RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 333 - Testo della
Trasmissione di sabato 29 novembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
700 anni fa la nascita di Santa Brigida: con noi Madre
Tekla Famiglietti
Oggi e domani Musei italiani aperti gratuitamente per i
disabili: ce ne parla Paola Severini.
CHIESA E SOCIETA’:
Il
Consiglio di governo transitorio iracheno all’opera per le modalità di
trasferimento dei poteri. Sul terreno ancora violenze in primo piano
Assumono
contorni sempre più chiari le indagini della procura di Milano sulla rete di
reclutamento in Italia di terroristi
Tesa
la situazione in Medio Oriente. “I negoziati non avranno senso - ha detto il
premier palestinese Abu Ala - se Israele continua la costruzione del muro”
Prorogato
di due mesi in cessate-il-fuoco in Sudan.
29
novembre 2003
UDIENZE
E NOMINE
Giovanni Paolo II ha dedicato la mattina ad una serie di
udienze private, concesse a personalità della Curia vaticana e ad alcuni nunzi
apostolici. In particolare, il Papa ha ricevuto il cardinale Jan Pieter
Schotte, segretario generale del Sinodo dei vescovi, l’arcivescovo Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e
gli itineranti, e l’arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio
Consiglio per il Dialogo interreligioso. Quindi, il Pontefice ha incontrato il
nunzio apostolico in Irlanda, l’arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, il nunzio
apostolico in Egitto, l’arcivescovo Marco Dino Brogi, delegato della Santa Sede
presso l’Organizzazione della Lega degli Stati Arabi, e l’arcivescovo Antonio Magnoni,
nunzio apostolico. Il Papa ha concluso la serie delle udienze ricevendo il
vescovo dei Copti ortodossi in Italia, Barnaba El-Soryany.
Il Santo Padre ha infine nominato segretario del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali mons. Renato Boccardo, finora
capo del Protocollo con incarichi speciali presso la Segreteria di Stato,
elevandolo alla Chiesa titolare vescovile di Acquapendente.
L’AVVENTO
ATTESA DI DIO, ATTESA DELL’UOMO PER UNA NUOVA SPERANZA DI PACE
-
Intervista di Giovanni Peduto con l’arcivescovo Domenico Sorrentino -
Inizia con i Primi Vespri di questa sera un nuovo Anno
Liturgico e si apre il periodo dell’Avvento. Con l’arcivescovo Domenico
Sorrentino, segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina
dei Sacramenti, e tuttora delegato per il Santuario di Pompei, Giovanni Peduto
ha voluto approfondire il significato dell’Avvento:
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R. – La parola lo dice: ricorda la venuta di Gesù Cristo e
l’inizio dell’Anno liturgico in cui ci si prepara al Natale e ci si prepara non
soltanto al Natale storico di Gesù Cristo, ma ci si prepara alla sua venuta
quotidiana nella nostra vita e ci si orienta poi alla sua venuta ultima.
D. – Come vivere nella fede questo periodo liturgico?
R. – Il tema della vigilanza è un tema che scandisce
questo periodo. La vigilanza spirituale, che è innanzitutto presa di coscienza
della presenza di Dio nella nostra vita.
D. – Come annunciare l’Avvento all’uomo di oggi che spesso
ha attese ed aspettative molto diverse da quelle della fede?
R. – Il senso dell’attesa può costituire un grande
aggancio. E’ vero che l’uomo ha attese diverse da quelle della fede, ma è anche
vero che dentro queste attese diverse c’è sempre un di più che l’uomo deve poter
riscoprire. Dentro questa insoddisfazione c’è l’apertura a questo di più che
solo la fede può dare.
D. – Anche questo Avvento cade in un momento di paure e di
incertezze per gli avvenimenti internazionali. Quali le risposte?
R. – Credo che l’Avvento debba essere vissuto come un
grande tempo della speranza. La Chiesa è nel mondo per annunciare la speranza.
D. – E per ottenere la pace per questo mondo così
martoriato, Giovanni Paolo II ha indicato il Rosario, come ‘arma’.
R. – Direi che vale proprio la pena dopo l’Anno del
Rosario tenerci ben agganciati a questa preghiera. Preghiera tradizionale, ma
anche preghiera profonda, adattissima all’uomo di oggi.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre con la
situazione in Iraq: si registrano ancora incertezze sul piano per il
trasferimento dei poteri agli iracheni.
Nelle vaticane, un articolo sui
lavori del secondo Congresso Missionario Americano; l'incontro del
cardinale Crescenzio Sepe con i missionari anziani ed i sacerdoti infermi. Una
pagina dedicata alle solenni celebrazioni per i 950 anni di fondazione della
Diocesi di Aversa. Una monografica in occasione del seminario di
studio organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul
tema: "OGM: minaccia o speranza?". I contributi del cardinale Renato
Raffaele Martino ed Enrico Garaci.
Nelle estere, disarmo: un nuovo
Protocollo sui residuati bellici esplosivi stabilisce l'obbligo della bonifica
dopo il conflitto. Per la rubrica dell'"Atlante geopolitico", un
articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo "Georgia: pacifica svolta
politica".
Nella pagina culturale, un
contributo di Mario Gabriele Giordano in merito all'edizione critica di
"Un viaggio elettorale" di Francesco De Sanctis.
