RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 310 - Testo della
Trasmissione di giovedì 6 novembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Domani cominciano le celebrazioni
per il IV centenario della Pontificia Accademia delle Scienze
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
La Chiesa cattolica locale
all’opera per riportare la pace nello Sri Lanka
Dibattito questa mattina in Sala
Marconi su “Radici culturali e identità europea”
Il segretario americano della Difesa, Rumsfeld, ha
annunciato la riduzione del contingente militare statunitense in Iraq
Si infiamma nello Sri Lanka lo scontro politico
tra il presidente ed il premier
Contrasti tra Casa Bianca e magistratura, negli
Stati Uniti, sulla legge che proibisce l’aborto in gravidanza avanzata.
6 novembre 2003
IL PAPA ALL’EUROPA: NON DIMENTICHI I SUOI MARTIRI
CRISTIANI
RISCHIEREBBE
DI ESSERE UN EDIFICIO POLITICO ED ECONOMICO
SENZA
VALORI SPIRITUALI – IL MESSAGGIO OGGI ALLE PONTIFICIE ACCADEMIE
-
Intervista al cardinale Paul Poupard -
L’Europa
non può dimenticare i suoi martiri cristiani: rischierebbe di essere solo un edificio politico ed
economico senza radici e valori spirituali: valori che trovano nella Croce un
eloquente simbolo che li riassume. E’ quanto ha detto il Papa in un messaggio
alle Pontificie Accademie che oggi hanno inaugurato in Vaticano l’ottava seduta
pubblica dedicata a “I martiri e le loro memorie monumentali, pietre vive nella
costruzione dell’Europa”. Alla seduta erano presenti vari ambasciatori
accreditati presso la Santa Sede e il sostituto della Segreteria di Stato,
l’arcivescovo Leonardo Sandri, latore del messaggio del Papa letto dal
cardinale Paul Poupard. Il servizio di Sergio Centofanti:
**********
Oggi
l’Europa - dice il Papa - sta vivendo una svolta epocale: “si tratta di
scoprire il legame profondo tra la storia di ieri e quella di oggi, tra la
testimonianza evangelica offerta coraggiosamente nei primi secoli dell’era
cristiana da tantissimi uomini e donne e la testimonianza che anche nei giorni
nostri non pochi credenti in Cristo continuano ad offrire al mondo per
riaffermare il primato del Vangelo di Cristo e della carità”.
“Se si
perdesse la memoria dei martiri cristiani – continua il papa – il tempo
presente perderebbe una componente preziosa. Oggi in Europa – ma così non è in
altre regioni del mondo – nota Giovanni Paolo II – la persecuzione non è più fortunatamente un problema. I cristiani
devono tuttavia spesso affrontare forme di ostilità più o meno palesi e questo
li impegna ad una testimonianza chiara e coraggiosa. Insieme a tutti gli uomini
di buona volontà sono chiamati a costruire una vera casa comune che non sia
solo edificio politico ed economico finanziario, ma casa ricca di memorie, di
valori, di contenuti spirituali. Questi valori hanno trovato e trovano nella
Croce un eloquente simbolo che li riassume e li esprime”.
Il Papa
lo ribadisce: “il Continente europeo sta vivendo una stagione di smarrimento;
anche le Chiese europee sono tentate da un offuscamento della speranza”.
Preoccupa in particolare secondo il Pontefice “il progressivo smarrimento
dell’eredità cristiana che porta di conseguenza la cultura europea a scivolare
in una sorta di apostasia silenziosa nella quale l’uomo vive come se Dio non
esistesse”. I cristiani “sono chiamati a contemplare e imitare i tanti
testimoni vissuti nell’ultimo secolo all’Est come all’Ovest che hanno
perseverato nonostante le persecuzioni fino alla suprema prova del sangue.
Questi testimoni – ha sottolineato il Papa – sono davvero un faro luminoso per
la Chiesa e per l’umanità perché hanno fatto risplendere nelle tenebre la luce
di Cristo”.
Hanno
dimostrato “che l’obbedienza alla legge evangelica genera una vita morale e una
convivenza sociale che onorano e promuovono la dignità e la libertà di ogni
persona. Sta a noi dunque raccogliere questo patrimonio unico ed eccezionale
come hanno già fatto le prime generazioni cristiane che hanno costruito sulle
tombe dei martiri monumentali basiliche e luoghi di pellegrinaggio per
ricordare a tutti il loro supremo sacrificio”. I cristiani di oggi – ha
concluso il papa nel suo messaggio – “non devono dimenticare le radici della
loro esperienza di fede e dello stesso loro impegno civile”.
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Ma
sulla memoria dei martiri cristiani ascoltiamo il cardinale Paul Poupard, presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento fra
Accademie Pontificie al microfono di Giovanni Peduto.
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R. - Questo messaggio è un grande messaggio per la persona
umana, per la coscienza cristiana e per la coscienza dell’Europa. La
testimonianza dei primi martiri, fin dai protomartiri, quella degli apostoli
Pietro e Paolo, colonne della Chiesa di Roma, e successivamente la
testimonianza di tutti i Papi uccisi nei primi secoli, rammentano al nostro
tempo che anche di fronte ai poteri più autoritari e totalitari c’è il primato
della coscienza. E’ importante perché il nostro tempo è minacciato da una
cultura che genera in molti un certo scetticismo e relativismo, come se le
convinzioni non avessero importanza. La persona umana è tale in quanto persona
che si determina liberamente e non in
funzione di interessi politici, economici o altro. C’è una verità, c’è Cristo
che ha detto ‘Io sono la verità”. Questo è più forte di ogni potere. E’ molto
importante, quindi, ricordarlo in questo nostro tempo che rischia
l’appiattimento. E’ talmente importante da poter dire: sono pronto a dare
la vita per questo.
D. - Eminenza, oggi l’Europa si trova davanti alla sfida
dell’Islam. Quale testimonianza possono dare i cristiani?
