RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 146 - Testo della Trasmissione di lunedì 26 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’anelito per la piena unità dei cristiani rinnovato da Giovanni Paolo II, nell’udienza ad una delegazione della Chiesa ortodossa bulgara: ai nostri microfoni, il primo ministro Simeone di Sassonia Coburgo Gotha.

 

Il profondo dolore del Papa per i militari spagnoli e le persone dell’equipaggio periti nell’incidente aereo in Turchia.

 

Confidate nella libertà e nella forza dello Spirito che accompagna e guida la Chiesa: così il Pontefice, ricevendo i religiosi della Congregazione dello Spirito Santo, impegnata da 300 anni nell’annuncio del Vangelo in Africa, nelle Antille e in Sud America.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Congresso internazionale a Vienna, per la nuova evangelizzazione nelle città d’Europa secolarizzate: con noi, il cardinale Christoph Schönborn.

 

Da oggi a Ginevra, il terzo Forum delle Nazioni Unite sulle foreste, bene da preservare e risorsa per milioni di poveri.

 

L’Algeria in piena emergenza dopo la tragedia del terremoto. La solidarietà internazionale per la popolazione. Intervista con Lorella Salvatori.

 

Al Festival di Cannes Palma d’oro al film statunitense ‘Elephant’.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Un sito Internet sulla prossima visita del Papa in Croazia, presentato dalla Conferenza episcopale del Paese.

 

Si è svolto ieri ad Addis Abeba, in Etiopia, il concerto Live Aid Etiope finalizzato a raccogliere fondi per un Paese duramente provato dalla fame.

 

Nell’Anno del Rosario il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace pubblica il sussidio “Il Rosario della pace”.

 

L’arcivescovo di Colombo ha rivolto un appello ai fedeli a soccorrere le popolazioni della parte centro-meridionale dell’Isola dello Sri Lanka, colpite in questi giorni dalle violente inondazioni, frane e smottamenti.

 

Una mostra sul mahatma Gandhi, profeta della non violenza, nel museo della Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme.

 

Il multiforme mondo del web può contare di un nuovo sito cattolico: www.testimonideltempo.it.

 

24 ORE NEL MONDO:
Il governo israeliano approva il piano di pace Road Map.
 
Nei prossimi giorni la discussione sulla prima bozza globale della Costituzione europea.
 
Rinnovare eticamente la politica argentina, questo l’obiettivo esposto ieri dal neo presidente Kirchner.
 
Vittoria socialista in Spagna. 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

26 maggio 2003

 

 

SULLA SCIA DELL’INSEGNAMENTO DEI SANTI CIRILLO E METODIO,

CATTOLICI E ORTODOSSI RITROVINO AL PIU’ PRESTO LA PIENA UNITA’.

L’AUSPICIO DEL PAPA ESPRESSO DURANTE L’UDIENZA ALLA DELEGAZIONE

BULGARO-ORTODOSSA, A UN ANNO DAL VIAGGIO APOSTOLICO A SOFIA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Un desiderio crescente “di profonda comunione” verso la meta della piena unità ecclesiale, sullo sfondo di una pagina di storia - l’integrazione europea – che si profila all’orizzonte. Sono i pensieri espressi questa mattina da Giovanni Paolo II, che ha ricevuto in udienza una delegazione della Chiesa ortodossa di Bulgaria, a un anno di distanza dal suo viaggio apostolico a Sofia. Appena sabato scorso, i rappresentanti del patriarcato ortodosso bulgaro avevano inaugurato solennemente l’inizio dell’uso liturgico e pastorale della Chiesa romana dei Santi Vincenzo e Anastasio, ora divenuta – per concessione del Pontefice - il cuore della comunità dei bulgari ortodossi residenti nella capitale. Un vincolo di fraternità rafforzato tra le due Chiese, quindi, che ha permesso a Giovanni Paolo II di affermare che la strada da percorrere fianco a fianco si intravede ora “con maggiore chiarezza”: “Si crea - ha detto - il contesto giusto entro il quale cresce la fiducia reciproca, condizione previa verso l'intesa, la convivenza pacifica, e la comunione”.

 

“Non potrò mai dimenticare il mio viaggio nella vostra terra!”, ha poi esclamato Giovanni Paolo II, che è riandato con la memoria al “commosso” incontro avuto il 24 maggio del 2002 con il capo della Chiesa ortodossa bulgara, il Patriarca Maxim. A lui, il Pontefice ha rivolto un saluto e un auspicio, affidato alla delegazione accolta oggi in Vaticano:

 

“Vi chiedo di rinnovargli l’espressione della mia vicinanza spirituale nell’anelito che si concretizzi quanto prima la piena unità dei cristiani cattolici e ortodossi”.

 

La Bulgaria fa parte del novero di quegli Stati avviatisi verso l’ingresso nell’Unione Europea. Un tema, quello dell’integrazione dei Paesi dell’est nelle strutture comunitarie, che il Papa ha ripreso anche in questa circostanza, ricordando la straordinaria missione degli Apostoli degli slavi:

 

“Mentre anche la Bulgaria si apre al nuovo, protesa verso un’Europa allargata, occorre ravvivare quel ricco patrimonio di fede e di cultura che la Chiesa e la nazione bulgara condividono, e che costituisce il miracolo dell'opera di evangelizzazione compiuta dai due Santi Fratelli di Tessalonica, Cirillo e Metodio, il cui retaggio, dopo undici secoli di cristianesimo tra gli Slavi, è e resta per loro più profondo e più forte di ogni divisione”.