Nelle italiane, in primo piano
l'immigrazione. Tra i temi in rilievo, il terrorismo e la finanziaria.
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29
novembre 2003
LA VITTORIA ELETTORALE NELL’IRLANDA DEL NORD DEI PARTITI ESTREMISTI
SOLLEVA
TIMORI PER IL PROCESSO DI PACE
Il
Democratic Unionist Party e il Sinn Fein, rispettivamente in campo unionista e
repubblicano, hanno vinto le Elezioni legislative di giovedì scorso in Irlanda
del Nord. Le due formazioni hanno avuto la meglio sui Partiti moderati: un
risultato che potrebbe mettere fortemente in crisi il processo di pace
scaturito dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, soprattutto perchè il
leader unionista, Jan Paisley, probabile futuro premier, si è sempre dichiarato
contrario al dialogo con i nazionalisti. Intanto hanno già preso il via i primi
colloqui esplorativi per formare la coalizione di governo. Il servizio di Enzo
Farinella:
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Assegnati i 108 seggi dell’Assemblea: il Partito
democratico unionista ha conquistato 30 seggi; gli Unionisti di David Trimble
27; Sinn Fein 24 e i Socialdemocratici e Laburisti 18. Ian Paisley dice che da
adesso parlerà per e a nome della comunità unionista ed ha reiterato la sua
opposizione all’Accordo di pace firmato a Belfast, il Venerdì Santo 1998. A sua
volta, il premier irlandese Berthie Ahern ha fatto notare che l’Accordo è
internazionale non lo si potrà cambiare nella sostanza.
Frattanto il segretario per il Nord, Paul Murphy,
incontrerà subito i leader dei vari Partiti per vedere se sarà possibile
ripristinare un governo di coalizione.
Da Belfast, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella
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E sulle reazioni al voto
nordirlandese dei governi di Londra e
Dublino, ci riferisce dalla capitale britannica Sagida Sayed:
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“Il Good Friday Agreement va avanti”, a
ribadirlo è Tony Blair che, da Cardiff, dove ieri ha incontrato il primo
ministro irlandese, Bertie Ahern, ha commentato i risultati delle Elezioni in
Irlanda. Al termine del breve Summit hanno rilasciato un comunicato congiunto,
nel quale si legge che “la nuova maggioranza ha precise responsabilità da
rispettare: anzitutto quella del dialogo”. Il messaggio è rivolto soprattutto
al Partito unionista del rev.do Ian Paisley, che si è sempre rifiutato di
sedersi al tavolo delle trattative con il Sinn Fein. Tony Blair ha anche
aggiunto che il Good Friday Agreement sarà riveduto il prossimo mese e
che comunque non verrà mutato nei suoi punti cardine.
Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Sayed.
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Una
situazione, questa, che apre molti interrogativi sul futuro politico
dell’Irlanda del Nord, sulla formazione del prossimo governo e soprattutto
sull’ipotesi di Ian Paisley alla guida dell’esecutivo. Giancarlo La Vella ne ha
parlato con Raffaella Menichini, della redazione Esteri del quotidiano “La
Repubblica”.
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R. – Questa è una possibilità. Ci sono anche speculazioni
sul fatto che Paisley possa cedere il ruolo ad uno dei più giovani suoi vice.
Ci sono vari personaggi più moderati di Paisley, che potrebbero prendere il suo
posto perché, ovviamente, adesso anche per il suo Partito comincia una fase difficile
di aggiustamento, perché finora sono stati sempre fuori dai giochi politici ma
ora devono prendersi in qualche modo una responsabilità. Non è detto che non si
riesca a formare un possibile governo, che veda insieme le ali più radicali del
Movimento unionista e di quello repubblicano. Ci vorrà tempo, però il risultato
potrebbe, alla fine, non essere così drammatico come sembra adesso, perché coinvolgere
i radicali nel processo politico a volte può essere positivo. Potrebbe
costringerli a confrontarsi, ma in questo portano una grande responsabilità
anche i governi di Irlanda e Gran Bretagna che, bisogno dire, in questo anno
non hanno fatto moltissimo per riavvicinare le parti.
E allora è previsto, già subito dopo le Elezioni, una
riapertura ed una revisione del processo di pace, in cui probabilmente verranno
fatti degli aggiustamenti proprio sui punti più controversi, in particolare sul
processo del disarmo, per permettere una maggiore trasparenza nella divulgazione
delle informazioni che sono in possesso della Commissione sul disarmo. Fino
adesso si è saputo molto poco di quello che l’Ira aveva fatto e del quantitativo
e del tipo di armi che sono state consegnate perché c’era una specie di
consegna del silenzio. Probabilmente adesso la Commissione sarà costretta a
dare più informazioni e così disinnescheranno anche le armi dei radicali e di
chi dice che il processo è in uno stato di collasso totale. Bisogna vedere che
cosa succede adesso. Sicuramente si è messo in moto un meccanismo molto interessante
dal punto di vista politico.
