RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 146 - Testo della
Trasmissione di lunedì 26 maggio 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Al Festival di Cannes Palma d’oro al film statunitense ‘Elephant’.
CHIESA E SOCIETA’:
Il multiforme mondo del web può
contare di un nuovo sito cattolico: www.testimonideltempo.it.
24 ORE NEL MONDO:
Il governo israeliano approva il piano di pace Road Map.
Nei prossimi giorni la discussione sulla prima bozza globale della Costituzione europea.
Rinnovare eticamente la politica argentina, questo l’obiettivo esposto ieri dal neo presidente Kirchner.
Vittoria socialista in Spagna.
26 maggio 2003
SULLA
SCIA DELL’INSEGNAMENTO DEI SANTI CIRILLO E METODIO,
CATTOLICI E ORTODOSSI RITROVINO AL PIU’ PRESTO LA
PIENA UNITA’.
L’AUSPICIO DEL PAPA ESPRESSO DURANTE L’UDIENZA ALLA
DELEGAZIONE
BULGARO-ORTODOSSA, A UN ANNO DAL VIAGGIO APOSTOLICO
A SOFIA
- Servizio di Alessandro De Carolis -
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Un desiderio crescente “di profonda comunione” verso
la meta della piena unità ecclesiale, sullo sfondo di una pagina di storia -
l’integrazione europea – che si profila all’orizzonte. Sono i pensieri espressi
questa mattina da Giovanni Paolo II, che ha ricevuto in udienza una delegazione
della Chiesa ortodossa di Bulgaria, a un anno di distanza dal suo viaggio
apostolico a Sofia. Appena sabato scorso, i rappresentanti del patriarcato
ortodosso bulgaro avevano inaugurato solennemente l’inizio dell’uso liturgico e
pastorale della Chiesa romana dei Santi Vincenzo e Anastasio, ora divenuta –
per concessione del Pontefice - il cuore della comunità dei bulgari ortodossi
residenti nella capitale. Un vincolo di fraternità rafforzato tra le due
Chiese, quindi, che ha permesso a Giovanni Paolo II di affermare che la strada
da percorrere fianco a fianco si intravede ora “con maggiore chiarezza”: “Si
crea - ha detto - il contesto giusto entro il quale cresce la fiducia
reciproca, condizione previa verso l'intesa, la convivenza pacifica, e la comunione”.
“Non potrò mai dimenticare il mio viaggio nella
vostra terra!”, ha poi esclamato Giovanni Paolo II, che è riandato con la
memoria al “commosso” incontro avuto il 24 maggio del 2002 con il capo della
Chiesa ortodossa bulgara, il Patriarca Maxim. A lui, il Pontefice ha rivolto un
saluto e un auspicio, affidato alla delegazione accolta oggi in Vaticano:
“Vi chiedo di rinnovargli l’espressione della mia
vicinanza spirituale nell’anelito che si concretizzi quanto prima la piena
unità dei cristiani cattolici e ortodossi”.
La Bulgaria fa parte del novero di quegli Stati
avviatisi verso l’ingresso nell’Unione Europea. Un tema, quello
dell’integrazione dei Paesi dell’est nelle strutture comunitarie, che il Papa
ha ripreso anche in questa circostanza, ricordando la straordinaria missione
degli Apostoli degli slavi:
“Mentre anche la Bulgaria
si apre al nuovo, protesa verso un’Europa allargata, occorre ravvivare quel
ricco patrimonio di fede e di cultura che la Chiesa e la nazione bulgara
condividono, e che costituisce il miracolo dell'opera di evangelizzazione
compiuta dai due Santi Fratelli di Tessalonica, Cirillo e Metodio, il cui
retaggio, dopo undici secoli di cristianesimo tra gli Slavi, è e resta per loro
più profondo e più forte di ogni divisione”.
Cirillo e Metodio, ha ricordato
il Pontefice, intuirono che le “diverse condizioni di vita delle singole Chiese
cristiane” non avrebbe potuto “mai giustificare dissonanze, discordie, lacerazioni
nella professione dell'unica fede e nella pratica della carità”. Questo
messaggio di fede, ha concluso Giovanni Paolo II, “è e resta il traguardo a cui
tendere affinché l’Oriente e l’Occidente cristiani possano pienamente
ricongiungersi e far meglio risplendere insieme il pleroma (ossia, la
pienezza, ndr) della cattolicità della
Chiesa”.
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Tra gli ospiti di spicco che
hanno preso parte alle celebrazioni ecclesiali ortodosse di questi giorni a
Roma, c’era anche il primo ministro del governo bulgaro, Simeone di Sassonia
Coburgo-Gotha. Il collega della nostra redazione bulgara, Dimitri Gancev lo ha
avvicinato per chiedergli un’impressione sul significato di queste giornate
speciali, in chiave religiosa e non solo:
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R. - Credo che continuino ad esservi dei passi di integrazione verso
l’Europa, verso l’Occidente. Ci intendiamo, ed è normale che ci sia questo
processo. Ritengo anche che le due Chiese, la cattolica e la ortodossa, trovino
ogni volta più punti di contatto. E questo è molto importante.
D. - Oltre a questa festa, ricorre il primo anniversario della visita del
Papa ai bulgari, ma anche il 25.mo del Pontificato di Giovanni Paolo II. Quali
sono stati, secondo lei, per il futuro della Bulgaria i frutti del soggiorno
del Pontefice?
