RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 138- Testo della
Trasmissione di domenica 18 maggio 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Il cardinale cileno Francisco
Errazuriz nuovo presidente del Consiglio episcopale latinoamericano.
Sì della
Slovacchia nel referendum sull’adesione all’Unione Europea.
Presentato ieri a Cannes il film
di Pupi Avati “Il cuore altrove” unico film italiano in concorso
18 maggio 2003
QUATTRO NUOVI SANTI, TESTIMONI DELL’AMORE DI DIO E
DEL PROSSIMO PER GLI UOMINI E LE DONNE DI OGGI, PROCLAMATI DAL PAPA IN PIAZZA
SAN PIETRO. A GIOVANNI PAOLO II, GLI AUGURI PER L’83MO COMPLEANNO DAL CARDINALE
JOSEPH RATZINGER A NOME DI TANTI CATTOLICI ED ANCHE NON CRISTIANI
(A cura di Paolo Salvo)
Nel
giorno del suo 83.mo compleanno, Giovanni Paolo II ha proclamato questa mattina
quattro nuovi santi, due provenienti dalla Polonia e due dall’Italia, durante
la solenne cerimonia in Piazza San Pietro, illuminata da un tiepido sole e
gremita di fedeli. Con il Papa, sul sagrato della Basilica Vaticana, numerosi
vescovi e cardinali hanno concelebrato la Messa per la canonizzazione di questi
quattro beati: il vescovo Jòzef Sebastian Pelczar, fondatore della Congregazione
delle del Sacro Cuore di Gesù, Urszula
Ledòchowska, fondatrice delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù
Agonizzante, entrambi vissuti fra l’Ottocento e il Novecento, Maria De Mattias, fondatrice della Congregazione delle Suore Adoratrici
del Sangue di Cristo, vissuta nell’Ottocento, e Virginia Centurione Bracelli,
laica, fondatrice delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario e
delle Suore Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario nella Genova del
Seicento.
********
Canto.
********
“Chi rimane in me e io in lui, fa molto
frutto”. Le parole di Gesù agli Apostoli, al termine dell’Ultima Cena,
costituiscono la “fondamentale verità evangelica” di cui i nuovi santi sono
“testimoni”, riproposta dal Papa nell’omelia come un “toccante invito anche per
noi, suoi discepoli del terzo millennio”.
********
Solo
chi Gli rimane intimamente unito – innestato a Lui come il tralcio alla vite –
riceve la linfa vitale della sua grazia. Solo chi vive in comunione con Dio
produce frutti abbondanti di giustizia e di santità.
********
“Nessuno
stato o nessuna età sono ostacolo ad una vita perfetta. Dio infatti non considera
le cose esterne, ma l’anima, ed esige soltanto quanto possiamo dare”. L’83enne
Giovanni Paolo II ha menzionato queste parole con cui il vescovo Pelczar
esprimeva “la propria fede nella chiamata universale alla santità”. Del nuovo
santo, “esperto teologo”, il Papa ha pure ricordato la caratteristica di “affidare
a Cristo per mezzo di Maria se stesso, la propria vita, il proprio ministero”.
Elevandolo alla gloria degli altari, il Papa ha auspicato che lo splendore
della sua santità sia “per tutti i credenti in Polonia e nel mondo un
incoraggiamento a questo amore verso Cristo e verso la sua Madre”.
“La
Buona Novella dell’amore di Dio”, ha poi detto Giovanni Paolo II di
Urszula Ledòchowska, “la portava prima
di tutto ai bambini e ai giovani, ma anche a tutti coloro che si trovavano nel
bisogno, ai poveri, agli abbandonati, ai soli”. E “con il messaggio dell’amore
di Dio attraversò la Russia, i Paesi
scandinavi, la Francia e l’Italia”. “Tutti – ha aggiunto – possiamo imparare da
lei come edificare con Cristo un mondo più umano, un mondo in cui verranno
realizzati sempre più pienamente valori come la giustizia, la libertà, la solidarietà,
la pace”.
Sull’amore
sconfinato di Dio per l’intera umanità mediante il sangue di Cristo, Giovanni
Paolo II ha richiamato la testimonianza di Maria De Mattias, conquistata interiormente
dal mistero della Croce.
********
L’amore
per Gesù crocifisso si tradusse in lei in passione per le anime e in un’umile
dedizione ai fratelli, al “caro prossimo”, come amava ripetere.
********
Testimonianza
di una santità semplice e feconda anche quella di Virginia Centurione Bracelli,
che volle amare non soltanto “a parole” o “con la lingua”, ma “coi fatti e nella
verità”.
********
Mettendo
da parte le sue nobili origini, si dedicò all’assistenza degli ultimi con straordinario
zelo apostolico. L’efficacia del suo apostolato scaturiva da una adesione incondizionata
alla volontà divina, che si alimentava di incessante contemplazione e di
ascolto obbediente della parola del
Signore.
