RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 290 - Testo della Trasmissione di venerdì 17 ottobre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro oltre 80 mila persone, i presidenti Ciampi e Kwasniewski, delegazioni ufficiali di vari Paesi e rappresentanti dei movimenti ecclesiali, ieri pomeriggio, per i 25 anni del Pontificato

 

 Illustrata stamani in Sala Stampa vaticana l’Esortazione Apostolica “Pastores gregis” sul ruolo dei vescovi. Uno sguardo al magistero dottrinale del Papa. Con noi, l’arcivescovo Angelo Amato

 

 Nominato dal Santo Padre il nuovo vicegerente della diocesi di Roma.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

 

Costruire la comunità per distruggere la miseria: è il tema dell’odierna Giornata mondiale di lotta alla povertà. Ai nostri microfoni, Claudio Calvaruso

 

 La vita di Madre Teresa di Calcutta, prossima Beata, in un musical al teatro Brancaccio di Roma. Una testimonianza della protagonista, Giada Nobile.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Caritas della Bolivia in prima linea, col sostegno della Caritas italiana, per aiutare la popolazione in grave difficoltà dopo gli scontri di questi giorni.

 

La Chiesa ugandese si schiera per impedire il terzo mandato presidenziale al capo di Stato Yoweri Museveni

 

Nella Giornata mondiale per la lotta alla povertà nascono le “Stazioni della solidarietà”

 

Proseguono i preparativi per il secondo Congresso missionario americano

 

24 ORE NEL MONDO:

 Il premier israeliano Sharon torna sui propri passi e si dichiara contrario all’espulsione di Arafat

 

 Nuovi attentati antiamericani in Iraq, mentre il Consiglio di Sicurezza approva la risoluzione americana

 

 L’Iran pronto ad aderire al protocollo sul nucleare.

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 ottobre 2003

 

 

“AIUTATE IL PAPA A SERVIRE L’UOMO E L’UMANITA!”

OLTRE 80 MILA FEDELI SI SONO STRETTI ATTORNO A GIOVANNI PAOLO II

NELLA CELEBRAZIONE DEL SUO GIUBILEO PONTIFICIO

IERI SERA IN PIAZZA SAN PIETRO.

IN FESTA LE COMUNITA’ ECCLESIALI DI TUTTO IL MONDO

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

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“Venticinque anni fa ho sperimentato in modo particolare la divina misericordia”. Venticinque anni dopo, “pur consapevole della mia umana fragilità”, tengo lo sguardo su Cristo “che mi incoraggia (…) e mi invita ad assumere le responsabilità che Lui stesso mi ha affidato”. Da una Piazza San Pietro illuminata e decorata ad arte con 43 mila fiori, davanti ai 149 cardinali presenti alla celebrazione e agli oltre 80 mila fedeli stipati nel colonnato, le parole del Papa sono arrivate direttamente nelle case e nei cuori dei milioni di telespettatori, collegati in diretta mondovisione attraverso una cinquantina di emittenti internazionali. Durante la Messa solenne del giubileo pontificio, iniziata ieri sera alle 18 e conclusasi alle 20, Giovanni Paolo II ha rivissuto, quasi negli stessi minuti del 1978, gli istanti che lo videro presentarsi alla Chiesa e al mondo come il “Papa sconosciuto”. Ma se la sorpresa dell’esordio è ormai un aneddoto del pontificato, la simpatia di quei primi istanti si è trasformata nell’affetto senza confini del quale il Papa è fatto ormai segno da lunghi anni. Un affetto testimoniato dal nutrito numero di messaggi augurali giunti in Vaticano da ogni parte del pianeta. Numerose anche le autorità civili sedute nelle prime file: 19 delegazioni ufficiali - dal Guatemala al Kazakhstan, passando per molti Paesi europei – che hanno voluto rendere omaggio al Pontefice e alla sua volontà di proseguire nella sua missione di “servire l’uomo e l’umanità intera”, attraverso l’annuncio del Vangelo. Riviviamo allora i momenti salienti dell’evento di ieri nel servizio di Adriana Masotti:

 

 (canto)

 

“La celebrazione è iniziata con l’indirizzo di omaggio al Papa del cardinale decano, Joseph Ratzinger: ‘In questi 25 anni – ha detto – Lei ha girato instancabilmente il mondo, non solo per portare agli uomini il Vangelo al di là di ogni confine geografico; Lei ha attraversato anche i continenti dello spirito, spesso lontani l'uno dall'altro e contrapposti, per rendere vicini gli estranei, amici i lontani, e per dare spazio nel mondo alla pace di Cristo. Ha annunciato la volontà di Dio senza timore, anche dove essa è in contrasto con ciò che pensano e vogliono gli uomini’.

 

Possiamo constatare oggi come Lei si sia messo con tutto se stesso a servizio del Vangelo e si sia lasciato consumare. Nella Sua vita la parola ‘croce’ non è solo una parola. ... Santo Padre oggi tutta la Chiesa La ringrazia per il servizio da Lei reso in 25 anni, La ringraziano anche tante sorelle e fratelli non cattolici, uomini di buona volontà di altre religioni e convinzioni.

 

Dopo le letture e la proclamazione del Vangelo, l’omelia del Papa: una testimonianza forte, quella resa da Giovanni Paolo II, all’amore di Dio per la sua persona e per tutta l’umanità e una dichiarazione intensa d’amore per Dio. “Venticinque anni fa - ha esordito Giovanni Paolo II - ho sperimentato in modo particolare la divina misericordia. Sentivo nella mia anima l’eco della domanda rivolta allora a Pietro: ‘Mi ami tu? Mi ami più di costoro?’ Come potevo umanamente parlando, non trepidare? E’ stato necessario ricorrere alla divina misericordia perché alla domanda: ‘Accetti?’, potessi rispondere con fiducia accetto”. Il Papa ha poi confidato:

 

Ogni giorno si svolge all’interno del mio cuore lo stesso dialogo tra Gesù e Pietro. Nello spirito, fisso lo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli, pur consapevole della mia umana fragilità, mi incoraggia a rispondere con fiducia come Pietro: ‘Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo’. E poi mi invita ad assumere le responsabilità che Lui stesso mi ha affidato.

