RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 291 - Testo della Trasmissione di sabato 18 ottobre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il coraggio di proclamare sempre il Vangelo con un cuore solo e un’anima sola. Così Giovanni Paolo II al Collegio Cardinalizio riunito con lui nell’Aula Paolo VI per il 25.mo del Pontificato. La viva gratitudine dei cardinali al Papa, con la voce del cardinale Joseph Ratzinger, e un dono per i cattolici di Terra Santa

 

Concluso l’incontro dei cardinali in Vaticano, con i ricordi e le riflessioni sul messaggio fondamentale del Santo Padre dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro

 

L’omaggio musicale al Pontefice, con il concerto di ieri sera in Aula Paolo VI

 

Sempre nell’Aula delle udienze oggi pomeriggio, una veglia di preghiera con il cardinale Crescenzio Sepe, in preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale

 

La beatificazione di Madre Teresa di Calcutta presieduta dal Papa domani mattina in Piazza San Pietro. Attese oltre duecentomila persone

 

Rafforzare i valori umani dell’amore e della vita, per combattere la tossicodipendenza. E’ la via indicata dal nunzio Giuseppe Lazzarotto alla Conferenza ministeriale europea di Dublino sulle politiche contro la droga.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Un nuovo presidente in Bolivia: è Carlos Mesa, dopo le dimissioni di Sanchez de Lozada. Intervista con don Eugenio Scarpellini.

 

CHIESA E SOCIETA’:

I vescovi d’Inghilterra e Galles apprezzano i programmi della Bbc sul giubileo del Papa e su Madre Teresa, ma contestano alcuni programmi ostili alla Chiesa cattolica.

 

E’ morto ieri a Bangkok lo scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban

 

Allarme denutrizione per i bambini dello Sri Lanka nelle zone di conflitto.

 

In Nigeria 16 mila minori del Benin sono lavoratori nelle cave di pietra: questo l’allarme di una suora salesiana impegnata contro la vendita dei minori

In Tanzania, il 16 ottobre sono riecheggiate le parole che il Papa pronunciò in lingua swahili nel 1990 quando visitò il Paese africano

 

24 ORE NEL MONDO:

Non c’è tregua per l’Iraq. Quattro militari americani morti nelle ultime ore. Il presidente Bush, dalle Filippine, rilancia  la lotta al terrorismo

 

Teheran rassicura la comunità internazionale circa le sue potenzialità in campo atomico. Il presidente Khatami, non ha escluso che il suo Paese possa firmare a breve il protocollo sul nucleare

 

Almeno quattro le vittime del naufragio di un’imbarcazione carica di  una trentina di somali avvenuta ieri nel Canale di Sicilia

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 ottobre 2003

 

IL COLLEGIO CARDINALIZIO RIUNITO STAMANI CON IL PAPA

NELL’AULA PAOLO VI PER IL XXV DI PONTIFICATO:

IL CORAGGIO DI PROCLAMARE SEMPRE IL VANGELO

CON UN CUORE SOLO E UN’ANIMA SOLA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

“Grazie per questa vostra testimonianza!”: così il Papa a tutti i porporati. Un incontro commovente per lo scambio di affettuose parole. “Come potrei non riconoscere - ha detto - che il Signore ha agito per mezzo vostro nel sostenere il servizio che Pietro è chiamato a rendere ai credenti e a tutti gli uomini?” E se “l’uomo di oggi - ha aggiunto - si dibatte in una affannosa ricerca di valori”, anche lui “non potrà non trovare pace che nell’amore per Dio spinto fino alla disponibilità a sacrificare se stesso”.

 

“Le trasformazioni profonde sopravvenute negli ultimi venticinque anni - ha sottolineato Giovanni Paolo II - interpellano il nostro ministero di Pastori, posti da Dio quali testimoni intrepidi di verità e di speranza”. Per questo “il coraggio nel proclamare il Vangelo mai deve venire meno; anzi, sino all’ultimo respiro deve essere il nostro principale impegno, affrontato con dedizione sempre rinnovata.” Un Vangelo “annunciato con un cuore solo e un’anima sola: questo è il comando di Cristo; questo chiede a noi, come singoli, e come Collegio, la Chiesa di oggi e di sempre; questo attende da noi l’uomo contemporaneo”. Da qui l’accorato richiamo del Santo Padre ai porporati a coltivare “un’unità profonda, che non si limiti ad una collegialità affettiva, ma che si fondi in una piena condivisione dottrinale e si traduca in una armoniosa intesa a livello operativo”.

 

“Come potremo - ha sottolineato - essere autentici maestri per l’umanità e credibili apostoli della nuova evangelizzazione, se lasciassimo entrare nei nostri cuori la zizzania della divisione?” “E tanto più incisiva – ha spiegato il Papa – sarà la nostra opera quanto più sapremo far risplendere il volto della Chiesa che ama i poveri, che è semplice e che si schiera dalla parte dei più deboli.” Così come un  “esempio emblematico” è stata Madre Teresa di Calcutta, che domani - ha ricordato il Papa - “avrò la gioia di iscrivere nell’albo dei Beati.” Quindi un’ultima raccomandazione:

 

“Mentre assicuro il mio orante ricordo per ciascuno di voi, chiedo a voi di continuare a pregare per me, affinché possa espletare fedelmente il mio servizio alla Chiesa sino a quando il Signore vorrà”.

 

E nel segno di una riconoscenza affettuosa, consapevole dei frutti maturati nella Chiesa e nel mondo, è stato anche il Messaggio che il Collegio dei porporati, per voce del cardinale Joseph Ratzinger, ha rivolto al Papa, per i suoi 25 anni di pontificato.

 

“In questo arco di tempo la barca della Chiesa ha spesso navigato controvento e col mare mosso. Il mare della storia è agitato da contrasti tra ricchi e poveri, tra popoli e culture, tra le possibilità aperte dalle umane capacità e il pericolo dell’autodistruzione dell’uomo proprio a causa di queste possibilità”.

 

Ma in questo stesso arco di tempo – ha detto il cardinale Ratzinger – Giovanni Paolo II “non ha mai dato adito ad alcun dubbio sul fatto che Cristo sia l’amore di Dio fatto carne, il figlio unico e il Salvatore di tutti”.

