RADIOVATICANA
Anno XLVII n. 288 - Testo della
Trasmissione di mercoledì 15 ottobre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
L’impegno di
Giovanni Paolo II per la giustizia e la pace. Con noi, l’arcivescovo Renato
Martino
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
I
dieci anni di attività dell’Università Campus bio-medico di Roma
Inizia oggi la missione di
Amnesty International nella zona dei Grandi Laghi in Africa
Attentato anti-americano nei Territori
palestinesi: quattro morti
Il primo astronauta cinese
in orbita attorno alla Terra
Si placa la protesta in
Bolivia, ma l’opposizione chiede le dimissioni del presidente
Presidenziali in
Azerbaigian.
15
ottobre 2003
ENTUSIASMO
E MANIFESTAZIONI D’AFFETTO PER IL PAPA IN PIAZZA SAN PIETRO,
DURANTE
L’UDIENZA GENERALE, VIGILIA DEL GIUBILEO DEL PONTIFICATO.
AL
TERMINE DELL’UDIENZA, DOZZINE DI CARDINALI E VESCOVI
HANNO VOLUTO SALUTARE GIOVANNI PAOLO II,
CHE HA
LEVATO ANCHE UN APPELLO PER LA CRISI IN BOLIVIA
- A
cura di Alessandro De Carolis -
**********
“Vorrei
esprimere a tutti la mia riconoscenza per gli auguri e le preghiere che mi sono
stati assicurate in occasione del mio
25.mo anniversario di Pontificato. Invito romani e pellegrini ad unirsi con me,
qui in Piazza San Pietro domani sera alle ore diciotto, per lodare il Signore e
ringraziarlo in questa lieta circostanza”.
Ha
avuto tutto il sapore di una vigilia speciale, l’udienza generale celebrata
oggi da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Sedicimila pellegrini presenti
di venti Paesi, tra i quali molti provenienti dall’Est Europa, 1.500 solo dalla
Polonia: quasi un anticipo della folla che domani si riunirà di nuovo nel
colonnato del Bernini per partecipare alla Messa solenne per il giubileo
pontificio.
Mentre
cominciano a piovere in Vaticano i messaggi augurali provenienti da ogni zona
del pianeta per lo straordinario traguardo che domani il Papa celebrerà,
attorniato dalle più alte cariche della gerarchia della Chiesa universale,
proprio la lunga scia di cardinali e vescovi sfilata davanti al Papa per il
saluto conclusivo ha rappresentato il primo segno dell’eccezionalità di un
evento che nelle prossime 24 ore catalizzerà l’attenzione, anche mediatica, del
mondo intero. Ai “fratelli cardinali e vescovi”, il Pontefice ha rivolto un
saluto “affettuoso e grato” per la loro presenza di stamani in Piazza San
Pietro. Attorno, lungo la geografia della piazza, volti di gente in festa, tra
i quali Giovanni Paolo II, sotto un sole pallido e intermittente è sfilato al
suo arrivo a bordo di un’auto scoperta. Macchie colorate, cori improvvisati o
esecuzioni lampo: da un lato, gli auguri cantati da un centinaio di marinai
brasiliani. Dall’altro, striscioni di auguri in polacco, sotto i quali una
banda con i cappelli piumati rossi ha intonato uno stacco musicale. E il Papa,
al momento dei saluti nella sua lingua natale, non ha mancato di ringraziare
con partecipazione tutta speciale i suoi connazionali:
WSZYSTKIM
SERDECZNIE DZIĘKUJĘ ZA OBECNOŚĆ...
“Ringrazio
di cuore tutti per la presenza oggi e nel corso di tutti i 25 anni, per le
preghiere e per tutte le espressioni di benevolenza e comunione. Sono lieto che
posso contare sul vostro spirituale supporto. Portate il mio saluto alle vostre
famiglie e ai vostri cari. Dio vi benedica”.
Con
voce dapprima più incerta - dove tra i consueti sforzi immaginiamo oggi un filo
di emozione – e poi via via più nitida, il Papa ha ripreso durante la catechesi
la riflessione sui Vespri avviata mercoledì scorso. La sua spiegazione ha
riguardato la struttura basilare e significati spirituali dei vari Salmi che compongono
la preghiera serale della comunità cristiana. Salmi che evocano la luce, ha
ricordato, oppure di ringraziamento e di lode a Dio, di carattere sapienziale o
penitenziale, o che “manifestano la fiducia in Dio, stabile rifugio nella
precarietà della vita umana”. Il connotato più tipico delle intercessioni
vespertine, ha aggiunto Giovanni Paolo II “è quello di chiedere l'aiuto divino
per ogni categoria di persone, per la comunità cristiana e per la società
civile”. Per finire con il “coronamento” che la liturgia dei Vespri ha
“nella preghiera di Gesù”, il Padre Nostro:
“il Padre nostro, sintesi di ogni lode e di ogni
supplica dei figli di Dio rigenerati dall'acqua e dallo Spirito”.
Il Papa non ha saltato nessuno dei
saluti in 10 lingue, né si è sottratto alla lunga teoria di fedeli che per
circa un’ora lo ha avvicinato per porgergli un saluto o un dono. Ricordiamo il
busto in bronzo che gli è stato consegnato da alcuni fedeli asiatici e l’icona,
donatagli da un vescovo, che ritrae la prossima beata, Madre Teresa di
Calcutta. Infine, con l’attenzione di sempre ai fatti del mondo, Giovanni Paolo
II non ha mancato di levare un appello per la “grave crisi” che sta scuotendo
la Bolivia:
“Desidero
esprimere la mia solidarietà spirituale a coloro che soffrono, mentre invito
tutti a pregare affinché il Signore ispiri le parti in causa a privilegiare il
dialogo civile e a cercare soluzioni eque, nel rispetto della legalità, ai
problemi che affliggono la Nazione”.
