RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 151 - Testo della
Trasmissione di sabato 31 maggio 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Arrestata
in Birmania il leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, premio nobel per la
pace.
I grandi
del mondo riuniti in Russia per festeggiare i 300 anni di San Pietroburgo.
Ha preso il
via il viaggio diplomatico del presidente statunitense Bush.
31 maggio 2003
I CRISTIANI CONTRIBUISCANO ATTIVAMENTE ALLA
COSTRUZIONE DELL’EUROPA:
COSI’,
IL PAPA NEL DISCORSO AI PELLEGRINI DELLA DIOCESI DI SAINT-BRIEUC
E
TRÉGUIER, IN OCCASIONE DEL 700.MO ANNIVERSARIO
DELLA
MORTE DI SANT’IVO, PATRONO DEI GIURISTI
- Servizio
di Alessandro Gisotti -
I
valori di solidarietà e giustizia proposti da Sant’Ivo servano da “stimolo per
i nostri tempi, soprattutto per la costruzione dell’Europa”. E’ la riflessione
offerta, stamani, dal Papa nel discorso ai pellegrini della diocesi francese di
Saint‑Brieuc e Tréguier, ricevuti in udienza in occasione del settimo
Centenario della morte del grande santo bretone. Il Papa ha ricordato l’opera
di Sant’Ivo a favore dei più deboli, impegno che gli valse l’appellativo di
“avvocato dei poveri”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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L’esempio e la vita di Sant’Ivo “esortino i cristiani a
contribuire attivamente alla costruzione dell’Europa, comunità di destini”
nella quale tutti sono chiamati a lavorare affinché si incontrino amore e
verità, pace e giustizia. Così, Giovanni Paolo II ha sottolineato l’attualità
della straordinaria figura del santo, patrono dei giuristi. “Servitore della
giustizia - ha constatato - Sant’Ivo invita gli uomini di buona volontà ad
edificare un mondo di pace, fondato sul rispetto del diritto e il servizio alla
verità”. Il Pontefice si è, quindi, soffermato sulla figura del santo bretone.
“Difensore dei poveri - ha detto - questo avvocato incoraggia le persone e i
popoli a mettere in atto la solidarietà e l’equità”, valori che “garantiscono i
diritti dei più deboli” nel pieno riconoscimento della loro dignità
inalienabile. Sacerdote, predicatore infaticabile della Parola di Dio, ha detto
ancora il Papa, Sant’Ivo richiama l’importanza del proporre a tutti il Vangelo,
“fonte delle relazioni nuove tra gli uomini”.
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Il Papa
ha ricevuto in successive udienze stamani due rappresentanti pontifici:
l’arcivescovo spagnolo Pablo Fuente, nunzio apostolico in Gran Bretagna, e
l’arcivescovo italiano Alberto Bottari de Castello, nunzio apostolico in
Gambia, Guinea, Liberia e Sierra Leone. Inoltre, il Pontefice ha ricevuto il
cardinale Bernard Francio Law, arcivescovo emerito di Boston.
Sempre questa mattina, il Santo Padre ha ricevuto quattro
vescovi della Conferenza Episcopale dell’India, in visita “ad Limina”.
In Italia, il Pontefice ha nominato arcivescovo coadiutore
di Lucca mons. Benvenuto Italo Castellani, finora vescovo di Faenza-Modigliana.
Nella Conferenza Episcopale Italiana, mons. Castellani è presidente della
Commissione per il Clero e la Vita Consacrata e del Centro Nazionale Vocazioni.
QUESTA SERA, NEI GIARDINI
VATICANI, CHIUSURA DELL’ANNO MARIANO
CON RECITA DEL SANTO ROSARIO, PROCESSIONE E LITURGIA DELLA PAROLA
Come ogni anno, la chiusura del mese di maggio coincide
con il tradizionale appuntamento nei Giardini Vaticani, dove questa sera si
svolgerà la recita del Santo Rosario e la processione, con partenza alle ore 20
dalla chiesa di S. Stefano degli Abissini. Successivamente, l’arcivescovo
Francesco Marchisano, arciprete della Basilica Vaticana e vicario generale del
Papa per la Città del Vaticano, presiederà la celebrazione della Parola presso
la Grotta di Lourdes nei Giardini. La nostra emittente seguirà la cerimonia in
radiocronaca diretta a partire dalle ore 20, con commento in italiano,
sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza sui 105 MHz.
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"I
cristiani contribuiscano attivamente alla costruzione dell'Europa" è il
titolo che, con significativa evidenza, apre la prima pagina, in riferimento al
discorso del Papa in occasione di un pellegrinaggio francese, nel settimo
centenario della morte di S.Ivo.
Sempre in prima, Ue: sorpresa
per il Preambolo della Costituzione.
Riguardo al Medio Oriente:
esperti Usa - ha annunciato Colin Powell - controlleranno l'applicazione del
piano di pace.
"Un soffio di primavera in
più" è il titolo del pensiero di Piero Di Domenico dedicato all'Anno del
Rosario.
