RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 309 - Testo della
Trasmissione di mercoledì 5 novembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Dio interviene nella storia condannando l’ingiustizia:
così il Papa all’udienza generale di oggi
La festa ieri in Aula Paolo VI per l’onomastico
del Papa
Le beatificazioni di domenica: oggi
parliamo di Bonifacia Rodríguez Castro
Intervento del cardinale
Raffaele Martino all’Unesco
OGGI IN PRIMO PIANO:
Una mostra a Roma sui Santi Patroni del
Lazio.
CHIESA E SOCIETA’:
Assassinati in Colombia da sconosciuti, un sacerdote e la sua
segretaria
La Caritas italiana ha destinato 26 mila euro per far fronte
all’emergenza umanitaria della Liberia
In Iraq, triplicati in dieci anni
i casi di decesso di donne in gravidanza o durante il parto.
Prevista in Iraq la
formazione di una nuova forza irachena che opererà insieme alle truppe della
coalizione per garantire la sicurezza del Paese arabo
Nelle elezioni
politiche in Georgia si profila una netta vittoria dell’opposizione guidata da Mikhail Saakachvili
In Italia si insegue
la pista anarco-insurrezionalista per i pacchi bomba recapitati ieri a Roma e
Viterbo
5 novembre 2003
DIO INTERVIENE NELLA STORIA CONDANNANDO
L’INGIUSTIZIA: COSI’ IL PAPA NELL’UDIENZA GENERALE DI STAMANE IN UNA PIAZZA SAN
PIETRO ASSOLATA
E
AFFOLLATA DI PELLEGRINI. AL TERMINE DELL’INCONTRO IL LUNGO APPLAUSO
DEI
FEDELI E’ RISUONATO PER L’INTERA VIA DELLA CONCILIAZIONE,
UN GRAZIE A GIOVANNI PAOLO II PER LA SUA
TESTIMONIANZA
DI
SOFFERENZA NELLA FEDE
-
Servizio di Roberta Gisotti -
**********
Non si
è risparmiato anche quest’oggi il Papa, che con voce sofferta ha letto la sua
catechesi sul sagrato della basilica di San Pietro - vista la splendida
mattinata di sole novembrino - davanti alle migliaia di fedeli di ogni parte
del mondo, che hanno affollato la Piazza, venuti come ogni mercoledì per
ascoltare la sua parola, sempre d’incoraggiamento, e partecipare il loro grande
affetto.
“Come
incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della
sera”. E’ il Salmo che apre i Vespri domenicali della prima settimana e che
“riflette - ha spiegato Giovanni Paolo II - lo spirito della teologia profetica
che unisce intimamente il culto alla vita, la preghiera all’esistenza”.
“La
stessa orazione fatta con cuore puro e sincero diventa un sacrificio offerto a
Dio”.
Il
salmista supplica poi Dio “perché
impedisca che le sue labbra e i sentimenti del suo cuore siano attratti e
irretiti dal male e lo inducano a compiere ‘azioni inique’” “Parole e opera
sono infatti l’espressione della scelta morale della persona. È facile
che il male eserciti tanta attrazione da spingere anche il fedele a gustare «i
cibi deliziosi» che i peccatori possono offrire.”
“Il Salmo acquista quasi il sapore di un esame di
coscienza, cui segue l’impegno di scegliere sempre le vie di Dio”.
Non solo “il rifiuto di ogni complicità con l’empio”, ma
“una condanna sdegnata”: con espressioni veementi il salmista si dissocia dal
malvagio, dichiara la sua “ostilità al male” sceglie il bene nella “certezza
che Dio interviene nella storia col suo giudizio di severa condanna
dell’ingiustizia”.
“E’ un canto di fede, di gratitudine e di gioia”.
“Pregate
per me”: ha detto, ancora una volta, Giovanni Paolo II rivolto a tutti i
pellegrini nei saluti finali
**********
GRANDE FESTA IERI IN AULA PAOLO VI PER
L’ONOMASTICO DEL PAPA
“Beata semente”. E’ il titolo della manifestazione
svoltasi ieri, memoria liturgica di San Carlo Borromeo, nell’Aula Paolo VI in
Vaticano in occasione dell’onomastico del Papa e del 25.mo di Pontificato.
L’evento, promosso dalla “Fondazione Giovanni Paolo II”, è stato caratterizzato
dalla lettura di poesie del Santo Padre, con brani del Trittico Romano, e di
passi evangelici. Il servizio di Salvatore Sabatino:
**********
(musica)
Un
caldo abbraccio fatto di musica e poesia.
Una grande festa in onore di Giovanni Paolo II, in un’Aula Paolo VI
gremita da tanti pellegrini accorsi con gioia
dalla Polonia per manifestare il proprio affetto al Papa, nella memoria liturgica di San Carlo Borromeo e in
occasione del XXV anno di Pontificato. Al centro dell’evento, la lettura di
poesie del Santo Padre, con brani dal Trittico Romano, e di passi evangelici.
“A Emilia, madre mia”, passando per “Alla speranza che va oltre la fine”, per
giungere poi al “Magnificat”:
“Esalta, anima mia, la gloria del Signore. Padre d’immensa
poesia – così buono. Egli ha cinto la mia giovinezza di un ritmo stupendo, ha
forgiato il mio canto sopra un incudine di quercia”.
(musica)
Ma anche la musica. La grande
musica, con la straordinaria voce di Edyta Geppert, vera star del panorama
musicale polacco ...
