RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 312 - Testo della Trasmissione di sabato 8 novembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa incontra  il presidente dell’esecutivo della Croazia, Ivica Racan, e 6500 pellegrini croati e li invita a perseverare nell’attaccamento alla Chiesa nel nuovo clima di libertà e democrazia

 

Domani, festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, Giovanni Paolo II proclamerà in piazza San Pietro 5 nuovi beati, testimoni della carità e del perdono. Oggi parliamo di Luigi Maria Monti.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In Irlanda vincerà la pace: è la certezza espressa ai nostri microfoni dal presidente della repubblica irlandese, la signora Mary McAleese

 

L’agenzia missionaria Asianews apre il sito on-line per parlare della vita della Chiesa e della società nel continente più popoloso del mondo. Nostra intervista al direttore padre Bernardo Cervellera

 

La TV cattiva maestra per i bambini? Ne parliamo con  Maria Pia Garavaglia, presidente dell’Aiart  

 

Sugli schermi il film Matrix Revolutions:  attinge in modo superficiale temi ed idee dal cristianesimo

 

CHIESA E SOCIETA’:

Sdegno e dolore dei vescovi della Colombia per l’uccisione di due sacerdoti

 

Misericordie d’Italia, Anpas e Croce Rossa insieme ad un tavolo permanente per dare più forza alla solidarietà e al volontariato

 

La tv pubblica cinese trasmetterà un serial televisivo sul gesuita padre Giuseppe Castiglione, grande missionario ed artista del XVIII secolo

 

Allarme Ebola in Congo Brazzaville

 

Entrato nella fase operativa in India il progetto per la realizzazione della prima università non statale cristiana

 

Sei organizzazioni umanitarie chiedono al governo israeliano e alla presidenza dell’Unione Europea di fermare la costruzione del muro di difesa in Cisgiordania.

 

24 ORE NEL MONDO:

Chiusi gli uffici della Croce Rossa internazionale di Baghdad e Bassora. La Croce Rossa italiana decisa, invece, a non lasciare il Paese arabo

 

Per superare la crisi scoppiata nello Sri Lanka, il presidente propone al premier un governo di riconciliazione

 

Elezioni presidenziali incerte in Guatemala: tra i candidati anche l’ex dittatore Rios Montt.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 novembre 2003

 

 

LA CROAZIA IN PRIMO PIANO, STAMANE, NEI PENSIERI DEL PAPA

CHE HA RICEVUTO IN UDIENZA IL PRESIDENTE DEL GOVERNO DI ZAGABRIA

ED UN NUMEROSO GRUPPO DI PELLEGRINI DI QUESTO PAESE,

PARTICOLARMENTE CARO A GIOVANNI PAOLO II

- Servizio di Roberta Gisotti –

 

**********

Ivica Racan, presidente dell’esecutivo croato, a colloquio privato con il Papa,  che l’ha ricevuto intorno alle 11 nello studio dell’Aula Paolo VI, dove più tardi ha accolto 6500 pellegrini giunti dalla Croazia, l’ “amata Terra”, scelta da Giovanni Paolo II nel giugno scorso per suggellare il suo 100. mo viaggio apostolico,  fuori dall’Italia. E tra i doni del leader croato un album con le immagini di quel memorabile viaggio, oltre ad un libro sulla storia della Croazia, mentre Giovanni Paolo II ha ricambiato offrendogli le medaglie del suo Pontificato.

 

La tappa di Racan a Roma arriva in un momento cruciale della vita politica della Croazia, quando si è aperta proprio in questa settimana la campagna per le elezioni legislative del 23 novembre prossimo. Due gli schieramenti in campo, l’opposizione del centro destra, guidata dalla Comunità democratica croata (Hdz) del defunto presidente Tudjman e il centro sinistra, al potere dal 2000, riunito attorno ai socialdemocratici (Sdp) del premier uscente Racan. Da rilevare che i programmi elettorali dei maggiori Partiti pongono tutti al primo posto l’adesione della Croazia all’Unione europea già dal 2007.

 

“DRAGO MI JE ŠTO MOGU SRDAČNO POZDRAVITI SVAKOGA POJEDINOG,..”

 

E, parole affettuose d’incoraggiamento il Papa ha rivolto poi ai fedeli croati: il vostro  Paese - ha detto - “possiede la forza e le capacità necessarie per affrontare adeguatamente le sfide del momento attuale”. Nel passato - ha aggiunto - avete dato una bella testimonianza di fede “in mezzo a numerose avversità e sofferenze”. Ora dovete “perseverare nel vostro attaccamento alla Chiesa nel nuovo clima di libertà e democrazia”, ristabilito 13 anni fa. Una raccomandazione che il Santo Padre - con parole accorate - aveva già espresso nell’ultima visita in Croazia. L’ auspicio è dunque di “costruire una società solidale e pronta al fattivo sostegno dei ceti più deboli. Una società fondata sui valori religiosi e umani”, “che rispetti la sacralità della vita e il grande progetto di Dio sulla famiglia”, “che tenga unite le forze sane, promuovendo lo spirito di comunione e di corresponsabilità”.

**********                                                                                       

 

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Antequera, Oaxaca, in Messico, mons. José Luís Chávez Botello, finora vescovo di Tuxtla Gutiérrez. Mons. Chávez è nato l’8 febbraio 1941 in Tototlán, nella diocesi di San Juan de los Lagos, ed è stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1969.

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo della diocesi di Tsiroanomandidy, in Madagascar, il sacerdote Gustavo Bombin Espino, dell’Ordine della Santissima Tri-nità (O.S.S.T), parroco e superiore del distretto missionario di Maintirano, sul Canale di Mozambico. Padre Bombin Espino è nato il 24 settembre 1960 a San Llorente, in Spagna, ed è stato ordinato sacerdote il 21 marzo 1987.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Orvieto-Todi, in Italia, presentata da mons. Decio Lucio Grandoni, per raggiunti limiti di età. Al suo posto il Papa ha nominato il sacerdote agostiniano Giovanni Scanavino (O.S.A.), finora provinciale della Provincia agostiniana d’Italia. Padre Giovanni Scanavino è nato a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, il 6 dicembre 1939 ed è stato ordinato sacerdote il 14 marzo 1964.

