RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 332 - Testo della Trasmissione di venerdì 28 novembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa riceve il presidente della Moldova, Vladimir Voronin

 

L’udienza al primo gruppo di vescovi francesi in visita “ad Limina”: Giovanni Paolo II incoraggia i presuli a operare in comunione in una società che spesso nega i valori cristiani

 

Dare una speranza all’Africa: l’appello del cardinale Renato Martino lanciato in un convegno a Roma.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Liberia sfida la pace: intervista con l’ambasciatore Lily Benha

 

Si è aperto a Roma, in Campidoglio, il IV Summit mondiale dei Premi Nobel per la pace: con noi Mikhail Gorbaciov

 

Presentato a Roma il festival internazionale del cinema spirituale: forte dibattito sul prossimo film di Mel Gibson “The Passion”, sulla Passione di Cristo: interviste con il cardinale Paul Poupard e Claudio Siniscalchi

 

Un concerto diretto da mons. Domenico Bartolucci nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, dedicato ai 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, segna la nascita di una nuova Fondazione che porta il nome dell’illustre musicista: con noi il Maestro Bartolucci.

 

CHIESA E SOCIETA’:

I presuli indiani indicano nella pace e nella stabilità le vie per la prosperità e lo sviluppo dello Sri Lanka e dell’Asia meridionale

 

Nel nord dell’Uganda i ribelli hanno ucciso, stamani, un ragazzo di 15 anni e ferito un missionario comboniano

 

Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ribadisce con un messaggio la necessità di un processo politico che porti alla creazione di due stati, Israele e Palestina

 

La commissione giustizia e pace della Chiesa cattolica liberiana ha chiesto la rapida creazione di una commissione verità e riconciliazione sui crimini di guerra perpetrati durante la guerra civile

 

Il centro di cultura mariana “Madre della Chiesa” organizza per il 26.mo anno il “Sabato mariano”

 

24 ORE NEL MONDO:

Prosegue lo spoglio dei voti in Irlanda del Nord: in testa il Democratic Unionist Party di Ian Paisley

 

Al via a Napoli il vertice sulla Costituzione europea

 

Viaggio a sorpresa del presidente americano Bush in Iraq, ma sul terreno proseguono le violenze.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 novembre 2003

 

 

LA MOLDOVA PROSEGUA CON CORAGGIO SULLA STRADA DELLA LIBERTA’ RITROVATA

COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI  MOLDOVA, VLADIMIR VORONIN,

RICEVUTO STAMANI IN VATICANO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

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La Moldova posta com’è ai “confini tra il mondo latino e mondo slavo non può non fare del dialogo uno strumento operativo essenziale della propria azione” per far emergere possibilità “concrete di pace, giustizia e benessere”. E’ la riflessione offerta stamani dal Papa al presidente della Repubblica di Moldova, Vladimir Voronin, ricevuto in Vaticano con la moglie e il seguito. Giovanni Paolo II ha ricordato come la Moldova abbia da poco raggiunto la libertà e deve quindi essere “sostenuta” negli sforzi volti a superare le inevitabili difficoltà di questa fase. Ha così incoraggiato i moldavi a “proseguire con fiducia nell’edificazione di una nazione degna delle sue nobili tradizioni”. Quindi, ha sottolineato come la Chiesa possa compiere liberamente in Moldova la propria “missione evangelizzatrice e caritativa”. Un dialogo, ha auspicato, che deve “continuare in maniera fruttuosa” senza pregiudizio a “beneficio dell’intera società moldava”. In tale contesto, ha concluso, la comunità cattolica, per quanto piccola, è “attivamente impegnata” come “interlocutrice vivace e generosa nei confronti della società”. Al termine dell’udienza, il presidente Voronin ha offerto in dono un cofanetto contenente 9 medaglie d'argento, che raffigurano i monasteri del suo Paese. Dal canto suo, il Papa ha ricambiato con delle medaglie, un libro sul Vaticano e dei rosari.

 

La Moldova, ex repubblica sovietica, ha un’estensione territoriale di 34 mila chilometri quadrati ed una popolazione di circa 4 milioni e mezzo di abitanti. I cattolici sono circa 20 mila. Il presidente Voronin, che in questi giorni ha incontrato le massime autorità dello Stato italiano, è in carica dall’aprile del 2001.