**********
25
ANNI DI PONTIFICATO: L’IMPEGNO DEL PAPA
PER LA
GIUSTIZIA E LA PACE. CON NOI
L’ARCIVESCOVO RENATO MARTINO
-
Servizio di Giovanni Peduto -
**********
Nel Magistero di Giovanni
Paolo la giustizia è stata preoccupazione costante con l’affermazione
ineludibile della dignità della persona e dei suoi diritti inalienabili,
l’esortazione ripetuta a promuovere lo sviluppo umano integrale, la difesa
coraggiosa degli ultimi e dei senza voce. Del pari lo è stato il grande tema
della pace, tanto che i suoi 25 Messaggi annuali delle Giornate mondiali sono a
buon diritto considerati il Vademecum della pace per l’uomo d’oggi. La
sua voce instancabile si è levata alta contro ogni guerra, quelle conosciute
tramite i mezzi di comunicazione sociale e più ancora quelle dimenticate. Giustizia
e pace sono inequivocabilmente al centro del suo insegnamento sociale,
arricchito di ben tre Encicliche (Laborem Exercens, Sollicitudo Rei Socialis
e Centesimus Annus), mentre proprio il Pontificio Consiglio della giustizia
e della pace si accinge a pubblicare per suo incarico una articolata sintesi
della dottrina sociale della Chiesa. La parola all’arcivescovo presidente del
Dicastero, Renato Martino:
“Con il Magistero di Giovanni
Paolo II sulla giustizia e la pace, è andato di pari passo l’esempio. Ecco,
allora, la predilezione di Karol Wojtyla per i malati e i poveri; il Papa nelle
baraccopoli accanto agli ultimi e ai dimenticati; solidale con i lavoratori
sfruttati, i disoccupati in angustia, gli anziani abbandonati; sotto i
riflettori dei media nei Paesi in via di sviluppo per attirare
l’attenzione del mondo su chi faticosamente cerca di sollevarsi dalla miseria e
dal degrado, mentre si moltiplicano le iniziative di carità evangelica,
personale e istituzionale, verso i popoli nell’indigenza. Indiscusso e
universalmente riconosciuto è il ruolo storico di Giovanni Paolo II
‘nell’abbattimento dei muri’ e nel superamento dei blocchi, causa di ingiuste
sofferenze per milioni di persone nel XX secolo. Né va dimenticata l’azione del
Santo Padre per la remissione del debito internazionale dei Paesi poveri, come
pure l’impulso dato alla pastorale penitenziaria in seguito al Giubileo per i
carcerati, con la richiesta di un gesto di clemenza in loro favore. E
sull’altro fronte, quello della pace, accanto al Vademecum dei Messaggi
e alla perentoria condanna della guerra, non manca la sua instancabile azione
diplomatica per prevenire i conflitti, far cessare le azioni belliche, dirimere
le contese, compiendo personalmente ripetuti gesti di riconciliazione e di
perdono”.
Convinto, com’è, che la
giustizia e la pace non si realizzano senza l’aiuto dall’Alto, accanto al
Magistero e all’esempio, il Papa non si stanca di fare appello all’arma
onnipotente della preghiera per l’avvento di un mondo nuovo di giustizia e di
pace. Gli incontri interreligiosi di preghiera per la pace ad Assisi, ad
esempio, costituiscono pagine di storia indimenticabili di questo Pontificato
orante. **********
SI APRE OGGI POMERIGGIO IL
CONVEGNO PROMOSSO DAL COLLEGIO CARDINALIZIO
SU ASPETTI
DOTTRINALI E PASTORALI DEL PONTIFICATO.
DOPO LE CELEBRAZIONI PARTICOLARI DI DOMANI,
I LAVORI PROSEGUIRANNO VENERDI’ E SABATO
-
Servizio di Fausta Speranza -
Tra gli innumerevoli
appuntamenti voluti in questi giorni di festeggiamento per il Giubileo
d’argento del Papa, citiamo innanzitutto la Mostra intitolata “Icone moderne”,
inaugurata questa mattina a Palazzo San Calisto dal cardinale Paul Poupard,
presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Si tratta di opere
dell’autore austriaco, Anton Wollenek, e si caratterizza in particolare per
l’accento posto sul dialogo ecumenico con l’ortodossia, al quale Giovanni Paolo
II ha tanto contribuito. Per una panoramica degli appuntamenti a partire dalle
prossime ore, ascoltiamo il servizio di Fausta Speranza.
**********
Da oggi pomeriggio la Chiesa
tutta si riunisce intorno al Papa in un abbraccio che possiamo dire sarà non
solo ideale ma praticamente anche fisico. Al Convegno promosso dal Collegio
cardinalizio su aspetti dottrinali e pastorali del Pontificato, che si aprirà
in Vaticano nelle prossime ore, prenderanno parte, infatti, tutti i cardinali, i presidenti delle
Conferenze episcopali, i capi dicastero della Curia Romana e i patriarchi. Sarà il cardinale Bernardin
Gantin, decano emerito del Collegio cardinalizio, a tenere la prima relazione
dal titolo “Il ministero petrino e la comunione nell’Episcopato”. Al tema “I
sacerdoti, la vita consacrata e le vocazioni” sarà dedicato, invece,
l’intervento del cardinale di Parigi, Jean Marie Lustiger.
Nella giornata di domani, i
lavori si interromperanno per gli appuntamenti straordinari organizzati
esattamente a venticinque anni dall’elezione di Giovanni Paolo II. Alle 11.00
di domani mattina è previsto che il
Papa firmi e consegni l'Esortazione Apostolica
postsinodale sul ministero dei Vescovi “Pastores gregis”. La presenza straordinaria dei più alti
rappresentanti della cattolicità sarà ovviamente confermata per questo
avvenimento che si svolgerà nell’Aula Paolo VI e al quale, per l’occasione, l’accesso
sarà libero. Potrà partecipare senza bisogno di alcun biglietto di ingresso
chiunque voglia prendere parte al primo degli appuntamenti pubblici del Papa
nella giornata precisa di anniversario.
