RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 147 - Testo della
Trasmissione di martedì 27 maggio 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Passo distensivo tra India e
Pakistan: riattivato il collegamento stradale tra New Delhi e Lahore
La Commissione Europea
chiede misure per contrastare i flussi clandestini.
Sars: a Taiwan si registra la più alta velocità di
diffusione della malattia
Il governo del Camerun chiude ‘Freedom FM’ , nuova emittente radiofonica
Rinviato
l’incontro in Medio Oriente tra il premier israeliano Sharon e quello palestinese
Abbas previsto per domani a Gerusalemme
Nuovi
disordini in Iraq: ucciso un soldato americano a Falloujah
Euro
al top: il valore della divisa europea raggiunge quota 1,1923 dollari
Rwanda
alle urne ieri per un referendum sulla nuova Costituzione. Per i risultati
bisognerà attendere qualche giorno
La
terre trema in Indonesia: registrato un sisma di 6.4 gradi Richter
27 maggio 2003
Il Papa
ha proseguito stamani gli incontri con i presuli della Conferenza Episcopale
dell’India in visita “ad Limina”, ricevendo l’arcivescovo di Goa e Damao, mons.
Raul Nicolau Gonsalves, con l’ausiliare, ed i vescovi di altre tre diocesi.
Sempre questa mattina, il Pontefice ha ricevuto in udienza
la dott.ssa Angela Merkel, capogruppo della Cdu-Csu al Parlamento tedesco, con
le persone del seguito.
In Ungheria, il Santo Padre ha nominato vescovo della
diocesi di Vàc il presule mons. Miklòs Beer, finora vescovo ausiliare
dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest.
STUDIOSI, ESPERTI E RAPPRESENTANTI CATTOLICI E
ORTODOSSI
HANNO
ESAMINATO LA SCORSA SETTIMANA IN VATICANO
IL
TEMA DEL MINISTERO PETRINO: CON NOI MONS. ELEUTERIO FORTINO
-
Servizio di Giovanni Peduto -
**********
Il Simposio è stato
convocato dal presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità
dei cristiani, il cardinale Walter Kasper, per rispondere alla richiesta di
Giovanni Paolo II, nella sua Lettere Enciclica ‘Ut Unum Sint’, di studiare la
questione del Ministero petrino con gli altri cristiani allo scopo di cercare
insieme, in questo caso cattolici e ortodossi, le forme nelle quali questo
ministero possa realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli
altri. Quattro gli argomenti presi in esame: il fondamento biblico del Primato;
il Primato nel pensiero dei Padri della Chiesa; il ruolo del Vescovo di Roma
nei Concili ecumenici; le discussioni recenti in merito al Primato in relazione
al Vaticano I e sul Primato fra i teologi ortodossi. Osservatore attento fra i
partecipanti è stato il sottosegretario del dicastero vaticano per l’unità dei
cristiani, mons. Eleuterio Fortino:
D. – Anzitutto una parola sui
partecipanti ...
R. – L’invito per il Simposio, a
livello strettamente accademico, è avvenuto attraverso le Chiese. Sono stati
invitati professori delle Accademie dedite all’insegnamento nelle Chiese
ortodosse. Così abbiamo avuto rappresentanti del patriarcato di Costantinopoli,
il patriarcato ecumenico, che tra l’altro ha inviato il presidente dell’Accademia
di Atene; un rappresentante del patriarcato di Antiochia, del patriarcato
serbo, del patriarcato di Romania, della Chiesa ortodossa di Grecia, della
Chiesa di Bulgaria. E’ stata una scelta di persone dedite all’insegnamento. Era
stato invitato anche il patriarcato di Mosca, ma le due persone designate non
sono potute venire.
D. – Qual è stato il
clima dei lavori?
R. – Il clima, tanto a livello
accademico, a livello del dialogo, dello scambio, quanto al livello delle
relazioni personali fraterne, è stato veramente trasparente, caloroso. Un segno
buono, questo, nella ricerca ecumenica. Il convegno non dovendo arrivare a
delle conclusioni era per sé più libero e questo facilitava la discussione sui
veri problemi così come si pongono tanto nella Chiesa cattolica,quanto nella
Chiesa ortodossa, ma anche in un modo differenziato tra teologi nella Chiesa
cattolica e tra correnti e teologi nelle Chiese ortodosse.
D. – Quale arricchimento ha
portato questo simposio alla questione del ministero petrino?
R. – Forse l’apporto maggiore è
stato quello della definizione, della precisazione dei problemi. Il tema del
Ministero petrino è carico di una storia fatta anche di polemiche, di
incomprensioni, di esagerazioni. L’apporto vero è stato, mi pare, nella identificazione
dei problemi veri, tanto sul fondamento evangelico del Ministero petrino,
quanto nella evoluzione, nella crescita, nella realizzazione di questo
Ministero nella Chiesa, nella considerazione dei Padri, nelle definizioni e
nell’azione nei Concili ecumenici e anche soprattutto mi è sembrato in una
spiegazione, confronto, chiarificazione sul significato vero della definizione
del Vaticano I.
D. – Vi saranno in futuro
simposi analoghi con le altre confessioni cristiane?
R. – Questo sicuramente è stato
un primo simposio. Lo studio è aperto e deve continuare non solo con le Chiese
ortodosse, ma anche con le Antiche Chiese d’Oriente, per le quali si pone lo
stesso problema, ma penso soprattutto con le Chiese provenienti dalla Riforma.
