RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 333 - Testo della Trasmissione di sabato 29 novembre 2003

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con i primi Vespri di questa sera l’inizio del nuovo Anno liturgico con il tempo d’Avvento: un commento dell’arcivescovo Domenico Sorrentino.  

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La vittoria nell’Irlanda del Nord dei Partiti estremisti solleva timori per il processo di pace. Ai nostri microfoni Raffaella Menichini

 

Mercato globale ed etica al centro oggi del Summit dei Premi Nobel per la pace, a Roma: interviste con  Jayantha Dhanapala e Lech Walesa

 

700 anni fa la nascita di Santa Brigida: con noi Madre Tekla Famiglietti

 

Oggi e domani Musei italiani aperti gratuitamente per i disabili: ce ne parla Paola Severini.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Promosse dalla Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles due importanti iniziative di solidarietà con i rifugiati e i richiedenti asilo

 

Si celebra oggi, sotto l’egida dell’Onu, la Giornata internazionale di solidarietà al popolo palestinese

 

Avviata dal governo del Congo l’inchiesta per accertare le responsabilità del naufragio del battello avvenuto, martedì scorso, sul lago Mai Ndombe

 

“Un pontificato nella modernità”. E’ il titolo della Conferenza, tenutasi ieri a Madrid, nella quale il portavoce del Papa, joaquin navarro valls, ha analizzato le grandi linee del pontificato di Giovanni Paolo II

 

Si terrà a Milano dal 1 al 12 dicembre prossimi la nona Conferenza annuale dell’Onu sull’implementazione del protocollo di Kyoto

 

A partire da domani sarà trasmesso il nuovo spot televisivo della Cei dedicato alle offerte per i sacerdoti

 

24 ORE NEL MONDO:

Il Consiglio di governo transitorio iracheno all’opera per le modalità di trasferimento dei poteri. Sul terreno ancora violenze in primo piano

 

Assumono contorni sempre più chiari le indagini della procura di Milano sulla rete di reclutamento in Italia di terroristi

 

Tesa la situazione in Medio Oriente. “I negoziati non avranno senso - ha detto il premier palestinese Abu Ala - se Israele continua la costruzione del muro”

 

Prorogato di due mesi in cessate-il-fuoco in Sudan.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 novembre 2003

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha dedicato la mattina ad una serie di udienze private, concesse a personalità della Curia vaticana e ad alcuni nunzi apostolici. In particolare, il Papa ha ricevuto il cardinale Jan Pieter Schotte, segretario generale del Sinodo dei vescovi, l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, e l’arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Quindi, il Pontefice ha incontrato il nunzio apostolico in Irlanda, l’arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, il nunzio apostolico in Egitto, l’arcivescovo Marco Dino Brogi, delegato della Santa Sede presso l’Organizzazione della Lega degli Stati Arabi, e l’arcivescovo Antonio Magnoni, nunzio apostolico. Il Papa ha concluso la serie delle udienze ricevendo il vescovo dei Copti ortodossi in Italia, Barnaba El-Soryany.

 

Giovanni Paolo II ha quindi provveduto ad una serie di nomine ed ha accolto alcune rinunce: in Rwanda, ha nominato nunzio apostolico Anselmo Guido Pecorari, consigliere della Nunziatura apostolica in Slovenia, elevandolo in pari tempo alla dignità di arcivescovo; in Qatar, ha nominato nunzio apostolico l’arcivescovo Giuseppe De Andrea, finora nunzio apostolico in Kuwait, in Bahrain e in Yemen; in Colombia ha nominato vescovo di Armenia padre Fabio Duque Jaramillo, dei Minori francescani, finora sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura; in Perù ha accolto la rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi di Arequipa, presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo Luis Sánchez-Moreno Lira e al suo posto ha nominato l’arcivescovo José Paulino Ríos Reynoso, finora alla guida della diocesi di Huancayo; sempre in Perù, ha accolto la rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi di Cuzco, presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo Alcides Mendoza Castro e al suo posto ha nominato mons. Juan Antonio Ugarte Pérez, finora vescovo prelato di Yauyos; in Ghana ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Kumasi mons. Gabriel Justice Yaw Anokye.

        

Il Santo Padre ha infine nominato segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali mons. Renato Boccardo, finora capo del Protocollo con incarichi speciali presso la Segreteria di Stato, elevandolo alla Chiesa titolare vescovile di Acquapendente.

 

 

L’AVVENTO ATTESA DI DIO, ATTESA DELL’UOMO PER UNA NUOVA SPERANZA DI PACE

- Intervista di Giovanni Peduto con l’arcivescovo Domenico Sorrentino -

 

Inizia con i Primi Vespri di questa sera un nuovo Anno Liturgico e si apre il periodo dell’Avvento. Con l’arcivescovo Domenico Sorrentino, segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, e tuttora delegato per il Santuario di Pompei, Giovanni Peduto ha voluto approfondire il significato dell’Avvento:

 

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R. – La parola lo dice: ricorda la venuta di Gesù Cristo e l’inizio dell’Anno liturgico in cui ci si prepara al Natale e ci si prepara non soltanto al Natale storico di Gesù Cristo, ma ci si prepara alla sua venuta quotidiana nella nostra vita e ci si orienta poi alla sua venuta ultima.

 

D. – Come vivere nella fede questo periodo liturgico?

 

R. – Il tema della vigilanza è un tema che scandisce questo periodo. La vigilanza spirituale, che è innanzitutto presa di coscienza della presenza di Dio nella nostra vita.