 

“Ci ha guidato con la gioia della fede, con l’impavido coraggio della speranza e con l’entusiasmo dell’amore. Ha fatto si che potessimo vedere  la luce di Dio nonostante  tutte le nuvole e che non prevalesse la debolezza della nostra fede”.

 

Quindi il cardinale Ratzinger ha svolto una rassegna dell’opera instancabile svolta da Giovanni Paolo per annunciare il Vangelo: “ha richiamato tutti ai valori umani fondamentali: al rispetto della dignità dell’uomo, alla difesa della vita, alla promozione della giustizia e della pace”; “è andato incontro ai giovani”; “si è occupato dei malati e dei sofferenti”; “ha lanciato un appassionato appello perché i beni della Terra vengano suddivisi equamente e perché i poveri abbiano giustizia e amore; “ha inteso il comandamento dell’unità dato dal Signore” “come un comando” personalmente rivolto a lui; ha parlato “agli uomini di altre religioni per risvegliare in tutti il desiderio della pace; non ha mai smesso di rivolgersi “alla coscienza dei potenti e di confortare le vittime della mancanza di pace in questo mondo.

 

“Lei è diventato per tutta l’umanità, al di là di tutte le barriere e di tutte le divisioni, un grande messaggero di pace”.

 

E, dopo l’incontro nell’Aula Paolo VI, Giovanni Paolo II ha condiviso con i porporati un’agape fraterna, nella Casa di Santa Marta, durante la quale ha ringraziato il Collegio cardinalizio per il generoso dono offertogli, che sarà destinato alle Comunità cristiane di Terra santa, “tanto duramente provate”. Per il resto Giovanni Paolo II ha sottolineato che queste “sono giornate cariche di significato, che evidenziano l’unità e la vitalità della Chiesa”.

 

 

NELLA RIUNIONE DEL COLLEGIO CARDINALIZIO, CONCLUSASI QUESTA MATTINA,

I RICORDI E LE RIFLESSIONI DEI PORPORATI SUL MESSAGGIO FONDAMENTALE

DI QUESTI 25 ANNI DI PONTIFICATO

- Servizio di Fausta Speranza -

 

Centoquarantanove porporati, sette patriarchi cattolici orientali, centonove presidenti di conferenze episcopali di tutto il mondo hanno preso parte alla riunione che ha tenuto viva la riflessione sui temi centrali di questi 25 anni di Pontificato. Questa mattina hanno presentato le relazioni il cardinale Ivan Dias, arcivescovo di Bombay, e il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato. Il servizio di Fausta Speranza.

 

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“Un Papa missionario” è la definizione scelta dal cardinale Dias per ricordare  proprio l’aspetto dell’annuncio nel Pontificato di Giovanni Paolo II. I suoi viaggi apostolici – ha detto – rappresentano “la più durevole sorgente e il più evidente fondamento dell’unità tra fede e comunione che vive  nel suo ministero”.

 

Il cardinale Sodano ha dato una definizione di questi anni di Pontificato parlando di “25 anni al servizio del Vangelo della pace”. Lo ha fatto annunciando che presto uscirà una raccolta di tutti i 25 messaggi che il Papa ha scritto in occasione della giornata mondiale della pace di ogni anno. Il punto focale dei tantissimi interventi e delle innumerevoli iniziative a sostegno della pace – ha spiegato il cardinale Sodano – è racchiuso nella convinzione  che “il rispetto dei diritti umani è l’unico cammino per assicurare la pace tra i popoli”. Pace e giustizia, dunque, sono le parole-chiave. Compaiono – ha ricordato  il cardinale Sodano - nella prima enciclica di Giovanni Paolo II, del 4 marzo del 1979, la Redemptor hominis. “In definitiva – si legge – la pace si riduce al rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo mentre la guerra nasce dalla violazione di questi diritti”.

 

Ci sono poi da ricordare le tematiche al centro della seconda giornata della riunione dei cardinali, ieri. Ecumenismo e famiglia hanno impegnato rispettivamente il patriarca libanese Nasrallah Pierre Sfeir e il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia.

 

La strada dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso percorsa da Giovanni Paolo II è simbolizzata dai grandi raduni di preghiera di Assisi – ha affermato il cardinale Sfeir - ricordando l’impegno di Papa Wojtyla  per riaprire i canali di contatto con il mondo ortodosso e orientale, per arrivare all’unita' auspicata da Gesù per tutti i cristiani. Ha sottolineato la disponibilità a collaborare con il mondo musulmano e gli importanti viaggi compiuti da Giovanni Paolo II in Paesi islamici. Ha ricordato il nuovo clima creatosi con il mondo ebraico.

   

Di “battaglia in difesa della verità, della vita umana e della famiglia” ha parlato il cardinale Trujillo. Giovanni Paolo II è stato “un baluardo instancabile a sostegno della verità” in un mondo in cui si è arrivati – ha sottolineato il cardinale Trujillo - al “massacro mondiale degli innocenti”, ovvero dei nascituri, compiuto con l’aborto e anche alla negazione della famiglia basata sul matrimonio, in nome di forme alternative, anche immorali, di legami.

 

In conclusione, per avere la migliore chiave di lettura degli interventi, possiamo ricordare le parole del cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio cardinalizio, ad apertura dei lavori, mercoledì scorso. “Si tratta di un momento – ha affermato -  per offrire i propri ricordi di questi anni di Pontificato che resteranno nella storia come uno dei più importanti punti di riferimento”. Nelle parole pronunciate subito dopo dal cardinale arcivescovo di Parigi, Jean-Marie Lustiger, la riunione del collegio ha rappresentato l’occasione per riconoscere che “Karol Wojtyla è stato trascinato dalla sua vocazione ben più lontano di quanto lui stesso avrebbe potuto immaginare”.

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OMAGGIO MUSICALE AL PAPA PER IL 25° DI PONTIFICATO

CON IL CONCERTO DI IERI SERA NELL’AULA PAOLO VI. CON L’INNO ALLA GIOIA DI BEETHOVEN IL PENSIERO VOLA ALL’EUROPA.