Nelle vaticane, la Lettera del
Papa al cardinale Jan Pieter Schotte per la nomina a Suo Inviato Speciale alla
celebrazione del 150 anniversario del ristabilimento della Gerarchia cattolica
nei Paesi Bassi.
Un articolo sul rito di benedizione,
officiato dal cardinale Crescenzio Sepe, del Santuario di Nostra Signora del
Dolore, a Kibeho, in Rwanda.
Una pagina sul tema
"Aversa: inaugurato il Museo diocesano nel deambulatorio della Cattedrale".
Una pagina sulla XVIII
video-conferenza promossa dalla Congregazione per il Clero riguardo alla
formazione permanente dei presbiteri.
Una pagina in occasione
dell'ingresso in diocesi del nuovo vescovo di Saluzzo.
Nelle pagine estere, Iraq: Gran
Bretagna, Francia e Germania chiedono all'Onu di accelerare il rimpatrio dei
rifugiati.
Nella pagina culturale, per la
rubrica "Incontri", Placido Domingo intervistato da Antonio Braga.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il processo "Sme".
Il tema dell'immunità
parlamentare.
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31 maggio 2003
SOLENNI CELEBRAZIONI OGGI E DOMANI A
VADSTENA, IN SVEZIA,
PER IL VII CENTENARIO DELLA NASCITA DI SANTA
BRIGIDA (1303-1373)
ALLA
PRESENZA DEL RE CARLO XVI GUSTAVO E DEL CARDINALE WALTER KASPER
-
Servizio di Giovanni Peduto -
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Precedute da una giornata di eventi culturali e musicali,
le manifestazioni culmineranno domani con l'inaugurazione del museo allestito
nel convento della Santa da parte del re di Svezia Carlo XVI Gustavo, e con
solenni celebrazioni luterane e cattoliche, presiedute, rispettivamente, dal
vescovo luterano di Linköping Martin Lind,
nella chiesa abbaziale, e dal cardinale Walter Kasper, nel cortile del
castello di Vadstena, città natale della Santa. Numerosi avvenimenti sono stati
organizzati durante l’anno in corso in Svezia ed altri Paesi, al fine di
mettere in rilievo l’attualità del messaggio brigidino e il contributo della
Santa all’unità, alla spiritualità e alla cultura europea.
A Roma, dove la “mistica del Nord” ha vissuto e operato
per 24 anni, gli eventi commemorativi hanno avuto luogo agli inizi dell’ottobre
scorso, culminando nella solenne celebrazione ecumenica dei Vespri presieduta
dal Santo Padre il 4 ottobre nella Basilica Vaticana, alla presenza di vescovi
luterani e cattolici, personalità istituzionali - tra cui la principessa
ereditaria di Svezia, Vittoria - membri del Corpo Diplomatico. Brigida – lo
ricordiamo – è stata canonizzata nel 1391 da Bonifacio IX e proclamata
“compatrona d’Europa”, con Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della
Croce (Edith Stein), da Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica in forma di
Motu Proprio del 1º ottobre 1999.
Brigida, profeta dei tempi nuovi, richiama con
forza la necessità del rinnovamento interiore, del ritorno alle sorgenti
spirituali della storia. La grande mistica del nord ci ricorda che
l’Europa ha bisogno di redenzione e ci illumina i sentieri da percorrere perché
l’unità non sia solo monetaria ma umanitaria, non solo economica ma ecumenica.
Brigida è una Santa della sintesi, tanto necessaria al nostro Continente dal
cuore diviso per la lacerazione della sua memoria storica, lo smarrimento di
vincoli spirituali, la frammentarietà della sua cultura. Ma è anzitutto
testimone e maestra di unità dentro la cristianità, nella vita delle chiese,
nelle esperienze dei singoli cristiani.
Per tutti questi motivi Santa Brigida, compatrona
d’Europa, è veramente una grande donna e una grande santa dalle dimensioni
europee.
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A BERLINO UN SEGNO
DI SPERANZA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
IERI SERA FIRMATA DA 16 CHIESE CRISTIANE DELLA
GERMANIA
LA CARTA ECUMENICA
-
Intervista con padre Eberhard von Gemmingen -
Berlino, una
delle città più secolarizzate della Germania, continua ad offrire in questi
giorni la testimonianza di una grande vitalità del cristianesimo. In 200 mila,
la maggioranza giovani, stanno partecipando alle molte iniziative promosse dal
Kirchentag ecumenico, la prima grande manifestazione che in questi giorni vede
riuniti per la prima volta cattolici, evangelici luterani e membri delle
diverse Chiese di Germania. Ieri sera i rappresentanti di 16 Chiese cristiane
presenti in Germania hanno sottoscritto la “Carta ecumenica”, cioè le linee
guida comuni per accelerare il cammino verso la piena unità dei cristiani.