R. - Per noi è stata una grande gioia sapere che il Santo Padre sarebbe
giunto in Bulgaria, tanto più che molti dei nostri connazionali ricordavano
ancora la presenza di Giovanni XXIII come loro nunzio. Quindi, si è trattato
come di un ritorno e la gente lo ha veramente apprezzato moltissimo.
D. - Un piccolo quadro della
situazione della Bulgaria. Quali sono i passi per giungere al traguardo
dell’Europa unita?
R. – Per noi, è una meta
chiarissima. E per il 2007 credo che la Bulgaria avrà compiuto il suo tragitto
e sarà pronta.
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TRE
SECOLI DI STORIA A SERVIZIO DEI PIU’ POVERI. IN UDIENZA DAL PAPA
I RELIGIOSI SPIRITANI NELL’ANNIVERSARIO DELLA
LORO FONDAZIONE
- Servizio di Roberta Gisotti -
Trecento anni, domani, di vita
accanto ai poveri e a servizio della missione: un anniversario importante per
la Congregazione dello Spirito Santo, fondata il 27 maggio del 1703 da Claude
Poullart des Placet, giovane seminarista nativo di Rennes, da una benestante
famiglia, la cui vita restò segnata dall’incon-tro con un povero scolaro, alla
porta della sua scuola di teologia a Parigi, da cui scaturì un impegno costante
per gli ‘ultimi’, nella sua breve vita, che si concluse prematuramente a soli
30 anni, non senza aver lasciato una eredità preziosa, che da allora è stata
propagata in tutto il mondo da quasi 14 mila e 500 professi. Oggi sono circa 3
mila gli Spiritani, tra cui 29 vescovi ed oltre 2000 preti, attivi in una sessantina
di Paesi, in particolare in Africa e in America Latina.
Nell’occasione di questa
ricorrenza il Papa ha ricevuto stamane un gruppo di 30 religiosi Spiritani,
ringraziando il Signore per il cammino percorso e per i doni ricevuti
attraverso l’apostolato di questa Congregazione. “Celebrare un anniversario -
ha osservato Giovanni Paolo II – è come passare un capo e andare avanti” e per
questo - ha aggiunto - “ripeto a ciascuno di voi ‘Duc in altum’, ‘Prendete il largo’. E il mandato per gli
Spiritani è quello “di recuperare quanti il mondo tiene assoggettati o rigetta
nella marginalità, i poveri, che sono l’immensa maggioranza degli abitanti in
alcuni Continenti ma che abitano anche nelle nostre società più sviluppate”, ha
ricordato il Santo Padre, incoraggiando gli Spiritani a non arretrare per le
difficoltà, che non mancano e non mancheranno in avvenire. “Confidate – ha
detto loro – nella libertà e nella forza dello Spirito che accompagna la Chiesa
e la guida.”
IL
CORDOGLIO DEL PAPA PER LE VITTIME DELL’AEREO SPAGNOLO
PRECIPITATO
IN TURCHIA
Il Papa ha espresso il suo profondo dolore per la
triste notizia del tragico incidente aereo avvenuto stamani in Turchia, che ha
causato la morte di 62 militari spagnoli, di ritorno da una missione di pace in
Afghanistan, e dell’equipaggio, gettando nel lutto le famiglie e la nobile
nazione spagnola. Lo ha fatto in un telegramma a firma del cardinale segretario
di Stato, Angelo Sodano, indirizzato all’ordinario militare per la Spagna,
arcivescovo Manuel Estepa Llaurens. Nel messaggio, Giovanni Paolo II assicura
le sue preghiere di suffragio per l’eterno riposo delle persone scomparse e
invoca dal Signore consolazione e serenità spirituale per quanti piangono la
perdita dei loro cari.
Proseguendo le udienze ai presuli della Conferenza
Episcopale dell’India, in visita “ad Limina”, il Papa ha ricevuto stamani il
cardinale Ivan Dias, arcivescovo di Bombay, con gli ausiliari, e il vescovo di
Poona, mons. Valerian D’Souza.
Il Santo Padre ha pure ricevuto
in udienza questa mattina l’arcivescovo polacco mons. Juliusz Janusz, nunzio
apostolico in Ungheria.
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“Anno
del Rosario – Famiglia – Pace”; “Pace nel mondo – Pace in Terra Santa”: così si
apre e si caratterizza la prima pagina. Giovanni Paolo II, al Regina Coeli dell’ultima
domenica di maggio, ha rilanciato due speciali intenzioni di preghiera affidate
alla recita della Corona di Maria.
Nelle
vaticane, nel discorso alla Delegazione della Chiesa ortodossa di Bulgaria, il
Papa ha auspicato che nella crescita della conoscenza e della fiducia reciproca
tra fratelli si concretizzi quanto prima la piena unità dei cristiani cattolici
e ortodossi.
Nel
discorso alla Congregazione dello Spirito Santo, il Papa ha esortato ad essere
fedeli alla duplice eredità dei fondatori: l’attenzione ai poveri ed il
servizio missionario.
La
prefazione del vescovo di Novara al volume di Piero Gheddo “La missione continua.
Mezzo secolo al servizio della Chiesa e del Terzo Mondo”.
Nelle
pagine estere, riguardo al Medio Oriente si sottolinea che sembra aprirsi il
sentiero del negoziato: Israele accetta ufficialmente l’ipotesi della nascita
di uno Stato palestinese nei Territori autonomi.
Precipita
un aereo in Turchia: 74 morti. Il telegramma di cordoglio del Santo Padre.