 

D. – Come annunciare l’Avvento all’uomo di oggi che spesso ha attese ed aspettative molto diverse da quelle della fede?

 

R. – Il senso dell’attesa può costituire un grande aggancio. E’ vero che l’uomo ha attese diverse da quelle della fede, ma è anche vero che dentro queste attese diverse c’è sempre un di più che l’uomo deve poter riscoprire. Dentro questa insoddisfazione c’è l’apertura a questo di più che solo la fede può dare.

 

D. – Anche questo Avvento cade in un momento di paure e di incertezze per gli avvenimenti internazionali. Quali le risposte?

 

R. – Credo che l’Avvento debba essere vissuto come un grande tempo della speranza. La Chiesa è nel mondo per annunciare la speranza.

 

D. – E per ottenere la pace per questo mondo così martoriato, Giovanni Paolo II ha indicato il Rosario, come ‘arma’.

 

R. – Direi che vale proprio la pena dopo l’Anno del Rosario tenerci ben agganciati a questa preghiera. Preghiera tradizionale, ma anche preghiera profonda, adattissima all’uomo di oggi.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con la situazione in Iraq: si registrano ancora incertezze sul piano per il trasferimento dei poteri agli iracheni. 

 

Nelle vaticane, un articolo sui lavori del secondo Congresso Missionario Americano;  l'incontro del cardinale Crescenzio Sepe con i missionari anziani ed i sacerdoti infermi. Una pagina dedicata alle solenni celebrazioni per i 950 anni di fondazione della Diocesi di Aversa. Una monografica in occasione del seminario di studio organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul tema: "OGM: minaccia o speranza?". I contributi del cardinale Renato Raffaele Martino ed Enrico Garaci.

 

Nelle estere, disarmo: un nuovo Protocollo sui residuati bellici esplosivi stabilisce l'obbligo della bonifica dopo il conflitto. Per la rubrica dell'"Atlante geopolitico", un articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo "Georgia: pacifica svolta politica".

 

Nella pagina culturale, un contributo di Mario Gabriele Giordano in merito all'edizione critica di "Un viaggio elettorale" di Francesco De Sanctis.

 

Nelle italiane, in primo piano l'immigrazione. Tra i temi in rilievo, il terrorismo e la finanziaria.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

29 novembre 2003

 

LA VITTORIA ELETTORALE NELL’IRLANDA DEL NORD DEI PARTITI ESTREMISTI

SOLLEVA TIMORI PER IL PROCESSO DI PACE

 

Il Democratic Unionist Party e il Sinn Fein, rispettivamente in campo unionista e repubblicano, hanno vinto le Elezioni legislative di giovedì scorso in Irlanda del Nord. Le due formazioni hanno avuto la meglio sui Partiti moderati: un risultato che potrebbe mettere fortemente in crisi il processo di pace scaturito dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, soprattutto perchè il leader unionista, Jan Paisley, probabile futuro premier, si è sempre dichiarato contrario al dialogo con i nazionalisti. Intanto hanno già preso il via i primi colloqui esplorativi per formare la coalizione di governo. Il servizio di Enzo Farinella:

 

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Assegnati i 108 seggi dell’Assemblea: il Partito democratico unionista ha conquistato 30 seggi; gli Unionisti di David Trimble 27; Sinn Fein 24 e i Socialdemocratici e Laburisti 18. Ian Paisley dice che da adesso parlerà per e a nome della comunità unionista ed ha reiterato la sua opposizione all’Accordo di pace firmato a Belfast, il Venerdì Santo 1998. A sua volta, il premier irlandese Berthie Ahern ha fatto notare che l’Accordo è internazionale non lo si potrà cambiare nella sostanza.

 

Frattanto il segretario per il Nord, Paul Murphy, incontrerà subito i leader dei vari Partiti per vedere se sarà possibile ripristinare un governo di coalizione.

 

Da Belfast, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella

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E sulle reazioni al voto nordirlandese dei governi di Londra e  Dublino, ci riferisce dalla capitale britannica Sagida Sayed:

 

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“Il Good Friday Agreement va avanti”, a ribadirlo è Tony Blair che, da Cardiff, dove ieri ha incontrato il primo ministro irlandese, Bertie Ahern, ha commentato i risultati delle Elezioni in Irlanda. Al termine del breve Summit hanno rilasciato un comunicato congiunto, nel quale si legge che “la nuova maggioranza ha precise responsabilità da rispettare: anzitutto quella del dialogo”. Il messaggio è rivolto soprattutto al Partito unionista del rev.do Ian Paisley, che si è sempre rifiutato di sedersi al tavolo delle trattative con il Sinn Fein. Tony Blair ha anche aggiunto che il Good Friday Agreement sarà riveduto il prossimo mese e che comunque non verrà mutato nei suoi punti cardine.

 

Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Sayed.

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Una situazione, questa, che apre molti interrogativi sul futuro politico dell’Irlanda del Nord, sulla formazione del prossimo governo e soprattutto sull’ipotesi di Ian Paisley alla guida dell’esecutivo. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Raffaella Menichini, della redazione Esteri del quotidiano “La Repubblica”.