 

Il Santo Padre ha eretto la diocesi di Puerto Escondido, in Messico, con territorio dismembrato dall’arcidiocesi di Antequera, rendendola suffraganea della medesima Chiesa metropolitana, e ha nominato primo vescovo di questa diocesi  il sacerdote Eduardo Carmona Ortega, dei Canonici Regolari della Santa Croce (O.R.C.), finora direttore regionale per il Messico della Fraternità Sacerdotale degli Operai del Regno di Cristo. Mons. Carmona Ortega è nato a Città del Messico il 18 marzo 1959 ed è stato ordinato sacerdote il 20 agosto 1983.

 

 

DOMANI, FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO,  IL PAPA PROCLAMA 5 NUOVI BEATI

 

Domani, festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, il Papa proclamerà cinque nuovi beati. La celebrazione, presieduta da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a partire dalle 10,00, sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente, con commenti in italiano, francese e spagnolo in onde medie, onde corte e modulazione di frequenza e in portoghese solo su satellite. I cinque nuovi  beati, due spagnoli, una francese, un belga e un italiano, sono stati testimoni della carità e della fede nel XIX secolo: uomini e donne che hanno speso la loro vita al fianco degli ultimi, capaci di perdono anche di fronte alle più infamanti calunnie. Con queste beatificazioni, salgono a 1326 i beati proclamati da Giovanni Paolo II nei suoi 25 anni di pontificato. Oggi parliamo del prossimo beato italiano, Luigi Maria Monti, fondatore dei Figli dell'Immacolata Concezione, congregazione che a sua volta ha fondato in tutto il mondo  numerosi ospedali tra cui  l'Idi,  famoso per la specializzazione dermatologica. Il servizio di Giovanni Peduto:

 

**********

Chiamato “Padre” in vita e venerato come tale dopo la morte dai suoi figli spirituali, rimase per tutta la vita laico consacrato nella Chiesa, per una missione di servizio verso i sofferenti e i bisognosi.

 

Nacque a Bovisio, in provincia di Milano, nel 1825 e morì il primo ottobre del 1900 a Saronno, dove aveva aperto la prima Casa di accoglienza per orfani ed un’altra per lungodegenti. Lasciò un’eredità spirituale ingente nel nome dell’Immacolata. Nei decenni che seguirono la sua morte, si formarono in Trentino, in Lombardia e nel centro sud Italia, diverse comunità educative ispirate al suo carisma ed al suo metodo. L’attività ospedaliera era soprattutto dedicata alle patologie dermatologiche finché, verso la fine degli anni Novanta, si è costituito un polo ospedaliero polispecialistico comprendente l’Istituto dermopatico dell’Immacolata e l’ospedale generale di zona San Carlo, in via Aurelia.

 

Il grande desiderio missionario di Luigi Monti, sempre frenato da contrarietà emergenti, trovò concretezza nel 1921, quando i Figli dell’Immacolata Concezione, da lui fondati, salparono per Buenos Aires. Da lì prese inizio, sulla dorsale Buenos Aires, Cordoba, Tucuman, Salta, l’espandersi di una attività di assistenza, educazione e promozione umana e sociale che oggi viene animata da una decina di comunità, costituite in Provincia religiosa. 

 

Agli inizi del terzo millennio, l’attività missionaria dei religiosi figli dell’Immacolata Concezione si è ampliata al punto di assicurare la sua presenza in quasi tutti i continenti. In Africa, oltre che nel Cameroun, li troviamo nella Guinea Equatoriale, nella Repubblica Democratica del Congo, in Nigeria e in Costa d’Avorio. Presenze importanti della Congregazione fondata da Luigi Maria Monti, le troviamo in Canada, in Perù, in Brasile, in Bolivia, nella Corea del Sud, in Albania, Polonia, India e Filippine.

 

Il messaggio di Luigi Maria Monti per l’uomo d’oggi lo ha così sintetizzato il postulatore della Causa di beatificazione, padre Giovanni Cazzaniga:

 

“Per il mondo sanitario, è senz’altro la simbiosi che ha potuto e voluto creare tra le professionalità e l’amore: cioè non c’è carità senza scienza, perché la scienza è data per giustizia, quindi carità e giustizia si assommano nell’assistenza all’infermo. Verso gli orfani è proprio la paternità il fondamento del suo carisma. E poi anche per tutto il mondo giovanile, dalla scuola al mondo dell’educazione, questo sentimento alto è la proiezione non solo di un ideale umano, ma della paternità stessa di Dio verso tutti”.

*********

 

Domani, come abbiamo detto, è la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano e la liturgia della celebrazione presieduta dal Papa seguirà le indicazioni di questa memoria. Ma sulla storia della Basilica lateranense, considerata la Chiesa madre di tutte le chiese a Roma e nel mondo, ascoltiamo il servizio di Fausta Speranza.

 

*********

Il complesso di San Giovanni, che è sede del vescovo di Roma, è area sacra per eccellenza, sia nei luoghi della Basilica, della Scala Santa e del Battistero, sia negli spazi aperti che ospitano la folla dei fedeli in molte occasioni. La prima da citare è  quella del Giubileo perché, come  a San Pietro, vi è la Porta Santa. C’è poi la  tradizionale festa di San Giovanni, che ha luogo ogni anno tra il 23 e il 24 giugno.

 

La Basilica Lateranense, fondata da Costantino nel IV secolo,  fu distrutta e ricostruita molte volte. Quella attuale risale al XVII sec.