Il discorso con loro è molto più difficile perché la materia in questione è
molto più ampia: così, per esempio, un tema che rimane alla base della
considerazione è quello della Successione apostolica e della Collegialità
episcopale.
D. – Saranno pubblicati gli
atti di questo Simposio?
R. – Nell’ultima sessione si è parlato anche della
possibilità di fare una pubblicazione insieme per dare l’occasione di una
ulteriore riflessione ed anche per una divulgazione più ampia della
problematica.
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IL CAMMINO DI COMUNIONE TRA CATTOLICI E ORTODOSSI
UN’ESIGENZA
IMPOSTA DAL NOSTRO TEMPO:
COSI’
IL METROPOLITA DI VIDIN, DOMETIAN,
DELLA
DELEGAZIONE UFFICIALE DEL SANTO SINODO
DEL
PATRIARCATO ORTODOSSO BULGARO
Si sono
abbreviate le distanze, si conosce meglio il fratello, cresce la fiducia
reciproca, condizione verso l’intesa e la comunione. Così il Papa ieri, ricevendo
in udienza la delegazione del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria, aveva ricordato
con gioia l’incontro avvenuto per la prima volta lo scorso anno a Sofia nel Palazzo
patriarcale, con sua Beatitudine Maxim. La delegazione del Patriarcato ortodosso
bulgaro era giunta a Roma proprio per ricordare quella visita del Papa e per inaugurare
l’uso liturgico per la comunità ortodossa di Roma della chiesa dei Santi Vincenzo
e Anastasio a Fontana di Trevi, offerto dal Papa. Sugli attuali rapporti tra
cattolici e ortodossi e sul cammino verso l’unico gregge sotto l’unico pastore,
ascoltiamo, al microfono di Dimitri Gancev, un membro della delegazione
ufficiale bulgara, il Metropolita di Vidin, Dometian.
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R. –
(Parole in bulgaro)
La
questione è ormai matura, perché le esigenze del tempo ci stanno anticipando.
Dobbiamo lavorare per la realizzazione dell’unità di tutta l’umanità che è
opera di Dio. Ma come credenti nel nome del Signore è anche nostro compito,
perché abbiamo una base comune che è la Sacra Scrittura. Dalla sua istituzione
il Consiglio Mondiale delle Chiese ha fatto tanto per l’unità dei cristiani, ma
penso che la Chiesa Ortodossa, per sua
natura, fede e spirito è molto vicina ai nostri fratelli della Chiesa
Cattolica. Senza dubbio i cattolici, dovunque siano, sono sempre stati
disponibili a questa unione. Ora tocca a noi, secondo la nostra coscienza e il
nostro dovere, di rispondere a questa mano tesa per poter camminare in avanti,
perché il mondo di oggi ha bisogno della testimonianza che l’Amore può vincere
tutto, e dove c’è l’amore c’è anche serenità e pace.
D. –
Quali sono gli ostacoli da superare tra le due Chiese?
R. –
(Parole in bulgaro)
In
generale sono di carattere dogmatico che pone l’esigenza di chiarezza. Proprio
in questi giorni ho partecipato al Simposio sul Primato del Papa, organizzato
dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani. Le relazioni dei
rappresentanti cattolici ed ortodossi hanno fatto luce sulle questioni sinora
poco conosciute ai fedeli cristiani, ma hanno dimostrato anche che quando si
tocca la loro natura storica ci sentiamo più vicini. E’ questo il motivo per
continuare ad andare avanti e cercare quello che ci unisce, e non ciò che ci divide. E’ questo il futuro.
D. – Il
primo anniversario della visita del Papa in Bulgaria coincide con i festeggiamenti del suo 25.mo Pontificato. Che cosa la
colpisce nella personalità del Papa?
R. –
(Parole in bulgaro)
Innanzitutto
che è il primo Successore di Pietro di origine slava. E’ un uomo eccezionale
sia per la sua personalità che per la dimensione spirituale con cui ha
dimostrato la grandezza del suo cuore slavo e l’amore verso tutti coloro che ha
incontrato. Non c’è nessun altro come lui che abbia visitato tante comunità
cristiane in tutto il mondo, dimostrando nei fatti come dovrebbe essere un vero
leader religioso.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La
prima pagina si apre con la situazione in Medio Oriente: alle prospettive di dialogo
si oppone un’ondata di violenze.
Nelle
vaticane, due pagine dedicate al Convegno presso la Pontificia Università
Gregoriana su “La Chiesa e l’ordine internazionale”.
L’introduzione
dell’arcivescovo Martino: quarant’anni fa la “Pacem in terris”. L’intervento
dell’arcivescovo Tauran: Etica e ordine mondiale, l’apporto specifico della
Santa Sede.
Una
pagina dal titolo “La serva di Dio Teresa Manganello e l’Anno del Rosario”.
Un
servizio sui funerali del compianto padre Antonio Ferrua.
Nelle
pagine estere, decretato a Nairobi, in Kenya, lo stato di massima allerta per
il crescente timore di attacchi terroristici.
Per
la rubrica dell’Atlante geopolitica, un articolo di Gabriele Nicolò dal titolo
“Africa: quarant’anni di impegno per l’unità”.