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IN UNA SOCIETA’ CHE SPESSO NEGA I VALORI CRISTIANI,

 L’INCORAGGIAMENTO DEL PAPA AI VESCOVI FRANCESI

DELLE PROVINCE DI CAMBRAIS E DI REIMS,

RICEVUTI STAMANE, IN OCCASIONE DELLA LORO VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Nel mondo attuale….la vostra missione è divenuta senza alcun dubbio più complessa e più delicata, specie a motivo della situazione di crisi che continuate ad affrontare, in gran parte rimarcata dalla fragilità spirituale e pastorale, e per il clima sociale dove i valori cristiani e l’immagine stessa della Chiesa non sono percepiti in modo positivo, in una società dove regna sovente una prassi morale, soggettivista e laicista”. In poche ma chiare parole il Papa ha disegnato il quadro sociale critico, in cui i vescovi francesi si trovano ad operare, facendo pure i conti con la “scarsità del clero e delle persone consacrate”. Rimanete “attenti alla vostra personale vita spirituale – ha raccomandato loro il Santo Padre  – radicando il vostro ministero pastorale ad una forte relazione con Cristo, nella meditazione prolungata della Scrittura e nell’intensa vita sacramentale. Cosicché voi possiate comunicare ai fedeli il desiderio di vivere in unione intima con Dio”.  Del resto – ha aggiunto – nella vita e nella missione dei vescovi “la collaborazione fraterna” e “la comunione sono essenziali per manifestare l’unità del Corpo ecclesiale”. “Comunione – ha chiarito il Santo Padre – che non è in contraddizione con la legittima diversità, che permette a ciascuna Chiesa diocesana d’avere una propria identità, in funzione dei pastori e delle comunità che la compongono”.

 

Poi l’incoraggiamento “a proseguire, con una catechesi adatta, la formazione del popolo di Dio sulla natura divina della Chiesa”; per cui “i fedeli saranno fortificati” e “comprenderanno che devono partecipare in maniera più totale alla nuova evangelizzazione”. Infine il plauso di Giovanni Paolo II all’opera di rinnovamento degli organismi ecclesiali in corso nella Conferenza episcopale francese, “alla luce dei cambiamenti nella società e nella Chiesa, che richiedono nuove forme di cooperazione e di funzionamento perché le strutture siano veramente a servizio della missione evangelica in tutte le sue forme.

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ALTRE  UDIENZE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto in successive udienze il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia.

 

 

“DARE UN FUTURO DI SPERANZA ALL’AFRICA”:

 L’APPELLO DEL CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO

LANCIATO IERI SERA IN UN INCONTRO PRESSO

IL CENTRO INTERNAZIONALE DI “COMUNIONE E LIBERAZIONE” A ROMA

  

 “Dare un futuro di speranza all’Africa”: è l’appello lanciato ieri sera dal presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato R. Martino, in un incontro organizzato a Roma presso il Centro Internazionale di “Comunione e Liberazione” dal titolo: “Africa: la speranza del continente fragile”. Il porporato ha sottolineato la necessità di dare preminenza alla lotta contro la povertà degli africani come imperativo etico, sociale, politico ed economico.

 

Di fronte alle drammatiche  emergenze civili, educative, sanitarie e umanitarie del continente, richiamando gli impegni ripetutamente assunti dalla comunità internazionale, il cardinale ha rilanciato la necessità della riduzione e in certi  casi dell’annullamento del debito estero dei Paesi poveri africani e l’esigenza di riportare equità nel commercio internazionale abbattendo le barriere protezionistiche. Il cardinale Martino ha anche insistito sul dovere di sostenere tutte le iniziative che vanno nella direzione di far maturare una governance nazionale delle comunità civili africane, favorendo specialmente programmi educativi e sanitari e la partecipazione delle popolazioni locali al loro stesso sviluppo.

 

“E’ un imperativo di solidarietà morale e politica per tutta la comunità internazionale – ha detto il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace – dare un futuro di speranza all’Africa, che significa dare un futuro di speranza e di civiltà a tutto il mondo”. A questo scopo, il cardinale Martino ha annunciato che il dicastero  promuoverà, nei prossimi mesi, opportune iniziative di sensibilizzazione per venire incontro ai popoli africani affinché, nel pieno riconoscimento  del loro diritto allo sviluppo, diventino protagonisti  del proprio futuro culturale, sociale ed economico.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con il titolo del discorso di Giovanni Paolo II al primo gruppo di Vescovi della Conferenza Episcopale di Francia.

 

Il Papa sottolinea che la loro missione è divenuta più complessa e delicata soprattutto in ragione della situazione di crisi con quale continuano a doversi confrontare.  

 

Nelle vaticane, nel discorso al Presidente della Repubblica di Moldova, il Papa ha auspicato che la Moldova, operatrice di dialogo fra mondo latino e mondo slavo, faccia emergere le possibilità concrete di pace, di giustizia e di benessere.

 

Nelle estere, la visita a sorpresa di Bush a Baghdad. 

Repubblica Democratica del Congo: lutto nazionale per le vittime del naufragio.

Medio Oriente: l'Egitto media tra le fazioni palestinesi per ottenere una tregua nei Territori.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Claudio Bellinati sulla restaurata pala del Giorgione a Castelfranco Veneto.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il terrorismo.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

28 novembre 2003

 

 

LA LIBERIA SFIDA LA PACE

- Intervista con l’ambasciatore Lily Benha -

 

Si va lentamente normalizzando la situazione in Liberia. Dopo 14 anni di guerra, che hanno causato 250 mila morti ed un milione e 300 mila sfollati, il prossimo 1° dicembre inizierà il processo di disarmo e reintegro per quarantamila combattenti. Nonostante questi segnali, il Paese africano vive ancora in emergenza, l’allarme riguarda soprattutto i bambini, come conferma al microfono di Benedetta Capelli, l’Ambasciatore della Liberia presso l’Italia, la signora Lily Benha.