 

Lasciando proseguire al sostituto mons. Leonardo Sandri la lettura del testo Giovanni Paolo II ha quindi ripercorso la sua missione: “Sin dall’inizio del mio pontificato ( …) non ho mai cessato di esortare: ‘Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà’. Ripeto oggi con forza: ‘Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!’.

 

 Profonda la gratitudine del Papa prima di tutto verso Dio e poi verso quanti, in questi anni, hanno sostenuto il suo difficile cammino: ‘Vi prego, carissimi fratelli e sorelle, non interrompete questa grande opera d’amore per il Successore di Pietro. Ve lo chiedo ancora una volta: aiutate il Papa, e quanti vogliono servire Cristo, a servire l’uomo e l’umanità intera!’.

 

Giovanni Paolo II ha poi concluso rivolgendo a Cristo una preghiera di affidamento del suo intero pontificato e di se stesso:

 

Pastore Supremo, resta in mezzo a noi, perché possiamo con Te procedere sicuri, verso la casa del Padre. Amen.

 

Al termine della Messa il Papa ha voluto ringraziare tutti coloro che stanno partecipando a Roma e nel mondo ai festeggiamenti per il suo giubileo. Ha salutato in particolare il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e la moglie Franca, poi il presidente polacco, Aleksander Kwasniewski, anche lui accompagnato dalla consorte; e ancora una volta, tutti coloro che, da tante parti della terra, sostengono il suo quotidiano ministero apostolico con la preghiera e con l'offerta della loro sofferenza”.

 

(canto)

 

In questa festa di luci e colori, di suoni ed emozioni, dunque, migliaia di fedeli hanno seguito la solenne Messa di ringraziamento per i 25 anni di pontificato. Ma in tanti, tantissimi già dal primo pomeriggio si erano radunati in Piazza San Pietro. Alessandro Gisotti ha raccolto alcune testimonianze tra i fedeli, venuti da tutto il mondo per dire “grazie” a Papa Wojtyla:

 

R. – Mi ricordo il primo giorno, quando si è affacciato alla Loggia: ‘Non abbiate paura!’. Aveva una bella voce, era straordinario. Tanta gratitudine per tutto quello che ha fatto per la Chiesa ... Non ho parole ...

 

R. – Anche nella malattia, nella sofferenza, l’esempio che ci sta dando è quello di vivere appieno la Croce.

 

D. – Da parte di un giovane, qual è il ‘grazie’ a questo Pontefice?

 

R. – Il ‘grazie’ di averci dato dei grandi momenti di pace, di serenità, di fede ... Crediamo molto in questo Papa e vogliamo che continui la sua opera fino all’ultimo.

 

R. – E’ una figura molto, molto importante, con il suo messaggio di pace. Mi ha dato tutto quello che io come giovane voglio dalla vita!

 

R. – Veniamo dal Centroamerica e facciamo i nostri auguri al Papa per i 25 anni di guida della Chiesa. Anche noi in Centroamerica sentiamo che il Papa ci è molto vicino.

 

R. – Sono emozionata perché 25 anni fa noi stavamo qui, quando è diventato Papa.

 

D. – Quindi, 25 anni dopo ancora qui, ancora grande emozione ... forse anche di più?

 

R. – Sì, forse di più. Quando lo vedo mi commuovo proprio!

 

D. – Da dove venite?

 

R. – Dal Congo Brazzaville.

 

D. – Qual è l’augurio che volete fare al Papa?

 

R. – Un saluto. Un saluto solo.

 

D. – Con quali sentimenti siete qui, oggi?

 

R. – Con gioia e con gratitudine!

 

R. – Oggi sono sacerdote, è bello dire che oltre a Cristo ho anche un’immagine umana che posso seguire. Questa immagine si chiama Giovanni Paolo II.

 

D. – Qual è l’augurio che volete fare al Papa?

 

R. – Di avere cura di se stesso e di mantenersi in forma.

 

R. – Di vivere a lungo.

 

D. – La cosa più bella che vi ha dato il Papa?

 

R. – La pace, la gioia ...

 

R. – L’amore per il prossimo.

 

Alle 17,15 di ieri, l’ora ricordata da Giovanni Paolo II della sua elezione in Conclave, le campane di tutte le chiese polacche hanno suonato a distesa in segno di festa. E’ forse questo il simbolo del grande entusiasmo che ieri ha attraversato l’Europa da est a ovest, in ricordo dei 25 anni di pontificato del Papa. Ma in tutti i continenti il nome del Pontefice è stato variamente evocato. Iniziamo dall’Africa - dal continente delle “guerre dimenticate” e della miseria endemica ma anche dei ripetuti appelli solidali di Giovanni Paolo II – la carrellata di servizi che descrivono gli echi suscitati, nelle comunità ecclesiali locali come sui media, dal traguardo storico e spirituale raggiunto dal Papa.

 

“Giovanni Paolo II è ricordato da molti africani per essere stato il primo Papa della storia a visitare i loro Paesi, ed è stata proprio questa memoria del passato, quella che alcuni notiziari radiofonici e televisivi continentali hanno valorizzato nel dare la notizia del 25.mo di Pontificato, celebrato ieri sera solennemente in Piazza San Pietro. Una memoria storica per alcuni Paesi remota - come nel caso dell’ex-Zaire – e per altri meno lontana nel tempo, come per il Kenya, visitato per ben tre volte dal Papa. L’impressione generale, sfogliando i giornali, è stata che la notizia sia passata nella stragrande maggioranza dei casi, sulle pagine estere dei quotidiani, anche se l’attenzione è stata più rivolta alle condizioni di salute dell’anziano Pontefice, e soprattutto all’imminente beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, come nel caso del “Daily Nation” di Nairobi. Roma è geograficamente lontana, ma vicina nella fede di tante comunità cattoliche: ed è questo il messaggio forte lanciato dalle pubblicazioni diocesane, che hanno espresso grande apprezzamento per il ministero petrino svolto da Giovanni Paolo II.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese”.