L’iniziativa di questa “carta”, già diffusa in molti Paesi europei, aveva avuto
il via al grande incontro ecumenico di
Graz del 1997. L’importante documento è stato sottoscritto tra gli altri dal
presidente della Conferenza episcopale tedesca, cardinale Karl Lehmann e dal
presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche in Germania, il vescovo
Manfred Kock. Ma ascoltiamo da Berlino il nostro inviato, padre Eberhard von
Gemmingen, al microfono di Carla Cotignoli.
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R. - Ci sono centinaia o forse migliaia di avvenimenti.
Per esempio stamane ho sentito una meditazione del padre benedettino Anselm
Grün che ha scritto moltissimi libri. C’erano forse 6 mila persone che hanno
ascoltato attentamente la storia della creazione, soprattutto la creazione
dell’uomo e la destinazione dell’uomo. Allora, ci sono meditazioni, discorsi,
tavole rotonde su questioni religiose, ecumeniche, su cose politiche, sociali.
D. – Com’è il clima ecumenico che si respira lì proprio
nel rapporto tra i cattolici e luterani evangelici?
R. – I rapporti sembrano molto molto buoni. Ho parlato ed
intervistato molti vescovi e in generale i vescovi cattolici che dicono che
sono molto contenti, perché anche le Messe, i servizi protestanti vengono
seguiti molto. Vuol dire che non è solo una kermesse, ma che ci sono molte
persone che pregano, che meditano, che vanno in profondo. Ho parlato anche con
il vescovo che sarà responsabile per il Gmg a Colonia. Possiamo imparare da
questo incontro.
D. - Ieri c’è stata anche la firma della Carta ecumenica
da parte di 16 Chiese ...
R. – E’ stata una celebrazione molto bella. E’ stata
firmata la Carta ecumenica per la Germania, il che significa che le Chiese
vogliono collaborare sulle questioni drastiche con lo Stato, il che garantisce
i loro diritti. Diciamo che è stato uno dei punti centrali.
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LE SFIDE DEL SISTEMA SANITARIO
ITALIANO, ALLA LUCE DELLE ULTIME NORMATIVE:
TANTE
LE OMBRE ED I MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE.
OGGI
LE CONCLUSIONI DI UN SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO,
PROMOSSO
DALL’ORDINE OSPEDALIERO FATEBENFRATELLI
-
Servizio di Roberta Gisotti -
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Religiosi
e laici a confronto sul futuro della sanità in Italia: una tre giorni promossa
tra tutti i direttori generali, sanitari e amministrativi degli ospedali italiani
Fatebenefratelli, insieme ai superiori locali e ai collaboratori laici. “Fare
il bene facendolo bene”, questo il principio chiave che guida l’attività
dell’Ordine di San Giovanni di Dio, fondato 500 anni fa, oggi presente in tutto
il mondo con più di 300 opere in oltre 50 Paesi. In Italia, sparse su tutto il
territorio, sono 24 le strutture ospedaliere.
Guarire, curare, riabilitare: è questa la
principale missione dei Fatebenefratelli che si raffronta naturalmente con le
esigenze dei tempi che cambiano anche e molto velocemente in campo sanitario,
come ci spiega - non senza motivi di preoccupazione per le ultime disposizioni
di legge in materia – fra’ Pietro Cicinelli, vicepresidente dell’Ospedale
romano Fatebenebefratelli nell’Isola Tiberina, consigliere generale
dell’Ordine.
R. - Effettivamente
si sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni, riorganizzazione e
riconversione nell’ambito delle attività sanitarie e socio-assistenziali, sia
in conseguenza dei Piani sanitari o socio-assistenziali nazionali e regionali,
sia per quanto riguarda i cambiamenti anche normo-giuridici, ad esempio il
cambiamento costituzionale dell’articolo 118, con l’autonomia piena data alle
Regioni proprio nel campo sanitario assistenziale, per la qual cosa a volte si
ritrovano le stesse Regioni, gli stessi amministratori in una situazione anche
di contrasto o di divergenza, o di opposizioni anche legislative, cioè tra le
Leggi che vengono emanate a livello nazionale e quelle che vengono emanate a
livello regionale.
D. -
Quindi una situazione che può gravare infine sulle spalle dei cittadini più deboli
e indifesi, i malati ...
R. -
Preoccupazioni ce ne sono anche perché le varie Regioni stanno emanando delle
normative, anche in applicazione delle Leggi nazionali per quanto riguarda
proprio: l’individuazione delle necessità e quindi delle priorità nei vari
Piani sanitari e socio-assistenziali, la programmazione, le autorizzazioni preventive
e le autorizzazioni dopo che sono stati predisposti i servizi o rimodernati e
così via, e poi l’accreditamento che più o meno va a sostituirsi al vecchio
convenzionamento. In questo contesto bisogna tener presente anche le ulteriori
normative relative ai livelli essenziali di assistenza, cioè il precedente
concetto riguardante il tutto a tutti, e quindi l’assicurare il servizio
sanitario ad ognuno. Proprio i condizionamenti pesanti, finanziari ed
economici, hanno portato lo Stato, e quindi poi le Regioni, ad assicurare
soltanto le cose essenziali in merito alla sanità, rinviando o a carico del
cittadino, o a carico anche di servizi integrativi, l’onere per ricevere altre
prestazioni. Un altro aspetto riguarda ad esempio l’appropriatezza dei
ricoveri, se determinate prestazioni debbano essere fatte in regime di Day
Hospital, Day Surgery o ambulatoriale non verranno più coperte dal Servizio
nazionale in regime del ricovero, o ancora le Regioni, proprio per
condizionamenti finanziari, vanno anche ad imporre la regressione economica e
quindi delle tariffe e degli abbattimenti e competenze per servizi che peraltro
le strutture sanitarie o socio-assistenziali hanno già erogato.
