RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 151 - Testo della Trasmissione di sabato 31 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I valori cristiani, potente stimolo per il nostro tempo e per l’Europa in costruzione: così il Papa, nell’udienza ad un pellegrinaggio francese per il settimo centenario della morte di Sant’Ivo, patrono dei giuristi.

 

La tradizionale chiusura del mese mariano con la recita del rosario e la processione stasera nei Giardini Vaticani.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Solenni celebrazioni oggi e domani in Svezia, per i 700 anni di Santa Brigida, alla presenza  del re Carlo XVI Gustavo e del cardinale Walter Kasper.

 

Ancora un segno di speranza per la piena unità dei cristiani a Berlino. Firmata ieri sera da 16 Chiese della Germania la “Carta Ecumenica”.

 

Il futuro della sanità in un seminario di aggiornamento dell’ordine ospedaliero Fatebenefratelli: intervista con frà Pietro Cicinelli.

 

Ancora possibile per l’Onu collaborare al futuro del Sahara Occidentale, conteso tra Marocco e Fronte Polisario: ai nostri microfoni, Luciano Ardesi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Cristo, speranza dell’Europa”. Su questo tema aperto oggi in Croazia il Katholikentag mitteleuropeo.

 

In concomitanza con il vertice del G8 ad Evian, si apre domani in un piccolo villaggio del Mali il “Summit dei poveri”, organizzato da Jubilee 2000.

 

Un convegno carismatico della Fraternità Cattolica delle Comunità di Alleanza, a Fiuggi, da oggi al 2 giugno.

 

L’Associazione Solidarietà Cristiana Mondiale di Londra ha organizzato una settimana di preghiera per la religione in Corea del Nord.

 

I fedeli messicani difendono energicamente i loro vescovi e i loro sacerdoti di fronte alle accuse di “ingerenza” politica lanciate da alcune parti politiche.

 

24 ORE NEL MONDO:

Arrestata in Birmania il leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, premio nobel per la pace.

 

I grandi del mondo riuniti in Russia per festeggiare i 300 anni di San Pietroburgo.

 

Ha preso il via il viaggio diplomatico del presidente statunitense Bush.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

31 maggio 2003

 

 

I CRISTIANI CONTRIBUISCANO ATTIVAMENTE ALLA COSTRUZIONE DELL’EUROPA:

COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO AI PELLEGRINI DELLA DIOCESI DI SAINT-BRIEUC

E TRÉGUIER, IN OCCASIONE DEL 700.MO ANNIVERSARIO

DELLA MORTE DI SANT’IVO, PATRONO DEI GIURISTI

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

I valori di solidarietà e giustizia proposti da Sant’Ivo servano da “stimolo per i nostri tempi, soprattutto per la costruzione dell’Europa”. E’ la riflessione offerta, stamani, dal Papa nel discorso ai pellegrini della diocesi francese di Saint‑Brieuc e Tréguier, ricevuti in udienza in occasione del settimo Centenario della morte del grande santo bretone. Il Papa ha ricordato l’opera di Sant’Ivo a favore dei più deboli, impegno che gli valse l’appellativo di “avvocato dei poveri”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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L’esempio e la vita di Sant’Ivo “esortino i cristiani a contribuire attivamente alla costruzione dell’Europa, comunità di destini” nella quale tutti sono chiamati a lavorare affinché si incontrino amore e verità, pace e giustizia. Così, Giovanni Paolo II ha sottolineato l’attualità della straordinaria figura del santo, patrono dei giuristi. “Servitore della giustizia - ha constatato - Sant’Ivo invita gli uomini di buona volontà ad edificare un mondo di pace, fondato sul rispetto del diritto e il servizio alla verità”. Il Pontefice si è, quindi, soffermato sulla figura del santo bretone. “Difensore dei poveri - ha detto - questo avvocato incoraggia le persone e i popoli a mettere in atto la solidarietà e l’equità”, valori che “garantiscono i diritti dei più deboli” nel pieno riconoscimento della loro dignità inalienabile. Sacerdote, predicatore infaticabile della Parola di Dio, ha detto ancora il Papa, Sant’Ivo richiama l’importanza del proporre a tutti il Vangelo, “fonte delle relazioni nuove tra gli uomini”.

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ALTRE UDIENZE DI OGGI E NOMINA DI COADIUTORE IN ITALIA

 

Il Papa ha ricevuto in successive udienze stamani due rappresentanti pontifici: l’arcivescovo spagnolo Pablo Fuente, nunzio apostolico in Gran Bretagna, e l’arcivescovo italiano Alberto Bottari de Castello, nunzio apostolico in Gambia, Guinea, Liberia e Sierra Leone. Inoltre, il Pontefice ha ricevuto il cardinale Bernard Francio Law, arcivescovo emerito di Boston.

 

Sempre questa mattina, il Santo Padre ha ricevuto quattro vescovi della Conferenza Episcopale dell’India, in visita “ad Limina”.