 

         Dall’Africa all’America Latina. Proprio dal Messico e dalle terre toccate da Colombo iniziò, il primo febbraio 1979, l’avventura apostolica del Pontefice, che lo avrebbe portato, nei 102 viaggi internazionali compiuti finora, a divenire il primo Successore di Pietro ad aver raggiunto gli angoli più sperduti della terra. Viva, dunque, è stata tra le popolazioni sudamericane la partecipazione a distanza all’evento che ieri si celebrava in Piazza San Pietro:

 

“Dopo aver ricordato che “abbiamo avuto la grazia di meritarci le ripetute visite pontificie”, il presidente brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva, in visita di Stato a Buenos Aires, ha inviato al Papa un messaggio che si chiude con un’invocazione a Dio affinché conservi a lungo la sua salute. In Messico, milioni di fedeli si sono raccolti per tutta la giornata nelle oltre cento diocesi e arcidiocesi delle 15 regioni del Paese, in un’unica intensa preghiera per rafforzare il pontificato di Giovanni Paolo II durante l’attuale, difficile fase. Anche in Cile e in Argentina, infine, la società, la stampa e la Chiesa hanno concesso grande attenzione all’anniversario papale. L’arcivescovo argentino di Resistencia, mons. Carmelo Juan Giaquinta, ha ricordato “il debito di infinita gratitudine che abbiamo con lui, perché pochi giorni dopo la sua elezione, con un opportuno intervento, Giovanni Paolo II ci liberò dai rischi di una guerra atroce con la Repubblica sorella del Cile, per il controllo del Canale di Beagle”.

 

Da Buenos Aires, Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana”.

 

Qualche latitudine più a nord, i media americani hanno celebrato con grande dovizia di approfondimenti l’anniversario giubilare di Giovanni Paolo II. E lo hanno fatto mettendo in risalto le strette connessioni tra il pontificato e il periodo storico nel quale si è sviluppato.

 

“Un gran numero di editoriali e inchieste, stampate e televisive, hanno ricordato agli americani l’anniversario di Giovanni Paolo II. Gli ‘speciali’ sono cominciati tre giorni fa e continueranno con analisi e commenti per tutta la giornata di oggi. Il tono è generalmente celebrativo, anche se non mancano i sentimenti contrastanti. Ma la cronaca dei festeggiamenti in Vaticano, che ha avuto ampia copertura da parte dei media americani, è stata segnata comunque dal fascino che la figura del Papa polacco suscita indubbiamente da questa parte dell’Atlantico. Persino un giornale liberal e non certo cattolico come il New York Times, che non ha mai risparmiato critiche alla Chiesa, ha definito in un editoriale Giovanni Paolo II ‘un gigante di quest’era’. ‘Il Papa - scrive il giornale - è più grande del Nobel per la Pace e non ha bisogno di quel riconoscimento’. E poi: ‘Quando la storia guarderà indietro – si legge ancora – Papa Giovanni Paolo II sarà riconosciuto come uno degli individui che hanno fatto di più per porre democrazia e libertà a servizio dei più alti obiettivi umani’.

 

La ricorrenza ha offerto anche lo spunto per riflessioni sulla figura storica di Giovanni Paolo II e sul suo insegnamento. In qualche caso ha riaperto anche il dibattito sugli scandali per gli abusi sessuali da parte di preti che hanno macchiato la Chiesa americana lo scorso anno. L’occasione ha anche dato spunto a considerazioni più ampie sulla Chiesa e la sua storia. “La Chiesa cattolica romana negli Usa è ad un bivio”, ha scritto lo studioso cattolico Peter Steinfels, molto intervistato in questi giorni. Accennava alle scelte morali a cui i cattolici moderni sono chiamati, ma anche al segno indelebile che un quarto di secolo di pontificato ha lasciato, e con il quale 65 milioni di cattolici americani devono confrontarsi.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana”.

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In occasione del XXV Pontificato di Giovanni Paolo II, si terrà questa sera alle 18.00, in Aula Paolo VI, un concerto dell’orchestra sinfonica e del Coro del Mitteldeutscher Rundfunk, diretti dal maestro Howard Arman. Alla presenza del Santo Padre, sarà eseguita la Sinfonia n.9 in Re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven per solisti, coro e orchestra. La manifestazione sarà aperta con l’esecuzione dell’Inno Pontificio, su musica di Charles Gounod, cui farà seguito l’indirizzo di omaggio al Santo Padre del cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio Cardinalizio. Al termine del concerto il Santo Padre rivolgerà la sua parola ai presenti.

 

Il concerto sarà trasmesso dalla Radio Vaticana in diretta dalle ore 18.00, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz, con il commento in italiano.

 

 

ILLUSTRATA QUESTA MATTINA NELLA SALA STAMPA VATICANA

L’ESORTAZIONE APOSTOLICA PASTORES GREGIS, FIRMATA E PROMULGATA IERI.

 UNO SGUARDO AL MAGISTERO DOTTRINALE DEL PAPA

DURANTE I 25 ANNI DI PONTIFICATO:

CON NOI L’ARCIVESCOVO ANGELO AMATO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Anche se pubblicato ieri, la presentazione del documento ha riscosso notevole interesse da parte degli operatori dei mass media, vista la loro nutrita presenza in Sala Stampa, circa un centinaio fra giornalisti e cineoperatori. Il cardinale Jan Schotte ha illustrato, nella sua qualità di segretario generale del Sinodo dei vescovi, la genesi dell’assemblea sinodale, svoltasi dal 27 settembre al 26 ottobre del 2001. Si trattò della decima assemblea generale ordinaria, mentre vi sono stati in totale 20 assemblee sinodali, e cioè altre due assemblee generali straordinarie e otto assemblee speciali, nei 35 anni dall’istituzione del Sinodo, voluta da Paolo VI.

 

Il porporato ha fatto cenno altresì all’importanza di questo documento che viene a completare la trattazione a livello sinodale delle varie categorie del Popolo di Dio. E infatti abbiamo avuto un Sinodo sulla famiglia, uno sui laici, uno sui sacerdoti, e uno sui religiosi. Quindi ultimo quello sui vescovi. Dopo che il cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, in Argentina, che fu relatore aggiunto al Sinodo, ne ha compendiato il contenuto, l’interesse dei giornalisti si è appuntato soprattutto sulle sfide per i vescovi ai giorni di oggi, argomento svolto nell’ultima parte del documento. Con i due porporati, Schotte e Bergoglio, era anche il vescovo italiano di Oria, mons. Semeraro, che fu segretario speciale all’assemblea sinodale.