 

Dell’anno dell’istituzione del Giubileo da parte di Papa Bonifacio, e cioè del 1300, sopravvive un frammento dell’affresco eseguito da Giotto, che oggi è  rintracciabile su un pilastro della navata centrale. Dal punto di vista artistico, si può ricordare anche che la facciata fu costruita dal celebre architetto Alessandro Galilei nel 1735 e che alla realizzazione dell’interno contribuì anche Giovan Battista Bernini. La Statua di Costantino nel portico di sinistra proviene dalle Terme Imperiali del Quirinale. Nel 1590, Sisto V fece erigere il Sancta Sanctorum, per ospitare numerose e preziose reliquie che richiamavano a Roma pellegrini e fedeli di tutta la cristianità.

 

Una particolarità è che all'Altare papale, voluto da Urbano V nel 1367, può celebrare la messa solamente il Papa. Una curiosità storica è che in piazza San Giovanni, per molti secoli, il nuovo Papa arrivava su una mula bianca per prendere possesso della Basilica Lateranense, dove aveva la cattedra episcopale.

*********

 

 

PER IL NUOVO VOLTO DELL’EUROPA E’ ESSENZIALE

IL DOVUTO RICONOSCIMENTO AL “CONTRIBUTO UNICO E INDISCUTIBILE

DELLA CRISTIANITA’ PER LA CIVILTA’ EUROPEA”:

COSI’ MONS. PERISSET, IN RAPPRESENTANZA DELLA SANTA SEDE,

NELL’INCONTRO NELL’AMBITO DEL CONSIGLIO D’EUROPA,

SVOLTOSI NEI GIORNI SCORSI IN MOLDAVA

 

Per disegnare “il nuovo volto dell’Europa” è importante la cooperazione tra le varie istituzioni e, in particolare, è essenziale il contributo del Consiglio d’Europa per “costruire un’Unione di paesi nella  libertà e solidarietà”. E’ la convinzione del Papa ribadita da mons. Jean Claude Périsset, nunzio apostolico in Moldova, in occasione della 113a Sessione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa che si è tenuta, nei giorni scorsi, a Chişinau, capitale della Moldova. L’obiettivo è il bene comune di tutti gli Europei chiamati a convivere tra molteplici identità. Per tale obiettivo diventa fondamentale l’attenzione da sempre prestata dal Consiglio d’Europa alla dimensione culturale con l’eredità religiosa. In particolare, - ha sottolineato mons. Périsset - “grande vantaggio può derivare dal dovuto riconoscimento al contributo unico e indiscutibile della Cristianità alla civiltà europea”. Per quanto riguarda gli impegni del Consiglio d’Europa, mons. Périsset ha voluto ricordare le lodevoli iniziative contro la moderna forma di schiavitù rappresentata dai traffici di esseri umani, dallo sfruttamento della prostituzione.

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Avete dato per la fede una bella testimonianza in mezzo a numerose avversità e sofferenze”: l'udienza di Giovanni Paolo II ai pellegrini giunti dalla Croazia per ricambiare la visita pastorale svoltasi nello scorso mese di giugno.

 

Nelle vaticane, un approfondito articolo del cardinale Walter Kasper dal titolo “Il carattere teologicamente vincolante del Decreto sull'ecumenismo del Concilio Vaticano II “Unitatis redintegratio”.

Un contributo dell'arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi dal titolo “Mondialità di un Papato. Giovanni Paolo II e l'unità del genere umano”.

 

Nelle estere, l'intervento della delegazione della Santa Sede alla Sessione del Comitato del Consiglio d'Europa svoltasi a Chisinau: “Il riconoscimento del contributo del cristianesimo alla cultura europea non potrà che comportare benefici per tutti gli europei”.

Iraq: uccisi altri due soldati Usa. La Croce Rossa chiude gli uffici di Baghdad e di Bassora.

Medio Oriente: intesa informale israelo-palestinese.

 

Nella pagina culturale, a proposito della vicenda della scuola di Ofena, una riflessione di Angelo Marchesi dal titolo “Il crocifisso rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione religiosa”. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della pedofilia: un ddl per contrastare il fenomeno on-line, varato dal Consiglio dei Ministri.

Allegato al giornale, un inserto speciale di sedici pagine dedicate al rito di beatificazione di cinque servi di Dio, che sarà presieduto domani dal Papa. 

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

8 novembre 2003

 

L’IMPEGNO PER LA PACE NEL NORD IRLANDA,

SOTTOLINEATO AI NOSTRI MICROFONI DAL PRESIDENTE IRLANDESE, MARY MCALEESE, CHE QUESTA SETTIMANA HA INCONTRATO IL PAPA IN VATICANO

 

Possa l’Irlanda progredire “sulla strada della giustizia e della solidarietà, soprattutto nel grande impegno della riconciliazione nazionale”. E’ questo l’auspicio che il Papa ha voluto rivolgere, giovedì, incontrando il presidente dell’Irlanda, la signora Mary McAleese, in questi giorni a Roma per la celebrazione del 375.mo anniversario del Pontificio collegio irlandese. Proprio sul tema della pace e della riconciliazione nazionale in Irlanda, ecco la riflessione del presidente McAleese, rilasciata a Michael Kelly della redazione inglese della nostra emittente:

 

**********

R. – I HAVE ABSOLUTELY NO DOUBT…

Non ho assolutamente dubbi che ci sarà la pace in Irlanda e che un nuovo tipo di rapporti sarà il dono per questa generazione, per i miei figli e i loro figli. Credo che i miei nipoti cresceranno in un’Irlanda letteralmente trasformata. Cresceranno in un posto dove c’è l’uguaglianza, dove le persone sono sensibili, dove le persone parlano rispettosamente fra loro, dove i cattolici e i protestanti possano godere della loro reciproca compagnia. Ci saranno amicizie lì dove le opportunità nel passato erano state sprecate. Credo che siamo su quella strada. Vedremo questi fenomeni cambiare in un periodo relativamente breve. Io ho vissuto e sono cresciuta a Belfast e so che la nostra vita è stata caratterizzata dallo spreco di opportunità che Dio ci ha dato. Ci ha fatto vicini, ma non siamo diventati buoni vicini. Ci ha dato l’opportunità di fare amicizia, ma noi l’abbiamo ignorata. Ora penso che visto il prezzo che abbiamo dovuto pagare – circa 4 mila vite sono state perse – sappiamo quale sia il costo che viene dall’insistere che “solo la mia via, è la giusta via”. Abbiamo imparato che questo non è giusto e che forse arrivare ad un piccolo compromesso permetterebbe a tutti di camminare a testa alta, con dignità. Le ambizioni di ognuno verrebbero realizzate. Così, credo che ogni giorno, ogni settimana, ogni anno diventiamo più forti e più soddisfatti che il processo di pace si stia cementando, stia andando avanti, si stia rinforzando. Le persone che 5 anni fa erano restie e poco sicure di questo processo, non lo sono più ora. Le persone che non avevano fiducia, che non credevano in esso, ora invece hanno fiducia.