(musica)
E poi Halina Frackowiak, che ha incantato la platea con
un’interpretazione davvero toccante di brani tra i più importanti della sua
carriera:
(musica)
Il Santo Padre non è voluto mancare a quest’evento,
portando il suo saluto di gioia e riconoscenza. Un ringraziamento particolare è
giunto alla Fondazione Giovanni Paolo II, che ha organizzato la serata:
(Parole in polacco ...)
“Sono grato
perché essa è divenuta l’occasione per incontrare il numeroso stuolo dei miei
connazionali - ha detto il Pontefice -
abitanti a Roma e giunti da varie parti del mondo. Da tanto tempo ormai non si
è più avuto un incontro di questo genere”.
Ad accoglierlo tanta gioia, che ha preso la forma di una vera grande festa:
(applausi)
**********
ALTRE UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto
l’arcivescovo Alberto Bottari de Castello, nunzio apostolico in Gambia, Guinea,
Liberia e Sierra Leone.
Il Santo Padre ha
accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Cap-Haïtien
(Haiti), presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo François
Gayot, della Compagnia dei Monfortani. Al suo posto Giovanni Paolo II ha
nominato arcivescovo della medesima diocesi mons. Hubert Constant, dei
Missionari Oblati di Maria Immacolata, finora vescovo di Fort-Liberté. Il
neo-presule, 72 anni, è originario della diocesi di Les Cayes. Ordinato
sacerdote il 15 settembre 1958 è stato superiore provinciale dei Padri Oblati
di Maria Immaco-lata in Haiti (1981-1987). Dal 1999 è presidente della Conferenza
episcopale di Haiti.
Il
Santo Padre ha nominato vescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il
Santuario della Madonna del Rosario di Pompei il sacerdote Carlo Liberati, del
clero della diocesi di Fabriano-Matelica, finora delegato dell’Amministrazione
del Patrimonio della Sede Apostolica.
Il Pontefice ha nominato vescovo coadiutore di Luziânia,
in Brasile, il reverendo padre Afonso Fioreze, dei Padri Passionisti, finora
parroco in Itaboraí, nell’arcidiocesi di Niterói.
Il Papa
ha nominato sottosegretario della Congregazione per il Clero il sacerdote
Giovanni Carrù, dell'arcidiocesi di Torino, parroco del Duomo di Chieri.
AMO’ EROICAMENTE LE FIGLIE
SPIRITUALI CHE LA RIFIUTARONO,
BONIFACIA
RODRIGUEZ CASTRO: IL PAPA LA PROCLAMA BEATA DOMENICA PROSSIMA
- A
cura di Giovanni Peduto -
**********
Nacque
a Salamanca (Spagna) nel 1837 da famiglia di artigiani. Sperimentò già da
ragazza, per la morte del padre, le dure condizioni di lavoro delle donne
operaie di quell’epoca: orari estenuanti e salari minimi. Una volta sistemati i
suoi cinque fratelli e sorelle – lei era la più grande – poté coronare il sogno
della sua vita: dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità. Decisivo fu
l’incontro con il padre gesuita Francisco Javier Butinyà y Hospital che la
indirizzò alla vita religiosa assieme ad alcune compagne che si erano unite a
lei nella pietà. Nasce così la Congregazione delle Figlie di San Giuseppe che
aprono dei lavoratori artigianali per ragazze e donne in necessità. Tutto
procede fino a quanto per l’invidia di alcuni ecclesiastici Bonifacia viene
destituita da superiora e lascia Salamanca per riparare a Zamora, dove pure
fonda una nuova casa, ma sempre con cuore alle sue prime figlie che tuttavia la
emarginano completamente. Vengono riconosciute dalla Santa Sede le Figlie di
San Giuseppe di Salamanca ma non quelle di Zamora e questa fu la più dura
umiliazione per Bonifacia. Venerata come una santa, muore a Zamora l’8 agosto
del 1905 lasciando come eredità un cammino di spiritualità basato sulla
santificazione del lavoro unito alla preghiera, nella semplicità della vita
quotidiana. Dopo la sua morte, le case di Salamanca e di Zamora si unificarono.
Suor Vittoria Lopez ci ha così tratteggiato il carisma della sua Fondatrice:
“Credo
che suor Bonifacia sia una donna che ha vissuto il Vangelo profondamente: direi
che l’umiltà e, soprattutto, la carità fraterna, è quello che più caratterizza
questa nuova Beata. Bonifacia Rodriguez ha avuto una vita molto difficile
perché è stata perseguitata dalla sua stessa comunità, dalla comunità fondata
da lei a Salamanca, e lei ha avuto una sola risposta per le suore che l’hanno
fatta tanto soffrire: il perdono, l’amore fraterno fino alla fine ed un
atteggiamento veramente fiducioso verso di loro, dimenticando tutto e facendo
sempre il bene e tutto quello che poteva per le suore di Salamanca. Il
principale messaggio di Bonifacia è quello di seguire le orme di Gesù,
l’artigiano di Nazareth, che lavora durante la sua vita occulta insieme ai suoi
genitori facendo della vita quotidiana veramente un sacramento ed un luogo
d’incontro con Dio”.