Ricordiamo che la fumata bianca dell’elezione
del cardinale Wojtyla avveniva il 16 ottobre del 1978 alle 18.18. Alle 18.45 si
dava l’annuncio e mezz’ora dopo Giovanni Paolo II si affacciava alla Loggia
della Basilica di San Pietro. La Messa,
dunque, presieduta domani dal Papa in Piazza San Pietro, inizierà proprio alle
18.00. Anche qui una partecipazione d’eccezione: concelebreranno i cardinali,
gli arcivescovi e vescovi del mondo e i parroci della diocesi di Roma.
Ma
scavalcando la giornata più importante possiamo andare alla ripresa dei lavori del convegno, voluto
dal collegio cardinalizio, venerdì, con
riflessioni sui temi della famiglia e dell’ecumenismo. Allo slancio
missionario e all’impegno in difesa della pace verrà dedicata la
mattinata conclusiva di sabato prossimo.
**********
Proprio
sabato 18 è la giornata scelta dai Musei Vaticani per l’iniziativa di tenere
aperte le sale ben oltre l’orario consueto, devolvendo in beneficenza il
ricavato del prezzo del biglietto di ingresso che sarà comunque ridotto. La
visita serale, oltre a comprendere i capolavori dell’arte antica, etrusca,
rinascimentale e contemporanea, darà la possibilità di ammirare l’eccezionale
illuminazione notturna con fiaccole romane dei cortili interni del
Vaticano. Ma sull’iniziativa
ascoltiamo, al microfono di Daniele Semeraro, il vicedirettore dei Musei, Edith
Cicerchia.
**********
R. – L’apertura del museo è stata prorogata fino alle ore
20, quindi le persone potranno entrare fino alle otto di sera ed uscire alle
22. In questa occasione, apriremo dei luoghi che non sono mai visitati dal
pubblico, e in particolare mi riferisco alla Scala del Bramante e al grande
nicchione di Pirro Ligorio, che domina proprio tutta la Città del Vaticano e
dal quale si gode un panorama stupendo fino ai Castelli Romani. Nell’occasione,
verranno organizzate anche delle visite guidate sia in italiano sia in inglese;
saranno presenti nei vari settori i curatori dei Musei a cui potere
eventualmente chiedere aiuto, sostegno, spiegazioni... Insomma, è una specie di
grande festa che vogliamo fare per celebrare questi avvenimenti.
D. – E’ la prima volta che i Musei Vaticani aprono
eccezionalmente in orario serale?
R. – Sì, per visite pubbliche sì; per visite private non è
la prima volta. Qualche rara visita privata appunto è stata fatta, ma orari di
questo genere sono piuttosto inconsueti. Devo dire con molta soddisfazione che
il personale dei Musei ha accolto l’iniziativa molto favorevolmente, tant’è che
abbiamo un’adesione di tutti a partecipare ed a venire a lavorare per questo
avvenimento veramente eccezionale.
**********
“VISIONI ED ESTASI. CAPOLAVORI DELL’ARTE EUROPEA
TRA SEICENTO E SETTECENTO”. E’ IL TEMA DELLA SUGGESTIVA MOSTRA ESPOSTA NEL
BRACCIO DI CARLO MAGNO
ED INAUGURATA IERI DAL CARDINALE ANGELO SODANO.
AI NOSTRI MICROFONI IL SEGRETARIO
DI STATO
-
Servizio di Amedeo Lomonaco -
**********
Nel prestigioso spazio espositivo del Braccio di Carlo
Magno, l’ampia galleria dalle finestre rettangolari che congiunge la Basilica
di San Pietro con il colonnato, è stata inaugurata ieri la mostra “Visioni ed
Estasi”, un suggestivo percorso che si snoda tra capolavori dell’arte europea
del Seicento e del Settecento prestati dai Musei Vaticani, dal Louvre, dalle
Gallerie dell’Accademia di Venezia e dal Museo di Capodimonte. Le oltre cento
opere esposte, tra cui quelle di alcuni fra i più intensi pennelli di questo
periodo storico come Caravaggio, Guercino, Baciccio e Guido Reni, intendono
riflettere sul rapporto tra l’umano e il divino. L’esposizione, promossa dal
Comitato nazionale italiano istituito dal ministero dei Beni Culturali in
occasione del IV centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino, propone
fino al prossimo 18 gennaio 2004 alcune delle più importanti rappresentazioni
della condizione estatica di Sante e Santi attraverso un itinerario che parte
dalla “chiamata” a Cristo. La seconda sezione indaga il momento della
“risposta” che dalle sofferenze e dall’abbandono fiducioso alla volontà di Dio
porta all’imitazione di Cristo. La terza tappa di questo percorso, impegnativo
e ricco di suggestioni, è espressamente dedicata alle visioni che sovente
conducono ad ascoltare la “musica del cielo”, il tema della quarta sezione
della mostra. L’esposizione si amplifica nella quinta ed ultima sezione,
dedicata alla gloria del Paradiso, che con una spettacolare galleria di quadri
e bozzetti ricorda le volte affrescate e le cupole dipinte delle più celebri
chiese barocche di Roma. Sul significato di questa mostra ascoltiamo il
cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano.
“E’ una mostra che fa onore agli organizzatori della
famiglia francescana delle Marche e delle Puglie. Fa onore al Governatorato,
che ha messo a disposizione questi splendidi locali ed invito tutti a guardare
verso l’alto, perché l’estasi di San Giuseppe da Copertino ci ricorda il
cammino dal cielo. Questa sera abbiamo avuto un momento di letizia spirituale.
Questo, in fondo, è il messaggio dei Santi anche per l’umanità di oggi”.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Per il venticinquesimo
anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II, l'"Osservatore
Romano" ha curato uno speciale di 52 pagine, a colori (in omaggio a
tutti i lettori). Il fascicolo è allegato all'edizione quotidiana, la
cui prima pagina è suggellata dal titolo "Il Pontificato di un gigante
della storia".
Un articolo del nostro
Direttore dal titolo "Giovanni Paolo II - Lettera di Dio".
Sempre in prima, le parole di
ringraziamento rivolte dal Papa - all'udienza generale - a tutti i fedeli per
gli auguri e per le preghiere da loro assicurate in occasione di tale
evento.
