RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 310 - Testo della Trasmissione di giovedì 6 novembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa all’Europa: il continente non dimentichi i suoi martiri cristiani: rischierebbe di essere solo un edificio politico-economico senza valori spirituali, valori riassunti nella Croce. Il messaggio oggi alle Pontificie Accademie riunite in Vaticano. Intervista al cardinale Paul Poupard

 

Sempre l’Europa al centro del colloquio odierno tra Giovanni Paolo II e il presidente della Repubblica irlandese, signora Mary McAleese

 

Soddisfazione è stata espressa dal Patriarcato ortodosso di Mosca per l’incontro di  ieri in Vaticano tra il presidente russo Putin e il Pontefice

 

Domani cominciano le celebrazioni per il IV centenario della Pontificia Accademia delle Scienze

 

La figura di padre Valentino Paquay, che sarà beatificato dal Papa domenica prossima: ai nostri microfoni il postulatore della Causa, padre Luca De Rosa.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Amnesty International sul diritto d’asilo: deludente la politica europea su questa materia: intervista con Emanuele Giordana, di Amnesty Italia.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il cardinale Tauran ribadisce il no dei vescovi francesi all’introduzione di una legge che vieti alle ragazze musulmane di indossare il velo a scuola

 

La Chiesa cattolica locale all’opera per riportare la pace nello Sri Lanka

 

Brutalmente ucciso in un agguato dai ribelli ugandesi il sacerdote africano padre Matthew Okum Lagoro

 

I vescovi croati in una lettera pastorale invitano il Paese al rinnovamento morale in vista delle prossime elezioni politiche

 

Un migliaio di coppie cattoliche sono impegnate nel rilancio missionario all’interno della società civile

 

Realizzata da un gruppo di giovani argentini la prima Biblioteca virtuale per non vedenti in lingua spagnola

 

Dibattito questa mattina in Sala Marconi su “Radici culturali e identità europea”

 

24 ORE NEL MONDO:

Il segretario americano della Difesa, Rumsfeld, ha annunciato la riduzione del contingente militare statunitense in Iraq

 

Si infiamma nello Sri Lanka lo scontro politico tra il presidente ed il premier

 

Contrasti tra Casa Bianca e magistratura, negli Stati Uniti, sulla legge che proibisce l’aborto in gravidanza avanzata.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 novembre 2003

 

IL PAPA ALL’EUROPA: NON DIMENTICHI I SUOI MARTIRI CRISTIANI

RISCHIEREBBE DI ESSERE UN EDIFICIO POLITICO ED ECONOMICO

SENZA VALORI SPIRITUALI – IL MESSAGGIO OGGI ALLE PONTIFICIE ACCADEMIE

- Intervista al cardinale Paul Poupard -

 

L’Europa non può dimenticare i suoi martiri cristiani: rischierebbe di  essere solo un edificio politico ed economico senza radici e valori spirituali: valori che trovano nella Croce un eloquente simbolo che li riassume. E’ quanto ha detto il Papa in un messaggio alle Pontificie Accademie che oggi hanno inaugurato in Vaticano l’ottava seduta pubblica dedicata a “I martiri e le loro memorie monumentali, pietre vive nella costruzione dell’Europa”. Alla seduta erano presenti vari ambasciatori accreditati presso la Santa Sede e il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Leonardo Sandri, latore del messaggio del Papa letto dal cardinale Paul Poupard. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

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Oggi l’Europa - dice il Papa - sta vivendo una svolta epocale: “si tratta di scoprire il legame profondo tra la storia di ieri e quella di oggi, tra la testimonianza evangelica offerta coraggiosamente nei primi secoli dell’era cristiana da tantissimi uomini e donne e la testimonianza che anche nei giorni nostri non pochi credenti in Cristo continuano ad offrire al mondo per riaffermare il primato del Vangelo di Cristo e della carità”.

 

“Se si perdesse la memoria dei martiri cristiani – continua il papa – il tempo presente perderebbe una componente preziosa. Oggi in Europa – ma così non è in altre regioni del mondo – nota Giovanni Paolo II – la persecuzione non è  più fortunatamente un problema. I cristiani devono tuttavia spesso affrontare forme di ostilità più o meno palesi e questo li impegna ad una testimonianza chiara e coraggiosa. Insieme a tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a costruire una vera casa comune che non sia solo edificio politico ed economico finanziario, ma casa ricca di memorie, di valori, di contenuti spirituali. Questi valori hanno trovato e trovano nella Croce un eloquente simbolo che li riassume e li esprime”.

 

Il Papa lo ribadisce: “il Continente europeo sta vivendo una stagione di smarrimento; anche le Chiese europee sono tentate da un offuscamento della speranza”. Preoccupa in particolare secondo il Pontefice “il progressivo smarrimento dell’eredità cristiana che porta di conseguenza la cultura europea a scivolare in una sorta di apostasia silenziosa nella quale l’uomo vive come se Dio non esistesse”. I cristiani “sono chiamati a contemplare e imitare i tanti testimoni vissuti nell’ultimo secolo all’Est come all’Ovest che hanno perseverato nonostante le persecuzioni fino alla suprema prova del sangue. Questi testimoni – ha sottolineato il Papa – sono davvero un faro luminoso per la Chiesa e per l’umanità perché hanno fatto risplendere nelle tenebre la luce di Cristo”.

 

Hanno dimostrato “che l’obbedienza alla legge evangelica genera una vita morale e una convivenza sociale che onorano e promuovono la dignità e la libertà di ogni persona. Sta a noi dunque raccogliere questo patrimonio unico ed eccezionale come hanno già fatto le prime generazioni cristiane che hanno costruito sulle tombe dei martiri monumentali basiliche e luoghi di pellegrinaggio per ricordare a tutti il loro supremo sacrificio”. I cristiani di oggi – ha concluso il papa nel suo messaggio – “non devono dimenticare le radici della loro esperienza di fede e dello stesso loro impegno civile”.

