RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 332 - Testo della
Trasmissione di venerdì 28 novembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il Papa
riceve il presidente della Moldova, Vladimir Voronin
Dare una speranza all’Africa: l’appello del cardinale
Renato Martino lanciato in un convegno a Roma.
OGGI IN PRIMO PIANO:
La
Liberia sfida la pace: intervista con l’ambasciatore Lily Benha
CHIESA E SOCIETA’:
Il centro di cultura mariana “Madre della Chiesa”
organizza per il 26.mo anno il “Sabato mariano”
Prosegue lo spoglio dei voti in Irlanda del
Nord: in testa il Democratic Unionist Party di Ian Paisley
Al via a Napoli il vertice sulla
Costituzione europea
Viaggio a sorpresa del presidente americano
Bush in Iraq, ma sul terreno proseguono le violenze.
28
novembre 2003
LA MOLDOVA PROSEGUA CON CORAGGIO
SULLA STRADA DELLA LIBERTA’ RITROVATA
COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL
DISCORSO
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DI MOLDOVA, VLADIMIR VORONIN,
RICEVUTO STAMANI IN VATICANO
- A cura di Alessandro Gisotti -
*********
La Moldova posta com’è ai “confini tra il mondo latino e
mondo slavo non può non fare del dialogo uno strumento operativo essenziale
della propria azione” per far emergere possibilità “concrete di pace, giustizia
e benessere”. E’ la riflessione offerta stamani dal Papa al presidente della
Repubblica di Moldova, Vladimir Voronin, ricevuto in Vaticano con la moglie e
il seguito. Giovanni Paolo II ha ricordato come la Moldova abbia da poco
raggiunto la libertà e deve quindi essere “sostenuta” negli sforzi volti a
superare le inevitabili difficoltà di questa fase. Ha così incoraggiato i
moldavi a “proseguire con fiducia nell’edificazione di una nazione degna delle
sue nobili tradizioni”. Quindi, ha sottolineato come la Chiesa possa compiere
liberamente in Moldova la propria “missione evangelizzatrice e caritativa”. Un
dialogo, ha auspicato, che deve “continuare in maniera fruttuosa” senza pregiudizio
a “beneficio dell’intera società moldava”. In tale contesto, ha concluso, la
comunità cattolica, per quanto piccola, è “attivamente impegnata” come
“interlocutrice vivace e generosa nei confronti della società”. Al termine
dell’udienza, il presidente Voronin ha offerto in dono un cofanetto contenente
9 medaglie d'argento, che raffigurano i monasteri del suo Paese. Dal canto suo,
il Papa ha ricambiato con delle medaglie, un libro sul Vaticano e dei rosari.
La Moldova, ex repubblica sovietica, ha un’estensione
territoriale di 34 mila chilometri quadrati ed una popolazione di circa 4
milioni e mezzo di abitanti. I cattolici sono circa 20 mila. Il presidente
Voronin, che in questi giorni ha incontrato le massime autorità dello Stato
italiano, è in carica dall’aprile del 2001.
*********
IN UNA SOCIETA’ CHE SPESSO NEGA I VALORI
CRISTIANI,
L’INCORAGGIAMENTO DEL PAPA AI VESCOVI
FRANCESI
DELLE
PROVINCE DI CAMBRAIS E DI REIMS,
RICEVUTI
STAMANE, IN OCCASIONE DELLA LORO VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM
-
Servizio di Roberta Gisotti -
*********
“Nel mondo attuale….la vostra missione è divenuta senza
alcun dubbio più complessa e più delicata, specie a motivo della situazione di
crisi che continuate ad affrontare, in gran parte rimarcata dalla fragilità
spirituale e pastorale, e per il clima sociale dove i valori cristiani e l’immagine
stessa della Chiesa non sono percepiti in modo positivo, in una società dove regna
sovente una prassi morale, soggettivista e laicista”. In poche ma chiare parole
il Papa ha disegnato il quadro sociale critico, in cui i vescovi francesi si
trovano ad operare, facendo pure i conti con la “scarsità del clero e delle
persone consacrate”. Rimanete “attenti alla vostra personale vita spirituale –
ha raccomandato loro il Santo Padre –
radicando il vostro ministero pastorale ad una forte relazione con Cristo,
nella meditazione prolungata della Scrittura e nell’intensa vita sacramentale.
Cosicché voi possiate comunicare ai fedeli il desiderio di vivere in unione
intima con Dio”. Del resto – ha
aggiunto – nella vita e nella missione dei vescovi “la collaborazione fraterna”
e “la comunione sono essenziali per manifestare l’unità del Corpo ecclesiale”.
“Comunione – ha chiarito il Santo Padre – che non è in contraddizione con la
legittima diversità, che permette a ciascuna Chiesa diocesana d’avere una
propria identità, in funzione dei pastori e delle comunità che la compongono”.