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

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(musica)

 

“Il ritmo ha qualche cosa di magico; ci fa perfino credere che il sublime ci appartenga”. Queste parole di Goethe descrivono perfettamente il genio eterno di Beethoven, il genio che pervade la sua Nona Sinfonia, capolavoro indiscusso eseguito ieri sera nell’Aula Paolo VI come omaggio dell’arte al Santo Padre nell’ambito delle iniziative per festeggiare il 25° del suo Pontificato. Un capolavoro del quale giustamente Giovanni Paolo II, al termine del concerto,  ha sottolineato la dimensione europea: “Nel gran finale, l’Inno alla gioia ha condotto il nostro pensiero, oltre che all’umanità nel suo insieme, alla nuova Europa...attingendo al patrimonio di valori umani e cristiani del suo passato, possa il Continente europeo contribuire a costruire un futuro ricco di speranza  e di pace per l’intera umanità”. Dimensione anche universale della Sinfonia: nel maggio scorso è stata proclamata, infatti, dall’Unesco Patrimonio universale dell’umanità. Perché in questo Beethoven l’arte dialoga con la fede, la musica costruisce comunione e fratellanza, è uno stimolo alla riflessione spirituale, un’esortazione e perseguire i cammini della pace. In tutto Beethoven ogni nota, ogni accordo, è musica pura. Purezza manifestata dall’esecuzione dell’Orchestra e il Coro del Mitteldeutscher Rundfunk, ospitati per la terza volta in Vaticano.

 

Corretta la direzione di Hoaward Arman, buone le voci di Camilla Nylund, Annely Peebo, Steve Davislim e Ralf Lukas, anche se l’algida perfezione potrebbe, proprio perché si canta la gioia, sposarsi ad una più caloroso accento, una più passionale interpretazione. Etereo il primo movimento, quasi un gioco il secondo, col terzo siamo condotti sulla soglia della metafisica. Poi la voce, quella del baritono, all’inizio dell’Ode, intona: “Basta amici con questi toni, bensì leviamo altri più piacevoli canti e pieni di gioia”. Beethoven vuole condurci in un nuovo mondo, un mondo di semplicità, in cui si possa parlare a tutti. Parliamoci, cerchiamo di capirci, apriamoci a tutta la musica, a quella che ci fa vivere. Con una parola di gioia siamo condotti così alla presenza di un Dio trascendente, Dio e Padre di tutti gli uomini - di qualsiasi religione, razza, colore. “Il Padre buono esiste davvero e non è assolutamente lontano, oltre il firmamento, ma, grazie al Figlio, è in mezzo a noi”, afferma il cardinale Ratzinger nel suo indirizzo di saluto Nell’Aula Nervi, sentiamo la fatica del salire verso questo Padre, toccando, col fugato finale, il vertice semplice ed assoluto dell’amore.

 

(musica)

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IL CAMMINO SEMPLICE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA NEL RICORDO

DI CHI L’HA CONOSCIUTA AD UN GIORNO DALLA BEATIFICAZIONE.

AI NOSTRI MICROFONI LO SCRITTORE DOMINIQUE LA PIERRE, PADRE BRIAN KOLODIEJCHUK, POSTULATORE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE E SUOR NIRMALA,

SUPERIORA DELLE MISSIONARIE DELLA CARITA’

- Intervista con Dominique La Pierre, padre Brian Kolodiejchuk e suor Nirmala  -

 

Dobbiamo amare Gesù, dobbiamo amare i poveri, dobbiamo amarci gli uni gli altri. Si riassume così il messaggio semplice e forte di Madre Teresa di Calcutta, la piccola, grande suora albanese, madre dei poveri, che Giovanni Paolo II proclamerà beata domani mattina in Piazza San Pietro, proprio in concomitanza con il 25.mo del suo Pontificato e con la Giornata Missionaria Mondiale. Una ricorrenza quanto mai appropriata, per la fondatrice dei Missionari e delle Missionarie della Carità. Il solenne rito sarà trasmesso in diretta dalla nostra emittente a partire dalle ore 9.00, sulle consuete frequenze, per l’Italia, l’India, l’Europa, l’Africa, l’America Latina, per la zona di Roma, per il Brasile solo via satellite, con i commenti in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, albanese e portoghese. C’è da precisare che le dirette per l’Europa centro-occidentale e per l’Europa dell’Est avranno inizio alle ore 9.30. Per conoscere meglio il cammino semplice e straordinariamente efficace di Madre Teresa al servizio dei “più poveri dei poveri”, ecco il servizio di Paolo Ondarza.

 

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“GOD LOVES US. AND HE WANTS US TO LOVE ONE ANOTHER, AS HE LOVES EACH ONE OF US...

Dio ci ama. E vuole che noi ci amiamo gli uni gli altri, come Lui ama ciascuno di noi. E per aiutarci ad amarci gli uni gli altri, Gesù ha detto: ‘Qualsiasi cosa tu faccia ad uno degli ultimi, tu lo avrai fatto a me. E dove incomincia questo amore? Nella nostra famiglia. La famiglia che prega insieme, rimarrà insieme. E se vuoi che rimanga unita, porta in essa preghiera, gioia, amore e pace e crescerai in santità. La santità non è un lusso riservato a pochi, è un  dovere semplice. Dio benedica voi tutti!”

 

Una chiamata a servire e riconoscere il Signore nei poveri quella di Madre Teresa, avvertita prima all’età di 12 anni, poi in maniera più chiara, già suora, a 18 anni: “Lascia il convento e va ad aiutare i poveri, vivi con loro, tra loro e come loro”. Il dramma della sofferenza della gente di Calcutta la segna profondamente. Cambia l’abito delle suore di Loreto e indossa il sari, il vestito delle donne dell’India e va ad abitare in una bidonville: raccoglie per le strade migliaia di uomini, donne, anziani, bambini, abbandonati dal mondo e li prende con sé: là dove gli altri vedono solo dolore e disperazione, lei vede il volto di Cristo. Dominique La Pierre, autore del celebre romanzo “La città della gioia”, fu con lei a stretto contatto:

 

“Per me Madre Teresa è stata un’ispiratrice straordinaria. Esattamente 18 anni fa mi recai a Calcutta  dove incontrai Madre Teresa. Così da 15 anni aiuto un movimento umanitario che opera nelle Bidonville di Calcutta e del delta del Gange; Madre Teresa ha saputo infatti dire anche ai ricchi del mondo occidentale che non è un peccato essere ricchi se di questa ricchezza si fanno partecipi quanti vivono nella più grande povertà e solitudine.”