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PER L’ONU ANCORA POSSIBILE
COLLABORARE AL FUTURO DEL SAHARA OCCIDENTALE
CONTESO
DA MAROCCO E FRONTE POLISARIO
-
Intervista con Luciano Ardesi -
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha prorogato
sino al 31 luglio la presenza di propri osservatori e caschi blu nel Sahara
occidentale, l’ex colonia spagnola annessa unilateralmente dal Marocco nel
1976, anno d’inizio dei sanguinosi combattimenti per il possesso della ricca
regione, rivendicata da Rabat e contesa dalla popolazione locale “saharawi”,
rappresentata dal Fronte Polisario. Le Nazioni Unite, che hanno in programma un
piano di pace e un referendum di autodeterminazione, hanno comunque garantito
dal 1991 la non belligeranza, come conferma l’esperto di nord Africa Luciano
Ardesi, intervistato da Giancarlo La Vella.
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R. – Se non ci fossero le Nazioni Unite, in particolare il
contingente di Caschi blu, si rischierebbe la ripresa di un conflitto che è
sospeso dal 1988, ma che potrebbe riprendere se le parti non dovessero più
trovare un modo per continuare il dialogo. Le Nazioni Unite hanno – nel bene e
nel male – assicurato questa continuità.
D. – Quali sono le parti in conflitto nel Sahara
occidentale e che cosa si contendono?
R. – Il Marocco rivendica storicamente il territorio del
Sahara occidentale, così come una parte dell’Algeria, del Mali e tutta la
Mauritania; di fatto, è riuscito ad occupare solo una parte del Sahara
occidentale e rifiuta sostanzialmente di permettere al popolo saharawi di
votare per la propria autodeterminazione mediante referendum. Le Nazioni Unite
avevano già scelto anche le questioni su cui far pronunciare gli elettori
saharawi, che avrebbero dovuto scegliere tra l’indipendenza e l’annessione al
Marocco. Il piano di pace aveva previsto questo referendum, ma il Marocco in
questi ultimi anni l’ha completamente rifiutato.
D. – Il Sahara occidentale è una zona ricca di materie
prime. I contendenti puntano anche ad assicurarsene la gestione?
R. – Sì, perché il Sahara occidentale è sicuramente una
zona ricca di fosfati, tanto è vero che la miniera di Boukra, che in questo
momento è sfruttata dal Marocco, fa di Rabat il principale esportatore di
fosfati nel mondo, e i fosfati sappiamo che giocano un grosso ruolo
nell’agricoltura come fertilizzanti. Inoltre, da esplorazioni che sono state
fatte in questi ultimi anni, si sa che nella regione ci sono senz’altro dei
minerali piuttosto importanti e c’è sicuramente del petrolio: si sta cercando
di valutare se lo sfruttamento di questi giacimenti è o non è alle condizioni
attuali di mercato economicamente conveniente; quindi c’è senz’altro del
petrolio. L’altra cosa notevole è che la costa del Sahara occidentale è la più
pescosa di tutta l’Africa occidentale, tant’è vero che vi si recano pescherecci
in particolare spagnoli o comunque dell’Unione Europea, anche se in questo
momento c’è una controversia: il Marocco di solito concede le autorizzazioni a
pescare nelle acque territoriali saharawi, d’altro canto il Fronte Polisario ha
rivendicato il possesso della zona di mare e quindi si è appellato alla
comunità internazionale, perché cessi lo sfruttamento delle sue acque
territoriali.
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31 maggio 2003
INIZIATO OGGI IN CROAZIA IL KATHOLIKENTAG MITTELEUROPEO,
UN CONGRESSO
CRISTIANO
PER I PAESI DELL’EUROPA CENTRALE, SUL FUTURO DEL CONTINENTE
ZAGABRIA. = “Cristo, speranza dell’Europa”: è questo il
titolo del “Katholikentag” mitteleuropeo, che inizia oggi nei Paesi dell’Europa
centrale. Il congresso si è inaugurato stamani a Zagabria, nell’ambito dei
festeggiamenti per il 150º anniversario della metropolia della capitale croata,
mentre negli altri Paesi l’iniziativa verrà lanciata in date diverse, per
concludersi tra un anno – nel maggio 2004 - con un “pellegrinaggio dei popoli”
al Santuario austriaco di Mariazell. La manifestazione è rivolta in primo luogo
ai cattolici, inserendosi nell’impegno ecclesiale per la nuova
evangelizzazione, ma coinvolgerà nel dialogo sul ruolo della fede nella
riunificazione dell’Europa anche altre confessioni cristiane e comunità religiose.