Nella pagina culturale,
un articolo di Clotilde Paternostro su una mostra, a Potenza, dedicata alle
opere di Carlo Carrà.
Nell’”Osservatore
libri” un approfondito contributo di Angelo Marchesi dal titolo “La saggezza
del vivere”: riflessioni su parole essenziali a cura di Alberto Sinigaglia.
Nelle
pagine italiane, in primo piano i risultati delle elezioni amministrative.
Il
tema della giustizia.
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27
maggio 2003
E’ STATO PRESENTATO QUESTA MATTINA PRESSO LA SEDE
DELLA RAI
UN PORTALE INTERNET DEDICATO ALLA FEDE:
CON NOI, GIANLUCA NICOLETTI
- Servizio di Ignazio
Ingrao -
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www.religionecattolica.rai.it:
questo l’indirizzo del portale dedicato alla Chiesa italiana realizzato dalla
Rai in collaborazione con l’ufficio comunicazioni sociali della Conferenza
episcopale italiana. Il portale darà libero accesso a tutti i prodotti
multimediali della Rai dedicati alla fede cattolica come le rubriche religiose,
l’Angelus del Papa, i filmati inediti sui santi del nostro tempo, gli approfondimenti
e gli speciali su temi di attualità che riguardano la Chiesa cattolica. Ma non
sarà solo una “vetrina” di prodotti Rai: collegati ai filmati e alle
registrazioni si troveranno i documenti del Papa, la presentazione dei
principali appuntamenti della Chiesa e delle iniziative di solidarietà. E
soprattutto sarà dato ampio spazio a “forum di discussione” tra i
cybernavigatori sui temi che riguardano la ricerca della fede, le questioni più
controverse in tema di morale, le testimonianze di vita cristiana. Per la
realizzazione di questo portale la Rai si avvale dei contenuti offerti dal sito
della Conferenza episcopale italiana, www.chiesacattolica.it.
A Gianluca Nicoletti, direttore di RaiNet e responsabile del portale, abbiamo
chiesto come è nata la collaborazione con la Conferenza episcopale italiana su
questo progetto.
R. – E’ il naturale sviluppo di una collaborazione che già
esisteva tra i programmi radiofonici e televisivi della Rai e appunto la Cei.
Abbiamo pensato che non si può più ignorare, anche perché poi i documenti della
Chiesa sono molto espliciti e molto all’avanguardia in questo senso, il fatto
che la rete sia una realtà in cui le persone si incontrano, è una realtà
percepibile: c’è un’umanità dentro la rete e dunque è giusto che questo accordo
prosegua anche per il pubblico della Rai che si muove nella rete.
D. – Il portale sarà interattivo. Che spazio darete al
dialogo con i navigatori sulla rete?
R. – Ci sarà una parte che sarà la parte in cui saranno
fruibili in forma multimediale i contenuti della radio, della televisione che
già sono – appunto – conosciuti e conoscibili da parte degli utenti,
naturalmente con tutte le integrazioni e le derive possibili che la rete
permette. Poi ci sarà uno strumento che è assolutamente nuovo, che è
l’interazione, che sono dei forum che noi stiamo pensando ed immaginando con
degli interlocutori intitolati a rispondere anche sui temi più legati alla
spiritualità, alla religione, dove il pubblico potrà relazionarsi, incontrarsi,
discutere, dare un contributo concreto anche con coloro che fanno programmi
radio e in televisione.
D. – E chi saranno, per esempio, gli animatori di questi
forum? A chi stavi pensando?
R. – Io penso innanzitutto ai volti e alle voci che
maggiormente trattano le tematiche religiose di fronte al fronte Rai, e da
parte della Cei immagino che ci possano esserci degli interlocutori che abbiano
interesse e titolo per scandagliare anche questa area che non sempre è
conosciuta, di persone che in fondo si pongono dei problemi e si interfacciano
tra di loro anche attraverso una forma molto singolare - attraverso
l’anonimato: ci si conosce molto meglio e si va molto più velocemente nel
profondo quando non ci si vede in faccia. Questo è un paradosso della
contemporaneità, con il quale però dobbiamo fare i conti.
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L’ATTORE
FRANCESE GERARD DEPARDIEU
INTERPRETE
INEDITO DELLE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO
IERI
SERA AL TEATRO ARGENTINA DI ROMA
-
Servizio di A.V. -
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L’inquietudine e la ricerca, la spiritualità e la carne.
Gérard Depardieu legge “Le Confessioni” di Sant’Agostino: un evento teatrale
per il pubblico, che poco sa del Vescovo di Ippona vissuto nel IV secolo dopo
Cristo; l’intimo approdo esistenziale, per il celebre attore francese.
“Sant’Agostino va oltre le possibilità
della recitazione, ti porta dentro a quello che tu vuoi sentire, la fede
nella vita, la fede di sentire qual-cun’altro”.
E il
filosofo che riflette sul tempo, questo secolo in cui Dio entra nella storia
dell’uomo, e sull’eternità, appartiene senza tregua anche al tempo, alla vita
di Depardieu.
JE ME SUIS RENDU COMPTE ...
“Mi sono reso conto che con Sant’Agostino vivevo finalmente senza ansia,
perché Sant’Agostino ama la vita e crede nella vita. C’è Dio che fa la vita”.
Come è
avvenuto l’incontro con questo illustre Padre della Chiesa?
AVEC
LA FOI ...
