RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 142 - Testo della Trasmissione di giovedì 22 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Difendere la vita, per difendere la pace: così, stamani, il Papa nel discorso ai membri del Movimento per la Vita, ricevuti in Vaticano nel suo 25.mo anniversario dalla fondazione.

 

L’amicizia tra cattolici ed ebrei, sottolineata da Giovanni Paolo II nell’udienza ad una delegazione del Congresso ebraico mondiale e del comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose.

 

Profondo cordoglio del Santo Padre per le vittime del tremendo terremoto in Algeria.

 

L’attenzione della Santa Sede per il futuro dell’Europa, ribadita dal Papa in un messaggio per il convegno su Cristianesimo e cultura europea, in corso a Graz.

 

Tutelare l’infanzia e la famiglia: è l’esortazione dell’arcivescovo Barragan alla 56.ma Assemblea annuale dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Con un premio internazionale che esalta il coraggio femminile, Cascia celebra oggi Santa  Rita. Ai nostri microfoni, Maria Negretto insignita del riconoscimento per la sua opera missionaria in Africa.

 

L’evangelizzazione al tempo di Internet: i Salesiani inaugurano il nuovo sito web. Con noi, don Renato Butera, direttore dell’Agenzia notizie salesiane.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Bolivia in 6 mesi sono morte 62 persone a causa dei conflitti sociali che sono sorti con l’entrata in carica, il 6 agosto 2002, dell’attuale presidente Gonzalo Sànchez de Lozada.

 

Approvata ieri a Ginevra la prima convenzione internazionale anti-tabacco.

 

Si celebra oggi in tutto il mondo la giornata dell’Onu per la biodiversità.

 

“L’America, il suo passato e il suo posto nel mondo, sotto la lente d’ingrandimento”: questo il tema della giornata al Festival di Cannes.

 

“Il medico di fronte alla sofferenza: la cura, la preghiera”: questo il tema del primo Convegno nazionale dell’Associazione medici omeopati d’ispirazione cristiana in programma per sabato prossimo a Roma.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Devastante terremoto in Algeria: più di 640 i morti.

 

L’America va avanti nella lotta al terrorismo, mentre Al Qaeda lancia nuove minacce di attentati.

 

Medio Oriente: un ragazzo palestinese di 12 anni l’ultima vittima della violenza nei territori.

 

Situazione critica a Taiwan per la diffusione della Sars.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 maggio 2003

 

 

DIFENDERE LA VITA NON NATA SIGNIFICA DIFENDERE LA PACE.

LO HA DETTO IL PAPA AL MOVIMENTO PER LA VITA CHE CELEBRA I 25 ANNI DALLA NASCITA.

APPELLO DEL PONTEFICE ALLE DONNE PER UN “NUOVO FEMMINISMO” A TUTELA DELLA VITA UMANA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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“Se accettiamo che una madre possa sopprimere il frutto del suo seno, che cosa ci resta? L'aborto è il principio che mette in pericolo la pace nel mondo”. La frase, pronunciata da Madre Teresa di Calcutta nel giorno in cui venne insignita del Premio Nobel, è stata ricordata questa mattina da Giovanni Paolo II, che ha ricevuto in udienza un gruppo di 150 rappresentanti del Movimento per la Vita, in occasione del suo 25.mo di fondazione.

 

“La vostra Associazione da 25 anni - da quando, cioè, il 22 maggio del 1978 venne legalizzato l'aborto in Italia - non ha mai smesso di operare a difesa della vita umana, uno dei valori cardini della civiltà dell'amore”.

 

In quest’ottica, l’affermazione di Madre Teresa, considerata il presidente spirituale dall’organismo guidato da Carlo Casini, è stata pienamente condivisa dal Papa. “E’ vero. Non può esserci pace autentica - ha detto - senza rispetto della vita, specie se innocente e indifesa qual é quella dei bambini non ancora nati. Un'elementare coerenza - ha proseguito il Papa - esige che chi cerca la pace difenda la vita. Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la vita in ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale tramonto”.

 

Purtroppo, nuove e “ricorrenti” insidie “minacciano la vita nascente”, ha rilevato Giovanni Paolo II. A partire da chi, pur desiderando di avere un figlio, spinge talvolta la propria coscienza “a superare frontiere invalicabili”: “Embrioni generati in soprannumero, selezionati, congelati – ha osservato il Pontefice - vengono sottoposti a sperimentazione distruttiva e destinati alla morte con decisione premeditata”. Un aspetto della moderna ingegneria genetica che solleva molti interrogativi etici e che ha spinto il Movimento per la Vita a chiedere al Parlamento italiano una “norma rispettosa, il più concretamente possibile, dei diritti del bambino non ancora nato, anche se concepito - ha puntualizzato il Papa - con metodiche artificiali di per sé moralmente inaccettabili”. Auspicando una rapida conclusione di questo iter legislativo, il Pontefice ha concluso con una esortazione ai membri del Movimento e un accorato appello ad ogni donna:

 

“Non scoraggiatevi e non stancatevi, carissimi fratelli e sorelle, di proclamare e testimoniare il vangelo della vita; siate al fianco delle famiglie e delle madri in difficoltà. Specialmente a voi, donne, rinnovo l’invito a difendere l'alleanza tra la donna e la vita, e di farvi "promotrici di un ‘nuovo femminismo’ che, senza cadere nella tentazione di rincorrere modelli ‘maschilisti’, sappia riconoscere ed esprimere il vero genio femminile in tutte le manifestazioni della convivenza civile”.