 

Nel 1950 nasce la Congregazione delle Missionarie della Carità, la cui opera si estende ben presto in tutti i Paesi del mondo, anche nei regimi comunisti. Oggi le religiose sono quasi 4.690, presenti in 123 Paesi del mondo nelle circa 673 fondazioni. Madre Teresa guarda sempre all’individuo: “Io non curo mai le folle, ma la persona singola. Se guardassi le folle non comincerei mai”. Forse proprio a questo si deve la sua enorme popolarità, come spiega al microfono di Giovanni Peduto, padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di beatificazione:

 

“La gente percepiva profondamente che era una santa donna. Alcune persone hanno detto che anche un solo incontro con lei ha cambiato la loro vita. Quando stava con qualcuno, dal presidente alla persona povera, aveva lo stesso atteggiamento perché in ogni uomo vedeva Gesù per lei e a lui dava tutta la sua attenzione e tutto il suo amore”.

 

Amici di Madre Teresa sono i lebbrosi, la cui malattia peggiore – dice – è l’emarginazione, il sentirsi rifiutati. La suora di Calcutta difende strenuamente la vita:  dovunque vada combatte l’aborto: “se non volete il vostro bambino datelo a me: non uccidetelo”. Oggi – si legge nei suoi scritti – la gente ha più che mai fame d’amore. I poveri d’Occidente sono molto più poveri di quelli di Calcutta: sembrano non credere più in niente.

 

Nel totale affidamento alla provvidenza lei va verso tutti. E’ famosa, suo malgrado: la minuta suora di Skopje nel 1979 riceve il Premio Nobel per la Pace: “un riconoscimento - afferma - dei poveri, di chi in questa terra non ha mai voce”. Non mancarono momenti di buio. Madre Teresa si trovò ad affrontare una terribile prova di “notte oscura”: la sensazione di essere abbandonata da Cristo. Visse questa condizione come una prova di fede, d’amore. Sposare Cristo per lei  voleva dire vivere la sua stessa situazione di abbandono e di rifiuto. Con gli anni anche la fatica fisica inizia a farsi sentire: nel 1983 ha il suo primo attacco cardiaco. Le delicate condizioni di salute di Madre Teresa portano nel 1997 le suore Missionarie ad eleggere una nuova superiora: suor Nirmala.

 

R. – IT MEANS, FOR US, THE BEATIFICATION OF MOTHER, THAT MOTHER IS BEING...

La beatificazione significa per noi che la nostra Madre ora è in Cielo ed intercede per noi. E’ per noi un modello da imitare, una spinta a diventare sante vivendo questa vita. Madre Teresa è veramente l’unica ‘beata’ del pontificato di Giovanni Paolo II, nel senso che tutte le persone che egli ha beatificato o canonizzato erano già morte prima che egli diventasse Papa. E’  bellissimo che il Santo Padre possa beatificare Madre Teresa proprio in concomitanza con il 25.mo del suo pontificato! Sono stati grandi amici nel Signore...

 

E Giovanni Paolo II il 7 settembre 1997, a due giorni dalla morte delle religiosa, la ricordava così:

 

“La sua missione iniziava ogni giorno prima dell’alba davanti all’Eucaristia: nel silenzio della contemplazione Madre Teresa di Calcutta sentiva risuonare il grido di Gesù sulla Croce: “Ho sete”. Questo grido, raccolto nel profondo del cuore, la spingeva sulle strade di Calcutta ed in tutte le periferie del mondo alla ricerca di Gesù nel povero, nell’abbandonato e nel moribondo.”

 

Ad un anno dalla morte nel 1998 Madre Teresa compie il suo primo miracolo: Monika Besra, una donna di Patiram, nel Bengala Occidentale guarisce improvvisamente da un tumore alle ovaie. Nel 1999, con tre anni di anticipo sui 5 previsti dalla Chiesa, ha inizio il processo di beatificazione. Il resto è storia nota: domani, alla presenza di circa 200 mila pellegrini in Piazza San Pietro, Madre Teresa sarà proclamata Beata.

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STASERA IN AULA PAOLO VI, VEGLIA DI PREGHIERA

 IN PREPARAZIONE ALLA GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA

 

 In preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale, che ricorre domani, oggi pomeriggio alle 17,30 in Aula Paolo VI, si svolgerà una veglia di preghiera  organizzata dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. La Veglia verrà introdotta dal canto “I cieli narrano” e dal saluto del cardinale Crescenzio Sepe, prefetto del Dicastero missionario. Dopo una breve presentazione dell’incontro stesso - in italiano e in inglese - seguirà la Recita del Santo Rosario con i Misteri Gaudiosi e il “Salve Regina” cantato in gregoriano.

 

Il porporato rivolgerà quindi la sua parola ai presenti e impartirà la benedizione finale. L’incontro di preghiera sarà concluso dal canto per Coro e Orchestra “Iubilate Deo”.

 

 

RAFFORZARE I VALORI UMANI DELL’AMORE E DELLA VITA PER COMBATTERE

LA TOSSICODIPENDENZA: COSI’ IL NUNZIO APOSTOLICO IN IRLANDA

 GIUSEPPE LAZZAROTTO, NELL’INTERVENTO ALLA CONFERENZA MINISTERIALE

 EUROPEA DI DUBLINO SULLE POLITICHE CONTRO LA DROGA

- Il servizio di Alessandro Gisotti -

 

Nell’affrontare la piaga della tossicodipendenza, bisogna “rinnovare l’enfasi sui valori dell’amore e della vita, i soli valori capaci di dare significato all’esistenza umana”. E’ la viva esortazione espressa dal nunzio apostolico in Irlanda, mons. Giuseppe Lazzarotto, capo della delegazione della Santa Sede alla conferenza ministeriale del “gruppo Pompidou” per la lotta contro la droga in Europa, conclusosi ieri a Dublino. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La Santa Sede è “profondamente preoccupata per il costante incremento dell’uso delle droghe sintetiche e dall’età sempre più giovane” di chi fa uso di sostanze stupefacenti. E’ iniziato con un sentito richiamo il discorso dell’arcivescovo Lazzarotto alla conferenza di Dublino. Il diplomatico vaticano, riprendendo le parole del Papa, ha sottolineato come l’abuso delle droghe sia una delle minacce più grandi per i giovani, perché “insidiosa” e “non ancora adeguatamente riconosciuta nella estensione della sua gravità”. Il presule ha, perciò, ribadito con forza che la Santa Sede rifiuta “le proposte per la legalizzazione delle droghe, anche di quelle cosiddette leggere”.