L'appello del Santo Padre per
la Bolivia, da settimane segnata da una grave crisi che ha provocato morti e
feriti.
All'interno, la catechesi e la cronaca dell'udienza
generale.
Il servizio culturale ha
curato quattro pagine che raccolgono numerosissime testimonianze
di illustri personalità del mondo della cultura sul significato e sul valore
del Pontificato di Giovanni Paolo II.
=======ooo=======
15
ottobre 2003
DOMENICA PROSSIMA LA BEATIFICAZIONE IN PIAZZA SAN
PIETRO
DI
MADRE TERESA DI CALCUTTA, UNA VITA DEDICATA AI PIU’ POVERI TRA I POVERI.
NEL
CUORE LA SOFFERENZA PER IL FORZATO DISTACCO DAGLI AFFETTI FAMILIARI,
DOVUTO
A VICENDE POLITICHE
-
Intervista con la nipote Age Bojaxhiu -
Il mondo intero attende la beatificazione di madre Teresa
di Calcutta. Almeno 200 mila pellegrini giungeranno a Roma domenica prossima
per la cerimonia prevista alle ore 10 in piazza San Pietro, durante la quale
Giovanni Paolo II proclamerà Beata la fondatrice della Congregazione dei
Missionari e delle Missionarie della carità. La fama di questa piccola grande
suora ha raggiunto ogni angolo del Pianeta, ma poco sappiamo del suo privato
familiare che è rimasto sempre in ombra, come era nel carattere riservato di
Madre Teresa non mettersi lei sotto la luce dei riflettori, ma piuttosto
svelare al mondo la sofferenza dei più poveri tra i poveri, cui aveva dedicato
la sua vita.
Nata a Skopje, in Macedonia, da una famiglia albanese
cattolica, colta, agiata, trascorre serenamente la prima infanzia, presto funestata dalla morte del
papà; cresce Gonxha - il suo nome di Battesimo - in grande armonia di affetti
con la mamma, il fratello e la sorella, ancor più uniti nella fede dopo le difficoltà,
anche economiche, sopraggiunte con la scomparsa del capofamiglia. Già
nell’adolescenza la chiamata del Signore e la partenza a 18 anni per l’Irlanda,
dove inizia il noviziato. Non sa la giovane suora che non rivedrà più la mamma
e la sorella, che trasferitesi in Albania saranno impedite per tutta la vita di
uscire dal proprio Paese, sotto il regime comunista, mentre dopo 38 anni potrà
riabbracciare il fratello, stabilitosi in Sicilia, a Palermo, dove ancora oggi
vive la nipote Age Bojaxhiu. Ascoltiamo la sua testimonianza al microfono di Roberta
Gisotti:
**********
R. – E’ stato un
incontro molto commovente, molto importante per tutti e due, perché si vedeva
dal volto, dagli occhi, da come guardava mio padre, da come guardava me ...
d’altronde, è stato un momento di grande emozione da parte di tutti, perché
erano passati così tanti anni ...
D. – Dunque, questa
famiglia così unita, separata negli affetti più intimi, questa sofferenza ha
attraversato tutta la vita di Madre Teresa, ... la mamma non più rivista ...
R. – Certo. Non è
stato più possibile per Madre Teresa né andare in Albania e nemmeno per mia
nonna venire in Italia o altrove, perché il regime impediva questa partenza.
D. – Madre Teresa si
lamentava con voi?
R. – Non che si
lamentasse; notava con dolore, si rammaricava, ecco, questo sì: non aveva
rancore. Era un dolore suo, personale, condiviso peraltro con mio padre e con
me, sebbene io non abbia mai conosciuto la nonna!
D. – Si è sempre
detto che Madre Teresa era di poche parole e di pochi gesti essenziali. Come
era il suo rapporto con voi? Lei ha avuto anche due figli ...
R. – Era un affetto
normale; con i miei figli fino a poco tempo prima di morire si sono visti,
aveva sempre un atteggiamento di allegria, di gioia, dato che sono dei ragazzi
piuttosto spiritosi, quando si incontravano, rideva alle battute di spirito ...
D. – Lei, signora
Age, ha avuto anche occasione di visitare sua zia due volte, in India ...
R. – Sì, in India,
sfortunatamente, lei stava male, era ricoverata in clinica, ma fortunatamente
per me, perché ho avuto occasione di starle molto vicina, di stare insieme a
lei tutto il giorno. Si era creato un bellissimo rapporto tra noi. Per esempio,
lei mi parlava sempre della famiglia, che la famiglia era la cosa più importante,
che la famiglia va tenuta unita, che è importante per una famiglia stare
insieme, pregare insieme ... sono rimasta molto impressionata dal suo dire, da
quello che era ...
D. – Si poneva
sempre però con semplicità e umiltà anche in ambito familiare?
R. – Le rare volte
in cui Madre Teresa è venuta a casa mia – perché non veniva spesso a Palermo –
noi, beh, facevamo una colazione normale come tutti gli italiani, però per lei
era sempre molto, troppo lusso: non so, il pollo, la carne ... era una donna
molto spartana, mangiava molto poco ...
D. – Però non
criticava ...
R. – No. Ecco,
un’altra cosa di Madre Teresa: non è che criticasse il fatto che noi
conducessimo una vita normalmente agiata, però per lei, ovviamente abituata alla
povertà in generale, a quello che succedeva in India, in Africa o nei posti più
poveri del mondo, effettivamente per lei era vedere una vita di agi, di grandi
comodità, ecco.
D. – Però, lei non
si ergeva a giudice?
R. – No,
assolutamente. L’unica cosa che diceva era: quando voi potete, fate del bene,
aiutate chi ha più bisogno di voi... questo, certo, lo facevamo.
D. – Signora Age, sì
è parlato anche di alcune fonti di dubbi di fede che avrebbero tormentato Madre
Teresa durante tutto l’arco della sua vita di suora. Voi in famiglia avete
avuto qualche sentore di questi dubbi?