 

Cirillo e Metodio, ha ricordato il Pontefice, intuirono che le “diverse condizioni di vita delle singole Chiese cristiane” non avrebbe potuto “mai giustificare dissonanze, discordie, lacerazioni nella professione dell'unica fede e nella pratica della carità”. Questo messaggio di fede, ha concluso Giovanni Paolo II, “è e resta il traguardo a cui tendere affinché l’Oriente e l’Occidente cristiani possano pienamente ricongiungersi e far meglio risplendere insieme il pleroma (ossia, la pienezza, ndr) della cattolicità della Chiesa”.

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Tra gli ospiti di spicco che hanno preso parte alle celebrazioni ecclesiali ortodosse di questi giorni a Roma, c’era anche il primo ministro del governo bulgaro, Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha. Il collega della nostra redazione bulgara, Dimitri Gancev lo ha avvicinato per chiedergli un’impressione sul significato di queste giornate speciali, in chiave religiosa e non solo:

 

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R. - Credo che continuino ad esservi dei passi di integrazione verso l’Europa, verso l’Occidente. Ci intendiamo, ed è normale che ci sia questo processo. Ritengo anche che le due Chiese, la cattolica e la ortodossa, trovino ogni volta più punti di contatto. E questo è molto importante.

 

D. - Oltre a questa festa, ricorre il primo anniversario della visita del Papa ai bulgari, ma anche il 25.mo del Pontificato di Giovanni Paolo II. Quali sono stati, secondo lei, per il futuro della Bulgaria i frutti del soggiorno del Pontefice?

 

R. - Per noi è stata una grande gioia sapere che il Santo Padre sarebbe giunto in Bulgaria, tanto più che molti dei nostri connazionali ricordavano ancora la presenza di Giovanni XXIII come loro nunzio. Quindi, si è trattato come di un ritorno e la gente lo ha veramente apprezzato moltissimo.

 

D. - Un piccolo quadro della situazione della Bulgaria. Quali sono i passi per giungere al traguardo dell’Europa unita?

 

R. – Per noi, è una meta chiarissima. E per il 2007 credo che la Bulgaria avrà compiuto il suo tragitto e sarà pronta.

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TRE SECOLI DI STORIA A SERVIZIO DEI PIU’ POVERI. IN UDIENZA DAL PAPA

I RELIGIOSI SPIRITANI NELL’ANNIVERSARIO DELLA LORO FONDAZIONE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

Trecento anni, domani, di vita accanto ai poveri e a servizio della missione: un anniversario importante per la Congregazione dello Spirito Santo, fondata il 27 maggio del 1703 da Claude Poullart des Placet, giovane seminarista nativo di Rennes, da una benestante famiglia, la cui vita restò segnata dall’incon-tro con un povero scolaro, alla porta della sua scuola di teologia a Parigi, da cui scaturì un impegno costante per gli ‘ultimi’, nella sua breve vita, che si concluse prematuramente a soli 30 anni, non senza aver lasciato una eredità preziosa, che da allora è stata propagata in tutto il mondo da quasi 14 mila e 500 professi. Oggi sono circa 3 mila gli Spiritani, tra cui 29 vescovi ed oltre 2000 preti, attivi in una sessantina di Paesi, in particolare in Africa e in America Latina.

 

Nell’occasione di questa ricorrenza il Papa ha ricevuto stamane un gruppo di 30 religiosi Spiritani, ringraziando il Signore per il cammino percorso e per i doni ricevuti attraverso l’apostolato di questa Congregazione. “Celebrare un anniversario - ha osservato Giovanni Paolo II – è come passare un capo e andare avanti” e per questo - ha aggiunto - “ripeto a ciascuno di voi ‘Duc in altum’,  ‘Prendete il largo’. E il mandato per gli Spiritani è quello “di recuperare quanti il mondo tiene assoggettati o rigetta nella marginalità, i poveri, che sono l’immensa maggioranza degli abitanti in alcuni Continenti ma che abitano anche nelle nostre società più sviluppate”, ha ricordato il Santo Padre, incoraggiando gli Spiritani a non arretrare per le difficoltà, che non mancano e non mancheranno in avvenire. “Confidate – ha detto loro – nella libertà e nella forza dello Spirito che accompagna la Chiesa e la guida.”

 

 

IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LE VITTIME DELL’AEREO SPAGNOLO

 PRECIPITATO IN TURCHIA

 

Il Papa ha espresso il suo profondo dolore per la triste notizia del tragico incidente aereo avvenuto stamani in Turchia, che ha causato la morte di 62 militari spagnoli, di ritorno da una missione di pace in Afghanistan, e dell’equipaggio, gettando nel lutto le famiglie e la nobile nazione spagnola. Lo ha fatto in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, indirizzato all’ordinario militare per la Spagna, arcivescovo Manuel Estepa Llaurens. Nel messaggio, Giovanni Paolo II assicura le sue preghiere di suffragio per l’eterno riposo delle persone scomparse e invoca dal Signore consolazione e serenità spirituale per quanti piangono la perdita dei loro cari.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Proseguendo le udienze ai presuli della Conferenza Episcopale dell’India, in visita “ad Limina”, il Papa ha ricevuto stamani il cardinale Ivan Dias, arcivescovo di Bombay, con gli ausiliari, e il vescovo di Poona, mons. Valerian D’Souza.

 

Il Santo Padre ha pure ricevuto in udienza questa mattina l’arcivescovo polacco mons. Juliusz Janusz, nunzio apostolico in Ungheria.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

“Anno del Rosario – Famiglia – Pace”; “Pace nel mondo – Pace in Terra Santa”: così si apre e si caratterizza la prima pagina. Giovanni Paolo II, al Regina Coeli dell’ultima domenica di maggio, ha rilanciato due speciali intenzioni di preghiera affidate alla recita della Corona di Maria.

