venire meno; anzi, sino all’ultimo
respiro deve essere il nostro principale impegno, affrontato con dedizione
sempre rinnovata.” Un Vangelo “annunciato con un cuore solo e un’anima sola:
questo è il comando di Cristo; questo chiede a noi, come singoli, e come Collegio,
la Chiesa di oggi e di sempre; questo attende da noi l’uomo contemporaneo”. Da
qui l’accorato richiamo del Santo Padre ai porporati a coltivare “un’unità
profonda, che non si limiti ad una collegialità affettiva, ma che si fondi in
una piena condivisione dottrinale e si traduca in una armoniosa intesa a
livello operativo”.
“Come
potremo - ha sottolineato - essere autentici maestri per l’umanità e credibili
apostoli della nuova evangelizzazione, se lasciassimo entrare nei nostri cuori
la zizzania della divisione?” “E tanto più incisiva – ha spiegato il Papa –
sarà la nostra opera quanto più sapremo far risplendere il volto della Chiesa
che ama i poveri, che è semplice e che si schiera dalla parte dei più deboli.”
Così come un “esempio emblematico” è
stata Madre Teresa di Calcutta, che domani - ha ricordato il Papa - “avrò la
gioia di iscrivere nell’albo dei Beati.” Quindi un’ultima raccomandazione:
E nel segno di una riconoscenza affettuosa, consapevole
dei frutti maturati nella Chiesa e nel mondo, è stato anche il Messaggio che il
Collegio dei porporati, per voce del cardinale Joseph Ratzinger, ha rivolto al
Papa, per i suoi 25 anni di pontificato.
“In questo arco di tempo la barca della Chiesa ha spesso
navigato controvento e col mare mosso. Il mare della storia è agitato da
contrasti tra ricchi e poveri, tra popoli e culture, tra le possibilità aperte
dalle umane capacità e il pericolo dell’autodistruzione dell’uomo proprio a
causa di queste possibilità”.
Ma in questo stesso arco di
tempo – ha detto il cardinale Ratzinger – Giovanni Paolo II “non ha mai dato
adito ad alcun dubbio sul fatto che Cristo sia l’amore di Dio fatto carne, il
figlio unico e il Salvatore di tutti”.
“Ci ha guidato con la gioia della fede, con l’impavido
coraggio della speranza e con l’entusiasmo dell’amore. Ha fatto si che
potessimo vedere la luce di Dio
nonostante tutte le nuvole e che non
prevalesse la debolezza della nostra fede”.
Quindi il cardinale Ratzinger ha
svolto una rassegna dell’opera instancabile svolta da Giovanni Paolo per
annunciare il Vangelo: “ha richiamato tutti ai valori umani fondamentali: al
rispetto della dignità dell’uomo, alla difesa della vita, alla promozione della
giustizia e della pace”; “è andato incontro ai giovani”; “si è occupato dei
malati e dei sofferenti”; “ha lanciato un appassionato appello perché i beni
della Terra vengano suddivisi equamente e perché i poveri abbiano giustizia e
amore; “ha inteso il comandamento dell’unità dato dal Signore” “come un
comando” personalmente rivolto a lui; ha parlato “agli uomini di altre
religioni per risvegliare in tutti il desiderio della pace; non ha mai smesso
di rivolgersi “alla coscienza dei potenti e di confortare le vittime della
mancanza di pace in questo mondo.
“Lei è diventato per tutta
l’umanità, al di là di tutte le barriere e di tutte le divisioni, un grande
messaggero di pace”.
E, dopo l’incontro nell’Aula
Paolo VI, Giovanni Paolo II ha condiviso con i porporati un’agape fraterna,
nella Casa di Santa Marta, durante la quale ha ringraziato il Collegio
cardinalizio per il generoso dono offertogli, che sarà destinato alle Comunità
cristiane di Terra santa, “tanto duramente provate”. Per il resto Giovanni
Paolo II ha sottolineato che queste “sono giornate cariche di significato, che
evidenziano l’unità e la vitalità della Chiesa”.
NELLA RIUNIONE DEL
COLLEGIO CARDINALIZIO, CONCLUSASI QUESTA MATTINA,
I RICORDI E LE RIFLESSIONI DEI PORPORATI SUL
MESSAGGIO FONDAMENTALE
DI QUESTI 25 ANNI DI PONTIFICATO
-
Servizio di Fausta Speranza -
Centoquarantanove porporati,
sette patriarchi cattolici orientali, centonove presidenti di conferenze
episcopali di tutto il mondo hanno preso parte alla riunione che ha tenuto viva
la riflessione sui temi centrali di questi 25 anni di Pontificato. Questa
mattina hanno presentato le relazioni il cardinale Ivan Dias, arcivescovo di
Bombay, e il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato. Il servizio di
Fausta Speranza.
**********
“Un Papa missionario” è la
definizione scelta dal cardinale Dias per ricordare proprio l’aspetto dell’annuncio nel Pontificato di Giovanni Paolo
II. I suoi viaggi apostolici – ha detto – rappresentano “la più durevole
sorgente e il più evidente fondamento dell’unità tra fede e comunione che
vive nel suo ministero”.
Il cardinale Sodano ha dato una
definizione di questi anni di Pontificato parlando di “25 anni al servizio del
Vangelo della pace”. Lo ha fatto annunciando che presto uscirà una raccolta di
tutti i 25 messaggi che il Papa ha scritto in occasione della giornata mondiale
della pace di ogni anno. Il punto focale dei tantissimi interventi e delle
innumerevoli iniziative a sostegno della pace – ha spiegato il cardinale Sodano
– è racchiuso nella convinzione che “il
rispetto dei diritti umani è l’unico cammino per assicurare la pace tra i popoli”.
Pace e giustizia, dunque, sono le parole-chiave. Compaiono – ha ricordato il cardinale Sodano - nella prima enciclica
di Giovanni Paolo II, del 4 marzo del 1979, la Redemptor hominis. “In
definitiva – si legge – la pace si riduce al rispetto dei diritti inviolabili
dell’uomo mentre la guerra nasce dalla violazione di questi diritti”.