 

In Italia, il Pontefice ha nominato arcivescovo coadiutore di Lucca mons. Benvenuto Italo Castellani, finora vescovo di Faenza-Modigliana. Nella Conferenza Episcopale Italiana, mons. Castellani è presidente della Commissione per il Clero e la Vita Consacrata e del Centro Nazionale Vocazioni.

 

 

QUESTA SERA, NEI GIARDINI VATICANI, CHIUSURA DELL’ANNO MARIANO

CON RECITA DEL SANTO ROSARIO, PROCESSIONE E LITURGIA DELLA PAROLA

                                                                                                                

Come ogni anno, la chiusura del mese di maggio coincide con il tradizionale appuntamento nei Giardini Vaticani, dove questa sera si svolgerà la recita del Santo Rosario e la processione, con partenza alle ore 20 dalla chiesa di S. Stefano degli Abissini. Successivamente, l’arcivescovo Francesco Marchisano, arciprete della Basilica Vaticana e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, presiederà la celebrazione della Parola presso la Grotta di Lourdes nei Giardini. La nostra emittente seguirà la cerimonia in radiocronaca diretta a partire dalle ore 20, con commento in italiano, sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza sui 105 MHz.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

"I cristiani contribuiscano attivamente alla costruzione dell'Europa" è il titolo che, con significativa evidenza, apre la prima pagina, in riferimento al discorso del Papa in occasione di un pellegrinaggio francese, nel settimo centenario della morte di S.Ivo.

Sempre in prima, Ue: sorpresa per il Preambolo della Costituzione.

Riguardo al Medio Oriente: esperti Usa - ha annunciato Colin Powell - controlleranno l'applicazione del piano di pace.

"Un soffio di primavera in più" è il titolo del pensiero di Piero Di Domenico dedicato all'Anno del Rosario.

 

Nelle vaticane, la Lettera del Papa al cardinale Jan Pieter Schotte per la nomina a Suo Inviato Speciale alla celebrazione del 150 anniversario del ristabilimento della Gerarchia cattolica nei Paesi Bassi.

Un articolo sul rito di benedizione, officiato dal cardinale Crescenzio Sepe, del Santuario di Nostra Signora del Dolore, a Kibeho, in Rwanda.

Una pagina sul tema "Aversa: inaugurato il Museo diocesano nel deambulatorio della Cattedrale".

Una pagina sulla XVIII video-conferenza promossa dalla Congregazione per il Clero riguardo alla formazione permanente dei presbiteri.

Una pagina in occasione dell'ingresso in diocesi del nuovo vescovo di Saluzzo.

 

Nelle pagine estere, Iraq: Gran Bretagna, Francia e Germania chiedono all'Onu di accelerare il rimpatrio dei rifugiati.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica "Incontri", Placido Domingo intervistato da Antonio Braga.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il processo "Sme".

Il tema dell'immunità parlamentare. 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

31 maggio 2003

 

 

  SOLENNI CELEBRAZIONI OGGI E DOMANI A VADSTENA, IN SVEZIA,

 PER IL VII CENTENARIO DELLA NASCITA DI SANTA BRIGIDA (1303-1373)

ALLA PRESENZA DEL RE CARLO XVI GUSTAVO E DEL CARDINALE WALTER KASPER

 

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Precedute da una giornata di eventi culturali e musicali, le manifestazioni culmineranno domani con l'inaugurazione del museo allestito nel convento della Santa da parte del re di Svezia Carlo XVI Gustavo, e con solenni celebrazioni luterane e cattoliche, presiedute, rispettivamente, dal vescovo luterano di Linköping Martin Lind,  nella chiesa abbaziale, e dal cardinale Walter Kasper, nel cortile del castello di Vadstena, città natale della Santa. Numerosi avvenimenti sono stati organizzati durante l’anno in corso in Svezia ed altri Paesi, al fine di mettere in rilievo l’attualità del messaggio brigidino e il contributo della Santa all’unità, alla spiritualità e alla cultura europea.

 

A Roma, dove la “mistica del Nord” ha vissuto e operato per 24 anni, gli eventi commemorativi hanno avuto luogo agli inizi dell’ottobre scorso, culminando nella solenne celebrazione ecumenica dei Vespri presieduta dal Santo Padre il 4 ottobre nella Basilica Vaticana, alla presenza di vescovi luterani e cattolici, personalità istituzionali - tra cui la principessa ereditaria di Svezia, Vittoria - membri del Corpo Diplomatico. Brigida – lo ricordiamo – è stata canonizzata nel 1391 da Bonifacio IX e proclamata “compatrona d’Europa”, con Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), da Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio del 1º ottobre 1999.

 

Brigida, profeta dei tempi nuovi, richiama con forza la necessità del rinnovamento interiore, del ritorno alle sorgenti spirituali della storia. La grande mistica del nord ci ricorda che l’Europa ha bisogno di redenzione e ci illumina i sentieri da percorrere perché l’unità non sia solo monetaria ma umanitaria, non solo economica ma ecumenica. Brigida è una Santa della sintesi, tanto necessaria al nostro Continente dal cuore diviso per la lacerazione della sua memoria storica, lo smarrimento di vincoli spirituali, la frammentarietà della sua cultura. Ma è anzitutto testimone e maestra di unità dentro la cristianità, nella vita delle chiese, nelle esperienze dei singoli cristiani.