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L’AMICIZIA CHE LEGA CATTOLICI ED EBREI

SOTTOLINEATA ANCORA UNA VOLTA DAL PAPA

RICEVENDO STAMANE UNA DELEGAZIONE DEL CONGRESSO EBRAICO MONDIALE

E DEL COMITATO INTERNAZIONALE EBRAICO PER LE CONSULTAZIONI INTERRELIGIOSE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Anche se il mondo di oggi è spesso marcato da violenza, repressione e sfruttamento, queste realtà non rappresentano l’ultima parola per il nostro umano destino”. Così il Papa accogliendo calorosamente i 15 rappresentanti del mondo ebraico, un’occasione per ricordare i legami di amicizia che si sono sviluppati sin dal Concilio Vaticano II, da cui è scaturito la Dichiarazione Nostra Aetate e che ha “posto le relazioni tra Cattolici ed Ebrei su una nuova e positiva base”.

 

“Alla luce della comune eredità religiosa che condividiamo – ha detto il Santo Padre – dobbiamo considerare il presente come una un’opportunità che ci sfida per unire i nostri sforzi di pace e giustizia nel nostro mondo. La difesa della dignità di ogni essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è una causa che deve impegnare tutti i credenti. Questa sorta di cooperazione pratica tra Cristiani ed Ebrei - ha sottolineato Giovanni Paolo II - richiede coraggio e sagacia, come pure la fede in Dio che fa emergere il bene dai nostri sforzi” .

 

Prima del commiato il Papa ha incoraggiato i suoi ospiti  per il loro impegno in favore dei bambini che soffrono in Argentina, a causa della grave crisi economica.

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TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL PAPA PER

LE VITTIME DEL TERREMOTO IN ALGERIA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Profondo cordoglio viene espresso dal Papa per le vittime del tremendo terremoto, che nella notte ha scosso violentemente l’Algeria, provocando centinaia di morti. In un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, indirizzato al nunzio apostolico in Algeria, mons. Augustine Kasujja, Giovanni Paolo II assicura le sue preghiere, affinché le vittime di questa tragedia siano accolte dall’Onnipotente nella sua misericordia. Il Pontefice, prosegue il telegramma, prega per i numerosi feriti e per i soccorritori, che sono ancora impegnati in operazioni di salvataggio. Auspica, inoltre, che le famiglie “afflitte da questo dramma”, trovino “il conforto di cui hanno bisogno”, soprattutto “nell’espressione della solidarietà”.

 

Il Santo Padre presenta, infine, le sue più vive condoglianze al Capo dello Stato, al governo e alle famiglie delle vittime assicurando a tutto il popolo algerino la sua vicinanza in questa nuova e difficile prova.

 

 

ALTRE UDIENZE DI OGGI. NOMINA DI CURIA

E PROVVISTE DI CHIESE IN BELGIO E IN FRANCIA

 

Il Papa ha ricevuto stamani quattro presuli della Conferenza episcopale dell’India, provenienti dalla regione di Imphal, nello Stato nord orientale di Manipur, in visita “ad Limina Apostolorum”.

 

Il Santo Padre ha inoltre ricevuto in udienza il cardinale Jean Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi.

 

Giovanni Paolo II ha nominato membro della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” l’arcivescovo Luigi De Magistris, pro penitenziere maggiore. La Commissione fu  istituita dallo stesso Pontefice nel 1988, con il compito di collaborare  con i vescovi, con i dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose in vario modo legati alla Fraternità fondata da mons. Marcel Lefèbvre, che desiderano rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa cattolica.

 

Il Pontefice ha nominato vescovo di Tournai, in Belgio, il sacerdote 55enne Guy Harpigny, del clero diocesano, finora decano principale di Mons e parroco in diverse parrocchie.

 

In Francia, il Papa ha nominato ausiliare  di Montpellier il sacerdote Claude Joseph Azema, 59enne, del clero arcidiocesano, finora vicario generale, elevandolo alla dignità vescovile.

 

 

L’ATTENZIONE DELLA SANTA SEDE AL PROCESSO D’INTEGRAZIONE EUROPEA

RIBADITA DAL PAPA NEL MESSAGGIO AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO DI GRAZ,

IN AUSTRIA, SUL TEMA “CRISTIANESIMO E CULTURA IN EUROPA

ALL’INIZIO DI UN NUOVO MILLENNIO”

- A cura di Giovanni Peduto -

 

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Si tiene da ieri fino a sabato prossimo per l’appunto a Graz, in Austria, questo “Incontro continentale europeo per i membri e consultori del Pontificio Consiglio della cultura e per i vescovi responsabili della pastorale della cultura di tutti i Paesi d’Europa”, organizzato dal Pontificio Consiglio della cultura, grazie all’ospitalità di mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz-Seckau. La città di Graz è da secoli un luogo di non poca importanza politica e culturale ed è in quest’anno 2003 “capitale culturale d’Europa”.

 

Questa importante riunione si concluderà con una tavola rotonda semipubblica alla quale parteciperanno professori e studenti delle Università di Graz, per riflettere insieme su “I segni di speranza nella cultura contemporanea”, affrontando questioni importanti come secolarizzazione e pluralismo, tecnica e bioetica, arte e mass media.

