RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 305 - Testo della Trasmissione di sabato 1 novembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La preghiera e il Rosario vie privilegiate e accessibili a tutti verso la santità. Lo ha affermato il Papa all’Angelus di stamani, solennità di Tutti i Santi, in Piazza San Pietro, al termine del quale ha elevato preghiere per i defunti dimenticati e le vittime

 

 Nel pomeriggio, al cimitero del Verano, Santa Messa di suffragio per i fedeli defunti di Roma, celebrata dal cardinale Camillo Ruini. Messe anche nei cimiteri di Prima Porta e di Ostia Antica.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il significato della santità, meta d’eccellenza di ogni credente: con noi, il teologo don Bruno Forte

 

Alla vigilia dell’inizio del suo ministero, mons. Louis Sako, nuovo arcieparca di Kerkuk dei Caldei, in Iraq, fa il punto sulla difficile situazione del suo Paese. Intervista con il neo-presule

 

Si inasprisce la crisi tra il Cremlino e l’oligarchia del grande capitalismo russo: ai nostri microfoni, Giulietto Chiesa

 

“Missione Cina” è il titolo del nuovo libro di padre Bernardo Cervellera. Ne parliamo con l’autore.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Migliaia di Vigili del fuoco al lavoro in California per domare gli incendi che hanno causato finora 20 morti 

 

Il Jesuit Refugee Service in prima linea nel soccorso ai profughi liberiani

 

Campagna della Fao per incrementare la produzione del riso, prima risorsa alimentare per un miliardo di africani e asiatici

 

Convocata dal 4 al 10 novembre, a Lourdes, la plenaria dei vescovi francesi

 

In mostra a Venezia, i capolavori del celebre pittore Giorgione.

 

24 ORE NEL MONDO:

 In Iraq proseguono gli episodi di violenza nel “giorno della resistenza”, proclamato oggi dalle forze irachene che si oppongono alle truppe della coalizione

 

In Russia non si arresta il terremoto politico scatenato dal caso del colosso petrolifero Yukos 

 

Situazione ancora tesa in Medio Oriente dove oggi ricorre l’ottavo anniversario della morte di Rabin

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

1 novembre 2003

 

 

SANTI ATTRAVERSO LA PREGHIERA E IL ROSARIO:

L’ETERNO DESTINO DEL CRISTIANO SOTTOLINEATO DAL PAPA ALL’ANGELUS,

NELLA SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI.

LA PREGHIERA DI SUFFRAGIO DEL PONTEFICE PER I DEFUNTI,

IN MODO PARTICOLARE PER I DIMENTICATI E LE VITTIME DELLA VIOLENZA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Il Rosario, una via “semplice e accessibile a tutti verso la santità”. All’Angelus di questa mattina in Piazza San Pietro, nel giorno della solennità di Tutti i Santi, Giovanni Paolo II ha additato ad ogni cristiano la preghiera, e specialmente la preghiera mariana per eccellenza, come vie privilegiate per ripercorrere le orme degli uomini e delle donne che raggiunsero in vita la perfezione cristiana e che ora, elevati agli onori degli altari, ci sostengono nel cammino verso la meta della santità. Ed una preghiera particolare, il Papa l’ha voluta innalzare al termine anche per tutti i fedeli defunti, dei quali domani si commemora il ricordo, in particolare - ha detto - in suffragio di coloro ai quali “più nessuno pensa” e per le vittime della violenza.

 

“A noi, pellegrini sulla terra, i Santi e i Beati del Paradiso ricordano che il sostegno d’ogni giorno per non perdere mai di vista questo nostro eterno destino è anzitutto la preghiera”, ha detto il Papa alle centinaia di fedeli che, nonostante il cielo basso e nuvoloso, non hanno voluto mancare a questo appuntamento con il Pontefice nel primo giorno di novembre. Il Rosario, ha aggiunto il Papa riferendosi sempre ai Santi e ai Beati, “li ha condotti a un’intimità più profonda” con Cristo e con la Vergine.

 

“Il Rosario può veramente essere una via semplice e accessibile a tutti verso la santità, che è la vocazione di ogni battezzato, come ben sottolinea l’odierna ricorrenza”.

 

Giovanni Paolo II si è congedato dai fedeli in Piazza San Pietro con una doppia invocazione alla Madonna. “Ci aiuti - ha affermato - a procedere con slancio sul cammino esigente della perfezione cristiana” e ci “permetta di comprendere ed apprezzare sempre più la recita del Rosario come itinerario evangelico di contemplazione del mistero di Cristo e di adesione fedele alla sua volontà”.