 

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R. – Questa è una possibilità. Ci sono anche speculazioni sul fatto che Paisley possa cedere il ruolo ad uno dei più giovani suoi vice. Ci sono vari personaggi più moderati di Paisley, che potrebbero prendere il suo posto perché, ovviamente, adesso anche per il suo Partito comincia una fase difficile di aggiustamento, perché finora sono stati sempre fuori dai giochi politici ma ora devono prendersi in qualche modo una responsabilità. Non è detto che non si riesca a formare un possibile governo, che veda insieme le ali più radicali del Movimento unionista e di quello repubblicano. Ci vorrà tempo, però il risultato potrebbe, alla fine, non essere così drammatico come sembra adesso, perché coinvolgere i radicali nel processo politico a volte può essere positivo. Potrebbe costringerli a confrontarsi, ma in questo portano una grande responsabilità anche i governi di Irlanda e Gran Bretagna che, bisogno dire, in questo anno non hanno fatto moltissimo per riavvicinare le parti.

 

E allora è previsto, già subito dopo le Elezioni, una riapertura ed una revisione del processo di pace, in cui probabilmente verranno fatti degli aggiustamenti proprio sui punti più controversi, in particolare sul processo del disarmo, per permettere una maggiore trasparenza nella divulgazione delle informazioni che sono in possesso della Commissione sul disarmo. Fino adesso si è saputo molto poco di quello che l’Ira aveva fatto e del quantitativo e del tipo di armi che sono state consegnate perché c’era una specie di consegna del silenzio. Probabilmente adesso la Commissione sarà costretta a dare più informazioni e così disinnescheranno anche le armi dei radicali e di chi dice che il processo è in uno stato di collasso totale. Bisogna vedere che cosa succede adesso. Sicuramente si è messo in moto un meccanismo molto interessante dal punto di vista politico.

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L’ETICA DEL MERCATO GLOBALE, AL CENTRO DELLA SECONDA GIORNATA

DEL SUMMIT DEI PREMI NOBEL PER LA PACE A ROMA

 

Mercato globale ed etica della nuova economia. Questi i temi in discussione nella seconda giornata di lavori del quarto summit mondiale dei premi Nobel per la pace, che si sta svolgendo a Roma, al Campidoglio. Nel corso del forum, è stato messo in evidenza che un miliardo e 200 milioni di persone lottano per sopravvivere con la poca acqua che riescono a desalinizzare e a purificare, mentre la siccità miete oltre 4 milioni di vittime ogni anno. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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Giustizia significa innanzitutto una più equanime distribuzione delle risorse. Questo uno dei concetti più volte ribadito nel corso della mattinata. A tal proposito il consulente del ministero degli Esteri sovietico durante l’Amministrazione Gorbaciov, Vadim Zagladin, ha letto il preambolo della dichiarazione delle Nazioni Unite: “Le generazioni presenti hanno la responsabilità di essere attente ai bisogni di quelle future”. Da qui l’esigenza del rafforzamento della dimensione etica della politica. Ma che cosa significa politica etica? Ci risponde Jayantha Dhanapala, ex sottosegretario generale del dipartimento Disarmo per l’Onu.

 

R. – ETHICAL POLITIC IS...

“La politica etica è una giusta miscela di attenzione al rispetto dei diritti umani e di politica pragmatica. Spesso, purtroppo, commettiamo l’errore di separare i due universi e ciò ha portato a risultati disastrosi sia sul piano della convivenza tra gli uomini, sia sul piano dei rapporti internazionali. Se non saremo capaci di mettere in pratica i principi acquisiti nel corso dei secoli: libertà, uguaglianza, rispetto per la natura, condivisione delle responsabilità e se non impareremo a trattare gli altri come vorremmo che ci trattassero, la situazione globale peggiorerà sempre più; mi riferisco naturalmente al terrorismo, al proliferare delle armi di distruzione di massa, al dilagare della povertà. Problemi che possono risolversi soltanto mediante una politica pervasa da una dimensione etica più forte”.

 

Alla politica etica è strettamente connessa la solidarietà, del cui valore ci parla l’ex presidente della Polonia, Lech Walesa. 

 

R. – (parole polacche)

“Se ci uniamo nella solidarietà potremo sconfiggere la povertà, la fame e ogni altro tipo di problema. Il mondo non credeva al nostro potere, tuttavia mediante il movimento di Solidarnosc abbiamo sconfitto il sistema più pericoloso, eppure nessuno credeva che ce l’avremmo fatta, perché nessuno credeva nel potere della solidarietà, che è la chiave per risolvere le questioni interne di ciascun Paese, ma anche i problemi internazionali.

 

D. – Ma in che modo in futuro si potrà evitare la guerra?

 

R. – (parole polacche)

“L’Unico modo per allontanarla è una maggiore giustizia sociale. I diversi Paesi dovrebbero poter interagire come due squadre in una partita di calcio: sottoposte alle medesime regole e al controllo di un arbitro”.

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MONTEFIASCONE CELEBRA SANTA BRIGIDA A 700 ANNI DALLA NASCITA

- Intervista con madre Tekla Famiglietti -

 

Oggi, 29 novembre, la cittadina di Montefiascone, in provincia di Viterbo, si unirà all’Ordine del Santissimo Salvatore e a tante altre città d’Europa nel ricordare Santa Brigida di Svezia nel settimo centenario della nascita. A Montefiascone, la grande mistica svedese visse, nel 1370, tre mesi perché vi soggiornava in quel tempo Papa Urbano V, che voleva far ritorno ad Avignone, essendosi Roma rivelata inospitale per lui. La Santa, oltre ad ottenere l’approvazione delle Costituzioni del suo Ordine, supplicò anche il Pontefice di desistere dal suo proposito e a far ritorno a Roma. Le cose andarono per un altro verso: Urbano V ritornò ad Avignone dove morì poco tempo dopo, come Brigida gli aveva predetto. Le celebrazioni si svolgeranno con la partecipazione di personalità accademiche, civili e religiose, alla presenza anche dell’ambasciatore di Svezia presso la Santa Sede, Fredrik Vahlquist. Giovanni Peduto ha chiesto alla madre abbadessa generale dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, madre Tekla Famiglietti, qual è il carisma?