 

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R. – THE SITUATION IS IMPROVING...

La situazione nel Paese sta migliorando. In diverse zone la pace sembra essere finalmente arrivata, anche se bisogna fare ancora molta strada... Il conflitto si è concluso e speriamo che questa condizione persista nel tempo

 

D. – La gente del suo Paese crede nella pace dopo 14 anni di conflitto?

        

R. – ANYBODY WAS

Chiunque sia passato attraverso l’esperienza della guerra, non può che apprezzare la pace

 

D. – Quali sono le emergenze in Liberia?

 

R. – THE EMERGENCIES ARE

Sono diverse le emergenze nel Paese: sicuramente in primo piano ci sono i bambini. Mancano i vaccini, gli antibiotici e molte medicine specifiche per alcune malattie di cui soffrono i nostri bimbi... che non hanno cibo, non sono forti e non hanno vitamine per crescere: hanno veramente bisogno di tutto.

 

D. – C’è qualcosa che possiamo fare per il suo Paese?

 

R. – WE CAN DO ...

La cosa che più mi preme sottolineare è l’emergenza infanzia. Potete tendere una mano ai bambini della Liberia, che per fortuna stanno tornando nelle scuole. Questa è una cosa molto positiva, in questa maniera avranno un cammino alternativo alla violenza.

 

D. – Vuole lanciare un messaggio?

 

R. – I WANT ASK TO...

Voglio chiedervi di pregare, di pensare a tutti questi bambini. Speriamo di vedere la luce per il nuovo anno e di scorgere un sorriso sulle loro facce a Natale.

 

D. – Qual è la speranza per l’infanzia della Liberia?

 

R. – I HOPE THAT ...

Spero che potranno vivere in pace, sempre.

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APERTO A ROMA  IL IV SUMMIT MONDIALE DEI PREMI NOBEL PER LA PACE

- Intervista con Mikhail Gorbaciov -

 

Si è aperto stamattina a Roma, in Campidoglio, il quarto summit mondiale dei premi Nobel per la pace. Tra i presenti, l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov, presidente della Fondazione promotrice dell’incontro, l’ex premier israeliano Shimon Peres, il cardinale Roger  Etchegaray e il Dalai Lama, che hanno lanciato alla comunità internazionale un forte appello a superare le ingiustizie del mondo per raggiungere la pace. Ma ascoltiamo il servizio di Dorotea Gambardella, che sta seguendo i lavori in Campidoglio:

 

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Non si può costruire la pace senza superare le tante ingiustizie che oggi si perpetrano nel mondo; non si può ricorrere alla violenza come arma per combattere le grandi questioni internazionali; non si può non rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite come garante per la sicurezza dei popoli. Questi i punti che hanno costituito il filo conduttore dei diversi interventi della prima giornata di lavori del IV Forum mondiale dei Premi Nobel per la pace. In particolare Mikhail Gorbaciov, ospite d’onore del Summit, riferendosi alla guerra in Iraq e all’escalation del terrorismo internazionale, ha sottolineato come la volontà di diffondere il modello democratico in tutto il mondo sia qualcosa di positivo ma abbia valore soltanto se tiene conto della storia, della cultura e tradizione dei Paesi verso cui tale modello viene esportato. A tal proposito Gorbaciov ha detto che la politica deve essere sempre guidata dalla morale e dall’etica, altrimenti conduce verso una strada senza via d’uscita.

 

Secondo il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, una politica dominata dalla logica della convenienza fa perdere di vista quegli obiettivi – primo fra tutto la lotta contro la violazione dei diritti umani – indispensabili per il raggiungimento della pace. Non può esservi pace senza giustizia, si è sottolineato più volte nel corso della mattinata.

 

Il Dalai Lama ha poi messo in evidenza che il rischio più pericoloso in cui incorre la civiltà moderna è quella di uccidersi in nome delle differenze religiose. Per questo, secondo il Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, è necessario affermare la laicità della politica.

 

Circa il fenomeno della globalizzazione e delle nuove tecnologie, nelle diverse relazioni si è evidenziato come il mondo attuale disponga di strumenti tali che - se da un lato - sono in grado di produrre sviluppo e benessere, dall’altro possono portare alla distruzione. “Per me la pace – ha concluso l’ex premier israeliano Shimon Peres – è investire in queste risorse, facendo le scelte giuste superando quella cultura dell’odio e della violenza che sembra stia prendendo il sopravvento”.

 

Dal Campidoglio, Dorotea Gambardella, per la Radio Vaticana.