 

Dopo la benedizione e un breve saluto in polacco rivolto ad un gruppo di suoi connazionali, il Papa si è soffermato sulla solennità del due novembre, giorno dei defunti, nel quale si è soliti soffermarsi sulle tombe dei propri cari:

 

“Anch'io mi reco spiritualmente in pellegrinaggio nei cimiteri di varie parti del mondo, dove riposano le spoglie di coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede, in particolare - ha sottolineato - elevo la mia orazione di suffragio per coloro ai quali più nessuno pensa, come pure per le tante vittime della violenza”.

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La Diocesi di Roma si mobiliterà questo pomeriggio in vista della solennità liturgica del due novembre. Il cardinale vicario Camillo Ruini celebrerà questo pomeriggio alle 16 una Messa in suffragio dei defunti di Roma al Cimitero monumentale del Verano. Anche nel Cimitero di Prima Porta vi sarà alla stessa ora una Liturgia eucaristica, presieduta da mons. Enzo Dieci, vescovo ausiliare per il Settore Nord, mentre in quello di Ostia Antica la Santa Messa sarà celebrata da mons. Paolo Schiavon, ausiliare per il Settore Sud.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

1 novembre 2003

 

 

LA FESTA DI TUTTI I SANTI,

GIORNO DI RIFLESSIONE SULL’ECCELLENZA CUI IL CRISTIANO E’ CHIAMATO

- Intervista con don Bruno Forte -

 

Da oltre 40 anni, si celebra il primo novembre la Giornata della Santificazione Universale, promossa fin dal 1957 dal Movimento “Pro Sanctitate” e dal suo fondatore, il vescovo Guglielmo Giaquinta. Il tema per il 2003 è “Santità e Missione”. Ma cosa significa la “santità” per un cristiano? Adriana Masotti lo ha chiesto al teologo don Bruno Forte.

 

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R. – Nel suo significato originario, santo vuol dire “separato”, “consacrato”, cioè messo a parte per Dio. Sembrerebbe, quindi, che il termine abbia un significato di presa di distanza, di separazione, appunto. In realtà, questa separazione per Dio è quella che diviene la radice della comunione più profonda con gli altri. Il santo in Dio, il Dio di Gesù, cioè nel Dio che è amore, incontra i fratelli, le sorelle, i suoi compagni di strada. Ecco perché quello che in altre religioni è separazione, esclusione, nel cristianesimo - proprio per l’idea del Dio che è comunione, che è Trinità, che è amore - diventa la sorgente più profonda della comunione e della carità verso gli altri. Un esempio eloquente di questi giorni: Madre Teresa di Calcutta, contemplativa di Dio, alla cui sorgente va ad attingere le forze e da questo incontro ritorna agli altri. “Fatevi solitudine per diventare amore” potrebbe essere la sintesi del concetto cristiano evangelico di santità.

 

D. – C’è differenza tra perfezione e santità?

 

R. – La perfezione può essere anche un ideale mondano, nel senso che l’uomo può tendere a voler essere pienamente realizzato secondo quelle che gli sembrano le sue potenzialità, le sue possibilità. Ecco perché nel Vangelo Gesù riprende il tema della perfezione, dandogli però uno spessore paradossale. Siate perfetti, come perfetto è il Padre vostro, cioè secondo una misura che in nessun modo sembrerebbe possibile realizzare. Ma naturalmente, Gesù in questo ha voluto dirci qualcosa di importante: e cioè che non ci si fa perfetti con le proprie forze. L’unica possibilità di giungere alla perfezione, cioè alla piena realizzazione del nostro cuore inquieto, della nostra natura umana, sta nella grazia e nell’amore di Dio, che ci realizza in una misura superiore ad ogni nostra possibilità e attesa.

 

D. – Dunque, Don Bruno Forte, nella giornata di oggi, Festa di Tutti i Santi, che cosa si vuol festeggiare veramente?

 

R. – Io credo si vogliano festeggiare tre cose. La prima, che il Santo per eccellenza è Cristo. La festa di Tutti i Santi, dunque, è la festa di Cristo che con la sua missione nella storia rende possibile anche la piena realizzazione della creatura umana, secondo il disegno di Dio. In secondo luogo, certamente per ognuno di noi è la festa in cui poter riscoprire il modello di santità a cui ispirare la nostra vita, secondo i doni che Dio ha fatto a ciascuno e nelle condizioni storiche in cui ciascuno è posto. E finalmente, la festa di Tutti i Santi è anche la festa della comunione dei Santi che è la Chiesa, cioè di questo popolo che per sua natura è fatto per la santità. La Chiesa si differenzia da ogni altra società umana perché non può contentarsi semplicemente di conseguire dei fini terreni o di realizzarsi secondo una misura di questo mondo. Essa è fatta per l’eternità, per essere nel tempo, il riflesso umile ma credibile della gloria di Dio, del suo amore per gli uomini.