 

Nelle vaticane, nel discorso alla Delegazione della Chiesa ortodossa di Bulgaria, il Papa ha auspicato che nella crescita della conoscenza e della fiducia reciproca tra fratelli si concretizzi quanto prima la piena unità dei cristiani cattolici e ortodossi.

Nel discorso alla Congregazione dello Spirito Santo, il Papa ha esortato ad essere fedeli alla duplice eredità dei fondatori: l’attenzione ai poveri ed il servizio missionario.

La prefazione del vescovo di Novara al volume di Piero Gheddo “La missione continua. Mezzo secolo al servizio della Chiesa e del Terzo Mondo”.

 

Nelle pagine estere, riguardo al Medio Oriente si sottolinea che sembra aprirsi il sentiero del negoziato: Israele accetta ufficialmente l’ipotesi della nascita di uno Stato palestinese nei Territori autonomi.

Precipita un aereo in Turchia: 74 morti. Il telegramma di cordoglio del Santo Padre.

Algeria: si cercano ancora superstiti tra le macerie del terremoto; una bambina salvata dopo cinque giorni.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Danilo Mazzoleni in ricordo del compianto padre Antonio Ferrua, “memoria storica dell’archeologia cristiana”.

Una monografica dal titolo “Protagonisti e vie della comunicazione in età patristica al centro della XXXII edizione degli ‘Incontri’ dell’Augustinianum”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano le elezioni amministrative.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

26 maggio 2003

 

 

A VIENNA PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE

PER UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE NELLE CITTA’ SECOLARIZZATE: QUATTRO LE CAPITALI EUROPEE

COINVOLTE NEL PROGETTO, CHE DURERA’ FINO AL 2006

- Intervista con il cardinale Christoph Schönborn -

 

Un progetto ecclesiale illuminato per rispondere ad una crescente domanda religiosa e ricerca di senso alla propria vita, a partire dalle grandi città secolarizzate del nostro tempo. Quattro le capitali europee coinvolte nell’iniziativa, di ampio e lungo respiro, promossa dai rispettivi arcivescovi. Prima tappa di questo itinerario Vienna, in Austria, dove sabato scorso si è inaugurato,  nella cattedrale di Santo Stefano, il primo Congresso internazionale per una nuova evangelizzazione e per la missione cittadina, sul tema “Aprite le porte a Cristo!”, e che proseguirà i lavori fino a domenica prossima, 1° giugno. Altri appuntamenti in programma saranno Parigi, in Francia, nell’ottobre del 2004, quindi Lisbona, in Portogallo, nel 2005, ed infine Bruxelles, in Belgio, nel 2006. L’idea iniziale è partita dalla comunità carismatica Emmanuel, accolta con entusiasmo dai cardinali Schönborn, Lustiger, Policarpo e Dannells, ed è stata poi sviluppata con una capillare attività preparatoria in oltre 100 parrocchie, associazioni e movimenti. Ma qual è la peculiarità di questo progetto? Ascoltiamo l’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, al microfono di Carla Cotignoli.

 

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R. - L’originalità è di farlo insieme. Quattro capitali europee con il fenomeno della secolarizzazione di oggi, ma anche con ciò che vediamo, ossia che queste grandi città moderne sono di nuovo un luogo di evangelizzazione, perché si sente proprio nella città il bisogno del Vangelo e l’apertura alla ricerca di Dio, alla ricerca del senso. E la proposta del Vangelo avviene proprio qui, ed è una sorpresa ben accolta da molti.

 

D. – Quindi siamo in un tempo nuovo rispetto a qualche anno fa, quando non si voleva sentir parlare di Dio, siamo invece di fronte alla richiesta di Dio ...

 

R. – Questo è evidente. Questa domanda di Dio si indirizza anche in sensi diversi, nel senso dell’esoterismo, della ricerca delle religioni orientali, ma molti scoprono di nuovo, o per la prima volta, la novità vitale del Vangelo. Questa è la sorpresa e la gioia.

 

D. – La sfida più grande è il come porgere questa novità alla gente di oggi ...

 

R. – Una via molto semplice è di parlare della fede, di parlare con la gente. A Vienna stiamo vivendo un’esperienza sorprendente in molte parrocchie. Abbiamo avuto paura di parlare di fede con i vicini, mentre adesso facciamo l’esperienza che nelle strade, al lavoro, un po’ dappertutto, quando si parla di fede, l’apertura è più grande di quella aspettata. Poi, l’altro cammino è aprire le chiese. Nelle città europee abbiamo il tesoro di tante belle chiese con una grande storia, e poi la presenza di Cristo nel Sacramento. Lasciare aperte le chiese per invitare la sera, la notte, dove c’è molto passaggio, ad entrare in questo spazio di silenzio, di preghiera, sono esperienze sorprendenti. La chiamiamo “notte di misericordia” e facciamo anche l’esperienza di tante conversioni che si operano in questi momenti dove la Chiesa, per così dire, apre il cuore al cuore ferito di tanti di oggi.