Algeria:
si cercano ancora superstiti tra le macerie del terremoto; una bambina salvata
dopo cinque giorni.
Nella
pagina culturale, un articolo di Danilo Mazzoleni in ricordo del compianto
padre Antonio Ferrua, “memoria storica dell’archeologia cristiana”.
Una
monografica dal titolo “Protagonisti e vie della comunicazione in età patristica
al centro della XXXII edizione degli ‘Incontri’ dell’Augustinianum”.
Nelle
pagine italiane, in primo piano le elezioni amministrative.
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26 maggio 2003
A VIENNA PRIMO CONGRESSO
INTERNAZIONALE
PER
UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE NELLE CITTA’ SECOLARIZZATE: QUATTRO LE CAPITALI
EUROPEE
COINVOLTE
NEL PROGETTO, CHE DURERA’ FINO AL 2006
-
Intervista con il cardinale Christoph Schönborn -
Un progetto ecclesiale illuminato per rispondere ad una
crescente domanda religiosa e ricerca di senso alla propria vita, a partire
dalle grandi città secolarizzate del nostro tempo. Quattro le capitali europee
coinvolte nell’iniziativa, di ampio e lungo respiro, promossa dai rispettivi
arcivescovi. Prima tappa di questo itinerario Vienna, in Austria, dove sabato
scorso si è inaugurato, nella
cattedrale di Santo Stefano, il primo Congresso internazionale per una nuova
evangelizzazione e per la missione cittadina, sul tema “Aprite le porte a
Cristo!”, e che proseguirà i lavori fino a domenica prossima, 1° giugno. Altri
appuntamenti in programma saranno Parigi, in Francia, nell’ottobre del 2004,
quindi Lisbona, in Portogallo, nel 2005, ed infine Bruxelles, in Belgio, nel 2006.
L’idea iniziale è partita dalla comunità carismatica Emmanuel, accolta con
entusiasmo dai cardinali Schönborn, Lustiger, Policarpo e Dannells, ed è stata poi
sviluppata con una capillare attività preparatoria in oltre 100 parrocchie,
associazioni e movimenti. Ma qual è la peculiarità di questo progetto?
Ascoltiamo l’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, al microfono di Carla
Cotignoli.
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R. - L’originalità è di farlo insieme. Quattro capitali
europee con il fenomeno della secolarizzazione di oggi, ma anche con ciò che
vediamo, ossia che queste grandi città moderne sono di nuovo un luogo di
evangelizzazione, perché si sente proprio nella città il bisogno del Vangelo e
l’apertura alla ricerca di Dio, alla ricerca del senso. E la proposta del
Vangelo avviene proprio qui, ed è una sorpresa ben accolta da molti.
D. – Quindi siamo in un tempo nuovo rispetto a qualche
anno fa, quando non si voleva sentir parlare di Dio, siamo invece di fronte
alla richiesta di Dio ...
R. – Questo è evidente. Questa domanda di Dio si indirizza
anche in sensi diversi, nel senso dell’esoterismo, della ricerca delle
religioni orientali, ma molti scoprono di nuovo, o per la prima volta, la
novità vitale del Vangelo. Questa è la sorpresa e la gioia.
D. – La sfida più grande è il come porgere questa novità
alla gente di oggi ...
R. – Una via molto semplice è di parlare della fede, di
parlare con la gente. A Vienna stiamo vivendo un’esperienza sorprendente in
molte parrocchie. Abbiamo avuto paura di parlare di fede con i vicini, mentre
adesso facciamo l’esperienza che nelle strade, al lavoro, un po’ dappertutto,
quando si parla di fede, l’apertura è più grande di quella aspettata. Poi,
l’altro cammino è aprire le chiese. Nelle città europee abbiamo il tesoro di
tante belle chiese con una grande storia, e poi la presenza di Cristo nel
Sacramento. Lasciare aperte le chiese per invitare la sera, la notte, dove c’è
molto passaggio, ad entrare in questo spazio di silenzio, di preghiera, sono
esperienze sorprendenti. La chiamiamo “notte di misericordia” e facciamo anche
l’esperienza di tante conversioni che si operano in questi momenti dove la
Chiesa, per così dire, apre il cuore al cuore ferito di tanti di oggi.
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DOPO IL TERREMOTO, L’ALGERIA IN
PIENA EMERGENZA:
LA
SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE AL FIANCO DEL GOVERNO
- Con
noi, Lorella Salvatori -
Si
continua a scavare tra le macerie in Algeria, dopo il disastroso terremoto di
mercoledì scorso. La notte scorsa, una giovane di 13 anni è stata recuperata ancora
in vita. È sopravvissuta mangiando i biscotti che aveva con sé, per venderli
come ogni giorno per le strade di Bordj Menaiel, ad 80 chilometri dalla capitale,
dove la scossa l'ha sorpresa. Intanto, il bilancio è sempre più grave: oltre
2100 i morti, mentre per i feriti si parla di circa 9 mila persone. Tra i
soccorritori c’è la Protezione civile italiana, che ha inviato sul terreno
diversi funzionari. Andrea Sarubbi ha contattato ad Algeri Lorella Salvatori,
che ci conferma la drammaticità della situazione attuale:
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R. -
Mano a mano che passano le ore l’attenzione è rivolta sempre più all’assistenza
della popolazione e ovviamente scema l’attenzione per la ricerca e il soccorso,
in quanto questo sarebbe destinato esclusivamente a trovare purtroppo dei corpi
senza vita. Non c’è più speranza di trovare persone in vita e ovviamente il
governo algerino sta spostando l’attenzione alla organizzazione delle tendopoli
per dare alloggio alle persone.