 

Uno sguardo ora al magistero dottrinale di Giovanni Paolo II durante il suo pontificato. Il Santo Padre, in questi 25 anni, si è manifestato un grande maestro di fede ed un solerte educatore alla fede della Chiesa, alla quale ha offerto 14 Encicliche, 14 Esortazioni apostoliche compresa quella di ieri, 38 Lettere apostoliche, 18 Motu proprio, 9 Costituzioni apostoliche e poi, non ultime, le catechesi del mercoledì.

 

Un richiamo alle encicliche. Abbiamo anzitutto un trittico trinitario: la Redemptor Hominis, la Dives in Misericordia, la Dominum et vivificantem, che riguardano rispettivamente il mistero di Gesù Cristo, il mistero di Dio Padre, il mistero dello Spirito Santo. Poi abbiamo anche un interessante attualissimo trittico sociale con le encicliche: Laborem exercens, Solicitudo rei socialis, Centesimus annus. Abbiamo due encicliche morali importanti: Veritatis splendor, di cui proprio quest’anno ricorre il 10.mo anniversario, e l’Evangelium vitae. Abbiamo l’enciclica mariana Redemptoris Mater, su Maria Mediatrice. Abbiamo un’enciclica missionaria, la Redemptoris missio, del 1990: in realtà questa Enciclica ha una grande valenza dottrinale perché sottolinea l’universalità salvifica del mistero di Cristo e della Chiesa, proprio per dare alla missione il suo centro propulsore che è l’annuncio del Vangelo di Gesù. Abbiamo la Slavorum apostoli, sui compatroni d’Europa Cirillo e Metodio; l’Ut unum sint, enciclica ecumenica; la Fides et ratio, sull’armonia tra fede e ragione, le due ali che incedono verso la verità, ed infine, l’ultima, l’Ecclesia de Eucharistia, che è un incoraggiamento alla Chiesa e a tutti i fedeli a vivere di Eucaristia e a testimoniare il mistero eucaristico.

 

Fra le 14 Esortazioni apostoliche, va sottolineata la prima, la Catechesi tradendae, sull’impegno catechetico e catechistico della Chiesa nel mondo contemporaneo. Abbiamo anche l’Esortazione apostolica sui laici, la Christifideles laici, l’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis, sulla formazione dei sacerdoti, e poi un’altra bella Esortazione post-sinodale sulla vita consacrata, Vita consacrata. L’ultima, di ieri, Pastores Gregis, riguarda i vescovi. Sono importanti anche le Esortazioni apostoliche cosiddette continentali: l’Ecclesia in Africa, l’Ecclesia in America, l’Ecclesia in Asia, l’Ecclesia in Oceania, l’Ecclesia in Europa e l’odierna Pastores gregis.

 

Tra le Lettere apostoliche, che sono ben 38, ricordiamo quella per l’Anno del Rosario, la Rosarium Virginis Mariae, sul Santo Rosario, del 16 ottobre 2002, con l’inclusione dei 5 misteri della Luce.

 

Tra i Motu Proprio, che sono 18, va ricordato l’ultimo, Misericordia Dei, del 2 maggio 2002, su alcuni aspetti della celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

 

Tra le 9 Costituzioni apostoliche sono note soprattutto la Sapientia christiana sulle università e facoltà ecclesiastiche, la Pastor Bonus sulla Curia romana, e poi quella con cui Giovanni Paolo II ha promulgato il nuovo Codice di diritto canonico ed altre, ad esempio la Fidei  depositum del 1992 con cui il Papa ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica.

 

Ma quale è stata la linea dottrinale del Santo Padre in questi 25 anni? Lo abbiamo chiesto all’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede:

 

“Gli studiosi della figura e della dottrina del Santo Padre riconducono tutto il suo magistero a una linea cristocentrico-trinitaria. Il magistero del Santo Padre punta, si fonda e si sviluppa proprio nel mistero di Cristo, il quale mistero ci rivela il mistero trinitario, il mistero della comunione trinitaria e ci rivela anche il mistero dell’umanità. La linea dottrinale portante del magistero di Giovanni Paolo II è proprio il cristocentrismo trinitario che ha almeno un triplice significato: anzitutto significa che Gesù Cristo è il maestro che illumina con la sua dottrina e che salva con il suo mistero di redenzione; in secondo luogo cristocentrismo trinitario significa che è Gesù l’oggetto dell’annuncio della Chiesa e della catechesi cristiana, per cui il contenuto della dottrina cristiana è Gesù Cristo, Colui che rivela il mistero di Dio Trinità e che rivela all’uomo il mistero stesso del suo essere in tutta la sua dignità. Un terzo ed ultimo aspetto di questo cristocentrismo trinitario è quello di ricondurre la morale cristiana alla sua fonte e al suo fondamento che è Gesù Cristo”.

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UDIENZE DI OGGI. NOMINE: VICEGERENTE A ROMA E ARCIVESCOVO A NAGASAKI

 

Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto il presidente della Repubblica di Polonia Aleksander Kwasniewski, con la consorte e il seguito. Gli illustri ospiti polacchi, insieme ad altri connazionali, hanno partecipato ieri pomeriggio alla solenne celebrazione presieduta da Giovanni Paolo II sul sagrato della Basilica Vaticana per il 25.mo del Pontificato.

 

Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto l’arcivescovo di Birmingham, mons. Vincent Gerard Nichols, con il vescovo ausiliare, ed altri cinque presuli della Conferenza Episcopale d’Inghilterra e del Galles, in visita “ad Limina”.

 

Il Pontefice ha nominato vicegerente della diocesi di Roma mons. Luigi Moretti, attuale vescovo ausiliare e prelato segretario del Vicariato, promuovendolo alla dignità arcivescovile. Mons. Luigi Moretti subentra nell’incarico di vicegerente a mons. Cesare Nosiglia, nominato a sua volta lo scorso 6 ottobre vescovo di Vicenza, al posto di mons. Pietro Nonis, dimissionario per limiti di età.