“Attraverso
la Fede, il cardinale Poupard e anche il Papa”, spiega il maestro. “Ho lavorato
con un latinista che si chiama André Mondouze e lui mi ha indicato la strada”.
Prima del
Teatro Argentina a Roma, la lettura pubblica è avvenuta nella patria di
Depardieu, a Parigi, nella gotica cattedrale di Notre Dame, ma anche nel tempio
protestante del Louvre.
AU
TEMPLE, LE GRAND TEMPLE PROTESTANT DE PARIS, ET J’ESPERE ...
“Nel
grande tempio protestante di Parigi e
spero di farlo in una moschea, in una sinagoga perché Sant’Agostino parla a
tutti senza integralismi, senza niente”.
La
lettura del X capitolo delle Confessioni è stata introdotta dall’intervento del
cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che
ha spiegato l’attualità del grande filosofo cristiano, Padre della Chiesa,
“Dottore della Grazia”:
“Sant’Agostino è un classico straordinario e la sua
modernità è stupenda. Ha inventato il genio letterario delle Confessioni, ma
delle confessioni del credente che rende grazie al Signore per tutta la sua
vita, anche per le traversie. Perché questa lettura in un teatro? Perché
abbiamo un attore stupendo, Gérard
Depardieu, con il quale ho potuto condividere, due anni fa, questa ansia
di poter portare Sant’Agostino in tutti i luoghi possibili. Lo ha fatto a Notre
Dame di Parigi, ha riempito la Cattedrale, oggi la fa in un teatro, perché la
cultura cattolica non si rinchiude mai in se stessa ma è aperta al pubblico,
anche il più grande”.
**********
La serata
al Teatro Argentina coronava la pubblicazione per i tipi di ART’E’ di una
edizione pregiata delle “Confessioni” agostiniane, nella traduzione di Carlo
Carena, con un saggio introduttivo del professor Vincenzo Cappelletti e tavole
e illustrazioni originali del maestro Alessandro Romano.
Prosegue
intanto ancora oggi e domani il Convegno sul tema “Il Tempo” in Sant’Agostino
d’Ippona presso l’Istituto Italo-Latinoamericano in Palazzo Santaroce a Roma.
LA
MUSICA AL SERVIZIO DEI DIRITTI DELL’UOMO:
STASERA,
A MODENA, LA DECIMA EDIZIONE DEL “PAVAROTTI & FRIENDS”,
DEDICATA
QUEST’ANNO AL RIMPATRIO DEI PROFUGHI IRACHENI,
SFUGGITI
AL REGIME DI SADDAM HUSSEIN
- A
cura di Alessandro Gisotti -
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(Miserere)
Un’armonia di speranze ed emozioni: è quanto offre da
dieci anni il “Pavarotti & Friends”, evento che sa coniugare in modo
straordinario musica e solidarietà. Quest’anno il concerto, che si terrà
stasera al parco Novi Sad di Modena e verrà trasmesso da Rai Uno alle 20,50,
sarà dedicato al popolo iracheno della diaspora. I fondi raccolti serviranno a
finanziare la campagna “S.O.S. Iraq”, promossa dalle Nazioni Unite. Come è
tradizione, sul palco si alterneranno al microfono numerose star del panorama
musicale mondiale come Bono, Andrea Bocelli, Eric Clapton, i Queen, Ricky
Martin, Zucchero e Laura Pausini. Voci straordinarie al servizio di una causa
nobile, a cui è dedicato l’impegno quotidiano dell’Alto commissariato dell’Onu
per i rifugiati. In prima linea anche in Iraq. Ora che la guerra è finita,
migliaia di donne e uomini, migliaia di profughi iracheni sperano di tornare
alle proprie case, dopo gli anni bui del regime di Saddam Hussein. Proprio a
questo serviranno i fondi del “Pavarotti & Friends”: a rendere possibile un
ritorno in patria, che per molti sembrava relegato nei sogni, lontani dalla
realtà. Laura Boldrini, portavoce dell’organismo umanitario dell’Onu è da poco
rientrata dall’Iran, Paese che ospita il maggior numero di profughi iracheni. A
Fabio Colagrande ha raccontato difficoltà, speranze ed emozioni di questo
giorno nuovo, lungamente atteso:
R. – Da
decenni ci sono centinaia di migliaia di rifugiati che vivono all’estero a
causa del regime di Saddam Hussein. Sono 400 mila i rifugiati riconosciuti e
più di 400 mila sono quelli che non hanno neanche fatto la domanda di asilo per
timore di vedersela respingere e quindi per la paura di essere riportati
indietro in Iraq. Si conta che più o meno ci sia 1 milione di persone fuggite a
causa del regime, e 200 mila di queste persone vivono in Iran. Sono appena
tornata da un viaggio in Iran e abbiamo anche constatato che circa 50 mila
persone vivono ancora in campi profughi e stanno lì da 20-30 anni. Finalmente
oggi c’è la speranza di un futuro diverso, migliore, di poter ritornare a casa e di poter anche vivere
dignitosamente nel loro Paese che sanno bene essere ricco.