 

Per tutti questi motivi Santa Brigida, compatrona d’Europa, è veramente una grande donna e una grande santa dalle dimensioni europee.

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A BERLINO UN SEGNO DI SPERANZA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

IERI SERA FIRMATA DA 16 CHIESE CRISTIANE DELLA GERMANIA

LA CARTA ECUMENICA

 

- Intervista con padre Eberhard von Gemmingen -

 

Berlino, una delle città più secolarizzate della Germania, continua ad offrire in questi giorni la testimonianza di una grande vitalità del cristianesimo. In 200 mila, la maggioranza giovani, stanno partecipando alle molte iniziative promosse dal Kirchentag ecumenico, la prima grande manifestazione che in questi giorni vede riuniti per la prima volta cattolici, evangelici luterani e membri delle diverse Chiese di Germania. Ieri sera i rappresentanti di 16 Chiese cristiane presenti in Germania hanno sottoscritto la “Carta ecumenica”, cioè le linee guida comuni per accelerare il cammino verso la piena unità dei cristiani. L’iniziativa di questa “carta”, già diffusa in molti Paesi europei, aveva avuto il via  al grande incontro ecumenico di Graz del 1997. L’importante documento è stato sottoscritto tra gli altri dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, cardinale Karl Lehmann e dal presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche in Germania, il vescovo Manfred Kock. Ma ascoltiamo da Berlino il nostro inviato, padre Eberhard von Gemmingen, al microfono di Carla Cotignoli.

 

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R. - Ci sono centinaia o forse migliaia di avvenimenti. Per esempio stamane ho sentito una meditazione del padre benedettino Anselm Grün che ha scritto moltissimi libri. C’erano forse 6 mila persone che hanno ascoltato attentamente la storia della creazione, soprattutto la creazione dell’uomo e la destinazione dell’uomo. Allora, ci sono meditazioni, discorsi, tavole rotonde su questioni religiose, ecumeniche, su cose politiche, sociali.

 

D. – Com’è il clima ecumenico che si respira lì proprio nel rapporto tra i cattolici e luterani evangelici?

 

R. – I rapporti sembrano molto molto buoni. Ho parlato ed intervistato molti vescovi e in generale i vescovi cattolici che dicono che sono molto contenti, perché anche le Messe, i servizi protestanti vengono seguiti molto. Vuol dire che non è solo una kermesse, ma che ci sono molte persone che pregano, che meditano, che vanno in profondo. Ho parlato anche con il vescovo che sarà responsabile per il Gmg a Colonia. Possiamo imparare da questo incontro.

 

D. - Ieri c’è stata anche la firma della Carta ecumenica da parte di 16 Chiese ...

 

R. – E’ stata una celebrazione molto bella. E’ stata firmata la Carta ecumenica per la Germania, il che significa che le Chiese vogliono collaborare sulle questioni drastiche con lo Stato, il che garantisce i loro diritti. Diciamo che è stato uno dei punti centrali.

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LE SFIDE DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO, ALLA LUCE DELLE ULTIME NORMATIVE:

TANTE LE OMBRE ED I MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE.

OGGI LE CONCLUSIONI DI UN SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO,

PROMOSSO DALL’ORDINE OSPEDALIERO FATEBENFRATELLI

 

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Religiosi e laici a confronto sul futuro della sanità in Italia: una tre giorni promossa tra tutti i direttori generali, sanitari e amministrativi degli ospedali italiani Fatebenefratelli, insieme ai superiori locali e ai collaboratori laici. “Fare il bene facendolo bene”, questo il principio chiave che guida l’attività dell’Ordine di San Giovanni di Dio, fondato 500 anni fa, oggi presente in tutto il mondo con più di 300 opere in oltre 50 Paesi. In Italia, sparse su tutto il territorio, sono 24 le strutture ospedaliere.

 

 Guarire, curare, riabilitare: è questa la principale missione dei Fatebenefratelli che si raffronta naturalmente con le esigenze dei tempi che cambiano anche e molto velocemente in campo sanitario, come ci spiega - non senza motivi di preoccupazione per le ultime disposizioni di legge in materia – fra’ Pietro Cicinelli, vicepresidente dell’Ospedale romano Fatebenebefratelli nell’Isola Tiberina, consigliere generale dell’Ordine.

 

R. - Effettivamente si sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni, riorganizzazione e riconversione nell’ambito delle attività sanitarie e socio-assistenziali, sia in conseguenza dei Piani sanitari o socio-assistenziali nazionali e regionali, sia per quanto riguarda i cambiamenti anche normo-giuridici, ad esempio il cambiamento costituzionale dell’articolo 118, con l’autonomia piena data alle Regioni proprio nel campo sanitario assistenziale, per la qual cosa a volte si ritrovano le stesse Regioni, gli stessi amministratori in una situazione anche di contrasto o di divergenza, o di opposizioni anche legislative, cioè tra le Leggi che vengono emanate a livello nazionale e quelle che vengono emanate a livello regionale.