 

Il Papa ha quindi nominato prelato segretario del Vicariato di Roma mons. Mauro Parmeggiani, attuale direttore del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile.

 

In Giappone, il Pontefice ha nominato arcivescovo metropolita di Nagasaki il presule mons. Joseph Mitsuaki Takami, della congregazione di San Sulpizio, finora vescovo ausiliare della stessa sede.

 

E’ infine da segnalare che, in Brasile, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Carolina, presentata dal vescovo mons. Marcelino Correr, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, in conformità alla norma canonica relativa ad “infermità o altra grave causa”. Gli succede un altro presule cappuccino, mons. José Soares Filho, finora vescovo coadiutore della stessa diocesi.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Sul suggestivo sfondo raffigurante la Croce di Cristo ed il Papa che si rivolge ad un'immensa folla di fedeli in devoto ascolto, s'impone - in prima pagina - il titolo “Ti rinnovo, per le mani di Maria, Madre amata, il dono di me stesso, del presente e del futuro”.

16 ottobre 2003: “In Piazza San Pietro l’abbraccio del cuore della Chiesa e del mondo... come quello (16 ottobre 1978) che 25 anni fa dischiuse un orizzonte nuovo”.

Nell’ultima pagina del giornale, la preghiera finale dell’omelia della Santa Messa di ringraziamento nel XXV anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II.

 

Nelle vaticane, il dettagliato resoconto della celebrazione della Santa Messa.

Il testo della dichiarazione rilasciata dall’“Anti-Defamation League” in occasione del XXV di Pontificato di Giovanni Paolo II.

La conferenza stampa di presentazione - con i relativi interventi - dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale “Pastores gregis”.

 

Nelle estere, Iraq: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva all’unanimità la risoluzione degli Stati Uniti.

America Latina: i presidenti di Argentina e Brasile firmano il “Consenso di Buenos Aires”, un patto di solidarietà politica, economica e sociale. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Umberto Santarelli sul libro di Paolo Grossi dal titolo “Prima lezione di diritto”.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo i temi della finanziaria e dell'immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 ottobre 2003

 

 

COSTRUIRE LA COMUNITÀ PER DISTRUGGERE LA MISERIA:

IL TEMA DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DI LOTTA ALLA POVERTÀ,

VOLUTA NEL 1992 DALLE NAZIONI UNITE

- Servizio di Francesca Sabatinelli -

 

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Fame e povertà sono i due volti della medesima tragedia, sostiene il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan. E gli 840 milioni di persone nel mondo che soffrono ancora la fame, di cui si è parlato ieri, fanno parte di quell’esercito ben più vasto di due miliardi e ottocento milioni di poveri, la metà di tutta la popolazione globale, che vive con meno di due dollari al giorno, al di sotto del reddito minimo fissato dalla Banca mondiale come limite della sopravvivenza di un uomo.

 

La giornata di oggi, dal tema: “Costruire la comunità per distruggere la miseria”, vede un susseguirsi di eventi in tutte le più grandi città del mondo, partendo da Parigi, dalla piazza dei diritti umani al Trocadero, laddove si celebrò la prima Giornata mondiale del rifiuto della miseria. Era il 1987, e fu padre Joseph Wresinski, creatore del movimento internazionale ATD Quarto Mondo, ad inaugurare sul sagrato una lapide in onore delle vittime della miseria. E le celebrazioni arriveranno sin negli Stati Uniti, che soltanto lo scorso anno hanno scoperto di avere 34 milioni e mezzo di poveri, 1 milione e 700 mila in più rispetto all’anno prima.

 

Ma chi sono i nuovi poveri? In Italia così come però in molte parti del resto del mondo, il nuovo fenomeno, spiegano alcuni sociologi, è quello della povertà economica che colpisce famiglie considerate normali, completamente estranee alla povertà, che restano senza soldi, emarginate, senza aiuto. E i fattori sono molti: si va dalla scarsa sicurezza sociale, alla precarietà del lavoro, ad una cultura legata al consumo, e di qui all’incapacità di risparmiare. Ascoltiamo Claudio Calvaruso, presidente di ATD Quarto Mondo Italia:

 

R. – Abbiamo delle indicazioni che vanno più verso un aumento della miseria che non verso una sua diminuzione, anche a causa di alcune guerre più recenti, e certamente il fenomeno non è sotto controllo. Il problema a nostro avviso è quello di un modello di sviluppo che continua a pensare di contrastare la miseria come se la miseria fosse qualcosa di altro rispetto ad una società, ad una comunità, e che quindi predispone dei piani ‘per’ e mai dei piani ‘con’. Una chiave diversa per interpretare oggi la lotta contro la povertà sarebbe quella di fare questa lotta insieme ai poveri e non fare questa lotta soltanto per i poveri. Il messaggio di quest’anno, “Costruire una comunità”, è proprio questo: cerchiamo di adottare un’attitudine, una strategia diversa, pensiamo ad una lotta contro la povertà con i poveri protagonisti.

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IN OCCASIONE DELLA PROSSIMA BEATIFICAZIONE DI MADRE TERESA SI SUSSEGUONO

LE INIZIATIVE PER CELEBRARE LA SUORA ALBANESE:

AL TEATRO BRANCACCIO DI ROMA  È IN SCENA UN MUSICAL CHE RIPERCORRE LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA SUA VITA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

Iniziano oggi, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, i diversi momenti di preghiera promossi dalle Missionarie della Carità alla vigilia della beatificazione della loro fondatrice, Madre Teresa di Calcutta. Gli incontri sono incentrati sulle parole “Vieni, sii la mia luce” rivolte dal Signore alla religiosa nel 1946. Sul tema “Irradiare la luce di Cristo: una chiamata alla Santità” si sono svolte, stamani, liturgie eucaristiche in inglese e spagnolo e stasera, alle ore 19, si terrà la cerimonia presieduta dal vicario generale del Santo Padre per la Città del Vaticano, mons. Francesco Marchisano. Sulla straordinaria figura della piccola suora albanese è inoltre incentrato il musical “Madre Teresa”, in programma al teatro Brancaccio di Roma fino al prossimo 19 ottobre. Su questo spettacolo ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco.