**********   

 

ASIANEWS, L’AGENZIA MISSIONARIA PER L’ASIA, APRE IL SITO ON-LINE

- Intervista al direttore padre Bernardo Cervellera -

 

Asianews, l’agenzia missionaria del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), nata nel 1986 e specializzata sull’Asia, ha da questo mese anche un sito on-line: www.asianews.it; il sito, per ora disponibile in italiano, avrà presto anche un’edizione in inglese e cinese. Grazie ad una fitta  rete di missionari e corrispondenti vuole registrare la testimonianza cristiana nel continente, oggi del tutto minoritaria ma ricca di spunti e di insegnamenti per le Chiese del resto del mondo. Un nuovo fronte sarà aperto anche sulla questione sociale ed economica. Ma quali sono le notizie  di Asianews? Sergio Centofanti lo ha chiesto al direttore dell’agenzia padre Bernardo Cervellera.

 

**********

R. - Le notizie che noi offriamo sono di diversi tipi: notizie sui popoli, sulle situazioni sociali, politiche ed economiche di queste popolazioni asiatiche, ma anche e soprattutto notizie della Chiesa. La Chiesa infatti lavora e fa missione in questi ambienti, a partire dal semplice ed esplicito annuncio cristiano fino al lavoro di inculturazione, di testimonianza in difesa dei diritti umani e dell’uomo, fino al martirio. Per esempio, in questi giorni abbiamo lanciato la notizia di una cristiana protestante battuta fino alla morte dalla polizia cinese, e poi abbiamo fatto notare che c’è un legame tra la persecuzione dei cristiani in Indonesia e i gruppi di Al Qaeda nel mondo. Tra le notizie in positivo, invece, noi facciamo notare come per esempio in Giordania ci sono i cristiani melchiti che hanno offerto 2 mila pasti per i musulmani poveri della regione, in occasione del Ramadan. Quindi, facciamo vedere l’aspetto positivo e negativo che c’è nel rapporto tra la Chiesa e il mondo.

 

D. – State preparando anche un’edizione in cinese…

 

R. – Sì, perché molti vescovi cinesi ci hanno chiesto di offrire loro strumenti di formazione, di educazione e anche strumenti culturali per giudicare la società cinese che, ormai, in alcuni aspetti, soprattutto nelle grandi città, è una società modernissima, una società che somiglia molto a quelle occidentali. Questi sacerdoti cinesi si trovano, quindi, ad affrontare, a valutare e a fare missione in un ambiente che non avevano mai conosciuto prima.

 

D. – Il cristianesimo in Asia è assolutamente minoritario, ma il Papa per questo terzo millennio ipotizza una grande primavera della fede…

 

R. – Sì, io trovo che le Chiese asiatiche, pur essendo delle minoranze, sono vivacissime, hanno tantissime vocazioni sacerdotali, hanno tantissimi laici che si assumono la responsabilità di testimoniare e di fare missione. Ci sono conversioni al cristianesimo continue anche in Cina e in luoghi di persecuzione. Questo significa che l’Asia ha veramente qualcosa da insegnare e da testimoniare a tutte le Chiese del mondo.

**********

 

 

LA TV CATTIVA MAESTRA PER I BAMBINI?

- Intervista a Maria Pia Garavaglia, presidente dell’Aiart -

 

I genitori troppo spesso sottovalutano gli effetti negativi della tv sui bambini. E’ il risultato che emerge dal monitoraggio sui programmi televisivi avviato dall’Associazione di telespettatori Aiart, che in questi giorni sta svolgendo a Roma la sua assemblea generale. Il 97,5% del campione preso in considerazione ritiene che sia necessario monitorare le trasmissioni televisive, ma ben il 37% pensa che ciò possa essere fatto dalle stesse emittenti. Preoccupa, poi, il fatto che circa il 72% degli intervistati ritiene opportuno usare i bambini nelle trasmissioni per adulti. Su questo tema, Alessandro Guarasci ha intervistato Maria Pia Garavaglia, presidente dell’Aiart:

 

*********

R. – I minori sono in pericolo in quanto hanno a disposizione mezzi strepitosi ed utilissimi, che li fanno sentire cittadini del mondo, ma possono essere anche nocivi proprio perché, senza la mediazione culturale di un educatore, dei genitori o di chi li prepara a dire dei “no” davanti alla televisione, sono in balia di uno strumento unidirezionale, nel senso che qualsiasi cosa passa da quel canale catodico o analogico diventa pasto per loro.

 

D. – Da quanto emerge dall’indagine dell’Aiart, nemmeno i genitori sembrano capire benissimo a quali pericoli i loro figli vadano incontro. Gran parte dei genitori dice, infatti, che il monitoraggio dei programmi televisivi dovrebbe essere fatto dalle stesse televisioni…

 

R. - Abbiamo questa stranissima confusione per cui si vorrebbe che la televisione fosse diversa, ma quando poi si chiede come dovrebbe essere, troviamo che l’utente si accontenta di ciò che passa da tutti i canali. E’ ormai difficile influire sulla produzione italiana, poiché con i satelliti arriva di tutto e di più e la produzione italiana è rappresentata spesso da un acquisto di programmi dall’estero. La nostra preoccupazione è, quindi, quella di educare i genitori, gli insegnanti, i catechisti, gli educatori, i mediatori culturali a trattare la televisione come uno strumento che quando è utile lo si usa, quando non serve non si deve usare. Non bisogna tenere accesa la televisione tutto il giorno. E’, inoltre, necessario dire ai genitori di non tenere il televisore nella camera da letto dei bambini perché questo vuol dire perdere il sonno o vedere immagini che non dovrebbero vedere.