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Ma sulla memoria dei martiri cristiani ascoltiamo il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie al microfono di Giovanni Peduto.

 

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R. - Questo messaggio è un grande messaggio per la persona umana, per la coscienza cristiana e per la coscienza dell’Europa. La testimonianza dei primi martiri, fin dai protomartiri, quella degli apostoli Pietro e Paolo, colonne della Chiesa di Roma, e successivamente la testimonianza di tutti i Papi uccisi nei primi secoli, rammentano al nostro tempo che anche di fronte ai poteri più autoritari e totalitari c’è il primato della coscienza. E’ importante perché il nostro tempo è minacciato da una cultura che genera in molti un certo scetticismo e relativismo, come se le convinzioni non avessero importanza. La persona umana è tale in quanto persona che si determina  liberamente e non in funzione di interessi politici, economici o altro. C’è una verità, c’è Cristo che ha detto ‘Io sono la verità”. Questo è più forte di ogni potere. E’ molto importante, quindi, ricordarlo in questo nostro tempo che rischia l’appiattimento. E’ talmente importante da poter dire: sono pronto a dare la  vita per questo.

 

D. - Eminenza, oggi l’Europa si trova davanti alla sfida dell’Islam. Quale testimonianza possono dare i cristiani?

 

R. – Fondamentalmente, la testimonianza dell’amore. E’ molto importante perché abbiamo un numero sempre crescente di musulmani che vivono nei nostri Paesi. Questi musulmani ci possono insegnare “l’assoluto del Dio unico”, ma noi abbiamo da testimoniare come questo Dio unico non è un Dio che chiede l’islàm, la sottomissione cieca, ma che chiede amore perché lui stesso è vita di amore. E’ il mistero profondo della Santissima Trinità che l’Islàm non ha accettato. Dunque noi siamo, come i musulmani, adoratori del Dio unico, ma questo Dio unico, per noi, non è solitario. E’ fonte di amore permanente, anzi costitutivo delle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Naturalmente è un mistero di fede, ma noi possiamo dare la testimonianza se viviamo veramente questo messaggio che la verità si mostra a noi come amore crocifisso. E’ un grande mistero di fede che costituisce anche per quelli che non ne sono consapevoli la coscienza viva dell’Europa.

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         Al termine della seduta sono stati consegnati il premio delle Pontificie Accademie, assegnato dal Papa, alla dott.ssa Giuseppina Cipriano per il suo studio sulle origine del cristianesimo in Egitto, e la medaglia del Pontificato alla dott.ssa Sara Tamarri per i suoi studi sul Medioevo.

 

 

FORTE DEL SUO RICCO PATRIMONIO DI VALORI CRISTIANI, L’IRLANDA SVOLGA UN RUOLO ESSENZIALE NELLA COSTRUZIONE EUROPEA. COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO

 AL PRESIDENTE D’IRLANDA, MARY MCALEESE, RICEVUTO STAMANI IN VATICANO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Il futuro dell’Europa in primo piano nel colloquio tra il Papa e il presidente dell’Irlanda, la signora Mary McAleese, ricevuta stamani in Vaticano con il consorte e il seguito. Lunedì scorso, il presidente irlandese aveva visitato il Sacro Convento di Assisi, dove si è raccolta in preghiera dinnanzi alla tomba di San Francesco. Ma torniamo all’udienza di stamani con il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Grazie alla sua “ricca storia cristiana e al suo patrimonio di valori spirituali e culturali”, l’Irlanda “ha un ruolo essenziale da svolgere nella costruzione della nuova Europa”. E’ la profonda riflessione e, al tempo stesso, viva esortazione che Giovanni Paolo II ha rivolto stamani al presidente irlandese, Mary McAleese. Nel discorso, pronunciato in inglese, il Santo Padre ha auspicato che la nazione d’Irlanda “progredisca sulla strada della giustizia e della solidarietà, soprattutto nel grande impegno della riconciliazione nazionale”. L’udienza, durata circa quindici minuti, si è svolta in un clima particolarmente cordiale. Al momento dello scambio dei doni, la signora McAleese ha omaggiato il Papa con una pubblicazione sulla visita pontificia in terra irlandese del 1979. Dal canto suo, Giovanni Paolo II le ha donato un bassorilievo in bronzo, raffigurante una donna con bambino.

 

Il presidente dell’Irlanda parteciperà, oggi pomeriggio, alla celebrazione dei 375 anni di vita del Pontificio collegio irlandese, alla presenza dell’arcivescovo di Dublino, il cardinale Desmond Connel. Un passato da giornalista e docente di diritto, la signora McAleese, che è nata cinquantadue anni fa a Belfast, è il primo presidente irlandese originario del Nord dell’Irlanda. In carica dal 1997, il suo mandato presidenziale scadrà a novembre dell’anno prossimo.

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SODDISFAZIONE È STATA ESPRESSA DAL PATRIARCATO ORTODOSSO DI MOSCA

PER L'INCONTRO DI IERI IN VATICANO

TRA IL PAPA E IL PRESIDENTE RUSSO VLADIMIR PUTIN

 

Soddisfazione è stata espressa dal Patriarcato ortodosso di Mosca per l'incontro di ieri in Vaticano tra il Papa e il presidente russo Vladimir Putin. A parlarne in termini positivi è stato stamani il vicecapo delle relazioni esterne del Patriarcato, padre Vsevolod Chaplin. Il servizio di Giada Aquilino:

 

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Sulla base della soddisfazione espressa dal Patriarcato ortodosso di Mosca e forte dell’incontro di ieri pomeriggio in Vaticano con Giovanni Paolo II, nel segno di uno “sviluppo positivo nel dialogo tra Santa Sede e Patriarcato di Mosca”, il presidente russo Vladimir Putin incontrerà al suo ritorno a Mosca proprio il Patriarca ortodosso Alessio II. A darne notizia è stato oggi il portavoce presidenziale russo, Aleksiei Gromov, che si trova in Italia con Putin per la visita di Stato del capo del Cremlino e il vertice odierno Unione europea-Russia a Villa Madama, a Roma. Secondo Gromov, Putin ha telefonato al Patriarca Alessio II subito dopo l’incontro di ieri pomeriggio col Papa, per riferirgli appunto dei colloqui avuti in Vaticano.