 

Nel messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, il Pontefice afferma che la Santa Sede si riconosce legata, fin dall’inizio, al processo d’integrazione europea in base ai valori della fede cristiana che uniscono le nazioni. Gli sforzi per l’allargamento dell’Unione Europea si sono concretizzati con successo, di recente, nelle trattative di ammissione di dieci Paesi aspiranti all’accesso all’Ue, tra i quali Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria. Questo può essere considerato come un nuovo passo sulla via di una stabilizzazione del continente.

 

“Il cristianesimo – prosegue il messaggio del Papa – ha caratterizzato la cultura in Europa in modo uniforme, e ciò continua a fare anche oggi. L’Europa non è soltanto una comunità economica, ma anche una comunità di valori culturali e spirituali, e come tale destinata a crescere. I cristiani cattolici si fanno carico e animano, in Europa, nonostante ogni processo di secolarizzazione, gran parte della società civile. Perciò, una nuova Europa, unificata, non può essere costruita senza o addirittura contro i cristiani e le loro convinzioni radicate nella fede. Adesso, come già in passato, la Chiesa e i suoi fedeli dispongono in Europa di grandi risorse di cultura, spiritualità e solidarietà, che volentieri vogliono mettere continuamente al servizio di una società degna dell’uomo su questo continente.

 

Il simposio di Graz si articola intorno a quattro temi principali: promuovere l’incontro tra il messaggio salvifico del Vangelo e le culture del nostro tempo, spesso segnate dalla non credenza e dall’indifferenza religiosa; cristianesimo e cultura in Europa, Novo millennio ineunte; nuova evangelizzazione, cultura e costruzione dell’Europa; trasmettere la fede in Europa, nel cuore delle culture.

 

Vi partecipano una sessantina di cardinali e vescovi, nonché sacerdoti delegati dalle Conferenze episcopali, provenienti da più di 30 Paesi: dalla Bulgaria alla Spagna, dalla Scandinavia a Cipro. Presiede i lavori il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, mentre padre Bernard Ardura, segretario del medesimo dicastero, ne fa il moderatore.

 

L’intenso programma viene completato da una squisita cornice culturale, con una visita guidata alla mostra Himmelschwer e la prima assoluta della composizione In Principio di Arvo Pärt. Non  mancano gli incontri con la Chiesa locale, con solenni Vespri in Duomo e con le massime autorità civili della Regione Stiria.

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SI’ ALLE TUTELE PER L’INFANZIA E PER LA FAMIGLIA PROPOSTE DALL’OMS,

CONTRO I DRAMMI E LE POVERTA’ CHE MINACCIANO MILIONI DI PERSONE NEL MONDO,

DA GINEVRA L’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO BARRAGAN ALLA 56.MA ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ORGANISMO DELL’ONU

- A cura di Mario Martelli -

 

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Un triste elenco del numero dei bambini vittime dei conflitti armati, delle mine anti-uomo, dell’Aids e della povertà è stato esposto a Ginevra dal presidente del  Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, l’arcivescovo Javier Lozano Barragan. Parlando alla 56.ma Assemblea annuale dell’Organizzazione mondiale della sanità, il presule ha ricordato che solo nell’ultimo decennio più di 10 milioni di bambini sono rimasti uccisi in conflitti armati, sei milioni sono rimasti invalidi, decine di migliaia sono stati mutilati dalle mine anti-uomo. Solo l’anno scorso sono stati reclutati come soldati oltre 300 mila bambini, e più di 4 milioni 300 mila sono morti negli ultimi tempi a causa dell’Aids - malattia dalla quale si calcola vengano colpiti ogni giorno circa 7 mila bambini – mentre a causa della stessa sono rimasti orfani più di 14 milioni.

 

Ma è anche la povertà a dare contributo all’allungarsi di questa drammatica lista: un miliardo e 200 milioni di persone devono sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. Una statistica tragica alla quale si può aggiungere la malnutrizione, la mancanza di acqua potabile per il 50 per cento della popolazione africana che vive nella zona del sub-Sahara, e il fatto che nel mondo sono 250 milioni i bambini con meno di 15 anni costretti a lavorare, inclusi tra 50 e 60 milioni in condizioni pericolose.

 

I dati dell’Organizzazione mondiale del lavoro confermano – ha precisato – che 120 milioni di bambini e bambine di età tra i 5 e i 14 anni lavorano a tempo pieno, spesso per sei o sette giorni alla settimana, e spesso in locali malsani e sorvegliati per evitare fughe. Mons. Lozano Barragan ha anche sottolineato il ruolo diseducativo ed immorale di certi programmi della televisione, di internet, dei nuovi strumenti forniti dalla tecnologia moderna, mentre numerose famiglie hanno rinunciato al loro dovere di educare i figli privandoli – spesso a causa del lavoro di entrambi i genitori – di quell’amore, comunicazione personale, formazione della coscienza morale e privandoli dell’insegnamento a distinguere il bene dal male, senza contare le pesanti conseguenze della separazione delle coppie.

 

Il presidente del Pontificio Consiglio ha concluso esprimendo parere favorevole alle norme che l’Oms si appresta a discutere ed approvare per la protezione dell’infanzia e delle famiglie.