R. – Fondamentalmente, la testimonianza dell’amore. E’
molto importante perché abbiamo un numero sempre crescente di musulmani che
vivono nei nostri Paesi. Questi musulmani ci possono insegnare “l’assoluto del
Dio unico”, ma noi abbiamo da testimoniare come questo Dio unico non è un Dio
che chiede l’islàm, la sottomissione cieca, ma che chiede amore perché lui
stesso è vita di amore. E’ il mistero profondo della Santissima Trinità che
l’Islàm non ha accettato. Dunque noi siamo, come i musulmani, adoratori del Dio
unico, ma questo Dio unico, per noi, non è solitario. E’ fonte di amore
permanente, anzi costitutivo delle persone del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo. Naturalmente è un mistero di fede, ma noi possiamo dare la
testimonianza se viviamo veramente questo messaggio che la verità si mostra a
noi come amore crocifisso. E’ un grande mistero di fede che costituisce anche
per quelli che non ne sono consapevoli la coscienza viva dell’Europa.
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Al termine
della seduta sono stati consegnati il premio delle Pontificie Accademie,
assegnato dal Papa, alla dott.ssa Giuseppina Cipriano per il suo studio sulle
origine del cristianesimo in Egitto, e la medaglia del Pontificato alla
dott.ssa Sara Tamarri per i suoi studi sul Medioevo.
FORTE
DEL SUO RICCO PATRIMONIO DI VALORI CRISTIANI, L’IRLANDA SVOLGA UN RUOLO
ESSENZIALE NELLA COSTRUZIONE EUROPEA. COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO
AL PRESIDENTE D’IRLANDA, MARY MCALEESE,
RICEVUTO STAMANI IN VATICANO
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Il futuro dell’Europa in primo piano nel colloquio tra il
Papa e il presidente dell’Irlanda, la signora Mary McAleese, ricevuta stamani
in Vaticano con il consorte e il seguito. Lunedì scorso, il presidente
irlandese aveva visitato il Sacro Convento di Assisi, dove si è raccolta in
preghiera dinnanzi alla tomba di San Francesco. Ma torniamo all’udienza di
stamani con il servizio di Alessandro Gisotti:
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Grazie alla sua “ricca storia cristiana e al suo
patrimonio di valori spirituali e culturali”, l’Irlanda “ha un ruolo essenziale
da svolgere nella costruzione della nuova Europa”. E’ la profonda riflessione
e, al tempo stesso, viva esortazione che Giovanni Paolo II ha rivolto stamani
al presidente irlandese, Mary McAleese. Nel discorso, pronunciato in inglese,
il Santo Padre ha auspicato che la nazione d’Irlanda “progredisca sulla strada
della giustizia e della solidarietà, soprattutto nel grande impegno della
riconciliazione nazionale”. L’udienza, durata circa quindici minuti, si è
svolta in un clima particolarmente cordiale. Al momento dello scambio dei doni,
la signora McAleese ha omaggiato il Papa con una pubblicazione sulla visita
pontificia in terra irlandese del 1979. Dal canto suo, Giovanni Paolo II le ha
donato un bassorilievo in bronzo, raffigurante una donna con bambino.
Il presidente dell’Irlanda parteciperà, oggi pomeriggio,
alla celebrazione dei 375 anni di vita del Pontificio collegio irlandese, alla
presenza dell’arcivescovo di Dublino, il cardinale Desmond Connel. Un passato
da giornalista e docente di diritto, la signora McAleese, che è nata
cinquantadue anni fa a Belfast, è il primo presidente irlandese originario del
Nord dell’Irlanda. In carica dal 1997, il suo mandato presidenziale scadrà a
novembre dell’anno prossimo.
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SODDISFAZIONE È STATA ESPRESSA
DAL PATRIARCATO ORTODOSSO DI MOSCA
PER
L'INCONTRO DI IERI IN VATICANO
TRA IL
PAPA E IL PRESIDENTE RUSSO VLADIMIR PUTIN
Soddisfazione
è stata espressa dal Patriarcato ortodosso di Mosca per l'incontro di ieri in
Vaticano tra il Papa e il presidente russo Vladimir Putin. A parlarne in
termini positivi è stato stamani il vicecapo delle relazioni esterne del
Patriarcato, padre Vsevolod Chaplin. Il servizio di Giada Aquilino:
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Sulla
base della soddisfazione espressa dal Patriarcato ortodosso di Mosca e forte
dell’incontro di ieri pomeriggio in Vaticano con Giovanni Paolo II, nel segno
di uno “sviluppo positivo nel dialogo tra Santa Sede e Patriarcato di Mosca”,
il presidente russo Vladimir Putin incontrerà al suo ritorno a Mosca proprio il
Patriarca ortodosso Alessio II. A darne notizia è stato oggi il portavoce
presidenziale russo, Aleksiei Gromov, che si trova in Italia con Putin per la
visita di Stato del capo del Cremlino e il vertice odierno Unione
europea-Russia a Villa Madama, a Roma. Secondo Gromov, Putin ha telefonato al
Patriarca Alessio II subito dopo l’incontro di ieri pomeriggio col Papa, per
riferirgli appunto dei colloqui avuti in Vaticano.
Nei
trenta minuti dell’incontro di ieri, il Pontefice e il capo di Stato russo –
recita una nota della Sala Stampa vaticana - hanno passato in rassegna “temi di
mutuo interesse” tra cui, in concreto questioni relative ai cattolici in Russia
e alle loro strutture ecclesiastiche”. E di dialogo ecumenico si è parlato
anche nei successivi colloqui tra il cardinale segretario di Stato, Angelo
Sodano, e il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov. Dopo aver ricordato il
precedente incontro in Vaticano del 5 giugno del 2000 - “mi sembra che fosse
ieri” ha scherzato il capo del Cremlino - Giovanni Paolo II e il presidente
Putin hanno, inoltre, affrontato temi di stretta attualità, con uno scambio di
vedute sul conflitto in Terra Santa e sulla questione irachena. Infine hanno
voluto provare la loro vicinanza, baciando l'icona di Kazan, custodita in Vaticano
e particolarmente venerata dagli ortodossi russi.