 

D. - Quindi una situazione che può gravare infine sulle spalle dei cittadini più deboli e indifesi, i malati ...

 

R. - Preoccupazioni ce ne sono anche perché le varie Regioni stanno emanando delle normative, anche in applicazione delle Leggi nazionali per quanto riguarda proprio: l’individuazione delle necessità e quindi delle priorità nei vari Piani sanitari e socio-assistenziali, la programmazione, le autorizzazioni preventive e le autorizzazioni dopo che sono stati predisposti i servizi o rimodernati e così via, e poi l’accreditamento che più o meno va a sostituirsi al vecchio convenzionamento. In questo contesto bisogna tener presente anche le ulteriori normative relative ai livelli essenziali di assistenza, cioè il precedente concetto riguardante il tutto a tutti, e quindi l’assicurare il servizio sanitario ad ognuno. Proprio i condizionamenti pesanti, finanziari ed economici, hanno portato lo Stato, e quindi poi le Regioni, ad assicurare soltanto le cose essenziali in merito alla sanità, rinviando o a carico del cittadino, o a carico anche di servizi integrativi, l’onere per ricevere altre prestazioni. Un altro aspetto riguarda ad esempio l’appropriatezza dei ricoveri, se determinate prestazioni debbano essere fatte in regime di Day Hospital, Day Surgery o ambulatoriale non verranno più coperte dal Servizio nazionale in regime del ricovero, o ancora le Regioni, proprio per condizionamenti finanziari, vanno anche ad imporre la regressione economica e quindi delle tariffe e degli abbattimenti e competenze per servizi che peraltro le strutture sanitarie o socio-assistenziali hanno già erogato.

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PER L’ONU ANCORA POSSIBILE COLLABORARE AL FUTURO DEL SAHARA OCCIDENTALE

CONTESO DA MAROCCO E FRONTE POLISARIO

 

- Intervista con Luciano Ardesi -

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha prorogato sino al 31 luglio la presenza di propri osservatori e caschi blu nel Sahara occidentale, l’ex colonia spagnola annessa unilateralmente dal Marocco nel 1976, anno d’inizio dei sanguinosi combattimenti per il possesso della ricca regione, rivendicata da Rabat e contesa dalla popolazione locale “saharawi”, rappresentata dal Fronte Polisario. Le Nazioni Unite, che hanno in programma un piano di pace e un referendum di autodeterminazione, hanno comunque garantito dal 1991 la non belligeranza, come conferma l’esperto di nord Africa Luciano Ardesi, intervistato da Giancarlo La Vella.

 

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R. – Se non ci fossero le Nazioni Unite, in particolare il contingente di Caschi blu, si rischierebbe la ripresa di un conflitto che è sospeso dal 1988, ma che potrebbe riprendere se le parti non dovessero più trovare un modo per continuare il dialogo. Le Nazioni Unite hanno – nel bene e nel male – assicurato questa continuità.

 

D. – Quali sono le parti in conflitto nel Sahara occidentale e che cosa si contendono?

 

R. – Il Marocco rivendica storicamente il territorio del Sahara occidentale, così come una parte dell’Algeria, del Mali e tutta la Mauritania; di fatto, è riuscito ad occupare solo una parte del Sahara occidentale e rifiuta sostanzialmente di permettere al popolo saharawi di votare per la propria autodeterminazione mediante referendum. Le Nazioni Unite avevano già scelto anche le questioni su cui far pronunciare gli elettori saharawi, che avrebbero dovuto scegliere tra l’indipendenza e l’annessione al Marocco. Il piano di pace aveva previsto questo referendum, ma il Marocco in questi ultimi anni l’ha completamente rifiutato.

 

D. – Il Sahara occidentale è una zona ricca di materie prime. I contendenti puntano anche ad assicurarsene la gestione?

 

R. – Sì, perché il Sahara occidentale è sicuramente una zona ricca di fosfati, tanto è vero che la miniera di Boukra, che in questo momento è sfruttata dal Marocco, fa di Rabat il principale esportatore di fosfati nel mondo, e i fosfati sappiamo che giocano un grosso ruolo nell’agricoltura come fertilizzanti. Inoltre, da esplorazioni che sono state fatte in questi ultimi anni, si sa che nella regione ci sono senz’altro dei minerali piuttosto importanti e c’è sicuramente del petrolio: si sta cercando di valutare se lo sfruttamento di questi giacimenti è o non è alle condizioni attuali di mercato economicamente conveniente; quindi c’è senz’altro del petrolio. L’altra cosa notevole è che la costa del Sahara occidentale è la più pescosa di tutta l’Africa occidentale, tant’è vero che vi si recano pescherecci in particolare spagnoli o comunque dell’Unione Europea, anche se in questo momento c’è una controversia: il Marocco di solito concede le autorizzazioni a pescare nelle acque territoriali saharawi, d’altro canto il Fronte Polisario ha rivendicato il possesso della zona di mare e quindi si è appellato alla comunità internazionale, perché cessi lo sfruttamento delle sue acque territoriali.