 

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R. - Il nostro carisma è la centralità del Verbo. In primo luogo la preghiera rivolta a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Brigida si è ispirata alla Passione, ma ha messo come motore del carisma la preghiera. La preghiera che si perpetua nell’adorazione come riparazione. Noi doniamo la nostra vita per salvare i nostri fratelli e ricomporre l’unità. Riparazione prima di tutto.

 

D. - Qual è oggi la situazione delle vocazioni nell’Ordine di Santa Brigida?

 

R. - Il Signore chiama dove vuole e quando vuole. Noi abbiamo una continuità vocazionale: in totale siamo più di 600 con 45 case.

 

D. - Di fronte ai gravi avvenimenti internazionali quanto può fare la preghiera?

 

R. - Non si può fare molto con le sole parole. La pace si può ottenere solo con la preghiera e poi con le opere, è chiaro. Ma è con la preghiera, è con la fede nel credere che la pace è possibile.

 

D. - Madre Tekla, qual è la sua esperienza personale di fede a questo riguardo?

 

R. – Io sono in convento da quasi 53 anni. Più mi faccio anziana, più comprendo il valore della vita religiosa.

 

D. – Madre, che cosa direbbe lei ad una ragazza oggi che cerca il senso di Dio?

 

R. – Direi le stesse cose che dicevano gli apostoli: venite e vedete. Bisogna sperimentare la fede, bisogna capire che cos’è la vita religiosa. Non è il fare, ma l’essere.

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SEICENTO MUSEI ITALIANI ACCESSIBILI E GRATUITI, OGGI E DOMANI, PER I DISABILI.

L’INIZIATIVA NELL’AMBITO DELL’ANNO EUROPEO DELL’HANDICAP 2003

- Intervista con Paola Severini -

 

Oggi e domani, in 570 musei italiani i portatori di handicap potranno entrare gratuitamente per visitare opere altrimenti per loro inaccessibili. L’iniziativa è frutto della collaborazione della rivista della cultura sociale “Angeli” e del Ministero italiano dei Beni culturali. L’abbattimento delle barriere architettoniche nei siti e nelle aree di interesse storico-artistico, e la fruibilità delle opere stesse da parte dei disabili, è uno dei temi al centro dell’Anno europeo dell’handicap, che si concluderà il prossimo dicembre. Ma a che punto si è giunti con le proposte di soluzione, in Italia e in Europa? Risponde Paola Severini, direttore della rivista “Angeli”, intervistata da Alessandro De Carolis:

 

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R. - Bisogna dire che è stato fatto un grande cammino: in due anni e mezzo, 570 siti d’arte sono oggi accessibili. Certo, il lavoro da fare è enorme perché si tratta di arrivare a renderne accessibili circa altri tremila. Sono infatti 3.500 i beni culturali che non sono per tutti nel nostro Paese. Siamo riusciti a studiare dei protocolli di intesa con i Beni ecclesiastici, che raccolgono quasi mille siti d’arte tra chiese ed aree protette, ed anche con fondazioni e musei privati e musei comunali. Per quello che riguarda la situazione in Europa, bisogna dire che il vessillo della migliore organizzazione nel settore lo porta la Spagna e soprattutto la Catalogna, dove è tutto accessibile ai disabili, grazie anche ad una strategia che ha permesso loro di attirare un turismo ricco ed affluente come quello nordamericano. In una civiltà mondiale che invecchia sempre più, bisogna fare in modo di poter dare a questi turisti - che sono anziani, spesso fisicamente inabili, ma anche dei turisti benestanti - la possibilità di accedere all’arte.

 

D. – Dalle strutture italiane, dove si concentrano il maggior numero di siti storici, artistici ed archeologici, che tipo di disponibilità avete ricevuto?

 

R. – Abbiamo avuto una grande risposta. Ma devo dire che il lavoro concreto l’ho visto soprattutto dalle associazioni di volontariato italiane, che si sono distinte in questo senso, ed anche dalle associazioni dei volontari museali. Queste ultime, in particolare, sono delle straordinarie associazioni che si occupano, per esempio, di far toccare una statua ad un cieco. Questo vuol dire fruibilità. Non vuol dire soltanto mettere una rampa o fare un ascensore in più.

 

D. – Tra un mese si chiude l’Anno europeo dell’handicap. Quanto hanno inciso sulle istituzioni e sull’opinione pubblica le iniziative dedicate all’universo dei disabili?