Poi l’incoraggiamento “a proseguire, con una catechesi
adatta, la formazione del popolo di Dio sulla natura divina della Chiesa”; per
cui “i fedeli saranno fortificati” e “comprenderanno che devono partecipare in
maniera più totale alla nuova evangelizzazione”. Infine il plauso di Giovanni
Paolo II all’opera di rinnovamento degli organismi ecclesiali in corso nella
Conferenza episcopale francese, “alla luce dei cambiamenti nella società e
nella Chiesa, che richiedono nuove forme di cooperazione e di funzionamento
perché le strutture siano veramente a servizio della missione evangelica in
tutte le sue forme.
**********
ALTRE UDIENZE
Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto
in successive udienze il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Francis Arinze, prefetto
della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e mons.
Angelo Bagnasco, arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia.
“DARE UN FUTURO DI SPERANZA ALL’AFRICA”:
L’APPELLO DEL CARDINALE RENATO RAFFAELE
MARTINO
LANCIATO
IERI SERA IN UN INCONTRO PRESSO
IL
CENTRO INTERNAZIONALE DI “COMUNIONE E LIBERAZIONE” A ROMA
“Dare un futuro di speranza all’Africa”: è l’appello
lanciato ieri sera dal presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace, cardinale Renato R. Martino, in un incontro organizzato a Roma
presso il Centro Internazionale di “Comunione e Liberazione” dal titolo:
“Africa: la speranza del continente fragile”. Il porporato ha sottolineato la
necessità di dare preminenza alla lotta contro la povertà degli africani come
imperativo etico, sociale, politico ed economico.
Di fronte alle drammatiche emergenze civili, educative, sanitarie e umanitarie del
continente, richiamando gli impegni ripetutamente assunti dalla comunità internazionale,
il cardinale ha rilanciato la necessità della riduzione e in certi casi dell’annullamento del debito estero dei
Paesi poveri africani e l’esigenza di riportare equità nel commercio
internazionale abbattendo le barriere protezionistiche. Il cardinale Martino ha
anche insistito sul dovere di sostenere tutte le iniziative che vanno nella
direzione di far maturare una governance
nazionale delle comunità civili africane, favorendo specialmente programmi
educativi e sanitari e la partecipazione delle popolazioni locali al loro
stesso sviluppo.
“E’ un imperativo di solidarietà morale e politica per
tutta la comunità internazionale – ha detto il presidente del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace – dare un futuro di speranza all’Africa, che
significa dare un futuro di speranza e di civiltà a tutto il mondo”. A questo
scopo, il cardinale Martino ha annunciato che il dicastero promuoverà, nei prossimi mesi, opportune
iniziative di sensibilizzazione per venire incontro ai popoli africani
affinché, nel pieno riconoscimento del
loro diritto allo sviluppo, diventino protagonisti del proprio futuro culturale, sociale ed economico.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre con il
titolo del discorso di Giovanni Paolo II al primo gruppo di Vescovi della
Conferenza Episcopale di Francia.
Il Papa sottolinea che la loro
missione è divenuta più complessa e delicata soprattutto in ragione della
situazione di crisi con quale continuano a doversi confrontare.
Nelle vaticane, nel discorso al
Presidente della Repubblica di Moldova, il Papa ha auspicato che la Moldova,
operatrice di dialogo fra mondo latino e mondo slavo, faccia emergere le
possibilità concrete di pace, di giustizia e di benessere.
Nelle estere, la visita a
sorpresa di Bush a Baghdad.
Repubblica Democratica del
Congo: lutto nazionale per le vittime del naufragio.
Medio Oriente: l'Egitto media
tra le fazioni palestinesi per ottenere una tregua nei Territori.
Nella pagina culturale, un
articolo di Claudio Bellinati sulla restaurata pala del Giorgione a Castelfranco
Veneto.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il terrorismo.
=======ooo=======
28
novembre 2003
-
Intervista con l’ambasciatore Lily Benha -
Si va lentamente normalizzando la situazione in Liberia.
Dopo 14 anni di guerra, che hanno causato 250 mila morti ed un milione e 300
mila sfollati, il prossimo 1° dicembre inizierà il processo di disarmo e
reintegro per quarantamila combattenti. Nonostante questi segnali, il Paese
africano vive ancora in emergenza, l’allarme riguarda soprattutto i bambini,
come conferma al microfono di Benedetta Capelli, l’Ambasciatore della Liberia
presso l’Italia, la signora Lily Benha.
*********
R. – THE
SITUATION IS IMPROVING...
La situazione nel Paese sta migliorando. In diverse zone
la pace sembra essere finalmente arrivata, anche se bisogna fare ancora molta
strada... Il conflitto si è concluso e speriamo che questa condizione persista
nel tempo
D. – La gente del suo Paese crede nella pace dopo 14 anni
di conflitto?
R. – ANYBODY WAS
Chiunque sia passato attraverso l’esperienza della guerra,
non può che apprezzare la pace
D. – Quali sono le emergenze in Liberia?
R. – THE
EMERGENCIES ARE
Sono diverse le emergenze nel Paese: sicuramente in primo
piano ci sono i bambini. Mancano i vaccini, gli antibiotici e molte medicine
specifiche per alcune malattie di cui soffrono i nostri bimbi... che non hanno
cibo, non sono forti e non hanno vitamine per crescere: hanno veramente bisogno
di tutto.