Al centro di simposi ed incontri, che si terranno anche a livello internazionale
nell’arco dei prossimi 12 mesi, saranno i temi relativi al processo di integrazione
europea e la riflessione sulle radici cristiane del vecchio continente, il
ruolo della famiglia e il futuro dell’educazione e della formazione dei
giovani, ed inoltre tematiche attinenti alla dottrina sociale della Chiesa. Il
Katholikentag europeo dispone di un proprio sito Internet, con un link alle 8
conferenze episcopali interessate, che è possibile visitare all’indirizzo www.katholikentag.at. Nell’occasione
dell’apertura del congresso i vescovi dei Paesi interessati hanno pubblicato
una lettera nella quale definiscono il Vangelo come “sorgente di forza” che
potrebbe “restituire all’Europa la tanto citata anima”. Il continente europeo
potrebbe inoltre porre l'economia “al servizio del bene comune”, fare della
politica “un luogo di decisioni responsabili”, e della vita sociale “uno spazio
per la promozione della famiglia e delle decisioni comuni degli uomini”. La
lettera dei vescovi ricorda poi “speranze e preoccupazioni” connesse con
l'Europa crescente: se per alcuni di loro “le possibilità dell'interagire
amichevole di popoli, culture e religioni fanno sperare a una voce comune del
nostro continente”, altri denunciano che l'Europa “con le sue possibilità
economiche esercita la sua potenza sui popoli poveri e si chiude nella sua ricchezza”.
“L'Europa - continua il documento - ha fatto nascere sciagurate ideologie, come
il nazismo, il fascismo e il comunismo”; i Paesi dell'Europa centrale hanno
attraversato, nel secolo appena trascorso “una dura strada di passione”. (S.C.)
IN CONCOMITANZA CON IL VERTICE DEL G8 A EVIAN,
SI
APRE DOMANI IN UN PICCOLO VILLAGGIO DEL MALI IL “SUMMIT DEI POVERI”,
ORGANIZZATO
DA JUBILEE 2000, LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
PER LA
CANCELLAZIONE DEL DEBITO ESTERO DEI PAESI POVERI
SIBY
(MALI). = C’è un altro vertice “contro” che si prepara ad inaugurare i propri
lavori, in concomitanza con la riunione del G8 di Evian. Si tratta del
cosiddetto "Summit dei poveri", in programma nuovamente quest’anno
nel piccolo Stato africano del Mali. Ad ospitarlo sarà ancora un piccolo villaggio,
Siby, situato a 52 chilometri dalla capitale Bamako, esattamente negli stessi
giorni del vertice francese, da domani al 3 giugno. Gli organizzatori del
Summit fanno parte di Jubilee 2000, la Campagna internazionale per la
cancellazione del debito estero dei Paesi poveri. Sono attesi circa 400 delegati,
tra studenti, contadini e rappresentanti della società civile, provenienti dai
Paesi dell'Africa occidentale e quest'anno anche da Haiti. Argomento centrale
di discussione, le sovvenzioni che i governi dei Paesi ricchi e
industrializzati riservano al proprio comparto agricolo: denaro che favorisce i
contadini e i prodotti del Paesi dell’emisfero settentrionale del pianeta
rispetto a quelli del Sud del mondo. Nel villaggio di Siby, un agglomerato di capanne
dove la povertà è endemica e "non c'è traccia di sviluppo", i lavori
si svolgeranno all’aperto, in un ricercato contrasto con la sede “blindata” del
G8 di Evian. Ma i relatori del Summit dei poveri, spiegano gli organizzatori,
affronteranno anche altri temi: il “Nepad” (il Nuovo partenariato per lo
sviluppo africano), la sicurezza alimentare, le privatizzazioni selvagge, il
neoliberismo, la partecipazione della società civile e le esperienze africane
in materia di democrazia. Il primo Summit dei poveri si era svolto sempre a
Siby lo scorso anno, durante i lavori del G8 a Kananaskis, in Canada. (A.D.C.)
UN CONVEGNO CARISMATICO DELLA FRATERNITA’
CATTOLICA DELLE COMUNITA’
DI ALLEANZA, A FIUGGI DA OGGI AL 2 GIUGNO,
SUL TEMA: “COMUNIONE E MISSIONE NELLA CHIESA ITALIANA”.