D. – Si sa già più o meno quante e quanto grandi saranno
queste tendopoli?
R. – Si parla di 52 comuni colpiti e su ogni comune
verranno realizzati dei campi. La dimensione dei campi varierà a seconda della
popolazione senza tetto nei vari comuni. Quello che stiamo consigliando al
governo algerino è di non fare dei campi molto grandi perché poi sarebbe
difficile la gestione degli stessi.
D. – Sabato a caldo la gente ha contestato duramente il
presidente Bouteflika, ora subentra un po’ la razionalità. Ci si sta rendendo
conto della gravità della situazione?
R. – Mano a mano che passano le ore si rendono sempre più
conto della situazione. Ci si rende conto di aver perso ovviamente gli affetti,
di aver perso la casa, e nella maggior parte dei casi anche il lavoro, perché
il governo algerino mette in vendita i terreni, le persone si aggregano in
minicooperative, acquistano i terreni, costruiscono casa, al piano terra
realizzano le attività commerciali e al piano superiore la loro abitazione.
Ovviamente crollando il palazzo è crollata la loro abitazione ed è crollato
anche il luogo di lavoro e quindi hanno perso anche l’attività lavorativa.
D. – Posso chiedere a lei personalmente che cosa sta
provando lavorando fianco a fianco con le popolazioni terremotate?
R. – E’ una situazione molto coinvolgente dal punto di
vista emotivo, perché si tocca con mano la sofferenza delle persone e si
condividono le loro angosce, le loro ansie anche se poi ci si rende conto che
la forza per reagire deve venire esclusivamente da loro.
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DA OGGI A GINEVRA, IL TERZO FORUM DELL’ONU SULLE FORESTE:
UN
BENE DA PRESERVARE E UNA RISORSA PER MILIONI DI POVERI
-
Servizio di Mario Martelli -
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Aspetti economici della foreste, conservazione delle
stesse per assicurare il bisogno presente e futuro, produttività e cura delle
foreste: sono i temi discussi a Ginevra al terzo Forum delle Nazioni Unite
sulle foreste, al quale partecipano fino al 6 giugno delegati ed esperti di
numerosi Paesi. L’importanza di questo incontro annuale e dei suoi obiettivi
vengono messi in rilievo dai dati che sono alla base dei dibattiti. Circa un
quarto della popolazione mondiale dipende in varia misura per vivere dalle
foreste che nell’ultimo decennio del secolo scorso si sono ridotte per
un’estensione che supera i 94 milioni di ettari, estensione superiore a quella
occupata dal Venezuela. Nuove foreste ed espansione naturale arrivano ad un recupero
di soli 6,7 milioni di ettari all’anno. Il commercio globale dei prodotti delle
foreste viene valutato a 133 milioni di dollari, di cui circa la metà solo nel
commercio della carta. Poi, si calcola che circa 500 milioni di persone – in
gran parte in condizione di povertà – dipendono praticamente dalle foreste e di
conseguenza emerge la necessità di coinvolgere tali comunità nella gestione
delle stesse, che tra l’altro incrementerebbe le loro entrate, migliorerebbe lo
status delle donne e ridurrebbe le attività illegali.
E’ necessario, si osserva in un rapporto dell’Onu,
potenziare gli strumenti economici che mirano alla protezione dell’ambiente,
come la remunerazione della capacità delle foreste di assorbire il biossido di
carbonio. Nell’ambito del Forum di Ginevra si afferma che informazioni
trasparenti e tempestive sui prezzi internazionali dei prodotti delle foreste
consentirebbero di ridurre le attività illegali ed accrescerebbero le entrate
dei governi. La sotto-stima del valore economico delle loro foreste – rileva
l’Onu – provoca per numerosi governi perdite annue per un totale di circa 5
miliardi di dollari, dovute a raccolte insufficienti di imposte e di redditi.
Le informazioni sul mercato internazionale andrebbero anche a favore dei
piccoli produttori di prodotti non derivanti dal legname.
Non si trascura infine il fatto che le foreste
contribuiscono alla conservazione della biodiversità e del suolo, a regolare il
clima, alla protezione dei bacini, a preservare valori spirituali e religiosi.
Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.
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IL FESTIVAL DI CANNES SI CHIUDE CON LA PALMA D’ORO AD UN FILM
SULL’AMERICA DELLA VIOLENZA. POCO ENTUSIASMO,
MOLTI DELUSI
-
Servizio di Nicola Falcinella -
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L’americano “Elephant” di Gus Van Sant ha vinto la 56.ma
edizione del Festival di Cannes: un verdetto politico ad un autore statunitense
ma critico sulla politica del suo Paese, dopo le polemiche sul boicottaggio Usa
contro la Francia che si è sempre opposta alla guerra in Iraq. “Elephant” è un
bel film di un autore interessante e coraggioso che con questo lavoro ed il
precedente “Jerry” ha cambiato stile, avvicinandosi al cinema indipendente.