 

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E’ la storia di Madre Teresa di Calcutta raccontata in musica ed in prosa attraverso i pensieri e le preghiere della suora albanese dal sari bianco bordato di blu. Il Musical portato sul palcoscenico del Brancaccio dalla compagnia di Michele Paulicelli, l’autore di ‘Forza venite gente’, lo storico spettacolo su San Francesco, comincia con la partenza di Madre Teresa da Loreto alla volta di Calcutta. L’entusiasmo, la voglia di dare inizio nel nome di Dio alla sua missione sono subito messi a confronto con le sofferenze di quella regione del mondo da sempre bisognosa di aiuto. Le malattie, la fame, la povertà, i problemi ed i dolori sono i complessi temi interpretati in musica ed in prosa con il chiaro intento di far riflettere. Teresa è rappresentata come un uccellino illuminato dal Signore che distribuisce il suo mangime in un mare di sofferenza incommensurabile. Si ingegna, soffre, prega e lentamente riesce a diffondere amore, fede e speranza per combattere la povertà.

 

Ma cosa significa interpretare Madre Teresa? Le riflessioni di Giada Nobile, l’attrice che veste i suoi panni durante la rappresentazione teatrale.

 

R. – Non è stato facile, fin dall’inizio. Ho sempre cercato di trovare qualcosa che potesse aiutarmi ad immedesimarmi nel personaggio. La prima persona a cui mi sono ispirata è stata mia nonna, con cui ho vissuto tutta la sua vecchiaia. La lentezza dei suoi movimenti, il suo modo di camminare, di mangiare mi aiuta tutte le sere a salire sul palco.

 

D. – Cosa ha portato nella tua vita questa esperienza? In qualche modo ti ha cambiato?

 

R. – Sì, assolutamente. Mi ha portato ad un cambiamento molto forte: alla fede. Sicuramente c’è qualcosa in me di diverso e di speciale, che ho trasmesso anche alla mia famiglia.

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CHIESA E SOCIETA’

17 ottobre 2003

 

 

BOLIVIA: CARITAS NAZIONALE E DIOCESANE IN PRIMA LINEA PER AIUTARE

 LA POPOLAZIONE IN GRAVE DIFFICOLTA’ DOPO GLI SCONTRI DI QUESTI GIORNI.

SOSTEGNO CONCRETO DA PARTE DELLA CARITAS ITALIANA

 PER FAR FRONTE AI BISOGNI PIU’ URGENTI

 

LA PAZ. = Un raggio di luce in mezzo a tanta violenza e disperazione. E’ la chiesa, che in Bolivia – travagliata dagli scontri degli ultimi giorni - ''resta un riferimento morale e continua nella sua opera a sostegno dei più bisognosi". Roberto Barja, Direttore di Caritas Bolivia, ha voluto in questo modo ribadire l'impegno dell'associazione in questo momento di grave crisi, ricordando inoltre come Giovanni Paolo II abbia chiesto una soluzione giusta e dialogata, nel rispetto della legalità, invitando a pregare per la popolazione boliviana, dopo gli ultimi fatti di sangue. ''Per motivi di sicurezza gli uffici della Caritas nazionale sono chiusi - ha aggiunto Wilma Quinteros, responsabile dei Progetti sociali Caritas - ma quelli delle Caritas diocesane continuano il servizio alla popolazione, a La Paz e a El Alto, luogo degli scontri di inizio settimana, soprattutto con la distribuzione di cibo, medicinali e con assistenza sanitaria. Inoltre in tutte le parrocchie si stanno svolgendo preghiere per la pace e veglie''. Aiuti ai feriti negli ospedali e nei centri medici vengono anche dalla Caritas di Cochabamba, come hanno riferito il vescovo, mons. Tito Solari e il direttore Caritas, padre Eugenio Coter. Solidarietà a tutte le vittime degli scontri sociali che insanguinano il Paese latinoamericano è stata infine espressa dalla Caritas Italiana, che ha voluto sottolineare la vicinanza nella preghiera alle famiglie colpite. Assicurato, inoltre,  un sostegno concreto per far fronte ai bisogni più urgenti. (S.S.)

 

 

LA CHIESA UGANDESE SI SCHIERA PER IMPEDIRE IL TERZO MANDATO PRESIDENZIALE

 AL CAPO DI STATO YOWERI MUSEVENI. UNA PRESA DI POSIZIONE PER STARE

ACCANTO AGLI OPPRESSI. L’OCCASIONE DI RIBADIRE LA SUA POSIZIONE E’ STATA

 OFFERTA DAL TRENTESIMO  CONSIGLIO NAZIONALE DEI GIOVANI STUDENTI CATTOLICI

 

KAMPALA. = Padre Lawrence Kanyike, dell’università di Makerere, ha rivolto un invito agli studenti cattolici ugandesi, affinché sostengano l’arcivescovo di Kampala, il cardinale Emmanuel Wamala, nella sua “battaglia” per la democrazia scongiurando il terzo mandato presidenziale del capo di Stato ugandese Yoweri Museveni. L’occasione è stata offerta dal 30esimo consiglio nazionale dei giovani studenti cattolici, svolto si a Kisubi, nei pressi di Entebbe. “Benché il punto di vista del cardinale sia personale – ha riferito padre Kanyike – il suo gregge ha il dovere di appoggiarlo con convinzione. Recentemente il porporato si è pubblicamente opposto alla proposta del governo di eliminare l’attuale limite di due mandati presidenziali: una mossa che, se approvata, spalancherebbe la porta del terzo incarico consecutivo a Museveni, con un ulteriore deficit di democrazia e il rischio di una “presidenza a vita” come accade in altri Stati africani. Davanti ad oltre duecento delegati da tutte le 19 diocesi ugandesi, il sacerdote ha detto che gli esponenti della Chiesa “hanno il dovere di prendere posizione a fianco degli oppressi”.