PRESENTI
IL CARDINALE JAMES STAFFORD, PRESIDENTE
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI,
E IL
VESCOVO DI TERNI MONS. VINCENZO PAGLIA
FIUGGI. = “Comunione e missione nella Chiesa italiana”. E’
questo il tema di una nuova iniziativa sorta nell’ambito del Movimento
Carismatico in Italia: la prima Conferenza italiana della Fraternità Cattolica
delle Comunità Carismatiche di Alleanza, che si tiene a Fiuggi da oggi al 2
giugno. Tra gli interventi, il
cardinale James Francis Stafford, presidente del Pontificio Consiglio per i
Laici, insieme al prof. Guzmàn Carriquiry, sottosegretario dello stesso
dicastero. Presenti inoltre il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, il
prof. Matteo Calisi, presidente della Fraternità Cattolica, e Oreste Pesare,
direttore esecutivo dell’Iccrs-International
Catholic Charismatic Renewal Services, il centro internazionale di
coordinamento del Rinnovamento Carismatico Cattolico, che ha sede nel palazzo
vaticano della Cancelleria. La Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche
di Alleanza è sorta nel 1990 per iniziativa di varie comunità carismatiche
d’Australia e di altri Paesi (Stati Uniti, Canada, Francia, Malaysia, Nuova
Zelanda), ed ha ricevuto dopo alcuni anni il riconoscimento del Pontificio
Consiglio per i Laici come “Associazione privata di fedeli”. Oggi conta circa
50 comunità carismatiche, con 30 mila aderenti, in 15 Paesi d’Europa, America,
Asia e Oceania. Essa costituisce una delle innumerevoli espressioni del vasto e
articolato movimento ecclesiale noto come Rinnovamento Carismatico Cattolico,
che secondo i dati più recenti è seguito da 120 milioni di cattolici in tutto
il mondo. (P. Sv.)
LA CHRISTIAN SOLIDARITY WORLDWIDE DI
LONDRA HA ORGANIZZATO
UNA
SETTIMANA ECUMENICA DI PREGHIERA PER LA DIFFICILE SITUAZIONE
DEI
CRISTIANI IN COREA DEL NORD
LONDRA. = Una settimana di preghiera ecumenica per la Corea
del Nord: è l’iniziativa lanciata da Christian Solidarity Worldwide (CSW),
organizzazione con sede a Londra che si occupa di sensibilizzare sulle
persecuzioni subite dai cristiani nel mondo, e di aiutare le comunità in
difficoltà. Hanno aderito all’iniziativa, prevista dal 23 al 29 giugno, altre
associazioni e movimenti di ispirazione cristiana in Europa e in Asia. Il
Christian Solidarity Worldwide, che ha anche diffuso di recente il suo Rapporto
annuale sulle violazioni della libertà di coscienza e di religione in diversi
paesi, invita tutte le diverse confessioni a pregare per la situazione dei
cristiani in Corea del Nord. Come testimoniato dall’associazione, con il regime
comunista e il totale isolamento della Corea del Nord negli ultimi 50 anni, le
chiese cristiane sono state azzerate e i credenti perseguitati, tanto che oggi
si stimano in poche centinaia i sopravvissuti che, grazie a una tradizione
orale, hanno conservato la fede in Gesù Cristo. I cristiani pregheranno per
tutti i martiri che hanno perso la vita nel Paese. (S.C.)
DOPO L’ESORTAZIONE DEI VESCOVI
MESSICANI A NON ELEGGERE CANDIDATI ABORTISTI,
LA
CONFERENZA EPISCOPALE RISPONDE ALLE ACCUSE
DI
INGERENZE POLITICHE: “LA CHIESA DIFENDE SOLO I PROPRI VALORI”
CITTA’
DEL MESSICO. = “I pastori hanno tutto il diritto di orientare il loro gregge,
secondo la dottrina e la morale cattolica”. I fedeli messicani difendono i loro
vescovi e i loro sacerdoti dalle accuse di “ingerenza” politica lanciate da
alcune parti. Nei giorni scorsi sono arrivate presso gli organi di controllo
elettorali denunce pesanti nei confronti di presuli, per “essersi intromessi in
un campo che non è di loro competenza”, e aver “dato indicazione di voto alla
comunità”. Secca la smentita dei vescovi e della Conferenza episcopale
messicana, che ha ribadito: “La Chiesa non appoggia né l’una né l’altra fazione
politica. Difende solo i propri principi e i propri valori”. I presuli avevano
invitato a non esprimere la preferenza nei confronti di candidati abortisti. A
sostegno dei vescovi il presidente dell’associazione pro-vita, Joerge Serrano,
che non ha esitato a definire “vergognosi” i provvedimenti del segretario del
governo, Santiago Creel. “Come può definirsi cattolico – aveva dichiarato
Serrano - uno che sanziona i presuli e gli impedisce di celebrare messa la
domenica?”. A lui ha fatto eco il deputato Diego Fernandez de Cevallos: “I vescovi
hanno piena facoltà di raccontare la verità ai fedeli e di promuovere il
dibattito politico tra i cittadini”. Una decisa risposta è arrivata anche dal
segretario della Cem, mons. Abelardo Alvarado Alcantara: “Le norme vigenti
dovrebbero essere rispettate anche da quei partiti e da quei politici che
utilizzano simboli religiosi per la loro propaganda o per il loro comizio. Così
come sono previste sanzioni per i ministri di culto che intervengono in
campagna elettorale, dovrebbero essere colpiti anche coloro che attraverso le
nostre immagini tentano la scalata al potere”. (D.D.)