La Giuria, presieduta da Patrice Chéreau, ha premiato una
storia sulla violenza nelle scuole, girata nello stesso liceo di “Bowling for
Columbine”, e tutti gli altri riconoscimenti hanno avuto anche ragioni
politiche. Il turco “Uzak” (Lontano), di Nuri Bilge Ceylan, ha ottenuto il Gran
Premio della Giuria, il secondo per importanza, e migliori attori ex aequo i
suoi due protagonisti: la quotidianità di due giovani a Istanbul tra silenzi ed
incomprensioni, in una poetica pellicola sull’attesa di emigrare. Il rapporto
tra Oriente e Occidente torna nel commovente “Alle cinque del pomeriggio”
dell’iraniana Samira Makhmalbaf, che ha ottenuto il Premio della Giuria dopo
aver vinto quello ecumenico. La giovane regista ha fatto l’affermazione più
forte della serata di premiazione: “Ho raccontato di una ragazza che vuol fare
la presidente dell’Afghanistan, e tutti mi chiedono se anche io voglio fare la
presidente”, ha detto la Makhmalbaf. “No, non mi interessa, se il presidente
più famoso ed ammirato è George W. Bush”.
L’ultimo premiato è il sopravvalutato “Le invasioni
barbariche” del canadese Denis Arcand: premio alla sceneggiatura e alla
sconosciuta attrice Marie-Josée Croze. Completamente ignorato “Dogville” di
Lars von Trier, il film più innovativo, sorprendente e forte del Festival, da
tutti dato per favorito. Esclusa dai premi Nicole Kidman così come le attrici
francesi Charlotte Rampling ed Emmanuelle Béart. Dimenticati pure “Mystic
River” di Clint Eastwood e “Padre e figlio” di Alexander Sokurov, film molto
intensi sulla società, sulla violenza e sui rapporti familiari. Senza premi
anche “Il cuore altrove” di Pupi Avati, prezioso pezzo d’artigianato per il
quale essere in competizione era già stato un enorme riconoscimento.
L’impressione complessiva dei film di quest’anno è di un pessimismo di fondo,
più o meno radicale: l’uomo è cattivo, violento, prepotente; pochi lottano per
il bene e spesso soccombono.
Da Cannes, per la Radio Vaticana, Nicola Falcinella.
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26 maggio 2003
ZAGABRIA. = Cliccando su www.papa.hr è possibile accedere
ad un sito internet interamente dedicato alla prossima visita pastorale di
Giovanni Paolo II, del 9-5 giugno, in Croazia.
Il portale è stato presentato lo scorso giovedì 22 maggio dalla locale
Conferenza episcopale. Il testo è in croato, ma per chi non fosse padrone della
lingua c’è anche la versione in inglese: www.pope.hr. Le pagine web offrono al
navigatore numerose notizie relative all’attività della Chiesa in Croazia, il
programma e l’itinerario della viaggio del Pontefice, utili indicazioni per i
pellegrini e una ricca galleria fotografica. L’intero progetto multimediale è
stato realizzato con la collaborazione del settimanale cattolico “Glas
Koncila” e dell’agenzia di stampa cattolica Ika. Nel corso della
presentazione, il segretario generale della Conferenza episcopale croata e
coordinatore della visita pontificia, mons. Vjekoslav Huzjak, ha ricordato
l’attenzione di Giovanni Paolo II ai mezzi di comunicazione e le sue due
precedenti visite in Croazia. “Il
viaggio - ha detto mons. Huzjak - è rimarchevole e degno di nota soprattutto
tenendo conto delle condizioni di salute dello stesso Papa”. (P.O.)
SI E’ SVOLTO IERI AD ADDIS ABEBA, IN
ETIOPIA, IL CONCERTO LIVE AID ETIOPE
FINALIZZATO
A RACCOGLIERE FONDI PER UN PAESE DURAMENTE PROVATO DALLA FAME.
RAGGIUNTA
LA CIFRA DI DUE MILIONI DI DOLLARI: UNA GOCCIA NEL MARE
PER
UNA SITUAZIONE CHE NECESSITA DELL’ATTENZIONE
DELL’INTERA
COMUNITA’ INTERNAZIONALE
ADDIS ABEBA.= Erano decine di migliaia ieri in piazza
Ababas Meskel ad Addis Abeba, gli spettatori riunitisi per il concerto Live Aid
Etiope. Si è trattato di un’iniziativa, all’interno della manifestazione “A
Birr for compatriot” ( “Un Birr per i concittadini”, dove il Birr è la moneta
nazionale) finalizzata a raccogliere fondi da destinare ai 14 milioni di persone
che, a causa della carestia degli ultimi mesi in Etiopia soffrono la fame. Sul
palco sotto il sole si sono susseguite le esibizioni dei cantanti più gettonati
nel Paese, nomi del tutto sconosciuti agli occidentali: Gessesse, Mohammed
Ahmad, Tamirat Molla, Teddy Afro e la cantante Rahel. Contemporaneamente al
concerto la televisione statale ha organizzato una maratona analoga al nostro
Telethon attraverso cui raccogliere altri soldi. Il progetto ha un’importanza
notevole se si considerano le drammatiche condizioni in cui versano Etiopia ed
Eritrea a causa della terribile crisi alimentare e agricola. Secondo gli
esperti il quadro è persino peggiore di quello che negli anni ottanta provocò
nei due paesi del corno d’Africa la morte di oltre un milione di persone. In
quell’occasione fu enorme il successo dell’iniziativa internazionale “Live Aid”
organizzata dal cantante irlandese Bob Geldof e che vide la partecipazione
delle maggiori star di successo della musica mondiale. Il ricavato fu di circa
cento milioni di dollari, cifra che fa scomparire il piccolo guadagno dello
spettacolo di Addis Abeba che si aggira attorno ai due milioni di dollari, ben
poco per aiutare un paese bisognoso di quasi due milioni di tonnellate di cibo
per l’anno in corso. (P.O.)