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Ma ascoltiamo lo stesso Mikhail Gorbaciov: Benedetta Rinaldi gli ha chiesto cosa fare per sconfiggere il terrorismo internazionale:

 

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(Parole in russo)

E’ fuori discussione: noi dobbiamo respingere qualsiasi forma, qualsiasi tentativo di terrorismo e dobbiamo riunire i nostri sforzi per dare le risposte giuste. La lotta al terrorismo richiede molti sforzi, richiede delle soluzioni di carattere multilaterale, perché non esiste una soluzione semplicistica. E credo che la situazione in Iraq ne sia una conferma. Dobbiamo essere sinceri e chiari quando si parla di questo fenomeno, perché si tratta della vita degli esseri umani. Bisogna dare risposta al terrorismo, guardando alla complessità della situazione. In Iraq la situazione è tale che la gente, il popolo non è contento; il popolo si è liberato di Saddam ma adesso invece di essere libero ha un altro tipo di occupazione. Ma dobbiamo capirlo: perché non si può risolvere il problema battendo il pugno.

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PRESENTATI OGGI A ROMA IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA SPIRITUALE

E IL CONVEGNO SUL TEMA “CRISTO NEL CINEMA”

- Intervista con il cardinale Paul Poupard e Claudio Siniscalchi -

 

Sono stati presentati questa mattina a Roma la VII edizione del Festival Internazionale del Cinema Spirituale Tertio Millennio e il Convegno Internazionale di studi sul tema “Cristo nel cinema. Un canone cinematografico”. I due eventi sono in programma all’inizio di dicembre. Sono intervenuti il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e  Claudio Siniscalchi, direttore artistico del Festival. Al dott. Siniscalchi Giovanni Peduto ha chiesto quali sono le principali novità di questi appuntamenti:

 

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R. – La novità di quest’anno, fondamentalmente, è quella che è legata alla problematica del Convegno, poiché c’è un grande film americano in uscita – negli Stati Uniti dovrebbe uscire intorno al Natale mentre in Europa a Pasqua – che si intitola “The Passion”, film di Mel Gibson e con la regia di Mel Gibson, film girato in Italia tra Matera e Cinecittà, che sta creando una serie di problematiche. In particolare la comunità ebraica americana protesta perché rileva che questo è un film che parla di una serie di questioni che si preferiva non considerare più. E’ un film molto forte e dove per la prima volta la Passione viene raccontata in modo molto ampio. Nella storia del cinema la Passione è sempre stata un elemento molto breve e poco cruento ed una delle problematiche che questo film presenta sta proprio nella lunghezza sterminata nel raccontare in modo realistico la Passione. E questo per ricordare – questa è l’intenzione dell’autore – quanto sia stata grande, forte e significativa la sofferenza umana di Cristo prima di morire sulla Croce e poi di risorgere. Questo film ci dovrebbe far capire il grande spazio che c’è per la produzione cristiana e bisogna ancora una volta guardare agli americani e ad un grande divo hollywoodiano, abituato a girare cose molto diverse ma che ad un certo punto della sua vita decida di fare un film militante, fuori dagli schemi. Questo gli costa una grande fatica personale, gli costa una grande fatica economica, gli costa probabilmente una serie di rapporti all’interno del suo mondo all’interno di Hollywood, ma che comunque decide che certe cose si possono fare. Poi sarà bello o sarà brutto lo vedremo soltanto quando il film uscirà. Dobbiamo però riflettere su questo aspetto: c’è un grande spazio per la cristianità nel cinema, bisogna però saperlo trovare!

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Ma com’è oggi la produzione del cinema spirituale? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Poupard:

 

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R. - Oggi può sembrare un paradosso,quasi una provocazione parlare di cinema spirituale nell’attuale stagione. Ma potrei dire che anche oggi i produttori di cinema non possono fare a meno della ricerca di senso. C’è una dimensione spirituale della vita, lo vogliamo o no, che esiste e il cinema a suo modo la coglie.

 

D. – Che cosa direbbe, lei eminenza, ai registi cristiani?

 

R. – Una volta l’ho detto al cineasta polacco Christoph Zanussi, il quale confessava che il fatto di essere riconosciuto come produttore cristiano, non lo aiutava tanto a fare carriera. Ed io gli ho detto che la prima preoccupazione di un cristiano non è di fare carriera. Certo non è vietato, anzi se riesce a fare carriera, se i suoi film sono capolavori ci rallegriamo tutti. La prima preoccupazione del cristiano però è di lasciarsi guidare da un idealismo realistico. Vuol dire che un uomo che fa cinema e che veramente è cristiano non può non dare un’immagine della condizione umana che sia pienamente umana e se è pienamente umana ha anche la dimensione religiosa. Vuol dire che non si fermerà su alcuni aspetti della condizione umana che trionfano spesso sulla pellicola, che sia sesso o violenza; se necessario non li ignora ma li mostra in un insieme di profonda umanità.

 

D. – Di cosa ha bisogno oggi il cinema?

 

R. – Ha bisogno soprattutto di ideale. Vuol dire che nell’attuale stagione ha bisogno di coraggio per presentare questo ideale che non è sempre ritenuto commerciale, ma mostrando l’ideale si possono anche riempire le sale cinematografiche.