D. – C’è qualcosa che possiamo fare per il suo Paese?
R. – WE
CAN DO ...
La cosa che più mi preme sottolineare è l’emergenza
infanzia. Potete tendere una mano ai bambini della Liberia, che per fortuna
stanno tornando nelle scuole. Questa è una cosa molto positiva, in questa
maniera avranno un cammino alternativo alla violenza.
D. – Vuole lanciare un messaggio?
R. – I
WANT ASK TO...
Voglio chiedervi di pregare, di pensare a tutti questi
bambini. Speriamo di vedere la luce per il nuovo anno e di scorgere un sorriso
sulle loro facce a Natale.
D. – Qual è la speranza per l’infanzia della Liberia?
R. – I
HOPE THAT ...
Spero che potranno vivere in pace, sempre.
*********
APERTO A ROMA
IL IV SUMMIT MONDIALE DEI PREMI NOBEL PER LA PACE
-
Intervista con Mikhail Gorbaciov -
Si è aperto stamattina a Roma, in
Campidoglio, il quarto summit mondiale dei premi Nobel per la pace. Tra i
presenti, l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov, presidente della Fondazione
promotrice dell’incontro, l’ex premier israeliano Shimon Peres, il cardinale
Roger Etchegaray e il Dalai Lama, che
hanno lanciato alla comunità internazionale un forte appello a superare le
ingiustizie del mondo per raggiungere la pace. Ma ascoltiamo il servizio di
Dorotea Gambardella, che sta seguendo i lavori in Campidoglio:
*********
Non si può costruire la pace senza superare le tante
ingiustizie che oggi si perpetrano nel mondo; non si può ricorrere alla
violenza come arma per combattere le grandi questioni internazionali; non si
può non rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite come garante per la sicurezza
dei popoli. Questi i punti che hanno costituito il filo conduttore dei diversi
interventi della prima giornata di lavori del IV Forum mondiale dei Premi Nobel
per la pace. In particolare Mikhail Gorbaciov, ospite d’onore del Summit,
riferendosi alla guerra in Iraq e all’escalation del terrorismo internazionale,
ha sottolineato come la volontà di diffondere il modello democratico in tutto
il mondo sia qualcosa di positivo ma abbia valore soltanto se tiene conto della
storia, della cultura e tradizione dei Paesi verso cui tale modello viene
esportato. A tal proposito Gorbaciov ha detto che la politica deve essere
sempre guidata dalla morale e dall’etica, altrimenti conduce verso una strada
senza via d’uscita.
Secondo il presidente della
Camera, Pierferdinando Casini, una politica dominata dalla logica della convenienza
fa perdere di vista quegli obiettivi – primo fra tutto la lotta contro la
violazione dei diritti umani – indispensabili per il raggiungimento della pace.
Non può esservi pace senza giustizia, si è sottolineato più volte nel corso
della mattinata.
Il Dalai Lama ha poi messo in
evidenza che il rischio più pericoloso in cui incorre la civiltà moderna è
quella di uccidersi in nome delle differenze religiose. Per questo, secondo il
Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, è necessario affermare la laicità
della politica.
Circa il fenomeno della
globalizzazione e delle nuove tecnologie, nelle diverse relazioni si è
evidenziato come il mondo attuale disponga di strumenti tali che - se da un
lato - sono in grado di produrre sviluppo e benessere, dall’altro possono
portare alla distruzione. “Per me la pace – ha concluso l’ex premier israeliano
Shimon Peres – è investire in queste risorse, facendo le scelte giuste
superando quella cultura dell’odio e della violenza che sembra stia prendendo
il sopravvento”.
Dal Campidoglio, Dorotea
Gambardella, per la Radio Vaticana.
*********
Ma ascoltiamo lo stesso Mikhail
Gorbaciov: Benedetta Rinaldi gli ha chiesto cosa fare per sconfiggere il
terrorismo internazionale:
*********
(Parole in russo)
E’ fuori discussione: noi
dobbiamo respingere qualsiasi forma, qualsiasi tentativo di terrorismo e
dobbiamo riunire i nostri sforzi per dare le risposte giuste. La lotta al
terrorismo richiede molti sforzi, richiede delle soluzioni di carattere
multilaterale, perché non esiste una soluzione semplicistica. E credo che la
situazione in Iraq ne sia una conferma. Dobbiamo essere sinceri e chiari quando
si parla di questo fenomeno, perché si tratta della vita degli esseri umani.
Bisogna dare risposta al terrorismo, guardando alla complessità della
situazione. In Iraq la situazione è tale che la gente, il popolo non è
contento; il popolo si è liberato di Saddam ma adesso invece di essere libero
ha un altro tipo di occupazione. Ma dobbiamo capirlo: perché non si può
risolvere il problema battendo il pugno.