 

Da Ginevra, Mario Martelli per la Radio Vaticana.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con la notizia del violentissimo terremoto in Algeria, che ha seminato lutti e distruzione.

Il telegramma di cordoglio del Santo Padre.

Sempre in prima, il vibrante invito formulato dal Papa nel discorso al Movimento per la Vita Italiano: "Chi cerca la pace difenda la vita".

 

Nelle vaticane, nel saluto alla Delegazione del "World Jewish Congress", Giovanni Paolo II ha sottolineato che il nostro retaggio ed il nostro futuro comuni ci esortano ad agire insieme nel presente.

Il testo della preghiera che padre Pasquale Borgomeo compose nel giorno dell'ordinazione sacerdotale, di cui, quest'anno, ricorre il quarantesimo anniversario.

Due articoli dedicati alla chiesa di San Marcello al Corso; l'intensa devozione all'antico Crocifisso in essa custodito.

Due pagine con articoli che illustrano le diverse iniziative pastorali promosse nelle diocesi italiane.

 

Nelle pagine estere, Iraq: l'Onu verso la revoca delle sanzioni.

Terrorismo: nuove minacce di "Al Qaeda" che annuncia un'ondata di stragi contro gli Usa.

Medio Oriente: Abu Mazen auspica la fine dell'Intifada.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Umberto Santarelli dal titolo "Aspetti giuridici della globalizzazione": un dibattito d'attualità.

 

Nelle pagine italiane, il rapporto dell'Istat sulla situazione del Paese.

I temi della giustizia e dell'immigrazione.

                              

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 maggio 2003

 

 

LA CHIESA RICORDA OGGI SANTA RITA

CHE HA VISSUTO IN MANIERA ESEMPLARE TUTTE LE DIMENSIONI DELLA FEMMINILITÀ.

A CASCIA CELEBRAZIONI E UN PREMIO INTERNAZIONALE A TRE DONNE

CHE HANNO INCARNATO I VALORI DA LEI VISSUTI

 

- Servizio di Tiziana Campisi -

 

La Chiesa ricorda oggi Santa Rita da Cascia, moglie, madre e poi religiosa agostiniana, nota come santa dei casi impossibili. Nella cittadina umbra, da una settimana, migliaia di pellegrini visitano la basilica dove è custodito il corpo incorrotto delle taumaturga e depongono rose, i fiori che la simboleggiano, nella cappella a lei dedicata. Diverse le celebrazioni nei santuari e nelle parrocchie di tutto il mondo, dove la monaca è venerata. A Cascia sfilerà un corteo storico che ne ricorda la vita e tre donne saranno premiate con un riconoscimento internazionale per avere ricalcato, con la loro vita, le esperienze di Santa Rita. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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Una donna forte, umile e risoluta santa Rita da Cascia. Una personalità in cui si specchiano differenti vocazioni. Vissuta tra il XIV e il XV secolo, appena quindicenne, sposò un giovane nobile per volere dei genitori. Nel clima delle controversie politiche dei casati dell’epoca, l’assassinio del marito la indusse al perdono e chiese a Dio una morte naturale per i figli anziché vederli macchiati di sangue per vendetta. A lei si deve la pacificazione tra famiglie in contrasto nell’Umbria di quegli anni. Monaca per quarant’anni fu esempio di docile creatura che si conformò alla volontà di Dio pregando e facendo penitenza. Oggi, per ricordarne la vita esemplare, viene conferito a tre donne un riconoscimento internazionale. Suor Imelde, religiosa del monastero di clausura di Cascia, ce ne spiega il significato.

 

“Il riconoscimento di santa Rita evidenzia sempre come la donna, che ha saputo incarnare l’ideale di Rita nella vita quotidiana, ha sempre come humus, una volta di riferimento al Cristo”.

 

Quest’anno sono state premiate per la sua infaticabile fede e operosità nella vita quotidiana come donna, moglie e madre Maria Abigail Costa Amorin Guimaraes impegnata in diverse associazioni religiose, Zaira Spreafico per essersi dedicata alle disabilità infantili e Maria Negretto che da 34 anni vive in Africa, promotrice di campagne di educazione sanitaria e di svariate iniziative umanitarie. Ai nostri microfoni la sua storia.

 

R. – Avendo saputo che in Africa c’è gente che muore perché non c’è chi li cura, o non ci sono i mezzi, ho preferito andare a servire quelli che sono più poveri. Ho piantato il mio lavoro e sono andata a fare un servizio in Camerun dove la lebbra era parecchio diffusa.

 

D. – Che cosa le ha insegnato l’Africa?

 

R. – L’Africa mi ha insegnato a ringraziare il Signore della vita, la vita come dono di Dio e ogni giorno ad apprezzare la natura. A vivere le bellezze del creato e a vivere in contatto con l’altro.

 

D. – Quali sono le difficoltà più grandi che ha dovuto affrontare in Africa?

 

R. – Non ho avuto grandi difficoltà. Ho fatto tantissime opere con il Signore. Adesso, come mio ultimo progetto vorrei aprire una radio privata cattolica in Camerun. Sto cercando chi mi può aiutare per impiantarla.