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DOPO IL TERREMOTO, L’ALGERIA IN PIENA EMERGENZA:

LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE AL FIANCO DEL GOVERNO

- Con noi, Lorella Salvatori -

 

Si continua a scavare tra le macerie in Algeria, dopo il disastroso terremoto di mercoledì scorso. La notte scorsa, una giovane di 13 anni è stata recuperata ancora in vita. È sopravvissuta mangiando i biscotti che aveva con sé, per venderli come ogni giorno per le strade di Bordj Menaiel, ad 80 chilometri dalla capitale, dove la scossa l'ha sorpresa. Intanto, il bilancio è sempre più grave: oltre 2100 i morti, mentre per i feriti si parla di circa 9 mila persone. Tra i soccorritori c’è la Protezione civile italiana, che ha inviato sul terreno diversi funzionari. Andrea Sarubbi ha contattato ad Algeri Lorella Salvatori, che ci conferma la drammaticità della situazione attuale:

 

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R. - Mano a mano che passano le ore l’attenzione è rivolta sempre più all’assistenza della popolazione e ovviamente scema l’attenzione per la ricerca e il soccorso, in quanto questo sarebbe destinato esclusivamente a trovare purtroppo dei corpi senza vita. Non c’è più speranza di trovare persone in vita e ovviamente il governo algerino sta spostando l’attenzione alla organizzazione delle tendopoli per dare alloggio alle persone.

 

D. – Si sa già più o meno quante e quanto grandi saranno queste tendopoli?

 

R. – Si parla di 52 comuni colpiti e su ogni comune verranno realizzati dei campi. La dimensione dei campi varierà a seconda della popolazione senza tetto nei vari comuni. Quello che stiamo consigliando al governo algerino è di non fare dei campi molto grandi perché poi sarebbe difficile la gestione degli stessi.

 

D. – Sabato a caldo la gente ha contestato duramente il presidente Bouteflika, ora subentra un po’ la razionalità. Ci si sta rendendo conto della gravità della situazione?

 

R. – Mano a mano che passano le ore si rendono sempre più conto della situazione. Ci si rende conto di aver perso ovviamente gli affetti, di aver perso la casa, e nella maggior parte dei casi anche il lavoro, perché il governo algerino mette in vendita i terreni, le persone si aggregano in minicooperative, acquistano i terreni, costruiscono casa, al piano terra realizzano le attività commerciali e al piano superiore la loro abitazione. Ovviamente crollando il palazzo è crollata la loro abitazione ed è crollato anche il luogo di lavoro e quindi hanno perso anche l’attività lavorativa.

 

D. – Posso chiedere a lei personalmente che cosa sta provando lavorando fianco a fianco con le popolazioni terremotate?

 

R. – E’ una situazione molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, perché si tocca con mano la sofferenza delle persone e si condividono le loro angosce, le loro ansie anche se poi ci si rende conto che la forza per reagire deve venire esclusivamente da loro.

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DA OGGI A GINEVRA, IL TERZO FORUM DELL’ONU SULLE FORESTE:

UN BENE DA PRESERVARE E UNA RISORSA PER MILIONI DI POVERI

- Servizio di Mario Martelli -

 

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Aspetti economici della foreste, conservazione delle stesse per assicurare il bisogno presente e futuro, produttività e cura delle foreste: sono i temi discussi a Ginevra al terzo Forum delle Nazioni Unite sulle foreste, al quale partecipano fino al 6 giugno delegati ed esperti di numerosi Paesi. L’importanza di questo incontro annuale e dei suoi obiettivi vengono messi in rilievo dai dati che sono alla base dei dibattiti. Circa un quarto della popolazione mondiale dipende in varia misura per vivere dalle foreste che nell’ultimo decennio del secolo scorso si sono ridotte per un’estensione che supera i 94 milioni di ettari, estensione superiore a quella occupata dal Venezuela. Nuove foreste ed espansione naturale arrivano ad un recupero di soli 6,7 milioni di ettari all’anno. Il commercio globale dei prodotti delle foreste viene valutato a 133 milioni di dollari, di cui circa la metà solo nel commercio della carta. Poi, si calcola che circa 500 milioni di persone – in gran parte in condizione di povertà – dipendono praticamente dalle foreste e di conseguenza emerge la necessità di coinvolgere tali comunità nella gestione delle stesse, che tra l’altro incrementerebbe le loro entrate, migliorerebbe lo status delle donne e ridurrebbe le attività illegali.

 

E’ necessario, si osserva in un rapporto dell’Onu, potenziare gli strumenti economici che mirano alla protezione dell’ambiente, come la remunerazione della capacità delle foreste di assorbire il biossido di carbonio. Nell’ambito del Forum di Ginevra si afferma che informazioni trasparenti e tempestive sui prezzi internazionali dei prodotti delle foreste consentirebbero di ridurre le attività illegali ed accrescerebbero le entrate dei governi. La sotto-stima del valore economico delle loro foreste – rileva l’Onu – provoca per numerosi governi perdite annue per un totale di circa 5 miliardi di dollari, dovute a raccolte insufficienti di imposte e di redditi. Le informazioni sul mercato internazionale andrebbero anche a favore dei piccoli produttori di prodotti non derivanti dal legname.

 

Non si trascura infine il fatto che le foreste contribuiscono alla conservazione della biodiversità e del suolo, a regolare il clima, alla protezione dei bacini, a preservare valori spirituali e religiosi.

 

Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.

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IL FESTIVAL DI CANNES SI CHIUDE CON LA PALMA D’ORO AD UN FILM

 SULL’AMERICA DELLA VIOLENZA. POCO ENTUSIASMO, MOLTI DELUSI

- Servizio di Nicola Falcinella -

 

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L’americano “Elephant” di Gus Van Sant ha vinto la 56.ma edizione del Festival di Cannes: un verdetto politico ad un autore statunitense ma critico sulla politica del suo Paese, dopo le polemiche sul boicottaggio Usa contro la Francia che si è sempre opposta alla guerra in Iraq. “Elephant” è un bel film di un autore interessante e coraggioso che con questo lavoro ed il precedente “Jerry” ha cambiato stile, avvicinandosi al cinema indipendente.