**********
L’ATTUALITA’ DELLA PACEM IN TERRIS:
RICORDATA
DAL CARDINALE MARTINO NELL’INCONTRO IERI,
NELLA SEDE DELL’UNESCO A PARIGI, A 40 ANNI DALLA PROMULGAZIONE
“La
strada della pace è l’unica che consente di costruire una società più giusta e
solidale”: lo ha affermato il cardinale Renato Martino, presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel seminario, organizzato
ieri a Parigi nella sede dell’Unesco, a 40 anni dalla promulgazione
dell’Enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII. “E’ compito dei
credenti e di ogni uomo di buona volontà – ha detto il cardinale Martino
–adoperarsi perché il futuro dell’umanità sia ancorato alla causa e alla cultura
della pace”, un obiettivo condiviso dall’Une-sco, l’organismo delle Nazioni
Unite che si occupa di educazione, scienze e cultura. Verità, giustizia, amore, libertà sono i pilastri indicati dalla Pacem
in terris per costruire la cultura
della pace. Il cardinale Martino ne ha ricordato il valore di attualità,
sottolineando che “la causa della pace non deve essere messa a repentaglio da
ingiustificabili scontri tra culture, civiltà o tanto meno, religioni”.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre
sottolineando che - all'udienza generale - nel caloroso abbraccio di migliaia
di fedeli è vibrato il gioioso augurio della Chiesa a Giovanni Paolo II,
all'indomani del suo onomastico.
Sempre in prima, la notizia
dell'uccisione, in Colombia, di un sacerdote e di una collaboratrice della sua
parrocchia.
Nelle vaticane, nel discorso
alla “Fondazione Giovanni Paolo II” e a pellegrini di alcune diocesi polacche,
il Santo Padre ha auspicato che la memoria degli eventi compiutisi nella
Chiesa e nel mondo nell’ultimo quarto di secolo formi l’identità cristiana
delle generazioni future.
Nel messaggio all'Assemblea
plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani,
il Papa ha ribadito il “primato” della preghiera nel cammino verso la piena
unità di tutti i cristiani.
Un articolo di Giampaolo Mattei
sulle celebrazioni - che inizieranno il 9 gennaio 2004 - per ricordare Giorgio
la Pira nel centenario della nascita.
Nelle estere, l'intervento del
capo delegazione della Santa Sede alla Conferenza internazionale dei Paesi
donatori per l’Iraq, svoltasi a Madrid.
Riguardo sempre all’Iraq, in
rilievo l’attacco compiuto contro il quartier generale Usa a Baghdad; gli Stati
Uniti contrari al ritorno degli ispettori Onu per il disarmo.
Nella pagina culturale, un
articolo di Franco Patruno sul film di Ermanno Olmi dal titolo “Cantando dietro
i paraventi”.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la drammatica vicenda dei pacchi-bomba.
=======ooo=======
5 novembre 2003
IL PRESIDENTE RUSSO PUTIN IN ITALIA E IN VATICANO
Il
presidente russo Vladimir Putin in visita in Italia ha incontrato oggi il
presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Questa sera alle 18,00
incontrerà Giovanni Paolo II in Vaticano. Il servizio di Giada Aquilino.
**********
L’Unione
Europea è il più grande partner economico della Russia. L’Italia è il primo
cliente per le esportazioni di Mosca nel settore degli idrocarburi. Non vengono
celati i grandi interessi economici che fanno da sfondo a questa due giorni di
Vladimir Putin a Roma. Per il vertice bilaterale con l’Italia, stamani il
presidente russo è giunto poco dopo le 10.00 al Quirinale. Ad accoglierlo il
capo di Stato italiano, Carlo Azeglio Ciampi. Insieme hanno inaugurato la
mostra dedicata alla Madonna Litta, lo splendido quadro di Leonardo custodito
all’Ermitage di San Pietroburgo. L’attenzione dei due capi di Stato si è
spostata poi sui rapporti Roma-Mosca, ma anche sull’attualità internazionale,
in particolare sulla crisi in Medio Oriente: l’aggravarsi della situazione in
Terra Santa – hanno spiegato Ciampi e Putin – “impone di rafforzare il nostro
impegno” in favore di israeliani e palestinesi. D’altra parte, ha aggiunto
Ciampi, Italia e Russia nell’affrontare le grandi sfide del XXI secolo puntano
a rafforzare gli “strumenti a disposizione della comunità internazionale per
far fronte alle situazioni di crisi”:
“Italia e Russia hanno fiducia nelle Nazioni Unite. La
loro collaborazione consentirà di potenziarne il ruolo. Le recenti decisione
del Consiglio di Sicurezza concernenti l’Afghanistan e l’Iraq c’incoraggiano
nel convincimento che, per perseguire la pace, dobbiamo procedere sull’azione
della strada multilaterale”.
A proposito delle relazioni con Mosca, poi, l’auspicio di
Ciampi è stato quello che la Russia “faccia ricorso più frequente all’euro
nelle sue transazioni finanziarie”. Putin ha risposto rassicurando l’alleato
italiano e ha ringraziato Roma per il processo di avvicinamento tra l’Unione Europea
e la Russia:
PAROLE RUSSE
“Possiamo constatare il progressivo avanzamento dei nostri
rapporti in molti campi, innanzitutto in quelli politico, economico,
scientifico, culturale e umanitario”.
Lasciato il colle del Quirinale, Putin ha reso omaggio all'Altare
della Patria, per poi trasferirsi a Villa Doria Pamphili e – nel pomeriggio –
sarà a Palazzo Chigi, per incontri col premier Silvio Berlusconi, presidente di
turno dell’Ue, e con i ministri del suo governo. Nel corso dei colloqui
verranno firmati accordi commerciali e non, sullo sfondo di un’Europa che era
dei Quindici e presto sarà del Venticinque, a maggio 2004: un allargamento ad
Est seguito con particolare attenzione da Mosca, la quale sa bene che i
rapporti con l’Occidente significano per la Russia grandi investimenti esteri,
una quota maggiore nel mercato dell’energia e – non ultima – una linea meno
dura della comunità internazionale sulle posizioni del Cremlino riguardo alla
Cecenia. Alle 18.00, Putin sarà ricevuto in Vaticano dal Papa – dopo un primo
incontro risalente al 5 giugno 2000 – e domani sarà la volta del vertice
Ue-Russia a Villa Madama.