D. – Cosa significa tecnicamente finanziare un rimpatrio?
R. – Significa occuparsi di molti aspetti. Non solo del
trasporto, ma anche di dare alle persone una quantità di denaro per le prime
spese. Significa fare in modo che le persone possano rimanere nei villaggi
d’origine, quindi che abbiano un’abitazione, dare i materiali per ristrutturare
le case. Vuol dire ripristinare le condutture dell’acqua, riattivare i centri
medici, fare in modo che la scuola possa riprendere. Mettere assieme tutto
quello che serve per consentire la vita. Noi abbiamo in programma di
rimpatriare 500 mila rifugiati iracheni che si trovano sia nei Paesi confinanti
ma anche fuori della regione del Golfo e di dare loro la possibilità di
rimanere in Iraq. ‘Pavarotti and Friends’ si inserisce in questo grande sforzo
ed ha come obiettivo quello di riportare a casa 20 mila persone.
D. – Una volta trovati i soldi, per mettere in pratica
questo rimpatrio ci sono anche delle difficoltà dal punto di vista politico e
diplomatico ...
R. – Quando si tratta di rimpatrio assistito in maniera
organizzata, alla base di tutto c’è un accordo tripartito tra Paese di origine,
Paese di asilo e Alto Commissariato Onu per i rifugiati. C’è bisogno di una
controparte del Paese di origine, che in questo momento ancora non c’è. Nel
momento in cui ci saranno condizioni di sicurezza sufficienti e una controparte
che potrà appunto negoziare gli accordi del rimpatrio, l’Alto Commissariato
avvierà questo grosso programma.
D. – L’attività di solidarietà di Pavarotti spesso è
bersaglio di critiche e a volte anche di satira da parte dei comici. Nonostante
questo, il maestro va avanti. Perché, secondo te che lo hai conosciuto, è così
testardo in queste sue iniziative?
R. – Credo che il maestro abbia assimilato la tradizione
anglosassone di fare beneficenza, buona musica e glamour. Fare di tutto questo
un pacchetto unico, che dà degli ottimi risultati. Lui ha lo spessore, la
capacità e l’impatto di attirare a sé i più grandi cantanti degli ultimi 30-40 anni.
Per quanto riguarda gli introiti del concerto, vanno direttamente sui conti
dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Noi siamo quelli che gestiscono la
biglietteria e i nostri conti correnti appaiono durante la serata del concerto
in televisione. Quindi, anche lì entrano i fondi direttamente nelle nostre
casse. Tutto il resto, gli sponsor ed i diritti televisivi, servono per coprire
i costi, quindi direi che in questa operazione c’è la massima trasparenza.
(Miserere)
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27
maggio 2003
PROVE
DI DISTENSIONE TRA INDIA E PAKISTAN: RIPRESI I COLLEGAMENTI STRADALI
TRA
NEW DELHI E LAHORE, NELLA PROVINCIA PAKISTANA DEL PUNJAB
NEW
DELHI.= Un gesto semplice, eppure di significato profondo nel difficile percorso
del dialogo tra India e Pakistan. Dopo oltre un anno e mezzo di interruzione,
il governo di New Delhi ha deciso di riattivare il collegamento bisettimanale
di pullman che collega la capitale indiana a Lahore, nella provincia pakistana
del Punjab. Il collegamento era stato sospeso in seguito agli attentati del
dicembre 2001 contro il Parlamento indiano, di cui vennero accusati i
guerriglieri filo-pakistani. A questo annuncio del ministero degli esteri
indiano, giunto ieri per bocca di un portavoce, fa seguito un’altra notizia che
contribuisce ulteriormente a stemperare le tensioni tra i due Paesi asiatici
dotati di armi nucleari. Nei mesi scorsi, Islamabad e New Delhi avevano agitato
entrambi lo spettro dell’atomica nella crisi per la contesa regione del
Kashmir. Ora il governo indiano libererà 130 civili pakistani per dimostrare la
buona volontà nei confronti delle autorità del Pakistan. Settanta pescatori
pakistani e una sessantina di prigionieri attualmente detenuti in India
potranno essere trasferiti oltre frontiera non appena il governo di Islamabad
dichiarerà di essere pronto ad accoglierli. Il gesto di distensione è una risposta
alla disponibilità dimostrata dall’esecutivo del generale Musharraf, che lo
scorso 18 maggio aveva rilasciato venti indiani dopo quasi due anni di detenzione
nelle carceri pakistane. La ‘distensione’ non ferma, purtroppo, la violenza in
Kashmir, dove in questi giorni almeno nove persone sono morte in due diversi attacchi.
Ma intanto il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee si è detto fiducioso
in un miglioramento delle relazioni con il Pakistan, affermando che “alcuni
passi sono già stati compiuti e altri saranno fatti”. Il premier si è detto convinto
che possa nascere il clima adatto per l’inizio dei colloqui di pace tra India e
Pakistan. E, quale ulteriore passo sulla strada di un miglioramento delle
relazioni, il Pakistan ha nominato un nuovo alto commissario (in pratica un
ambasciatore) in India: si chiama Aziz Ahmad Khan e il suo nominativo dovrà
ricevere l’approvazione formale del governo indiano, che comunque viene data
per scontata. Lo scorso 13 maggio era stata l’India a designare il proprio
ambasciatore in Pakistan, uno dei molti segnali della volontà di riprendere i
rapporti rimasti bloccati per circa 18 mesi e riattivati il 28 aprile scorso,
grazie a una telefonata tra il presidente pakistano Pervez Musharraf e il
premier Vajpayee. (A.G.)