Ci sono poi da ricordare le
tematiche al centro della seconda giornata della riunione dei cardinali, ieri.
Ecumenismo e famiglia hanno impegnato rispettivamente il patriarca libanese
Nasrallah Pierre Sfeir e il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del
Pontificio Consiglio per la famiglia.
La strada dell’ecumenismo e del
dialogo interreligioso percorsa da Giovanni Paolo II è simbolizzata dai grandi
raduni di preghiera di Assisi – ha affermato il cardinale Sfeir - ricordando
l’impegno di Papa Wojtyla per riaprire
i canali di contatto con il mondo ortodosso e orientale, per arrivare
all’unita' auspicata da Gesù per tutti i cristiani. Ha sottolineato la
disponibilità a collaborare con il mondo musulmano e gli importanti viaggi
compiuti da Giovanni Paolo II in Paesi islamici. Ha ricordato il nuovo clima
creatosi con il mondo ebraico.
Di “battaglia in difesa della
verità, della vita umana e della famiglia” ha parlato il cardinale Trujillo.
Giovanni Paolo II è stato “un baluardo instancabile a sostegno della verità” in
un mondo in cui si è arrivati – ha sottolineato il cardinale Trujillo - al
“massacro mondiale degli innocenti”, ovvero dei nascituri, compiuto con
l’aborto e anche alla negazione della famiglia basata sul matrimonio, in nome
di forme alternative, anche immorali, di legami.
In conclusione, per avere la
migliore chiave di lettura degli interventi, possiamo ricordare le parole del
cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio cardinalizio, ad
apertura dei lavori, mercoledì scorso. “Si tratta di un momento – ha affermato
- per offrire i propri ricordi di
questi anni di Pontificato che resteranno nella storia come uno dei più
importanti punti di riferimento”. Nelle parole pronunciate subito dopo dal
cardinale arcivescovo di Parigi, Jean-Marie Lustiger, la riunione del collegio
ha rappresentato l’occasione per riconoscere che “Karol Wojtyla è stato
trascinato dalla sua vocazione ben più lontano di quanto lui stesso avrebbe
potuto immaginare”.
**********
OMAGGIO MUSICALE AL PAPA PER IL 25° DI PONTIFICATO
CON IL CONCERTO DI IERI SERA NELL’AULA PAOLO VI.
CON L’INNO ALLA GIOIA DI BEETHOVEN IL PENSIERO VOLA ALL’EUROPA.
- Servizio di Luca Pellegrini -
**********
(musica)
“Il
ritmo ha qualche cosa di magico; ci fa perfino credere che il sublime ci
appartenga”. Queste parole di Goethe descrivono perfettamente il genio eterno
di Beethoven, il genio che pervade la sua Nona Sinfonia, capolavoro indiscusso
eseguito ieri sera nell’Aula Paolo VI come omaggio dell’arte al Santo Padre
nell’ambito delle iniziative per festeggiare il 25° del suo Pontificato. Un
capolavoro del quale giustamente Giovanni Paolo II, al termine del
concerto, ha sottolineato la dimensione
europea: “Nel gran finale, l’Inno alla gioia ha condotto il nostro pensiero,
oltre che all’umanità nel suo insieme, alla nuova Europa...attingendo al
patrimonio di valori umani e cristiani del suo passato, possa il Continente
europeo contribuire a costruire un futuro ricco di speranza e di pace per l’intera umanità”. Dimensione
anche universale della Sinfonia: nel maggio scorso è stata proclamata, infatti,
dall’Unesco Patrimonio universale dell’umanità. Perché in questo Beethoven
l’arte dialoga con la fede, la musica costruisce comunione e fratellanza, è uno
stimolo alla riflessione spirituale, un’esortazione e perseguire i cammini
della pace. In tutto Beethoven ogni nota, ogni accordo, è musica pura. Purezza
manifestata dall’esecuzione dell’Orchestra e il Coro del Mitteldeutscher Rundfunk,
ospitati per la terza volta in Vaticano.
Corretta
la direzione di Hoaward Arman, buone le voci di Camilla Nylund, Annely Peebo,
Steve Davislim e Ralf Lukas, anche se l’algida perfezione potrebbe, proprio
perché si canta la gioia, sposarsi ad una più caloroso accento, una più
passionale interpretazione. Etereo il
primo movimento, quasi un gioco il secondo, col terzo siamo condotti sulla soglia della metafisica.
Poi la voce, quella del baritono, all’inizio dell’Ode, intona: “Basta amici con
questi toni, bensì leviamo altri più piacevoli canti e pieni di gioia”.
Beethoven vuole condurci in un nuovo mondo, un mondo di semplicità, in cui si
possa parlare a tutti. Parliamoci, cerchiamo di capirci, apriamoci a tutta la
musica, a quella che ci fa vivere. Con una parola di gioia siamo condotti così
alla presenza di un Dio trascendente, Dio e Padre di tutti gli uomini - di
qualsiasi religione, razza, colore. “Il Padre buono esiste davvero e non è
assolutamente lontano, oltre il firmamento, ma, grazie al Figlio, è in mezzo a
noi”, afferma il cardinale Ratzinger nel suo indirizzo di saluto Nell’Aula
Nervi, sentiamo la fatica del salire verso questo Padre, toccando, col fugato
finale, il vertice semplice ed assoluto dell’amore.
(musica)
**********
IL CAMMINO SEMPLICE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA
NEL RICORDO
DI CHI
L’HA CONOSCIUTA AD UN GIORNO DALLA BEATIFICAZIONE.