NELL’ANNO DEL ROSARIO IL PONTIFICIO CONSIGLIO
GIUSTIZIA E PACE
PUBBLICA
IL SUSSIDIO “IL ROSARIO DELLA PACE”.
CITTA’ DEL VATICANO. =
“Sollecitare e accompagnare la riflessione sulla grande necessità di
cambiamento e di conversione” dalla quale dipende la realizzazione della pace
nel mondo è secondo il presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace l’arcivescovo
Renato Martino, l’intento del sussidio “Il Rosario della pace”. Edito in questi
giorni dal dicastero vaticano nell’Anno del Rosario indetto dal Santo Padre, il
piccolo volume abbina i misteri della corona mariana ai relativi passi
evangelici ed ai significativi brani dei Messaggi per le Giornate mondiali
della Pace. “Il Rosario – scrive mons. Martino nell’introduzione, citando il
Papa – è preghiera che trasforma, perché depone in chi lo recita quel germe di
bene, dal quale si possono sperare frutti di giustizia e di solidarietà nella
vita personale e comunitaria”. L’illustrazione dei venti misteri gaudiosi,
luminosi, dolorosi e gloriosi è completata dalle Litanie Lauretane e si chiude
con la “Preghiera a Maria, Regina della Pace”, composta dal presule. L’orazione
chiede alla Madre della misericordia l’intercessione affinché sia concessa ai
governanti saggezza per orientare le conquiste della scienza e della tecnica
verso uno sviluppo umano rispettoso del creato, della giustizia e della pace. (M.A./P.O.)
ACCORATO APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI
COLOMBO GOMIS:
“SOCCORRETE
LA POPOLAZIONE DELLO SRI LANKA DURAMENTE PROVATA
DA UN
MESE DI PIOGGIA TORRENZIALE”. IL PRESULE SOTTOLINEA L’EMERGENZA ACQUA E CIBO
GRAVANTE SUL PAESE
COLOMBO. = L’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis,
ha rivolto un pressante appello ai fedeli, religiosi e sacerdoti a soccorrere
le popolazioni colpite dalle violente inondazioni, frane e smottamenti che
hanno danneggiato in questi giorni la parte centro-meridionale dell’Isola di
Sri Lanka, dopo un mese di piogge
torrenziali. Le notizie dalle zone più colpite, in particolare il distretto di
Ratnapura, afferma il presule in una nota,
“sono molto tristi”, “con perdite di vite e di beni che non hanno
precedenti”. “C’è bisogno di cibo e acqua potabile”, ma anche di ricostruire le
case, quando l’acqua si ritira. Di qui l’appello ai sacerdoti a coinvolgere il
più possibile i fedeli “in questo momento di bisogno”. All’appello stanno già
rispondendo diverse parrocchie che hanno organizzato raccolte di materiali da
costruzione. Intanto, la Caritas e altre agenzie cattoliche hanno stanziato
14mila dollari per fare pervenire agli alluvionati generi di prima necessità. Anche
i ribelli separatisti Tamil stanno partecipando agli aiuti per le alluvioni, le
più gravi in Sri Lanka da oltre 50 anni. (L.Z./P.O)
INAUGURATA A ROMA
PRESSO LA BASILICA DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME
UNA MOSTRA SU GHANDI. NEL CORSO DELLA CERIMONIA
E’ INTERVENUTA LA NIPOTE DEL MAHATMA: TARA GANDHI
ROMA. = “Finché era in vita, Gandhi era un indiano, ora
appartiene a tutto il mondo”. Sono le parole di Tara Gandhi, nipote del profeta
della “non violenza”, pronunciate giorni fa nel corso dell’inaugurazione della
mostra itinerante dedicata alla figura del Mahatma e allestita nel museo della
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Riflettendo sui motivi che
ancora oggi determinano la forza e la ricerca su Gandhi e la sua filosofia,
Tara ha sottolineato come il Mahatma sia stato in grado di comprendere e toccare la natura umana e non
solo quella del suo popolo. “Mio nonno
- ha detto la donna - partiva dalla consapevolezza che la vera sfida da vincere è dentro di noi, per riuscire a
vivere nell' armonia interiore e con l'ambiente circostante”. Riflettendo sulla
guerra in Iraq, Tara ha ribadito come in ogni momento di pace sia opportuno
“lavorare per evitare i conflitti, per
cercare le cause della violenza, della paura, della non fiducia e trasformarle”. “Di mio nonno- ha
proseguito - ricordo soprattutto le sue vibrazioni: si vestiva come un
contadino in azione, lavorava con le mani e con il pensiero per la libertà
dell'India, non solo politica, ma anche dello spirito, un risultato che ancora non e' stato
raggiunto”. La mostra ripercorre la vita del Mahatma attraverso foto e documenti
e resterà aperta al pubblico fino all’8 giugno. Per informazioni si può telefonare
al numero 06.7014769. (P.O.)
WWW.TESTIMONIDELTEMPO.IT
: E’ IL NUOVO SITO INTERNET CATTOLICO
FINALIZZATO A SEGNALARE QUELLE PERSONE CHE
NELL’ANONIMATO
SI SONO DISTINTE NEL VOLONTARIATO O NELL’IMPEGNO
PER IL PROSSIMO.