 

R. – Non ce ne sono state molte, purtroppo. Personalmente, posso parlare del lavoro che abbiamo realizzato noi. L’altro giorno, durante un Seminario svoltosi a Roma, abbiamo avuto, in sostanza, due ministri presenti: il responsabile dei Beni Culturali della Chiesa, mons. Mauro Piacenza, e il ministro dei Beni Culturali dello Stato italiano, Giuliano Urbani. Ebbene, questi due ministri insieme hanno parlato di Dostojewski ed hanno ripetuto con lui: “La bellezza salverà il mondo”. Credo che questa affermazione, e l’impegno assunto con loro, ha rappresentato una rivoluzione. L’Italia è sì un Paese dove c’è sanità a livello di eccellenza, dove i portatori di handicap – primi in Europa – hanno avuto le scuole aperte per tutti e la chiusura di quelle speciali. Però, fare la vita dei cosiddetti ‘normali’ non vuol dire soltanto avere una buona sanità, ma soprattutto avere un lavoro come gli altri e anche il tempo libero come gli altri. Soltanto così si diventa uguali.

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CHIESA E SOCIETA’

29 novembre 2003

 

 

PROMOSSE DALLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL’INGHILTERRA E DEL GALLES

DUE IMPORTANTI INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI E I RICHIEDENTI ASILO

 

LONDRA. = In occasione della Giornata mondiale delle migrazioni, il prossimo 3 dicembre, la Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles promuove due importanti iniziative di solidarietà con i rifugiati e i richiedenti asilo. Ieri quattro organizzazioni cattoliche hanno tenuto, a Londra, insieme ad altre organizzazioni laiche e religiose impegnate nell’assistenza ai rifugiati, una serie di incontri e seminari per riflettere e scambiare opinioni ed esperienze su questa complessa problematica. All’iniziativa hanno partecipato, oltre all’Ufficio dei vescovi per la politica dei rifugiati, la sezione britannica del Jesuit Refugee Service (Jrs-UK) e l’Associazione cattolica per la giustizia razziale e il Forum nazionale cattolico per i rifugiati. Il prossimo 3 dicembre, inoltre, tutte le diocesi e le parrocchie del Paese sono state invitate a tenere una Giornata di preghiera e di riflessione sull’argomento. L’obiettivo di queste iniziative, ha spiegato il portavoce dell’Ufficio episcopale per la politica dei rifugiati, è di intensificare l’impegno della Chiesa a favore dei rifugiati in un momento in cui il governo britannico progetta politiche migratorie più restrittive e crescono nella società sentimenti di ostilità verso i rifugiati e i richiedenti asilo. “Questa giornata di solidarietà con i rifugiati – ha precisato la direttrice del Jrs britannico, Louise Zanré – è un modo per dimostrare il nostro sostegno e attenzione per loro”. (L.Z.)

 

 

SI CELEBRA OGGI, SOTTO L’EGIDA DELL’ONU, LA GIORNATA INTERNAZIONALE

 DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE

 

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NEW YORK. = Oltre 3 milioni e seicento mila abitanti, un’età media di 16 anni e mezzo, e meno di 70 mila le persone che ufficialmente hanno un lavoro. Sono questi alcuni tra i più significativi dati statistici sulla popolazione palestinese nei Territori. Al popolo palestinese, al quale è dedicata l’odierna giornata internazionale di solidarietà e che complessivamente nel mondo supera otto milioni di persone, sono stati espressi, ieri, sostegno e comprensione dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Il segretario dell’Onu ha ribadito l’urgenza di programmare un incontro tra il primo ministro palestinese ed il premier israeliano al fine di trovare una soluzione politica alla drammatica situazione che sta destabilizzando non solo l’intera area mediorientale. Ma il dialogo politico tra le parti continua, purtroppo, a subire numerose battute di arresto. Oggi si è infatti concluso senza risultati concreti l’incontro, a Londra, tra il figlio del premier israeliano, Omri Sharon, ed il consigliere per la sicurezza nazionale palestinese, Jibril Rajoub. Il figlio di Ariel Sharon ha chiesto la totale cessazione della violenza da parte dei gruppi fondamentalisti palestinesi e Rajoub ha sottolineato la complessa questione degli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi. (A.L.)

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AVVIATA DAL GOVERNO DEL CONGO L’INCHIESTA PER ACCERTARE LE RESPONSABILITÀ DEL NAUFRAGIO DEL BATTELLO AVVENUTO, MARTEDÌ SCORSO, SUL LAGO MAI NDOMBE

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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KINSHASA. = Il governo della Repubblica democratica del Congo ha aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità della tragedia sul lago Mai Ndombe, dove martedì scorso è naufragato un battello, provocando la morte di almeno 169 persone. Lo ha comunicato alla Televisione nazionale il ministro dell’Informazione congolese, Vital Kamerhe, spiegando che la decisione è stata presa dopo una riunione tra il presidente del Congo, Joseph Cabila, ed i membri di una delegazione governativa di ritorno da Inongo, nei pressi del luogo della tragedia a 500 chilometri a nordest della capitale Kinshasa. “Numerosi amministratori locali e responsabili della sicurezza - ha detto il ministro - sono stati sospesi dai loro incarichi e il proprietario del battello è stato arrestato e dovrà rispondere alla giustizia delle sue eventuali colpe”. La delegazione governativa che si è recata a Inongo a portare sostegno morale e aiuti economici per 100 mila dollari ai familiari delle vittime era guidata da uno dei vice presidenti congolesi, Azaria Ruberwa. E’ stata infine istituita una Commissione locale per l’assegnamento dei risarcimenti ai familiari delle vittime.