AI
NOSTRI MICROFONI LO SCRITTORE DOMINIQUE LA PIERRE, PADRE BRIAN KOLODIEJCHUK,
POSTULATORE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE E SUOR NIRMALA,
SUPERIORA
DELLE MISSIONARIE DELLA CARITA’
-
Intervista con Dominique La Pierre, padre Brian Kolodiejchuk e suor
Nirmala -
Dobbiamo
amare Gesù, dobbiamo amare i poveri, dobbiamo amarci gli uni gli altri. Si
riassume così il messaggio semplice e forte di Madre Teresa di Calcutta, la
piccola, grande suora albanese, madre dei poveri, che Giovanni Paolo II
proclamerà beata domani mattina in Piazza San Pietro, proprio in concomitanza
con il 25.mo del suo Pontificato e con la Giornata Missionaria Mondiale. Una
ricorrenza quanto mai appropriata, per la fondatrice dei Missionari e delle
Missionarie della Carità. Il solenne rito sarà trasmesso in diretta dalla
nostra emittente a partire dalle ore 9.00, sulle consuete frequenze, per
l’Italia, l’India, l’Europa, l’Africa, l’America Latina, per la zona di Roma,
per il Brasile solo via satellite, con i commenti in italiano, inglese,
tedesco, francese, spagnolo, albanese e portoghese. C’è da precisare che le
dirette per l’Europa centro-occidentale e per l’Europa dell’Est avranno inizio alle
ore 9.30. Per conoscere meglio il cammino semplice e straordinariamente
efficace di Madre Teresa al servizio dei “più poveri dei poveri”, ecco il
servizio di Paolo Ondarza.
**********
“GOD LOVES US. AND HE WANTS US TO LOVE ONE ANOTHER, AS
HE LOVES EACH ONE OF US...
Dio ci ama. E vuole che noi ci amiamo gli uni gli altri, come Lui ama
ciascuno di noi. E per aiutarci ad amarci gli uni gli altri, Gesù ha detto:
‘Qualsiasi cosa tu faccia ad uno degli ultimi, tu lo avrai fatto a me. E dove
incomincia questo amore? Nella nostra famiglia. La famiglia che prega insieme,
rimarrà insieme. E se vuoi che rimanga unita, porta in essa preghiera, gioia,
amore e pace e crescerai in santità. La santità non è un lusso riservato a
pochi, è un dovere semplice. Dio benedica
voi tutti!”
Una chiamata a servire e riconoscere il Signore nei poveri
quella di Madre Teresa, avvertita prima all’età di 12 anni, poi in maniera più
chiara, già suora, a 18 anni: “Lascia il convento e va ad aiutare i poveri,
vivi con loro, tra loro e come loro”. Il dramma della sofferenza della gente di
Calcutta la segna profondamente. Cambia l’abito delle suore di Loreto e indossa
il sari, il vestito delle donne dell’India e va ad abitare in una bidonville:
raccoglie per le strade migliaia di uomini, donne, anziani, bambini,
abbandonati dal mondo e li prende con sé: là dove gli altri vedono solo dolore
e disperazione, lei vede il volto di Cristo. Dominique La Pierre, autore del
celebre romanzo “La città della gioia”, fu con lei a stretto contatto:
“Per me Madre Teresa è stata un’ispiratrice straordinaria.
Esattamente 18 anni fa mi recai a Calcutta
dove incontrai Madre Teresa. Così da 15 anni aiuto un movimento
umanitario che opera nelle Bidonville di Calcutta e del delta del Gange; Madre
Teresa ha saputo infatti dire anche ai ricchi del mondo occidentale che non è
un peccato essere ricchi se di questa ricchezza si fanno partecipi quanti
vivono nella più grande povertà e solitudine.”
Nel 1950 nasce la Congregazione delle Missionarie della
Carità, la cui opera si estende ben presto in tutti i Paesi del mondo, anche
nei regimi comunisti. Oggi le religiose sono quasi 4.690, presenti in 123 Paesi
del mondo nelle circa 673 fondazioni. Madre Teresa guarda sempre all’individuo:
“Io non curo mai le folle, ma la persona singola. Se guardassi le folle non
comincerei mai”. Forse proprio a questo si deve la sua enorme popolarità, come
spiega al microfono di Giovanni Peduto, padre Brian Kolodiejchuk, postulatore
della causa di beatificazione:
“La gente percepiva profondamente che era una santa donna.
Alcune persone hanno detto che anche un solo incontro con lei ha cambiato la
loro vita. Quando stava con qualcuno, dal presidente alla persona povera, aveva
lo stesso atteggiamento perché in ogni uomo vedeva Gesù per lei e a lui dava
tutta la sua attenzione e tutto il suo amore”.
Amici di Madre
Teresa sono i lebbrosi, la cui malattia peggiore – dice – è l’emarginazione, il
sentirsi rifiutati. La suora di Calcutta difende strenuamente la vita: dovunque vada combatte l’aborto: “se non
volete il vostro bambino datelo a me: non uccidetelo”. Oggi – si legge nei suoi
scritti – la gente ha più che mai fame d’amore. I poveri d’Occidente sono molto
più poveri di quelli di Calcutta: sembrano non credere più in niente.
Nel totale
affidamento alla provvidenza lei va verso tutti. E’ famosa, suo malgrado: la
minuta suora di Skopje nel 1979 riceve il Premio Nobel per la Pace: “un
riconoscimento - afferma - dei poveri, di chi in questa terra non ha mai voce”.
Non mancarono momenti di buio. Madre Teresa si trovò ad affrontare una
terribile prova di “notte oscura”: la sensazione di essere abbandonata da
Cristo. Visse questa condizione come una prova di fede, d’amore. Sposare Cristo
per lei voleva dire vivere la sua
stessa situazione di abbandono e di rifiuto. Con gli anni anche la fatica
fisica inizia a farsi sentire: nel 1983 ha il suo primo attacco cardiaco. Le
delicate condizioni di salute di Madre Teresa portano nel 1997 le suore
Missionarie ad eleggere una nuova superiora: suor Nirmala.
R. – IT MEANS, FOR US, THE BEATIFICATION OF MOTHER,
THAT MOTHER IS BEING...