TRA I NOMI PIU’ SEGNALATI:
IL MAGISTRATO PIERO BORSELLINO E IL MEDICO CARLO
URBANI
ROMA. = Il multiforme mondo del web può contare di un
nuovo sito cattolico: www.testimonideltempo.it. Si
tratta di un lavoro interamente dedicato a quelle persone che attraverso il
volontariato, l’onestà del loro vivere civilmente e la passione nel portare
avanti i propri ideali si sono segnalate appunto come “testimoni dei nostri
giorni”. Un’iniziativa controcorrente, se pensiamo che ogni giorno ciò che fa
notizia non sono tanto le buone azioni quanto i fatti di violenza, guerra e
morte. L’iniziativa si inserisce nel Progetto Culturale della Chiesa cattolica
italiana e, a disposizione degli utenti già da qualche giorno, ha riscosso un
immediato successo. Tra i testimoni più segnalati figurano i nomi del
missionario laico Macello Candia, dei coniugi Piero e Lucile Corti, del
magistrato Piero Borsellino e non ultimo quello del medico Carlo Urbani, morto
lo scorso 29 marzo a Bangkok per Sars, mentre aiutava le popolazioni piu'
povere. “Nonostante l'orizzonte tetro sotto il quale si e' aperto il nuovo
millennio, straordinariamente numerose – spiegano i promotori del sito - sono
le persone impegnate nella solidarietà, nello sforzo di rendere testimonianza
al Vangelo con le opere più che con le parole. Solo di rado l'eco delle gesta
di questi operatori di pace e del Vangelo giunge a conoscenza del grande
pubblico. Gli antichi dicevano che il bene tende a farsi conoscere: noi
vogliamo metterci al servizio di questa conoscenza”. (P.O.)
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26 maggio 2003
- A cura di Giancarlo La Vella e
Stefano Cavallo -
Il governo israeliano ha approvato ieri la Road Map, il
piano di pace internazionale che prevede la creazione di uno Stato palestinese.
Sul voto, l’esecutivo si è spaccato: 12 ministri hanno votato a favore, 7 i
contrari, 4 gli astenuti. Una eventuale crisi del governo israeliano
dilaterebbe i tempi del dialogo. Comunque, il “sì” del governo israeliano ha
destato positive reazioni nei Paesi impegnati a riavviare i colloqui tra
israeliani e palestinesi. Soddisfazione è stata espressa da Francia, Germania e
Gran Bretagna, ma soprattutto dagli Stati Uniti, come ci riferisce Paolo
Mastrolilli:
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“E’ un importante passo avanti”, così il portavoce della
Casa Bianca, Adam Levine, ha commentato la decisione del governo israeliano di
accettare la Road Map per la pace con i palestinesi, presentata dal governo
americano. La Casa Bianca ha dimostrato nei fatti la sua soddisfazione e già
ieri ha inviato una missione in Egitto e Giordania, allo scopo di preparare il
terreno per il vertice tra Bush, il premier israeliano Sharon e quello
palestinese Abu Mazen, alla fine degli incontri del G8 in Francia. Il luogo più
probabile per l’appuntamento è la località egiziana di Sharm el Sheik, sul Mar
Rosso, o Aqaba, in Giordania. Anche il dipartimento di Stato, per bocca della
portavoce Tara Rigler, ha fatto sentire la sua soddisfazione. Parlando con la
Radio Vaticana, però, l’ex mediatore americano, Dennis Ross, ha detto che il
problema principale da risolvere è costituito proprio dai dettagli della mappa,
perché Sharon l’ha accettata solo in cambio dell’assicurazione che Bush avrebbe
considerato le sue obiezioni.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Prende
forma la prima Costituzione dell’Unione Europea. La bozza globale del
documento, licenziata oggi dalla Convenzione, organismo che lavora al testo,
guidato da Giscard d’Estaing, sarà discussa venerdì e sabato prossimo a Bruxelles.
Essa prevede la figura di un presidente del Consiglio europeo a tempo pieno;
introduce, poi, un sistema di presidenze a rotazione per almeno un anno per i vari
Consigli dei ministri, ad eccezione di quello degli esteri, che sarà presieduto
da un nuovo ministro dell’Unione. Sulla realtà delle Chiese, l’Unione
rispetterà lo status di cui beneficiano, in virtù del diritti nazionali, le
chiese, le associazioni o le comunità religiose e che, in riconoscimento della
loro identità e del loro contributo specifico, vi sarà un dialogo aperto,
trasparente e regolare.
Il
Giappone è stato oggi colpito da un forte terremoto attorno al nono grado della
Scala Mercalli, alle 14.24 ora locale, le 10.24 italiane. Il sisma ha
interessato la zona settentrionale dell’arcipelago nipponico, dove ancora
continuano scosse d’assestamento, ed è stato avvertito anche a Tokyo. Bloccate
le linee ferroviarie e le autostrade per le prefetture di Miyagi e Iwate.
Interrotte anche le linee telefoniche, l’erogazione dell’acqua e
dell’elettricità.