D’altra parte, già
nell’incontro precedente a Palazzo Chigi col premier italiano Berlusconi, per
il vertice bilaterale Italia-Russia, era stato ribadito l’impegno di Putin per
favorire l’unità dei cristiani. A ricordarlo era stato proprio il presidente
del Consiglio italiano:
“Occorre sottolineare l’impegno del presidente Putin affinché si realizzi
un’intesa tra le varie Chiese della cristianità. In tutti i colloqui che noi
abbiamo avuto, questo tema è sempre stato messo sul tavolo”.
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Fin dalla vigilia della sua visita a Roma, il presidente
russo Putin ha messo l’accento sull’obiettivo dell’unità dei cristiani,
piuttosto che sulla possibilità di un invito al Santo Padre a recarsi a Mosca. Una
scelta che ha delle profonde ragioni di politica interna, come spiega il
teologo don Ermis Segatti, esperto delle realtà ecclesiali nei Paesi dell’Est,
al microfono di Fabio Colagrande:
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R. – Da
un lato ha posto l’accento su un problema che è veramente notevole per
l’Europa: l’unità interconfessionale tra i cristiani, che ha i suoi risvolti
specifici poi per la Russia. Per altro verso, però, ponendolo in primo piano
come problema emergente, urgente, più della visita del Papa, egli si è in qualche
modo svincolato dalla domanda e tutto sommato ha lasciato capire che questo non
è né di sua competenza. E, soprattutto, non è prioritario per qualcuno che si
pone nell’ottica di una politica russa in questo momento.
D. – In questo senso, quali possono essere le priorità
della politica russa?
R. – In ambito religioso, la pace interna. Ci sono delle
tensioni che raggiungono un livello di guardia piuttosto preoccupante. Tra
queste c’è stato recentemente anche il problema del rapporto tra Chiesa ortodossa
e cattolici. Ci sono tensioni. E, poi, si vorrebbe evitare che in un momento in
cui la Russia deve affrontare il rapporto con le minoranze musulmane, l’ambito
cristiano sia diviso al suo interno. Putin è una persona che guarda la
questione religiosa da un punto di vista politico e che ha tutti gli interessi
a non creare delle difficoltà ulteriori. Altra priorità è quella di non
inimicarsi la componente largamente maggioritaria della Federazione russa, che
è la componente ortodossa, la quale se dovesse in qualche modo, in questa fase,
accettare una visita del Papa, vedrebbe al proprio interno il Sinodo spaccato.
Quindi, in questo momento a tutti giova non toccare apertamente la questione
della visita del Papa, perché destabilizzante. E un politico su queste cose è
particolarmente attento.
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APOSTOLO
DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
E
DELLA CARITA’ VERSO I TRIBOLATI FU PADRE VALENTINO PAQUAY,
CHE
DOMENICA PROSSIMA IL PAPA PROCLAMA BEATO
- A
cura di Giovanni Peduto -
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Era nato a Tongres, in Belgio, nel 1828 da Enrico e da
Anna Neven, di specchiata onestà e profondamente religiosi. Quinto di undici
figli, ricevette al battesimo il nome di Luigi.
Dopo la morte precoce del padre, avvenuta nel 1847,
ottenuto il consenso materno, entrò nell’Ordine dei Frati Minori della
provincia belga, e nel 1849 emise la professione religiosa. Una volta
sacerdote, fu dai superiori destinato a Hasselt, dove rimase per tutta la vita
ricoprendo vari uffici.
Instancabile fu l’opera di Valentino Paquay nel campo
dell’apostolato. Predicò quasi continuamente e, per la sua parola semplice e
persuasiva, fu molto stimato specie negli ambienti popolari e presso gli
istituti religiosi. Fu soprattutto assiduo al confessionale, emulando il santo
Curato d’Ars, al quale talvolta fu paragonato. Spesse volte, dette prova del
dono di penetrare in modo straordinario nelle coscienze dei penitenti, che
venivano da lui anche da lontano.
Ebbe una singolare devozione alla SS.ma Eucaristia e, con
il suo apostolato di mezzo secolo in favore della Comunione frequente, fu
precursore attivo del famoso decreto del papa San Pio X che permise la Prima
Comunione ai bambini.
Devoto del S. Cuore di Gesù, ne diffuse il culto e, come
francescano devoto dell’Immacolata Concezione, volle celebrare con grande
esultanza, nonostante la sua infermità, il cinquantenario della proclamazione
del dogma che coincideva con il suo giubileo di sacerdozio. Morì a Hasselt il 1
gennaio 1905, all’età di 77 anni.
Il postulatore della Causa di Beatificazione, padre Luca
De Rosa, ne tratteggia ulteriormente il profilo:
“Credo che padre Valentino ci inviti a leggere, con il suo
esempio, la Tertio Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II. In
particolare quando invita il sacerdote a dedicarsi con maggiore senso di
responsabilità e con maggiore generosità al ministero della Riconciliazione,
quel sacramento che durante l’Anno Santo ha avuto un momento di crescita, di
interesse, da parte di tanti fedeli. Molti si sono accostati a questo
sacramento per essere rigenerati dalla grazia. Padre Valentino potrebbe essere
un invito a scoprire questo sacramento, che è il sacramento della gioia oltre
che del perdono, sacramento dell’incontro con il Signore e con i fratelli, per
rigenerare l’umanità attraverso la forza che scaturisce dalla croce di Cristo”.