La beatificazione significa per noi che la nostra Madre
ora è in Cielo ed intercede per noi. E’ per noi un modello da imitare, una
spinta a diventare sante vivendo questa vita. Madre Teresa è veramente l’unica
‘beata’ del pontificato di Giovanni Paolo II, nel senso che tutte le persone
che egli ha beatificato o canonizzato erano già morte prima che egli diventasse
Papa. E’ bellissimo che il Santo Padre
possa beatificare Madre Teresa proprio in concomitanza con il 25.mo del suo
pontificato! Sono stati grandi amici nel Signore...
E Giovanni Paolo II il 7 settembre 1997, a due giorni
dalla morte delle religiosa, la ricordava così:
“La sua missione iniziava ogni giorno prima dell’alba
davanti all’Eucaristia: nel silenzio della contemplazione Madre Teresa di
Calcutta sentiva risuonare il grido di Gesù sulla Croce: “Ho sete”. Questo
grido, raccolto nel profondo del cuore, la spingeva sulle strade di Calcutta ed
in tutte le periferie del mondo alla ricerca di Gesù nel povero,
nell’abbandonato e nel moribondo.”
Ad un anno dalla morte nel 1998 Madre Teresa compie il suo
primo miracolo: Monika Besra, una donna di Patiram, nel Bengala Occidentale
guarisce improvvisamente da un tumore alle ovaie. Nel 1999, con tre anni di
anticipo sui 5 previsti dalla Chiesa, ha inizio il processo di beatificazione.
Il resto è storia nota: domani, alla presenza di circa 200 mila pellegrini in
Piazza San Pietro, Madre Teresa sarà proclamata Beata.
**********
STASERA IN AULA PAOLO VI, VEGLIA DI PREGHIERA
IN PREPARAZIONE ALLA GIORNATA MONDIALE
MISSIONARIA
In preparazione
alla Giornata Missionaria Mondiale, che ricorre domani, oggi pomeriggio alle
17,30 in Aula Paolo VI, si svolgerà una veglia di preghiera organizzata dalla Congregazione per
l'Evangelizzazione dei Popoli. La Veglia verrà introdotta dal canto “I cieli
narrano” e dal saluto del cardinale Crescenzio Sepe, prefetto del Dicastero
missionario. Dopo una breve presentazione dell’incontro stesso - in italiano e
in inglese - seguirà la Recita del Santo Rosario con i Misteri Gaudiosi e il
“Salve Regina” cantato in gregoriano.
Il porporato rivolgerà quindi la sua parola ai presenti e
impartirà la benedizione finale. L’incontro di preghiera sarà concluso dal
canto per Coro e Orchestra “Iubilate Deo”.
RAFFORZARE
I VALORI UMANI DELL’AMORE E DELLA VITA PER COMBATTERE
LA TOSSICODIPENDENZA: COSI’ IL
NUNZIO APOSTOLICO IN IRLANDA
GIUSEPPE LAZZAROTTO, NELL’INTERVENTO ALLA CONFERENZA MINISTERIALE
EUROPEA DI DUBLINO SULLE POLITICHE CONTRO LA DROGA
- Il servizio di Alessandro
Gisotti -
Nell’affrontare
la piaga della tossicodipendenza, bisogna “rinnovare l’enfasi sui valori
dell’amore e della vita, i soli valori capaci di dare significato all’esistenza
umana”. E’ la viva esortazione espressa dal nunzio apostolico in Irlanda, mons.
Giuseppe Lazzarotto, capo della delegazione della Santa Sede alla conferenza
ministeriale del “gruppo Pompidou” per la lotta contro la droga in Europa,
conclusosi ieri a Dublino. Il servizio di Alessandro Gisotti:
**********
La Santa Sede è “profondamente preoccupata per il costante
incremento dell’uso delle droghe sintetiche e dall’età sempre più giovane” di
chi fa uso di sostanze stupefacenti. E’ iniziato con un sentito richiamo il
discorso dell’arcivescovo Lazzarotto alla conferenza di Dublino. Il diplomatico
vaticano, riprendendo le parole del Papa, ha sottolineato come l’abuso delle
droghe sia una delle minacce più grandi per i giovani, perché “insidiosa” e
“non ancora adeguatamente riconosciuta nella estensione della sua gravità”. Il
presule ha, perciò, ribadito con forza che la Santa Sede rifiuta “le proposte
per la legalizzazione delle droghe, anche di quelle cosiddette leggere”.
In tale contesto, ha affermato, non bisogna sottovalutare
“il rischio del passaggio dall’uso di droghe leggere a quelle con effetti più
distruttivi”. Mons. Lazzarotto ha inoltre auspicato un maggiore impegno da
parte degli Stati, “attraverso una politica concertata a livello internazionale”
per “combattere il traffico illecito di droghe”, traffico “controllato da
potenti organizzazioni criminali”. Non solo, ha infatti incoraggiato i governi
europei ad investire sull’“informazione preventiva” e sull’educazione in ogni
ambito, dedicando uno spazio adeguato alle politiche per “il reintegro nella
società di quanti caduti preda della tossicodipendenza”. D’altro canto, ha
aggiunto, la Santa Sede attribuisce un ruolo notevole al sistema di servizi
offerti dalle agenzie e dalle istituzioni locali come la scuola, specie per
aiutare i giovani usciti dal tunnel della droga a non ricadere nell’incubo
della tossicodipendenza. E qui ha rinnovato l’impegno della Chiesa, attraverso
la sua capillare rete di strutture, a cooperare con le istituzioni europee in questa
difficile battaglia e “promuovere una cultura di solidarietà”.
Ma il presule si è anche soffermato ad analizzare le
radici di questo grave fenomeno. Nelle società consumistiche, ha rilevato,
questa piaga “trova terreno fertile per scuotere l’equilibrio interno delle
persone fragili”. Non c’è allora dubbio, ha detto ancora, che “il fenomeno
dell’abuso delle droghe è legato ad una crisi della civiltà e ad una profonda
demoralizzazione”. E’ quindi quanto mai necessario, ha esortato il nunzio, che
le politiche contro la tossicodipendenza “affrontino le questioni etiche che ad
essa sono collegate, cercando di guardare il problema in un contesto più ampio,
sotto il profilo antropologico, etico, sociale, politico ed economico”.