 

La Giuria, presieduta da Patrice Chéreau, ha premiato una storia sulla violenza nelle scuole, girata nello stesso liceo di “Bowling for Columbine”, e tutti gli altri riconoscimenti hanno avuto anche ragioni politiche. Il turco “Uzak” (Lontano), di Nuri Bilge Ceylan, ha ottenuto il Gran Premio della Giuria, il secondo per importanza, e migliori attori ex aequo i suoi due protagonisti: la quotidianità di due giovani a Istanbul tra silenzi ed incomprensioni, in una poetica pellicola sull’attesa di emigrare. Il rapporto tra Oriente e Occidente torna nel commovente “Alle cinque del pomeriggio” dell’iraniana Samira Makhmalbaf, che ha ottenuto il Premio della Giuria dopo aver vinto quello ecumenico. La giovane regista ha fatto l’affermazione più forte della serata di premiazione: “Ho raccontato di una ragazza che vuol fare la presidente dell’Afghanistan, e tutti mi chiedono se anche io voglio fare la presidente”, ha detto la Makhmalbaf. “No, non mi interessa, se il presidente più famoso ed ammirato è George W. Bush”.

 

L’ultimo premiato è il sopravvalutato “Le invasioni barbariche” del canadese Denis Arcand: premio alla sceneggiatura e alla sconosciuta attrice Marie-Josée Croze. Completamente ignorato “Dogville” di Lars von Trier, il film più innovativo, sorprendente e forte del Festival, da tutti dato per favorito. Esclusa dai premi Nicole Kidman così come le attrici francesi Charlotte Rampling ed Emmanuelle Béart. Dimenticati pure “Mystic River” di Clint Eastwood e “Padre e figlio” di Alexander Sokurov, film molto intensi sulla società, sulla violenza e sui rapporti familiari. Senza premi anche “Il cuore altrove” di Pupi Avati, prezioso pezzo d’artigianato per il quale essere in competizione era già stato un enorme riconoscimento. L’impressione complessiva dei film di quest’anno è di un pessimismo di fondo, più o meno radicale: l’uomo è cattivo, violento, prepotente; pochi lottano per il bene e spesso soccombono.

 

Da Cannes, per la Radio Vaticana, Nicola Falcinella.

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CHIESA E SOCIETA’

26 maggio 2003

 

 

LA CONFERENZA EPISCOPALE CROATA HA PRESENTATO LA SCORSA SETTIMANA

IL SITO INTERNET DEDICATO AL PROSSIMO VIAGGIO DEL PAPA IN CROAZIA.

PER VISITARLO BASTA CLICCARE SU WWW.POPE.HR

 

ZAGABRIA. = Cliccando su www.papa.hr è possibile accedere ad un sito internet interamente dedicato alla prossima visita pastorale di Giovanni Paolo II, del 9-5 giugno, in Croazia.  Il portale è stato presentato lo scorso giovedì 22 maggio dalla locale Conferenza episcopale. Il testo è in croato, ma per chi non fosse padrone della lingua c’è anche la versione in inglese: www.pope.hr. Le pagine web offrono al navigatore numerose notizie relative all’attività della Chiesa in Croazia, il programma e l’itinerario della viaggio del Pontefice, utili indicazioni per i pellegrini e una ricca galleria fotografica. L’intero progetto multimediale è stato realizzato con la collaborazione del settimanale cattolico “Glas Koncila” e dell’agenzia di stampa cattolica Ika. Nel corso della presentazione, il segretario generale della Conferenza episcopale croata e coordinatore della visita pontificia, mons. Vjekoslav Huzjak, ha ricordato l’attenzione di Giovanni Paolo II ai mezzi di comunicazione e le sue due precedenti visite in Croazia.  “Il viaggio - ha detto mons. Huzjak - è rimarchevole e degno di nota soprattutto tenendo conto delle condizioni di salute dello stesso Papa”. (P.O.)

 

 

SI E’ SVOLTO IERI AD ADDIS ABEBA, IN ETIOPIA, IL CONCERTO LIVE AID ETIOPE

FINALIZZATO A RACCOGLIERE FONDI PER UN PAESE DURAMENTE PROVATO DALLA FAME.

RAGGIUNTA LA CIFRA DI DUE MILIONI DI DOLLARI: UNA GOCCIA NEL MARE

PER UNA SITUAZIONE CHE NECESSITA DELL’ATTENZIONE

DELL’INTERA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

 

ADDIS ABEBA.= Erano decine di migliaia ieri in piazza Ababas Meskel ad Addis Abeba, gli spettatori riunitisi per il concerto Live Aid Etiope. Si è trattato di un’iniziativa, all’interno della manifestazione “A Birr for compatriot” ( “Un Birr per i concittadini”, dove il Birr è la moneta nazionale) finalizzata a raccogliere fondi da destinare ai 14 milioni di persone che, a causa della carestia degli ultimi mesi in Etiopia soffrono la fame. Sul palco sotto il sole si sono susseguite le esibizioni dei cantanti più gettonati nel Paese, nomi del tutto sconosciuti agli occidentali: Gessesse, Mohammed Ahmad, Tamirat Molla, Teddy Afro e la cantante Rahel. Contemporaneamente al concerto la televisione statale ha organizzato una maratona analoga al nostro Telethon attraverso cui raccogliere altri soldi. Il progetto ha un’importanza notevole se si considerano le drammatiche condizioni in cui versano Etiopia ed Eritrea a causa della terribile crisi alimentare e agricola. Secondo gli esperti il quadro è persino peggiore di quello che negli anni ottanta provocò nei due paesi del corno d’Africa la morte di oltre un milione di persone. In quell’occasione fu enorme il successo dell’iniziativa internazionale “Live Aid” organizzata dal cantante irlandese Bob Geldof e che vide la partecipazione delle maggiori star di successo della musica mondiale. Il ricavato fu di circa cento milioni di dollari, cifra che fa scomparire il piccolo guadagno dello spettacolo di Addis Abeba che si aggira attorno ai due milioni di dollari, ben poco per aiutare un paese bisognoso di quasi due milioni di tonnellate di cibo per l’anno in corso. (P.O.)