 

D. – La televisione italiana, mediamente, è peggiore di quella degli altri Paesi? Pensiamo alle hot line trasmesse dopo una certa ora…

 

R. – Dopo una certa ora, purtroppo, le televisioni si assomigliano tutte. La migliore, che ha regole veramente rigorose, è quella della Gran Bretagna. In Gran Bretagna la tv pubblica è davvero una “ammiraglia”, detta legge, cioè, anche per gli altri. Chi vuole fare concorrenza a tv pubbliche, infatti, deve avere la stessa qualità della tv pubblica. Questo è un messaggio che dovrebbe arrivare anche a noi: non è vero che la tv di Stato deve abbassare il suo livello per essere concorrenziale a quelle commerciali. Dovrebbe, invece, fare il contrario, così che tutti i cittadini italiani, qualsiasi canale volessero vedere, potranno fruire di spettacoli, programmi e talk show all’altezza della nostra civiltà.

*********

 

 

TERMINA CON UNA BATTAGLIA APOCALITTICA TRA GLI UOMINI E LE MACCHINE,

E NEL SUGGELLO DI UN SACRIFICIO PER LA PACE, LA TRILOGIA DI MATRIX.

L’ULTIMO CAPITOLO, MATRIX REVOLUTIONS, ATTINGE IN MODO SUPERFICIALE

 TEMI ED IDEE DAL CRISTIANESIMO

- A cura di Luca Pellegrini -

 

*********

Una tribù di migliaia di agenti Smith assiste, ghignante, al duello finale: il personaggio Neo - il riferimento è alla novità di questo primo uomo - avvolto da una tempesta apocalittica, combatte per la pace definitiva tra gli umani e le macchine, mentre la “matrice”, impazzita e assetata di dominio, tenta di conquistare entrambi. Matrix Revolutions, uscito in contemporanea in 80 paesi, è il compimento della complessa trilogia iniziata nel 1999. Il successo è stato inaspettato e travolgente, tanto da aver fondato addirittura un genere, l’intellectual action movie. L’ultimo capitolo inizia esattamente dove si era arrestato il precedente ed impegna tanto la memoria quanto la prudenza. La guerra è al suo apice, le macchine scatenate, gli uomini asserragliati nella sotterranea città di Zion, una sorta di città santa, ed in superficie l’apparente tranquillità nasconde l’aberrante dominio di Matrix, il regno della finzione, il regno della bestia.

 

La struttura narrativa di questo epico racconto ideato dai fratelli Wachowski saccheggia in modo ancor più scoperto l’immaginario mitologico e il racconto cristiano, asportandone, però, solo i nomi ed i contenuti più superficiali ed usandoli in una direzione opposta a quella originaria, per mercificarli. Neo, l’eletto, il Messia, interpretato da Keanu Reeves, acquista, infatti,  per se stesso e per la razza umana la salvezza attraverso una via gnostica e conquista il simulacro della pace non con l’eroismo delle Beatitudini, ma con la fatica ed il sangue di vorticosi e violenti duelli in stile orientale, quelli che oggi vanno così di moda al cinema. Tanto perché le immagini non lascino dubbi, alla fine s’imprime sul suo corpo il segno fiammeggiante della croce, descrivendo un sacrificio personale che non ha nulla a che fare col Golgota e con la via cristiana della redenzione. Ovviamente, a questo punto, non sorprende nemmeno che la voce delle macchine sentenzi: “Tutto è compiuto”. Trinity ha un nome emblematico così come Persephone e Seraph, l’Oracolo e Mifune, i quali sciorinano dialoghi ispirati ad una filosofia che oscilla tra quella zen e Platone. Assolutamente coerente con se stesso, sviluppato con un ritmo incalzante, intervallato da momenti di misticismo post-moderno e segnato da una lunga, stupefacente battaglia tra uomini imbelli e migliaia di macchine-piovra, la saga termina con uno sfavillante tramonto sulla città redenta. Qui new age e cristianesimo, ancora una volta, hanno la possibilità di incontrarsi, ma non si capisce per il bene di chi e nel rispetto di quale cultura.

*********                            

 

 

=======ooo=======

 

 

                                                                                                            

 

CHIESA E SOCIETA’

8 novembre 2003

 

 

SDEGNO E DOLORE DEI VESCOVI DELLA COLOMBIA

PER L’UCCISIONE DI DUE SACERDOTI.

IN UN COMUNICATO, I PRESULI COLOMBIANI RIBADISCONO IL PROPRIO IMPEGNO

IN FAVORE DELLA PACE E DELLA RICONCILIAZIONE NEL PAESE SUDAMERICANO

 

BOGOTA’.= I vescovi della Colombia esprimono, in un comunicato, sdegno e sgomento per le due nuove vittime della “violenza e dell’intolleranza che affligge così duramente il popolo colombiano”. Nel condannare l’escalation di violenza, che in poche ore ha portato all’uccisione di due sacerdoti, i presuli ricordano come la Chiesa abbia “pagato l’alto prezzo di venti sacerdoti uccisi negli ultimi tre anni” e ribadiscono che continueranno ad “invocare la riconciliazione e il perdono come condizioni per una pace duratura”. Mai, sottolineano, “ci stancheremo di invocare il rispetto per la vita”, mentre pregheremo sempre “affinché il Signore tocchi il cuore di quanti ignorano il comandamento divino: non uccidere”. Nel primo pomeriggio del 3 novembre scorso, il sacerdote Paulo Carreño, parroco di Saravena, al confine con il Venezuela, era stato assassinato a colpi di arma da fuoco. Nell’agguato era rimasta uccisa anche un’impiegata dell’ospedale locale. Poche ore dopo, un altro sacerdote, don Henry Humberto López Cruz, parroco a Villavicencio, nella Colombia centrale, è stato ucciso a pugnalate nella casa parrocchiale. Negli ultimi dieci anni sono una sessantina tra  vescovi, sacerdoti, religiosi e laici cattolici le persone uccise in Colombia in attacchi attribuiti alla guerriglia. Tra loro anche l’arcivescovo di Cali, Isaias Duarte Cancino, assassinato il 16 marzo 2002 all’uscita della Messa. (A.G.)