R. – Devo dire di
no. Io ho sempre trovato una persona prima di tutto piena di idee, di fede ...
non la vedevo come donna tormentata, in preda a crisi mistiche o crisi
religiose! Poi, il lavoro che ha fatto Madre Teresa in tutti questi anni è stato
un lavoro immane, anche per questo la sua persona si è così incurvata dalla fatica
... Se uno non ha una grandissima fede e non crede veramente in quello che fa e
in chi l’aiuta, perché solo una persona aiutata da Dio avrebbe potuto fare
quello che ha fatto lei, non credo che sarebbe potuta andare avanti ...
D. – Che cosa
rappresenta la prossima beatificazione di Madre Teresa per voi familiari?
R. – Un grande
onore. Certo, Madre Teresa magari sarebbe rimasta un po’ perplessa, perché lei
non era certo una persona che rifiutava le persone o qualsiasi cosa le
proponessero – lei anche in ospedale, in clinica, quando le davano le medicine,
prendeva tutto, non si lamentava mai; lei obbediva; se le dicevano: ‘devi fare
questo’ – il Papa, il cardinale, il vescovo, chiunque – lei obbediva. Era un
soldato obbediente. Però, forse avrebbe voluto che quei soldi – se si sono
spesi dei soldi – fossero stati devoluti ai poveri ...
D. – Naturalmente,
però, questo riconoscimento porterà tanto alla sua opera che continua ...
R. – Infatti, è
vero. Anche per questo sono sicura che Madre Teresa avrebbe obbedito, avrebbe
accettato con piacere questa beatificazione: per ricordare anche alla gente che
bisogna aiutare gli altri: chi ha bisogno, chi ha meno di noi.
**********
DOPO IL NOBEL, SHIRIN EBADI TORNA IN IRAN
ED
INVITA AL DIALOGO TRA LE RELIGIONI
- Con
noi, Alberto Zanconato -
L’imbarazzo del regime degli ayatollah,
l’entusiasmo della società civile: un Iran diviso ha accolto il ritorno in
patria di Shirin Ebadi, da poco insignita del premio Nobel per la pace.
L’avvocatessa, nota per le sue battaglie in difesa dei diritti umani, ha tenuto
questa mattina una conferenza stampa a Teheran. L’ha seguita Alberto Zanconato,
corrispondente in Iran dell’agenzia Ansa, che racconta le proprie impressioni
al microfono di Andrea Sarubbi:
**********
R. – L’aspetto
fisico, minuto e anche il nome stesso – perché Shirin, va ricordato, in
persiano significa ‘dolce’ – contrastano un po’ con quello che è apparso il
carattere di questa donna: una persona che non sembra avere intenzione di
lasciarsi né mettere il bavaglio né intimidire, ma sembra avere idee piuttosto
chiare.
D. - Questa sua
caparbietà si è vista anche nella risposta al presidente Khatami, che ieri
aveva un po’ minimizzato il Nobel ed aveva invitato la Ebadi a non lasciarsi
strumentalizzare dagli Stati Uniti e da Israele. Cosa ha risposto oggi
l’avvocatessa?
R. – Non ha
risposto direttamente a Khatami su questo punto, però ad una domanda precisa ha
replicato di essere contraria all’occupazione americana in Iraq. Ha ribadito
che i diritti umani non possono essere portati in un Paese con le pallottole e
con i carri armati.
D. – Khatami, tra
l’altro, l’aveva invitata anche a “difendere gli interessi dell’islam”. Oltre a
parlare di islam, però, il premio Nobel oggi ha parlato anche di cristianesimo…
R. – Sì, è così. Ha
citato le congratulazioni ricevute dal Papa, ha detto che Giovanni Paolo II è
stato tra i primi a complimentarsi con lei e ciò – ha detto – dimostra che tra
islam e cristianesimo non deve esserci ad ogni costo uno scontro. Anzi, ha
proseguito, questi scontri sono ormai cose del passato, che la maggior parte
dei musulmani e dei cristiani si sono lasciati alle spalle con le crociate. Ha
infine ribadito l’esigenza di un dialogo tra diverse religioni, perché l’islam
– ha detto – non è una “religione del terrore”, non è una religione in nome
della quale si può uccidere.
D. – Dopo
l’assegnazione del Nobel, diversi attivisti iraniani stanno cercando di
convincere la Ebadi ad entrare in politica. Ne ha parlato? Che cosa ha detto
riguardo al suo futuro?
R. – Una cosa che
sembra importante è che ha affermato di non volere entrare in politica, o
almeno di non volere fondare un partito che punti al potere… Ritiene infatti una
contraddizione il fatto che un attivista per i diritti umani sieda in un
governo, perché gli interlocutori degli attivisti per i diritti umani sono –
appunto – i governi stessi!