**********
LA
CRISI NELLO SRI LANKA: DECRETATO LO STATO D’EMERGENZA
-
Intervista con Sergio Trippòdo -
La
presidente dello Sri Lanka Chandrika Kumaratunga, che ieri ha esautorato tre
ministri e sospeso il Parlamento fino al prossimo 19 novembre, ha decretato
oggi lo stato di emergenza dopo aver assicurato che intende rispettare la
tregua, firmata nel febbraio 2002, con il movimento della guerriglia
separatista delle Tigri Tamil. Sulla situazione dello Sri Lanka, ci riferisce
Maria Grazia Coggiola:
**********
E’ un
vero e proprio ‘golpe’ costituzionale, quello che la signora Kumaratunga sta
mettendo in atto in queste ore. Dopo aver dimezzato il governo del suo rivale
politico, il premier Wikremesinghe, e sospeso il Parlamento, la ‘lady di ferro’
cingalese ha dichiarato lo stato di emergenza per i prossimi dieci giorni, il
limite massimo consentitole dalla Costituzione senza l’autorizzazione parlamentare.
E’
ormai scontro aperto con il primo ministro, che si trova attualmente alla Casa
Bianca per incontrare il presidente americano Bush. La signora Kumaratunga, che
ha accusato il governo di fare troppe concessioni alle tigri tamil, rischia
però l’isolamento dopo che Stati Uniti, Europa e anche India hanno espresso
forti preoccupazioni sul futuro del processo di pace con i ribelli, avviato da
Wikremesinghe due anni fa grazie alla mediazione dei diplomatici norvegesi. La
signora Kumaratunga ha però rassicurato che rispetterà il cessate-il-fuoco
siglato nel febbraio 2002 e che non
intende provocare la ripresa delle ostilità.
Per la
Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
**********
Ma
quali sono i motivi della divergenza di vedute tra la presidente ed il primo
ministro del Paese asiatico? Andrea Sarubbi lo ha chiesto al direttore della
pubblicazione on-line ‘Stringer Asia’, Sergio Trippòdo:
**********
R. – Secondo me, principalmente è uno scontro di carattere
politico: la coabitazione tra i due è pressoché impossibile. Dietro questa
lotta ci sono certamente degli interessi economici, nel senso che la proposta
fatta dagli indipendentisti tamil è quella di gestire una parte dei fondi
internazionali per ricostruire le loro regioni, le province del Nordest. Per la
presidente, questa è una richiesta eccessiva; per il primo ministro ed il
governo, faceva parte dei patti iniziali che hanno fatto aprire i colloqui di
pace.
D. – Non è un caso che il premier sia negli Stati Uniti:
infatti, Washington ha sempre appoggiato questo suo tentativo di dialogare con
le tigri tamil ...
R. – Il
fatto più evidente è che il premier Wikremesinghe è stato il primo ad avviare
dei colloqui di pace, e quindi a tamponare una situazione molto pericolosa
anche nell’ambito del terrorismo internazionale, perché le cosiddette tigri
tamil sono tuttora iscritte nelle liste dei gruppi terroristici; la loro
raccolta di fondi riguarda gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa, l’Italia
stessa, quindi è un fenomeno molto vasto e molto importante. Altrettanto dicasi
per i traffici di armi: il premier qualcosa di buono l’aveva fatto!
**********
I PAESI DELL’AFRICA
CENTRALE, RICCHI DI RISORSE NATURALI,
RESTANO
TRA I PIU’ POVERI: L’APPELLO DEI VESCOVI
A
COMPAGNIE PETROLIFERE, GOVERNI E ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
PER UNA GESTIONE TRASPARENTE DEGLI INTERESSI
- Intervista con Giampaolo Calchi Novati -
L’Africa centrale è ricca di
petrolio e di altre risorse naturali ma le popolazioni rimangono tra le più
povere del mondo. E’ la denuncia ribadita dai vescovi dell’Associazione della
Conferenza Episcopale dell’Africa centrale, nell’appello in vista del seminario
di studio che si terrà in Ciad nei prossimi giorni. Il servizio di Fausta
Speranza:
*********
Solo attraverso
una politica di gestione trasparente delle risorse si può sperare di
cambiare la situazione di Camerun, Repubblica Centrafricana, Congo Brazzaville,
Gabon, Guinea Equatoriale e Ciad, paesi produttori di petrolio che registrano
condizioni di vita in peggioramento. E il pensiero va subito al ruolo e alla
gestione delle compagnie petrolifere. Un chiarimento nelle parole del professor
Giampaolo Calchi Novati, docente di storia moderna e contemporanea dell’Africa
all’Università di Pavia e professor visiting ad Addis Abeba:
R. - Normalmente lo sfruttamento petrolifero, per ragioni
tecniche e per inve-stimenti di capitali, richiede sempre l’intervento di
compagnie straniere, che fino a qualche anno fa erano soprattutto occidentali.
Da qualche tempo, però, in Africa sono comparse anche compagnie asiatiche. Non
si sa, ora, fin dove questo possa modificare il tipo di sfruttamento che è
stato sempre denunciato come poco rispettoso della situazione interna, degli
obiettivi della distribuzione e della rendita e che, soprattutto, introduce nei
Paesi africani che all’improvviso entrano nel boom petrolifero fattori di
destabilizzazione politica. Naturalmente le compagnie non sono interessate ad
affrontare questi problemi e spesso i governi non sono all’altezza, sia per
assicurare un minino di distribuzione, sia per pianificare una strategia che
tenga conto di tutte queste dimensioni dell’attività petrolifera.