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LE SPERANZE DEL POPOLO IRACHENO NEL DIFFICILE DOPOGUERRA E IL RUOLO

DEI CRISTIANI PER UN FUTURO DI PACE NEL PAESE: CON NOI,

IL NEO ARCIVESCOVO DI KERKUK DEI CALDEI, MONS. LOUIS SAKO

 

Un incarico di grande responsabilità, in un momento difficile per la comunità cristiana come per tutto il popolo dell’Iraq. Mons. Louis Sako, neoarcivescovo di Kerkuk dei Caldei, sta per intraprendere il suo ministero in una fase delicata della storia del suo Paese. Alessandro Gisotti lo ha raggiunto telefonicamente in Iraq, a Mossul, per una testimonianza sullo spirito e i sentimenti con i quali si appresta a vivere questa nuova impegnativa missione:

 

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R. – L’ho accettata con spirito di servizio gratuito, in un tempo anche difficile perché abbiamo tanti problemi. Non sappiamo nemmeno in che modo potremo celebrare la consacrazione, perché ci sono attentati ovunque. Io, però, cerco soprattutto di essere servitore, di dare un impulso al dialogo tra cristiani e musulmani, di portare la cultura della pace, del perdono... Non posso fare promesse, ma sicuramente farò di tutto per aiutare la comunità cristiana di qui, e anche i musulmani.

 

D. – Mons. Sako, come sta vivendo la popolazione irachena le difficoltà della vita quotidiana?

 

R. – Proprio oggi, con tanta paura, le scuole sono state chiuse a Baghdad perché ci sono state minacce di attentati. Anche a Mossul c’è stata un’esplosione, questa mattina. Eliminare tutta questa violenza: bisogna cercare insieme agli intellettuali musulmani di insegnare alla gente ad aprirsi, a vedere le cose da un altro punto di vista.

 

D. – La sicurezza resta la grande emergenza per l’Iraq, e anche gli americani ora ammettono di aver sottovalutato il problema. Come è possibile uscire da questa grave situazione?

 

R. – La situazione era migliore prima dell’inizio del Ramadan: adesso è tutto un po’ più complicato perché tanti, tanti combattenti sono entrati in Iraq dai Paesi vicini. Uomini che hanno un concetto falso della Jihad: fare la guerra santa contro chi? Contro i tuoi concittadini? Contro gente innocente? Perciò gli americani devono essere, secondo me, più severi e sostenere la polizia irachena affinché sia più presente nelle strade, nei mercati... Anche l’esercito iracheno deve essere riformato. Ci sono otto milioni di iracheni senza lavoro: come devono vivere?

 

D. – Quale ruolo i cristiani iracheni possono svolgere per un futuro di pace e democrazia nel Paese?

 

R. – Bisogna fare la pace: la pace, si sa, non è una cosa pronta. E anche i cristiani hanno un ruolo in questo, perché sono più istruiti, sono più pronti al dialogo. Dico la verità: adesso, soprattutto in questo momento, tutti gli iracheni hanno davanti a sé una grande torta, ognuno può prendersene il pezzo più grande senza pensare agli altri. E’ questo il punto sul quale i cristiani devono agire per aiutare la gente ad uscire da questa mentalità di violenza, del proprio interesse ... La guerra santa è una cosa sbagliata; fare la pace è un processo, un cammino lungo. Tutto questo è compito dei cristiani e dei loro vescovi.

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S’INASPRISCE LO SCONTRO IN RUSSIA TRA IL CREMLINO

E I GRANDI LEADER INDUSTRIALI DEL PAESE

- Con noi, Giulietto Chiesa -

 

Si fa sempre più duro, in Russia, lo scontro tra il presidente Putin ed i grandi capitalisti del Paese. Notevoli le ripercussioni politiche: dopo aver sostituito il capo dell'amministrazione presidenziale, Voloshin, dimessosi giovedì, Putin ha convocato gli investitori stranieri per convincerli che la Russia non intende nazionalizzare l’economia. Sulla vicenda, Andrea Sarubbi ha interpellato Giulietto Chiesa, esperto di questioni russe del quotidiano La Stampa:

 

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R. - Non credo si tratti di una operazione volta a statalizzare le proprietà della Yukos. Non è questa l’intenzione di Putin e neanche l’intenzione dei suoi collaboratori – diciamo così – sul fronte nazionale. Sicuramente Khodorkovski è uscito dal seminato, da un patto che vigeva da tre anni e sostanzialmente il patto era: “Voi oligarchi state al vostro posto con le vostre ricchezze accumulate in modo illegale, io non rivedrò le privatizzazioni, però voi non dovete interferire sul processo politico”.