 

In tale contesto, ha affermato, non bisogna sottovalutare “il rischio del passaggio dall’uso di droghe leggere a quelle con effetti più distruttivi”. Mons. Lazzarotto ha inoltre auspicato un maggiore impegno da parte degli Stati, “attraverso una politica concertata a livello internazionale” per “combattere il traffico illecito di droghe”, traffico “controllato da potenti organizzazioni criminali”. Non solo, ha infatti incoraggiato i governi europei ad investire sull’“informazione preventiva” e sull’educazione in ogni ambito, dedicando uno spazio adeguato alle politiche per “il reintegro nella società di quanti caduti preda della tossicodipendenza”. D’altro canto, ha aggiunto, la Santa Sede attribuisce un ruolo notevole al sistema di servizi offerti dalle agenzie e dalle istituzioni locali come la scuola, specie per aiutare i giovani usciti dal tunnel della droga a non ricadere nell’incubo della tossicodipendenza. E qui ha rinnovato l’impegno della Chiesa, attraverso la sua capillare rete di strutture, a cooperare con le istituzioni europee in questa difficile battaglia e “promuovere una cultura di solidarietà”.

 

Ma il presule si è anche soffermato ad analizzare le radici di questo grave fenomeno. Nelle società consumistiche, ha rilevato, questa piaga “trova terreno fertile per scuotere l’equilibrio interno delle persone fragili”. Non c’è allora dubbio, ha detto ancora, che “il fenomeno dell’abuso delle droghe è legato ad una crisi della civiltà e ad una profonda demoralizzazione”. E’ quindi quanto mai necessario, ha esortato il nunzio, che le politiche contro la tossicodipendenza “affrontino le questioni etiche che ad essa sono collegate, cercando di guardare il problema in un contesto più ampio, sotto il profilo antropologico, etico, sociale, politico ed economico”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Con vibrante evidenza la prima pagina così si apre: "Proclamare il Vangelo fino all'ultimo respiro".; su tale frase si staglia la Croce di Cristo: il discorso di Giovanni Paolo II al termine del Convegno promosso dal Collegio Cardinalizio per il XXV di Pontificato.

Allegato al giornale, un inserto speciale di 28 pagine - a cura di Giampaolo Mattei - dedicato all'evento della Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta.

 

Nelle vaticane, nel discorso al termine del Concerto in occasione del XXV di Pontificato, il Papa ha esortato ad attingere al patrimonio di valori umani e cristiani del passato dell'Europa per costruire un futuro ricco di speranza e di pace.

Un articolo di Jean Galot in occasione della Giornata Missionaria Mondiale.

 

Nelle estere, l'intervento della Delegazione della Santa Sede alla Conferenza Ministeriale del Gruppo Pompidou del Consiglio d'Europa, svoltasi a Dublino: "Nella lotta contro la droga occorre imprimere un nuovo slancio ai valori dell'amore e della vita, i soli capaci di dare un senso all'esistenza".

Per l'"Atlante geopolitico", un articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo "Cina: prima missione di un 'taikonauta' ".

 

Nella pagina culturale, un contributo di Giuseppe Bonaviri dal titolo "Sull'altopiano di Camuti sotto le terrazze di stelle": ricordi dell'infanzia in Sicilia.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il nuovo dramma dei clandestini, consumatosi al largo di Lampedusa.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

18 ottobre 2003

 

 

IN BOLIVIA, DOPO LE DIMISSIONI DI SANCHEZ DE LOZADA,

IL NUOVO PRESIDENTE È CARLOS MESA

- Con noi, don Eugenio Scarpellini -

 

La Bolivia ha un nuovo capo di Stato: è Carlos Mesa, già vice del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, dimessosi stanotte. Costretto da una fortissima pressione popolare contraria al progetto di vendere il gas boliviano a Stati Uniti e Messico, via Cile, ed abbandonato dai partiti che reggevano la sua coalizione, Sanchez de Lozada ha inviato una lettera al Congresso, che ha poi ratificato le sue dimissioni. La rinuncia dell’ex presidente è giunta dopo oltre un mese di manifestazioni di piazza, represse con la forza dall'esercito, con un bilancio di 80 vittime. Ma come può essere interpretato il gesto di Sanchez de Lozada? Risponde da La Paz don Eugenio Scarpellini, membro della Commissione della Conferenza episcopale boliviana per il dialogo tra politici e società civile, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. - Il modo con cui ha rassegnato le dimissioni, quasi accusando gruppi sovversivi, credo sia una maniera per scaricare la propria coscienza, per non ammettere quello che realmente è avvenuto: cioè l’azione di un movimento popolare di sfiducia nei suoi confronti, per l’incapacità di affrontare i problemi reali e la scelta di gestire la situazione con la violenza.

 

D. - Si sa dove sia adesso l’ex-presidente Sanchez de Lozada?

 

R. - L’ipotesi che si è fatta è che sia uscito da La Paz e, passando per Santa Cruz, sia partito per Miami, in Florida. Sanchez de Lozada ha vissuto per 20 anni negli Stati Uniti ed ha sempre avuto l’appoggio dell’ambasciata americana in Bolivia, fino all’ultimo momento.

 

D. - Chi è il nuovo presidente Carlos Mesa?

 

R. - E’ un giornalista di fama internazionale che nel governo di Sanchez de Lozada figurava come indipendente: alle sue spalle infatti non ha alcun partito, anche se è abbastanza nota quella che è stata la sua attenzione privilegiata verso il partito dell’ex presidente, il Movimento nazionale rivoluzionario (Mnr). Sicuramente oggi Mesa raccoglie attorno a sé l’attenzione e la sensibilità di una classe media. Nel discorso iniziale, che ha pronunciato poche ore fa, ha chiesto austerità, sforzo comune, un Paese di uguali e - cosa nuova - Mesa ha detto che creerà un governo con dei ministri che non apparterranno ad alcun partito e che sarà in funzione e per il bene del Paese.

 

D. - Come si evolverà, adesso, la crisi sul gas boliviano?

 

R. - Mesa non prenderà alcuna decisione senza sottomettere il tema della vendita del gas boliviano ad un referendum vincolante per tutti.