Un
altro livello di responsabilità sul quale interrogarsi è quello dei governi e
delle istituzioni internazionali. Ancora l’opinione del professor Calchi
Novati:
R. –
Naturalmente ci sono, ad oggi, molte organizzazioni internazionali che hanno
competenza per quello che riguarda il commercio, il rispetto dei diritti dei
lavoratori, il rispetto ambientale. La questione del petrolio, peraltro, è
regolata soprattutto dal mercato. Sappiamo anche che la questione petrolifera è
un po’ al centro della tensione che ha investito, soprattutto, la zona
arabo-islamica, dal Medio Oriente fino all’Afghanistan. Certamente non ci si
può illudere che le organizzazioni internazionali siano in grado di gestire
problemi con interessi colossali come questi. Interessi che si riferiscono
all’estrazione degli idrocarburi, cioè petrolio e in prospettiva gas e agli
oleodotti, gasdotti e condotti che devono portare la materia prima verso posti
dove, probabilmente, il mercato si svilupperà. In particolare parliamo
dell’area arabo-islamica verso il Mediterraneo. Quindi, è certamente un
argomento di grossa importanza a livello internazionale, ma l’impotenza
dell’Onu e degli altri organismi internazionali fa sì che, di fatto, tutto sia
lasciato ad un rapporto di forza che vede naturalmente i Paesi produttori
sempre meno in grado di far valere quello che una volta rappresentava
effettivamente un’arma a loro disposizione. Poteva essere un’arma politica,
un’arma economica ma, anche per la caduta dei prezzi del petrolio, ha perso
molto del suo rilievo.
*********
TRENTA ARTISTI CONTEPORANEI ILLUSTRANO I SANTI
PATRONI
ALLA
BASILICA DI SANTA MARIA IN MONTESANTO A ROMA
Icone
contemporanee per i Santi Patroni del Lazio: trenta artisti delle ultime
generazioni li hanno rappresentati per una singolare mostra, in corso fino al
16 novembre alla Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, da dove verrà
poi trasferita a dicembre nelle province di Frosinone e Viterbo. Il servizio è
di A.V.:
**********
Chiesa degli Artisti di Roma,
liturgie animate da attori e musicisti professionali, altari e cappelle ornati
di opere d’arte: oli su tela, sculture in legno o terracotta, mosaici, vetrate.
La stessa ricchezza di materiali e linguaggi espressivi è anche nella mostra
sui Santi Patroni: ma quale materia è più affine all’arte sacra? La curatrice
della mostra, Stefania Severi:
R. – Il vetro ha una simbologia insita molto ricca, in
quanto la vetrata prendendo luce si illumina, quindi è una metafora
dell’illuminazione divina. Inoltre il vetro è ottenuto da sabbia silicea, cotta
a gran fuoco, quindi è in un certo senso immagine dell’uomo che è polvere, che
è terra, ma che poi illuminato dallo spirito diventa altro.
E’ il caso della testa di San
Giovanni Battista, in vetro soffiato su un letto di fiori, del surrealista
Guelfo, qui esposta dalla cattedrale di Fabriano. Ma ci sono anche un rilievo
in pietra arenaria dedicato a San Ippolito da Natalia Gasparucci, o il legno
d’abete per il san bruno di Roberto Campagna. Quali sono i Santi più venerati?
R. – San Rocco, che è venerato in ben 19 Paesi, poi anche
San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo: sono quelli che hanno più Paesi
a loro dedicati. Invece ci sono dei Santi che sono legati ad un solo Paese,
come per esempio Sant’Apollonia, protettrice per il mal di denti, rappresentata
dall’artista Laura Lotti, che ha posto pudicamente, direi, una mano sopra la
bocca della Santa. Piuttosto sconosciuta è Santa Maria Salome, patrona di
Veroli, e molto venerata perché la leggenda vuole che dopo la morte di Gesù sia
arrivata nella campagna verolana, accolta da un agricoltore, e l’artista, Maria
Teresa Chertiza, l’ha realizzata che abbraccia la cattedrale di Veroli.
Perché questo interesse
dell’artista contemporaneo a figure tradizionali, parte anche di una
religiosità popolare come i santi patroni? Ancora la Severi:
R. – Il patrono è anche un po’
il genius loci. Venerare il proprio patrono vuol dire anche rafforzare
la propria identità.
Prosegue mons. Marco Frisina,
rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto:
R. – I Santi patroni rappresentano per un Paese, per una
città, il ricordo, le radici storiche, culturali. Sono spesso legati alle tradizioni
di una famiglia, addirittura. E gli artisti hanno scelto i Santi che sentono
più vicini, che sono un po’ gli amici di famiglia. Affettivamente gli artisti
hanno saputo esprimere le loro emozioni nei confronti dei loro Santi preferiti.
D. – E questo può avvicinare
anche i fedeli?
R. – Io credo
che i fedeli possano riscoprire attraverso la mediazione degli artisti un modo
sempre nuovo, sempre originale di accostarsi al sacro, accostarsi ai Santi, a
Dio, proprio perché gli artisti sanno dare una visione come degli esploratori
che vanno ad esplorare un luogo che a noi è sconosciuto e ci vengono a
raccontare cosa hanno visto. Dio non si mette in tasca, Dio non è che una volta
conosciuto è cosa assodata, Dio è sempre nuovo, sempre diverso. Per cui gli artisti
ci aiutano a vedere sempre aspetti nuovi di Dio, aspetti nuovi della nostra
fede.
**********
=======ooo=======
5 novembre 2003
ASSASSINATI IN COLOMBIA DA SCONOSCIUTI,
UN SACERDOTE E LA SUA SEGRETARIA.