 

D. – Che cosa ha fatto Khodorkovski per rompere questo patto con Putin?

 

R. – Ha avviato la formazione di un suo partito o comunque il suo ingresso in politica. Lo ha fatto negli ultimi mesi con determinazione, comprando alcuni giornali finanziari, finanziando il partito comunista, acquistando tra l’altro l’Università umanistica per la cifra di 100 milioni di dollari e mettendo al posto di direttore uno dei suoi uomini. Insomma, una grande operazione finanziaria. E’ evidente che ciò ha dato molto fastidio al gruppo di Putin, che non vuole rivali, non intende averne e non intende, comunque, trattare con gli oligarchi.

 

D. – Quindi, è credibile Putin quando convoca gli investitori internazionali per assicurarli che non è un ritorno al comunismo?

 

R. – Non è questo il problema. E’ un problema tutto interno alle logiche di una nuova nomenclatura eltsiniana, postcomunista. E’ una battaglia politica tra le due componenti della stessa squadra, perché Putin e Khodorkovski, insieme a Voloshin, capo dell’amministrazione presidenziale che pare si sia dimesso, sono tutti uomini che facevano parte dell’entourage di Boris Eltsin e sono stati messi ai posti in cui sono da Boris Eltsin. Quindi, sostanzialmente è una lotta interna al gruppo eltsiniano per decidere quale sarà l’orientamento futuro della Russia nel campo nazionale e internazionale. Io non credo affatto che si tratti di un ritorno indietro verso il capitalismo o di un abbandono della logica del mercato.

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SI INTITOLA “MISSIONE CINA”,

IL NUOVO LIBRO DI PADRE BERNARDO CERVELLERA

SULLE CONTRADDIZIONI DEL PAESE ASIATICO

- Intervista con l’autore -

 

La Cina all’esame di un esperto. E “Missione Cina” è il titolo del libro di padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime, che per anni ha lavorato nel Paese asiatico ed oggi è direttore di Asia News. Il volume, pubblicato ad Ancona e presentato nei giorni scorsi, consente di scandagliare l’immensa realtà cinese in un’epoca di cambiamenti radicali, soprattutto in campo economico, accanto ai quali si affianca la questione sempre aperta della tutela dei diritti umani, compresi quelli religiosi. Ma perché oggi un libro sulla Cina? Giancarlo La Vella ne ha parlato con l’autore:

 

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R. – Per evidenziare, anzitutto, gli elementi del pianeta Cina che non sono mai agli onori della cronaca. Prima di tutto, la libertà religiosa che è una questione sempre molto grande e che fa soffrire almeno della metà della popolazione cinese. Secondo, il fatto che il grande colosso cinese - colosso economico che fa tanta paura all’Occidente in termini di competizione – è in realtà un colosso molto fragile perché ha tantissimi problemi sociali e rischia il tracollo.

 

D. – La realtà religiosa cinese è quella di una Chiesa a due volti: in che rapporti sono tra loro?

 

R. – Il rapporto tra questi due rami della Chiesa è un rapporto magnifico ed ormai c’è riconciliazione sia della Chiesa ufficiale con la Santa Sede, sia della Chiesa ufficiale e della Chiesa non ufficiale tra di loro. C’è una grande collaborazione ormai ovunque e veramente si può dire che la Chiesa è una.

 

D. – La Cina  ha oggi bisogno del cristianesimo?

 

R. – Questo lo dicono diversi sociologi e professori universitari, secondo i quali il cristianesimo in Cina aiuterebbe il superamento delle difficoltà della modernità: ovvero, una società in cui i diritti umani sono rispettati perché innati nell’individuo e non perché concessi dallo Stato. In secondo luogo, la presenza del cristianesimo creerebbe una percezione della solidarietà all’interno della società cinese, così divisa e così conflittuale, e permetterebbe una solidarietà internazionale che contribuirebbe ancor più allo sviluppo della Cina.

 

D. – Tanti anni trascorsi in Cina hanno permesso di evidenziare le molte contraddizioni di questo grande Paese. Ma quali sono gli aspetti positivi?

 

R. – Metterei in risalto il cuore del popolo cinese, che riesce in ogni istante ed in ogni momento, anche il peggiore, a ricostruire la vita fondandosi su quello che è un principio religioso: la positività della vita viene dalla presenza della divinità. Per alcuni, tale principio è una eredità taoista, mentre altri lo vivono grazie all’eredità cristiana. Resta comunque il fatto che attualmente in Cina si sta assistendo ad una rinascita religiosa impressionante.