*********
PRESENTATI OGGI A ROMA IL FESTIVAL INTERNAZIONALE
DEL CINEMA SPIRITUALE
E IL
CONVEGNO SUL TEMA “CRISTO NEL CINEMA”
-
Intervista con il cardinale Paul Poupard e Claudio Siniscalchi -
Sono stati presentati questa mattina a Roma la VII
edizione del Festival Internazionale del Cinema Spirituale Tertio Millennio e
il Convegno Internazionale di studi sul tema “Cristo nel cinema. Un canone
cinematografico”. I due eventi sono in programma all’inizio di dicembre. Sono
intervenuti il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura e Claudio Siniscalchi,
direttore artistico del Festival. Al dott. Siniscalchi Giovanni Peduto ha
chiesto quali sono le principali novità di questi appuntamenti:
*********
R. – La novità di quest’anno, fondamentalmente, è quella che è legata
alla problematica del Convegno, poiché c’è un grande film americano in uscita –
negli Stati Uniti dovrebbe uscire intorno al Natale mentre in Europa a Pasqua –
che si intitola “The Passion”, film di Mel Gibson e con la regia di Mel Gibson,
film girato in Italia tra Matera e Cinecittà, che sta creando una serie di
problematiche. In particolare la comunità ebraica americana protesta perché
rileva che questo è un film che parla di una serie di questioni che si preferiva
non considerare più. E’ un film molto forte e dove per la prima volta la
Passione viene raccontata in modo molto ampio. Nella storia del cinema la
Passione è sempre stata un elemento molto breve e poco cruento ed una delle problematiche
che questo film presenta sta proprio nella lunghezza sterminata nel raccontare
in modo realistico la Passione. E questo per ricordare – questa è l’intenzione
dell’autore – quanto sia stata grande, forte e significativa la sofferenza
umana di Cristo prima di morire sulla Croce e poi di risorgere. Questo film ci
dovrebbe far capire il grande spazio che c’è per la produzione cristiana e bisogna
ancora una volta guardare agli americani e ad un grande divo hollywoodiano,
abituato a girare cose molto diverse ma che ad un certo punto della sua vita
decida di fare un film militante, fuori dagli schemi. Questo gli costa una
grande fatica personale, gli costa una grande fatica economica, gli costa
probabilmente una serie di rapporti all’interno del suo mondo all’interno di
Hollywood, ma che comunque decide che certe cose si possono fare. Poi sarà bello
o sarà brutto lo vedremo soltanto quando il film uscirà. Dobbiamo però
riflettere su questo aspetto: c’è un grande spazio per la cristianità nel cinema,
bisogna però saperlo trovare!
*********
Ma com’è
oggi la produzione del cinema spirituale? Giovanni Peduto lo ha chiesto al
cardinale Poupard:
*********
R. - Oggi può sembrare un paradosso,quasi una provocazione
parlare di cinema spirituale nell’attuale stagione. Ma potrei dire che anche
oggi i produttori di cinema non possono fare a meno della ricerca di senso. C’è
una dimensione spirituale della vita, lo vogliamo o no, che esiste e il cinema
a suo modo la coglie.
D. – Che cosa direbbe, lei eminenza, ai registi cristiani?
R. – Una volta l’ho detto al cineasta polacco Christoph
Zanussi, il quale confessava che il fatto di essere riconosciuto come
produttore cristiano, non lo aiutava tanto a fare carriera. Ed io gli ho detto
che la prima preoccupazione di un cristiano non è di fare carriera. Certo non è
vietato, anzi se riesce a fare carriera, se i suoi film sono capolavori ci
rallegriamo tutti. La prima preoccupazione del cristiano però è di lasciarsi
guidare da un idealismo realistico. Vuol dire che un uomo che fa cinema e che
veramente è cristiano non può non dare un’immagine della condizione umana che
sia pienamente umana e se è pienamente umana ha anche la dimensione religiosa.
Vuol dire che non si fermerà su alcuni aspetti della condizione umana che trionfano
spesso sulla pellicola, che sia sesso o violenza; se necessario non li ignora
ma li mostra in un insieme di profonda umanità.
D. – Di cosa ha bisogno oggi il cinema?
R. – Ha bisogno soprattutto di ideale. Vuol dire che
nell’attuale stagione ha bisogno di coraggio per presentare questo ideale che
non è sempre ritenuto commerciale, ma mostrando l’ideale si possono anche
riempire le sale cinematografiche.
************
CONCERTO
IERI SERA NELLA BASILICA DI SANT’ANDREA DELLA VALLE A ROMA
PER IL XXV DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO
II
-
Intervista con il maestro Domenico Bartolucci -
Un concerto diretto da mons.