LE AUTORITA’ LOCALI HANNO OFFERTO UNA RICOMPENSA DI
10 MILA DOLLARI
A CHI FORNIRA’ NOTIZIE SUI DUE KILLER
SARAVENA (COLOMBIA). =
Uccisi brutalmente da due sconosciuti in una delle aree più “calde” della
Colombia. Le vittime sono padre Saulo Carreño, un sacerdote cattolico, e la sua
segretaria, Maritza Linares. Il doppio omicidio è accaduto ieri nei pressi
dell’ospedale ‘Sarare’, sulla strada che da Saravena conduce a Fortul, nel
dipartimento colombiano nord occidentale di Arauca. La notizia è stata diffusa
dall’emittente locale “Radio Caracul”. Il sacerdote e la donna, che viaggiavano
in auto, sono stati raggiunti e uccisi a colpi d’arma da fuoco da due sicari
armati, che si spostavano in bicicletta. Secondo il comandante della polizia
del dipartimento, il colonnello Luis Alcides Morales, non si avevano notizie di
minacce contro il sacerdote. Le autorità locali hanno offerto una ricompensa di
trenta milioni di pesos, pari a circa 10 mila dollari, a chiunque sia in grado
di fornire indicazioni sull’identità dei killer. Il piccolo centro petrolifero
di Saravena - 28 mila abitanti - è attraversato dai miliziani della maggiori
formazioni eversive: le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia),
l’Eln (Esercito di liberazione nazionale), così come i ‘paras’ delle Auc
(Autodifese unite). Dall’inizio dell’anno, il dipartimento di Arauca è stato
teatro di una escalation di violenza contrassegnata da attentati dinamitardi,
attacchi alle centrali elettriche e omicidi selettivi. Vista l’importanza
strategica di questo dipartimento petrolifero, dal 18 gennaio nella regione
sono presenti una settantina di esperti militari statunitensi, incaricati di
addestrare l’esercito regolare colombiano di stanza nell’area nelle tecniche
antiguerriglia.
LA CARITAS ITALIANA HA DESTINATO 26 MILA EURO
PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA UMANITARIA DELLA
LIBERIA,
TEATRO DI UNA GRAVE CRISI INTERNA
MONROVIA. = “Almeno 700
mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case ormai distrutte ed ora
risiedono in campi di emergenza”. E’ il drammatico quadro offerto dalla Caritas
della Liberia, teatro di scontri e violenze che non sono ancora terminati.
Nonostante la presenza nel piccolo Stato africano del contingente di pace delle
Nazioni Unite (Unmil), le ripercussioni sociali e umanitarie causate dalla
crisi interna sono molto gravi. “I casi di malnutrizione continuano ad
aumentare per carenza di cibo ed acqua potabile e la maggior parte degli ospedali
del paese sono inutilizzabili e privi di medicinali”, spiegano gli operatori
locali della Caritas, che hanno organizzato delle basi operative nelle diocesi
di Monrovia, Gbarnga e Cape Palmas da cui gestire l’invio degli aiuti ai
civili, laddove la sicurezza minima lo permetta. A questo scopo, inoltre, una
missione della rete internazionale Caritas si è recata sul posto per concordare
con la Chiesa locale un piano di interventi, soprattutto a vantaggio delle
fasce più deboli della popolazione. La Caritas italiana, grazie alla
solidarietà di molti sostenitori, ha predisposto un primo contributo di 26 mila
euro, soprattutto per interventi di carattere sanitario, che verranno
utilizzati per l’approvvigionamento di medicinali, per riattivare alcune
strutture sanitarie gestite dalla Chiesa locale e per consentire il regolare
funzionamento della St. Agnes Maternity Clinic. “La Comunità internazionale,
passata la fase di emergenza - si legge in un comunicato dell’organismo
cattolico - continui a sostenere la Liberia e tutti gli altri paesi colpiti da
conflitti troppo spesso dimenticati, senza lasciarli al loro destino e nel più
profondo buio informativo”. (A.D.C.)
LIBERATI 120 BAMBINI SOLDATO NEL NORD DELL’ UGANDA,
DURANTE
OPERAZIONI INTERNAZIONALI
CONTRO L’ESERCITO DI LIBERAZIONE DEL SIGNORE
KAMPALA. =
Negli ultimi due anni, almeno
tremila bambini, bambine e adolescenti sono stati rapiti e fatti “schiavi” dai
gruppi armati della Lord’s Resistance Army (l’Ers, Esercito di
liberazione del Signore) una delle tante bande locali. “Questi giovani - ha
denunciato a Ginevra l'Unicef - vivono in condizioni tragiche e crudeli. Le
bambine sono stuprate dai soldati, i bambini catturati direttamente nelle
scuole sono usati per trasportare le armi. Spesso sono torturati e se tentano
di fuggire sono uccisi”. I bambini devono trasportare carichi pesanti su lunghe
distanze, molti hanno armi e spesso sono usati per combattere contro il governo
ugandese. L'aumento dei rapimenti - con l'offensiva dell’esercito regolare
contro le basi dell'Ers nel Sudan meridionale - si e' fortemente intensificato
dal marzo 2002 nei distretti di Lira, Pader e Kitgum. Sono
in molti a sostenere che in 16 anni di guerra tra l’Ers e il governo
dell’Uganda siano stati rapiti oltre 20 mila bambini che arrivano
a costituire circa il 90% delle truppe. Anche
la Chiesa cattolica è spesso vittima dell’Ers, nelle cui fila vi sono
anche ragazzi che combattono sotto l'effetto di narcotici. Durante i recenti
combattimenti è stato ucciso Charles Tabuley, comandante dell’ERS, e sono stati
liberati 120 bambini. (M.A.)