**********
=======ooo=======
OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Con vibrante evidenza la prima pagina così si apre:
"Proclamare il Vangelo fino all'ultimo respiro".; su tale frase si
staglia la Croce di Cristo: il discorso di Giovanni Paolo II al termine del
Convegno promosso dal Collegio Cardinalizio per il XXV di Pontificato.
Allegato al giornale, un
inserto speciale di 28 pagine - a cura di Giampaolo Mattei - dedicato
all'evento della Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta.
Nelle vaticane, nel discorso al
termine del Concerto in occasione del XXV di Pontificato, il Papa ha esortato
ad attingere al patrimonio di valori umani e cristiani del passato dell'Europa
per costruire un futuro ricco di speranza e di pace.
Un articolo di Jean Galot in
occasione della Giornata Missionaria Mondiale.
Nelle estere, l'intervento della Delegazione della
Santa Sede alla Conferenza Ministeriale del Gruppo Pompidou del Consiglio
d'Europa, svoltasi a Dublino: "Nella lotta contro la droga occorre
imprimere un nuovo slancio ai valori dell'amore e della vita, i soli capaci di
dare un senso all'esistenza".
Per l'"Atlante
geopolitico", un articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo "Cina:
prima missione di un 'taikonauta' ".
Nella pagina culturale, un
contributo di Giuseppe Bonaviri dal titolo "Sull'altopiano di Camuti sotto
le terrazze di stelle": ricordi dell'infanzia in Sicilia.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il nuovo dramma dei clandestini, consumatosi al largo di Lampedusa.
=======ooo=======
18
ottobre 2003
IN
BOLIVIA, DOPO LE DIMISSIONI DI SANCHEZ DE LOZADA,
IL
NUOVO PRESIDENTE È CARLOS MESA
- Con
noi, don Eugenio Scarpellini -
La
Bolivia ha un nuovo capo di Stato: è Carlos Mesa, già vice del presidente Gonzalo
Sanchez de Lozada, dimessosi stanotte. Costretto da una fortissima pressione
popolare contraria al progetto di vendere il gas boliviano a Stati Uniti e
Messico, via Cile, ed abbandonato dai partiti che reggevano la sua coalizione,
Sanchez de Lozada ha inviato una lettera al Congresso, che ha poi ratificato le
sue dimissioni. La rinuncia dell’ex presidente è giunta dopo oltre un mese di manifestazioni
di piazza, represse con la forza dall'esercito, con un bilancio di 80 vittime.
Ma come può essere interpretato il gesto di Sanchez de Lozada? Risponde da La
Paz don Eugenio Scarpellini, membro della Commissione della Conferenza
episcopale boliviana per il dialogo tra politici e società civile, intervistato
da Giada Aquilino:
**********
R. - Il modo con cui ha rassegnato le dimissioni, quasi
accusando gruppi sovversivi, credo sia una maniera per scaricare la propria
coscienza, per non ammettere quello che realmente è avvenuto: cioè l’azione di
un movimento popolare di sfiducia nei suoi confronti, per l’incapacità di affrontare
i problemi reali e la scelta di gestire la situazione con la violenza.
D. - Si sa dove sia adesso l’ex-presidente Sanchez de
Lozada?
R. - L’ipotesi che si è fatta è che sia uscito da La Paz
e, passando per Santa Cruz, sia partito per Miami, in Florida. Sanchez de
Lozada ha vissuto per 20 anni negli Stati Uniti ed ha sempre avuto l’appoggio
dell’ambasciata americana in Bolivia, fino all’ultimo momento.
D. - Chi è il nuovo presidente Carlos Mesa?
R. - E’ un giornalista di fama internazionale che nel
governo di Sanchez de Lozada figurava come indipendente: alle sue spalle
infatti non ha alcun partito, anche se è abbastanza nota quella che è stata la
sua attenzione privilegiata verso il partito dell’ex presidente, il Movimento
nazionale rivoluzionario (Mnr). Sicuramente oggi Mesa raccoglie attorno a sé
l’attenzione e la sensibilità di una classe media. Nel discorso iniziale, che
ha pronunciato poche ore fa, ha chiesto austerità, sforzo comune, un Paese di
uguali e - cosa nuova - Mesa ha detto che creerà un governo con dei ministri
che non apparterranno ad alcun partito e che sarà in funzione e per il bene del
Paese.
D. - Come si evolverà, adesso, la crisi sul gas boliviano?
R. - Mesa non prenderà alcuna decisione senza sottomettere
il tema della vendita del gas boliviano ad un referendum vincolante per tutti.
D. - Ci sono buone speranze sul futuro del Paese, da parte
della popolazione?
R. – Ora non bisogna cadere nella trappola di entusiasmi
troppo facili. Il cammino da qui in poi è molto difficile e lungo, perché il
partito dell’opposizione e il partito dei contadini vogliono vedere come
andranno le cose. Il presidente rimarrà in carica il tempo necessario per poter
risolvere la crisi e poi si andrà alle elezioni anticipate. Mesa ha chiesto
l’appoggio e l’aiuto di tutti per affrontare il problema del gas, proporre
un’Assemblea costituente per rifondare il Paese, in modo che tutte le istanze
possano dare il loro contributo. E nel momento in cui terminano questi impegni,
Mesa andrà al voto anticipato, ricostruendo, quindi, il Paese e ricomponendo
una classe politica ed una rappresentanza che siano più reali.