 

D. – Come vede la sua vita? Si ritiene felice?

 

R. – Ho sofferto molto da giovane, perché ho avuto difficoltà a vedere cosa potevo fare della mia vita. Fino a 22 anni ho ascoltato il buon Dio, che cosa poteva volere da me. Sono sempre stata indecisa. In questa indecisione ho sofferto parecchio, però il Signore mi ha dato la grazia di essere chiamata nell’Istituto della Famiglia paolina di don Alberione. A 22 anni sono entrata nell’Istituto secolare di Maria Santissima Annunziata e mi sono consacrata al Signore. Poi è saltata fuori questa tendenza a dare il mio aiuto a chi ne ha bisogno. La consacrazione è una scelta che si fa non rinunciando a qualcosa, ma abbracciando qualcosa di più. Io sono una donna e mi sento donna, però ho abbracciato qualcosa che è più del corpo e della natura della donna. Ho abbracciato un amore che è infinito, un amore che mi riempie il cuore.

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L’EVANGELIZZAZIONE AL TEMPO DI INTERNET,

I SALESIANI INAUGURANO IL LORO NUOVO SITO WEB MONDIALE

 

- Intervista con don Renato Butera -

 

Uno strumento straordinario per far conoscere nel mondo l’opera di Don Bosco: si inaugura sabato prossimo il nuovo sito web dei salesiani. Già presente in Internet dal 1994, la Famiglia Salesiana ha aperto un vero e proprio portale nel luglio del 2000, che ad oggi ha registrato quasi 500 mila contatti. Un successo, che ha spinto i figli di Don Bosco a rinnovare il loro sito. Ma quali sono le novità che il navigatore incontrerà digitando l’indirizzo web www.sdb.org? Alessandro Gisotti lo ha chiesto a don Renato Butera, direttore dell’Ans, Agenzia Internazionale di Notizie Salesiane.

 

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R. – Intanto, c’è un grandissimo rinnovamento grafico e poi i servizi che vengono proposti. Innanzitutto, il sito si presenterà subito come sito internazionale, che offrirà al navigatore i testi nella propria lingua già dal primo clic, sempre con l’obiettivo di offrire servizi a quanti vogliono imbattersi nel mondo salesiano.

 

D. – Quali sono le ragioni, gli obiettivi di questa iniziativa editoriale?

 

R. – Senz’altro far conoscere sempre di più l’opera dei figli di Don Bosco oggi, con uno degli strumenti che senz’altro ti immette nella realtà, seppur virtuale, delle persone del mondo, che vogliono venire a contato con don Bosco e l’opera dei suoi figli. Un altro intento è quello di creare comunione all’interno della famiglia salesiana, far conoscere questo movimento spirituale della Famiglia salesiana di Don Bosco a quanti lo hanno conosciuto perché ex-allievi, fruitori dei servizi e delle iniziative delle opere salesiane. Ma anche a quanti non conoscono bene Don Bosco e il suo stile educativo.

 

D. – In che modo questo lavoro nel web traduce gli orientamenti della Chiesa?

 

R. – Credo che senz’altro sulla scia del Magistero ecclesiale, soprattutto della Novo millennio ineunte la modalità di Internet ci dà la possibilità di avere un mezzo per prendere il largo nell’oceano del nuovo secolo e, senz’altro, al servizio della Chiesa, in particolare con la specificità di educatori ed evangelizzatori.

 

D. – Nella vostra esperienza l’irrompere di Internet come e quanto ha cambiato il modo di fare comunicazione sociale?

 

R. - Ogni Casa, ogni Opera ha trovano nello strumento Internet un modo di collegarsi, di stare in Rete, di offrire e di attingere informazione per dare formazione, per cui riteniamo importantissimo questo mezzo e sappiamo per certo, proprio dal censimento dei siti salesiani, che sono tantissimi quelli che usano in maniera proficua questo strumento.

 

D. – Quali sono le sfide dell’evangelizzazione al tempo di Internet?

 

R. – Credo che la Chiesa ha sempre saputo cogliere il valore dello strumento che l’attualità del momento offriva per l’evangelizzazione, per far conoscere Cristo. Adesso Internet ci dà la possibilità di essere evangelizzatori attuali del Vangelo di Cristo con uno strumento rapidissimo, che può raggiungere tantissime persone e che più di altri strumenti di massa può dare l’opportunità di creare un aggancio personale con la persona. Sta a noi essere creativi, riuscire a trovare in questa fantasia di Dio, che è stata trasmessa all’uomo, per creare agganci di fascino per la conoscenza di Cristo.

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CHIESA E SOCIETA’

22 maggio 2003

 

 

SONO 62 LE PERSONE MORTE PER GLI SCONTRI SOCIALI IN BOLIVIA,

DALL’ELEZIONE AD AGOSTO DEL PRESIDENTE SANCHEZ DE LOZADA. ADALBERTO ROJAS,

DI UN’ASSOCIAZIONE UMANITARIA BOLIVIANA, DENUNCIA LA GESTIONE GOVERNATIVA: “LE VIOLAZIONI SONO AUMENTATE”

 