PER LA
PRIMA VOLTA PARTE DELL’IMMENSO PATRIMONIO DI FOTOGRAFIE AEREE
STORICHE
DELL’ITALIA VISTA DALL’ALTO VIENE PRESENTATO IN UNA MOSTRA,
“LO
SGUARDO DI ICARO”, OSPITATA FINO AL 6 LUGLIO DALL’ISTITUTO CENTRALE
PER IL
CATALOGO E LA DOCUMENTAZIONE DI ROMA
ROMA. = Una parte dell'immenso patrimonio di fotografie
aeree storiche, per la prima volta, in
mostra, fino al 6 luglio, presso la sede
dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione di Roma. Il
prezioso materiale proviene dall’Aerofototeca nazionale - che conserva circa 2
milioni di immagini) - istituzione nata nel 1959 per contribuire allo studio ed
alla tutela dei beni archeologici e paesaggistici attraverso le immagini aeree.
L'esposizione, intitolata ''Lo sguardo di Icaro'' è costituita da documentazioni fotografiche riguardanti
tracce dell'insediamento umano antico e medievale; insediamenti moderni; fotografie
delle trasformazioni del paesaggio;
eventi storici; immagini aeree per la
valorizzazione dei beni culturali e molto altro ancora. “Tutte queste
fotografie, come spiega Maria Rita Sanzi Di Mino, direttrice dell'Istituto
centrale per il Catalogo - fino a qualche tempo fa erano atti riservati
dell'aeronautica militare proprio per
il loro eccezionale valore storico e
documentale”. Le foto ritraggono, infatti, le trasformazioni del
territorio italiano per interventi umani e naturali, sia da un punto di vista
agricolo che da un punto di vista urbanistico. Enorme l’importanza di queste
foto anche per scopi di ricerca archeologica. “Il secolo appena trascorso ha cancellato parecchi segni della
civiltà passata che noi possiamo ritrovare soltanto attraverso la lettura di
queste fotografie''. La mostra offre infine eccezionali reperti provenienti
dalle riprese aeree del territorio italiano eseguite, durante il secondo conflitto
mondiale, dalla RAF britannica, dall'USAF statunitense e dalla Luftwaffe tedesca.
Dopo la chiusura della Mostra gli Istituti dell'Aerofototeca resteranno aperti
per tutti coloro i quali vorranno
visionare queste documentazioni per finalità: scolastiche, legali,
storiche. (R.G.)
SI DISCUTE OGGI A BRUXELLES DI IMMIGRAZIONE: PER
CONTRASTARE
I
FLUSSI CLANDESTINI LA COMMISSIONE CHIEDE AGLI STATI MAGGIORI RISORSE
UMANE
E FINANZIARIE E MISURE RESTRITTIVE ALLE FRONTIERE
BRUXELLES. = Un corpo multinazionale europeo di guardie di
frontiera con compiti di sorveglianza dei confini dell'Ue - in particolar modo quelli marittimi - e con
competenze anche per il rimpatrio degli
immigrati clandestini che cercano di entrare
in Europa: è la proposta contenuta nel
rapporto della Commissione europea al Consiglio per la giustizia e gli
affari interni, in vista del prossimo Vertice di Salonicco. Il documento,
all’esame oggi dell'esecutivo Ue, fa il punto della situazione sulla lotta all'immigrazione illegale, sul traffico di
esseri umani e sul rimpatrio dei residenti illegali, chiedendo agli Stati
membri e all'Ue un consistente aumento
delle risorse finanziare ed umane dedicate alla prevenzione e alla lotta contro i flussi clandestini di
persone. Bruxelles propone un giro di vite anche sui visti che vengono concessi ai cittadini di Paesi terzi che
entrano nell'Ue per turismo (i cosiddetti visti Schengen) invitando i Quindici
ad inserirvi dati biometrici che
permettano di identificare con
precisione il titolare allo scopo di evitare frodi e scambi di persone. (R.G.)
SARS:
SI REGISTRA A TAIWAN LA PIÙ ALTA VELOCITÀ DI DIFFUSIONE DELLA MALATTIA. NOVE
PERSONE SONO MORTE IN CINA, E DUE AD HONG KONG,
MENTRE
CI SI PREPARA A TESTARE UN VACCINO SUGLI ANIMALI
PECHINO – HONG KONG – TAIPEI. = Altre 4 persone sono morte
in Cina nelle ultime 24 a causa della
Sars, mentre sono 9 i nuovi casi di infezione nel Paese. Le unità sanitarie di
Hong Kong hanno oggi comunicato che 2 persone sono morte, tra cui una donna di
47 anni, che lavorava in ospedale e che ha contratto la malattia prestando
servizio ai malati di Sars, e che altrettanti sono stati i casi di infezione.
Intanto procedono gli studi per la
realizzazione di un vaccino, mentre scienziati di Hong Kong e di Pechino,
secondo quanto dichiarato da fonti ufficiali, hanno dichiarato di “essere pronti”
a sperimentare il vaccino su animali. Ancora troppo prematuro un verdetto sulla
reale utilizzabilità del vaccino sull’uomo. Entro 6 mesi i risultati degli
esperimenti. Intanto a Taiwan si registra la più veloce diffusione
dell'epidemia, mentre le autorità dichiarano di avere la situazione “sotto
controllo”. In un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità si conferma
la velocità di diffusione del virus nel Pese asiatico, mentre il capo del
dipartimento di malattie infettive ha ammesso che ''la polmonite atipica e'
ormai su tutta l'isola, da nord a sud”. Oggi sono stati riscontrati 11 nuovi
casi probabili di Sars, e 4 sono le persone morte a causa della malattia.