 

D. - Ci sono buone speranze sul futuro del Paese, da parte della popolazione?

 

R. – Ora non bisogna cadere nella trappola di entusiasmi troppo facili. Il cammino da qui in poi è molto difficile e lungo, perché il partito dell’opposizione e il partito dei contadini vogliono vedere come andranno le cose. Il presidente rimarrà in carica il tempo necessario per poter risolvere la crisi e poi si andrà alle elezioni anticipate. Mesa ha chiesto l’appoggio e l’aiuto di tutti per affrontare il problema del gas, proporre un’Assemblea costituente per rifondare il Paese, in modo che tutte le istanze possano dare il loro contributo. E nel momento in cui terminano questi impegni, Mesa andrà al voto anticipato, ricostruendo, quindi, il Paese e ricomponendo una classe politica ed una rappresentanza che siano più reali.

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CHIESA E SOCIETA’

18 ottobre 2003

 

 

AL TERMINE DELLA VISITA ‘AD LIMINA’ DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEI VESCOVI

DI INGHILTERRA E GALLES, I PRESULI HANNO RILASCIATO UNA DICHIARAZIONE

RIGUARDO A DUE PROGRAMMI MESSI IN ONDA DELLA BBC CONTRO LA CHIESA

CATTOLICA, DURANTE LA SETTIMANA DEI FESTEGGIAMENTI PER IL 25.MO DEL PAPA

 

ROMA. = I vescovi della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, al termine della visita “ad Limina” presso la Santa Sede, hanno rilasciato una dichiarazione riguardo le trasmissioni che la Bbc ha messo in onda nell’ultima settimana. Durante questa settimana il “Religiuos affaire department” della Bbc ha trasmesso buoni servizi per la celebrazione del venticinquesimo di pontificato del Papa e sulla vita di Madre Teresa: entrambe le iniziative sono state apprezzate dai vescovi. Ciò che è stato criticato sono stati due programmi messi in onda nella stessa settimana dalla “Bbc News” e da “Current Affairs” che hanno mostrato ostilità verso la Chiesa cattolica. Il primo, trasmesso il 13 ottobre dalla “Bbc panorama programme” era intitolato “Il sesso e la Santa Sede” e aveva come principale argomento i discorsi del Papa sulla pace e sulla vita, i suoi insegnamenti sull’azione della Chiesa cattolica, specialmente riguardo l’opposizione all’aborto e alla contraccezione. Il secondo è stato il “Kenyon confronts programme”, messo in onda il 15 ottobre, focalizzato sui casi degli abusi commessi sui minori da due sacerdoti venti anni fa: nella trasmissione veniva rivelata l’esistenza di una registrazione del 1985. Le fonti a cui la Bbc ha attinto per queste notizie, sottolineano i vescovi, non sono avvalorate e non possono essere utilizzate per una così dura requisitoria contro la Chiesa cattolica. Per molti anni, precisano i presuli, la Bbc ha goduto della fiducia di molti inglesi, grazie alla qualità e l’obiettività dei servizi, specie quelli di “Bbc news” e “Courrent affairs”. Tuttavia, ammettono i vescovi, la decisione di mandare in onda queste due trasmissioni proprio durante la settimana dei festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario di Giovanni Paolo II, ne ha un po’ appannato la reputazione ma, soprattutto, ha scalfito la fiducia che gli ascoltatori riponevano nella emittente. (M.R.)

 

 

E’ MORTO IERI A BANGKOK, ALL’ETA’ DI 64 ANNI, MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN,

LO SCRITTORE SPAGNOLO AUTORE DEL CELEBRE DETECTIVE ‘PEPE CARVALHO’

 

MADRID. = Manuel Vazquez Montalban, 64.enne scrittore spagnolo di fama internazionale, è morto alle 18 di ieri, all’aeroporto di Bangkok per un attacco di cuore. È stata la compagnia aerea Thai a dare l’annuncio all’ambasciata spagnola di Bangkok. Lo scrittore veniva da Sydney dove aveva appena concluso un ciclo di conferenze e si trovava nella capitale tailandese per prendere l’aereo che lo avrebbe riportato in Spagna. Manuel Vazquez Montalban era nato nel 1939 a Barcellona da una famiglia operaia comunista. È stato tra i più famosi scrittori della nuova repubblica post – franchista a livello internazionale. Le vicende del suo personaggio più celebre, il detective ‘Pepe Carvalho’, a cui ha dedicato 22 romanzi, sono state tradotte in 24 lingue. Tra il 1962 e il 1963 ha conosciuto l’esperienza del carcere dove è stato rinchiuso e torturato con l’ accusa di sovversivismo comunista. Durante questo periodo ha scritto il suo primo libro, “Rapporto sull’informazione”, dove espone la situazione del giornalismo spagnolo dell’epoca franchista. Il lavoro di giornalista sarà la principale occupazione di Montalban fino a quando, nel 1979, viene premiato da “Planeta” per il romanzo “I mari del sud”: da questo momento in poi inizierà la sua brillante esperienza da scrittore. (M.R.)

 

 

NELLO SRI LANKA I BAMBINI CHE VIVONO NELLE ZONE INTERESSATE DAL CONFLITTO TRA GOVERNO E RIBELLI TAMIL PRESENTANO UN ALLARMANTE LIVELLO

DI DENUTRIZIONE: SECONDO UN’INCHIESTA DEL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE, IL 50 PER CENTO DEI PICCOLI E’ SOTTO–PESO

 

SRI LANKA. = I bambini in età scolare che vivono nelle zone interessate dal conflitto tra governo e ribelli Tamil, nello Sri Lanka, presentano un grave livello di malnutrizione. Il Pam, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa del programma alimentare, ha riferito i dati di una ricerca condotta nelle zone coinvolte nel conflitto iniziato nel 1983 e per il quale, dal gennaio 2002, è stato avviato il processo di pace. Dal rapporto del Pam, un bambino su tre è troppo magro rispetto alla sua altezza ed è cagionevole di salute. Nel nord e nell’est del Paese i livelli di malnutrizione sono almeno il doppio della media nazionale. Il campione preso in esame dai nutrizionisti del Pam quest’estate, è composto da bambini tra i cinque e i sette anni delle regioni settentrionali e orientali: il 30 per cento è malnutrito, il 26 per cento presenta un arresto nello sviluppo della crescita. I bambini sotto peso sono il 50 per cento, delle ragazze solo il 69 per cento riceve il giusto apporto calorico mentre tra i ragazzi solo il  71 per cento si nutre adeguatamente. L’agenzia delle nazioni Unite ha quindi avviato un programma che assicurerà a 27 mila bambini delle scuole elementari di cinque distretti del nord e dell’est, un pasto di metà mattinata a base di riso e zuppa di lenticchie o tortine di soia ad alto contenuto nutrizionale, il tutto accompagnato da verdure. Il Pam conta di estendere questo progetto alimentare il prossimo anno a 150 mila bambini di quasi mille scuole. (M.R.) 