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CHIESA E SOCIETA’

31 maggio 2003

 

 

INIZIATO OGGI IN CROAZIA IL KATHOLIKENTAG MITTELEUROPEO, UN CONGRESSO

CRISTIANO PER I PAESI DELL’EUROPA CENTRALE, SUL FUTURO DEL CONTINENTE

 

ZAGABRIA. = “Cristo, speranza dell’Europa”: è questo il titolo del “Katholikentag” mitteleuropeo, che inizia oggi nei Paesi dell’Europa centrale. Il congresso si è inaugurato stamani a Zagabria, nell’ambito dei festeggiamenti per il 150º anniversario della metropolia della capitale croata, mentre negli altri Paesi l’iniziativa verrà lanciata in date diverse, per concludersi tra un anno – nel maggio 2004 - con un “pellegrinaggio dei popoli” al Santuario austriaco di Mariazell. La manifestazione è rivolta in primo luogo ai cattolici, inserendosi nell’impegno ecclesiale per la nuova evangelizzazione, ma coinvolgerà nel dialogo sul ruolo della fede nella riunificazione dell’Europa anche altre confessioni cristiane e comunità religiose. Al centro di simposi ed incontri, che si terranno anche a livello internazionale nell’arco dei prossimi 12 mesi, saranno i temi relativi al processo di integrazione europea e la riflessione sulle radici cristiane del vecchio continente, il ruolo della famiglia e il futuro dell’educazione e della formazione dei giovani, ed inoltre tematiche attinenti alla dottrina sociale della Chiesa. Il Katholikentag europeo dispone di un proprio sito Internet, con un link alle 8 conferenze episcopali interessate, che è possibile visitare all’indirizzo www.katholikentag.at. Nell’occasione dell’apertura del congresso i vescovi dei Paesi interessati hanno pubblicato una lettera nella quale definiscono il Vangelo come “sorgente di forza” che potrebbe “restituire all’Europa la tanto citata anima”. Il continente europeo potrebbe inoltre porre l'economia “al servizio del bene comune”, fare della politica “un luogo di decisioni responsabili”, e della vita sociale “uno spazio per la promozione della famiglia e delle decisioni comuni degli uomini”. La lettera dei vescovi ricorda poi “speranze e preoccupazioni” connesse con l'Europa crescente: se per alcuni di loro “le possibilità dell'interagire amichevole di popoli, culture e religioni fanno sperare a una voce comune del nostro continente”, altri denunciano che l'Europa “con le sue possibilità economiche esercita la sua potenza sui popoli poveri e si chiude nella sua ricchezza”. “L'Europa - continua il documento - ha fatto nascere sciagurate ideologie, come il nazismo, il fascismo e il comunismo”; i Paesi dell'Europa centrale hanno attraversato, nel secolo appena trascorso “una dura strada di passione”. (S.C.)

 

 

IN CONCOMITANZA CON IL VERTICE DEL G8 A EVIAN,

SI APRE DOMANI IN UN PICCOLO VILLAGGIO DEL MALI IL “SUMMIT DEI POVERI”,

ORGANIZZATO DA JUBILEE 2000, LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE

PER LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO ESTERO DEI PAESI POVERI

 

SIBY (MALI). = C’è un altro vertice “contro” che si prepara ad inaugurare i propri lavori, in concomitanza con la riunione del G8 di Evian. Si tratta del cosiddetto "Summit dei poveri", in programma nuovamente quest’anno nel piccolo Stato africano del Mali. Ad ospitarlo sarà ancora un piccolo villaggio, Siby, situato a 52 chilometri dalla capitale Bamako, esattamente negli stessi giorni del vertice francese, da domani al 3 giugno. Gli organizzatori del Summit fanno parte di Jubilee 2000, la Campagna internazionale per la cancellazione del debito estero dei Paesi poveri. Sono attesi circa 400 delegati, tra studenti, contadini e rappresentanti della società civile, provenienti dai Paesi dell'Africa occidentale e quest'anno anche da Haiti. Argomento centrale di discussione, le sovvenzioni che i governi dei Paesi ricchi e industrializzati riservano al proprio comparto agricolo: denaro che favorisce i contadini e i prodotti del Paesi dell’emisfero settentrionale del pianeta rispetto a quelli del Sud del mondo. Nel villaggio di Siby, un agglomerato di capanne dove la povertà è endemica e "non c'è traccia di sviluppo", i lavori si svolgeranno all’aperto, in un ricercato contrasto con la sede “blindata” del G8 di Evian. Ma i relatori del Summit dei poveri, spiegano gli organizzatori, affronteranno anche altri temi: il “Nepad” (il Nuovo partenariato per lo sviluppo africano), la sicurezza alimentare, le privatizzazioni selvagge, il neoliberismo, la partecipazione della società civile e le esperienze africane in materia di democrazia. Il primo Summit dei poveri si era svolto sempre a Siby lo scorso anno, durante i lavori del G8 a Kananaskis, in Canada. (A.D.C.)