**********
=======ooo=======
18
ottobre 2003
AL TERMINE DELLA VISITA ‘AD LIMINA’ DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEI
VESCOVI
DI INGHILTERRA E
GALLES, I PRESULI HANNO RILASCIATO UNA DICHIARAZIONE
RIGUARDO A DUE
PROGRAMMI MESSI IN ONDA DELLA BBC CONTRO LA CHIESA
CATTOLICA, DURANTE LA
SETTIMANA DEI FESTEGGIAMENTI PER IL 25.MO DEL PAPA
ROMA. = I vescovi della Conferenza episcopale di
Inghilterra e Galles, al termine della visita “ad Limina” presso la Santa Sede,
hanno rilasciato una dichiarazione riguardo le trasmissioni che la Bbc ha messo
in onda nell’ultima settimana. Durante questa settimana il “Religiuos affaire
department” della Bbc ha trasmesso buoni servizi per la celebrazione del
venticinquesimo di pontificato del Papa e sulla vita di Madre Teresa: entrambe
le iniziative sono state apprezzate dai vescovi. Ciò che è stato criticato sono
stati due programmi messi in onda nella stessa settimana dalla “Bbc News”
e da “Current Affairs” che hanno mostrato ostilità verso la Chiesa
cattolica. Il primo, trasmesso il 13 ottobre dalla “Bbc panorama programme”
era intitolato “Il sesso e la Santa Sede” e aveva come principale argomento i discorsi
del Papa sulla pace e sulla vita, i suoi insegnamenti sull’azione della Chiesa
cattolica, specialmente riguardo l’opposizione all’aborto e alla contraccezione.
Il secondo è stato il “Kenyon confronts programme”, messo in onda il 15
ottobre, focalizzato sui casi degli abusi commessi sui minori da due sacerdoti
venti anni fa: nella trasmissione veniva rivelata l’esistenza di una
registrazione del 1985. Le fonti a cui la Bbc ha attinto per queste notizie,
sottolineano i vescovi, non sono avvalorate e non possono essere utilizzate per
una così dura requisitoria contro la Chiesa cattolica. Per molti anni,
precisano i presuli, la Bbc ha goduto della fiducia di molti inglesi, grazie
alla qualità e l’obiettività dei servizi, specie quelli di “Bbc news” e “Courrent
affairs”. Tuttavia, ammettono i vescovi, la decisione di mandare in onda
queste due trasmissioni proprio durante la settimana dei festeggiamenti per il
venticinquesimo anniversario di Giovanni Paolo II, ne ha un po’ appannato la
reputazione ma, soprattutto, ha scalfito la fiducia che gli ascoltatori
riponevano nella emittente. (M.R.)
E’
MORTO IERI A BANGKOK, ALL’ETA’ DI 64 ANNI, MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN,
LO
SCRITTORE SPAGNOLO AUTORE DEL CELEBRE DETECTIVE ‘PEPE CARVALHO’
MADRID.
= Manuel Vazquez Montalban, 64.enne scrittore spagnolo di fama internazionale,
è morto alle 18 di ieri, all’aeroporto di Bangkok per un attacco di cuore. È
stata la compagnia aerea Thai a dare l’annuncio all’ambasciata spagnola di
Bangkok. Lo scrittore veniva da Sydney dove aveva appena concluso un ciclo di
conferenze e si trovava nella capitale tailandese per prendere l’aereo che lo
avrebbe riportato in Spagna. Manuel Vazquez Montalban era nato nel 1939 a
Barcellona da una famiglia operaia comunista. È stato tra i più famosi
scrittori della nuova repubblica post – franchista a livello internazionale. Le
vicende del suo personaggio più celebre, il detective ‘Pepe Carvalho’, a cui ha
dedicato 22 romanzi, sono state tradotte in 24 lingue. Tra il 1962 e il 1963 ha
conosciuto l’esperienza del carcere dove è stato rinchiuso e torturato con l’
accusa di sovversivismo comunista. Durante questo periodo ha scritto il suo
primo libro, “Rapporto sull’informazione”, dove espone la situazione del
giornalismo spagnolo dell’epoca franchista. Il lavoro di giornalista sarà la
principale occupazione di Montalban fino a quando, nel 1979, viene premiato da
“Planeta” per il romanzo “I mari del sud”: da questo momento in poi inizierà la
sua brillante esperienza da scrittore. (M.R.)
NELLO
SRI LANKA I BAMBINI CHE VIVONO NELLE ZONE INTERESSATE DAL CONFLITTO TRA GOVERNO
E RIBELLI TAMIL PRESENTANO UN ALLARMANTE LIVELLO
DI
DENUTRIZIONE: SECONDO UN’INCHIESTA DEL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE, IL 50 PER
CENTO DEI PICCOLI E’ SOTTO–PESO
SRI
LANKA. = I bambini in età scolare che vivono nelle zone interessate dal conflitto
tra governo e ribelli Tamil, nello Sri Lanka, presentano un grave livello di
malnutrizione. Il Pam, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa del
programma alimentare, ha riferito i dati di una ricerca condotta nelle zone
coinvolte nel conflitto iniziato nel 1983 e per il quale, dal gennaio 2002, è
stato avviato il processo di pace. Dal rapporto del Pam, un bambino su tre è
troppo magro rispetto alla sua altezza ed è cagionevole di salute. Nel nord e
nell’est del Paese i livelli di malnutrizione sono almeno il doppio della media
nazionale. Il campione preso in esame dai nutrizionisti del Pam quest’estate, è
composto da bambini tra i cinque e i sette anni delle regioni settentrionali e
orientali: il 30 per cento è malnutrito, il 26 per cento presenta un arresto
nello sviluppo della crescita. I bambini sotto peso sono il 50 per cento, delle
ragazze solo il 69 per cento riceve il giusto apporto calorico mentre tra i
ragazzi solo il 71 per cento si nutre
adeguatamente. L’agenzia delle nazioni Unite ha quindi avviato un programma che
assicurerà a 27 mila bambini delle scuole elementari di cinque distretti del
nord e dell’est, un pasto di metà mattinata a base di riso e zuppa di
lenticchie o tortine di soia ad alto contenuto nutrizionale, il tutto
accompagnato da verdure. Il Pam conta di estendere questo progetto alimentare
il prossimo anno a 150 mila bambini di quasi mille scuole. (M.R.)