 

 

MISERICORDIE D’ITALIA, ANPAS E CROCE ROSSA ASSIEME IN UN TAVOLO

PERMANENTE PER DARE PIU’ FORZA ALLA SOLIDARIETA’ E AL VOLONTARIATO

 

FIRENZE.= Tracciare delle linee comuni nei settori della sanità, della protezione civile e degli interventi internazionali. E quanto si propongono Misericordie d’Italia, Croce Rossa e Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) che in questi giorni, a Firenze, hanno deciso di istituzionalizzare un tavolo di confronto permanente. Le tre più grandi organizzazioni del volontariato italiano, che riuniscono quasi tre milioni di persone, puntano con questa iniziativa a rendere un miglior servizio ai bisognosi. A tal fine, i rappresentanti delle tre organizzazioni hanno deciso la costituzione di una conferenza di presidenti, che sarà coadiuvata da un gruppo di lavoro che potrà contare anche sulle consulenze delle rispettive associazioni. Esprimendo soddisfazione per l’intesa raggiunta, il presidente delle Misericordie, Gianfranco Gambelli, ha dichiarato che si tratta di “una collaborazione necessaria e indispensabile per fornire un servizio migliore”. (A.G.)

 

 

LA TV PUBBLICA CINESE TRASMETTERA’ UN SERIAL TELEVISIVO SUL GESUITA

PADRE GIUSEPPE CASTIGLIONE, GRANDE MISSIONARIO E ARTISTA DEL XVIII SECOLO

 

PECHINO.= Un serial televisivo sul missionario e artista padre Giuseppe Castiglione (1688 – 1766), gesuita famoso in Cina come grande pittore e architetto, sarà realizzata e trasmessa sulla tv pubblica cinese. La fiction, prodotta dalla Hunan TV & Broadcast Intermediary Co. Ltd., andrà in onda nel 2004, ed è incentrata sulla storia del sacerdote gesuita il cui nome cinese era Lang Shi Ning. Castiglione sarà interpretato dal noto attore canadese Mark Rowswell, cinese d’adozione, sposato con una donna cinese e residente da anni in Cina. La notizia, riferisce la Fides, ha suscitato vasta attenzione negli ambienti cattolici cinesi. Un sacerdote di Pechino, che da anni lavora per l’evangelizzazione tra i giovani attraverso l’arte, ha riferito, all’agenzia vaticana, che la figura di Castiglione si inserisce tra quei missionari che hanno “contribuito all’evangelizzazione in Cina attraverso la scienza, l’arte e la cultura. Essi – ha aggiunto – hanno rispettato e amato la Cina dedicandosi senza riserve alla missione”. Fra le opere di Castiglione, vi è il dipinto titolato “Il Sacro Cuore” e conservato nella Chiesa di San Giuseppe, situata al centro del Wang Fu Jing, il distretto commerciale della capitale cinese. (A.G.)

 

 

ALLARME EBOLA IN CONGO BRAZZAVILE, DOVE NEGLI ULTIMI GIORNI

SONO MORTE NOVE PERSONE, CONTAGIATE DAL TERRIBILE VIRUS

 

BRAZZAVILLE.= Sono salite a nove le persone morte in Congo Brazzaville dal 31 ottobre scorso per quello che si sospetta essere un focolaio della febbre emorragica Ebola. Il virsu ha già provocato quest’anno, nel Paese africano, 120 morti. Il ministro della sanità congolese ha precisato che la malattia si è manifestata vicino a Mbomo, circa 700 chilometri a nord di Brazzaville. Purtroppo, non esistono cure contro Ebola che si trasmette attraverso i fluidi corporei ed ha un tasso di mortalità tra il 50 e il 90 per cento delle persone colpite, a seconda delle loro condizioni. Le ultime vittime sono cacciatori che, nonostante gli avvertimenti, avevano mangiato la carne di un cinghiale trovato morto. Un ragazzo che si è rifiutato di mangiarla è l'unico sopravvissuto del gruppo. I medici hanno precisato che se sarà confermata la presenza del virus si tratterà del primo caso di contagio attraverso un animale diverso dalle scimmie. (A.G.)

 

 

IN INDIA, E’ ORMAI ENTRATO NELLA FASE OPERATIVA IL PROGETTO

PER LA REALIZZAZIONE DELLA PRIMA UNIVERSITA’ NON STATALE CRISTIANA:

SODDISFAZIONE DEI PRESULI DEL PAESE ASIATICO 

 

BHOPAL.= Un progetto che diviene realtà: è entrato nella fase operativa il progetto per la realizzazione del primo ateneo non statale cristiano dell’India. Il primo ufficio della “Dharmadeepti University”, che in indiano significa “Luce della rettitudine”, è stato ufficialmente inaugurato il 27 ottobre a Jagdalpur, nel Chhattisgarh, l’unico Stato indiano che consente la fondazione di università non statali. I Carmelitani della Beata Vergine Maria Immacolata - congregazione  fondata più di un secolo fa nel grande Paese asiatico - si occuperanno della gestione dell’ateneo, su mandato dei presuli indiani. Il progetto è scaturito da una proposta dell’attuale primo ministro del Chhattisgarh, Ajit Jogi, di fede cristiana. La proposta è stata accolta con grande entusiasmo da parte della comunità cristiana locale, che sarà la prima beneficiaria della nuova università. Il suo principale obiettivo - ha dichiarato mons. Simon Stock Palathra, vescovo di Jagdalpur - è di offrire alle popolazioni indigene l’opportunità di accedere ad “un’educazione di qualità superiore e a costi sostenibili”, al fine di promuovere lo sviluppo della regione. I costi del progetto sono stimati tra i 22 e i 55 milioni di dollari nei prossimi dieci anni. Una parte sarà finanziata dalla Conferenza episcopale indiana (Cbci) e dalle rette degli studenti e un’altra da donazioni e possibili sussidi statali. (A.G.)