 

 

NELL’ANNO DEL ROSARIO IL PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE

PUBBLICA IL SUSSIDIO “IL ROSARIO DELLA PACE”.

 

CITTA’ DEL VATICANO. = “Sollecitare e accompagnare la riflessione sulla grande necessità di cambiamento e di conversione” dalla quale dipende la realizzazione della pace nel mondo è secondo il presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace l’arcivescovo Renato Martino, l’intento del sussidio “Il Rosario della pace”. Edito in questi giorni dal dicastero vaticano nell’Anno del Rosario indetto dal Santo Padre, il piccolo volume abbina i misteri della corona mariana ai relativi passi evangelici ed ai significativi brani dei Messaggi per le Giornate mondiali della Pace. “Il Rosario – scrive mons. Martino nell’introduzione, citando il Papa – è preghiera che trasforma, perché depone in chi lo recita quel germe di bene, dal quale si possono sperare frutti di giustizia e di solidarietà nella vita personale e comunitaria”. L’illustrazione dei venti misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi è completata dalle Litanie Lauretane e si chiude con la “Preghiera a Maria, Regina della Pace”, composta dal presule. L’orazione chiede alla Madre della misericordia l’intercessione affinché sia concessa ai governanti saggezza per orientare le conquiste della scienza e della tecnica verso uno sviluppo umano rispettoso del creato, della giustizia e della pace. (M.A./P.O.)

 

 

ACCORATO APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI COLOMBO GOMIS:

“SOCCORRETE LA POPOLAZIONE DELLO SRI LANKA DURAMENTE PROVATA

DA UN MESE DI PIOGGIA TORRENZIALE”. IL PRESULE SOTTOLINEA L’EMERGENZA ACQUA E CIBO GRAVANTE SUL PAESE

 

COLOMBO. = L’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis, ha rivolto un pressante appello ai fedeli, religiosi e sacerdoti a soccorrere le popolazioni colpite dalle violente inondazioni, frane e smottamenti che hanno danneggiato in questi giorni la parte centro-meridionale dell’Isola di Sri Lanka,  dopo un mese di piogge torrenziali. Le notizie dalle zone più colpite, in particolare il distretto di Ratnapura, afferma il presule in una nota,  “sono molto tristi”, “con perdite di vite e di beni che non hanno precedenti”. “C’è bisogno di cibo e acqua potabile”, ma anche di ricostruire le case, quando l’acqua si ritira. Di qui l’appello ai sacerdoti a coinvolgere il più possibile i fedeli “in questo momento di bisogno”. All’appello stanno già rispondendo diverse parrocchie che hanno organizzato raccolte di materiali da costruzione. Intanto, la Caritas e altre agenzie cattoliche hanno stanziato 14mila dollari per fare pervenire agli alluvionati generi di prima necessità. Anche i ribelli separatisti Tamil stanno partecipando agli aiuti per le alluvioni, le più gravi in Sri Lanka da oltre 50 anni. (L.Z./P.O)

 

 

INAUGURATA A ROMA PRESSO LA BASILICA DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME

UNA MOSTRA SU GHANDI. NEL CORSO DELLA CERIMONIA

E’ INTERVENUTA LA NIPOTE DEL MAHATMA: TARA GANDHI

 

ROMA. = “Finché era in vita, Gandhi era un indiano, ora appartiene a tutto il mondo”. Sono le parole di Tara Gandhi, nipote del profeta della “non violenza”, pronunciate giorni fa nel corso dell’inaugurazione della mostra itinerante dedicata alla figura del Mahatma e allestita nel museo della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Riflettendo sui motivi che ancora oggi determinano la forza e la ricerca su Gandhi e la sua filosofia, Tara ha sottolineato come il Mahatma sia stato in grado di  comprendere e toccare la natura umana e non solo quella del suo  popolo. “Mio nonno - ha detto la donna - partiva dalla consapevolezza che la vera sfida da  vincere è dentro di noi, per riuscire a vivere nell' armonia interiore e con l'ambiente circostante”. Riflettendo sulla guerra in Iraq, Tara ha ribadito come in ogni momento di pace sia opportuno “lavorare per evitare i conflitti, per  cercare le cause della violenza, della paura, della non fiducia  e trasformarle”. “Di mio nonno- ha proseguito - ricordo soprattutto le sue vibrazioni: si vestiva come un contadino in azione, lavorava con le mani e con il pensiero per la libertà dell'India, non solo politica, ma anche dello spirito, un  risultato che ancora non e' stato raggiunto”. La mostra ripercorre la vita del Mahatma attraverso foto e documenti e resterà aperta al pubblico fino all’8 giugno. Per informazioni si può telefonare al numero 06.7014769. (P.O.)