 

 

UN CONVEGNO CARISMATICO DELLA FRATERNITA’ CATTOLICA DELLE COMUNITA’

 DI ALLEANZA, A FIUGGI DA OGGI AL 2 GIUGNO, SUL TEMA: “COMUNIONE E MISSIONE NELLA CHIESA ITALIANA”.

PRESENTI IL CARDINALE JAMES STAFFORD,  PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI,

E IL VESCOVO DI TERNI MONS. VINCENZO PAGLIA

 

FIUGGI. = “Comunione e missione nella Chiesa italiana”. E’ questo il tema di una nuova iniziativa sorta nell’ambito del Movimento Carismatico in Italia: la prima Conferenza italiana della Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza, che si tiene a Fiuggi da oggi al 2 giugno. Tra gli  interventi, il cardinale James Francis Stafford, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, insieme al prof. Guzmàn Carriquiry, sottosegretario dello stesso dicastero. Presenti inoltre il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, il prof. Matteo Calisi, presidente della Fraternità Cattolica, e Oreste Pesare, direttore esecutivo dell’Iccrs-International Catholic Charismatic Renewal Services, il centro internazionale di coordinamento del Rinnovamento Carismatico Cattolico, che ha sede nel palazzo vaticano della Cancelleria. La Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza è sorta nel 1990 per iniziativa di varie comunità carismatiche d’Australia e di altri Paesi (Stati Uniti, Canada, Francia, Malaysia, Nuova Zelanda), ed ha ricevuto dopo alcuni anni il riconoscimento del Pontificio Consiglio per i Laici come “Associazione privata di fedeli”. Oggi conta circa 50 comunità carismatiche, con 30 mila aderenti, in 15 Paesi d’Europa, America, Asia e Oceania. Essa costituisce una delle innumerevoli espressioni del vasto e articolato movimento ecclesiale noto come Rinnovamento Carismatico Cattolico, che secondo i dati più recenti è seguito da 120 milioni di cattolici in tutto il mondo. (P. Sv.)

 

 

LA CHRISTIAN SOLIDARITY WORLDWIDE DI LONDRA HA ORGANIZZATO

UNA SETTIMANA ECUMENICA DI PREGHIERA PER LA DIFFICILE SITUAZIONE

DEI CRISTIANI IN COREA DEL NORD

 

LONDRA. = Una settimana di preghiera ecumenica per la Corea del Nord: è l’iniziativa lanciata da Christian Solidarity Worldwide (CSW), organizzazione con sede a Londra che si occupa di sensibilizzare sulle persecuzioni subite dai cristiani nel mondo, e di aiutare le comunità in difficoltà. Hanno aderito all’iniziativa, prevista dal 23 al 29 giugno, altre associazioni e movimenti di ispirazione cristiana in Europa e in Asia. Il Christian Solidarity Worldwide, che ha anche diffuso di recente il suo Rapporto annuale sulle violazioni della libertà di coscienza e di religione in diversi paesi, invita tutte le diverse confessioni a pregare per la situazione dei cristiani in Corea del Nord. Come testimoniato dall’associazione, con il regime comunista e il totale isolamento della Corea del Nord negli ultimi 50 anni, le chiese cristiane sono state azzerate e i credenti perseguitati, tanto che oggi si stimano in poche centinaia i sopravvissuti che, grazie a una tradizione orale, hanno conservato la fede in Gesù Cristo. I cristiani pregheranno per tutti i martiri che hanno perso la vita nel Paese. (S.C.)

 

 

DOPO L’ESORTAZIONE DEI VESCOVI MESSICANI A NON ELEGGERE CANDIDATI ABORTISTI,

LA CONFERENZA EPISCOPALE RISPONDE ALLE ACCUSE

DI INGERENZE POLITICHE: “LA CHIESA DIFENDE SOLO I PROPRI VALORI”

 

CITTA’ DEL MESSICO. = “I pastori hanno tutto il diritto di orientare il loro gregge, secondo la dottrina e la morale cattolica”. I fedeli messicani difendono i loro vescovi e i loro sacerdoti dalle accuse di “ingerenza” politica lanciate da alcune parti. Nei giorni scorsi sono arrivate presso gli organi di controllo elettorali denunce pesanti nei confronti di presuli, per “essersi intromessi in un campo che non è di loro competenza”, e aver “dato indicazione di voto alla comunità”. Secca la smentita dei vescovi e della Conferenza episcopale messicana, che ha ribadito: “La Chiesa non appoggia né l’una né l’altra fazione politica. Difende solo i propri principi e i propri valori”. I presuli avevano invitato a non esprimere la preferenza nei confronti di candidati abortisti. A sostegno dei vescovi il presidente dell’associazione pro-vita, Joerge Serrano, che non ha esitato a definire “vergognosi” i provvedimenti del segretario del governo, Santiago Creel. “Come può definirsi cattolico – aveva dichiarato Serrano - uno che sanziona i presuli e gli impedisce di celebrare messa la domenica?”. A lui ha fatto eco il deputato Diego Fernandez de Cevallos: “I vescovi hanno piena facoltà di raccontare la verità ai fedeli e di promuovere il dibattito politico tra i cittadini”. Una decisa risposta è arrivata anche dal segretario della Cem, mons. Abelardo Alvarado Alcantara: “Le norme vigenti dovrebbero essere rispettate anche da quei partiti e da quei politici che utilizzano simboli religiosi per la loro propaganda o per il loro comizio. Così come sono previste sanzioni per i ministri di culto che intervengono in campagna elettorale, dovrebbero essere colpiti anche coloro che attraverso le nostre immagini tentano la scalata al potere”. (D.D.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