 

Nei trenta minuti dell’incontro di ieri, il Pontefice e il capo di Stato russo – recita una nota della Sala Stampa vaticana - hanno passato in rassegna “temi di mutuo interesse” tra cui, in concreto questioni relative ai cattolici in Russia e alle loro strutture ecclesiastiche”. E di dialogo ecumenico si è parlato anche nei successivi colloqui tra il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, e il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov. Dopo aver ricordato il precedente incontro in Vaticano del 5 giugno del 2000 - “mi sembra che fosse ieri” ha scherzato il capo del Cremlino - Giovanni Paolo II e il presidente Putin hanno, inoltre, affrontato temi di stretta attualità, con uno scambio di vedute sul conflitto in Terra Santa e sulla questione irachena. Infine hanno voluto provare la loro vicinanza, baciando l'icona di Kazan, custodita in Vaticano e particolarmente venerata dagli ortodossi russi.

 

D’altra parte, già nell’incontro precedente a Palazzo Chigi col premier italiano Berlusconi, per il vertice bilaterale Italia-Russia, era stato ribadito l’impegno di Putin per favorire l’unità dei cristiani. A ricordarlo era stato proprio il presidente del Consiglio italiano:

 

“Occorre sottolineare l’impegno del presidente Putin affinché si realizzi un’intesa tra le varie Chiese della cristianità. In tutti i colloqui che noi abbiamo avuto, questo tema è sempre stato messo sul tavolo”.

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 Fin dalla vigilia della sua visita a Roma, il presidente russo Putin ha messo l’accento sull’obiettivo dell’unità dei cristiani, piuttosto che sulla possibilità di un invito al Santo Padre a recarsi a Mosca. Una scelta che ha delle profonde ragioni di politica interna, come spiega il teologo don Ermis Segatti, esperto delle realtà ecclesiali nei Paesi dell’Est, al microfono di Fabio Colagrande:

 

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R. – Da un lato ha posto l’accento su un problema che è veramente notevole per l’Europa: l’unità interconfessionale tra i cristiani, che ha i suoi risvolti specifici poi per la Russia. Per altro verso, però, ponendolo in primo piano come problema emergente, urgente, più della visita del Papa, egli si è in qualche modo svincolato dalla domanda e tutto sommato ha lasciato capire che questo non è né di sua competenza. E, soprattutto, non è prioritario per qualcuno che si pone nell’ottica di una politica russa in questo momento.

 

D. – In questo senso, quali possono essere le priorità della politica russa?

 

R. – In ambito religioso, la pace interna. Ci sono delle tensioni che raggiungono un livello di guardia piuttosto preoccupante. Tra queste c’è stato recentemente anche il problema del rapporto tra Chiesa ortodossa e cattolici. Ci sono tensioni. E, poi, si vorrebbe evitare che in un momento in cui la Russia deve affrontare il rapporto con le minoranze musulmane, l’ambito cristiano sia diviso al suo interno. Putin è una persona che guarda la questione religiosa da un punto di vista politico e che ha tutti gli interessi a non creare delle difficoltà ulteriori. Altra priorità è quella di non inimicarsi la componente largamente maggioritaria della Federazione russa, che è la componente ortodossa, la quale se dovesse in qualche modo, in questa fase, accettare una visita del Papa, vedrebbe al proprio interno il Sinodo spaccato. Quindi, in questo momento a tutti giova non toccare apertamente la questione della visita del Papa, perché destabilizzante. E un politico su queste cose è particolarmente attento.

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APOSTOLO DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

E DELLA CARITA’ VERSO I TRIBOLATI FU PADRE VALENTINO PAQUAY,

CHE DOMENICA PROSSIMA IL PAPA PROCLAMA BEATO

- A cura di Giovanni Peduto -

 

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Era nato a Tongres, in Belgio, nel 1828 da Enrico e da Anna Neven, di specchiata onestà e profondamente religiosi. Quinto di undici figli, ricevette al battesimo il nome di Luigi.

 

Dopo la morte precoce del padre, avvenuta nel 1847, ottenuto il consenso materno, entrò nell’Ordine dei Frati Minori della provincia belga, e nel 1849 emise la professione religiosa. Una volta sacerdote, fu dai superiori destinato a Hasselt, dove rimase per tutta la vita ricoprendo vari uffici.

 

Instancabile fu l’opera di Valentino Paquay nel campo dell’apostolato. Predicò quasi continuamente e, per la sua parola semplice e persuasiva, fu molto stimato specie negli ambienti popolari e presso gli istituti religiosi. Fu soprattutto assiduo al confessionale, emulando il santo Curato d’Ars, al quale talvolta fu paragonato. Spesse volte, dette prova del dono di penetrare in modo straordinario nelle coscienze dei penitenti, che venivano da lui anche da lontano.

 

Ebbe una singolare devozione alla SS.ma Eucaristia e, con il suo apostolato di mezzo secolo in favore della Comunione frequente, fu precursore attivo del famoso decreto del papa San Pio X che permise la Prima Comunione ai bambini.

 

Devoto del S. Cuore di Gesù, ne diffuse il culto e, come francescano devoto dell’Immacolata Concezione, volle celebrare con grande esultanza, nonostante la sua infermità, il cinquantenario della proclamazione del dogma che coincideva con il suo giubileo di sacerdozio. Morì a Hasselt il 1 gennaio 1905, all’età di 77 anni.