 

 

NELLA GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALLA POVERTA’ NASCONO

LE “STAZIONI DELLA SOLIDARIETA’”, UNA INIZIATIVA CHE INTENDE

RICHIAMARE L’ATTENZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA SUI TEMI

 DELL’INDIGENZA E DEL DISAGIO SOCIALE

 

MILANO. = In occasione della “Giornata mondiale per la lotta alla povertà”, che si celebra oggi, il Gruppo Ferrovie dello Stato in collaborazione con il Dopolavoro Ferroviario e d'intesa con la Caritas Ambrosiana, hanno lanciato “Le stazioni della solidarieta”, una importante iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di grande spessore, quali la povertà ed il disagio sociale. “Le stazioni della solidarietà”, si è aperta questa mattina con la videoconferenza intitolata “dieci stazioni per un messaggio”. Attraverso il sistema di videocomunicazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, i responsabili delle Caritas Ambrosiana e del DopolavoroFerroviario, rappresentanti delle forze dell'ordine, personalità del mondo politico locale e dell'associazionismo si confronteranno dalle sedi ferroviarie di Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Un modo innovativo per mettere in rete esperienze, risorse e iniziative. (S.S.)

 

 

PROSEGUONO I PREPARATIVI PER IL SECONDO CONGRESSO MISSIONARIO AMERICANO. 158 PARROCCHIE DELL’ARCIDIOCESI DI CITTA’ DEL GUATEMALA HANNO ADERITO ALL’INIZIATIVA. I CONGRESSISTI VERRANNO OSPITATI DA FAMIGLIE

CHE HANNO ORGANIZZATO NUMEROSI  PRESIDI D’ACCOGLIENZA

 

CITTA’ DEL GUATEMALA.= Continua a lavorare a pieno ritmo la macchina organizzativa messa in piedi per il Secondo Congresso Missionario Americano. I responsabili parrocchiali dei servizi ospedalieri stanno mettendo a punto un apposito piano per l’assistenza sanitaria dei partecipanti. Finora hanno aderito 158 parrocchie dell’arcidiocesi di Città del Guatemala. Censiti, inoltre, e messi a disposizione i presidi di accoglienza. “Le famiglie che ospiteranno i congressisti offriranno molto umilmente un servizio prezioso. Lo stesso servizio che intendono offrire a Dio” ha detto il vescovo emerito di Verapaz e membro della Commissione centrale del Cam 2, mons. Gerardo Flores, in occasione della cerimonia eucaristica celebrata per la seconda riunione dei Servitori dei Centri tematici e di servizio. Al termine della cerimonia mons. Flores ha consegnato al gruppo di volontari candele accese, quali simbolo della luce di Cristo, che saranno distribuite anche ai congressisti dal 25 al 30 novembre prossimo.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 ottobre 2003

 

 

- A cura di Giancarlo La Vella -

 

Segnali di dialogo in Medio Oriente. Il premier israeliano, Sharon, rivede la sua posizione sulle sorti del presidente palestinese Arafat, mentre sul terreno, dopo i recenti attentati, continua il controllo dell’esercito dello Stato ebraico. Ci riferisce Graziano Motta:

 

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Le forze di sicurezza israeliane sono ancora sul “chi vive” per la segnalazione di più di 40 attentati terroristici. Ed è la ragione per cui il territorio palestinese di Cisgiordania è stato di nuovo bloccato, mentre in quello di Gaza, dove sono in corso le indagini sull’attentato al convoglio diplomatico degli Stati Uniti, è stata revocata la divisione in tre parti. Sul piano politico e diplomatico, il primo ministro israeliano Sharon ha fatto marcia indietro sulla più volte annunciata intenzione di espellere il presidente palestinese Arafat da Ramallah. In un’intervista al Jerusalem Post il premier sostiene, infatti, che tale eventualità potrebbe causare dei danni ad Israele. In un’altra intervista, ad un giornale tedesco, Sharon ha tuttavia ribadito la determinazione d’Israele di proseguire la costruzione del muro di separazione dai Territori palestinesi. Intanto il vertice dell’Unione Europea, in corso a Bruxelles, ha invece approntato una risoluzione per invocare la demolizione della parte costruita e la sospensione di quella progettata. Inoltre il vertice sollecita Arafat a prendere misure concrete contro il terrorismo e riunire per questo i servizi di sicurezza sotto il controllo del primo ministro, Abu Ala, e del ministro dell’Interno.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Si ricompatta il fronte occidentale sul futuro dell’Iraq. Agli Stati Uniti verrà garantito un consistente appoggio per garantire la sicurezza, lo sviluppo sociale e politico nel Paese, ma senza ulteriori invii di truppe. Francia, Russia e Germania hanno sciolto le riserve sulla risoluzione americana per il futuro dell’Iraq e, dopo contatti a tre, hanno votato a favore del documento al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che è stato approvato ieri al Palazzo di Vetro. Ce ne parla Paolo Mastrolilli:

 

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Il nuovo testo è stato modificato cinque volte dagli americani e, oltre ad autorizzare la creazione di una forza multinazionale, dà tempo al Consiglio governativo iracheno fino al 15 dicembre per pubblicare il calendario della nuova Costituzione e delle elezioni per l’esecutivo permanente. Francia, Russia e Germania avevano proposto sei emendamenti all’ultima versione della risoluzione e gli Stati Uniti avevano accettato di rimandare il voto a ieri mattina per consentire ai leader dei tre Paesi di discutere una posizione comune. I presidenti russo e francese, Putin e Chirac, e il cancelliere tedesco, Schröder, si sono parlati in teleconferenza ed hanno deciso di votare a favore della risoluzione dopo che Washington aveva accettato di inserire nel testo tre emendamenti che danno più autorità nel processo politico al segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, e stabiliscono la fine dell’occupazione americana nel momento in cui il governo iracheno, eletto dal popolo, entrerà in carica. Vista la posizione di Russia, Francia e Germania, anche la Siria ha deciso di votare a favore. Gli Stati Uniti ora sperano di ricevere più contributi militari all’occupazione, soprattutto da parte dei Paesi islamici, e più finanziamenti alla Conferenza dei Paesi donatori che si aprirà il 23 ottobre a Madrid.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Intanto la situazione sul terreno continua ad essere drammatica. Tre soldati americani e due poliziotti iracheni sono rimasti uccisi oggi in scontri a Kerbala, a sud di Baghdad. Lo riferiscono fonti della coalizione. Ieri un attentato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, ha preso di mira le truppe americane e gruppi collaborazionisti. Un iracheno è rimasto ucciso. Altri episodi si sono registrati a Baqubah e Falluja, mentre ad un posto di blocco sono stati uccisi quattro giordani che non si erano fermati all’alt dei soldati statunitensi.