 

D. – Per quanto riguarda le istanze democratiche, emerse con forza crescente negli anni scorsi, cosa ne sarà?

 

R. – Credo che, se ci sarà libertà religiosa, vi sarà anche libertà democratica. E questo perché la libertà religiosa è il diritto più fragile, anche più gratuito, ma che garantisce tutti gli altri diritti. Va detto che il nuovo presidente e segretario generale del partito ha cominciato a suggerire una maggiore democrazia almeno all’interno del partito … speriamo bene!

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CHIESA E SOCIETA’

1 novembre 2003

 

 

ORE DECISIVE PER DOMARE GLI INCENDI CHE STANNO DEVASTANDO LA CALIFORNIA.

LE PIOGGE E IL CALO DELLE TEMPERATURE DOVREBBERO AIUTARE

I 14 MILA POMPIERI IMPEGNATI IN LOTTA CONTRO IL TEMPO.

GRAVISSIMO IL BILANCIO: ALMENO 20 MORTI E CENTOMILA SFOLLATI

 

LOS ANGELES.= L'umidità portata dalla fitta nebbia, le temperature in calo e qualche temporale hanno contribuito ad un contenimento degli incendi, che da una settimana stanno devastando il sud della California. Il tragico bilancio conta almeno 20 morti, mentre i Vigili del fuoco temono di trovare altre vittime, una volta che avranno  ispezionato i resti delle oltre 2.600 abitazioni divorate dalle fiamme. Se le previsioni meteorologiche saranno rispettate, si apre un fine settimana decisivo, che potrà consentire di completare l'accerchiamento delle fiamme, prima che tornino i forti venti attesi da lunedì prossimo. Le autorità si dicono convinte adesso che, se non ci saranno sorprese, l'emergenza incendi sarà completamente finita entro l'8 novembre. D’altro canto, le minacce maggiori ai centri abitati sono state scongiurate e una sola comunità resta in pericolo: l'insediamento turistico di Big Bear Lake, sulle montagne a nord-est di Los Angeles, da quale sono state evacuate 15 mila persone. E’ stato invece salvato lo storico villaggio di Julian, cittadina dell’epoca della corsa all'oro a nord-est di San Diego, ora ritenuta fuori pericolo. I 14 mila pompieri che combattono gli incendi nel sud della California sono stati aiutati negli ultimi due giorni da un netto calo delle temperature. I chilometri quadrati di superficie devastata sono 2.950, tra  Los Angeles, San Bernardino e San Diego. I danni sono stimati in oltre 2 miliardi di dollari e più di 100 mila persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Intanto, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente americano Bush si recherà martedì prossimo nell’area devastata dagli incendi. (A.G.)

 

 

L’ORGANIZZAZIONE UMANITARIA JESUIT REFUGEE SERVICE  IN PRIMA LINEA

PER AIUTARE I PROFUGHI LIBERIANI VITTIME DELLA GUERRA CIVILE

 

MONROVIA.= Una delegazione del Jesuit Refugee Service (Jrs), l’organizzazione della Compagnia di Gesù che si occupa dei profughi e dei rifugiati, ha visitato recentemente la capitale della Liberia, Monrovia, dove le agenzie umanitarie si stanno riattivando per riprendere i loro programmi di assistenza a favore dei profughi vittime della guerra civile. Dalla visita è emersa una situazione drammatica, come riporta l’ultimo numero del notiziario del Jrs. Secondo il rapporto della delegazione, il Paese continua ad essere preda di “teppisti, gang organizzate e milizie”. I governi che si sono succeduti, prosegue, “hanno saccheggiato la popolazione e le risorse naturali, le compagnie multinazionali hanno saccheggiato le foreste”. Molte delle milizie, inoltre, “hanno reclutato bambini innocenti, maschi e femmine” che “non sono pagati da nessuno”, ma “sono autorizzati a saccheggiare e, occasionalmente, a lasciarsi andare a stupri”. Di fronte a questa situazione, si sta faticosamente cercando di riavviare un intervento a favore della popolazione. Dopo avere preso contatti con diverse agenzie umanitarie per pianificare un’azione concertata e avere incontrato i rappresentanti della Chiesa e funzionari dell’Unicef, il Jesuit Refugee Service ha riavviato nelle scorse settimane diversi progetti con lo scopo di accompagnare e offrire servizi ai profughi aiutandoli a tornare ai loro luoghi di origine. “Un team del Jrs – riferisce l’ultimo numero del notiziario – composto da cinque persone è sul posto e sarà impegnato in programmi educativi e pastorali, oltre che in numerosi mini-progetti di sviluppo”. (L.Z.)