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CONCERTO IERI SERA NELLA BASILICA DI SANT’ANDREA DELLA VALLE A ROMA

 PER IL XXV DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

- Intervista con il maestro Domenico Bartolucci -

 

Un concerto diretto da mons. Domenico Bartolucci nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, dedicato ai 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, segna anche la nascita di una nuova Fondazione che porta il nome dell’illustre musicista, autore prolifico, accademico di Santa Cecilia e profondo conoscitore della musica sacra. A seguirlo per noi, Luca Pellegrini:

 

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Si slancia sopra il pubblico, in Sant’Andrea della Valle, la cupola del Maderno, la più alta di Roma dopo quella di San Pietro, a significare l’ideale, profonda comunione tra i due apostoli, tra l’Occidente e l’Oriente cristiani. E questa comunione la sentiamo in modo festoso, riconoscendo il ruolo della cultura e dell’arte nel cammino di avvicinamento tra i popoli e le religioni. L’arte musicale, soprattutto, così come sottolinea il cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che si dice gioioso di partecipare ad una serata organizzata per festeggiare due tappe significative nella vita della Chiesa: i venticinque anni di pontificato di Giovanni Paolo II e l’omaggio a lui rivolto da Domenico Bartolucci con un concerto che segna anche la nascita della nuova Fondazione che porta proprio il nome dell’illustre musicista. Più che mai radioso, il Maestro ottantaseienne, che fu indimenticabile Direttore della Cappella Sistina e di quella Liberiana a Santa Maria Maggiore, che è Accademico di Santa Cecilia, allievo di Pizzetti e Refice, amico di Perosi, una vita segnata dalla musica. Autore prolifico e direttore d’orchestra, come ieri sera, sul podio per proporre, dinanzi ad un folto ed attento pubblico - molti arrivati anche dal suo paese natale, Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze - due interessanti creazioni: Baptisma, per soli, coro femminile e orchestra, scritto nel 1947, e uno Stabat Mater per soprano, coro e orchestra. Emozioni che il Maestro così rivive.

 

“Questo lavoro mi ricorda i bei tempi in cui – pur essendo già diplomato a Firenze al conservatorio – volli venire a Roma per respirare l’aria della musica sacra, perché era Roma l’unica città in cui vivesse ancora veramente la musica sacra nelle grandi Cappelle. Io fui fortunato, perché era un tempo in cui la musica sacra viveva – anche se non splendidamente – una vita molto, molto rigogliosa. Sono quindi ricordi molto belli. La musica nella Chiesa è stata sempre una grande cosa; la liturgia senza la musica non esisteva. La musica sacra è ancora viva in certi cuori e nel mio in modo particolare, anche se oggi è un po’ in ribasso. La Chiesa ha dimenticato che la sua più grande gloria in arte è la musica”.

 

La serata è iniziata con un cesellato poemetto sacro che illustra, in forma dialogica, la celebrazione del battesimo tra attesa, richiesta e gioia per il sacramento ricevuto. Un coro rarefatto e dalla melodia dolcissima caratterizza la parte introduttiva, l’attesa; poi l’orchestra si fa più aggressiva nella sezione rituale, infine ecco il rendimento di grazie per l’avvenuta celebrazione, con un’orchestrazione vivace e densa. Più matura e sicuramente segnata da alcune soluzioni inaspettate e moderne, la scrittura dello Stabat Mater, concepito e scritto da Bartolucci polifonicamente e rielaborato per l’occasione come composizione sinfonico-corale sacra. Una partitura davvero ricca di idee, colori, ritmi, sentimenti, dolcezza e fede. Riecheggiano forti nei cuori e nelle menti le parole del Santo Padre depositate nella sua Lettera agli Artisti del 1999: “La Chiesa ha bisogno dei musicisti”.

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CHIESA E SOCIETA’

28 novembre 2003

 

 

 

I VESCOVI INDIANI INDICANO NELLA PACE

 E NELLA STABILITÀ LE VIE PER LA PROSPERITÀ E LO SVILUPPO

DELLO SRI LANKA E DELL’ASIA MERIDIONALE

 

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NEW DELHI. = Deporre ogni forma di violenza e avviarsi sui sentieri delle pace e della riconciliazione. E’ questo l’appello lanciato, mercoledì scorso, dalla Conferenza episcopale dell’India per invocare la pace nello Sri Lanka e in tutta l’Asia del Sud, area martoriata da gravi conflitti che funestano anche le regioni del Kashmir, del Gujarat, del Nepal e del Buthan. “Da troppo tempo – si legge nel messaggio giunto all’Agenzia Fides – questa parte del mondo è vittima di conflitti a base etnica, linguistica o religiosa che, con una serie di altre ragioni politiche ed economiche, hanno causato immense sofferenze e morte”. Riflettendo sulla crisi che affligge lo Sri Lanka, i vescovi indiani sottolineano come siano degni di nota “i passi operati nell’ultimo anno dal governo di Colombo per ristabilire benessere sociale, consenso politico e armonia religiosa”. Ma i presuli aggiungono anche che “ora occorre accelerare questo processo per creare un’atmosfera pacifica in cui possa rifiorire lo sviluppo nell’intera regione”. “Pace e stabilità – spiegano – sono essenziali per il progresso e devono essere l’obiettivo di tutte le parti coinvolte”. Il messaggio si conclude con la richiesta dei vescovi a tutte le popolazioni dei Paesi del subcontinente indiano di lavorare insieme per raggiungere alti livelli di crescita economica, coesione sociale e sereno confronto politico. “Solo questa – osservano i presuli – è la strada per portare i vostri Paesi sulla via del progresso e della prosperità”. (A.L.)