 

Il postulatore della Causa di Beatificazione, padre Luca De Rosa, ne tratteggia ulteriormente il profilo:

 

“Credo che padre Valentino ci inviti a leggere, con il suo esempio, la Tertio Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II. In particolare quando invita il sacerdote a dedicarsi con maggiore senso di responsabilità e con maggiore generosità al ministero della Riconciliazione, quel sacramento che durante l’Anno Santo ha avuto un momento di crescita, di interesse, da parte di tanti fedeli. Molti si sono accostati a questo sacramento per essere rigenerati dalla grazia. Padre Valentino potrebbe essere un invito a scoprire questo sacramento, che è il sacramento della gioia oltre che del perdono, sacramento dell’incontro con il Signore e con i fratelli, per rigenerare l’umanità attraverso la forza che scaturisce dalla croce di Cristo”.

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LA PROMOZIONE  DELLO SCAMBIO TRA POPOLI  QUALE FONDAMENTO DI PACE:

E’ L’IMPEGNO DEL CENTRO CULTURALE DI WASHINGTON LODATO DAL PAPA NELL’INCONTRO, QUESTA MATTINA, CON I RAPPRESENTANTI

 

         Incontrando, in fine mattinata, rappresentanti del Cultural Center di Washington intitolato a Giovanni Paolo II, il Papa ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno dell’Istituto nella promozione di contatti e occasioni di conoscenza tra diversi popoli e culture. “Il mutuo scambio - ha ribadito Giovanni Paolo II -  è indispensabile per la costruzione della civiltà dell’amore, che può essere il faro per illuminare il mondo in questo nuovo millennio”. 

 

 

 

ALTRE UDIENZE  E NOMINE

 

Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto mons. Pier Giacomo De Nicolò, arcivescovo di Martana e nunzio apostolico in Svizzera e nel Principato di Liechtenstein; mons. Kurt Koch,  vescovo di Basel, in Svizzera; mons. Joan Enric Vives Sicilia,  vescovo di Urgell, in Spagna; il signor Victor A. Hidalgo Justo, ambasciatore della Repubblica Dominicana in visita di congedo; monsignor Henryk Jozef Nowacki, arcivescovo di Blera e nunzio apostolico in Slovacchia.

 

Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia al governo  pastorale dell’Arcidiocesi di Southwark, in Inghilterra, presentata da monsignor Michael George Bowen, in conformità al canone 401, paragrafo 2,  del Codice di diritto canonico. Al suo posto ha nominato arcivescovo metropolita di Southwark monsignor Kevin John Patrick McDonald, finora vescovo di Northampton. Il nuovo arcivescovo metropolita di Southwark è nato a Stoke-on-Trent, nell’arcidiocesi di Birmingham, il 18 agosto 1947. E’ membro del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. In seno alla Conferenza Episcopale, svolge l’incarico di Presidente delle Commissioni per i Rapporti con gli Ebrei e con altre religioni.

 

 

400 ANNI FA NASCEVA LA PONTIFICA ACCADEMIA DELLE SCIENZE. DA DOMANI,

DIVERSE INIZIATIVE RIUNIRANNO PERSONAGGI DI SPICCO

INTORNO AL RAPPORTO TRA SCIENZA E UMANESIMO

  

Cominciano domani le iniziative per il IV° centenario della Pontificia Accademia delle Scienze che attualmente conta tra i suoi membri 80 protagonisti della ricerca scientifica di diverse parti del mondo, tra cui oltre 20 Premi Nobel. Citiamo solo i più recenti: Notori Ryoji, professore di chimica organica in Giappone e vincitore del prestigioso riconoscimento nel 2001; Blobel Gunter, professore di biologia molecolare a New York e insignito del Nobel nel 1999; Zewail Ahmed Hassan, luminare di fisica e chimica in California, anche lui nell’Olimpo degli scienziati dal 1999.

 

L’Accademia delle Scienze fu fondata a Roma nel 1603 con il nome di Linceorum Academia. Dopo varie fortune, fu restaurata nel 1847 dal Beato Pio IX quale Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei. Rifondata con nuovi statuti da Pio XI, nel 1936 prese il nuovo nome di Pontificia Academia Scientiarum.  Dal 1922, in ogni caso, ha per sede la Casina Pio IV  che si trova nei  Giardini Vaticani e che è stata di recente restaurata.

 

Tra gli appuntamenti previsti per ricordare i 400 anni di impegno dell’Accademia, in apertura c’è l'incontro del Gruppo di lavoro su "Mente, cervello ed educazione”, sotto la presidenza onoraria del premio Nobel Rita Levi Montalcini. Sarà dedicata a ripercorre la storia dell’istituzione la tavola rotonda alla quale prenderanno parte, tra gli altri, il professor Carlo Vinti, dell’Università di Perugia, Antonino Zichichi, membro dell'Accademia, Andrea Riccardi, dell’Università di Roma Tre.

 

Domenica, ci sarà la Liturgia Eucaristica celebrata dal cardinale Carlo Maria Martini nella Chiesa di S. Stefano degli Abissini. Il presidente dell’Accademia, il professor Nicola Cabibbo, terrà una relazione su "Il significato della Pontificia Accademia delle Scienze oggi". Lunedì 10, comincerà la riunione del Gruppo di lavoro su "Tecnologia delle cellule staminali e altre terapie innovative", un campo di grande attualità e impatto sociale. A "Diritti umani e bioetica" sarà dedicata la relazione del cardinale Karl Lehmann, vescovo di Magonza e presidente dell'Episcopato tedesco. Diversi, dunque, e ricchi di contributi illustri i momenti per ricordare un’Accademia  unica nel suo genere anche solo per il suo carattere sopranazionale.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con l’Iraq, segnato da nuove, sanguinose violenze.

 

Nelle vaticane, nel saluto ai membri del “Cultural Center” di Washington, Giovanni Paolo II ha esortato a costruire la cultura della pace e la civiltà dell’amore per dare la luce al mondo nel nuovo Millennio.

Il messaggio del Papa alla Consulta dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro.