 

 

IMPEGNARSI A FERMARE LA COSTRUZIONE DEL MURO DI DIFESA IN CISGIORDANIA:

E’ QUANTO CHIEDONO SEI ORGANIZZAZIONI UMANITARIE AL GOVERNO ISRAELIANO

E ALLA PRESIDENZA DELL’UNIONE EUROPEA

 

BRUXELLES.= Un appello per bloccare la costruzione del muro che Israele sta costruendo intorno e dentro la Cisgiordania è stato lanciato ieri da sei organismi impegnati nel settore umanitario e dei diritti umani. Amnesty International, Arci, Ics (Consorzio italiano di solidarietà), Save the Children, Uisp (Unione Italiana Sport per tutti) e Movimondo chiedono alla presidenza italiana dell’Unione Europea di rivolgersi al governo israeliano per bloccare la realizzazione della ‘barriera difensiva’ - avviata nel giugno dell’anno scorso da Israele per ‘contenere’ le incursioni dei terroristi - di cui sono stati realizzati finora oltre 120 chilometri. In occasione della ‘Giornata internazionale di azione contro il muro’, indetta per domenica 9 novembre dalla ‘Stop the Wall campaign’, le sei associazioni si sono rivolte anche al governo di Tel Aviv chiedendo “di interrompere la costruzione del muro e di altre strutture permanenti all’interno dei Territori Occupati, causa diretta di restrizioni della libertà di movimento dei palestinesi all’interno degli stessi Territori e della distruzione, o confisca illegale, delle loro proprietà e di ulteriori violazioni dei loro diritti sociali ed economici”. Le sei organizzazioni ribadiscono, inoltre, la loro piena condanna nei confronti degli attacchi dei gruppi armati palestinesi contro la popolazione civile israeliana e riconoscono il diritto inalienabile dello Stato di Israele di assumere misure “ragionevoli, necessarie e proporzionate" per proteggere la sicurezza dei suoi cittadini e dei suoi confini. (A.G.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

8 novembre 2003

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq non si arresta la scia di violenze: due soldati americani sono stati uccisi in un attacco perpetrato, stamani, a Falluja contro un convoglio americano. Fonti dell’esercito statunitense hanno inoltre confermato che l’elicottero precipitato ieri nel Paese arabo, provocando la morte di sei soldati statunitensi, è stato abbattuto. A causa di questa interminabile spirale di odio la Croce Rossa internazionale ha deciso di chiudere temporaneamente gli uffici di Baghdad e Bassora. La Croce Rossa italiana ha invece deciso di rimanere in Iraq. E per paura di un imminente attacco terroristico, rimarranno chiuse, oggi, anche l’ambasciata americana a Riad ed i consolati di Gedda e Darhan. Una fonte dell’amministrazione americana protetta dall’anonimato ha inoltre rivelato che Al Qaida, la rete terroristica di Osama Bin Laden, potrebbe ricorrere ad aerei cargo per attaccare gli Stati Uniti.

 

In Medio Oriente due palestinesi sono stati uccisi, la scorsa notte, nella striscia di Gaza dai soldati israeliani ed un ragazzo di 16 anni è morto stamani, a Jenin, durante un’incursione condotta da forze militari dello Stato ebraico. Il primo ministro palestinese Abu Ala ed il presidente Yasser Arafat hanno intanto raggiunto, dopo settimane di profondi contrasti interni, un accordo sulla nomina di Hakam Bilawi come ministro dell’Interno. Si tratta di un passo necessario perché la fine delle divergenze politiche tra il premier e l’anziano presidente potrebbe aprire la strada alla formazione di un nuovo governo palestinese e alla ripresa di colloqui di pace con Israele.

 

In Giappone due grandi schieramenti si contendono la vittoria alle elezioni legislative di domani. Si tratta dei liberaldemocratici guidati dal premier Koizumi, dato favorito da tutti i sondaggi, e del Partito democratico di Naoto Kan. Il servizio, da Tokio, di Chiaretta Zucconi:

 

**********

Gli elettori giapponesi si troveranno domani davanti ad una scelta difficile: votare per i liberal-democratici del premier Koizumi - un partito che domina la scena politica dalla fine della Seconda guerra mondiale - oppure voltare pagina e optare per l’opposizione rappresentata dal partito democratico, guidato da Naoto Kan, vicino alle posizioni del centro-sinistra e dell’Ulivo. Gli ultimi sondaggi suggeriscono che la maggior parte degli elettori sceglierà l’opzione almeno in apparenza meno rischiosa, votando per la compagine del 61.enne Koizumi, in quelle che sono le sue prime elezioni generali da quando ha assunto la carica di premier nel 2001. Se ciò si verificherà, Koizumi avrà la riconferma dell’incarico per altri tre anni e tenterà di portare a compimento il suo piano di riforme strutturali, bloccato dalle forti resistenze del suo stesso partito, un partito caratterizzato da lobby e vasti interessi economici, scosso da scandali per corruzione, apertamente contrario alle riforme e al cambiamento. In caso di conferma, gli analisti vedono la possibilità che il telegenico Koizumi possa portare avanti almeno qualche piccola riforma, ma non c’è da aspettarsi un grande balzo in avanti. Due punti qualificanti della piattaforma programmatica dei liberal-democratici sono la privatizzazione delle poste e quella delle autostrade: grossi imperi economici controllati dalla burocrazia statale che fa riferimento al partito di governo. Ma già nei giorni scorsi, Koizumi ha sfumato l’impegno riformista lasciando intendere che ancora c’è da discutere per trovare posizioni accettabili a tutte le fazioni del partito. I democratici puntano ad accelerare la privatizzazione di questi monopoli pubblici e ad introdurre un più ampio ventaglio fiscale per finanziare l’esile sistema pensionistico nipponico.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

**********

 

Parlamento sospeso, più poteri ai militari: lo Sri Lanka è ancora in piena crisi politica, dopo il colpo di mano attuato dalla presidente Kumaratunga. Al premier Wickremasinge, appena tornato dalla Casa Bianca, il capo di Stato ha proposto, ieri, la formazione di un governo di unità nazionale, una grande alleanza di tutte le forze patriottiche.