31 maggio 2003

 

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

Quattro persone sono morte oggi in Birmania in violenti scontri esplosi nella capitale tra oppositori e seguaci del regime militare al potere. Alla base dei disordini, l’annuncio del nuovo arresto della leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace. Ma perché i rapporti tra l’esecutivo di Rangoon e la sostenitrice dei diritti umani in Birmania sono diventati nuovamente difficili dopo un periodo di distensione? Giancarlo La Vella ne ha parlato con padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime ed esperto di Estremo Oriente.

 

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R. - Diciamo che da quando è stata liberata e da quando ha accettato il dialogo con il governo, il problema è che San Suu Kyi deve cercare di convincere tutti i vari gruppi, che hanno combattuto contro il governo, ad entrare in qualche modo dentro il dibattito parlamentare e ad entrare nel dialogo politico. Naturalmente poiché il governo non sta con le mani in mano, ma cerca di tagliare le gambe a queste opposizioni etniche, San Suu Kyi si trova in una posizione molto difficile, perché deve fare da mediatrice.

 

D. – Aung San Suu Kyi è stata sempre un personaggio scomodo per il governo militare ...

 

R. – Sì, perché promettendo totale democrazia per il Paese, ha vinto le elezioni, ma poi la giunta militare non l’ha mai riconosciuta e l’ha messa agli arresti domiciliari per anni. San Suu Kyi chiede continuamente che vengano rispettati i diritti dei gruppi etnici e, quindi, chiede una totale democrazia, ma questo significa che l’esercito, che attualmente ha in mano tutta l’economia, deve mettersi da parte e diventare una funzione dello Stato e non il padrone dello Stato.

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I grandi del mondo riuniti in Russia. Oltre 40 leaders sono oggi a San Pietroburgo per festeggiare i 300 anni della città. L’appuntamento - sul quale pesa l’ombra del terrorismo ceceno, che ieri è tornato a colpire a Grozny - ingloba diversi incontri: si è cominciato stamani col vertice tra Russia e l’Unione Europea a 25. Ce ne parla Giada Aquilino:

 

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E’ un palcoscenico sontuoso quello che a San Pietroburgo ha accolto i potenti del pianeta per festeggiare la città fondata da Pietro il Grande. Dopo la riunione dei dodici leader della Comunità degli Stati indipendenti e la stretta di mano tra il premier giapponese Junichiro Koizumi e il presidente cinese Hu Jintao, è stata la volta del vertice Russia-Unione europea: quest’ultima a San Pietroburgo è rappresentata dai leader storici, da quelli dei dieci Paesi che presto entreranno nella comunità e dal presidente della Commissione Ue, Romano Prodi. Alla vigilia dell’arrivo in Russia del presidente statunitense Bush, il capo del Cremino Putin ha colto l’occasione per rallegrarsi del riavvicinamento con la Casa Bianca sulla crisi irachena, “tornata – ha detto Putin – sul terreno dell’Onu”. In effetti gli argomenti chiave dell’incontro sono stati cooperazione economica, nuovo regime semplificato di visti, interscambio energetico, trattato di Kyoto sulle emissioni nocive, adesione di Mosca all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e lotta al terrorismo in genere. E all’indomani dell’ultimo attentato della guerriglia cecena, che ha fatto tre morti a Grozny, l'Unione europea - attraverso il suo presidente di turno, il premier greco Simitis – non ha potuto che giudicare il referendum promosso a marzo dal Cremino, per riaffermare l'appartenenza della Cecenia alla Russia, come ''un passo importante sulla strada di una soluzione politica'' nella Repubblica caucasica.

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“Quando Europa ed America sono unite nessun ostacolo può resisterci”. Così oggi il presidente statunitense, George Bush, a Cracovia, in Polonia, prima tappa di un lungo viaggio diplomatico dedicato alla questione mediorientale, alla ricostruzione in Iraq, al G8 di Evian e ai legami transatlantici. Invitando nuovamente tutti ad unirsi nella lotta al terrorismo internazionale, il Capo della Casa Bianca ha sottolineato come l’emergere, in Medio Oriente, di nuovi leaders dia “segnali di speranza” per la pace tra israeliani e palestinesi. Dopo una visita in Russia, Bush sarà in Francia e da martedì 3 giugno la sua missione sarà dedicata completamente alla pace in Medio Oriente, con la trasferta in Egitto e Giordania. Proprio questa mattina, tuttavia, nei Territori tre palestinesi hanno perso la vita sotto i colpi dell’esercito israeliano.