Con il
discorso di ieri davanti al Parlamento di Buenos Aires, il peronista Nestor
Kirchner ha iniziato ufficialmente il proprio mandato di presidente
dell’Argentina. Il nuovo capo dello Stato – il sesto negli ultimi 18 mesi per
il travagliato Paese latinoamericano – ha insistito sul rinnovamento e sulla
valorizzazione dell’etica nell’azione di governo. Da Buenos Aires, Maurizio Salvi:
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Il presidente Kirchner ha chiarito di essere intenzionato
ad aprire una nuova era in Argentina, chiudendo con un passato di corruzione,
violenza e dolore. Parlando davanti a 13 capi di Stato latino-americani, fra
cui il cubano Castro, il brasiliano Lula da Silva e Chavez del Venezuela, ha
ricordato che già si sa dove non si vuole ritornare: cioè all’Argentina del
privilegio di pochi e dell’ingiustizia per molti. Kirchner ha quindi indicato
di volere un cambiamento morale e culturale e ha insistito sul concetto di
cambiamento, anche quando ha affrontato le questioni economiche e sostenuto, in
chiave neo-keinesiana, che è necessario creare, con l’appoggio dello Stato, un
nuovo capitalismo nazionale. In politica internazionale l’Argentina sarà aperta
al mondo, ma si concentrerà sul Mercosur, il mercato comune sudamericano, pur
mantenendo relazioni ampie, serie e mature con Stati Uniti e Paesi dell’Unione
Europea.
Da Buenos Aires, Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.
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Alle
elezioni amministrative di ieri in Spagna, per il rinnovo degli 8.111 comuni
del Paese e di 13 delle 17 regioni, i risultati indicano una netta ripresa del
Partito socialista che per la prima volta, supera in termini numerici il
Partito Popolare del premier Aznar e conquista alcuni importanti municipi e
governi regionali. Ma i popolari tengono e, anzi, riescono a conservare il
sindaco di Madrid, smentendo chi li dava fortemente in calo anche a causa di
alcune scelte del governo Aznar, come la contestata alleanza con Stati Uniti e
Gran Bretagna nella guerra all’Iraq o il disastro ecologico in Galizia causato
dalla petroliera Prestige. Ma per un commento sul voto spagnolo, abbiamo
raggiunto a Madrid il corrispondente del Messaggero, Josto Maffeo:
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La prima fotografia che si può fare di questa giornata
elettorale è che non è accaduto esattamente ciò che si aspettava o, quanto
meno, ciò che avevano intravisto molti analisti. Aznar ha ricevuto
indubbiamente una penalizzazione, ma non nelle dimensioni prospettate dalle
sinistre, che hanno ottenuto un’avanzata rispetto a quelli che erano i
risultati di precedenti consultazioni simili. In ogni caso c’è un dato di
fatto: per la prima volta negli ultimi dieci anni pare che il partito
socialista, la grande opposizione, ritorni ad essere il partito numericamente
più votato del Paese. C’è forse la novità madrilena, quella che veniva chiamata
la “battaglia di Madrid”, dove probabilmente il partito popolare mantiene la
maggioranza relativa, ma perde la governabilità della regione autonoma della
capitale. Prima c’era sintonia tra comune di Madrid e regione autonoma, ambedue
in mano al partito popolare, adesso dovranno dialogare popolari, al comune con
socialisti e Izquierda unida, la sinistra unita, alla regione autonoma.
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Consultazioni legislative ieri in Armenia. Secondo i primi
risultati parziali, i partiti fedeli al presidente, Robert Kotcharian,
avrebbero ottenuto la maggioranza dei seggi al Parlamento. Il maggiore partito
di opposizione, il blocco Giustizia – dato in ascesa alla vigilia – avrebbe
riportato il 10,9 per cento delle preferenze.
Per le votazioni amministrative italiane urne ancora
aperte stamani. Alla chiusura dei seggi di ieri sera alle 22, aveva votato il
49,7% degli aventi diritto. Oggi gli scrutini, dopo la conclusione delle
consultazioni, alle ore 15.00. Rispetto allo scorso anno si è registrata un
flessone dell’affluenza alle urne. I dati del Ministero degli Interni indicano
che, per il rinnovo dei quasi 500 Comuni, ha votato finora il 59,2% degli
aventi diritto, mentre per decidere la composizione delle 12 amministrazioni
provinciali l’affluenza è stata del 46,4%.
Passiamo in Turchia, dove una bomba è esplosa questa notte
nel parcheggio della Corte di sicurezza dello Stato di Istanbul, ferendo due
poliziotti di guardia all’edificio. L'ordigno era nascosto in uno zainetto
abbandonato. E fonti della televisione nazionale riportano anche la notizia
dell’incidente aereo avvenuto questa mattina sul Mar Nero, nei pressi della
piccola città turca di Macka. Uno Yak 42 ucraino, con 13 persone di equipaggio,
stava riportando a Saragozza 62 esponenti spagnoli impegnati nella missione di peacekeeping
Isaf in Afghanistan, per conto dell’Onu, quando si è schiantato a terra, a
circa 35 chilometri dalla zona prevista per l’atterraggio: la città di Trabzon.
Sono stati sinora rinvenuti 30 corpi senza vita.
Situazione Sars, la polmonite atipica. Mentre in Cina si
abbassa il numero delle infezioni, con 8 nuovi casi di contagio e 2 decessi,
altre 3 persone sono morte in Canada. Poste in quarantena 820 persone dalle
autorità sanitarie del Paese nordamericano. E si teme il rischio che Ottawa
torni nella lista dei Paesi a rischio di Sars. A Taiwan altre 12 persone sono
morte per il virus e sono stati registrati altri 15 nuovi casi. Ad Hong Kong
una persona è morta e un nuovo contagio è stato rilevato. Sono 183 i pazienti
ricoverati negli ospedali, mentre 1.276 sono stati dimessi. Intanto a Singapore
sono iniziate nel fine settimana le trasmissioni del primo canale dedicato
interamente alla Sars. Diffonderà, per 12 ore al giorno, unicamente programmi
di informazione e notizie sull'epidemia.
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