 

Nel Myanmar la leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi, si rifiuta di accettare la revoca degli arresti domiciliari se non saranno liberati anche 35 compagni di partito della Lega nazionale per la democrazia, detenuti nelle carceri del Paese dallo scorso 30 maggio.

 

Si è concluso nel sangue l’assalto alla torre di controllo dell’aeroporto internazionale di Manila. Due dei 15 assalitori sono rimasti uccisi dalle “teste di cuoio”, che hanno riportato la situazione sotto controllo. Il commando dei ribelli era guidato da Panfilo Villaruel, ex responsabile dell’Agenzia per il trasporto aereo. Il presidente Gloria Arroyo ha escluso un tentativo di colpo di Stato. Dello stesso parere è anche il padre missionario Gianni Re, raggiunto telefonicamente a Manila da Roberto Piermarini:

 

**********

R. – Il capo di questo gruppetto avrebbe detto che la loro intenzione non era quella di assumere il potere, ma soltanto di far emergere o portare a conoscenza di tutti il fatto della corruzione nel governo.

 

D. – Ma che sta succedendo nelle Filippine in queste settimane? Ho visto che c’è molta tensione…

 

R. – Sembra quasi un gioco tra partiti politici, nel senso che un gruppo di parlamentari dell’opposizione ha iniziato una causa contro il capo della giustizia e ci sarebbe l’impeachment contro, appunto, il capo della giustizia per corruzione. Dall’altra parte molti difensori di questo capo della Giustizia, sostengono che è soltanto una mossa politica per discreditarlo e per difendere alcuni interessi economici e anche politici. I gruppi che vogliono fare questo impeachment contro il capo della giustizia delle Filippine sarebbero infatti collegati ad amici del presidente Estrada, che in questo momento si trova in prigione perché accusato di corruzione.

********** 

 

Al termine di una campagna elettorale segnata dalla violenza, il Guatemala sarà domani alle urne per rinnovare il Parlamento e per eleggere il nuovo presidente, al posto di Alfonso Portillo. Tra i candidati accreditati alla vittoria finale ci sono l’ex sindaco della capitale, il conservatore Oscar Berger, l’imprenditore Álvaro Colom e l’ex dittatore Efrain Rios Montt, già alla guida del Paese dopo il golpe del 1982. Su questa sfida elettorale, che si preannuncia equilibrata, ci riferisce Andrea Sarubbi:

 

**********

“Votaré”, “voterò”. La scritta, a caratteri enormi, campeggia sui cartelloni pubblicitari che il Tribunale supremo ha disseminato in tutto il Paese. Il destinatario del messaggio – la contadina india, fotografata sullo sfondo – forse non capirà neppure lo spagnolo, come gran parte della sua etnia. Ma alle urne, probabilmente, andrà lo stesso, a bordo di un pullman finanziato dal Fronte repubblicano guatemalteco. Riceverà, in cambio del voto, un quantitativo di fertilizzanti che non potrebbe permettersi mai di comprare. Ed il leader del partito, l’ex dittatore Ríos Montt, avrà qualche possibilità in più di arrivare al ballottaggio del 28 dicembre con uno dei suoi avversari. Montt ha tutti contro. Le organizzazioni umanitarie, che lo ritengono responsabile di genocidio per i massacri compiuti dai paramilitari nei primi anni Ottanta; la società civile, che giudica illegittima la sua candidatura ed accusa la Corte costituzionale di averlo ammesso alla corsa elettorale, dopo i tumulti del 24 luglio; gli altri candidati, che attribuiscono a lui l’ondata di violenze esplosa in campagna elettorale e costata la vita a 17 persone. A parte il caso Montt, però, la sfida di domani non offre grandi spunti politici. I due principali sfidanti dell’ex dittatore – Oscar Berger, leader della Grande alleanza nazionale, ed Álvaro Colom, dell’Unità nazionale della speranza – si rifanno a programmi simili, che promettono di eliminare corruzione ed insicurezza e sognano di attirare investimenti stranieri. Tra i moderati è da annoverare anche Leonel López Rodas, del Partito di avanzata nazionale, mentre l’unico candidato di sinistra, Rodrigo Asturias, ha minime possibilità di successo.

**********

 

Nelle elezioni presidenziali svoltesi ieri in Mauritania è in forte vantaggio il capo di Stato uscente, Taya, con oltre il 50 per cento dei consensi. Ma l’opposizione denuncia frodi.

 

In Georgia il presidente, Eduard Shevardnadze, ha richiamato la popolazione alla calma alla vigilia della grande manifestazione che si svolgerà oggi a Tblisi per reclamare le sue dimissioni.

 

A causa di un corto circuito provocato dal maltempo, è stato fermato il reattore nucleare di Volgodonsk, nel Sud della Russia. Secondo le autorità non c’è stata nessuna fuga di radioattività.

 

Questa mattina è crollata a Genova un’ala di un palazzo in costruzione che dovrebbe ospitare la nuova sede del Museo del mare e della navigazione. Il bilancio, provvisorio, è di quattro operai feriti e di un disperso.

 

 

=======ooo=======