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NEL NORD DELL’UGANDA I RIBELLI HANNO UCCISO, STAMANI,

UN RAGAZZO DI 15 ANNI E FERITO UN MISSIONARIO COMBONIANO

 

KAMPALA. = Alcuni ribelli del sedicente Esercito di Resistenza del Signore hanno ucciso questa mattina, nel Nord Uganda, un ragazzo di 15 anni e ferito un missionario comboniano italiano. Lo riferiscono fonti dell’agenzia missionaria Misna precisando che il religioso, padre Guido Cellana, 66 anni, e il ragazzo stavano viaggiando in automobile in direzione di Aliwal, dove il missionario italiano è parroco. Il gruppo di sette ribelli è entrato in azione nei pressi del villaggio di Okankel, nel distretto settentrionale di Lira, e ha  iniziato a sparare all’impazzata contro l’auto. Il giovane è morto sul colpo, mentre il comboniano ha riportato ferite a una mano. Padre Cellana è stato poi derubato e costretto ad abbandonare la vettura, alla quale i miliziani hanno dato fuoco. Mentre padre Cellana fuggiva, un ribelle gli ha sparato e il missionario è riuscito a nascondersi nella boscaglia. Il missionario è stato poi medicato nell’ospedale di Lira per la ferita causata da un proiettile che gli aveva trapassato il palmo della mano destra. Nelle ultime due settimane i ribelli hanno ucciso oltre duecento persone nel distretto di Lira, dove migliaia di sfollati hanno abbandonato i villaggi per sfuggire alle incursioni dei miliziani, che dal 1987 seminano morte e distruzione in tutto il Nord del Paese africano. (A.L.)

 

 

PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE,

 CHE SI CELEBRA DOMANI, IL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU, KOFI ANNAN,

RIBADISCE CON UN MESSAGGIO LA NECESSITA’ DI UN POCESSO POLITICO

CHE PORTI ALLA CREAZIONE DI DUE STATI, ISRAELE E PALESTINA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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NEW YORK. = “Mi unisco a quanti esprimono profonda solidarietà al popolo palestinese per le sue continue sofferenze ma non ignoro la condizione di insicurezza e di terrore del popolo israeliano”. Così inizia il messaggio del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, redatto in vista della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese che si celebra domani. Nel documento si sottolinea come le azioni israeliane quali “l’impiego di armi pesanti contro i civili, la demolizione delle abitazioni, la continua espansione degli insediamenti e la costruzione del muro, abbiano aumentato la miseria ed i sentimenti di impotenza tra i palestinesi”. Il segretario delle Nazioni Unite condanna, inoltre, quei palestinesi che facendosi esplodere con le bombe, uccidono in maniera indiscriminata dei civili israeliani innocenti. Secondo il segretario dell’Onu la soluzione del conflitto tra palestinesi e israeliani risiede in “un processo politico finalizzato alla fondazione di due Paesi, Israele e Palestina, che vivano in pace l’uno accanto all’altro”. Riferendosi alla Road map, Kofi Annan invita il governo di Israele e l’Autorità palestinese “ad agire per onorare gli impegni assunti nel piano di pace”. Kofi Annan sottolinea, infine, come la Comunità internazionale debba essere preparata ad assumere delle iniziative coraggiose per affrontare l’emergenza umanitaria e la devastazione economica sperimentata dalla popolazione palestinese.

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UNA COMMISSIONE VERITÀ E RICONCILIAZIONE SUI CRIMINI COMMESSI DURANTE

 LA GUERRA CIVILE IN LIBERIA. E’ QUESTA LA RICHIESTA DELLA COMMISSIONE

GIUSTIZIA E PACE PER FAR LUCE SUI GRAVI EPISODI DI VIOLENZA

 PERPETRATI NEL PAESE AFRICANO

 

MONROVIA. = La Commissione giustizia e pace della Chiesa cattolica liberiana ha chiesto la rapida creazione di una Commissione verità e riconciliazione sui crimini di guerra perpetrati durante la guerra civile. Il presidente dell’organismo cattolico, la signora Johnson Morris, ha affermato che sarà affrontata la questione dell’impunità, consentendo a vittime e carnefici di mettere insieme le loro esperienze al fine di facilitare la riconciliazione. “Ma tutti coloro – ha aggiunto – che non dovessero collaborare con la Commissione dovranno essere perseguitati dalla giustizia”. E’ stato inoltre chiesto il rispetto di una delle clausole sugli accordi di Accra che hanno messo fine alla guerra civile liberiana. Gli accordi, sottoscritti il 18 agosto di quest’anno, prevedono infatti l’avvio di un processo per appurare le responsabilità della guerra civile che, secondo un rapporto dell’Alto Commissario per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ha provocato oltre 250 mila morti e 1 milione e 300 mila sfollati. (A.L.)