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L’ETICA DEL MERCATO GLOBALE, AL CENTRO DELLA
SECONDA GIORNATA
DEL
SUMMIT DEI PREMI NOBEL PER LA PACE A ROMA
Mercato globale ed etica della
nuova economia. Questi i temi in discussione nella seconda giornata di lavori
del quarto summit mondiale dei premi Nobel per la pace, che si sta svolgendo a
Roma, al Campidoglio. Nel corso del forum, è stato messo in evidenza che un
miliardo e 200 milioni di persone lottano per sopravvivere con la poca acqua
che riescono a desalinizzare e a purificare, mentre la siccità miete oltre 4
milioni di vittime ogni anno. Il servizio è di Dorotea Gambardella.
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Giustizia significa
innanzitutto una più equanime distribuzione delle risorse. Questo uno dei
concetti più volte ribadito nel corso della mattinata. A tal proposito il
consulente del ministero degli Esteri sovietico durante l’Amministrazione
Gorbaciov, Vadim Zagladin, ha letto il preambolo della dichiarazione delle
Nazioni Unite: “Le generazioni presenti hanno la responsabilità di essere
attente ai bisogni di quelle future”. Da qui l’esigenza del rafforzamento della
dimensione etica della politica. Ma che cosa significa politica etica? Ci
risponde Jayantha Dhanapala, ex sottosegretario generale del dipartimento
Disarmo per l’Onu.
R. – ETHICAL
POLITIC IS...
“La politica etica è una giusta miscela di attenzione al
rispetto dei diritti umani e di politica pragmatica. Spesso, purtroppo,
commettiamo l’errore di separare i due universi e ciò ha portato a risultati
disastrosi sia sul piano della convivenza tra gli uomini, sia sul piano dei
rapporti internazionali. Se non saremo capaci di mettere in pratica i principi
acquisiti nel corso dei secoli: libertà, uguaglianza, rispetto per la natura,
condivisione delle responsabilità e se non impareremo a trattare gli altri come
vorremmo che ci trattassero, la situazione globale peggiorerà sempre più; mi
riferisco naturalmente al terrorismo, al proliferare delle armi di distruzione
di massa, al dilagare della povertà. Problemi che possono risolversi soltanto
mediante una politica pervasa da una dimensione etica più forte”.
Alla politica etica è
strettamente connessa la solidarietà, del cui valore ci parla l’ex presidente
della Polonia, Lech Walesa.
R. – (parole polacche)
“Se ci uniamo nella solidarietà potremo sconfiggere la
povertà, la fame e ogni altro tipo di problema. Il mondo non credeva al nostro
potere, tuttavia mediante il movimento di Solidarnosc abbiamo sconfitto il
sistema più pericoloso, eppure nessuno credeva che ce l’avremmo fatta, perché
nessuno credeva nel potere della solidarietà, che è la chiave per risolvere le
questioni interne di ciascun Paese, ma anche i problemi internazionali.
D. – Ma in che modo in futuro
si potrà evitare la guerra?
R. – (parole polacche)
“L’Unico modo per allontanarla è una maggiore
giustizia sociale. I diversi Paesi dovrebbero poter interagire come due squadre
in una partita di calcio: sottoposte alle medesime regole e al controllo di un
arbitro”.
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MONTEFIASCONE CELEBRA SANTA BRIGIDA A 700 ANNI
DALLA NASCITA
-
Intervista con madre Tekla Famiglietti -
Oggi, 29 novembre, la cittadina di Montefiascone, in
provincia di Viterbo, si unirà all’Ordine del Santissimo Salvatore e a tante
altre città d’Europa nel ricordare Santa Brigida di Svezia nel settimo
centenario della nascita. A Montefiascone, la grande mistica svedese visse, nel
1370, tre mesi perché vi soggiornava in quel tempo Papa Urbano V, che voleva
far ritorno ad Avignone, essendosi Roma rivelata inospitale per lui. La Santa,
oltre ad ottenere l’approvazione delle Costituzioni del suo Ordine, supplicò
anche il Pontefice di desistere dal suo proposito e a far ritorno a Roma. Le
cose andarono per un altro verso: Urbano V ritornò ad Avignone dove morì poco
tempo dopo, come Brigida gli aveva predetto. Le celebrazioni si svolgeranno con
la partecipazione di personalità accademiche, civili e religiose, alla presenza
anche dell’ambasciatore di Svezia presso la Santa Sede, Fredrik Vahlquist.
Giovanni Peduto ha chiesto alla madre abbadessa generale dell’Ordine del
Santissimo Salvatore di Santa Brigida, madre Tekla Famiglietti, qual è il
carisma?
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R. - Il nostro carisma è la centralità del Verbo. In primo
luogo la preghiera rivolta a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Brigida si è
ispirata alla Passione, ma ha messo come motore del carisma la preghiera. La
preghiera che si perpetua nell’adorazione come riparazione. Noi doniamo la
nostra vita per salvare i nostri fratelli e ricomporre l’unità. Riparazione
prima di tutto.
D. - Qual è oggi la situazione delle vocazioni nell’Ordine
di Santa Brigida?
R. - Il Signore chiama dove vuole e quando vuole. Noi abbiamo una
continuità vocazionale: in totale siamo più di 600 con 45 case.
D. - Di fronte ai gravi
avvenimenti internazionali quanto può fare la preghiera?
R. - Non si può fare molto con le sole parole. La pace si
può ottenere solo con la preghiera e poi con le opere, è chiaro. Ma è con la
preghiera, è con la fede nel credere che la pace è possibile.