Il saluto del Papa alla presidente dell'Irlanda.

 

Nelle estere, Medio Oriente: Israele rimuove il blocco imposto alle città della Cisgiordania.

Usa: Bush firma la legge che vieta l’aborto tardivo.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Pietro Borzomati dal titolo “Carlo I d’Asburgo: una storia spirituale nascosta”.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo i temi della giustizia e della mafia.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

6 novembre 2003

 

DIFENDERE I DIRITTI DEI RIFUGIATI: E’ LA SFIDA DI AMNESTY INTERNATIONAL

CHE CHIEDE DI RIDISCUTERE LE PROPOSTE FATTE IN MATERIA DI ASILO POLITICO

IN AMBITO EUROPEO

- Intervista con Daniela Carboni -

 

Difendere i diritti dei rifugiati: questa la sfida di Amnesty International che, in occasione dell’odierna riunione dei ministri della Giustizia e degli Affari interni dell’Ue, sottolinea la necessità di ritirare le proposte fatte dal Consiglio Europeo in materia di asilo politico. In particolare, l’attenzione è puntata su una direttiva, ancora in discussione, che introduce i criteri per negare o concedere lo status di rifugiato. Massimiliano Menichetti ha intervistato Daniela Carboni, responsabile dei rapporti istituzionali della Sezione italiana di Amnesty International.

 

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R. – Ci sono diversi aspetti di questa proposta di direttiva che sono per noi preoccupanti. Per esempio l’indicazione e l’introduzione di liste di cosiddetti Paesi di origine cosiddetti sicuri, per cui i Paesi dell’Unione Europea compilano una lista e chi proviene dagli Stati indicati in quella lista, di fatto, non avrà accesso alle procedure di asilo. E’ un qualcosa, secondo noi, estremamente discriminante. E, tra l’altro, in mancanza di criteri precisi, la lista rischia di essere il risultato di patteggiamenti politici che hanno ben poco a che vedere con la reale situazione dei diritti umani.

 

D. – Perché nasce questa lista?

 

R. - Crediamo che l’obiettivo sia quello, che poi è proprio del governo italiano, di cercare di limitare l’accesso a chi in realtà, poi, non ha diritto di essere dichiarato rifugiato. Ma, di fatto, si limita l’accesso a tutti, a chiunque abbia effettivamente bisogno di protezione perché sta fuggendo dalla tortura, dal rischio di  pena di morte o dalla persecuzione politica.

 

D. – Da una parte, l’Unione Europea si sta sforzando per cercare di trovare norme per arginare l’immigrazione clandestina; dall’altra, però, bisogna tutelare i diritti dei rifugiati. Come si riescono a mettere insieme queste due necessità?

 

R. – Bisogna tener conto del fatto che ci sono alcuni principi, come quello del non respingimento, che tutelano appunto gli individui dalla tortura e dalla pena di morte e che riguardano chiunque entri in questo caso nell’Unione Europea che, anche se non fa richiesta di asilo, non deve essere assolutamente respinto. Poi, in ogni caso, bisogna tener conto che fra quelli che vengono chiamati immigrati clandestini, quindi persone che entrano in maniera irregolare nei nostri Paesi, ci sono tantissime persone che non hanno altro modo per arrivare qua e chiedere protezione. E a loro bisogna dare assolutamente il pieno accesso alle procedure, bisogna facilitare la loro richiesta del diritto d’asilo. Occorre rendersi conto che gli ingressi di persone che richiedono aiuto non sono un’invasione di persone pericolose, ma sono una richiesta di tutela dei diritti umani, dei diritti individuali.

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CHIESA E SOCIETA’

6 novembre 2003

 

 

IL CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN RIBADISCE IL NO DEI VESCOVI FRANCESI

ALL’INTRODUZIONE DI UNA LEGGE CHE VIETI ALLE RAGAZZE MUSULMANE

DI INDOSSARE IL VELO IN CLASSE: “METTEREBBE IN QUESTIONE –AFFERMA –  

LA CONCORDIA E LA PACE CIVILE”

 

LOURDES. = La Chiesa francese intende lavorare per rafforzare la solidarietà all’interno della nazione “senza lasciare che il suo apporto sia confinato alla custodia del patrimonio culturale, ma testimoniando la fede in Cristo espressa nella fecondità sociale”. E’ una delle affermazioni centrali della prolusione tenuta, ieri a Lourdes, dall’arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard, presidente della Conferenza episcopale di Francia, all’inizio dei lavori dell’annuale plenaria dei vescovi. Ai lavori era presente il neo-cardinale Jean-Louis Tauran che ha ribadito il doppio no dell’episcopato francese sia ad una legge che vieti alle studentesse musulmane di indossare il velo in classe, sia ad una modifica della legge del 1905 che istituisce la separazione fra Chiesa e Stato.  “Bisogna evitare che, per un problema minore, si rimetta in questione un secolo di giurisprudenza che ha portato la concordia religiosa e la pace civile”, ha affermato ieri il cardinale Tauran in conferenza stampa. Ed ha denunciato una “tendenza di certi settori della società francese a voler privatizzare la religione”, tendenza che il porporato ritiene non condivisa nemmeno dal premier Jean-Pierre Raffarin. Quest’ultimo durante la sua recente visita in Vaticano per la beatificazione di Madre Teresa aveva ripetuto “che la laicità non vuol dire che ci sia un ateismo di Stato”. (A.D.C.)

 

 

LA CHIESA CATTOLICA  LOCALE AL LAVORO PER RIPORTARE LA PACE NELLO SRI LANKA.