LA CHIESA CATTOLICA MELKITA IN GIORDANIA
DISTRIBUIRA’ DOPO IL TRAMONTO
2 MILA PASTI AI MUSULMANI POVERI
AMMAN. = Saranno duemila i pasti
gratis per i poveri musulmani che la Chiesa cattolica melkita (greco-bizantina)
distribuirà durante il mese di Ramadan. Un gesto di fraternità - ha spiegato
all’agenzia Asia News il responsabile p. Nabil Haddad - che intende dimostrare
“il vero amore della minoranza cristiana in Giordania”: amore che supera le
barriere confessionali. La donazione in denaro è stata fatta alla municipalità
di Amman, che organizza ogni sera banchetti gratis per i musulmani meno
abbienti che hanno digiunato dall’alba al tramonto, secondo la prescrizione del
mese sacro dell’Islam. Vari i cibi serviti: zuppe, insalate, piatti caldi, fino
al tipico dolce del Ramadan, il Qatayef, una specie di focaccia ripiena di
nocciole, chiodi di garofano, cannella, zucchero, crema. Il mese di Ramadan è
anche occasione di fare gesti di beneficenza, come quello, ormai tradizionale,
della principessa Basma Bint Talal, zia del re Abdallah II, che da 12 anni
lancia la campagna di “Buona Volontà” per raccogliere contributi e donazioni
per i poveri. Anche compagnie, industriali e uomini d’affari offrono pasti
gratis ai poveri e passanti nelle strade delle città e nei villaggi. La Chiesa
Melkita ha già offerto l’anno scorso un Iftar non solo per i poveri, ma anche
per alte personalità della società giordana: scienziati, ministri,
parlamentari, militari. (A.D.C.)
IN IRAQ, TRIPLICATI IN DIECI ANNI I CASI DI DECESSO
DI DONNE
IN GRAVIDANZA O DURANTE IL PARTO.
LO DENUNCIA UN RAPPORTO DELL’ONU, CHE INDIVIDUA LE
CAUSE
NEL GENERALE DEGRADO SANITARIO IN CUI VERSA IL PAESE
BAGHDAD. = Il numero delle donne irachene che
muoiono durante la gravidanza o durante il parto è praticamente triplicato in
circa 13 anni. Lo afferma uno studio del Fondo delle Nazioni Unite per la
popolazione, secondo il quale nel 2002 sono state registrate 310 morti ogni 100
mila nascite, mentre nel 1989 i decessi ogni 100 mila nascite si erano
attestati a quota 117. Secondo il Rapporto delle Nazioni Unite, le cause di
questo aumento sono numerose e vanno ricercate tra l'altro nell'assenza di
sicurezza in generale e nei malfunzionamenti nei sistemi di comunicazione e di
trasporto che hanno reso più difficile all'accesso delle donne al servizio
sanitario. Inoltre, molti ospedali sono stati danneggiati dalle guerre e
mancano medicine, acqua ed elettricità. Attualmente, il 65% delle donne irachene
partorisce in casa, senza alcuna assistenza medica. Lo studio delle Nazioni Unite
sostiene inoltre che i medici iracheni sono stati privati delle conoscenze
sulle nuove scoperte scientifiche anche a causa dell'embargo posto per anni
dall'Onu all'Iraq. Il Rapporto indica infine che, allo stato attuale, solo il
60% delle donne viene seguito da medici durante la gravidanza, quando nel 1996,
ad esempio, tale cifra era del 78 per cento. Inoltre, tra il 50 e il 70% delle
donne in gravidanza soffrono di anemia, malaria e altre gravi malattie. (A.D.C.)
=======ooo=======
5 novembre 2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
La
complessa gestione del dopoguerra iracheno potrebbe aprire uno scenario di
cooperazione tra le truppe della coalizione ed una nuova forza irachena per garantire
la sicurezza nel Paese arabo:
**********
Il capo
dell’amministrazione statunitense in Iraq, Paul Bremer, non è contrario alla
creazione di una forza paramilitare sotto comando iracheno incaricata di
contrastare la guerriglia antiamericana. Ad affermarlo è oggi il quotidiano
statunitense “Washington Post”, ricordando che Paul Bremer si era finora
opposto alla nascita di un’unità formata da ex dipendenti dei servizi di
sicurezza del Paese e di membri delle milizie dei partiti politici. Il
Consiglio di governo iracheno intende includere all’interno della nuova forza,
che dovrà essere dotata di ampi poteri per condurre operazioni di polizia,
anche un’unità addetta alla raccolta di informazioni di intelligence.
Intervenendo proprio sul tema della sicurezza la portavoce del ministero degli
Esteri siriano, Bushra Kanfa, ha dichiarato che “gli Stati Uniti devono
ritirarsi dal Paese arabo, perchè la loro presenza è la causa dei continui
attentati terroristici”. Oggi il quotidiano britannico “Times” ha intanto
rivelato che il soldato inglese rimasto ucciso lo scorso 31 ottobre in Iraq, è
morto durante un’operazione delle forze speciali nei pressi di Mosul, nel Nord
del Paese. La testata giornalistica osserva che l’operazione nella quale era impegnato
è avvenuta in una zona ben lontana da quella dove operano le forze britanniche,
dispiegate esclusivamente nel Sud dell’Iraq.
**********
In
Afghanistan si deve registrare l’ennesimo episodio di violenza. A Kabul, stamani,
è infatti esplosa una bomba, fortunatamente senza causare vittime,
nell’edificio dove hanno sede due organizzazioni non governative
internazionali.