D. - Madre Tekla, qual è la sua
esperienza personale di fede a questo riguardo?
R. – Io sono in convento da quasi 53 anni. Più mi faccio anziana, più
comprendo il valore della vita religiosa.
D. – Madre, che cosa direbbe lei
ad una ragazza oggi che cerca il senso di Dio?
R. – Direi le stesse cose che dicevano gli apostoli: venite e vedete.
Bisogna sperimentare la fede, bisogna capire che cos’è la vita religiosa. Non è
il fare, ma l’essere.
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SEICENTO MUSEI ITALIANI ACCESSIBILI E GRATUITI,
OGGI E DOMANI, PER I DISABILI.
L’INIZIATIVA
NELL’AMBITO DELL’ANNO EUROPEO DELL’HANDICAP 2003
-
Intervista con Paola Severini -
Oggi e domani, in 570 musei italiani i portatori di
handicap potranno entrare gratuitamente per visitare opere altrimenti per loro
inaccessibili. L’iniziativa è frutto della collaborazione della rivista della
cultura sociale “Angeli” e del Ministero italiano dei Beni culturali.
L’abbattimento delle barriere architettoniche nei siti e nelle aree di
interesse storico-artistico, e la fruibilità delle opere stesse da parte dei
disabili, è uno dei temi al centro dell’Anno europeo dell’handicap, che si
concluderà il prossimo dicembre. Ma a che punto si è giunti con le proposte di
soluzione, in Italia e in Europa? Risponde Paola Severini, direttore della
rivista “Angeli”, intervistata da Alessandro De Carolis:
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R. -
Bisogna dire che è stato fatto un grande cammino: in due anni e mezzo, 570 siti
d’arte sono oggi accessibili. Certo, il lavoro da fare è enorme perché si
tratta di arrivare a renderne accessibili circa altri tremila. Sono infatti
3.500 i beni culturali che non sono per tutti nel nostro Paese. Siamo riusciti
a studiare dei protocolli di intesa con i Beni ecclesiastici, che raccolgono
quasi mille siti d’arte tra chiese ed aree protette, ed anche con fondazioni e
musei privati e musei comunali. Per quello che riguarda la situazione in
Europa, bisogna dire che il vessillo della migliore organizzazione nel settore
lo porta la Spagna e soprattutto la Catalogna, dove è tutto accessibile ai
disabili, grazie anche ad una strategia che ha permesso loro di attirare un
turismo ricco ed affluente come quello nordamericano. In una civiltà mondiale
che invecchia sempre più, bisogna fare in modo di poter dare a questi turisti -
che sono anziani, spesso fisicamente inabili, ma anche dei turisti benestanti -
la possibilità di accedere all’arte.
D. – Dalle strutture italiane, dove si concentrano il
maggior numero di siti storici, artistici ed archeologici, che tipo di
disponibilità avete ricevuto?
R. – Abbiamo avuto una grande risposta. Ma devo dire che
il lavoro concreto l’ho visto soprattutto dalle associazioni di volontariato
italiane, che si sono distinte in questo senso, ed anche dalle associazioni dei
volontari museali. Queste ultime, in particolare, sono delle straordinarie
associazioni che si occupano, per esempio, di far toccare una statua ad un
cieco. Questo vuol dire fruibilità. Non vuol dire soltanto mettere una rampa o
fare un ascensore in più.
D. – Tra un mese si chiude l’Anno europeo dell’handicap.
Quanto hanno inciso sulle istituzioni e sull’opinione pubblica le iniziative
dedicate all’universo dei disabili?
R. – Non ce ne sono state molte, purtroppo. Personalmente,
posso parlare del lavoro che abbiamo realizzato noi. L’altro giorno, durante un
Seminario svoltosi a Roma, abbiamo avuto, in sostanza, due ministri presenti:
il responsabile dei Beni Culturali della Chiesa, mons. Mauro Piacenza, e il ministro
dei Beni Culturali dello Stato italiano, Giuliano Urbani. Ebbene, questi due
ministri insieme hanno parlato di Dostojewski ed hanno ripetuto con lui: “La
bellezza salverà il mondo”. Credo che questa affermazione, e l’impegno assunto
con loro, ha rappresentato una rivoluzione. L’Italia è sì un Paese dove c’è
sanità a livello di eccellenza, dove i portatori di handicap – primi in Europa
– hanno avuto le scuole aperte per tutti e la chiusura di quelle speciali.
Però, fare la vita dei cosiddetti ‘normali’ non vuol dire soltanto avere una
buona sanità, ma soprattutto avere un lavoro come gli altri e anche il tempo libero
come gli altri. Soltanto così si diventa uguali.
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29
novembre 2003
PROMOSSE
DALLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL’INGHILTERRA E DEL GALLES
DUE
IMPORTANTI INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI E I RICHIEDENTI ASILO
LONDRA. = In occasione della Giornata mondiale delle
migrazioni, il prossimo 3 dicembre, la Conferenza episcopale dell’Inghilterra e
del Galles promuove due importanti iniziative di solidarietà con i rifugiati e
i richiedenti asilo. Ieri quattro organizzazioni cattoliche hanno tenuto, a
Londra, insieme ad altre organizzazioni laiche e religiose impegnate
nell’assistenza ai rifugiati, una serie di incontri e seminari per riflettere e
scambiare opinioni ed esperienze su questa complessa problematica.