L’ARCIVESCOVO DI COLOMBO, OSWALD GOMIS, MEDIA TRA LE FORZE POLITICHE

SPACCATE DALLA RECENTE CRISI ISTITUZIONALE

 

COLOMBO. = La Chiesa cattolica tenta una mediazione per riportare la serenità ai vertici istituzionali dello Sri Lanka. E’ lo stesso arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza episcopale locale, Oswand Gomis, a reggere le fila del negoziato. “Non posso dire di essere ottimista” ha affermato dicendosi è comunque deciso ad impegnarsi nel fare tutto il possibile “per riportare un clima di serenità” nel Paese. Il presule ha sostenuto di “voler cercare di costruire un ponte fra i due gruppi politici che stanno confrontandosi, partecipando agli incontri tra le due parti” e sperando di “riuscire a dare un contributo di pace per una mediazione”. Mons. Gomis ha, inoltre, commentato le grandi sofferenze che questo conflitto istituzionale sta portando in Asia, dove le comunità cristiane si sono unite per levare preghiere di pace. Anche i missionari di Colombo e Jaffna si sono detti allarmati per la crisi che sta lacerando il Paese ed hanno chiesto il sostegno internazionale per la pace e la preghiera di tutti i fedeli del mondo. (M.A.) 

 

 

BRUTALMENTE UCCISO DA RIBELLI UGANDESI IN UN AGGUATO

IL 46.ENNE SACERDOTE AFRICANO PADRE MATTHEW OKUN LAGORO,

PARROCO DI UNA CHIESA GIA’ NEL BERSAGLIO DEI MILIZIANI

 

MADI OPEI (UGANDA). = Un nuovo omicidio contro un membro della Chiesa cattolica bagna di sangue uno Stato africano, in questo caso l’Uganda. Un sacerdote, padre Matthew Okun Lagoro, 46 anni, ugandese di etnia acholi, è stato ucciso ieri – secondo fonti della Misna – dopo essere caduto in un’imboscata tesa dai ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lra), lungo la strada tra Mucwini e Madi Opei, nel distretto settentrionale di Kitgum. Padre Lagoro stava rientrando nella sua parrocchia dopo un mese di assenza quando, secondo le prime informazioni, nei pressi del villaggio di Okol, i miliziani hanno fermato l’auto sulla quale il sacerdote viaggiava con altre persone, oltre ad una seconda vettura. Probabilmente, i ribelli hanno dapprima sparato contro gli occupanti e poi hanno appiccato il fuoco alle due vetture. Nella zona del brutale omicidio, i ribelli dell’Lra – attivi da oltre 15 anni nel nord Uganda – agiscono impunemente contro la popolazione civile, seminando morte e terrore. All’inizio di giugno, la parrocchia di padre Lagoro era stata assaltata dalle bande armate del Lord’s Resistence Army (Lra), che in quell’occasione avevano dato fuoco a un centinaio di capanne. (A.D.C.)

 

 

INVOCATO DAI VESCOVI CROATI, IN UNA LETTERA PASTORALE,

UN PIU’ DECISO SVILUPPO INTEGRALE DEL PAESE

E UN PROFONDO RINNOVAMENTO MORALE,

ALLA VIGILIA DELLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE

 

ZAGABRIA. = Rinnovamento spirituale e morale della società e della popolazione, eliminazione delle conseguenze imposte nel passato dal sistema totalitario e dalla guerra. Cura dei poveri e dei deboli, la concessione di maggiori e sistematici aiuti alle famiglie, compreso il sostegno all’educazione per le giovani generazioni, così da contrastare il regresso demografico. E ancora: incentivazione dell’agricoltura, della navigazione e dello sviluppo di tutte le regioni del Paese, tutela dell’ambiente e di tutti gli aspetti necessari a preservare l’identità culturale di uno Stato che guarda all’integrazione europea. Queste sono le priorità indicate dai vescovi croati agli elettori che il prossimo 23 novembre saranno alle urne per rinnovare il Parlamento. In una lettera pastorale diretta ai fedeli croati i vescovi, riuniti recentemente in assemblea plenaria a Hvar, esortano all’impegno civile e politico soprattutto i giovani, sottolineando che per la realizzazione di tali priorità sono necessari sacrifici, senso della solidarietà e una maggiore comprensione nei confronti di ciò che in questo momento è “il bene comune”. Del resto – ricordano – è stato lo stesso Giovanni Paolo II, nel suo viaggio in Croazia del giugno scorso, a ribadire molti dei valori “sui quali costruire il futuro comune”. Dopodomani, intanto, in segno di ringraziamento per la visita apostolica di giugno e per festeggiare il 25.mo del Pontefice, circa 7 mila pellegrini croati saranno ricevuti dal Papa in Aula Paolo VI. (A.D.C.)

 

 

DOPO L’INCONTRO PROMOSSO DALLA CONFERENZA EPISCOPALE SUDCOREANA,

UN MIGLIAIO DI COPPIE CATTOLICHE SONO IMPEGNATE  NEL RILANCIO MISSIONARIO ALL’INTERNO DELLA SOCIETA’ CIVILE

 

SEUL. = La Conferenza episcopale della Corea del Sud ha riunito, in questi giorni, oltre mille coppie cattoliche che hanno celebrato un rinnovo delle promesse matrimoniali, si sono impegnate a vivere nella santità cristiana e ad offrire un’educazione cristiana ai propri figli, come segno principale di un ritrovato slancio di testimonianza missionaria all’interno della società sudcoreana. L’incontro ha rappresentato, per i laici che sentono di aiutare la Chiesa nel difficile cammino dell’evangelizzazione, la possibilità di ricevere una formazione migliore, accademica e spirituale. Anche se i cattolici rappresentano una minoranza del Paese, i laici svolgono un ruolo importantissimo nel campo educativo, sanitario e del servizio sociale. Lavorano per il rispetto della persona e della giustizia e per la promozione della pace e della riconciliazione. La Chiesa cattolica coreana, che non ha mai smesso di aiutare in ogni modo i fratelli del Nord Corea, si sta prodigando inoltre nel costruire rapporti più stretti di comunione con le Chiese di Stati Uniti e Giappone. Nell’incontro, intitolato “Siamo una sola cosa per sempre”, l’arcivescovo di Taegu, Paul Ri mun-hi, rivolgendosi ai partecipanti, ha concluso: “L’uomo e la donna sono chiamati a formare un cuore e un corpo unico e per questo devono rinunciare a se stessi e mettersi al servizio gli uni degli altri”. (M.A.)