 

 

DALL’AVVENTO ALLA PENTECOSTE RIPRENDONO, PER I CULTORI DI MARIOLOGIA,

I SABATI MARIANI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA IN VIA LATA

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = Per diffondere una solida conoscenza di Maria secondo la dottrina della Chiesa e formare gruppi di persone spiritualmente impegnate a lavorare per un mondo nuovo, il Centro di cultura mariana “Madre della Chiesa” organizza per il 26.mo anno il “sabato mariano”. L’iniziativa comprende una serie di incontri che si terranno, a partire da sabato prossimo, nella basilica romana di Santa Maria in via Lata dal periodo di Avvento a quello di Pentecoste. Ogni sabato pomeriggio si alterneranno insigni professori di teologia per sviluppare gli aspetti salienti del tema scelto quest’anno: “Le grandi ricorrenze del magistero mariano conciliare e pontificio”.  Dal 28 al 30 dicembre presso il Teresianum si terrà inoltre, per iniziativa del Centro di cultura mariana, il 24° Convegno mariano sul tema “Contemplare Maria attraverso l’immagine: oriente e occidente a confronto”.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

28 novembre 2003

 

 

- A cura di Giada Aquilino -

 

È ancora in bilico l’esito delle elezioni in Irlanda del Nord, dove solo 3 dei 18 collegi hanno completato lo spoglio dei voti per il rinnovo dell’Assemblea. In crescita, il Democratic Unionist Party di Ian Paisley. Il servizio di Enzo Farinella:

 

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Il partito democratico unionista, intransigente nell’intavolare discussioni con i nazionalisti, si trova per adesso in posizione di primato nello spoglio dei voti, mentre il partito nazionalista Sinn Fein ha superato i moderati social democratici laburisti. Lo schieramento di Ian Paisley è senz’altro il vincitore, almeno per il momento, con il 26 per cento delle preferenze dell’Ulster. Il partito nazionalista di Jerry Adams si attesta al secondo posto, con oltre il 23,5 per cento. I grandi perdenti sono stati il partito social democratico laburista e i partiti minori, circa 16, vari dei quali sono stati eliminati dalla scena politica. I 108 deputati all’assemblea regionale del Nord Irlanda dovrebbero conoscersi questa sera. Lo spoglio continua, mentre da Cardiff il premier inglese Blair e l’irlandese Ahern riaffermano l’importanza del processo di pace, siglato a Belfast il Venerdì Santo del 1998, come unica via per riportare giustizia ed uguaglianza nell’Ulster.

 

Da Belfast, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella.

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Il voto a doppia maggioranza e la composizione della Commissione europea. Sono alcuni dei temi in discussione al Conclave dei ministri degli Esteri europei, riuniti da stamani a Napoli per discutere della Costituzione europea. Il summit precede il vertice europeo del 12 e 13 dicembre a Bruxelles. Da Napoli, Ersilia Giglio:

 

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Una Napoli blindata ha accolto i ministri degli Esteri europei che oggi e domani alla Mostra d’Oltremare sono chiamati a discutere la prima bozza della Costituzione europea, uno dei temi qualificanti del semestre italiano alla presidenza dell’Unione che si intreccia anche con la riforma istituzionale in vista dell’allargamento. Cielo grigio e pioggia insistente fanno da scenario, tra auto della polizia e controlli severissimi ai varchi di accesso ai padiglioni della Mostra. Oltre 4000 gli agenti; tiratori scelti e cani antiesplosivo sono piazzati nei punti strategici della città. La prima sessione dei lavori, a cui partecipano 25 ministri, più rappresentanti di Romania, Bulgaria e Turchia, è già cominciata. I temi da affrontare sono delicati e non si prevede una discussione facile. I principali nodi da sciogliere sono infatti la composizione della Commissione Ue e il voto a doppia maggioranza. Ma tra i temi in discussione figura anche il riferimento alle radici cristiane dell’Europa inserito nel preambolo. Secondo il ministro degli Esteri italiano Frattini ciò non si pone in antagonismo al riferimento alla laicità degli Stati, perché le une rappresentano la storia, l’altra la realtà odierna degli Stati.

 

Da Napoli, per la Radio Vaticana, Ersilia Giglio.

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Il commissario europeo Mario Monti ha criticato duramente la decisione dell’Ecofin di soprassedere sul deficit eccessivo di Francia e Germania. “Scelte apparentemente sagge nel breve periodo – ha detto – possono poi rivelarsi rischiose, per il futuro dell’Europa”. Critico il commento di Parigi alle dichiarazioni del rappresentante di Bruxelles.