Domenico Bartolucci nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, dedicato ai
25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, segna anche la nascita di una
nuova Fondazione che porta il nome dell’illustre musicista, autore prolifico,
accademico di Santa Cecilia e profondo conoscitore della musica sacra. A
seguirlo per noi, Luca Pellegrini:
*********
Si slancia sopra il pubblico, in
Sant’Andrea della Valle, la cupola del Maderno, la più alta di Roma dopo quella
di San Pietro, a significare l’ideale, profonda comunione tra i due apostoli,
tra l’Occidente e l’Oriente cristiani. E questa comunione la sentiamo in modo
festoso, riconoscendo il ruolo della cultura e dell’arte nel cammino di
avvicinamento tra i popoli e le religioni. L’arte musicale, soprattutto, così
come sottolinea il cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura, che si dice gioioso di partecipare ad una serata organizzata per
festeggiare due tappe significative nella vita della Chiesa: i venticinque anni
di pontificato di Giovanni Paolo II e l’omaggio a lui rivolto da Domenico
Bartolucci con un concerto che segna anche la nascita della nuova Fondazione
che porta proprio il nome dell’illustre musicista. Più che mai radioso, il
Maestro ottantaseienne, che fu indimenticabile Direttore della Cappella Sistina
e di quella Liberiana a Santa Maria Maggiore, che è Accademico di Santa
Cecilia, allievo di Pizzetti e Refice, amico di Perosi, una vita segnata dalla
musica. Autore prolifico e direttore d’orchestra, come ieri sera, sul podio per
proporre, dinanzi ad un folto ed attento pubblico - molti arrivati anche dal
suo paese natale, Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze - due interessanti
creazioni: Baptisma, per soli, coro
femminile e orchestra, scritto nel 1947, e uno Stabat Mater per soprano, coro e orchestra. Emozioni che il Maestro
così rivive.
“Questo lavoro mi ricorda i bei
tempi in cui – pur essendo già diplomato a Firenze al conservatorio – volli
venire a Roma per respirare l’aria della musica sacra, perché era Roma l’unica
città in cui vivesse ancora veramente la musica sacra nelle grandi Cappelle. Io
fui fortunato, perché era un tempo in cui la musica sacra viveva – anche se non
splendidamente – una vita molto, molto rigogliosa. Sono quindi ricordi molto
belli. La musica nella Chiesa è stata sempre una grande cosa; la liturgia senza
la musica non esisteva. La musica sacra è ancora viva in certi cuori e nel mio
in modo particolare, anche se oggi è un po’ in ribasso. La Chiesa ha dimenticato
che la sua più grande gloria in arte è la musica”.
La serata è iniziata con un
cesellato poemetto sacro che illustra, in forma dialogica, la celebrazione del
battesimo tra attesa, richiesta e gioia per il sacramento ricevuto. Un coro
rarefatto e dalla melodia dolcissima caratterizza la parte introduttiva,
l’attesa; poi l’orchestra si fa più aggressiva nella sezione rituale, infine
ecco il rendimento di grazie per l’avvenuta celebrazione, con un’orchestrazione
vivace e densa. Più matura e sicuramente segnata da alcune soluzioni
inaspettate e moderne, la scrittura dello Stabat
Mater, concepito e scritto da Bartolucci polifonicamente e rielaborato per
l’occasione come composizione sinfonico-corale sacra. Una partitura davvero
ricca di idee, colori, ritmi, sentimenti, dolcezza e fede. Riecheggiano forti
nei cuori e nelle menti le parole del Santo Padre depositate nella sua Lettera agli Artisti del 1999: “La
Chiesa ha bisogno dei musicisti”.
*********
=======ooo=======
28
novembre 2003
I VESCOVI INDIANI INDICANO NELLA PACE
E NELLA
STABILITÀ LE VIE PER LA PROSPERITÀ E LO SVILUPPO
DELLO SRI LANKA E DELL’ASIA MERIDIONALE
**********
NEW DELHI. = Deporre ogni forma di violenza e avviarsi
sui sentieri delle pace e della riconciliazione. E’ questo l’appello lanciato,
mercoledì scorso, dalla Conferenza episcopale dell’India per invocare la pace
nello Sri Lanka e in tutta l’Asia del Sud, area martoriata da gravi conflitti
che funestano anche le regioni del Kashmir, del Gujarat, del Nepal e del Buthan.
“Da troppo tempo – si legge nel messaggio giunto all’Agenzia Fides – questa
parte del mondo è vittima di conflitti a base etnica, linguistica o religiosa
che, con una serie di altre ragioni politiche ed economiche, hanno causato immense
sofferenze e morte”. Riflettendo sulla crisi che affligge lo Sri Lanka, i
vescovi indiani sottolineano come siano degni di nota “i passi operati
nell’ultimo anno dal governo di Colombo per ristabilire benessere sociale,
consenso politico e armonia religiosa”. Ma i presuli aggiungono anche che “ora
occorre accelerare questo processo per creare un’atmosfera pacifica in cui
possa rifiorire lo sviluppo nell’intera regione”. “Pace e stabilità – spiegano
– sono essenziali per il progresso e devono essere l’obiettivo di tutte le
parti coinvolte”. Il messaggio si conclude con la richiesta dei vescovi a tutte
le popolazioni dei Paesi del subcontinente indiano di lavorare insieme per
raggiungere alti livelli di crescita economica, coesione sociale e sereno
confronto politico. “Solo questa – osservano i presuli – è la strada per
portare i vostri Paesi sulla via del progresso e della prosperità”. (A.L.)