 

 

SETTEMILA VOLUMI CONSULTABILI SU COMPUTER VOCALI:

SI TRATTA DELLA PRIMA BIBLIOTECA VIRTUALE

PER NON VEDENTI IN LINGUA SPAGNOLA,

REALIZZATA DA UN GRUPPO DI GIOVANI ARGENTINI

 

BUENOS AIRES. = “Tiflolibros” è la prima biblioteca virtuale per non vedenti in lingua spagnola realizzata, con quattro anni di lavoro, da un gruppo di giovani argentini. Nella banca dati della biblioteca, sono stati digitalizzati 7.200 titoli, a disposizione di 900 utenti di 30 Paesi di lingua spagnola. Il progetto prevede sia l'aumento degli utenti sia quello dei volumi on line, grazie al contributo di scrittori, case editrici e utilizzatori che decidano di condividere in rete i loro titoli. Per poter essere utilizzati, i testi vengono digitalizzati, passati attraverso un lettore ottico di caratteri che modifica l’immagine in lettere e spazi e, infine, letti da un programma che trasforma i dati in voce. Per accedere alla biblioteca virtuale è necessario registrarsi e dichiarare di essere non vedenti o portatori di un handicap fisico che impedisca l’uso di un libro cartaceo. Per un vedente sarà comunque impossibile leggere qualsiasi volume sullo schermo perché i testi saranno visualizzati in bianco su sfondo bianco. “Il programma ci permetterà di usare ogni libro come se fosse un testo cartaceo, riassumendo, sottolineando il testo e scrivendo appunti”, ha spiegato Pablo Lecuona, 28 anni, uno degli ideatori dell’iniziativa. Il progetto è stato chiamato ‘Tiflolibros’ dal nome dell’isola di Tiflos dove, secondo la mitologia greca, venivano esiliati i non vedenti. Al mondo esistono, finora, solo altri tre progetti del genere: due in lingua portoghese e un terzo, statunitense, in inglese, accessibile però ai soli cittadini Usa. (A.D.C)

 

 

QUESTA MATTINA, IN SALA MARCONI, IL DIBATTITO SU

“RADICI CULTURALI E IDENTITA’ EUROPEA”,

ORGANIZZATO DAL VICARIATO DI ROMA

 

CITTA’ DEL VATICANO. = Incontro-dibattito, questa mattina, sul tema “Radici culturali e identità europea”, organizzato dal Vicariato di Roma presso la sede della nostra emittente, a Palazzo Pio. L’iniziativa coincide con la  pubblicazione degli atti del Simposio Europeo “Università e Chiesa in Europa” nell’omonimo volume edito dalla ElleDiCi. Il Simposio si è tenuto per iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) e della Cei,  in segno di omaggio al Santo Padre per il 25.mo di Pontificato. Tra gli interventi, quello del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e vicepresidente del Ccee, che ha sottolineato la necessità per i cristiani di non accettare un’Europa fondata sui valori commerciali e senza radici cristiane. La Chiesa – ha rimarcato – non avanza pretese egemoniche, ma coltiva il rispetto delle legittime diversità di pensiero e di espressione. 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

6 novembre 2003

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Non si arresta l’ondata di violenze in Iraq dove, ieri sera, è stato ucciso un soldato statunitense in un agguato perpetrato a Sud di Baghdad. Proprio a causa della difficile gestione del dopoguerra nel Paese arabo, gli Stati Uniti hanno fissato un piano per ridurre di oltre 30 mila uomini le loro forze militari stanziate nel Golfo Persico. Il quotidiano “New York Times” ha intanto rivelato, oggi, che i servizi iracheni hanno tentato di evitare la guerra cercando di raggiungere un accordo in extremis con gli americani invitandoli ad inviare militari ed esperti per verificare l’assenza di armi di distruzioni di massa in Iraq.

 

Orientare verso la pace i rapporti tra i Paesi africani nella zona dei Grandi Laghi, anche attraverso il sostegno al governo della Repubblica Democratica del Congo. E’ questo uno dei temi affrontati, ieri, alla Casa Bianca nell’incontro tra il presidente Bush ed il suo omologo congolese, Kabila, giunto alla guida del Paese alla morte del padre nel 2001.

 

Serrato confronto negli Stati Uniti sulla legge che proibisce l’aborto in gravidanza avanzata. Sulla normativa, che non consente l’interruzione della maternità negli ultimi tre mesi, si è registrato ieri lo scontro tra la Casa Bianca e la magistratura americana. Il servizio, da New York, di Paolo Mastrolilli:

 

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Ieri, il presidente Bush ha firmato la legge che proibisce questa pratica usata in genere l’ultimo trimestre di gestazione. Ma poche ore dopo un giudice del Nebraska ha bloccato la sua applicazione sostenendo che il nuovo testo viola la costituzione, perché non prevede un’eccezione in caso di pericolo per la salute della madre. Simili ricorsi legali sono già pronti anche a New York e Los Angeles e il Movimento abortista promette di portare la questione fino alla Corte Suprema. La legge, entrata ieri in vigore con la firma di Bush, è la prima limitazione imposta all’aborto, da quando proprio la Corte Suprema l’organizzò negli Stati Uniti con una sentenza emessa nel 1973. Il Congresso l’aveva già approvata due volte durante l’amministra-zione Clinton, ma l’allora presidente l’aveva bloccata usando il veto. Bush ha detto che il provvedimento era necessario per difendere la vita dei nascituri da un atto di violenza, ma ora la parola passa ai tribunali che dovranno giudicare la costituzionalità del testo.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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In Medio Oriente si registrano gravi focolai di tensione. Una donna palestinese di 38 anni è rimasta uccisa questa mattina durante un’operazione dell’e-sercito israeliano a Nablus, in Cisgiordania. Una trasmissione televisiva, ad uso interno del lancio sperimentale di un missile segreto in Israele, è intanto finita sugli schermi di tutto il mondo arabo. Per un’apparente dimenticanza non sono state infatti criptate le immagini diffuse dal satellite israeliano ‘Amos’.