 

 

INCREMENTARE LA PRODUZIONE DI RISO IN FAVORE DEI PAESI POVERI:

E’ L’OBIETTIVO DELLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE LANCIATA IERI DALLA FAO.

SECONDO L’ORGANIZZAZIONE DELL’ONU PER L’ALIMENTAZIONE,

PER UN MILIARDO DI PERSONE IN AFRICA ED ASIA

IL RISO E’ LA PRINCIPALE FONTE DI SUSSISTENZA

 

ROMA.= Le Nazioni Unite hanno lanciato una grande campagna internazionale con lo scopo di incrementare la produzione di riso in favore dei Paesi in via di sviluppo. Nel lanciare “l’Anno Internazionale del Riso 2004”, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha sottolineato che “il riso è l’elemento base di più di metà della popolazione mondiale” ma “la sua produzione sta attraversando un periodo di grandi difficoltà”. Il riso è la risorsa alimentare in più rapida ascesa in Africa ed ha un’influenza rilevante sulla nutrizione umana e sulla sicurezza alimentare di tutto il mondo. Sistemi di produzione sostenibili basati sul riso possono contribuire a sconfiggere la fame nel mondo e a raggiungere gli obiettivi del Millennio. Diouf ha fatto notare come a fronte di una popolazione mondiale in continua crescita, la terra e le risorse idriche a disposizione della risicoltura sono in continua diminuzione. Le stime della Fao, l'Agenzia dell’Onu che si occupa di alimentazione, mostrano che per il 2030, la domanda totale di riso sarà più alta del 38 per cento rispetto alle quantità prodotte tra il 1997 ed il 1999. “Circa un miliardo di famiglie in Asia, in Africa e nelle Americhe dipende dal riso come fonte principale di sussistenza e di occupazione”, ha rilevato Diouf ai delegati Onu. “La risicoltura è un sistema produttivo che sostiene un’ampia varietà di animali e piante, che a loro volta aiutano ad integrare le diete e i redditi rurali. Il riso è dunque in prima linea nella lotta contro la fame e la povertà”. Di qui, la decisione delle Nazioni Unite di prendere l'iniziativa, unica nella sua storia, di dedicare un anno a questa singola coltura. La Fao coordinerà una serie di organismi internazionali che si occupano di agricoltura nell'organizzazione di una campagna dal nome “Il Riso è Vita”. Questa campagna è stata messa in moto l'anno scorso da una proposta di 44 paesi membri dell'Onu, in cui si parlava di “crisi incombente” sulla produzione di riso. Nella proposta si affermava inoltre come, degli 840 milioni di persone che ancora soffrono di fame cronica, oltre il cinquanta per cento vivesse in zone dipendenti dalla produzione di riso per il cibo, il reddito e l'occupazione. (A.G.)

 

 

LA PRESENZA DELLA CHIESA NELLA FRANCIA DI OGGI

TEMA IN PRIMO PIANO ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI FRANCESI,

IN PROGRAMMA A LOURDES DAL 4 AL 10 NOVEMBRE

 

LOURDES.= La presenza della Chiesa nella Francia di oggi, nelle relazioni con lo Stato e la società. E’ il tema centrale su cui si confronteranno i vescovi francesi, che si riuniranno in assemblea plenaria a Lourdes, dal 4 al 10 novembre. Il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard, svolgerà la relazione d'apertura. All’ordine del giorno, anche la riforma delle strutture della stessa Conferenza episcopale. In tale contesto, riveste particolare significato il fatto che, dal dicembre del 2002, in Francia 15 province ecclesiastiche hanno preso il posto delle regioni apostoliche. Alla plenaria di Lourdes, parteciperanno quasi 150 vescovi, 116 dei quali in attività, 14 emeriti ed altri 14 quali rappresentanti di altre Conferenze episcopali. Insieme ai presuli, saranno presenti anche delegati delle Congregazioni e degli Ordini maschili e femminili. (A.G.)

 

 

DA OGGI IN MOSTRA A VENEZIA I CAPOLAVORI DEL GIORGIONE PER CELEBRARE

IL RESTAURO DELLA PALA DELLA MADONNA IN TRONO CON BAMBINO,

OPERA SUBLIME DEL PITTORE DI CASTELFRANCO

 