All’iniziativa hanno partecipato, oltre all’Ufficio dei vescovi per la politica
dei rifugiati, la sezione britannica del Jesuit Refugee Service (Jrs-UK) e
l’Associazione cattolica per la giustizia razziale e il Forum nazionale
cattolico per i rifugiati. Il prossimo 3 dicembre, inoltre, tutte le diocesi e
le parrocchie del Paese sono state invitate a tenere una Giornata di preghiera
e di riflessione sull’argomento. L’obiettivo di queste iniziative, ha spiegato
il portavoce dell’Ufficio episcopale per la politica dei rifugiati, è di
intensificare l’impegno della Chiesa a favore dei rifugiati in un momento in
cui il governo britannico progetta politiche migratorie più restrittive e
crescono nella società sentimenti di ostilità verso i rifugiati e i richiedenti
asilo. “Questa giornata di solidarietà con i rifugiati – ha precisato la
direttrice del Jrs britannico, Louise Zanré – è un modo per dimostrare
il nostro sostegno e attenzione per loro”. (L.Z.)
SI
CELEBRA OGGI, SOTTO L’EGIDA DELL’ONU, LA GIORNATA INTERNAZIONALE
DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE
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NEW YORK. = Oltre 3 milioni e seicento mila abitanti,
un’età media di 16 anni e mezzo, e meno di 70 mila le persone che ufficialmente
hanno un lavoro. Sono questi alcuni tra i più significativi dati statistici
sulla popolazione palestinese nei Territori. Al popolo palestinese, al quale è
dedicata l’odierna giornata internazionale di solidarietà e che
complessivamente nel mondo supera otto milioni di persone, sono stati espressi,
ieri, sostegno e comprensione dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi
Annan. Il segretario dell’Onu ha ribadito l’urgenza di programmare un incontro
tra il primo ministro palestinese ed il premier israeliano al fine di trovare
una soluzione politica alla drammatica situazione che sta destabilizzando non
solo l’intera area mediorientale. Ma il dialogo politico tra le parti continua,
purtroppo, a subire numerose battute di arresto. Oggi si è infatti concluso
senza risultati concreti l’incontro, a Londra, tra il figlio del premier
israeliano, Omri Sharon, ed il consigliere per la sicurezza nazionale
palestinese, Jibril Rajoub. Il figlio di Ariel Sharon ha chiesto la totale
cessazione della violenza da parte dei gruppi fondamentalisti palestinesi e
Rajoub ha sottolineato la complessa questione degli insediamenti israeliani nei
Territori palestinesi. (A.L.)
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AVVIATA
DAL GOVERNO DEL CONGO L’INCHIESTA PER ACCERTARE LE RESPONSABILITÀ DEL NAUFRAGIO
DEL BATTELLO AVVENUTO, MARTEDÌ SCORSO, SUL LAGO MAI NDOMBE
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
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KINSHASA.
= Il governo della Repubblica democratica del Congo ha aperto un’inchiesta per
accertare le responsabilità della tragedia sul lago Mai Ndombe, dove martedì
scorso è naufragato un battello, provocando la morte di almeno 169 persone. Lo
ha comunicato alla Televisione nazionale il ministro dell’Informazione
congolese, Vital Kamerhe, spiegando che la decisione è stata presa dopo una
riunione tra il presidente del Congo, Joseph Cabila, ed i membri di una
delegazione governativa di ritorno da Inongo, nei pressi del luogo della
tragedia a 500 chilometri a nordest della capitale Kinshasa. “Numerosi amministratori
locali e responsabili della sicurezza - ha detto il ministro - sono stati sospesi
dai loro incarichi e il proprietario del battello è stato arrestato e dovrà
rispondere alla giustizia delle sue eventuali colpe”. La delegazione
governativa che si è recata a Inongo a portare sostegno morale e aiuti
economici per 100 mila dollari ai familiari delle vittime era guidata da uno
dei vice presidenti congolesi, Azaria Ruberwa. E’ stata infine istituita una
Commissione locale per l’assegnamento dei risarcimenti ai familiari delle vittime.
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ANALIZZATI
IERI A MADRID DAL PORTAVOCE DEL PAPA DELLA SANTA SEDE,
JOAQUIN NAVARRO VALLS, I 25 ANNI DI
PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II
NELLA CONFERENZA INTITOLATA “UN PONTIFICATO
NELLA MODERNITÀ”
MADRID. = “Un pontificato
nella modernità”. E’ il titolo della Conferenza, tenutasi ieri a Madrid nella
quale il portavoce del Papa, Joaquin Navarro Valls, ha analizzato le grandi
linee del pontificato di Giovanni Paolo II. “Il Santo Padre – ha detto Navarro
Valls - ha voluto porre l’umanità davanti alla dimensione religiosa in modo
tale che l’uomo si senta di nuovo interpellato da Dio sia in quello che è che
in quello che fa, un atteggiamento che ci aiuta a capire tanto il suo magistero
dottrinale come la sua vocazione di Papa pellegrino”. Il “palesamento della
fede” in un mondo nel quale l’espressione di questa fede stessa è negata dalla
cultura dominante è inoltre, secondo Navarro Valls, uno degli aspetti
principali di questo pontificato, e spiega anche come Giovanni Paolo II
“rappresenti e incarni un’istituzione, senza dare mai l’impressione di recitare
un ruolo”. La Conferenza rientra nel ciclo di iniziative intitolato “La mia
seconda patria” composto da 40 manifestazioni organizzate in altrettante città
del mondo e promosse dal sottosegretario italiano agli Esteri, Mario Baccini.