IL
GOVERNO DEL CAMERUN CHIUDE L’EMITTENTE ‘FREEDOM FM’.
LA
DENUNCIA DIFFUSA OGGI DA “REPORTER SENZA FRONTIERE”,
CHE
DEFINISCE L’ACCADUTO UN ATTACCO ALLA LIBERTÀ DI STAMPA
YAOUNDÉ. = “Un grave attacco alla
libertà di stampa”: così “Reporter senza frontiere” (Rsf) commenta la misura
con cui il governo del Camerun ha proibito lo scorso venerdì 23 maggio le
trasmissioni di una nuova emittente radiofonica, 'Freedom Fm', il giorno prima
che iniziasse le trasmissioni. La sede
è stata circondata dalla Polizia, che ha chiuso l'emittente su ordine del
ministro dell'informazione Jacques Fame Ndongo. Ufficialmente le autorità
camerunesi contestano alla nascente radio privata la mancanza dei permessi
necessari alla trasmissione. "Si tratta di una decisione ingiustificata e
che assesta un duro colpo alla pluralità dell'informazione nel Paese africano"
ha scritto in una lettera inviata oggi al governo camerunese il segretario di
Rsf Robert Menard. Il ministro camerunese Ndongo in un comunicato stampa ha
risposto alle critiche sostenendo che la chiusura di radio ‘Freedom Fm’
“risponde alle leggi vigenti e mette fine ad un flagrante e ovvio esempio di
trasmissione illegale”. La proprietà dell’emittente, il gruppo Le Messager, ha
definito le parole del ministro camerunese “menzogne”, sostenendo di aver
presentato e completato tutte le formalità richieste. “Il governo - continua
Rsf - sa benissimo quanto siano importanti le radio per milioni di camerunesi
che le utilizzano come principale fonte d'informazione. La chiusura di 'Freedom
Fm' è soltanto un altro tentativo di impedire alla gente di ascoltare diversi
punti di vista in un Paese che si prepara alle presidenziali del prossimo
anno”. Rsf già lo scorso febbraio, in occasione della chiusura di due
televisioni private (Rta e Canal2), si era detta preoccupata per le condizioni
in cui versa il mondo dell'informazione camerunese. (S.C.)
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27
maggio 2003
- A cura di Paolo Ondarza -
Rinviato l’incontro tra il capo del governo israeliano
Ariel Sharon e il primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, previsto per
mercoledì a Gerusalemme. La data deve ancora essere definita. La recente
accettazione, da parte dell’esecutivo ebraico, del piano di pace “Road Map” ha
indubbiamente sbloccato una situazione che rischiava ancora una volta di
arenarsi, anche se la decisione di Sharon rischia di provocare una crisi
all’interno della maggioranza di governo come ci riferisce Graziano Motta.
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Ha lasciato forti lacerazioni, in seno al partito di
maggioranza Likud, la determinazione con cui il suo leader Sharon ha imposto al
Consiglio dei ministri domenica l’approvazione della Road map, il piano
di pace proposto dagli Stati Uniti. Ieri è stato contestato dal gruppo
parlamentare per avere capitolato – questa la principale accusa - davanti al
terrorismo palestinese, e per aver parlato la prima volta di occupazione della
Giudea e Samaria, che il popolo ebraico considera parte della sua terra
promessa. Sharon si è difeso sostenendo di aver prospettato, anche in campagna
elettorale, la nascita di uno Stato palestinese e rivendicando a sé “la
responsabilità storica di trovare una composizione al conflitto. Non è
possibile” ha detto “continuare a dominare 3 milioni e mezzo di palestinesi”,
pur ribadendo che non farà alcuna concessione in materia di sicurezza. E la Turchia
si è offerta di ospitare i negoziati israelo-palestinesi.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.
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Il presidente americano George W. Bush avrà due summit
separati durante la sua visita in Medio oriente la settimana prossima: lo ha
annunciato il ministro degli esteri palestinese Nabil Shaath. Bush terrà un
incontro con i leader arabi e un vertice tripartito con israeliani e
palestinesi.
In Iraq intanto si registra un nuovo episodio di violenza. Un soldato americano
è stato ucciso e sette altri feriti, questa mattina, nel corso di un attacco alla
città di Falloujah, a 50 km ad ovest di Baghdad. Il fatto segue i due agguati
anti-americani verificatisi ieri, proprio nel giorno in cui gli Stati Uniti
hanno celebrato il “Memorial Day”, in ricordo di tutti i caduti in guerra. Ma
diamo la parola a Paolo Mastrolilli.
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Sono episodi che confermano la pericolosità della
situazione, proprio mentre le forze armate degli Stati Uniti hanno ordinato il
disarmo dei civili iracheni. Entro la fine della settimana poi gli ispettori
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica dovrebbero tornare nel Paese
per verificare i materiali radiologici trafugati dalla centrale di Tuwaitha,
durante i saccheggi seguiti alla guerra. Al cimitero nazionale di Arlington il
presidente Bush ha deposto una corona sulla tomba del milite ignoto, ricordando
le recenti perdite in Iraq e Afghanistan. Quindi, mentre l’America resta in stato
di allerta arancione per possibili attentati ha sottolineato che la libertà è
sempre una conquista del coraggio.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Quattordici persone, appartenenti ad una stessa
famiglia, sono state assassinate nella notte tra lunedì e martedì da un gruppo
di islamici armati a Tadjina, nella regione di Chlef, 200 km ad ovest di
Algeri. Lo fanno sapere i servizi di sicurezza algerini.