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ANALIZZATI IERI A MADRID DAL PORTAVOCE DEL PAPA DELLA SANTA SEDE,

 JOAQUIN NAVARRO VALLS, I 25 ANNI DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

 NELLA CONFERENZA INTITOLATA “UN PONTIFICATO NELLA MODERNITÀ”

 

MADRID. = “Un pontificato nella modernità”. E’ il titolo della Conferenza, tenutasi ieri a Madrid nella quale il portavoce del Papa, Joaquin Navarro Valls, ha analizzato le grandi linee del pontificato di Giovanni Paolo II. “Il Santo Padre – ha detto Navarro Valls - ha voluto porre l’umanità davanti alla dimensione religiosa in modo tale che l’uomo si senta di nuovo interpellato da Dio sia in quello che è che in quello che fa, un atteggiamento che ci aiuta a capire tanto il suo magistero dottrinale come la sua vocazione di Papa pellegrino”. Il “palesamento della fede” in un mondo nel quale l’espressione di questa fede stessa è negata dalla cultura dominante è inoltre, secondo Navarro Valls, uno degli aspetti principali di questo pontificato, e spiega anche come Giovanni Paolo II “rappresenti e incarni un’istituzione, senza dare mai l’impressione di recitare un ruolo”. La Conferenza rientra nel ciclo di iniziative intitolato “La mia seconda patria” composto da 40 manifestazioni organizzate in altrettante città del mondo e promosse dal sottosegretario italiano agli Esteri, Mario Baccini. All’incontro di ieri hanno presenziato tra gli altri, l’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varala, l’ambasciatore italiano in Spagna, Amedeo de Franchis ed il direttore dell’Istituto italiano di cultura, Patrizio Scimmia. Alla manifestazione hanno partecipato anche i cantanti Amedeo Minghi e Angelica Sepe, e il pianista Stelvio Cipriani, che ha eseguito il suo ''Tema di Karol'', dedicato alla figura di Giovanni Paolo II. (A.L.)

 

 

DAL 1 AL 12 DICEMBRE SI SVOLGERA’, A MILANO, L’ANNUALE CONFERENZA

 DELL’ONU SUL PROTOCOLLO DI KYOTO

 

MILANO. = Si terrà a Milano dal 1 al 12 dicembre prossimi la nona Conferenza annuale dell’Onu sull’implementazione del protocollo di Kyoto. Alla riunione sono accreditate alcune organizzazioni non governative, tra le quali il Consiglio mondiale delle Chiese, il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano ed il Centro ecumenico europeo per la pace. Tra gli appuntamenti previsti, si deve registrare, il prossimo 2 dicembre un incontro interreligioso, presso l’Università degli studi di Milano, che vedrà la presenza di cristiani, ebrei, musulmani e buddisti. Nel corso di tale incontro ci sarà la firma del messaggio comune sul tema dell’ambiente. (A.L.)

 

 

A PARTIRE DA DOMANI SARA’ TRASMESSO IL NUOVO SPOT TELEVISIVO

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA DEDICATO ALLE OFFERTE PER I SACERDOTI

 

ROMA. = Il nuovo spot tv della Conferenza episcopale italiana dedicato alle offerte per i sacerdoti verrà trasmesso a partire da domani fino al prossimo 13 dicembre. “Lo spot - spiega il Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa - è stato girato in Sardegna, in bianco e nero, e documenta in 45 secondi la vita quotidiana di un sacerdote diocesano, don Giovanni Dore, da decenni parroco di alcuni piccoli Comuni rurali, attorno al lago Omodeo, nella zona di Oristano”. L’obiettivo dello spot è "rappresentare queste realtà, i cui parroci possono essere sostenuti solo con l’aiuto di tutte le altre comunità italiane, attraverso le offerte per i sacerdoti. Oltre metà delle 26.000 parrocchie italiane sono piccole comunità, di circa 1.000 abitanti. In queste realtà la parrocchia rappresenta, spesso, il principale - quando non l’unico - centro di aggregazione sociale e luogo di identità culturale. Le offerte, insieme all’otto per mille, sono la seconda forma di sostegno economico alla Chiesa, entrata in vigore a partire dalla revisione del Concordato del 1984 (di cui ricorrerà il ventennale il prossimo 18 febbraio). In quell’occasione venne abolita la congrua per i sacerdoti, il cui sostentamento venne affidato alle comunità, chiamate alla corresponsabilità economica e alla partecipazione, anche economica, alla vita della ‘Chiesa-comunione’. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

29 novembre 2003

 

 

 

 

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

 