All’incontro di ieri hanno presenziato tra gli altri, l’arcivescovo di Madrid,
il cardinale Antonio Maria Rouco Varala, l’ambasciatore italiano in Spagna,
Amedeo de Franchis ed il direttore dell’Istituto italiano di cultura, Patrizio
Scimmia. Alla manifestazione hanno partecipato anche i cantanti Amedeo Minghi e
Angelica Sepe, e il pianista Stelvio Cipriani, che ha eseguito il suo ''Tema di
Karol'', dedicato alla figura di Giovanni Paolo II. (A.L.)
DAL 1
AL 12 DICEMBRE SI SVOLGERA’, A MILANO, L’ANNUALE CONFERENZA
DELL’ONU SUL PROTOCOLLO DI KYOTO
MILANO.
= Si terrà a Milano dal 1 al 12 dicembre prossimi la nona Conferenza annuale
dell’Onu sull’implementazione del protocollo di Kyoto. Alla riunione sono
accreditate alcune organizzazioni non governative, tra le quali il Consiglio
mondiale delle Chiese, il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano ed il
Centro ecumenico europeo per la pace. Tra gli appuntamenti previsti, si deve
registrare, il prossimo 2 dicembre un incontro interreligioso, presso
l’Università degli studi di Milano, che vedrà la presenza di cristiani, ebrei,
musulmani e buddisti. Nel corso di tale incontro ci sarà la firma del messaggio
comune sul tema dell’ambiente. (A.L.)
A
PARTIRE DA DOMANI SARA’ TRASMESSO IL NUOVO SPOT TELEVISIVO
DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA DEDICATO ALLE OFFERTE PER I SACERDOTI
ROMA.
= Il nuovo spot tv della Conferenza episcopale italiana dedicato alle offerte
per i sacerdoti verrà trasmesso a partire da domani fino al prossimo 13
dicembre. “Lo spot - spiega il Servizio Cei per la promozione del sostegno
economico alla Chiesa - è stato girato in Sardegna, in bianco e nero, e
documenta in 45 secondi la vita quotidiana di un sacerdote diocesano, don
Giovanni Dore, da decenni parroco di alcuni piccoli Comuni rurali, attorno al
lago Omodeo, nella zona di Oristano”. L’obiettivo dello spot è
"rappresentare queste realtà, i cui parroci possono essere sostenuti solo
con l’aiuto di tutte le altre comunità italiane, attraverso le offerte per i
sacerdoti. Oltre metà delle 26.000 parrocchie italiane sono piccole comunità,
di circa 1.000 abitanti. In queste realtà la parrocchia rappresenta, spesso, il
principale - quando non l’unico - centro di aggregazione sociale e luogo di
identità culturale. Le offerte, insieme all’otto per mille, sono la seconda
forma di sostegno economico alla Chiesa, entrata in vigore a partire dalla
revisione del Concordato del 1984 (di cui ricorrerà il ventennale il prossimo
18 febbraio). In quell’occasione venne abolita la congrua per i sacerdoti, il
cui sostentamento venne affidato alle comunità, chiamate alla corresponsabilità
economica e alla partecipazione, anche economica, alla vita della
‘Chiesa-comunione’. (A.L.)
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29
novembre 2003
- A cura di Barbara Castelli -
L’Europa, protagonista di accesi
dibattiti, è stata al centro in questa settimana di catastrofiche previsioni e di complesse discussioni che
riguardano il futuro dell’Unione. Il servizio di Fausta Speranza:
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Con la riunione di Napoli, la costruzione della difesa
europea e' diventata ''irreversibile'': è quanto ha affermato il ministro degli
esteri belga, Louis Michel, per il quale ''e' decollato il concetto di difesa
europea, nella sua dimensione autonoma''.