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LA PROMOZIONE
DELLO SCAMBIO TRA POPOLI QUALE
FONDAMENTO DI PACE:
E’ L’IMPEGNO DEL CENTRO CULTURALE DI WASHINGTON
LODATO DAL PAPA NELL’INCONTRO, QUESTA MATTINA, CON I RAPPRESENTANTI
Incontrando, in fine
mattinata, rappresentanti del Cultural Center di Washington intitolato a
Giovanni Paolo II, il Papa ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno
dell’Istituto nella promozione di contatti e occasioni di conoscenza tra
diversi popoli e culture. “Il mutuo scambio - ha ribadito Giovanni Paolo II
- è indispensabile per la costruzione
della civiltà dell’amore, che può essere il faro per illuminare il mondo in
questo nuovo millennio”.
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata il
Papa ha ricevuto mons. Pier Giacomo De Nicolò, arcivescovo di Martana e nunzio
apostolico in Svizzera e nel Principato di Liechtenstein; mons. Kurt Koch, vescovo di Basel, in Svizzera; mons. Joan
Enric Vives Sicilia, vescovo di Urgell,
in Spagna; il signor Victor A. Hidalgo Justo, ambasciatore della Repubblica
Dominicana in visita di congedo; monsignor Henryk Jozef Nowacki, arcivescovo di
Blera e nunzio apostolico in Slovacchia.
Giovanni Paolo II ha accettato
la rinuncia al governo pastorale
dell’Arcidiocesi di Southwark, in Inghilterra, presentata da monsignor Michael
George Bowen, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di diritto canonico. Al suo posto
ha nominato arcivescovo metropolita di Southwark monsignor Kevin John Patrick
McDonald, finora vescovo di Northampton. Il nuovo arcivescovo metropolita di
Southwark è nato a Stoke-on-Trent, nell’arcidiocesi di Birmingham, il 18 agosto
1947. E’ membro del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. In seno
alla Conferenza Episcopale, svolge l’incarico di Presidente delle Commissioni
per i Rapporti con gli Ebrei e con altre religioni.
400
ANNI FA NASCEVA LA PONTIFICA ACCADEMIA DELLE SCIENZE. DA DOMANI,
DIVERSE INIZIATIVE RIUNIRANNO PERSONAGGI DI SPICCO
INTORNO AL RAPPORTO TRA SCIENZA E UMANESIMO
Cominciano domani le iniziative
per il IV° centenario della Pontificia Accademia delle Scienze che attualmente
conta tra i suoi membri 80 protagonisti della ricerca scientifica di diverse
parti del mondo, tra cui oltre 20 Premi Nobel. Citiamo solo i più recenti:
Notori Ryoji, professore di chimica organica in Giappone e vincitore del
prestigioso riconoscimento nel 2001; Blobel Gunter, professore di biologia
molecolare a New York e insignito del Nobel nel 1999; Zewail Ahmed Hassan,
luminare di fisica e chimica in California, anche lui nell’Olimpo degli
scienziati dal 1999.
L’Accademia delle Scienze fu
fondata a Roma nel 1603 con il nome di Linceorum Academia. Dopo varie fortune,
fu restaurata nel 1847 dal Beato Pio IX quale Pontificia Accademia dei Nuovi
Lincei. Rifondata con nuovi statuti da Pio XI, nel 1936 prese il nuovo nome di
Pontificia Academia Scientiarum. Dal
1922, in ogni caso, ha per sede la Casina Pio IV che si trova nei Giardini
Vaticani e che è stata di recente restaurata.
Tra gli appuntamenti previsti
per ricordare i 400 anni di impegno dell’Accademia, in apertura c’è l'incontro
del Gruppo di lavoro su "Mente, cervello ed educazione”, sotto la
presidenza onoraria del premio Nobel Rita Levi Montalcini. Sarà dedicata a
ripercorre la storia dell’istituzione la tavola rotonda alla quale prenderanno
parte, tra gli altri, il professor Carlo Vinti, dell’Università di Perugia,
Antonino Zichichi, membro dell'Accademia, Andrea Riccardi, dell’Università di
Roma Tre.
Domenica, ci sarà la Liturgia Eucaristica celebrata dal
cardinale Carlo Maria Martini nella Chiesa di S. Stefano degli Abissini. Il
presidente dell’Accademia, il professor Nicola Cabibbo, terrà una relazione su
"Il significato della Pontificia Accademia delle Scienze oggi".
Lunedì 10, comincerà la riunione del Gruppo di lavoro su "Tecnologia delle
cellule staminali e altre terapie innovative", un campo di grande
attualità e impatto sociale. A "Diritti umani e bioetica" sarà
dedicata la relazione del cardinale Karl Lehmann, vescovo di Magonza e
presidente dell'Episcopato tedesco. Diversi, dunque, e ricchi di contributi
illustri i momenti per ricordare un’Accademia
unica nel suo genere anche solo per il suo carattere sopranazionale.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre con
l’Iraq, segnato da nuove, sanguinose violenze.
Nelle vaticane, nel saluto ai
membri del “Cultural Center” di Washington, Giovanni Paolo II ha esortato a
costruire la cultura della pace e la civiltà dell’amore per dare la luce al
mondo nel nuovo Millennio.
Il messaggio del Papa alla
Consulta dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
Il saluto del Papa alla
presidente dell'Irlanda.
Nelle estere, Medio Oriente:
Israele rimuove il blocco imposto alle città della Cisgiordania.
Usa: Bush firma la legge che
vieta l’aborto tardivo.
Nella pagina culturale, un
contributo di Pietro Borzomati dal titolo “Carlo I d’Asburgo: una storia
spirituale nascosta”.
Nelle pagine italiane, in
rilievo i temi della giustizia e della mafia.