 

Nello Sri Lanka prosegue lo scontro politico tra il primo ministro, Ranil Wickremesinghe, e il presidente, Chandrika Kumaratunga. Il premier del Paese asiatico ha dichiarato, durante il suo incontro di ieri con il capo di Stato americano George Bush, di avere ancora un mandato e di volerlo rispettare per realizzare gli sforzi di pacificazione con i ribelli Tamil. Chandrika Kumaratunga ha intanto annunciato di aver assunto il totale controllo dei mezzi di informazione pubblici per preservare “la libertà di espressione”. Sulla complessa situazione dello Sri Lanka ci riferisce Maria Grazia Coggiola:

 

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Il premier Wickremesinghe ritorna domani da Washington, dove si era recato per consultazioni con il presidente Bush. Uscendo dalla Casa Bianca ha dichiarato di avere la maggioranza in Parlamento e un mandato di riportare la pace nel Paese. Ma quando atterrerà a Colombo si troverà di fronte una situazione complessa. Utilizzando i suoi poteri costituzionali la signora Kumaratunga controlla tre ministeri chiave: ha chiuso il Parlamento per due settimane, schierato le truppe nelle strade di Colombo e da ultimo, ieri, ha decretato lo stato di emergenza per 10 giorni. E’ un golpe costituzionale: la presidente ha di fatto il potere  su esercito, polizia e sui mezzi di comunicazione. Sarà difficile per il primo ministro Vikremassing, a questo punto, continuare a governare, anche se rimane in pieno controllo del Parlamento, dove ha il supporto da parte di 124 su 225 deputati.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Gazia Coggiola.

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In Georgia rischiano di causare una guerra civile le elezioni legislative di domenica scorsa, che vedono in testa l’opposizione guidata da Mikhail Saakachvili. Ieri a Tbilisi nuove manifestazioni di protesta contro il presidente Shevardnadze, esortato a prendere atto della sconfitta e a rendere pubblici i risultati.

 

Per la messa a punto di un vaccino contro la Sars bisogna attendere almeno due anni. Ad affermarlo è il direttore dell’Organizzazione mondiale per la salute, Lee Jong-Wook, al termine di una conferenza che ha visto impegnati 50 ricercatori di oltre 15 Paesi che si sono scambiati le rispettive informazioni sulle possibilità di combattere la polmonite atipica.

 

Il pellegrinaggio della nave da crociera britannica ‘Aurora’ è finito. La nave, a bordo della quale è scoppiata una violenta epidemia di gastroenterite, è giunta oggi nel porto britannico di Southampton. La vicenda ha causato anche una mini crisi diplomatica tra Londra e Madrid, a causa della decisione delle autorità spagnole di chiudere la frontiera con Gibilterra.

 

La legge marziale sarà in vigore nella provincia di Aceh per altri 6 mesi. La decisione del governo indonesiano, riunito stamattina in un vertice di emergenza, è stata duramente criticata dalle organizzazioni umanitarie, che hanno invitato ad una rapida ripresa dei colloqui con la guerriglia separatista. Ad Emanuele Giordana, giornalista di Lettera 22, Andrea Sarubbi ha chiesto i motivi di questa scelta militare da parte delle autorità di Giakarta:

 

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R. – C’è un’alleanza perniciosa tra la presidente Megawati Sukarnoputri ed i militari, un’alleanza che sa di antico, in previsione delle prossime elezioni presidenziali nel 2004. Un’asse per pagare la quale, la presidente ha ceduto alle pressioni dei militari. La posizione della società civile indonesiana è contro questa guerra, ma c’è una difficoltà a documentare quanto sta avvenendo perché il governo ha impedito a tutte le Ong di lavorare a Sumatra, ha impedito ai giornalisti non al seguito dei militari di coprire gli avvenimenti, e di conseguenza noi sappiamo molto poco di quanto stia accadendo.

 

D. – Quanto è presente in questa guerra la matrice religiosa?

 

R. – Benché a Sumatra ci sia una tradizione di Islam piuttosto radicale, in realtà la matrice del movimento non è religiosa, è una matrice autonomista e secessionista. Va tenuto conto che si tratta di zone dove c’è petrolio, gas naturale, ricchezze del sottosuolo, che sono sempre state rapinate – io credo che il termine si possa tranquillamente usare – dal governo centrale.

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Nello Stato indonesiano è salito a 102 morti il bilancio delle vittime delle violente inondazioni che hanno devastato l’area turistica di Sumatra.

 

In Russia l’esplosione di una autobomba ha causato, stamani, la morte di due persone e cinque feriti a Ufa, capitale della Bashkiria, negli Urali.

 

Il dissidente cinese He Depu, uno dei fondatori del Partito democratico cinese, è stato condannato oggi a otto anni di prigione per “sovversione”.

 

Sospendere i conflitti in occasione delle Olimpiadi di Atene. E’ questo l’appello lanciato, ieri, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha accolto la risoluzione presentata dalla Grecia in vista dei prossimi giochi olimpici.

 

In Arabia Saudita un militante islamico è stato ucciso questa mattina, a Riad, durante uno scontro fra la sicurezza saudita ed alcuni militanti musulmani.

 

Michael Howard è stato nominato capo del partito conservatore britannico e leader dell’opposizione. Succede a Duncan Smith.

 

La Camera italiana ha approvato le mozioni della maggioranza che impegnano il governo a continuare l’intensa azione diplomatica e politica per pervenire ad una abolizione universale della pena di morte.

 

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