 

 

WWW.TESTIMONIDELTEMPO.IT : E’ IL NUOVO SITO INTERNET CATTOLICO

FINALIZZATO A SEGNALARE QUELLE PERSONE CHE NELL’ANONIMATO

SI SONO DISTINTE NEL VOLONTARIATO O NELL’IMPEGNO PER IL PROSSIMO.

TRA I NOMI PIU’ SEGNALATI:

IL MAGISTRATO PIERO BORSELLINO E IL MEDICO CARLO URBANI

 

ROMA. = Il multiforme mondo del web può contare di un nuovo sito cattolico: www.testimonideltempo.it. Si tratta di un lavoro interamente dedicato a quelle persone che attraverso il volontariato, l’onestà del loro vivere civilmente e la passione nel portare avanti i propri ideali si sono segnalate appunto come “testimoni dei nostri giorni”. Un’iniziativa controcorrente, se pensiamo che ogni giorno ciò che fa notizia non sono tanto le buone azioni quanto i fatti di violenza, guerra e morte. L’iniziativa si inserisce nel Progetto Culturale della Chiesa cattolica italiana e, a disposizione degli utenti già da qualche giorno, ha riscosso un immediato successo. Tra i testimoni più segnalati figurano i nomi del missionario laico Macello Candia, dei coniugi Piero e Lucile Corti, del magistrato Piero Borsellino e non ultimo quello del medico Carlo Urbani, morto lo scorso 29 marzo a Bangkok per Sars, mentre aiutava le popolazioni piu' povere. “Nonostante l'orizzonte tetro sotto il quale si e' aperto il nuovo millennio, straordinariamente numerose – spiegano i promotori del sito - sono le persone impegnate nella solidarietà, nello sforzo di rendere testimonianza al Vangelo con le opere più che con le parole. Solo di rado l'eco delle gesta di questi operatori di pace e del Vangelo giunge a conoscenza del grande pubblico. Gli antichi dicevano che il bene tende a farsi conoscere: noi vogliamo metterci al servizio di questa conoscenza”. (P.O.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

26 maggio 2003

 

 

- A cura di Giancarlo La Vella e Stefano Cavallo -

 

Il governo israeliano ha approvato ieri la Road Map, il piano di pace internazionale che prevede la creazione di uno Stato palestinese. Sul voto, l’esecutivo si è spaccato: 12 ministri hanno votato a favore, 7 i contrari, 4 gli astenuti. Una eventuale crisi del governo israeliano dilaterebbe i tempi del dialogo. Comunque, il “sì” del governo israeliano ha destato positive reazioni nei Paesi impegnati a riavviare i colloqui tra israeliani e palestinesi. Soddisfazione è stata espressa da Francia, Germania e Gran Bretagna, ma soprattutto dagli Stati Uniti, come ci riferisce Paolo Mastrolilli:

 

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“E’ un importante passo avanti”, così il portavoce della Casa Bianca, Adam Levine, ha commentato la decisione del governo israeliano di accettare la Road Map per la pace con i palestinesi, presentata dal governo americano. La Casa Bianca ha dimostrato nei fatti la sua soddisfazione e già ieri ha inviato una missione in Egitto e Giordania, allo scopo di preparare il terreno per il vertice tra Bush, il premier israeliano Sharon e quello palestinese Abu Mazen, alla fine degli incontri del G8 in Francia. Il luogo più probabile per l’appuntamento è la località egiziana di Sharm el Sheik, sul Mar Rosso, o Aqaba, in Giordania. Anche il dipartimento di Stato, per bocca della portavoce Tara Rigler, ha fatto sentire la sua soddisfazione. Parlando con la Radio Vaticana, però, l’ex mediatore americano, Dennis Ross, ha detto che il problema principale da risolvere è costituito proprio dai dettagli della mappa, perché Sharon l’ha accettata solo in cambio dell’assicurazione che Bush avrebbe considerato le sue obiezioni.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Prende forma la prima Costituzione dell’Unione Europea. La bozza globale del documento, licenziata oggi dalla Convenzione, organismo che lavora al testo, guidato da Giscard d’Estaing, sarà discussa venerdì e sabato prossimo a Bruxelles. Essa prevede la figura di un presidente del Consiglio europeo a tempo pieno; introduce, poi, un sistema di presidenze a rotazione per almeno un anno per i vari Consigli dei ministri, ad eccezione di quello degli esteri, che sarà presieduto da un nuovo ministro dell’Unione. Sulla realtà delle Chiese, l’Unione rispetterà lo status di cui beneficiano, in virtù del diritti nazionali, le chiese, le associazioni o le comunità religiose e che, in riconoscimento della loro identità e del loro contributo specifico, vi sarà un dialogo aperto, trasparente e regolare.

 

Il Giappone è stato oggi colpito da un forte terremoto attorno al nono grado della Scala Mercalli, alle 14.24 ora locale, le 10.24 italiane. Il sisma ha interessato la zona settentrionale dell’arcipelago nipponico, dove ancora continuano scosse d’assestamento, ed è stato avvertito anche a Tokyo. Bloccate le linee ferroviarie e le autostrade per le prefetture di Miyagi e Iwate. Interrotte anche le linee telefoniche, l’erogazione dell’acqua e dell’elettricità.