 

Nel timore di rivivere i disordini di Genova, si apre domani ad Evian, in Francia, il vertice del G8. Poco lontano la riunione dei movimenti “no global”. In agenda i temi legati al rapporto tra Paesi ricchi e Stati in via di sviluppo. Il servizio di Jean Charles Putzolu:

 

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E’ un G8 in apparenza diverso dai precedenti. Il presidente francese ha prudentemente invitato una decina di capi di Stato a partecipare al vertice, dall’Africa, dall’Asia e dal Sud America, allo scopo di dare una nuova coscienza al gruppo degli otto Paesi più ricchi del pianeta, maggiormente estensibile all’idea di una globalizzazione più equa. L’iniziativa di Jacques Chirac però non sembra aver convinto le Ong no global, contrarie ad una visione strettamente neo liberista del mondo. E ci saranno, quindi, due summit: quello ufficiale del G8 e un controvertice no global. Il tutto in un’atmosfera surreale, alimentata dalla massiccia presenza di 20 mila poliziotti e militari. In questo contesto i capi di Stato e di governo intendono riaffermare i principi nei quali credono, per far uscire l’economia mondiale dalla recessione, con in aggiunta qualche promessa di aiuto in direzione dei Paesi più poveri.

 

Evian, Jean Charles Putzolu, Radio Vaticana.

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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato ieri la creazione di una forza multinazionale di pace da inviare in Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Il contingente, con comando francese, sarà composto da 1200 uomini, che provvederanno a proteggere i civili e rendere sicura la regione, attualmente al centro di scontri tribali, massacri ed episodi di cannibalismo.

 

Caduto nel vuoto il cessate il fuoco nelle Filippine. All’indomani del rifiuto della presidente Gloria Arroyo di accettare una tregua proposta dagli estremisti, nuovi scontri nel sud del Paese hanno causato la morte di 16 ribelli e 7 soldati.

 

Paura oggi in Pakistan per l’esplosione di una bomba su un autobus. La deflagrazione, avvenuta a Hyderabad, circa 160 km a nord di Karachi, ha causato almeno 4 feriti. Subito hanno preso il via le indagini della polizia, che pensa all’ennesimo atto terroristico.

 

E’ salito tragicamente a 637 il numero delle vittime dell’ondata di caldo che si è abbattuta nel sud dell’India. Le temperature massime in alcune zone hanno superato i 47 gradi. La carenza di acqua, inoltre, ha seriamente danneggiato anche le colture e l’allevamento. Maria Grazia Coggiola:

 

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Non accenna a diminuire la colonnina di mercurio in Andhra Pradesh, lo Stato dell’India meridionale che da ben 17 giorni è colpito da una forte ondata di caldo, con temperature che hanno raggiunto i 47 gradi e mezzo. Ogni giorno cresce il numero delle vittime. Le autorità hanno lanciato appelli alla popolazione, chiedendo di stare in casa e soprattutto di bere liquidi, per evitare la disidratazione. Lo scorso anno, nello stesso periodo, in tutta l’India il caldo provocò una cifra record di mille morti. Secondo i meteorologi, le alte temperature dovrebbero continuare ancora per altre 48 ore, poi dovrebbero scendere, ma solo di qualche grado. Le piogge monsoniche sono previste soltanto per la metà di giugno. Lo Stato dell’Andhra Pradesh, che è uno dei più ricchi dell’India, grazie all’industria del software concentrata nella città di Bangalor, ha annunciato una ricompensa per ogni vittima di 10 mila rupie, equivalenti a 214 dollari. Il caldo sta stringendo d’assedio anche altri Stati indiani del nord.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Prosegue lo stato di emergenza nazionale in Perù. In 3 giorni le forze armate e la polizia hanno arrestato oltre 300 persone in diverse città, mentre rimane di un morto e 61 feriti il bilancio ufficiale degli incidenti di piazza di giovedì a Puno. Il presidente del Consiglio dei ministri, Luis Solari, ha, inoltre, assicurato che le truppe resteranno nelle strade fino a quando sarà necessario.

 

E’ salito a 30 il numero delle vittime a Toronto, in Canada, per la diffusione della polmonite atipica. Le autorità sanitarie si sono dette, comunque, ottimiste poiché ritengono che sia stato raggiunto e superato il picco di massima pericolosità del contagio. Nuove vittime anche in Cina. Migliora, intanto, la situazione nell’isola di Taiwan e a Singapore, depennata dall’Organizzazione mondiale della sanità dalla lista delle aree a rischio Sars.

 

Processo Sme. “Smodata e grottesca”. Con queste parole il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha definito la richiesta di condanna a 11 anni di carcere del pm Boccassini per Cesare Previti. “Sono solo diffamazioni” ha replicato, invece, quest’ultimo, accusato di corruzione in atti giudiziari.

 

 

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