IN
NIGERIA CI SONO 16 MILA MINORI DEL BENIN, USATI COME LAVORATORI
NELLE
CAVE DI PIETRA: L’ALLARME LO LANCIA UNA SUORA SALESIANA IMPEGNATA
DA
ANNI NELLA LOTTA ALLA VENDITA DI MINORI
COTONOU
(BENIN). = Lo scorso mercoledì, 74 bambini tra i 4 e i 18 anni, sono stati
rimpatriati in Benin dalla Nigeria, vittime del traffico di minori. La notizia
è stata data all’agenzia Misna da suor Maria Antonietta Marchese, figlia di
Maria Ausiliatrice. La salesiana, da tempo impegnata nell’emergenza della
vendita di minori, ha detto che i ragazzi sono ancora ospiti dello “Stadio
dell’amicizia” di Cotonou, in attesa di essere accolti nelle strutture
adeguate. Il gruppo di giovani restituiti mercoledì lavorava nelle cave di pietra
di Abéokuta, un migliaio di chilometri a nord di Lagos. Nella stessa cava
lavoravano anche i 116 minori rilasciati lo scorso settembre e ora affidati
alla Croce Rossa locale e all’associazione “Terres de hommes” che si stanno
occupando del ricongiungimento con le famiglie. Il ministero della Famiglia ha
calcolato che i piccoli beninesi presenti in Nigeria sono 16 mila. Suor
Marchesa ha dichiarato che la riunione fissata per lo scorso giovedì tra gli
organismi che si occupano del traffico di minori è saltata. Mancano ancora
conferme, invece, riguardo alla notizia che la Nigeria ospiterebbe a dicembre
una riunione dei Paesi dell’ex Commonwealth o di lingua anglofona. Sembrerebbe
che per quella data il governo nigeriano si voglia presentare “pulito”, rimpatriando,
quindi, i bambini – schiavi. L’iniquo fenomeno, però, non sembra arginarsi:
tutti i giorni numerosi minori sfuggono ai propri tutori per andare a chiedere
rifugio dalle salesiane o in altre strutture. (M.R.)
NELLA
DIOCESI DI MOSHI, IN TANZANIA, IL 16 OTTOBRE, GIORNO D’INIZIO
DEL SEMINARIO
MISSIONARIO, SONO RIECHEGGIATE LE PAROLE CHE IL PAPA
PRONUNCIO’ IN LINGUA
SWAHILI NEL 1990 QUANDO VISITO’ IL PAESE AFRICANO
MOSHI (TANZANIA). = Il 16 ottobre, all’inizio del
Seminario Missionario tenutosi nella diocesi di Moshi, in Tanzania, in
occasione dei 25 anni di Pontificato di Giovanni Paolo II, sono risuonate le
parole che il Papa pronunciò in lingua “swahili” il 5 settembre 1990, in
occasione della sua visita: “È ora il vostro turno di essere testimoni di
Cristo nella diocesi di Moshi, in Tanzania, nel continente africano, fino ai
confini della terra”. Padre Joseph G. Healey, dell’Associazione dei Superiori
Religiosi della Tanzania, ha spiegato
che il seminario è stato coordinato dall’organizzazione che riunisce i
religiosi della di diocesi di Moshi, dal Comitato per la consapevolezza
missionaria e dalla stessa Associazione di cui fa parte. Vi hanno partecipato
145 persone, la maggior parte delle quali religiosi e religiose africani. Un
altro convegno missionario è previsto per il 20 e il 21 ottobre prossimi,
presso il Seminario Missionario Spiritano di Njiro, nella arcidiocesi tanzaniana
di Arusha. Parrocchie e comunità religiose della stessa arcidiocesi e della diocesi
di Moshi celebreranno insieme, domani 19 ottobre, la Giornata Missionaria
Mondiale con canti, danze e arricchiranno la festa con la lettura del messaggio
del Papa per la giornata. In
conclusione dell’ Anno del Rosario, ci sarà una speciale recita della preghiera mariana. (M.R.)
=======ooo=======
18
ottobre 2003
- A cura di Salvatore Sabatino -
Improvviso
cambio al vertice in Bolivia. In seguito ad una fortissima pressione popolare,
si è infatti dimesso il presidente Gonzalo Sanchez de Lozada. A prendere il suo
posto è stato Carlos Mesa, già vice del presidente, che guiderà ora quello che
egli stesso ha definito un “governo di transizione storico”. Mesa ha sostenuto
ieri sera davanti al Congresso riunito a La Paz che realizzerà ''un referendum
vincolante'' sul futuro del gas e applicherà i meccanismi costituzionali di una
assemblea costituente.
Non c’è tregua per l’Iraq, neppure dopo
l’approvazione all’Onu della risoluzione americana sul futuro del Paese del
Golfo. Mentre il presidente Bush è arrivato oggi nelle Filippine, nuove vittime
americane e irachene sono da registrare in diversi, sanguinosi scontri.
Sentiamo Paolo Mastrolilli:
**********
L’incidente più grave è avvenuto nella città sacra di
Karbala dove è scoppiata una vera battaglia, durata 12 ore, tra una pattuglia
di soldati americani, poliziotti iracheni e la milizia fedele ad un leader
religioso sciita. Nello scontro sono morti tre militari degli Stati Uniti, due
agenti locali e 12 sono rimasti feriti. Il secondo attacco è avvenuto a Baghdad
con una bomba che ha ucciso un soldato americano e ne ha feriti due. Il
presidente Bush, lasciando il Giappone, dopo la prima sosta di un viaggio
nell’area del Pacifico, ha ringraziato Tokyo per l’offerta da un miliardo e
mezzo di dollari destinati all’Iraq; ma intanto, a Washington, ha subito uno
sgambetto dal Senato che ha approvato la sua richiesta per 87 miliardi di
dollari, ma ha trasformato in prestito 10 dei 20 miliardi per la ricostruzione.
Ciò significa che il futuro governo iracheno dovrà restituirli aumentando il
debito già pesante dello Stato e lanciando un segnale negativo in vista della
Conferenza dei Paesi donatori prevista a Madrid il 23 ottobre.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
**********
Ed il
presidente Bush, giunto nelle Filippine, ha promesso di lavorare con le nazioni
del sud est asiatico per annientare la rete internazionale terroristica della
Jemaah Islamiah. “Il mio governo e il vostro - ha detto davanti al parlamento
di Manila riunito in sessione straordinaria - perseguiranno un obiettivo comune: tradurremo in giustizia Abu Sayyaf”.