 

Con il discorso di ieri davanti al Parlamento di Buenos Aires, il peronista Nestor Kirchner ha iniziato ufficialmente il proprio mandato di presidente dell’Argentina. Il nuovo capo dello Stato – il sesto negli ultimi 18 mesi per il travagliato Paese latinoamericano – ha insistito sul rinnovamento e sulla valorizzazione dell’etica nell’azione di governo. Da Buenos Aires, Maurizio Salvi:

 

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Il presidente Kirchner ha chiarito di essere intenzionato ad aprire una nuova era in Argentina, chiudendo con un passato di corruzione, violenza e dolore. Parlando davanti a 13 capi di Stato latino-americani, fra cui il cubano Castro, il brasiliano Lula da Silva e Chavez del Venezuela, ha ricordato che già si sa dove non si vuole ritornare: cioè all’Argentina del privilegio di pochi e dell’ingiustizia per molti. Kirchner ha quindi indicato di volere un cambiamento morale e culturale e ha insistito sul concetto di cambiamento, anche quando ha affrontato le questioni economiche e sostenuto, in chiave neo-keinesiana, che è necessario creare, con l’appoggio dello Stato, un nuovo capitalismo nazionale. In politica internazionale l’Argentina sarà aperta al mondo, ma si concentrerà sul Mercosur, il mercato comune sudamericano, pur mantenendo relazioni ampie, serie e mature con Stati Uniti e Paesi dell’Unione Europea.

 

Da Buenos Aires, Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Alle elezioni amministrative di ieri in Spagna, per il rinnovo degli 8.111 comuni del Paese e di 13 delle 17 regioni, i risultati indicano una netta ripresa del Partito socialista che per la prima volta, supera in termini numerici il Partito Popolare del premier Aznar e conquista alcuni importanti municipi e governi regionali. Ma i popolari tengono e, anzi, riescono a conservare il sindaco di Madrid, smentendo chi li dava fortemente in calo anche a causa di alcune scelte del governo Aznar, come la contestata alleanza con Stati Uniti e Gran Bretagna nella guerra all’Iraq o il disastro ecologico in Galizia causato dalla petroliera Prestige. Ma per un commento sul voto spagnolo, abbiamo raggiunto a Madrid il corrispondente del Messaggero, Josto Maffeo:

 

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La prima fotografia che si può fare di questa giornata elettorale è che non è accaduto esattamente ciò che si aspettava o, quanto meno, ciò che avevano intravisto molti analisti. Aznar ha ricevuto indubbiamente una penalizzazione, ma non nelle dimensioni prospettate dalle sinistre, che hanno ottenuto un’avanzata rispetto a quelli che erano i risultati di precedenti consultazioni simili. In ogni caso c’è un dato di fatto: per la prima volta negli ultimi dieci anni pare che il partito socialista, la grande opposizione, ritorni ad essere il partito numericamente più votato del Paese. C’è forse la novità madrilena, quella che veniva chiamata la “battaglia di Madrid”, dove probabilmente il partito popolare mantiene la maggioranza relativa, ma perde la governabilità della regione autonoma della capitale. Prima c’era sintonia tra comune di Madrid e regione autonoma, ambedue in mano al partito popolare, adesso dovranno dialogare popolari, al comune con socialisti e Izquierda unida, la sinistra unita, alla regione autonoma.

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Consultazioni legislative ieri in Armenia. Secondo i primi risultati parziali, i partiti fedeli al presidente, Robert Kotcharian, avrebbero ottenuto la maggioranza dei seggi al Parlamento. Il maggiore partito di opposizione, il blocco Giustizia – dato in ascesa alla vigilia – avrebbe riportato il 10,9 per cento delle preferenze.

 

Per le votazioni amministrative italiane urne ancora aperte stamani. Alla chiusura dei seggi di ieri sera alle 22, aveva votato il 49,7% degli aventi diritto. Oggi gli scrutini, dopo la conclusione delle consultazioni, alle ore 15.00. Rispetto allo scorso anno si è registrata un flessone dell’affluenza alle urne. I dati del Ministero degli Interni indicano che, per il rinnovo dei quasi 500 Comuni, ha votato finora il 59,2% degli aventi diritto, mentre per decidere la composizione delle 12 amministrazioni provinciali l’affluenza è stata del 46,4%.

 

Passiamo in Turchia, dove una bomba è esplosa questa notte nel parcheggio della Corte di sicurezza dello Stato di Istanbul, ferendo due poliziotti di guardia all’edificio. L'ordigno era nascosto in uno zainetto abbandonato. E fonti della televisione nazionale riportano anche la notizia dell’incidente aereo avvenuto questa mattina sul Mar Nero, nei pressi della piccola città turca di Macka. Uno Yak 42 ucraino, con 13 persone di equipaggio, stava riportando a Saragozza 62 esponenti spagnoli impegnati nella missione di peacekeeping Isaf in Afghanistan, per conto dell’Onu, quando si è schiantato a terra, a circa 35 chilometri dalla zona prevista per l’atterraggio: la città di Trabzon. Sono stati sinora rinvenuti 30 corpi senza vita.

  

Situazione Sars, la polmonite atipica. Mentre in Cina si abbassa il numero delle infezioni, con 8 nuovi casi di contagio e 2 decessi, altre 3 persone sono morte in Canada. Poste in quarantena 820 persone dalle autorità sanitarie del Paese nordamericano. E si teme il rischio che Ottawa torni nella lista dei Paesi a rischio di Sars. A Taiwan altre 12 persone sono morte per il virus e sono stati registrati altri 15 nuovi casi. Ad Hong Kong una persona è morta e un nuovo contagio è stato rilevato. Sono 183 i pazienti ricoverati negli ospedali, mentre 1.276 sono stati dimessi. Intanto a Singapore sono iniziate nel fine settimana le trasmissioni del primo canale dedicato interamente alla Sars. Diffonderà, per 12 ore al giorno, unicamente programmi di informazione e notizie sull'epidemia.

 

 

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