**********
NEL NORD DELL’UGANDA I RIBELLI HANNO UCCISO,
STAMANI,
UN RAGAZZO DI 15 ANNI E FERITO UN MISSIONARIO
COMBONIANO
KAMPALA. = Alcuni ribelli del sedicente Esercito di
Resistenza del Signore hanno ucciso questa mattina, nel Nord Uganda, un ragazzo
di 15 anni e ferito un missionario comboniano italiano. Lo riferiscono fonti
dell’agenzia missionaria Misna precisando che il religioso, padre Guido
Cellana, 66 anni, e il ragazzo stavano viaggiando in automobile in direzione di
Aliwal, dove il missionario italiano è parroco. Il gruppo di sette ribelli è
entrato in azione nei pressi del villaggio di Okankel, nel distretto
settentrionale di Lira, e ha iniziato a
sparare all’impazzata contro l’auto. Il giovane è morto sul colpo, mentre il
comboniano ha riportato ferite a una mano. Padre Cellana è stato poi
derubato e costretto ad abbandonare la vettura, alla quale i miliziani hanno
dato fuoco. Mentre padre Cellana fuggiva, un ribelle gli ha sparato e il
missionario è riuscito a nascondersi nella boscaglia. Il missionario è stato
poi medicato nell’ospedale di Lira per la ferita causata da un proiettile che
gli aveva trapassato il palmo della mano destra. Nelle ultime due settimane i
ribelli hanno ucciso oltre duecento persone nel distretto di Lira, dove
migliaia di sfollati hanno abbandonato i villaggi per sfuggire alle incursioni
dei miliziani, che dal 1987 seminano morte e distruzione in tutto il Nord del
Paese africano. (A.L.)
PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’ CON
IL POPOLO PALESTINESE,
CHE SI
CELEBRA DOMANI, IL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU, KOFI ANNAN,
RIBADISCE CON UN MESSAGGIO LA NECESSITA’ DI UN
POCESSO POLITICO
CHE PORTI ALLA CREAZIONE DI DUE STATI, ISRAELE E
PALESTINA
- Servizio di Amedeo Lomonaco -
**********
NEW YORK. = “Mi unisco a quanti esprimono profonda
solidarietà al popolo palestinese per le sue continue sofferenze ma non ignoro
la condizione di insicurezza e di terrore del popolo israeliano”. Così inizia
il messaggio del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, redatto in vista
della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese che si
celebra domani. Nel documento si sottolinea come le azioni israeliane quali
“l’impiego di armi pesanti contro i civili, la demolizione delle abitazioni, la
continua espansione degli insediamenti e la costruzione del muro, abbiano aumentato
la miseria ed i sentimenti di impotenza tra i palestinesi”. Il segretario delle
Nazioni Unite condanna, inoltre, quei palestinesi che facendosi esplodere con
le bombe, uccidono in maniera indiscriminata dei civili israeliani innocenti. Secondo
il segretario dell’Onu la soluzione del conflitto tra palestinesi e israeliani
risiede in “un processo politico finalizzato alla fondazione di due Paesi, Israele
e Palestina, che vivano in pace l’uno accanto all’altro”. Riferendosi alla Road
map, Kofi Annan invita il governo di Israele e l’Autorità palestinese “ad agire
per onorare gli impegni assunti nel piano di pace”. Kofi Annan sottolinea,
infine, come la Comunità internazionale debba essere preparata ad assumere delle
iniziative coraggiose per affrontare l’emergenza umanitaria e la devastazione
economica sperimentata dalla popolazione palestinese.
**********
UNA COMMISSIONE VERITÀ E RICONCILIAZIONE SUI CRIMINI
COMMESSI DURANTE
LA GUERRA
CIVILE IN LIBERIA. E’ QUESTA LA RICHIESTA DELLA COMMISSIONE
GIUSTIZIA E PACE PER FAR LUCE SUI GRAVI EPISODI DI VIOLENZA
PERPETRATI
NEL PAESE AFRICANO
MONROVIA. = La Commissione giustizia e pace della
Chiesa cattolica liberiana ha chiesto la rapida creazione di una Commissione
verità e riconciliazione sui crimini di guerra perpetrati durante la guerra
civile. Il presidente dell’organismo cattolico, la signora Johnson Morris, ha
affermato che sarà affrontata la questione dell’impunità, consentendo a vittime
e carnefici di mettere insieme le loro esperienze al fine di facilitare la
riconciliazione. “Ma tutti coloro – ha aggiunto – che non dovessero collaborare
con la Commissione dovranno essere perseguitati dalla giustizia”. E’ stato
inoltre chiesto il rispetto di una delle clausole sugli accordi di Accra che
hanno messo fine alla guerra civile liberiana. Gli accordi, sottoscritti il 18
agosto di quest’anno, prevedono infatti l’avvio di un processo per appurare le
responsabilità della guerra civile che, secondo un rapporto dell’Alto Commissario
per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ha provocato oltre 250 mila morti
e 1 milione e 300 mila sfollati. (A.L.)