VENEZIA.= Sei quadri di valore inestimabile, tra cui il capolavoro “La tempesta”, un affresco ed un disegno, tutti del Giorgione, a condurre in un percorso ideale il  visitatore verso la restaurata pala della “Madonna in trono con il Bambino, San Francesco e San Nicasio (o Liberale)”, anch’essa del celebre pittore di Castelfranco. E’ questo lo spettacolo che troveranno alle Gallerie dell'Accademia di Venezia i visitatori della mostra “Giorgione - le maraviglie dell'arte”, aperta da oggi al pubblico fino al 22 febbraio. Una mostra pensata proprio per celebrare il ritorno all’antico splendore della Pala di Castelfranco, per l'occasione inserita in una teca protettiva, appositamente pensata per preservarla dagli agenti esterni per lunghissimo tempo. “L’ultimazione del restauro - ha spiegato la curatrice della mostra, Giovanna Nepi Sciré - era un evento troppo importante per non essere celebrato degnamente. Così, abbiamo pensato di  raccogliere tutti i capolavori del Giorgione presenti all’Accademia, affiancandovi alcune opere di prestigio assoluto. E’ una mostra piccola, e non potrebbe essere altrimenti, perché la morte prematura del pittore ne ha limitato la produzione, ma straordinaria”. Per realizzare la mostra è stata essenziale la collaborazione dei musei proprietari di alcune opere esposte, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, nel quale era alloggiato prima d'oggi il disegno del pittore di Castelfranco. “E' stata un’impresa complessa - è il commento di Nepi Sciré - ma ne è valsa la  pena. Il risultato è pari alla bellezza della Pala di cui celebriamo il restauro”. (A.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

1 novembre 2003

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

L’interminabile scia di odio e l’allarme per nuovi episodi di violenza continuano, purtroppo, a flagellare il dopoguerra iracheno.  Due soldati americani sono stati uccisi stamani a Mosul, nel Nord dell’Iraq, a causa dell’esplosione di una bomba e ieri un militare statunitense è morto per la deflagrazione di un ordigno nei pressi di Khaldiya, città a cento chilometri ad Ovest da Baghdad. E proprio nella capitale irachena si è verificato, ieri, un altro grave episodio di violenza. Nel corso dei gravissimi scontri scoppiati nel mercato di un sobborgo occidentale sono rimasti uccisi un poliziotto e tre civili iracheni, tra i quali un bambino di sei anni. In questo drammatico scenario crescono, inoltre, i timori di nuovi attentati: le forze irachene, che si battono contro la coalizione guidata dagli Stati Uniti, hanno infatti proclamato, oggi, la “giornata della resistenza”. In questo quadro così complesso si deve anche registrare la partenza dello staff delle Nazioni Unite dalla capitale irachena. Il personale dell’Onu ha lasciato, questa mattina, il proprio quartier generale partendo per Cipro dove si terranno le consultazioni sul modo con cui continuare ad operare nel Paese arabo. Sulle indiscrezioni fornite dal quotidiano “New York Times” che, citando fonti dell’amministrazione statunitense coperte da anonimato, ha avanzato l’ipotesi di una regia di Saddam Hussein dietro gli attacchi contro le truppe statunitensi, è intanto intervenuto il segretario di Stato americano, Colin Powell. In un’intervista al programma dell’emittente televisiva Abc, Powell ha dichiarato che non ci sono prove a sostegno di tale tesi.

 

Restiamo in Iraq. Sui crimini commessi dal regime di Saddam Hussein è stato trasmesso dall’emittente televisiva americana Cnn un tragico filmato trovato dai soldati americani lo scorso 22 aprile nei pressi della stazione di polizia di Al Saadoan. Il Pentagono non ha voluto rilasciare commenti sul documento, ma il network televisivo di Atlanta ha voluto precisare che lo ha ottenuto attraverso fonti indipendenti. Il filmato è integrale e testimonia la brutalità delle indicibili torture che venivano praticate agli oppositori del regime, ma anche ai membri della famigerata milizia dei fedelissimi di Saddam, la brigata feddayn. Si tratta di miliziani che erano accusati di tentativi di diserzione e di insubordinazione.

 

Spostiamoci in Russia dove si estende alla seconda carica dello Stato, il primo ministro Kasyanov, il terremoto politico scatenato dalla controversa offensiva giudiziaria avviata contro il colosso petrolifero Yukos. A poche ore dalle dimissioni dell’influente capo dello staff presidenziale, Aleksandr Voloshin, ostile alla richiesta e ai suoi metodi, Kasyanov ha criticato ieri il sequestro del pacchetto di controllo della Yukos ordinato dalla procura generale. Su questa vicenda ci aggiorna Giuseppe D’Amato:

 