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6 novembre 2003
DIFENDERE I DIRITTI DEI RIFUGIATI: E’ LA
SFIDA DI AMNESTY INTERNATIONAL
CHE
CHIEDE DI RIDISCUTERE LE PROPOSTE FATTE IN MATERIA DI ASILO POLITICO
IN
AMBITO EUROPEO
-
Intervista con Daniela Carboni -
Difendere
i diritti dei rifugiati: questa la sfida di Amnesty International che, in
occasione dell’odierna riunione dei ministri della Giustizia e degli Affari
interni dell’Ue, sottolinea la necessità di ritirare le proposte fatte dal Consiglio
Europeo in materia di asilo politico. In particolare, l’attenzione è puntata su
una direttiva, ancora in discussione, che introduce i criteri per negare o
concedere lo status di rifugiato. Massimiliano Menichetti ha intervistato
Daniela Carboni, responsabile dei rapporti istituzionali della Sezione italiana
di Amnesty International.
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R. – Ci sono diversi aspetti di questa proposta di
direttiva che sono per noi preoccupanti. Per esempio l’indicazione e
l’introduzione di liste di cosiddetti Paesi di origine cosiddetti sicuri, per
cui i Paesi dell’Unione Europea compilano una lista e chi proviene dagli Stati
indicati in quella lista, di fatto, non avrà accesso alle procedure di asilo. E’
un qualcosa, secondo noi, estremamente discriminante. E, tra l’altro, in
mancanza di criteri precisi, la lista rischia di essere il risultato di
patteggiamenti politici che hanno ben poco a che vedere con la reale situazione
dei diritti umani.
D. – Perché nasce questa lista?
R. - Crediamo che l’obiettivo sia quello, che poi è proprio
del governo italiano, di cercare di limitare l’accesso a chi in realtà, poi,
non ha diritto di essere dichiarato rifugiato. Ma, di fatto, si limita
l’accesso a tutti, a chiunque abbia effettivamente bisogno di protezione perché
sta fuggendo dalla tortura, dal rischio di
pena di morte o dalla persecuzione politica.
D. – Da una parte, l’Unione Europea si sta sforzando per
cercare di trovare norme per arginare l’immigrazione clandestina; dall’altra,
però, bisogna tutelare i diritti dei rifugiati. Come si riescono a mettere
insieme queste due necessità?
R. – Bisogna tener conto del fatto che ci sono alcuni
principi, come quello del non respingimento, che tutelano appunto gli individui
dalla tortura e dalla pena di morte e che riguardano chiunque entri in questo
caso nell’Unione Europea che, anche se non fa richiesta di asilo, non deve
essere assolutamente respinto. Poi, in ogni caso, bisogna tener conto che fra
quelli che vengono chiamati immigrati clandestini, quindi persone che entrano
in maniera irregolare nei nostri Paesi, ci sono tantissime persone che non hanno
altro modo per arrivare qua e chiedere protezione. E a loro bisogna dare assolutamente
il pieno accesso alle procedure, bisogna facilitare la loro richiesta del diritto
d’asilo. Occorre rendersi conto che gli ingressi di persone che richiedono aiuto
non sono un’invasione di persone pericolose, ma sono una richiesta di tutela
dei diritti umani, dei diritti individuali.
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6 novembre 2003
IL CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN RIBADISCE IL NO DEI
VESCOVI FRANCESI
ALL’INTRODUZIONE DI UNA LEGGE CHE VIETI ALLE RAGAZZE
MUSULMANE
DI INDOSSARE IL VELO IN CLASSE: “METTEREBBE IN
QUESTIONE –AFFERMA –
LA CONCORDIA E LA PACE CIVILE”
LOURDES. = La Chiesa
francese intende lavorare per rafforzare la solidarietà all’interno della
nazione “senza lasciare che il suo apporto sia confinato alla custodia del
patrimonio culturale, ma testimoniando la fede in Cristo espressa nella
fecondità sociale”. E’ una delle affermazioni centrali della prolusione tenuta,
ieri a Lourdes, dall’arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard, presidente
della Conferenza episcopale di Francia, all’inizio dei lavori dell’annuale
plenaria dei vescovi. Ai lavori era presente il neo-cardinale Jean-Louis Tauran
che ha ribadito il doppio no dell’episcopato francese sia ad una legge che
vieti alle studentesse musulmane di indossare il velo in classe, sia ad una
modifica della legge del 1905 che istituisce la separazione fra Chiesa e Stato. “Bisogna evitare che, per un problema minore,
si rimetta in questione un secolo di giurisprudenza che ha portato la concordia
religiosa e la pace civile”, ha affermato ieri il cardinale Tauran in conferenza
stampa. Ed ha denunciato una “tendenza di certi settori della società francese
a voler privatizzare la religione”, tendenza che il porporato ritiene non condivisa
nemmeno dal premier Jean-Pierre Raffarin. Quest’ultimo durante la sua recente
visita in Vaticano per la beatificazione di Madre Teresa aveva ripetuto “che la
laicità non vuol dire che ci sia un ateismo di Stato”. (A.D.C.)
LA CHIESA CATTOLICA
LOCALE AL LAVORO PER RIPORTARE LA PACE NELLO SRI LANKA.
L’ARCIVESCOVO DI COLOMBO, OSWALD GOMIS, MEDIA TRA LE
FORZE POLITICHE
SPACCATE DALLA RECENTE CRISI ISTITUZIONALE
COLOMBO. = La Chiesa cattolica tenta una mediazione per riportare la serenità ai vertici istituzionali dello Sri Lanka. E’ lo stesso arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza episcopale locale, Oswand Gomis, a reggere le fila del negoziato. “Non posso dire di essere ottimista” ha affermato dicendosi è comunque deciso ad impegnarsi nel fare tutto il possibile “per riportare un clima di serenità” nel Paese. Il presule ha sostenuto di “voler cercare di costruire un ponte fra i due gruppi politici che stanno confrontandosi, partecipando agli incontri tra le due parti” e sperando di “riuscire a dare un contributo di pace per una mediazione”. Mons. Gomis ha, inoltre, commentato le grandi sofferenze che questo conflitto istituzionale sta portando in Asia, dove le comunità cristiane si sono unite per levare preghiere di pace. Anche i missionari di Colombo e Jaffna si sono detti allarmati per la crisi che sta lacerando il Paese ed hanno chiesto il sostegno internazionale per la pace e la preghiera di tutti i fedeli del mondo. (M.A.)