Mentre il capo della Casa Bianca parlava, cinque deputati della sinistra hanno
lasciato l'aula dopo aver cercato di issare una bandiera pacifista. Tra i
cinque si trovava Satur Ocampo, un ex leader della guerriglia comunista filippina.
L’Iran
rassicura la comunità internazionale circa le sue potenzialità in campo
atomico. Ieri, al vertice dell’Organizzazione della conferenza islamica a
Putrajaya, in Malaysia, il presidente iraniano, Mohammad Khatami, non ha escluso
che il suo Paese possa firmare a breve il protocollo sul nucleare. Khatami, in
una conferenza stampa a margine dell’incontro, ha assicurato anche che l’Iran
non fabbricherà armamenti non convenzionali. Ma che significato dare alle
dichiarazioni del presidente di Teheran? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad
Anmad Rafat, giornalista iraniano in Italia:
**********
R. - Quello che c’è di nuovo è la disponibilità dell’Iran
a firmare il protocollo aggiuntivo del Trattato di non proliferazione nucleare.
Questo potrebbe però provocare uno scontro politico all’interno del Paese,
anche perché in Iran non è chiaro quale sia l’organo che deve decidere
l’adesione ad un Trattato internazionale.
D. – La preoccupazione della Comunità internazionale era
mirata sul fatto che l’Iran potesse essere il prossimo obiettivo delle truppe
americane …
R. – L’Iran teme un intervento delle truppe americane, ma
soprattutto, la sua preoccupazione riguardava i suoi rapporti con l’Unione
Europea, perché anche l’Unione Europea aveva espresso la sua profonda
preoccupazione per i programmi nucleari dell’Iran, ed in vari vertici aveva criticato
e chiesto all’Iran di chiarire la sua posizione. L’Iran considera l’Europa il
suo principale partner, pertanto credo che la pressione europea sia stata ancor
più decisiva rispetto alla minaccia americana di invadere l’Iran.
**********
Non c’è pace per il Medio
Oriente. All’alba di oggi l’esercito israeliano ha compiuto una nuova
incursione a Rafah,
nel sud della striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, sarebbero rimasti
uccisi dai colpi di mortaio due attivisti del movimento integralista di Hamas e
una donna di 33 anni. L'operazione militare israeliana nella zona era iniziata
la scorsa settimana e puntava a rintracciare e distruggere una serie di tunnel
sotterranei che sarebbero stati utilizzati per il contrabbando di armi.
Vertice
europeo di Bruxelles chiusosi senza grossi risultati. I capi di Stato e di
Governo hanno deciso di puntare su riforme strutturali, investimenti e grandi
infrastrutture per ridare solidità al rilancio economico. Promossa, invece,
l'iniziativa per la crescita continentale; passati in carrellata i delicati
temi delle pensioni, della futura costituzione europea, dell'immigrazione, del
Medio oriente, oltre che della difesa comune.
I
carabinieri di Lampedusa e Agrigento hanno arrestato il timoniere
dell'imbarcazione naufragata ieri a largo di Lampedusa. L' uomo, che dice di
essere somalo, è accusato di omicidio colposo plurimo e favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina. Secondo i carabinieri, dal racconto dei superstiti,
oltre alla donna trovata cadavere in acqua, gli altri dispersi sarebbero tre
bambini sotto i 12 anni, appartenenti ad uno stesso nucleo familiare. In un
primo momento si era parlato di 7 annegati: 4 adulti e 3 minorenni. Intanto le
cattive condizioni del mare rendono difficile questa mattina il proseguimento
delle ricerche dei dispersi. In totale
sono 25 i clandestini somali tratti in salvo.
Svizzera alle urne. Domani circa 4,6 milioni di
elettori sono chiamati a rinnovare le due camere dell’Assemblea federale: il
Consiglio nazionale, eletto secondo il sistema proporzionale, e il Consiglio
degli Stati o Senato per il quale vige il sistema maggioritario. Secondo i
sondaggi, la tornata potrebbe essere vinta dalla destra antieuropea. Mario Martelli:
**********
I candidati sono in totale 2836 per il Consiglio nazionale
e 110 per quello degli Stati. Per il primo sono da segnare 194 seggi in 20 Cantoni
con lo scrutinio a sistema proporzionale, in quanto, per altri sei seggi, si
vota con il sistema maggioritario. Per il secondo, 6 seggi su 46 sono già stati
attribuiti. Tra i candidati al nuovo Parlamento federale le donne sono circa la
metà degli uomini. I Partiti in lizza sono numerosi, ma la contesa principale
risulta tra Partito socialista ed Unione democratica di centro. Da segnalare,
infine, che per la prima volta potranno votare, nel Cantone di Neuchâtel, anche
gli stranieri sulla base di una legge locale.
Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.
**********
Urne già aperte, invece, in
Swaziland per eleggere i nuovi deputati della Camera Bassa. Il regno,
confinante con il Mozambico e l’Africa del Sud, ha un parlamento composto da 65
seggi, di cui 10 di nomina monarchica. Il re, Mswati III, è a capo dell’ultima
monarchia assoluta presente nel continente africano.
E’ tornata la calma a Baku, in
Azerbaijan. Ad assicurarlo è stato ieri sera il neo presidente eletto Aliev,
dopo gli scontri di piazza che hanno causato almeno un morto e decine di feriti
tra i manifestanti che denunciavano brogli nelle consultazioni. Ma
l’affermazione del figlio del capo di Stato uscente Gheidar Aliev appare come
una costante nei sistemi politici delle ex Repubbliche sovietiche dell’Asia
centrale.
E' decollata questa mattina la
navetta spaziale Soyuz Tma-3 con a bordo lo spagnolo Pedro Duque, l'americano
Michael Foale e il russo Alexandre Galeri. Dovrà raggiungere la stazione
spaziale Iss. Il lancio è avvenuto nel cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan.
=======ooo=======