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Calma apparente dopo la tempesta di giovedì sera. La procura generale ha dissequestrato una piccola parte delle azioni del colosso petrolifero Yukos, precedentemente congelate, e la borsa di Mosca ha lievemente recuperato le forti perdite, anche perché ai mercati è piaciuta la nomina del liberale Dmitry Medvedev, come capo dell’amministrazione presidenziale, al posto del dimissionario Aleksandr Voloshin, uomo da sempre vicino agli oligarchi e alla famiglia Eltsin. Gli equilibri nelle stanze del potere moscovita rimarrebbero immutati secondo alcuni esperti, ma non tutti in realtà sono d’accordo con questo punto di vista. Dopo giorni di silenzio, il premier Kasyanov ha fatto sentire la sua voce ed ha espresso grossa preoccupazione per la situazione creatasi. “Il sequestro di azioni di una compagnia privata – ha detto il primo ministro russo – è un fenomeno nuovo, le cui conseguenze sono difficilmente prevedibili”. In ballo ci sono la stabilità del Paese e gli ottimi risultati macroeconomici di questi ultimi anni. Il Cremlino ha tentato di tranquillizzare gli investitori stranieri, forse riuscendovi. Putin ha tenuto con loro una riunione urgente, giovedì sera. Da più parti si affermava ormai pubblicamente che la Russia aveva mutato il proprio corso liberale e si tornava alle nazionalizzazioni, di fatto rimettendo in discussione le privatizzazioni degli anni ’90. La vicenda Yukos rimane comunque una bomba ad orologeria.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Gli Stati Uniti continuano la loro politica “ostile”' nei confronti della Corea del Nord: è questa l’ennesima denuncia di Pyongyang, che accusa gli americani di aver condotto, nel mese di ottobre, almeno 200 voli spia nei cieli della penisola coreana. Secondo l’agenzia di stampa nordcoreana, aerei da ricognizione americani volano “giorno e notte” sopra il confine tra le due Coree “per spiare obiettivi strategici della Corea del Nord”. Sul Paese asiatico non solo gli Stati Uniti ma l’intera comunità internazionale ha espresso le proprie preoccupazioni per le ambizioni nucleari nordcoreane.

 

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Mohamed El Baradei, ha spiegato che saranno necessarie “almeno due settimane” per poter valutare la risposta dell’Iran alle richieste degli ispettori sul suo programma nucleare. “Verso la fine della seconda settimana di novembre - ha detto El Baradei dalla sede delle Nazioni Unite a New York - presenterò un rapporto al Consiglio dei governatori dell'Aiea con i primi risultati di questo processo di verifica”.

 

Trasferiamoci in Medio Oriente dove non si arresta l’ondata di violenze. Un giovane dimostrante palestinese è morto, stamani, a Nablus, nel Nord della Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi precisando che l’uomo, Mohammad Hosni Hammad, è stato ucciso in scontri con i soldati israeliani scoppiati nel campo profughi di Asakar, alla periferia Est di Nablus. Sulla situazione in Medio Oriente ci riferisce Graziano Motta:

 

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Almeno 200 mila persone sono attese stasera nel piazzale antistante il municipio di Tel Aviv, oggi dedicato a Rabin, per ricordare l’ottavo anniversario della sua uccisione che colà avvenne ad opera di un giovane dell’estrema destra. L’afflusso forse sarà maggiore, perché il monumento memoriale dell’assassinio è stato profanato proprio alla vigilia, con lo slogan “Kahane aveva ragione”. E lo stesso è avvenuto sui muri di parecchie strade ed in altre località del Paese, per significare l’ostilità ad ogni approccio di pace con i palestinesi, teorizzato dal rabbino Meir Kahane, fondatore di un piccolo partito estremista, poi assassinato a New York. Approccio che, invece, Rabin attuò con gli accordi di Oslo. E per quanto la scorsa notte centinaia di giovani abbiano montato la guardia al suo monumento, analoghi slogan sono stati ancora scritti in alcune strade di Tel Aviv. Un clima, quindi, che testimonia la persistenza di divisioni e di incitazioni all’odio. Nel versante palestinese il Comitato centrale Al Fatah si è riunito a Ramallah per scegliere il successore alla presidenza del Consiglio legislativo di Abu Ala, che ha sciolto le riserve per la formazione di un governo allargato, che dovrà succedere a quello di emergenza a lui confidato da Arafat. Ma sembra che persistano le difficoltà sulla scelta di un ministro dell’Interno che abbia ampi poteri in materia di sicurezza e nei rapporti con i movimenti dei gruppi estremisti, volendo Arafat mantenere le sue prerogative in materia.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Il governo del Montenegro ha destituito il vice procuratore generale ed un altro magistrato in relazione al traffico di esseri umani scoperto nel 2002. Lo ha reso noto il governo del Montenegro. Il vice procuratore generale, Zoran Piperovic, e il procuratore di Podgorica, Zoran Radonjic, sono stati allontanati dal loro incarico su richiesta del procuratore generale.

 

 

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