 

 

IN NIGERIA CI SONO 16 MILA MINORI DEL BENIN, USATI COME LAVORATORI

NELLE CAVE DI PIETRA: L’ALLARME LO LANCIA UNA SUORA SALESIANA IMPEGNATA

DA ANNI NELLA LOTTA ALLA VENDITA DI MINORI

 

COTONOU (BENIN). = Lo scorso mercoledì, 74 bambini tra i 4 e i 18 anni, sono stati rimpatriati in Benin dalla Nigeria, vittime del traffico di minori. La notizia è stata data all’agenzia Misna da suor Maria Antonietta Marchese, figlia di Maria Ausiliatrice. La salesiana, da tempo impegnata nell’emergenza della vendita di minori, ha detto che i ragazzi sono ancora ospiti dello “Stadio dell’amicizia” di Cotonou, in attesa di essere accolti nelle strutture adeguate. Il gruppo di giovani restituiti mercoledì lavorava nelle cave di pietra di Abéokuta, un migliaio di chilometri a nord di Lagos. Nella stessa cava lavoravano anche i 116 minori rilasciati lo scorso settembre e ora affidati alla Croce Rossa locale e all’associazione “Terres de hommes” che si stanno occupando del ricongiungimento con le famiglie. Il ministero della Famiglia ha calcolato che i piccoli beninesi presenti in Nigeria sono 16 mila. Suor Marchesa ha dichiarato che la riunione fissata per lo scorso giovedì tra gli organismi che si occupano del traffico di minori è saltata. Mancano ancora conferme, invece, riguardo alla notizia che la Nigeria ospiterebbe a dicembre una riunione dei Paesi dell’ex Commonwealth o di lingua anglofona. Sembrerebbe che per quella data il governo nigeriano si voglia presentare “pulito”, rimpatriando, quindi, i bambini – schiavi. L’iniquo fenomeno, però, non sembra arginarsi: tutti i giorni numerosi minori sfuggono ai propri tutori per andare a chiedere rifugio dalle salesiane o in altre strutture. (M.R.)

 

 

NELLA DIOCESI DI MOSHI, IN TANZANIA, IL 16 OTTOBRE, GIORNO D’INIZIO

DEL SEMINARIO MISSIONARIO, SONO RIECHEGGIATE LE PAROLE CHE IL PAPA

PRONUNCIO’ IN LINGUA SWAHILI NEL 1990 QUANDO VISITO’ IL PAESE AFRICANO

 

MOSHI (TANZANIA). = Il 16 ottobre, all’inizio del Seminario Missionario tenutosi nella diocesi di Moshi, in Tanzania, in occasione dei 25 anni di Pontificato di Giovanni Paolo II, sono risuonate le parole che il Papa pronunciò in lingua “swahili” il 5 settembre 1990, in occasione della sua visita: “È ora il vostro turno di essere testimoni di Cristo nella diocesi di Moshi, in Tanzania, nel continente africano, fino ai confini della terra”. Padre Joseph G. Healey, dell’Associazione dei Superiori Religiosi della Tanzania,  ha spiegato che il seminario è stato coordinato dall’organizzazione che riunisce i religiosi della di diocesi di Moshi, dal Comitato per la consapevolezza missionaria e dalla stessa Associazione di cui fa parte. Vi hanno partecipato 145 persone, la maggior parte delle quali religiosi e religiose africani. Un altro convegno missionario è previsto per il 20 e il 21 ottobre prossimi, presso il Seminario Missionario Spiritano di Njiro, nella arcidiocesi tanzaniana di Arusha. Parrocchie e comunità religiose della stessa arcidiocesi e della diocesi di Moshi celebreranno insieme, domani 19 ottobre, la Giornata Missionaria Mondiale con canti, danze e arricchiranno la festa con la lettura del messaggio del Papa per la giornata. In  conclusione dell’ Anno del Rosario, ci sarà una  speciale recita della preghiera mariana. (M.R.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

18 ottobre 2003

 

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

Improvviso cambio al vertice in Bolivia. In seguito ad una fortissima pressione popolare, si è infatti dimesso il presidente Gonzalo Sanchez de Lozada. A prendere il suo posto è stato Carlos Mesa, già vice del presidente, che guiderà ora quello che egli stesso ha definito un “governo di transizione storico”. Mesa ha sostenuto ieri sera davanti al Congresso riunito a La Paz che realizzerà ''un referendum vincolante'' sul futuro del gas e applicherà i meccanismi costituzionali di una assemblea costituente.

 

Non c’è tregua per l’Iraq, neppure dopo l’approvazione all’Onu della risoluzione americana sul futuro del Paese del Golfo. Mentre il presidente Bush è arrivato oggi nelle Filippine, nuove vittime americane e irachene sono da registrare in diversi, sanguinosi scontri. Sentiamo Paolo Mastrolilli:

 

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L’incidente più grave è avvenuto nella città sacra di Karbala dove è scoppiata una vera battaglia, durata 12 ore, tra una pattuglia di soldati americani, poliziotti iracheni e la milizia fedele ad un leader religioso sciita. Nello scontro sono morti tre militari degli Stati Uniti, due agenti locali e 12 sono rimasti feriti. Il secondo attacco è avvenuto a Baghdad con una bomba che ha ucciso un soldato americano e ne ha feriti due. Il presidente Bush, lasciando il Giappone, dopo la prima sosta di un viaggio nell’area del Pacifico, ha ringraziato Tokyo per l’offerta da un miliardo e mezzo di dollari destinati all’Iraq; ma intanto, a Washington, ha subito uno sgambetto dal Senato che ha approvato la sua richiesta per 87 miliardi di dollari, ma ha trasformato in prestito 10 dei 20 miliardi per la ricostruzione. Ciò significa che il futuro governo iracheno dovrà restituirli aumentando il debito già pesante dello Stato e lanciando un segnale negativo in vista della Conferenza dei Paesi donatori prevista a Madrid il 23 ottobre.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Ed il presidente Bush, giunto nelle Filippine, ha promesso di lavorare con le nazioni del sud est asiatico per annientare la rete internazionale terroristica della Jemaah Islamiah. “Il mio governo e il vostro - ha detto davanti al parlamento di Manila riunito in sessione straordinaria - perseguiranno un obiettivo  comune: tradurremo in giustizia Abu Sayyaf”. Mentre il capo della Casa Bianca parlava, cinque deputati della sinistra hanno lasciato l'aula dopo aver cercato di issare una bandiera pacifista. Tra i cinque si trovava Satur Ocampo, un ex leader della guerriglia comunista filippina.