L’Europa, protagonista di accesi dibattiti, è stata al centro in questa settimana di  catastrofiche previsioni e di complesse discussioni che riguardano il futuro dell’Unione. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Con la riunione di Napoli, la costruzione della difesa europea e' diventata ''irreversibile'': è quanto ha affermato il ministro degli esteri belga, Louis Michel, per il quale ''e' decollato il concetto di difesa europea, nella sua dimensione autonoma''.   Resta questo, dunque, il  passo avanti che può vantare il tanto discusso  vertice dei ministri degli esteri europei a Napoli, che si chiuderà  formalmente questa sera.  Restano irrisolti, però, i nodi istituzionali decisivi della trattativa in tema di Costituzione:  la composizione della Commissione Ue e il sistema di voto fra i governi. Su questo, la novità è che Londra si e' avvicinata alle ragioni della Spagna ma Francia e Germania  hanno confermato con forza la validita' della formula della  'doppia maggioranza' (cioè 51 % dei Paesi e 60% della popolazione) proposta nella bozza Giscard.  Nulla di deciso anche per  la formazione e le presidenze dei consigli dei ministri Ue  e sul numero minimo di eurodeputati per paese. Forte il richiamo del presidente della Commissione dall’India, dove si trova per partecipare al IV Summit Ue-India:   ''Mi auguro – ha detto Prodi - che il processo costituzionale ci porti a fare un salto in avanti altrimenti l'Europa verra' cancellata dalla carta geografica del mondo''. ''E' chiaro - ha ribadito - che siamo di fronte a  grandi scelte e che bisogna avere chiara l' idea dell' Europa  che vogliamo sostenere”. L’UE – ha spiegato  Prodi – “con 450 milioni di abitanti e' il piu' grande protagonista  economico del mondo, ma se non ha regole con cui agire congiuntamente  conta veramente poco” e, potrà fare  “passi indietro''.  Resta l’ottimismo del ministro degli esteri Frattini, presidente di turno, secondo il quale  sono stati fatti ''passi in avanti  importanti nel lavoro comune'' ed è stata raggiunta  una ''larga convergenza'' affinché si possa attribuire a ogni stato membro un commissario con diritto di voto.  C’è poi la questione difesa che secondo Frattini registra  una ''visione comune'' che prevede le capacità militari e la complementarieta' della Nato. Ma da Napoli, ascoltiamo   Ersilia  Giglio:

 

“Nonostante il vertice dei ministri degli esteri sia ancora in corso c’è aria di smobilitazione a Napoli. La delegazione francese ha già abbandonato la città, un segnale certo non positivo per quella che nelle intenzioni doveva essere una riunione fondamentale per siglare accordi e trovare punti di intesa almeno sui punti secondari della Carta Costituzionale, in attesa del Consiglio di Bruxelles del 12 e 13 dicembre.

 

I temi in discussione erano, è vero, molto delicati ma a rendere problematica l’intesa è stato soprattutto il fantasma del caso Ecofin e del Patto di stabilità che in molti casi è stato protagonista indiscusso ed assoluto di tutti gli interventi dei ministri, a partire da quello olandese.

 

Il leit motiv della seconda giornata è stato, dunque, soprattutto il dialogo difficile. Uno spiraglio, l’annuncio fatto ieri in tarda serata dell’accordo a tre sulla difesa europea tra Germania, Francia e Gran Bretagna. Un accordo di base, con il quale si tenterà ancora di riparlare della composizione della commissione e del voto a doppia maggioranza che restano i punti di rottura tra i 25 ministri.

 

Intanto, Napoli oggi si prepara al corteo dei no global che hanno annunciato una manifestazione che prenderà il via da Piazza Garibaldi alle 16.

 

Da Napoli, per la Radio Vaticana, Ersilia Giglio.

 

Dopo la bufera per la scelta dell’Ecofin, il Consiglio dei ministri di economia e finanza dell’Unione, di sospendere le sanzioni a Germania e Francia, il vertice di Napoli si è aperto con lo spettro di un Patto di stabilità travolto dagli eventi e in grado di travolgere la decisiva fase costituzionale affidata alla Conferenza Intergovernativa. In definitiva, tutta la struttura europea è sembrata almeno per un momento vacillante. Proprio nelle stesse ore, però, l’Euro ha segnato il suo record di valutazione sul dollaro. E’ evidente che il rallentamento dell’Europa è causato da fattori interni, mentre la forza dell’Euro è dovuta soprattutto alla debolezza del dollaro, dunque un fattore esterno. In ogni caso, è difficile capire perché l’Europa che vive un ristagno dell’economia ha l’euro forte mentre gli Stati Uniti che vivono la ripresa economica  hanno il dollaro debole. La spiegazione sta nella valutazione dell’economista Mario Deaglio, docente all’Università di Torino.

   

R. – Bisogna tener presente che la forza e la debolezza delle monete non è sempre collegata con la forza e la debolezza delle economie. Una moneta debole addirittura stimola la produzione, perché rende i prodotti di quel Paese più convenienti ai compratori esteri. Tutta l’Asia ha fatto il proprio boom con una moneta debolissima perché proprio per questo  le esportazioni asiatiche andavano molto bene. La Cina sta facendo lo stesso  discorso.

 

D. – Dunque non c’è da gioire per l’euro forte?

 

R. – Dovremmo attenderci – e ci metto un dovremmo condizionale se i mercati funzionassero bene – un calo del prezzo della benzina che è espresso in dollari. Il dollaro scende e quindi noi lo stiamo pagando meno. Se però il consumatore lo vediamo come lavoratore la situazione cambia e non è certo vantaggiosa,  perché il lavoratore avrà meno occasioni di lavoro in quanto le sue possibilità sono insidiate da quelle dei lavoratori dei Paesi a moneta debole.

 

D. – La settimana prossima c’è la riunione delle Banche centrali europee che si aprirà con la minaccia di alzare i tassi dopo la crisi dell’Ecofin. Come collegare tassi e supereuro?

 

R. –E’ una minaccia realmente espressa ma non credo che avverrà. Il supereuro è un freno all’economia e il rialzo dei tassi è un altro freno all’economia. Quindi se, nel momento in cui l’euro sale si rialzano anche i tassi, applichiamo un doppio freno.