BRUTALMENTE UCCISO DA RIBELLI UGANDESI IN UN
AGGUATO
IL 46.ENNE SACERDOTE AFRICANO PADRE MATTHEW OKUN
LAGORO,
PARROCO DI UNA CHIESA GIA’ NEL BERSAGLIO DEI
MILIZIANI
MADI OPEI (UGANDA). = Un nuovo omicidio contro un
membro della Chiesa cattolica bagna di sangue uno Stato africano, in questo
caso l’Uganda. Un sacerdote, padre Matthew Okun Lagoro, 46 anni, ugandese di
etnia acholi, è stato ucciso ieri – secondo fonti della Misna – dopo essere
caduto in un’imboscata tesa dai ribelli del sedicente Esercito di resistenza
del signore (Lra), lungo la strada tra Mucwini e Madi Opei, nel distretto
settentrionale di Kitgum. Padre Lagoro stava rientrando nella sua parrocchia
dopo un mese di assenza quando, secondo le prime informazioni, nei pressi del
villaggio di Okol, i miliziani hanno fermato l’auto sulla quale il sacerdote
viaggiava con altre persone, oltre ad una seconda vettura. Probabilmente, i
ribelli hanno dapprima sparato contro gli occupanti e poi hanno appiccato il
fuoco alle due vetture. Nella zona del brutale omicidio, i ribelli dell’Lra –
attivi da oltre 15 anni nel nord Uganda – agiscono impunemente contro la
popolazione civile, seminando morte e terrore. All’inizio di giugno, la parrocchia
di padre Lagoro era stata assaltata dalle bande armate del Lord’s Resistence
Army (Lra), che in quell’occasione avevano dato fuoco a un centinaio di
capanne. (A.D.C.)
INVOCATO DAI VESCOVI CROATI, IN UNA LETTERA
PASTORALE,
UN PIU’ DECISO SVILUPPO INTEGRALE DEL PAESE
E UN PROFONDO RINNOVAMENTO MORALE,
ALLA VIGILIA DELLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE
ZAGABRIA. = Rinnovamento spirituale e morale della
società e della popolazione, eliminazione delle conseguenze imposte nel passato
dal sistema totalitario e dalla guerra. Cura dei poveri e dei deboli, la concessione
di maggiori e sistematici aiuti alle famiglie, compreso il sostegno
all’educazione per le giovani generazioni, così da contrastare il regresso
demografico. E ancora: incentivazione dell’agricoltura, della navigazione e
dello sviluppo di tutte le regioni del Paese, tutela dell’ambiente e di tutti
gli aspetti necessari a preservare l’identità culturale di uno Stato che guarda
all’integrazione europea. Queste sono le priorità indicate dai vescovi croati
agli elettori che il prossimo 23 novembre saranno alle urne per rinnovare il
Parlamento. In una lettera pastorale diretta ai fedeli croati i vescovi,
riuniti recentemente in assemblea plenaria a Hvar, esortano all’impegno civile
e politico soprattutto i giovani, sottolineando che per la realizzazione di
tali priorità sono necessari sacrifici, senso della solidarietà e una maggiore
comprensione nei confronti di ciò che in questo momento è “il bene comune”. Del
resto – ricordano – è stato lo stesso Giovanni Paolo II, nel suo viaggio in Croazia
del giugno scorso, a ribadire molti dei valori “sui quali costruire il futuro
comune”. Dopodomani, intanto, in segno di ringraziamento per la visita
apostolica di giugno e per festeggiare il 25.mo del Pontefice, circa 7 mila pellegrini
croati saranno ricevuti dal Papa in Aula Paolo VI. (A.D.C.)
DOPO L’INCONTRO PROMOSSO
DALLA CONFERENZA EPISCOPALE SUDCOREANA,
UN MIGLIAIO DI COPPIE CATTOLICHE SONO IMPEGNATE NEL RILANCIO MISSIONARIO ALL’INTERNO DELLA
SOCIETA’ CIVILE
SEUL. = La Conferenza episcopale della Corea del Sud
ha riunito, in questi giorni, oltre mille coppie cattoliche che hanno celebrato
un rinnovo delle promesse matrimoniali, si sono impegnate a vivere nella
santità cristiana e ad offrire un’educazione cristiana ai propri figli, come
segno principale di un ritrovato slancio di testimonianza missionaria
all’interno della società sudcoreana. L’incontro ha rappresentato, per i laici
che sentono di aiutare la Chiesa nel difficile cammino dell’evangelizzazione,
la possibilità di ricevere una formazione migliore, accademica e spirituale.
Anche se i cattolici rappresentano una minoranza del Paese, i laici svolgono un
ruolo importantissimo nel campo educativo, sanitario e del servizio sociale.
Lavorano per il rispetto della persona e della giustizia e per la promozione
della pace e della riconciliazione. La Chiesa cattolica coreana, che non ha mai
smesso di aiutare in ogni modo i fratelli del Nord Corea, si sta prodigando inoltre
nel costruire rapporti più stretti di comunione con le Chiese di Stati Uniti e
Giappone. Nell’incontro, intitolato “Siamo una sola cosa per sempre”,
l’arcivescovo di Taegu, Paul Ri mun-hi, rivolgendosi ai partecipanti, ha
concluso: “L’uomo e la donna sono chiamati a formare un cuore e un corpo unico
e per questo devono rinunciare a se stessi e mettersi al servizio gli uni degli
altri”. (M.A.)