LA PAZ. = In Bolivia in sei mesi sono morte 62 persone a causa dei conflitti sociali che sono sorti con l’entrata in carica, il 6 agosto 2002, dell’attuale presidente Gonzalo Sànchez de Lozada. Secondo il presidente dell’Assemblea permanente dei diritti umani di Santa Cruz, Adalberto Rojas, questi dati costituiscono “una prova irrefutabile che le violazioni sono aumentate con l’aggravante che i responsabili sono rimasti impuniti”. Dopo i violenti avvenimenti del ‘febbraio nero’ in seguito all’annuncio dell’adozione di nuove misure fiscali, e cioè l’insurrezione delle polizia di La Paz che ha portò nel 2002 alla morte di 33 persone e ad un bilancio di 200 feriti, gli osservatori dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) stesero un rapporto in cui le forze dell’ordine venivano accusate di aver abusato del loro potere, ed in cui si stabiliva che il governo aveva ordinato la repressione della rivolta per difendere la democrazia. L’Associazione boliviana diretta da Rojas aveva però manifestato le proprie perplessità sulle conclusioni a cui era giunta l’Osa, poiché considerava il rapporto come un “tentativo di giustificare l’azione delle forze armate” che esime ingiustamente l’esecutivo da ogni responsabilità. (S.C.)

 

 

APPROVATA IERI LA PRIMA CONVENZIONE INTERNAZIONALE ANTI-TABACCO.

I 192 STATI ADERENTI ADOTTERANNO MISURE LEGISLATIVE CONTRO LA PUBBLICITÀ

E LA PROMOZIONE DEL TABACCO

 

- A cura di Mario Martelli -

 

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GINEVRA.= La prima Convenzione internazionale anti-tabacco è stata approvata alla 56.ma Assemblea mondiale della sanità. Il documento, risultato di oltre tre anni di negoziati promossi dall’Organizzazione mondiale della sanità, è stato adottato per acclamazione e nessuna delle delegazioni dei 192 Stati membri presenti a Ginevra si è opposta la testo della Convenzione. La firma dei governi avverrà sempre a Ginevra a partire dal 16 giugno; poi, l’entrata in vigore della Convenzione è prevista 90 giorni dopo la ratifica di almeno 40 Stati. Gli Stati aderenti, entro cinque anni, dovranno adottare misure legislative che ostacolino pubblicità, sponsor e promozione del tabacco, impedire l’inquinamento da fumo all’interno degli edifici pubblici e rafforzare la lotta contro il contrabbando. La dottoressa norvegese Gro Harlem Brundtland, direttrice generale dell’Oms che prossimamente cederà la carica al nord-coreano Jong-Wook Lee, ha voluto sottolineare l’importanza del documento che alcuni avrebbero voluto più restrittivo ma verso il quale altri, come Stati Uniti, Germania e Giappone, avevano inizialmente sollevato delle riserve. “E’ una giornata storica – ha detto la dottoressa Brundtland all’Assemblea – una grande vittoria per la promozione della salute pubblica”. Il tabacco, si precisa all’Oms, uccide circa 5 milioni di persone all’anno: una triste cifra che potrebbe raggiungere i 10 milioni entro il 2020 se non si agirà decisamente come prevede la nuova convenzione. E si fa osservare che, se il vizio del fumo è in declino in alcuni Paesi industrializzati, è in incremento – specialmente tra i giovani – in numerosi Paesi in via di sviluppo.

 

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DIVERSITÀ BIOLOGICA.

KOFI ANNAN, SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE:

“SE NON SI PONE UN FRENO ALLA PERDITA DELLA BIODIVERSITÀ

SARÀ IMPOSSIBILE ELIMINARE LA POVERTÀ”

 

NEW YORK. = “Se non viene posto un freno alla perdita di biodiversità, potrebbe risultare irraggiungibile il perseguimento degli obiettivi del millennio contro la povertà”: queste le parole del segretario generale delle Nazioni unite, Kofi Annan, per celebrare oggi la giornata internazionale della Diversità biologica. Già durante il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, lo scorso anno, i governi partecipanti si erano impegnati a raggiungere entro il 2010 una significativa diminuzione del tasso di perdita della biodiversità. “Ma la ratifica - continua Annan - è soltanto il punto di partenza, i governi devono altresì assicurare che le politiche nazionali, nonché gli stanziamenti finanziari, riflettano l’importanza da loro attribuita alla biodiversità”. Inoltre non solo i Governi, ma anche “le organizzazioni internazionali e quelle non governative, il settore privato ed ogni singolo individuo hanno un ruolo da svolgere nel cambiare idee radicate e nel porre fine a modelli di comportamento distruttivi”. (S.C.)

 

 

FESTIVAL DI CANNES: OGGI IL DOCUMENTO-INTERVISTA DI ERROLL MORRIS:

‘LA NEBBIA DELLA GUERRA’; L’OPERA DEL CANADESE ARCAND E ‘THE BROWN BUNNY’

DI VINCENT GALLO, CHE PERÒ DELUDE LE ASPETTATIVE. INFINE “L’ISOLA”,

OPERA PRIMA DELLA PALERMITANA COSTANZA QUATRIGLIO.