Resta questo, dunque, il passo
avanti che può vantare il tanto discusso
vertice dei ministri degli esteri europei a Napoli, che si chiuderà formalmente questa sera. Restano irrisolti, però, i nodi
istituzionali decisivi della trattativa in tema di Costituzione: la composizione della Commissione Ue e il
sistema di voto fra i governi. Su questo, la novità è che Londra si e'
avvicinata alle ragioni della Spagna ma Francia e Germania hanno confermato con forza la validita'
della formula della 'doppia
maggioranza' (cioè 51 % dei Paesi e 60% della popolazione) proposta nella bozza
Giscard. Nulla di deciso anche per la formazione e le presidenze dei consigli
dei ministri Ue e sul numero minimo di
eurodeputati per paese. Forte il richiamo del presidente della Commissione
dall’India, dove si trova per partecipare al IV Summit Ue-India: ''Mi auguro – ha detto Prodi - che il
processo costituzionale ci porti a fare un salto in avanti altrimenti l'Europa
verra' cancellata dalla carta geografica del mondo''. ''E' chiaro - ha ribadito
- che siamo di fronte a grandi scelte e
che bisogna avere chiara l' idea dell' Europa
che vogliamo sostenere”. L’UE – ha spiegato Prodi – “con 450 milioni di abitanti e' il piu' grande
protagonista economico del mondo, ma se
non ha regole con cui agire congiuntamente
conta veramente poco” e, potrà fare
“passi indietro''. Resta
l’ottimismo del ministro degli esteri Frattini, presidente di turno, secondo il
quale sono stati fatti ''passi in
avanti importanti nel lavoro comune''
ed è stata raggiunta una ''larga
convergenza'' affinché si possa attribuire a ogni stato membro un commissario
con diritto di voto. C’è poi la
questione difesa che secondo Frattini registra
una ''visione comune'' che prevede le capacità militari e la complementarieta'
della Nato. Ma da Napoli, ascoltiamo
Ersilia Giglio:
“Nonostante il
vertice dei ministri degli esteri sia ancora in corso c’è aria di
smobilitazione a Napoli. La delegazione francese ha già abbandonato la città,
un segnale certo non positivo per quella che nelle intenzioni doveva essere una
riunione fondamentale per siglare accordi e trovare punti di intesa almeno sui
punti secondari della Carta Costituzionale, in attesa del Consiglio di
Bruxelles del 12 e 13 dicembre.
I temi in
discussione erano, è vero, molto delicati ma a rendere problematica l’intesa è
stato soprattutto il fantasma del caso Ecofin e del Patto di stabilità che in
molti casi è stato protagonista indiscusso ed assoluto di tutti gli interventi
dei ministri, a partire da quello olandese.
Il leit motiv
della seconda giornata è stato, dunque, soprattutto il dialogo difficile. Uno
spiraglio, l’annuncio fatto ieri in tarda serata dell’accordo a tre sulla
difesa europea tra Germania, Francia e Gran Bretagna. Un accordo di base, con
il quale si tenterà ancora di riparlare della composizione della commissione e
del voto a doppia maggioranza che restano i punti di rottura tra i 25 ministri.
Intanto, Napoli
oggi si prepara al corteo dei no global che hanno annunciato una manifestazione
che prenderà il via da Piazza Garibaldi alle 16.
Da Napoli, per la Radio Vaticana, Ersilia Giglio.
Dopo la bufera per la scelta dell’Ecofin, il Consiglio dei
ministri di economia e finanza dell’Unione, di sospendere le sanzioni a
Germania e Francia, il vertice di Napoli si è aperto con lo spettro di un Patto
di stabilità travolto dagli eventi e in grado di travolgere la decisiva fase
costituzionale affidata alla Conferenza Intergovernativa. In definitiva, tutta
la struttura europea è sembrata almeno per un momento vacillante. Proprio nelle
stesse ore, però, l’Euro ha segnato il suo record di valutazione sul dollaro.
E’ evidente che il rallentamento dell’Europa è causato da fattori interni,
mentre la forza dell’Euro è dovuta soprattutto alla debolezza del dollaro,
dunque un fattore esterno. In ogni caso, è difficile capire perché l’Europa che
vive un ristagno dell’economia ha l’euro forte mentre gli Stati Uniti che
vivono la ripresa economica hanno il
dollaro debole. La spiegazione sta nella valutazione dell’economista Mario
Deaglio, docente all’Università di Torino.
R. – Bisogna tener presente che
la forza e la debolezza delle monete non è sempre collegata con la forza e la
debolezza delle economie. Una moneta debole addirittura stimola la produzione,
perché rende i prodotti di quel Paese più convenienti ai compratori esteri.
Tutta l’Asia ha fatto il proprio boom con una moneta debolissima perché proprio
per questo le esportazioni asiatiche
andavano molto bene. La Cina sta facendo lo stesso discorso.
D. – Dunque non c’è da gioire per l’euro forte?
R. – Dovremmo attenderci – e ci
metto un dovremmo condizionale se i mercati funzionassero bene – un calo del
prezzo della benzina che è espresso in dollari. Il dollaro scende e quindi noi
lo stiamo pagando meno. Se però il consumatore lo vediamo come lavoratore la
situazione cambia e non è certo vantaggiosa,
perché il lavoratore avrà meno occasioni di lavoro in quanto le sue
possibilità sono insidiate da quelle dei lavoratori dei Paesi a moneta debole.
D. – La settimana prossima c’è
la riunione delle Banche centrali europee che si aprirà con la minaccia di
alzare i tassi dopo la crisi dell’Ecofin. Come collegare tassi e supereuro?
R. –E’ una minaccia realmente
espressa ma non credo che avverrà. Il supereuro è un freno all’economia e il
rialzo dei tassi è un altro freno all’economia. Quindi se, nel momento in cui
l’euro sale si rialzano anche i tassi, applichiamo un doppio freno.
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Torna la paura in Georgia, dopo le
proteste di piazza che nei giorni scorsi hanno portato alle dimissioni dell’ex
presidente Shevardnadze. Una bomba è esplosa questa mattina a Tbilisi, davanti
alla sede del partito laburista, che si è opposto proprio all’uscita dalla
scena politica di Shevardnadze. L’esplosione non ha fortunatamente provocato
feriti.