SETTEMILA VOLUMI CONSULTABILI SU COMPUTER VOCALI:
SI TRATTA DELLA PRIMA BIBLIOTECA VIRTUALE
PER NON VEDENTI IN LINGUA SPAGNOLA,
REALIZZATA DA UN GRUPPO DI GIOVANI ARGENTINI
BUENOS
AIRES. = “Tiflolibros” è la prima biblioteca virtuale per non vedenti in lingua
spagnola realizzata, con quattro anni di lavoro, da un gruppo di giovani
argentini. Nella banca dati della biblioteca, sono stati digitalizzati 7.200
titoli, a disposizione di 900 utenti di 30 Paesi di lingua spagnola. Il
progetto prevede sia l'aumento degli utenti sia quello dei volumi on line,
grazie al contributo di scrittori, case editrici e utilizzatori che decidano di
condividere in rete i loro titoli. Per poter essere utilizzati, i testi vengono
digitalizzati, passati attraverso un lettore ottico di caratteri che modifica
l’immagine in lettere e spazi e, infine, letti da un programma che trasforma i
dati in voce. Per accedere alla biblioteca virtuale è necessario registrarsi e
dichiarare di essere non vedenti o portatori di un handicap fisico che
impedisca l’uso di un libro cartaceo. Per un vedente sarà comunque impossibile
leggere qualsiasi volume sullo schermo perché i testi saranno visualizzati in
bianco su sfondo bianco. “Il programma ci permetterà di usare ogni libro come
se fosse un testo cartaceo, riassumendo, sottolineando il testo e scrivendo appunti”,
ha spiegato Pablo Lecuona, 28 anni, uno degli ideatori dell’iniziativa. Il
progetto è stato chiamato ‘Tiflolibros’ dal nome dell’isola di Tiflos dove,
secondo la mitologia greca, venivano esiliati i non vedenti. Al mondo esistono,
finora, solo altri tre progetti del genere: due in lingua portoghese e un
terzo, statunitense, in inglese, accessibile però ai soli cittadini Usa. (A.D.C)
QUESTA
MATTINA, IN SALA MARCONI, IL DIBATTITO SU
“RADICI CULTURALI E IDENTITA’ EUROPEA”,
ORGANIZZATO DAL VICARIATO DI ROMA
CITTA’ DEL VATICANO. =
Incontro-dibattito, questa mattina, sul tema “Radici culturali e identità
europea”, organizzato dal Vicariato di Roma presso la sede della nostra
emittente, a Palazzo Pio. L’iniziativa coincide con la pubblicazione degli atti del Simposio
Europeo “Università e Chiesa in Europa” nell’omonimo volume edito dalla
ElleDiCi. Il Simposio si è tenuto per iniziativa del Consiglio delle Conferenze
Episcopali d’Europa (Ccee) e della Cei,
in segno di omaggio al Santo Padre per il 25.mo di Pontificato. Tra gli
interventi, quello del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e
vicepresidente del Ccee, che ha sottolineato la necessità per i cristiani di
non accettare un’Europa fondata sui valori commerciali e senza radici
cristiane. La Chiesa – ha rimarcato – non avanza pretese egemoniche, ma coltiva
il rispetto delle legittime diversità di pensiero e di espressione.
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6 novembre 2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Non si
arresta l’ondata di violenze in Iraq dove, ieri sera, è stato ucciso un soldato
statunitense in un agguato perpetrato a Sud di Baghdad. Proprio a causa della
difficile gestione del dopoguerra nel Paese arabo, gli Stati Uniti hanno fissato
un piano per ridurre di oltre 30 mila uomini le loro forze militari stanziate
nel Golfo Persico. Il quotidiano “New York Times” ha intanto rivelato, oggi,
che i servizi iracheni hanno tentato di evitare la guerra cercando di
raggiungere un accordo in extremis con gli americani invitandoli ad inviare
militari ed esperti per verificare l’assenza di armi di distruzioni di massa in
Iraq.
Orientare verso la pace i rapporti tra i Paesi africani
nella zona dei Grandi Laghi, anche attraverso il sostegno al governo della
Repubblica Democratica del Congo. E’ questo uno dei temi affrontati, ieri, alla
Casa Bianca nell’incontro tra il presidente Bush ed il suo omologo congolese,
Kabila, giunto alla guida del Paese alla morte del padre nel 2001.
Serrato confronto negli Stati Uniti sulla legge che
proibisce l’aborto in gravidanza avanzata. Sulla normativa, che non consente
l’interruzione della maternità negli ultimi tre mesi, si è registrato ieri lo
scontro tra la Casa Bianca e la magistratura americana. Il servizio, da New
York, di Paolo Mastrolilli:
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Ieri, il presidente Bush ha firmato la legge che proibisce
questa pratica usata in genere l’ultimo trimestre di gestazione. Ma poche ore
dopo un giudice del Nebraska ha bloccato la sua applicazione sostenendo che il
nuovo testo viola la costituzione, perché non prevede un’eccezione in caso di
pericolo per la salute della madre. Simili ricorsi legali sono già pronti anche
a New York e Los Angeles e il Movimento abortista promette di portare la
questione fino alla Corte Suprema. La legge, entrata ieri in vigore con la
firma di Bush, è la prima limitazione imposta all’aborto, da quando proprio la
Corte Suprema l’organizzò negli Stati Uniti con una sentenza emessa nel 1973.
Il Congresso l’aveva già approvata due volte durante l’amministra-zione
Clinton, ma l’allora presidente l’aveva bloccata usando il veto. Bush ha detto
che il provvedimento era necessario per difendere la vita dei nascituri da un
atto di violenza, ma ora la parola passa ai tribunali che dovranno giudicare la
costituzionalità del testo.
Da New York, per la Radio
Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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In Medio Oriente si registrano gravi focolai di tensione.