 

E, come abbiamo detto, oggi vari temi internazionali sono stati affrontati a Bruxelles, al vertice dei capi di Stato e di governo. La ripresa economica dell’Europa è in corso e si rafforzerà nel 2004, ma bisogna investire maggiormente in energia e capitale umano. Questo il messaggio incoraggiante che esce dal vertice UE di Bruxelles, in cui si è discusso, tra le altre cose, anche di difesa comune ed immigrazione. Il servizio di Stefano Leszczynski:

 

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Un vertice importante in cui sono state discusse questioni importanti. Il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, commenta in modo generico i risultati del vertice di Bruxelles e con particolare riferimento al tema della Costituzione europea, sottolinea: “Non dimentichiamo che al momento ognuno sta soltanto presentando le sue posizioni”. Traspare tuttavia dalle parole dei leader un certo ottimismo e il presidente francese Jacques Chirac dice: “La situazione della Conferenza Intergovernativa non è bloccata, anzi ho visto che le cose vanno nel senso giusto”. Il premier italiano ha ribadito l’intenzione di presentare intorno alla metà di novembre un progetto complessivo per il nuovo Trattato costituzionale dell'Unione europea ed ha invitato gli Stati membri dell'Ue a mettere “l'interesse nazionale al servizio dell'interesse europeo”. “Ci vuole assoluta unanimità - ha detto Berlusconi - sulla necessità di dotarsi di una appropriata politica di sicurezza e difesa comune”. Il premier ha poi spiegato che tale sistema deve in ogni caso essere “complementare alla Nato e non alternativo”. Un punto questo considerato irrinunciabile dalla Gran Bretagna. Sul fronte economico, considerato in ripresa, i leader dell’Unione si sono impegnati ad “accelerare la messa in opera delle reti europee nei campi dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni e ad investire nel capitale umano”, anche allo scopo di realizzare importanti guadagni di competitività. Nella bozza del documento finale inoltre un richiamo ai governi e alle parti sociali a studiare di concerto soluzioni in materia di occupazione e pensioni alla luce degli obiettivi fissati dal Consiglio europeo di Barcellona. Infine, il capitolo immigrazione, considerato una risorsa irrinunciabile, ma verso la quale serve un atteggiamento comune in particolare nella definizione delle quote d’ingresso.

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L’Iran rassicura la comunità internazionale circa le sue potenzialità in campo atomico. Oggi, al vertice dell'Organizzazione della conferenza islamica a Putrajaya, in Malaysia, il presidente iraniano, Mohammad Khatami, non ha escluso che il suo Paese possa firmare a breve il protocollo sul nucleare. Khatami, in una conferenza stampa a margine dell’incontro ha assicurato che l’Iran non fabbricherà armamenti non convenzionali.

 

Nuova giornata di manifestazioni ieri in Bolivia. Mentre i governi di Argentina e Brasile si sono offerti come mediatori per risolvere la crisi, causata dall’annuncio della vendita all’estero del gas nazionale a Stati Uniti e Messico, ieri almeno 50 mila persone sono scese in piazza a La Paz, per protestare contro il progetto del presidente Sanchez de Lozada. Al microfono di Giada Aquilino, ascoltiamo da La Paz la testimonianza di don Eugenio Scarpellini, membro della Commissione della Conferenza episcopale boliviana per il dialogo tra politici e società civile:

 

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R. – Tutte le organizzazioni civiche di La Paz e di El Alto hanno organizzato una manifestazione pacifica vicino alla piazza centrale, senza arrivare a violenze. Nel pomeriggio, invece, c’è stata un’altra manifestazione e ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti con due morti e un numero non ancora sicuro di feriti.

 

D. – Cosa chiedevano?

 

R. – Che il presidente rinunci e quindi si possa recuperare una democrazia attraverso una successione costituzionale per poter poi entrare nei temi specifici del gas e della gestione del Paese.

 

D. – Accanto ai motivi dello sciopero c’è stato però ieri un motivo anche per festeggiare, in Bolivia ...

 

R. – Abbiamo festeggiato i 25 anni del Santo Padre Giovanni Paolo II. In tutte le città, Giovanni Paolo II è stato ricordato come l’uomo che ha portato la pace, con una relazione molto stretta alla necessità di avere qualcuno che rappresenti la pace.

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Due persone sono morte ed altre quattro sono rimaste ferite ieri, quando un camion-bomba è saltato in aria ad un posto di blocco dell'esercito a Fortul, località colombiana alla frontiera con il Venezuela. Fonti della polizia di Arauca hanno indicato che l’attentato potrebbe essere attribuibile alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), molto attive nella zona.

 

Proteste di massa a Baku, in Azerbaigian, per l’elezione a presidente di  Ilham Aliev, figlio del capo di stato uscente Heydar Aliev, che ha guidato per quasi 30 anni il Paese. Secondo alcune agenzie, vi sarebbero stati anche due morti e una cinquantina di feriti tra i dimostranti. Intanto sulle votazioni presidenziali è intervenuta l’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che ha denunciato brogli elettorali.

 

Nuove speranze di pace per il Sudan. Il vice presidente sudanese Ali Osman Taha e il capo dei ribelli del sud John Garang hanno aperto stamani a Naivasha, nei pressi di Nairobi, in Kenya, una nuova sessione di negoziati di pace. Le trattative mirano a mettere fine a una guerra civile che oppone dal 1983 i ribelli del sud Sudan al potere governativo del nord. Gli scontri hanno provocato più di un milione e mezzo di morti e quattro milioni di sfollati.

 

 

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