 

In Italia, l'inchiesta milanese sul terrorismo islamico assume una nuova connotazione: stamani i magistrati hanno firmato cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di terrorismo internazionale. Uno dei destinatari degli ordini di cattura, lo ‘sceicco’ Mhjoub Abderrazak, legato ad Al Qaeda, è stato arrestato in Germania.

 

Non si fermano gli attacchi antiamericani in Iraq. Un soldato statunitense è rimasto ucciso oggi in un attacco a colpi di mortaio compiuto contro una base militare a Mossul. Le violenze sono giunte a poche ore dal viaggio a sorpresa del presidente americano George Bush a Baghdad, per la festa del Ringraziamento. La visita di Bush nella capitale irachena è stata la prima di un presidente americano in Iraq. Il capo della Casa Bianca ha cenato con le truppe statunitensi all'aeroporto internazionale. Il viaggio è stato tenuto segreto fino alla partenza per gli Stati Uniti. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Persino il padre del presidente, George Bush senior, non era stato informato del viaggio a sorpresa che il figlio ha fatto ieri in Iraq. La moglie Laura aveva avuto la conferma definitiva solo due giorni fa. Il capo della Casa Bianca aveva annunciato che avrebbe passato la festa del Thanksgiving nel suo ranch nel Texas, ma mercoledì sera è uscito in segreto a bordo di una macchina anonima, è salito sull’Air Force One dalla scaletta posteriore e - dopo una breve sosta in una base vicino Washington - è partito per Baghdad. E’ arrivato all’aeroporto della capitale irachena quando ormai era buio, come precauzione contro i lanciamissili a spalla che nei giorni scorsi hanno colpito un jet di una compagnia postale. Quindi ha passato due ore e mezza a Baghdad, incontrando circa 600 soldati, i loro comandanti e alcuni membri del governo locale. Il capo della Casa Bianca ha garantito che le truppe resteranno in Iraq fino a quando il lavoro sarà completato. “Voi – ha detto Bush – state sconfiggendo qui i terroristi affinché non possano colpirci nel nostro Paese”. Il presidente ha dichiarato che la guerriglia spera di far fuggire i soldati americani ma ha assicurato gli Stati Uniti non hanno combattuto una guerra, subito perdite e sconfitto un dittatore per poi scappare davanti ad una banda di assassini. La visita a sorpresa aveva lo scopo di ringraziare i soldati, ma anche di rispondere alle critiche sulle difficoltà incontrate in Iraq e di ribadire l’intenzione di completare la missione.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Giornata della memoria oggi a Mombasa, in Kenya, dove si ricorda il tragico attentato di un anno fa, quando un gruppo suicida islamico penetrò a bordo di una camionetta imbottita di tritolo nell'hotel 'Paradise', frequentato prevalentemente da israeliani. L’attentato provocò la morte di 18 persone. A Nairobi è in corso il processo contro nove presunti responsabili.

 

Un membro della sicurezza palestinese è stato ucciso stamani dai soldati israeliani nel nord della Striscia di Gaza, proprio mentre i capi degli staff del primo ministro israeliano, Ariel Sharon, e del collega palestinese, Abu Ala, lavorano per preparare il primo summit tra i due leader. Un incontro tra i rappresentanti delle due parti si terrà domenica.

 

La Cina è ''seriamente preoccupata'' per l'approvazione ieri al Parlamento di Taiwan di un disegno di legge che permette al presidente Chen Shui-bian di indire un referendum sull'indipendenza. Lo hanno reso noto le autorità di Pechino, specificando che non tollereranno mai alcun tentativo che conduca “all'indipendenza di Taiwan”.

E’ cominciata oggi in tutto il Venezuela la raccolta di firme organizzata da Coordinadora Democratica (Cd), organismo che riunisce tutti i settori dell'opposizione, per promuovere il referendum di revoca del mandato del presidente Hugo Chavez. La mobilitazione andrà avanti fino a lunedì. Per indire il referendum sono necessari 2,4 milioni di sottoscrizioni. Il capo di Stato è accusato di non essere in grado di frenare i crescenti tassi di inflazione e disoccupazione.

 

Gibilterra si allontana dalla Spagna. Nelle elezioni legislative di ieri, infatti, i citadini del territorio britannico hanno premiato la politica intransigente di Peter Caruana, riconfermato per la terza volta primo ministro, alla guida di un esecutivo che rivendica la vicinanza a Londra. Il suo partito socialdemocratico ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti nel Parlamento locale: 8 sui 15 disponibili.

 

Si è attestato a 112 vittime il tragico bilancio della sciagura avvenuta martedì nel lago Mai-Ndombe, nella Repubblica Democratica del Congo, a circa 400 km a nord est dalla capitale Kinshasa. A causa del maltempo si sono rovesciati due battelli in legno, già in pessime condizioni.

 

Un protocollo internazionale per eliminare gli ordigni inesplosi, soprattutto nei territori interessati in passato da guerre. E’ il documento adottato oggi a Ginevra da 92 Paesi aderenti alla Convenzione sulle armi convenzionali.

 

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