Una donna palestinese di 38 anni è rimasta uccisa questa mattina durante
un’operazione dell’e-sercito israeliano a Nablus, in Cisgiordania. Una trasmissione
televisiva, ad uso interno del lancio sperimentale di un missile segreto in
Israele, è intanto finita sugli schermi di tutto il mondo arabo. Per
un’apparente dimenticanza non sono state infatti criptate le immagini diffuse
dal satellite israeliano ‘Amos’.
Nello Sri Lanka prosegue lo scontro politico tra il primo
ministro, Ranil Wickremesinghe, e il presidente, Chandrika Kumaratunga. Il
premier del Paese asiatico ha dichiarato, durante il suo incontro di ieri con
il capo di Stato americano George Bush, di avere ancora un mandato e di volerlo
rispettare per realizzare gli sforzi di pacificazione con i ribelli Tamil.
Chandrika Kumaratunga ha intanto annunciato di aver assunto il totale controllo
dei mezzi di informazione pubblici per preservare “la libertà di espressione”.
Sulla complessa situazione dello Sri Lanka ci riferisce Maria Grazia Coggiola:
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Il premier Wickremesinghe ritorna domani da Washington,
dove si era recato per consultazioni con il presidente Bush. Uscendo dalla Casa
Bianca ha dichiarato di avere la maggioranza in Parlamento e un mandato di
riportare la pace nel Paese. Ma quando atterrerà a Colombo si troverà di fronte
una situazione complessa. Utilizzando i suoi poteri costituzionali la signora
Kumaratunga controlla tre ministeri chiave: ha chiuso il Parlamento per due
settimane, schierato le truppe nelle strade di Colombo e da ultimo, ieri, ha
decretato lo stato di emergenza per 10 giorni. E’ un golpe costituzionale: la
presidente ha di fatto il potere su
esercito, polizia e sui mezzi di comunicazione. Sarà difficile per il primo ministro
Vikremassing, a questo punto, continuare a governare, anche se rimane in pieno
controllo del Parlamento, dove ha il supporto da parte di 124 su 225 deputati.
Per la Radio Vaticana, Maria Gazia
Coggiola.
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In Georgia rischiano di causare
una guerra civile le elezioni legislative di domenica scorsa, che vedono in
testa l’opposizione guidata da Mikhail Saakachvili. Ieri a Tbilisi nuove
manifestazioni di protesta contro il presidente Shevardnadze, esortato a prendere
atto della sconfitta e a rendere pubblici i risultati.
Per la messa a punto di un vaccino contro la Sars bisogna
attendere almeno due anni. Ad affermarlo è il direttore dell’Organizzazione
mondiale per la salute, Lee Jong-Wook, al termine di una conferenza che ha visto impegnati
50 ricercatori di oltre 15 Paesi che si sono scambiati le rispettive
informazioni sulle possibilità di combattere la polmonite atipica.
Il pellegrinaggio della nave da
crociera britannica ‘Aurora’ è finito. La nave, a bordo della quale è scoppiata
una violenta epidemia di gastroenterite, è giunta oggi nel porto britannico di
Southampton. La vicenda ha causato anche una mini crisi diplomatica tra Londra
e Madrid, a causa della decisione delle autorità spagnole di chiudere la
frontiera con Gibilterra.
La legge marziale
sarà in vigore nella provincia di Aceh per altri 6 mesi. La decisione del
governo indonesiano, riunito stamattina in un vertice di emergenza, è stata
duramente criticata dalle organizzazioni umanitarie, che hanno invitato ad una
rapida ripresa dei colloqui con la guerriglia separatista. Ad Emanuele Giordana,
giornalista di Lettera 22, Andrea Sarubbi ha chiesto i motivi di questa scelta
militare da parte delle autorità di Giakarta:
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R. – C’è un’alleanza perniciosa tra la presidente Megawati
Sukarnoputri ed i militari, un’alleanza che sa di antico, in previsione delle
prossime elezioni presidenziali nel 2004. Un’asse per pagare la quale, la
presidente ha ceduto alle pressioni dei militari. La posizione della società
civile indonesiana è contro questa guerra, ma c’è una difficoltà a documentare
quanto sta avvenendo perché il governo ha impedito a tutte le Ong di lavorare a
Sumatra, ha impedito ai giornalisti non al seguito dei militari di coprire gli
avvenimenti, e di conseguenza noi sappiamo molto poco di quanto stia accadendo.
D. – Quanto è presente in questa guerra la matrice
religiosa?
R. – Benché a Sumatra ci sia una tradizione di Islam
piuttosto radicale, in realtà la matrice del movimento non è religiosa, è una
matrice autonomista e secessionista. Va tenuto conto che si tratta di zone dove
c’è petrolio, gas naturale, ricchezze del sottosuolo, che sono sempre state rapinate
– io credo che il termine si possa tranquillamente usare – dal governo
centrale.
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Nello Stato indonesiano è salito a 102 morti il bilancio
delle vittime delle violente inondazioni che hanno devastato l’area turistica
di Sumatra.
In Russia l’esplosione di una
autobomba ha causato, stamani, la morte di due persone e cinque feriti a Ufa,
capitale della Bashkiria, negli Urali.
Il dissidente cinese He Depu, uno
dei fondatori del Partito democratico cinese, è stato condannato oggi a otto
anni di prigione per “sovversione”.
Sospendere i conflitti in occasione delle Olimpiadi di
Atene. E’ questo l’appello lanciato, ieri, dall’Assemblea generale delle
Nazioni Unite che ha accolto la risoluzione presentata dalla Grecia in vista
dei prossimi giochi olimpici.
In Arabia Saudita un militante islamico è stato ucciso
questa mattina, a Riad, durante uno scontro fra la sicurezza saudita ed alcuni
militanti musulmani.
Michael Howard è stato nominato capo del partito
conservatore britannico e leader dell’opposizione. Succede a Duncan Smith.
La Camera italiana ha approvato le mozioni della
maggioranza che impegnano il governo a continuare l’intensa azione diplomatica
e politica per pervenire ad una abolizione universale della pena di morte.
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