DALL’AVVENTO ALLA
PENTECOSTE RIPRENDONO, PER I CULTORI DI MARIOLOGIA,
I SABATI MARIANI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA
MARIA IN VIA LATA
- A cura di Giovanni Peduto -
ROMA. = Per diffondere una solida conoscenza di
Maria secondo la dottrina della Chiesa e formare gruppi di persone
spiritualmente impegnate a lavorare per un mondo nuovo, il Centro di cultura
mariana “Madre della Chiesa” organizza per il 26.mo anno il “sabato mariano”.
L’iniziativa comprende una serie di incontri che si terranno, a partire da
sabato prossimo, nella basilica romana di Santa Maria in via Lata dal periodo
di Avvento a quello di Pentecoste. Ogni sabato pomeriggio si alterneranno
insigni professori di teologia per sviluppare gli aspetti salienti del tema
scelto quest’anno: “Le grandi ricorrenze del magistero mariano conciliare e
pontificio”. Dal 28 al 30 dicembre
presso il Teresianum si terrà inoltre, per iniziativa del Centro di cultura
mariana, il 24° Convegno mariano sul tema “Contemplare Maria attraverso
l’immagine: oriente e occidente a confronto”.
=======ooo=======
28
novembre 2003
- A cura di Giada Aquilino -
È ancora in bilico l’esito delle elezioni in Irlanda del
Nord, dove solo 3 dei 18 collegi hanno completato lo spoglio dei voti per il
rinnovo dell’Assemblea. In crescita, il Democratic Unionist Party di Ian
Paisley. Il servizio di Enzo Farinella:
**********
Il
partito democratico unionista, intransigente nell’intavolare discussioni con i
nazionalisti, si trova per adesso in posizione di primato nello spoglio dei
voti, mentre il partito nazionalista Sinn Fein ha superato i moderati social
democratici laburisti. Lo schieramento di Ian Paisley è senz’altro il vincitore,
almeno per il momento, con il 26 per cento delle preferenze dell’Ulster. Il
partito nazionalista di Jerry Adams si attesta al secondo posto, con oltre il
23,5 per cento. I grandi perdenti sono stati il partito social democratico
laburista e i partiti minori, circa 16, vari dei quali sono stati eliminati
dalla scena politica. I 108 deputati all’assemblea regionale del Nord Irlanda
dovrebbero conoscersi questa sera. Lo spoglio continua, mentre da Cardiff il
premier inglese Blair e l’irlandese Ahern riaffermano l’importanza del processo
di pace, siglato a Belfast il Venerdì Santo del 1998, come unica via per
riportare giustizia ed uguaglianza nell’Ulster.
Da Belfast, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella.
**********
Il voto a doppia maggioranza e
la composizione della Commissione europea. Sono alcuni dei temi in discussione
al Conclave dei ministri degli Esteri europei, riuniti da stamani a Napoli per
discutere della Costituzione europea. Il summit precede il vertice europeo del
12 e 13 dicembre a Bruxelles. Da Napoli, Ersilia Giglio:
*********
Una Napoli blindata ha accolto i ministri degli Esteri
europei che oggi e domani alla Mostra d’Oltremare sono chiamati a discutere la
prima bozza della Costituzione europea, uno dei temi qualificanti del semestre
italiano alla presidenza dell’Unione che si intreccia anche con la riforma istituzionale
in vista dell’allargamento. Cielo grigio e pioggia insistente fanno da
scenario, tra auto della polizia e controlli severissimi ai varchi di accesso
ai padiglioni della Mostra. Oltre 4000 gli agenti; tiratori scelti e cani
antiesplosivo sono piazzati nei punti strategici della città. La prima sessione
dei lavori, a cui partecipano 25 ministri, più rappresentanti di Romania,
Bulgaria e Turchia, è già cominciata. I temi da affrontare sono delicati e non
si prevede una discussione facile. I principali nodi da sciogliere sono infatti
la composizione della Commissione Ue e il voto a doppia maggioranza. Ma tra i
temi in discussione figura anche il riferimento alle radici cristiane
dell’Europa inserito nel preambolo. Secondo il ministro degli Esteri italiano
Frattini ciò non si pone in antagonismo al riferimento alla laicità degli
Stati, perché le une rappresentano la storia, l’altra la realtà odierna degli
Stati.
Da Napoli, per la Radio Vaticana, Ersilia Giglio.
*********
Il
commissario europeo Mario Monti ha criticato duramente la decisione dell’Ecofin
di soprassedere sul deficit eccessivo di Francia e Germania. “Scelte
apparentemente sagge nel breve periodo – ha detto – possono poi rivelarsi rischiose,
per il futuro dell’Europa”. Critico il commento di Parigi alle dichiarazioni
del rappresentante di Bruxelles.
In Italia, l'inchiesta milanese
sul terrorismo islamico assume una nuova connotazione: stamani i magistrati hanno firmato cinque
ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di terrorismo
internazionale. Uno dei destinatari degli ordini di cattura, lo
‘sceicco’ Mhjoub Abderrazak, legato ad Al Qaeda, è stato arrestato in Germania.