Il Consiglio di governo
transitorio iracheno ha iniziato oggi a discutere le modalità di trasferimento
dei poteri, così come previsto dall’accordo firmato il 15 novembre con la
coalizione. Al centro dei dibattiti: l’opportunità dell’elezione di
un’assemblea provvisoria. Intanto, è confronto a distanza tra presidenza Bush e
opposizione democratica sulla gestione della crisi irachena negli Stati Uniti.
Dopo il Capo della Casa Bianca, anche la senatrice Hillary Clinton si è recata
ieri in Iraq in visita alle forze statunitensi. L’ex first lady ha avuto parole
di critica per l’amministrazione Bush, mentre nuovi episodi di violenza hanno
colpito soldati americani. Paolo Mastrolilli.
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Il giorno dopo la visita a sorpresa del presidente Bush,
in Iraq la guerriglia ha risposto tornando ad uccidere un soldato americano.
L’attacco è avvenuto nella città settentrionale di Mossul, dove quattro colpi
di mortaio hanno raggiunto la base della 101.ma Divisione di Paracadutisti. Un
militare è morto ed un iracheno è rimasto ferito. Nelle stesse ore la senatrice
Hillary Clinton è arrivata a Baghdad per compiere una visita prevista da tempo
ed oscurata dal blitz del capo della Casa Bianca. L’ex first lady ha salutato
le truppe ed ha ribadito che il Paese è con loro, ma ha poi criticato il modo
in cui Bush ha concepito l’intervento. “In tutte le soste che ho fatto - ha
detto - ho sentito parlare del problema della sicurezza. Ci troviamo in una
situazione politica molto difficile, cercando di accelerare un processo per
l’autogoverno che rappresenterà una grande sfida”. La senatrice ha, quindi,
spiegato che vorrebbe un maggior coinvolgimento dell’Onu. “Io credo fermamente
- ha aggiunto - che dovremmo internazionalizzare la crisi e per ottenere questo
ci vorrebbe un profondo cambiamento nel modo di pensare dell’amministrazione,
che non vedo arrivare”.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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La polizia turca ha arrestato stamani un uomo sospettato
di aver collaborato a organizzare il duplice attentato suicida alle due
sinagoghe di Istanbul. Lo ha detto l’agenzia turca Anadolu. Nell’attacco
terroristico, lo scorso 15 novembre, hanno perso la vita 25 persone mentre
circa 300 sono rimaste ferite.
Proseguono le indagini della procura di Milano sulla rete
di reclutamento in Italia di
combattenti pronti a morire per la “guerra santa”. Il gip
Guido Salvini ha emesso cinque nuovi mandati di cattura, nei
confronti di altrettante persone accusate di terrorismo
internazionale. Tre di loro sono state arrestate, mentre due
sono ancora a piede libero. Tra gli uomini finiti in manette spicca lo
sceicco Abderrazak, algerino, elemento eccellente della cellula europea
inserita nell’organizzazione transnazionale che fa capo all’emiro Abu Mussab Al
Zarqawi, uno dei leader del gruppo Al- Tahwid, organizzazione vicina ad
al-Qaeda. Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno, Giuseppe
Pisanu, che non ha escluso “ulteriori consistenti risultati”. Il quadro
dell’inchiesta, infatti, assume contorni sempre più delineati. Secondo le circa
150 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata da Salvini, i
componenti della cellula - in parte smantellata con l’operazione Bazar dello
scorso anno - avevano il compito di individuare, reclutare e inviare soldati
scelti in Iraq: questi militanti, prima di arrivare a destinazione, facevano
tappa nei centri di smistamento in Siria, gestiti dal Mullah Fouad, e in altri
centri in Turchia, in particolare nella zona di Istanbul.
Ancora tesa la situazione in Medio Oriente. A riaccendere
la polemica è stato oggi il premier palestinese, Abu Ala, annunciando: i
negoziati con Israele “non avranno senso”, se il governo del premier Ariel
Sharon continuerà la costruzione della ‘barriera di sicurezza’ in Cisgiordania
e l’espansione degli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Nel
pomeriggio Abu Ala sarà ad Amman per incontrare il sottosegretario di stato
americano, William Burns, e re Abdallah II di Giordania.
“Apprezziamo
il raggiunto cessate il fuoco” tra India e Pakistan e “sosterremo ogni altro
passo in avanti” nel raggiungimento di un accordo più ampio. Con queste parole
oggi il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, ha commentato a New
Delhi l’accordo siglato tra i due giganti dell’area asiatica.
“Governerò
il Paese fino al 2013”. Così ieri il presidente del Venezuela, Hugo Chavez,
sfidando l’opposizione che ha iniziato a raccogliere le firme per un referendum
contro di lui. Con queste parole il Capo di Stato si è implicitamente candidato
per la rielezione alla scadenza del proprio incarico, nel 2006. La Costituzione
venezuelana consente un referendum consultivo a metà del mandato. L’opposizione
spera, infatti, di raccogliere 2.400.000 firme per indire elezioni anticipate
nel 2004.
È stato prorogato di due mesi il
cessate il fuoco in Sudan tra governo islamico del Nord e secessionisti del
Sud. L’accordo resterà in vigore fino alla fine di gennaio. Lo ha annunciato a
Nairobi il responsabile della mediazione, Lazaro Sumbeiywo. Al tavolo del
negoziato di pace, Italia Gran Bretagna,Norvegia e Usa.
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