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31 maggio 2003
- A cura di Barbara Castelli -
Quattro persone sono morte oggi in Birmania in violenti
scontri esplosi nella capitale tra oppositori e seguaci del regime militare al
potere. Alla base dei disordini, l’annuncio del nuovo arresto della leader
dell’opposizione Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace. Ma perché i
rapporti tra l’esecutivo di Rangoon e la sostenitrice dei diritti umani in
Birmania sono diventati nuovamente difficili dopo un periodo di distensione?
Giancarlo La Vella ne ha parlato con padre Bernardo Cervellera, missionario del
Pime ed esperto di Estremo Oriente.
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R. - Diciamo che da quando è stata liberata e da quando ha
accettato il dialogo con il governo, il problema è che San Suu Kyi deve cercare
di convincere tutti i vari gruppi, che hanno combattuto contro il governo, ad entrare
in qualche modo dentro il dibattito parlamentare e ad entrare nel dialogo
politico. Naturalmente poiché il governo non sta con le mani in mano, ma cerca
di tagliare le gambe a queste opposizioni etniche, San Suu Kyi si trova in una
posizione molto difficile, perché deve fare da mediatrice.
D. – Aung San Suu Kyi è stata sempre un personaggio
scomodo per il governo militare ...
R. – Sì, perché promettendo totale democrazia per il
Paese, ha vinto le elezioni, ma poi la giunta militare non l’ha mai riconosciuta
e l’ha messa agli arresti domiciliari per anni. San Suu Kyi chiede
continuamente che vengano rispettati i diritti dei gruppi etnici e, quindi,
chiede una totale democrazia, ma questo significa che l’esercito, che attualmente
ha in mano tutta l’economia, deve mettersi da parte e diventare una funzione
dello Stato e non il padrone dello Stato.
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I grandi del mondo riuniti in Russia. Oltre 40 leaders sono oggi a San
Pietroburgo per festeggiare i 300 anni della città. L’appuntamento - sul quale
pesa l’ombra del terrorismo ceceno, che ieri è tornato a colpire a Grozny -
ingloba diversi incontri: si è cominciato stamani col vertice tra Russia e
l’Unione Europea a 25. Ce ne parla Giada Aquilino:
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E’ un
palcoscenico sontuoso quello che a San Pietroburgo ha accolto i potenti del
pianeta per festeggiare la città fondata da Pietro il Grande. Dopo la riunione
dei dodici leader della Comunità degli Stati indipendenti e la stretta di mano
tra il premier giapponese Junichiro Koizumi e il presidente cinese Hu Jintao, è
stata la volta del vertice Russia-Unione europea: quest’ultima a San
Pietroburgo è rappresentata dai leader storici, da quelli dei dieci Paesi che
presto entreranno nella comunità e dal presidente della Commissione Ue, Romano
Prodi. Alla vigilia dell’arrivo in Russia del presidente statunitense Bush, il
capo del Cremino Putin ha colto l’occasione per rallegrarsi del riavvicinamento
con la Casa Bianca sulla crisi irachena, “tornata – ha detto Putin – sul
terreno dell’Onu”. In effetti gli argomenti chiave dell’incontro sono stati
cooperazione economica, nuovo regime semplificato di visti, interscambio
energetico, trattato di Kyoto sulle emissioni nocive, adesione di Mosca
all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e lotta al terrorismo in
genere. E all’indomani dell’ultimo attentato della guerriglia cecena, che ha
fatto tre morti a Grozny, l'Unione europea - attraverso il suo presidente di
turno, il premier greco Simitis – non ha potuto che giudicare il referendum
promosso a marzo dal Cremino, per riaffermare l'appartenenza della Cecenia alla
Russia, come ''un passo importante sulla strada di una soluzione politica''
nella Repubblica caucasica.
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“Quando Europa ed America sono unite nessun ostacolo può
resisterci”. Così oggi il presidente statunitense, George Bush, a Cracovia, in
Polonia, prima tappa di un lungo viaggio diplomatico dedicato alla questione
mediorientale, alla ricostruzione in Iraq, al G8 di Evian e ai legami
transatlantici. Invitando nuovamente tutti ad unirsi nella lotta al terrorismo
internazionale, il Capo della Casa Bianca ha sottolineato come l’emergere, in
Medio Oriente, di nuovi leaders dia “segnali di speranza” per la pace tra
israeliani e palestinesi. Dopo una visita in Russia, Bush sarà in Francia e da
martedì 3 giugno la sua missione sarà dedicata completamente alla pace in Medio
Oriente, con la trasferta in Egitto e Giordania. Proprio questa mattina,
tuttavia, nei Territori tre palestinesi hanno perso la vita sotto i colpi
dell’esercito israeliano.