**********
=======ooo=======
15
ottobre 2003
INCONTRO IERI A PALAZZO CHIGI TRA I RAPPRESENTANTI
DELLE CHIESE EUROPEE
E LA
PRESIDENZA ITALIANA. NEL CORSO DELL’INCONTRO,
PROTRATTOSI
PER OLTRE UN’ORA, IL CARDINALE RUINI HA AUSPICATO
LIBERTA’
E COLLABORAZIONE FRA LE ISTITUZIONI
- A
cura di Barbara Castelli -
**********
ROMA. = I rapporti con le istituzioni europee e il
ruolo delle Chiese nel processo di unificazione europea; la garanzia della
libertà religiosa; il rispetto dei rapporti giuridici vigenti negli Stati
dell’Unione Europea; lo sviluppo di un dialogo aperto, trasparente e regolare;
e il riferimento alle radici giudeo-cristiane nel Preambolo della Costituzione
europea. Questi, in sintesi, sono stati i temi al centro dell’incontro tra i rappresentanti europei ed italiani
delle Chiese cristiane e il presidente di turno del Consiglio Ue, Silvio
Berlusconi. Il meeting, che si è svolto ieri a Palazzo Chigi, si iscrive nei
consueti incontri che semestralmente la Commissione “Chiesa e Società” della
Conferenza delle Chiese Europee (Kek) - organismo ecumenico che raggruppa 126
Chiese protestanti, ortodosse e anglicane europee - e la Commissione delle
Conferenze Episcopali della Comunità Europea (Comece) hanno con la presidenza
di turno dell’Ue. Nell’intervento introduttivo, il cardinale Camillo Ruini,
presidente della Conferenza Episcopale Italiana, dopo aver nuovamente auspicato
l’introduzione nel Preambolo di uno specifico riconoscimento delle radici
cristiane dell’Europa, ha ribadito la necessità che sia “chiaramente riconosciuta
e pienamente salvaguardata l’autonomia istituzionale, l’identità peculiare, i
diritti e il ruolo delle Chiese, nel segno della libertà e della reciproca
collaborazione tra istituzioni religiose e civili”. Affrontando i temi
dell’etica e della bioetica, i rappresentanti delle Chiese hanno poi espresso
la speranza che nella legislazione europea si affermi il pieno rispetto della
vita umana, specialmente quando essa è più vulnerabile, al suo inizio e al suo
termine. Altro tema fondamentale, affrontato nel corso dell’incontro, la
salvaguardia della natura specifica della famiglia fondata sul matrimonio. I
rappresentanti di Comece e Kek hanno, infine, ricordato l’impegno delle Chiese
nel campo dell’immigra-zione e della protezione dei rifugiati, sottolineando,
in particolare, l’esigenza di coniugare l’etica dei diritti e della solidarietà
con la sicurezza e la legalità.
**********
COMPIE
DIECI ANNI DI ATTIVITA’L’UNIVERSITA’ CAMPUS BIO-MEDICO DI ROMA,
VOLUTA
DAL FONDATORE DELL’OPUS DEI, ESCRIVA’ DE BALAGUER
- A cura
di Antonio Mancini -
**********
ROMA. =
Primo decennale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma nata da una
intuizione del fondatore dell’Opus Dei, san Josémaria Escrivà de Balaguer. La
celebrazione del decennale coincide oggi con l’inaugurazione dell’anno accademico
2003-2004. Questa mattina, nella Basilica di Sant’Apollinare, il prelato
dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarrìa , ha celebrato la Santa Messa con la partecipazione
delle autorità accademiche, del corpo docente, degli studenti. Successivamente,
nel vicino Palazzo Lancellotti ha avuto luogo l’atto inaugurale con la partecipazione,
tra gli altri del presidente della Camera, Pierferdinando Casini. Alle 18 di
oggi , al Quirinale, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi riceverà una rappresentanza
dell’Università. Il presidente riceverà in dono una raccolta di lettere di
pazienti , che hanno voluto esternare la loro riconoscenza per l’ottimo livello
della assistenza chirurgica e medica ricevuta nel policlinico universitario,
che dispone di 130 posti letto. Le attività e le prospettive dell’Università
campus Bio-Medico sono state illustrate ieri alla stampa dal rettore Vincenzo
Lorenzelli e dal presidente Paolo Arullani. Come è noto, a Trigoria è in
costruzione, su un terreno di 60 ettari
parte del quale donato da Alberto Sordi, il nuovo centro universitario,
attualmente situato tra la vie Collatina e Prenestina. La spesa iniziale
prevista è di 175 milioni di euro. Trigoria diverrà così polo di didattica ampliando
l’attuale offerta di medicina e chirurgia, ingegneria biomedica,
infermieristica e dietistica; diverrà sede di policlinico con 250 posti letto,
ed infine di polo di ricerca. 750 sono gli studenti oggi, e, vanto
dell’Università, nessuno in pratica fuori corso. Il Campus collabora con 18
università di tutto il mondo; 3 mila le pubblicazioni, 13 i progetti di ricerca,
avviati anche in Africa. Le celebrazioni per il decennale del Campus Bio-Medico
termineranno domani con un convegno su i “Nuovi modelli di medicina”. Il
convegno sarà ospitato dal Centro Nazionale delle Ricerche a Piazzale Aldo
Moro. Peculiare caratteristica dell’Università Campus Bio-Medico è l’attenzione
allo studente, al paziente, al ricercatore come persone, ognuna con le sue
singolarità, con i suoi diritti, con il
loro essere. **********
APPELLO
DELLA ‘CAMPAGNA STATUNITENSE PER IL MYANMAR’ :
L’ASSOCIAZIONE
INVITA TUTTI GLI UNIVERSITARI DEL MONDO AD UN GIORNO
DI
DIGIUNO IL 18 OTTOBRE PROSSIMO PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE
DI MIN KO NAING, PRIGIONIERO
POLITICO NELL’EX BIRMANIA DAL 1989
MYANMAR. = Il 18 ottobre prossimo gli studenti
universitari di tutto il mondo sono invitati ad un giorno di digiuno per
chiedere la liberazione di Min Ko Naing, prigioniero politico nell’ex Birmania
dal 1989. La campagna è un’iniziativa della ‘Us campaign for Burma’ che
invita gli universitari di tutto il mondo ad una giornata di astinenza dal cibo
per richiamare l’attenzione sulla lotta contro la dittatura che i loro colleghi
stanno intraprendendo nel Paese asiatico. In particolare si chiede agli
studenti di organizzare attività, tipo proiezioni di filmati, che possano
illustrare la situazione a Myanmar, ex colonia britannica sotto dittatura dal
1962. La data del giorno di digiuno non è stata scelta a caso: il 18 ottobre è
infatti il compleanno di Min Ko Naing, lo studente che organizzò una
sollevazione per tentare di rovesciare il regime e che per questo è stato
imprigionato, torturato e messo in isolamento dove si trova tuttora. (M.R.)
INIZIA
OGGI LA MISSIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL NELLA ZONA
DEI
GRANDE LAGHI IN AFRICA: PER DIECI GIORNI LA DELEGAZIONE
DELLA
ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA INCONTRERA’ I GOVERNI DI UGANDA, RWANDA E CONGO
PER CHIEDERE LA FINE DELLE VIOLENZE
KIGALI. = Inizia oggi la missione della segretaria generale
di Amnesty International, Irene Khan, nella zona dei Grandi Laghi, in Africa.