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Torna la paura in Georgia, dopo le proteste di piazza che nei giorni scorsi hanno portato alle dimissioni dell’ex presidente Shevardnadze. Una bomba è esplosa questa mattina a Tbilisi, davanti alla sede del partito laburista, che si è opposto proprio all’uscita dalla scena politica di Shevardnadze. L’esplosione non ha fortunatamente provocato feriti.

 

Il Consiglio di governo transitorio iracheno ha iniziato oggi a discutere le modalità di trasferimento dei poteri, così come previsto dall’accordo firmato il 15 novembre con la coalizione. Al centro dei dibattiti: l’opportunità dell’elezione di un’assemblea provvisoria. Intanto, è confronto a distanza tra presidenza Bush e opposizione democratica sulla gestione della crisi irachena negli Stati Uniti. Dopo il Capo della Casa Bianca, anche la senatrice Hillary Clinton si è recata ieri in Iraq in visita alle forze statunitensi. L’ex first lady ha avuto parole di critica per l’amministrazione Bush, mentre nuovi episodi di violenza hanno colpito soldati americani. Paolo Mastrolilli.

 

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Il giorno dopo la visita a sorpresa del presidente Bush, in Iraq la guerriglia ha risposto tornando ad uccidere un soldato americano. L’attacco è avvenuto nella città settentrionale di Mossul, dove quattro colpi di mortaio hanno raggiunto la base della 101.ma Divisione di Paracadutisti. Un militare è morto ed un iracheno è rimasto ferito. Nelle stesse ore la senatrice Hillary Clinton è arrivata a Baghdad per compiere una visita prevista da tempo ed oscurata dal blitz del capo della Casa Bianca. L’ex first lady ha salutato le truppe ed ha ribadito che il Paese è con loro, ma ha poi criticato il modo in cui Bush ha concepito l’intervento. “In tutte le soste che ho fatto - ha detto - ho sentito parlare del problema della sicurezza. Ci troviamo in una situazione politica molto difficile, cercando di accelerare un processo per l’autogoverno che rappresenterà una grande sfida”. La senatrice ha, quindi, spiegato che vorrebbe un maggior coinvolgimento dell’Onu. “Io credo fermamente - ha aggiunto - che dovremmo internazionalizzare la crisi e per ottenere questo ci vorrebbe un profondo cambiamento nel modo di pensare dell’amministrazione, che non vedo arrivare”.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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La polizia turca ha arrestato stamani un uomo sospettato di aver collaborato a organizzare il duplice attentato suicida alle due sinagoghe di Istanbul. Lo ha detto l’agenzia turca Anadolu. Nell’attacco terroristico, lo scorso 15 novembre, hanno perso la vita 25 persone mentre circa 300 sono rimaste ferite.

 

Proseguono le indagini della procura di Milano sulla rete di reclutamento in Italia di  combattenti pronti a morire per la “guerra santa”. Il gip Guido Salvini ha emesso cinque nuovi mandati di cattura, nei confronti di altrettante persone accusate di terrorismo internazionale. Tre di loro sono state arrestate, mentre due sono ancora a piede libero. Tra gli uomini finiti in manette spicca lo sceicco Abderrazak, algerino, elemento eccellente della cellula europea inserita nell’organizzazione transnazionale che fa capo all’emiro Abu Mussab Al Zarqawi, uno dei leader del gruppo Al- Tahwid, organizzazione vicina ad al-Qaeda. Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, che non ha escluso “ulteriori consistenti risultati”. Il quadro dell’inchiesta, infatti, assume contorni sempre più delineati. Secondo le circa 150 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata da Salvini, i componenti della cellula - in parte smantellata con l’operazione Bazar dello scorso anno - avevano il compito di individuare, reclutare e inviare soldati scelti in Iraq: questi militanti, prima di arrivare a destinazione, facevano tappa nei centri di smistamento in Siria, gestiti dal Mullah Fouad, e in altri centri in Turchia, in particolare nella zona di Istanbul.

 

Ancora tesa la situazione in Medio Oriente. A riaccendere la polemica è stato oggi il premier palestinese, Abu Ala, annunciando: i negoziati con Israele “non avranno senso”, se il governo del premier Ariel Sharon continuerà la costruzione della ‘barriera di sicurezza’ in Cisgiordania e l’espansione degli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Nel pomeriggio Abu Ala sarà ad Amman per incontrare il sottosegretario di stato americano, William Burns, e re Abdallah II di Giordania.

 

“Apprezziamo il raggiunto cessate il fuoco” tra India e Pakistan e “sosterremo ogni altro passo in avanti” nel raggiungimento di un accordo più ampio. Con queste parole oggi il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, ha commentato a New Delhi l’accordo siglato tra i due giganti dell’area asiatica.

 

“Governerò il Paese fino al 2013”. Così ieri il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, sfidando l’opposizione che ha iniziato a raccogliere le firme per un referendum contro di lui. Con queste parole il Capo di Stato si è implicitamente candidato per la rielezione alla scadenza del proprio incarico, nel 2006. La Costituzione venezuelana consente un referendum consultivo a metà del mandato. L’opposizione spera, infatti, di raccogliere 2.400.000 firme per indire elezioni anticipate nel 2004.

 

È stato prorogato di due mesi il cessate il fuoco in Sudan tra governo islamico del Nord e secessionisti del Sud. L’accordo resterà in vigore fino alla fine di gennaio. Lo ha annunciato a Nairobi il responsabile della mediazione, Lazaro Sumbeiywo. Al tavolo del negoziato di pace, Italia Gran Bretagna,Norvegia e Usa.

 

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