In
Medio Oriente il premier palestinese, Abu Ala, ha annunciato che nei prossimi
giorni presenterà un nuovo governo allargato, dopo quello di emergenza che si è
riunito, ieri, per l’ultima volta. Il ministro degli Esteri israeliano, Silvan
Shalom, sottolineando che i piani dello Stato ebraico prevedono, in tempi
brevi, concessioni alla controparte per favorire la ripresa dei negoziati di
pace, ha intanto precisato che Israele sarà più preparato a promuovere il
dialogo tra le due parti quando sarà formato un nuovo esecutivo palestinese.
In Indonesia è di almeno 170 persone il tragico bilancio
delle vittime provocate da una gigantesca frana che, a causa delle piogge
torrenziali, ha devastato il villaggio turistico di Bukit Lawang, nella parte
settentrionale dell’isola di Sumatra.
In Cambogia i tre grandi partiti politici del Paese si
sono oggi accordati sulla realizzazione di un governo tripartito diretto dal
primo ministro Hun Sen. L’accordo mette fine ad uno stallo politico che si era
creato sin da quando il partito del popolo cambogiano (Ppc), nonostante fosse
stato il grande vincitore delle elezioni del 27 luglio, non era riuscito ad
avere in Parlamento i numeri necessari per formare un governo.
“Uniti
contro il terrorismo”. Il premier italiano, Silvio Berlusconi lancia un appello
a tutte le forze politiche ad aderire alla manifestazione dei sindacati del
prossimo 19 novembre. Intanto si insegue la pista anarco-insurrezionalista per
i pacchi bomba recapitati ieri a Roma e Viterbo che hanno provocato il
ferimento di un maresciallo dei carabinieri. Il servizio di Giampiero Guadagni:
**********
Ha perso il mignolo e il medio della mano destra il
maresciallo Stefano Sindona, ricoverato ieri in terapia intensiva del
Policlinico Umberto I di Roma, dopo essere rimasto ferito dallo scoppio della
busta esplosiva recapitata alla stazione dei carabinieri di Viale Libia. Dopo
il lungo intervento chirurgico, saranno decisive le prossime 48 ore per capire
se potrà riprendere l’uso delle mani; e da valutare sono anche i danni all’occhio
destro. L’altro plico-bomba di ieri, giunto alla questura di Viterbo, è stato
disinnescato: stesso mittente, una ditta romana, naturalmente all’oscuro di
tutto. Non ci sono per ora rivendicazioni, ma la pista seguita – come ha detto
il ministro dell’Interno Pisanu – è quella anarco-insurrezionalista. “Le istituzioni
democratiche non si faranno intimidire”, dice con forza il presidente della
Camera, Casini. “Terremo alta la guardia”, assicura il vice-premier Fini che
domani riferirà al Senato. E dal premier Berlusconi arriva un appello alle
forze politiche: “Scendiamo tutti in piazza a Firenze il 19 novembre, insieme
ai sindacati e contro il terrorismo”. L’appello raccoglie consensi trasversali
dai Ds ad Alleanza Nazionale, dalla Margherita all’Udc. Dissensi, invece, per
motivi opposti, da Lega e Comunisti italiani. Aderiscono i Verdi che però accusano
Berlusconi di operazione propagandistica. L’adesione quasi totale del mondo
politico è salutata con soddisfazione dai sindacati, promotori della manifestazione
anti-terrorismo, che si terrà il 19 novembre in tre città toscane – Firenze,
Pisa e Arezzo – tutte toccate da recenti episodi legati alle azioni delle
Brigate Rosse.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
**********
La Georgia si appresta a voltare pagina: anche se lo
scrutinio dei voti non è ancora completato, la vittoria dell’opposizione nelle
elezioni politiche si profila schiacciante ed il suo leader, il trentacinquenne
avvocato Mikhail Saakachvili, ipoteca seriamente la successione al presidente,
Eduard Shevardnazde.
Il caso Yukos continua ad attirare l’attenzione del mondo
politico e finanziario internazionale. Dopo le dimissioni di Mikhail
Khodorkovsky dalla guida del colosso petrolifero russo, in seguito al suo
arresto avvenuto lo scorso 25 ottobre per frode ed evasione fiscale, tre
americani sono stati promossi al vertice dell’azienda.
Una delegazione sudcoreana è partita oggi da Seul per
Pyongyang dove sono in programma quattro giorni di colloqui tra i due Paesi su
temi di cooperazione economica. Durante l’incontro sarà valutata la possibilità
di adottare misure volte a rafforzare gli scambi commerciali tra il Nord ed il
Sud della penisola coreana, ma verrà anche affrontata la delicata questione del
programma nucleare nordcoreano.
L’ambasciatore della Corea del Nord, Kim Chang Guk, ha
votato, all’Onu, contro una risoluzione dell’Assemblea a favore dell’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), definendo le Nazioni Unite uno
“strumento degli Stati Uniti”. Quello del diplomatico
nordcoreano è stato l’unico voto contrario al rapporto annuale dell’Agenzia,
presentato lunedì scorso dal direttore generale, Mohammed El Baradei, ed
approvato dall’Assemblea Generale con 129 voti a favore. Kim Chang Guk ha
quindi negato l’affermazione degli Stati Uniti secondo cui Pyongyang avrebbe
ammesso lo sviluppo di un programma di arricchimento dell’uranio, attribuendo
l’impasse nucleare “all’ostile politica statunitense” nei confronti del suo
Paese.
La Cina ha ribadito la propria opposizione a qualsiasi
contatto ufficiale tra Taiwan e gli Stati Uniti, dopo la stretta di mano a
Panama tra il presidente taiwanese, Chen Shui Bian, ed il segretario di Stato
americano, Colin Powell.
=======ooo=======