 

- A cura di Nicola Falcinella -

 

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CANNES. = “L’America, il suo passato e il suo posto nel mondo, sotto la lente d’ingrandimento”, questo il tema della giornata al Festival di Cannes. Critica, ma soprattutto autocritica. Oliver Stone, da sempre spirito coraggioso, capace di indagare con la sua macchina da presa i buchi neri della storia, ha tenuto una appassionante lezione di cinema, in cui è  emersa la passione civile che lo anima, la scelta dei temi, l’indagine su periodi decisivi, come gli anni ’60 e ’70; l’omicidio Kennedy o il Vietnam. “La Nebbia della guerra” è un documentario intervista di Errol Morris, con Robert Mcnamara, ministro della difesa con i presidenti Kennedy e Johnson. Un uomo che ha fatto autocritica e dice all’intervistatore che se i presidenti hanno lasciato un buon ricordo è perché hanno vinto. Avessero perso – ha detto – sarebbero criminali di guerra. In concorso è stato presentato “Le invasioni barbariche” del canadese Denys Arcand, altro autore che non risparmia nulla alla politica dei governi occidentali; nel 1986 realizzò un lungometraggio dal titolo “Il declino dell’impero americano”, del quale quest’opera è l’ideale prosecuzione. Inutilmente provocatorio è “The brown bunny” di Vincent Gallo, anch’esso in competizione. L’attore ha deluso le attese di chi si aspettava un lavoro sul modello del suo esordio “Buffalo 66”. Infine “L’isola”, opera prima della palermitana Costanza Quatriglio, ambientata sull’isola di Favignana. La giovane autrice racconta con freschezza e taglio documentario, pur con qualche pecca, una storia di ragazzini.

 

 

‘IL MEDICO DI FRONTE ALLA SOFFERENZA: LA CURA, LA PREGHIERA’.

QUESTO IL TEMA DEL PRIMO CONVEGNO NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI OMEOPATI D’ISPIRAZIONE CRISTIANA,

IN PROGRAMMA PER IL PROSSIMO SABATO A ROMA.

 

ROMA. = Si terrà il prossimo sabato 24 maggio, all’Hotel Sly di Roma, il primo Convegno nazionale organizzato dall’Associazione medici omeopati d’ispirazione cristiana, sul tema “il medico di fronte alla sofferenza: la cura, la preghiera”. È riconosciuta al medico omeopata l’attenzione nei confronti del paziente, inteso come persona da curare ancora prima che portatore di una malattia da debellare. Tra gli interventi della giornata, il contributo di dottor Umberto Cornelli sulla ‘Diagnosi e terapia nel salmo 89: sofferenza, coscienza e preghiera’; quello di don Decio Cipollini, assistente spirituale dell’Università cattolica del Sacro cuore di Roma: ‘affidare i dolori dell’uomo all’uomo dei dolori’. (S.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

22 maggio 2003

 

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

Algeria sotto choc dopo il devastante terremoto che ieri sera ha colpito la capitale e la regione orientale del Paese, causando la morte di più di 640 persone. I soccorritori, aiutati dalla popolazione, lavorano senza sosta e con ogni mezzo, talvolta anche a mani nude, per liberare quanti, vivi e morti, sono intrappolati sotto le macerie. “Stiamo cercando di gestire una vera catastrofe - ha dichiarato il premier Ahmed Ouyahia - di cui sfortunatamente non conosciamo ancora le proporzioni”. Diverse sono state le scosse di assestamento registrate nel corso della mattinata. Ma su quanto è accaduto, sentiamo Luciano Ardesi:

 

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Il bilancio delle vittime è andato aumentando nel corso di tutta la notte, quando le squadre di soccorso, subito intervenute, hanno cominciato a scavare per tentare di riportare alla superficie i sopravvissuti, i sepolti sotto le macerie. L’epicentro si è registrato ad una settantina di chilometri ad est della capitale, ma anche ad Algeri le scosse sono state molto violente: numerosi edifici sono crollati e si registrano decine di vittime. Questa notte tutta la città è rimasta sveglia. Ieri sera la radio nazionale ha subito interrotto le trasmissioni per invitare la popolazione ad abbandonare le proprie case. Tra le regioni più colpite anche la zona industriale di Rouiba, alle spalle della capitale, e la costa centro-orientale del Paese, densamente popolata. Il sisma è stato di una violenza tale che è stato sentito alle Baleari e su tutta la costa mediterranea, da quella spagnola a quella ligure. Stando al bilancio, ancora provvisorio, è il terremoto più catastrofico dopo quello che nel 1980 aveva distrutto la città di El Asnan, provocando oltre 5 mila morti.

 

Luciano Ardesi, per Radio Vaticana.

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Continua a crescere il numero di cadaveri mutilati ritrovati a Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo, dopo gli scontri armati tra i miliziani di tribù nemiche. Fino a ora “sono stati contati 280 cadaveri”, ha dichiarato un portavoce della missione delle Nazioni Unite nel Paese, specificando che la situazione attuale, dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco tra i membri delle milizie e il presidente Joseph Kabila, “è calma”.

 

“L’America non frena nella guerra contro il terrorismo”. Così ieri il presidente statunitense, George Bush, proprio quando nel Paese l’allarme attentati resta alto. Nella sera l’università di Yale è stata scossa da un’esplosione, che fortunatamente non ha causato vittime, mentre il segretario di Stato, Colin Powell, ha criticato la tv araba Al Jazira per aver trasmesso la cassetta audio contenente le minacce di Ayman al Zawahri, il braccio destro di Osama bin Laden. Paolo Mastrolilli:

 