Nei prossimi dieci giorni la Khan raggiungerà Uganda e Repubblica del Congo
partendo, proprio oggi, dal Rwanda. La delegazione guidata dalla segretaria di
Amnesty incontrerà alcune figure chiave dei tre governi africani ed esponenti
delle organizzazioni non governative locali per discutere delle violenze che
continuano a sconvolgere la zona, nonostante la firma dell’accordo di pace e la
presenza di un governo di transizione. Nella nota di Amnesty si legge che “la
delegazione farà pressione sui governi di Kinshasa, Kigali e Kampala affinché
si impegnino a porre fine ad ogni forma di supporto ai gruppi armati attivi
nell’est del Congo e a contribuire ad influenzare altri attori al di fuori
della regione.” La situazione più problematica si registra nella Repubblica
democratica del Congo dove, nonostante i recenti progressi politici, in alcune
zone Est del Paese, persistono inesorabilmente uccisioni, crimini di guerra e
altri gravi abusi dei diritti umani. (M.R.)
NELLE
ISOLE FILIPPINE PADRE FAUSTO TENTORIO, MISSIONARIO ITALIANO,
E’
SFUGGITO AD UN’IMBOSCATA: DA TEMPO IL RELIGIOSO RICEVEVA MINACCE
PER IL
SUO IMPEGNO IN DIFESA DELL’AMBIENTE
ARAKAN (FILIPPINE). = Padre Fausto Tentorio, missionario
51.enne del Pontificio istituto missioni estere, è sfuggito ad un’imboscata di
un gruppo di guerrieri tribali chiamati ‘Alamara’ ad Arakan, nell’isola di
Mindanao, nelle Filippine meridionali. Il fatto è accaduto il 6 ottobre scorso
ma se n’è avuta notizia solo oggi. Il missionario originario di Lecco si stava
recando in un villaggio quando è stato avvertito dagli abitanti che un gruppo
di tribali lo stava cercando per “arrestarlo e portarlo dal loro capo”. Padre
Tintorio quella notte l’ha trascorsa in un ripostiglio per evitare di essere
catturato, protetto da 15 abitanti del villaggio. Sedici uomini armati di
coltelli hanno fatto irruzione nel villaggio senza, però, poter catturare il
missionario. L’accaduto non ha sorpreso mons. Romulo Valles, vescovo di Kidapawan,
il quale ha dichiarato che già da aprile aveva sentito parlare degli ‘Alamara’.
Le tensioni sono legate al progetto di un imprenditore locale che vorrebbe
creare nella zona una piantagione di olio di palma e canna da zucchero. Il
progetto è gradito da alcuni contadini e proprietari terrieri mentre la Chiesa
locale sta cercando di far capire che le sostanze chimiche utilizzate
inquineranno le acque circostanti. Gli imprenditori stanno però, intraprendendo
una campagna aggressiva che farà cedere la gente. Il missionario resterà nella
parrocchia di Arakan, anche se gli è stato consigliato di non tornare sul luogo
dell’attentato. (M.R.)
=======ooo=======
15
ottobre 2003
- A cura di Giancarlo La Vella -
Si aggrava la situazione in Medio Oriente. Un attentato
stamani nella zona del Valico di Erez, che divide la Striscia di Gaza dal
territorio israeliano ha coinvolto un veicolo sui cui viaggiavano diplomatici
americani, provocando diverse vittime. Subito dopo un altro ordigno ha preso di
mira un automezzo militare israeliano, ferendo alcuni soldati. Un gravissimo
episodio che avviene dopo il rovente dibattito di ieri al Consiglio di
Sicurezza dell’Onu, dove gli Stati Uniti hanno posto il veto sulla risoluzione
che condanna Israele per la costruzione del muro che isola i Territori
palestinesi. Ci riferisce Graziano Motta:
**********
L’attentato
è avvenuto poco dopo le 10.00, ora
locale, al quadrivio della cittadina palestinese di Beit Hanun, ad un
chilometro e mezzo dal valico di frontiera di Erez. Il convoglio, composto da
tre automobili trasportava funzionari dell’ambasciata americana a Tel Aviv,
membri della Cia e personale incaricato della sicurezza. L’esplosione
violentissima, sembra di un ordigno azionato a distanza da chi, si sospetta,
era stato informato del passaggio, ha investito in pieno la seconda vettura:
una jeep blindata, che è stata distrutta. Tre degli occupanti, agenti di
sicurezza, sono morti dilaniati, uno è rimasto ferito. Fonti palestinesi
riferiscono, tuttavia, che i morti sono stati quattro. Si temeva che l’inviato
americano John Wolf fosse nel convoglio, invece poi si è saputo che non era
presente. Il presidente palestinese, Yasser Arafat, ha immediatamente condannato
quello che ha definito “un crimine contro americani impegnati in missioni di
pace”, inviando le sue condoglianze al capo della Casa Bianca, George Bush. Il
primo ministro palestinese, Abu Ala, ha annunciato l’intenzione di costituire
una commissione di inchiesta congiunta palestinese e statunitense. In seguito
all’attentato, reparti blindati del Genio israeliano sono penetrati a Beit
Hanun, assumendo il controllo di tutte le principali arterie.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.
**********
La Cina alla conquista dello
spazio. 42 anni dopo l’impresa del sovietico Gagàrin, Pechino ha lanciato
attorno alla Terra il suo primo astronauta, che terminerà entro la mezzanotte
italiana 14 orbite intorno al pianeta. Grande l’entusiasmo del governo: il presidente,
Hu Jintao, ha definito Yang Liwei, pilota militare di 38 anni, “gloria della
patria” e ha giudicato l’evento “uno storico passo del popolo cinese nella
conquista delle vette della scienza e della tecnologia mondiali'”. Il volo
della navetta spaziale “Shenzhou 5” assume, dunque, un significato non solo
scientifico. Lo conferma Bernardo Cervellera, direttore di Asia News e per anni
missionario in Cina:
**********
R. – Il primo cinese nello spazio
ha un significato soprattutto politico, perché la Cina, con tanti problemi
sociali, economici e di mancato rispetto dei diritti umani, in questo modo
cerca di raggruppare la popolazione davanti a questa sfida dello spazio in
un’enfasi enorme di patriottismo. Di fatto, la Cina entra a far parte ormai del
club esclusivo delle potenze spaziali e, quindi, questo crea anche un problema
di concorrenza in questo particolare settore. I cinesi hanno già programmato
che entro il 2006 andranno sulla luna; entro il 2010 vogliono provare delle
sonde e poi andare anche su Marte.