Nel timore di rivivere i
disordini di Genova, si apre domani ad Evian, in Francia, il vertice del G8.
Poco lontano la riunione dei movimenti “no global”. In agenda i temi legati al
rapporto tra Paesi ricchi e Stati in via di sviluppo. Il servizio di Jean Charles Putzolu:
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E’ un G8 in apparenza diverso dai precedenti. Il
presidente francese ha prudentemente invitato una decina di capi di Stato a
partecipare al vertice, dall’Africa, dall’Asia e dal Sud America, allo scopo di
dare una nuova coscienza al gruppo degli otto Paesi più ricchi del pianeta,
maggiormente estensibile all’idea di una globalizzazione più equa. L’iniziativa
di Jacques Chirac però non sembra aver convinto le Ong no global, contrarie ad
una visione strettamente neo liberista del mondo. E ci saranno, quindi, due
summit: quello ufficiale del G8 e un controvertice no global. Il tutto in
un’atmosfera surreale, alimentata dalla massiccia presenza di 20 mila poliziotti
e militari. In questo contesto i capi di Stato e di governo intendono
riaffermare i principi nei quali credono, per far uscire l’economia mondiale
dalla recessione, con in aggiunta qualche promessa di aiuto in direzione dei
Paesi più poveri.
Evian, Jean Charles Putzolu,
Radio Vaticana.
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Il Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite ha autorizzato ieri la creazione di una forza multinazionale di
pace da inviare in Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo.
Il contingente, con comando francese, sarà composto da 1200 uomini, che
provvederanno a proteggere i civili e rendere sicura la regione, attualmente al
centro di scontri tribali, massacri ed episodi di cannibalismo.
Caduto nel vuoto il cessate il fuoco nelle Filippine. All’indomani
del rifiuto della presidente Gloria Arroyo di accettare una tregua proposta
dagli estremisti, nuovi scontri nel sud del Paese hanno causato la morte di 16
ribelli e 7 soldati.
Paura oggi in Pakistan per l’esplosione di una bomba su un
autobus. La deflagrazione, avvenuta a Hyderabad, circa 160 km a nord di
Karachi, ha causato almeno 4 feriti. Subito hanno preso il via le indagini
della polizia, che pensa all’ennesimo atto terroristico.
E’
salito tragicamente a 637 il numero delle vittime dell’ondata di caldo che si è
abbattuta nel sud dell’India. Le temperature massime in alcune zone hanno
superato i 47 gradi. La carenza di acqua, inoltre, ha seriamente danneggiato
anche le colture e l’allevamento. Maria Grazia Coggiola:
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Non accenna a diminuire la colonnina di mercurio in Andhra
Pradesh, lo Stato dell’India meridionale che da ben 17 giorni è colpito da una
forte ondata di caldo, con temperature che hanno raggiunto i 47 gradi e mezzo.
Ogni giorno cresce il numero delle vittime. Le autorità hanno lanciato appelli
alla popolazione, chiedendo di stare in casa e soprattutto di bere liquidi, per
evitare la disidratazione. Lo scorso anno, nello stesso periodo, in tutta
l’India il caldo provocò una cifra record di mille morti. Secondo i
meteorologi, le alte temperature dovrebbero continuare ancora per altre 48 ore,
poi dovrebbero scendere, ma solo di qualche grado. Le piogge monsoniche sono
previste soltanto per la metà di giugno. Lo Stato dell’Andhra Pradesh, che è
uno dei più ricchi dell’India, grazie all’industria del software concentrata
nella città di Bangalor, ha annunciato una ricompensa per ogni vittima di 10
mila rupie, equivalenti a 214 dollari. Il caldo sta stringendo d’assedio anche
altri Stati indiani del nord.
Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia
Coggiola.
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Prosegue lo stato di emergenza
nazionale in Perù. In 3 giorni le forze armate e la polizia hanno arrestato
oltre 300 persone in diverse città, mentre rimane di un morto e 61 feriti il
bilancio ufficiale degli incidenti di piazza di giovedì a Puno. Il presidente
del Consiglio dei ministri, Luis Solari, ha, inoltre, assicurato che le truppe
resteranno nelle strade fino a quando sarà necessario.
E’ salito a 30 il numero delle
vittime a Toronto, in Canada, per la diffusione della polmonite atipica. Le
autorità sanitarie si sono dette, comunque, ottimiste poiché ritengono che sia
stato raggiunto e superato il picco di massima pericolosità del contagio. Nuove
vittime anche in Cina. Migliora, intanto, la situazione nell’isola di Taiwan e
a Singapore, depennata dall’Organizzazione mondiale della sanità dalla lista
delle aree a rischio Sars.
Processo Sme. “Smodata e grottesca”. Con queste parole il premier
italiano, Silvio Berlusconi, ha definito la richiesta di condanna a 11 anni di
carcere del pm Boccassini per Cesare Previti. “Sono solo diffamazioni” ha
replicato, invece, quest’ultimo, accusato di corruzione in atti giudiziari.
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