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Nella registrazione trasmessa dalla tv araba Al Jazira, Ayman al Zawahri, l’egiziano fondatore della Jihad islamica e numero due di Al Qaeda, sollecita tutti i musulmani a prendere esempio dai dirottatori dell’11 settembre, per colpire le ambasciate e gli interessi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Norvegia. La registrazione poi accusa Paesi come Arabia, Egitto, Kuwait, Yemen, Barein, Qatar e Giordania, di avere aiutato Washington nella guerra contro l’Iraq. Le autorità saudite, intanto, sono arrivate alla conclusione che i tre marocchini, arrestati lunedì a Djeddah, avevano intenzione di dirottare un aereo e schiantarlo sulla città. Il presidente americano Bush ha risposto che gli Stati Uniti daranno la caccia ai terroristi in ogni angolo oscuro del mondo. In serata poi  si è verificata un’esplosione a Yale. L’ordigno era in un’aula della facoltà di legge. L’Fbi sta indagando su possibili connessioni con il terrorismo. Oggi, invece, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà la risoluzione americana per togliere l’embargo e approvare l’occupazione dell’Iraq, dove però la nascita del governo provvisorio locale è stata rimandata a luglio.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Intanto, resta alta la tensione in Iraq. Uomini armati hanno sparato razzi anticarro contro un blindato statunitense ieri a Fallujah, una cittadina ad ovest di Baghdad. I soldati americani hanno risposto al fuoco uccidendo 2 iracheni. Il Comando centrale Usa nella capitale ha, inoltre, intimato a tutti gli alti dirigenti del Partito Baath di arrendersi immediatamente.

 

Trasferiamoci in Arabia Saudita, dove stamani la polizia locale ha arrestato altri 4 uomini nell’ambito delle indagini avviate dopo il devastante triplice attentato terroristico a Riad. Secondo quanto hanno riferito anonime fonti diplomatiche occidentali gli uomini sarebbero collegati alla rete di Al Qaida.

 

E si è temuto un nuovo attentato stamani in Turchia, quando un’esplosione in un ristorante di Istanbul ha provocato un morto e 7 feriti, tra cui uno in condizioni molto gravi. Il governatore della città, Muammer Guler, ha, invece, escluso l’origine terroristica della deflagrazione, parlando di una forte perdita di gas.

 

In vista del G8 di Evian, dal 1° al 3 giugno prossimi, i ministri degli Esteri francese, Dominique de Villepin, tedesco, Joschka Fischer, e il russo, Igor Ivanov, si sono incontrati ieri a Parigi per fare il punto su quello che è stato il ‘fronte del no’ alla guerra in Iraq. I colloqui sono giunti alla vigilia dell’arrivo, oggi in Francia, del segretario di Stato americano, Colin Powell. I tre responsabili delle diplomazie di Parigi, Berlino e Mosca sono stati, intanto, ricevuti dal presidente francese, Jacques Chirac. Il servizio di Francesca Pierantozzi:

 

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Nel menù la ricostruzione in Iraq e il progetto di risoluzione Onu, sponsorizzato da Washington e Londra. Anche se Chirac continua a sostenere le ragioni dell’asse antiguerra, sembra ormai escluso un possibile veto della Francia al Consiglio di Sicurezza. Il primo tentativo di ricucire concretamente lo strappo tra Europa e Stati Uniti avverrà oggi, con una riunione dei ministri degli Esteri delle sette maggiori potenze industriali della Russia. In agenda l’emergenza terrorismo e le crisi regionali. I ministri dovranno aprire la strada al vertice dei capi di Stato e di governo degli Otto a Evian. Sull’Iraq i contrasti rimangono; per questo motivo Francia, Russia e Germania hanno voluto dare un segnale di coesione.

 

Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana.

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Nuove violenze in Medio Oriente. Un ragazzo palestinese di 12 anni è stato ucciso oggi dal fuoco dei soldati israeliani in un villaggio nei pressi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Nonostante le forti tensioni, il premier palestinese Abu Mazen, si è detto convinto del proseguimento del processo di pace.

 

Piovono accuse sul governo indonesiano da parte degli abitanti di Aceh, dov’è in corso un’operazione militare contro i separatisti che operano nel nord dell’isola di Sumatra. Secondo testimoni, nei rastrellamenti dell’esercito di Jakarta sarebbero morti 18 civili. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:

 

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Il governo di Jakarta si è difeso assicurando che si tratta di un’operazione contro alcune basi dei ribelli del Gam, il movimento per Aceh libera. Nel terzo giorno dall’inizio della campagna di repressione contro i separatisti di Aceh la situazione sembra precipitare. Militari e ribelli si accusano l’un con l’altro di violenze e brutalità ai danni della popolazione. Circa 150 scuole sarebbero state distrutte, i trasporti sono bloccati e decine di villaggi sono in stato d’assedio. E’ stata imposta la censura sulla stampa locale, alla quale è stato vietato di riportare le dichiarazioni dei ribelli. In tutta la provincia vige la legge marziale, proclamata dalla presidente indonesiana Megawati Sukarnoputri domenica scorsa, dopo il fallimento dei colloqui di pace in Giappone, che ha portato alla rottura di una fragile tregua durata cinque mesi.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Emergenza Sars. La situazione sanitaria a Taiwan peggiora sensibilmente con 8 vittime e 65 nuove persone contagiate; mentre si regista il primo caso sospetto anche in Cambogia. Critica anche la situazione ad Hong Kong e in Cina. In Italia, intanto, il ministro della salute Girolamo Sirchia mette in guardia: “conviene mantenere i controlli al massimo, in quanto la prudenza non è mai troppa”

 

 

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