D. – Sul fronte della sicurezza
mondiale, la presenza di un nuovo Paese che ha la possibilità di andare nello
spazio crea qualche preoccupazione?
R. – Ci sono già moltissime
preoccupazioni sull’uso militare delle conoscenze spaziali da parte della Cina.
Su questo, bisognerebbe che la comunità internazionale vigilasse, ma
naturalmente la posta in gioco è soprattutto il confronto tra americani e
cinesi.
**********
Per la prima volta da molti giorni, ieri la protesta
popolare in Bolivia non ha fatto registrare vittime. Ma la crisi rimane grave,
anche sul piano politico: la Nuova Forza Repubblicana - partito della
coalizione di governo - è pronta a lasciare la maggioranza, se non si andrà
incontro alle richieste dei sindacati. Anche diversi leader dell’opposizione
hanno ribadito che solo le dimissioni del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada
potranno spianare la strada alla pacificazione del Paese sudamericano.
La violenza sul terreno continua a
dominare la crisi irachena. Ieri un’altra autobomba è scoppiata a Baghdad,
davanti all’ambasciata turca. L’attentato ha ucciso il kamikaze e, secondo le
testimonianze locali, almeno un’altra persona. Mentre oggi numerosi razzi sono
stati sparati contro un aereo americano nel nord dell'Iraq. Secondo quanto
indicato da un portavoce dell’esercito Usa, nessuno sarebbe rimasto ferito
Disarmo dei ribelli in tempi rapidi, riconciliazione delle
parti in lotta, nuove istituzioni capaci di difendere la pace e la giustizia
sociale. Sono gli auspici di Kofi Annan, segretario generale dell’Onu, per la
Liberia, che ieri ha iniziato una nuova fase della sua storia: l’imprenditore
Gyude Bryant, subentrato come presidente all’esiliato Charles Taylor, dovrà
guidare il Paese alle elezioni del 2005. Il servizio di Giulio Albanese:
**********
La sua missione politica è a dir poco ardua, e a pensarlo
a Monrovia e dintorni sono davvero in molti. Il cinquantaquattrenne, uomo
d’affari, membro del partito d’azione liberiano insediatosi ieri alla guida
Gyude Bryant del Paese, è chiamato anche a chiudere definitivamente il capitolo
‘guerra’ ed inaugurare – ammesso che ci riesca – quello della ricostruzione.
L’ormai ex capo di Stato ad interim, Moses Blah, che aveva preso il posto del
tristemente noto Charles Taylor, ha passato i poteri a Bryant di fronte
all’Assemblea nazionale riunita al gran completo. Il Campidoglio della
capitale, dove si è svolta la solenne investitura, ieri era completamente
circondato da caschi blu: quelli delle Nazioni Unite, già presenti sul
territorio liberiano, e che rappresentano l’avanguardia di quella che nei
prossimi mesi diventerà la più imponente missione di peace-keeping delle
Nazioni Unite, composta da 15 mila tra soldati e funzionari.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
**********
L’Azerbaigian - Paese visitato da
Giovanni Paolo II, nel maggio dello scorso anno - va oggi alle urne per
eleggere il nuovo presidente. Il voto è destinato a chiudere un’epoca, ma ciò
avverrà, come sostengono molti osservatori, probabilmente nel segno della
continuità. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
**********
Dopo 30 anni
di potere quasi ininterrotto, esce di scena il presidente Haidar. Alle elezioni
di oggi, il suo testimonio dovrebbe essere probabilmente preso dal figlio, il
quarantunenne, Ilham Aliev, da alcuni mesi primo ministro. L’opposizione è
divisa e senza un leader, lo spettro del fondamentalismo islamico viene spesso
usato dal partito al potere per demonizzarla. Troppi sono oggi i suoi candidati
in lizza. Grande due volte l’Olanda, con oltre 7,7 milioni di abitanti
turcofoni in prevalenza musulmani sciiti, l’Azerbaigian è una specie di Kuwait,
per ora mancato. Enormi sono le sue risorse energetiche che hanno richiamato
sulle rive del Mar Caspio le maggiori compagnie petrolifere del mondo. Lo
standard di vita resta basso. Intanto rimane sospesa la questione dell’enclave
azero del Nagorno-Karabakh, occupato dagli armeni.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato.
**********
Per la prima volta nella sua
storia la Nato è da oggi dotata di una forza di rapido intervento capace di
operare in terra, mare e cielo. L’iniziativa è stata presentata a Brunssum, in
Olanda, dal comandante supremo delle forze alleate in Europa, generale James
Jones. Nel suo intervento, l’alto ufficiale ha sottolineato che quello odierno
è “il più importante mutamento dell'Alleanza Atlantica dalla sua nascita, oltre
50 anni fa”.
Nulla di fatto per ora a Vienna, dove ieri hanno preso il
via i primi incontri tra i leader di Belgrado e Pristina, per definire lo
status politico finale del Kosovo, la provincia serba a maggioranza albanese.
Un vertice ripreso dopo 4 anni di silenzio, ovvero dalla cessazione della
guerra. Ad aprire i lavori, il cancelliere austriaco Schuessel, che ha invitato
le parti a proseguire sulla via del dialogo. Si tratta di un incontro delicato
e molto importante, ha detto ai giornalisti il responsabile della politica
estera dell'Unione europea, Javier Solana.
=======ooo=======