 

L’Iran rassicura la comunità internazionale circa le sue potenzialità in campo atomico. Ieri, al vertice dell’Organizzazione della conferenza islamica a Putrajaya, in Malaysia, il presidente iraniano, Mohammad Khatami, non ha escluso che il suo Paese possa firmare a breve il protocollo sul nucleare. Khatami, in una conferenza stampa a margine dell’incontro, ha assicurato anche che l’Iran non fabbricherà armamenti non convenzionali. Ma che significato dare alle dichiarazioni del presidente di Teheran? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Anmad Rafat, giornalista iraniano in Italia:

 

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R. - Quello che c’è di nuovo è la disponibilità dell’Iran a firmare il protocollo aggiuntivo del Trattato di non proliferazione nucleare. Questo potrebbe però provocare uno scontro politico all’interno del Paese, anche perché in Iran non è chiaro quale sia l’organo che deve decidere l’adesione ad un Trattato internazionale.

 

D. – La preoccupazione della Comunità internazionale era mirata sul fatto che l’Iran potesse essere il prossimo obiettivo delle truppe americane …

 

R. – L’Iran teme un intervento delle truppe americane, ma soprattutto, la sua preoccupazione riguardava i suoi rapporti con l’Unione Europea, perché anche l’Unione Europea aveva espresso la sua profonda preoccupazione per i programmi nucleari dell’Iran, ed in vari vertici aveva criticato e chiesto all’Iran di chiarire la sua posizione. L’Iran considera l’Europa il suo principale partner, pertanto credo che la pressione europea sia stata ancor più decisiva rispetto alla minaccia americana di invadere l’Iran.

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Non c’è pace per il Medio Oriente. All’alba di oggi l’esercito israeliano ha compiuto una nuova incursione a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, sarebbero rimasti uccisi dai colpi di mortaio due attivisti del movimento integralista di Hamas e una donna di 33 anni. L'operazione militare israeliana nella zona era iniziata la scorsa settimana e puntava a rintracciare e distruggere una serie di tunnel sotterranei che sarebbero stati utilizzati per il contrabbando di armi.

 

Vertice europeo di Bruxelles chiusosi senza grossi risultati. I capi di Stato e di Governo hanno deciso di puntare su riforme strutturali, investimenti e grandi infrastrutture per ridare solidità al rilancio economico. Promossa, invece, l'iniziativa per la crescita continentale; passati in carrellata i delicati temi delle pensioni, della futura costituzione europea, dell'immigrazione, del Medio oriente, oltre che della difesa comune.

 

I carabinieri di Lampedusa e Agrigento hanno arrestato il timoniere dell'imbarcazione naufragata ieri a largo di Lampedusa. L' uomo, che dice di essere somalo, è accusato di omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo i carabinieri, dal racconto dei superstiti, oltre alla donna trovata cadavere in acqua, gli altri dispersi sarebbero tre bambini sotto i 12 anni, appartenenti ad uno stesso nucleo familiare. In un primo momento si era parlato di 7 annegati: 4 adulti e 3 minorenni. Intanto le cattive condizioni del mare rendono difficile questa mattina il proseguimento delle ricerche dei dispersi.  In totale sono 25 i clandestini somali tratti in salvo.

 

Svizzera alle urne. Domani circa 4,6 milioni di elettori sono chiamati a rinnovare le due camere dell’Assemblea federale: il Consiglio nazionale, eletto secondo il sistema proporzionale, e il Consiglio degli Stati o Senato per il quale vige il sistema maggioritario. Secondo i sondaggi, la tornata potrebbe essere vinta dalla destra antieuropea. Mario Martelli:

 

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I candidati sono in totale 2836 per il Consiglio nazionale e 110 per quello degli Stati. Per il primo sono da segnare 194 seggi in 20 Cantoni con lo scrutinio a sistema proporzionale, in quanto, per altri sei seggi, si vota con il sistema maggioritario. Per il secondo, 6 seggi su 46 sono già stati attribuiti. Tra i candidati al nuovo Parlamento federale le donne sono circa la metà degli uomini. I Partiti in lizza sono numerosi, ma la contesa principale risulta tra Partito socialista ed Unione democratica di centro. Da segnalare, infine, che per la prima volta potranno votare, nel Cantone di Neuchâtel, anche gli stranieri sulla base di una legge locale.

 

Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.

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Urne già aperte, invece, in Swaziland per eleggere i nuovi deputati della Camera Bassa. Il regno, confinante con il Mozambico e l’Africa del Sud, ha un parlamento composto da 65 seggi, di cui 10 di nomina monarchica. Il re, Mswati III, è a capo dell’ultima monarchia assoluta presente nel continente africano.

 

E’ tornata la calma a Baku, in Azerbaijan. Ad assicurarlo è stato ieri sera il neo presidente eletto Aliev, dopo gli scontri di piazza che hanno causato almeno un morto e decine di feriti tra i manifestanti che denunciavano brogli nelle consultazioni. Ma l’affermazione del figlio del capo di Stato uscente Gheidar Aliev appare come una costante nei sistemi politici delle ex Repubbliche sovietiche dell’Asia centrale.

 

E' decollata questa mattina la navetta spaziale Soyuz Tma-3 con a bordo lo spagnolo Pedro Duque, l'americano Michael Foale e il russo Alexandre Galeri. Dovrà raggiungere la stazione spaziale Iss. Il lancio è avvenuto nel cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan.

 

 

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