Record storico dell'euro contro il dollaro nei dati
registrati alla borsa di Tokyo. Dopo aver raggiunto la notte scorsa quota
1,1914 dollari, la moneta del Vecchio Continente si è attestata in tarda
mattinata a 1,1923 dollari. La cifra supera
anche quella del 4 gennaio 1999, tre giorni dopo l'entrata sul mercato, quando
la divisa europea raggiunse 1,1885 dollari.
Risultati definitivi per le elezioni parziali svoltesi
domenica e lunedì in Italia. La provincia di Roma va all’Ulivo; in Sicilia
rivince il centro-destra; nel nord ci saranno molti ballottaggi, l’8 e 9 giugno
prossimi, con il ruolo decisivo della Lega. Questo l’esito del primo turno alle
amministrative che hanno riguardato 11 milioni e mezzo di elettori chiamati a
rinnovare 12 province e quasi 500 comuni. Buona l’affluenza alle urne: ha
votato il 66.5 % degli aventi diritto. Il servizio di Giampiero Guadagni:
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Il quadro delle elezioni
provinciali assegna al primo turno quattro vittorie al centro-destra, si tratta
di tutte conferme, la più importante a Palermo; e cinque vittorie al
centro-sinistra, con la significativa conquista della provincia di Roma.
Ballottaggi a Caltanisetta, Trapani e Siracusa. Quanto alle elezioni comunali,
limitatamente ai nove comuni capoluogo, vittoria al primo turno del
centro-sinistra a Pisa e a Massa, ballottaggio a Treviso tra centro-sinistra e
lega, e a Vicenza e a Brescia tra centro-sinistra e centro-destra, al primo
turno senza l’apporto della Lega. Ballottaggi anche a Sondrio, Pescara e
Ragusa. I primi commenti: entrambi gli schieramenti cantano vittoria. Ulivo e
Rifondazione comunista parlano di inizio della rimonta anche sul piano
nazionale. Sull’altro fronte si ribatte che il Polo da oggi governa più
province e comuni di quelli governati fino a ieri.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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I quindici paesi membri dell’Agenzia spaziale
europea (Esa) hanno deciso all'unanimità di rilanciare finanziariamente il
programma Ariane 5. Lo ha annunciato ufficialmente oggi a Parigi Antonio
Rodotà., direttore generale dell'Esa.
Il Rwanda si è recato ieri alle
urne per il referendum sulla nuova Costituzione che, di fatto, volta
definitivamente pagina sul genocidio etnico del 1994, quando vennero massacrati
in poche settimane almeno 800 mila tra tutsi e hutu moderati. Una
volta approvata la nuova Costituzione, entro il prossimo novembre verranno
organizzate elezioni democratiche multipartitiche. Il servizio di Giulio
Albanese:
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Il referendum costituzionale, che
si è svolto ieri in Rwanda, dovrebbe in linea di principio segnare la svolta in
un Paese dove il processo democratico è stato dal 1994 – anno del terrificante
genocidio – a dir poco sofferto e controverso. A parte il risultato, che si
saprà solo tra qualche giorno, la vittoria del ‘sì’ appare scontata. La
consultazione riguarda l’introduzione di un multipartitismo che impedisca però
la creazione di formazioni fondate su base etnica o religiosa. E’ stato anche chiesto
ai circa quattro milioni di elettori di esprimere il proprio parere su un
governo diretto dal presidente della Repubblica, con ampi poteri esecutivi,
eletto con mandato settennale, rinnovabile una sola volta. Le elezioni presidenziali
e multipartitiche sono previste, in caso di proclamazione della nuova costituzione,
tra ottobre e novembre prossimi.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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Non migliora la situazione nella
città di Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo: ieri nel corso di una
sparatoria tra i ribelli dell’unione dei patrioti congolesi e guerrieri
dell’etnia Lendu, un uomo è stato ucciso e altri 5 feriti. Lo ha comunicato
solo questa mattina l’emittente radiofonica della Missione delle Nazioni Unite
in ex-Zaire.
“Il prossimo
sarà un governo di coalizione”. E’ quanto affermato dal presidente armeno
Robert Kocharyan commentato i primi dati relativi alle elezioni svoltesi
domenica scorsa in Armenia. I dati definitivi saranno diffusi solo tra quattro
giorni, ma dalle prime proiezioni risultano al primo posto i repubblicani con
il 25%, seguiti dal blocco d’opposizione Giustizia con il 14%. Bassa
l’affluenza alle urne per queste elezioni, su cui gravano sospetti di brogli ed
errori: solo il 46% degli aventi diritto si è recato alle urne.
Un
morto e diversi feriti è il bilancio del terremoto che ha colpito stamani
l’isola di Sulawesi, nella zona orientale dell’arcipelago indonesiano. Il
sisma, secondo le prime informazioni, avrebbe raggiunto i 6,4 gradi sulla scala
Richter. Numerose le abitazioni crollate.
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