Non si fermano gli attacchi
antiamericani in Iraq. Un soldato statunitense è rimasto ucciso oggi in un
attacco a colpi di mortaio compiuto contro una base militare a Mossul. Le
violenze sono giunte a poche ore dal viaggio a sorpresa del presidente
americano George Bush a Baghdad, per la festa del Ringraziamento. La visita di Bush nella capitale
irachena è stata la prima di un presidente americano
in Iraq. Il capo della Casa Bianca ha cenato con le truppe statunitensi all'aeroporto internazionale. Il
viaggio è stato tenuto segreto fino alla partenza per gli Stati Uniti. Il
servizio di Paolo Mastrolilli:
**********
Persino il padre del presidente, George Bush senior, non
era stato informato del viaggio a sorpresa che il figlio ha fatto ieri in Iraq.
La moglie Laura aveva avuto la conferma definitiva solo due giorni fa. Il capo
della Casa Bianca aveva annunciato che avrebbe passato la festa del Thanksgiving
nel suo ranch nel Texas, ma mercoledì sera è uscito in segreto a bordo di una
macchina anonima, è salito sull’Air Force One dalla scaletta posteriore e -
dopo una breve sosta in una base vicino Washington - è partito per Baghdad. E’
arrivato all’aeroporto della capitale irachena quando ormai era buio, come
precauzione contro i lanciamissili a spalla che nei giorni scorsi hanno colpito
un jet di una compagnia postale. Quindi ha passato due ore e mezza a Baghdad,
incontrando circa 600 soldati, i loro comandanti e alcuni membri del governo
locale. Il capo della Casa Bianca ha garantito che le truppe resteranno in Iraq
fino a quando il lavoro sarà completato. “Voi – ha detto Bush – state sconfiggendo
qui i terroristi affinché non possano colpirci nel nostro Paese”. Il presidente
ha dichiarato che la guerriglia spera di far fuggire i soldati americani ma ha
assicurato gli Stati Uniti non hanno combattuto una guerra, subito perdite e
sconfitto un dittatore per poi scappare davanti ad una banda di assassini. La
visita a sorpresa aveva lo scopo di ringraziare i soldati, ma anche di
rispondere alle critiche sulle difficoltà incontrate in Iraq e di ribadire
l’intenzione di completare la missione.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
*********
Giornata della memoria oggi a Mombasa, in Kenya, dove si
ricorda il tragico attentato di un anno fa, quando un gruppo suicida islamico
penetrò a bordo di una camionetta imbottita di tritolo nell'hotel 'Paradise',
frequentato prevalentemente da israeliani. L’attentato provocò la morte di 18
persone. A Nairobi è in corso il processo contro nove presunti responsabili.
Un membro della sicurezza palestinese è stato ucciso
stamani dai soldati israeliani nel nord della Striscia di Gaza, proprio mentre
i capi degli staff del primo ministro israeliano, Ariel Sharon, e del
collega palestinese, Abu Ala, lavorano per preparare il primo summit tra i due
leader. Un incontro tra i rappresentanti delle due parti si terrà domenica.
La Cina è ''seriamente
preoccupata'' per l'approvazione ieri al Parlamento di Taiwan di un disegno di
legge che permette al presidente Chen Shui-bian di indire un referendum
sull'indipendenza. Lo hanno reso noto le autorità di Pechino, specificando che
non tollereranno mai alcun tentativo che conduca “all'indipendenza di Taiwan”.
E’ cominciata oggi in tutto il Venezuela la raccolta di
firme organizzata da Coordinadora Democratica (Cd), organismo che riunisce
tutti i settori dell'opposizione, per promuovere il referendum di revoca del
mandato del presidente Hugo Chavez. La mobilitazione andrà avanti fino a
lunedì. Per indire il referendum sono necessari 2,4 milioni di sottoscrizioni.
Il capo di Stato è accusato di non essere in grado di frenare i crescenti tassi
di inflazione e disoccupazione.
Gibilterra si allontana dalla
Spagna. Nelle elezioni legislative di ieri, infatti, i citadini del territorio
britannico hanno premiato la politica intransigente di Peter Caruana,
riconfermato per la terza volta primo ministro, alla guida di un esecutivo che
rivendica la vicinanza a Londra. Il suo partito socialdemocratico ha ottenuto
la maggioranza assoluta dei voti nel Parlamento locale: 8 sui 15 disponibili.
Si è attestato a 112 vittime il
tragico bilancio della sciagura avvenuta martedì nel lago Mai-Ndombe, nella
Repubblica Democratica del Congo, a circa 400 km a nord est dalla capitale
Kinshasa. A causa del maltempo si sono rovesciati due battelli in legno, già in
pessime condizioni.
Un
protocollo internazionale per eliminare gli ordigni inesplosi, soprattutto nei
territori interessati in passato da guerre. E’ il documento adottato oggi a
Ginevra da 92 Paesi aderenti alla Convenzione sulle armi convenzionali.
=======ooo=======