********
Il Papa
ha quindi riproposto l’invito di Gesù, “rimanete in me”, accolto dai nuovi
santi “con totale fiducia e disponibilità”, come “un invito pressante e
amorevole rivolto a tutti i credenti”.
********
Canto
********
Prima
del Regina Coeli, Giovanni Paolo II
ha ringraziato tutti i partecipanti, compresi i suo connazionali polacchi con
il presidente Aleksander Kwasniewski, e quanti hanno voluto augurargli buon compleanno.
********
Desidero
esprimere viva gratitudine a ciascuno di voi anche per i sentimenti di affetto che avete voluto manifestarmi in
questo giorno del mio genetliaco. A tutti e a ciascuno chiedo di continuare a
pregare perché Iddio mi aiuti a compiere fedelmente la missione che Egli mi ha
affidato.
********
Il Papa ha ringraziato in modo speciale
il cardinale Joseph Ratzinger, che all’inizio della Santa Messa, facendosi
interprete dei comuni sentimenti, gli ha presentato gli auguri da parte di
tutti. Il porporato, in qualità di decano del Collegio cardinalizio, aveva
rivolto gli auguri a Giovanni Paolo II rendendosi “portavoce non solo di tutti
i presenti, ma di innumerevoli persone sparse in tutto il mondo, ben oltre i
confini della Chiesa cattolica, persino oltre i confini del mondo cristiano”.
********
Credere
e amare: questo è il programma del suo pontificato. Instancabilmente Lei ci
mostra il volto di Cristo, il volto del Dio misericordioso. Instancabilmente
Lei ci porta, partendo da Cristo, a superare le forze dell’odio, i pregiudizi
che separano, ad abbattere i muri che intendono separarci. Nel ripartire da
Cristo, Lei ci aiuta a trovare la via
che porta alla salvezza. Per questo La vorremmo ringraziare di cuore.
Possa il Signore ripagarLa come ripaga per i suoi servi fedeli. Beatissime
Pater, ad multos annos!
********
IL COMPLEANNO DI GIOVANNI PAOLO II, GIOVANE DI 83
ANNI:
CON NOI IL CARDINALE ROBERTO TUCCI,
LILIANA
CAVANI E STEFANO LESZCZYNSKI
“Vi
posso assicurare che vale la pena di dedicarsi alla causa di Cristo e per amore
di lui consacrarsi al servizio dell’uomo”. In questa confidenza fatta
all’ultimo incontro con i giovani, in Spagna, è racchiusa tutta la vita
di Giovanni Paolo II, gli
intensissimi 83 anni che il Papa
compie oggi, 18 maggio. “Conservo il
gusto della vita e ne ringrazio il Signore, così aveva scritto nella lettera
agli anziani. Una vita spesa senza riserva che lo fa sentire giovane,
nonostante i limiti fisici. Per lui non sono una limitazione, ma primo
strumento di straordinaria fecondità nella sua missione. Il servizio di Carla
Cotignoli.
**********
“UN
JOVEN DE 83 AÑOS ...”
Queste
parole: “Sono un giovane di 83 anni”, avevano suscitato l’entusiasmo della marea
di giovani in Spagna che sentono il Papa veramente così: giovane. Ma
ascoltiamo, al microfono di Rosario Tronnolone, il cardinale Roberto Tucci, che ha seguito il Papa nei suoi viaggi sin
dall’inizio del suo pontificato:
R. – Mi hanno
colpito alcune espressioni molto personali. Per esempio, il fatto che a Madrid,
quando si è rivolto ai giovani, ha parlato – riferendosi alla sua vita
personale: ‘Vi do la mia testimonianza: sono stato ordinato sacerdote quando
avevo 26 anni. Da allora, ne sono trascorsi 56. Allora, quanti anni ha il Papa?
Quasi 83: un giovane di 83 anni. Guardando indietro, e ricordando quegli anni
della mia vita, vi posso assicurare che vale la pena di dedicarsi alla causa di
Cristo e per amore di Lui consacrarsi al servizio dell’uomo’. Questo che ho
sempre ammirato, anche nei viaggi: i viaggi mi permettevano di stare vicino al
Papa e praticamente vederlo pregare di primo mattino, a lungo, da solo; vederlo
sgranare la corona del Rosario durante i trasferimenti e durante i viaggi,
anche, in elicottero, più che interessarsi a guardare il panorama, sempre il
volto raccolto in preghiera. In un certo senso, sapendo poi di dover affrontare
un pubblico, avrei pensato piuttosto a quello che devo dire al pubblico: lui si
immerge in preghiera. Come ha detto lo scomparso giornalista Domenico Del Rio,
il Papa si mette in Dio.
D. – In Dio dunque la sorgente
della sua perenne giovinezza … che dà all’anzia-nità tutt’altro significato …
R. – Certamente,
se vissuta come la vive il Papa, è una grande cosa, perché in un certo senso
l’aspetto di unione con il Signore, lo chiamerei quasi “l’aspetto mistico”, può
prendere presa in un’anima preparata di più ancora, e soprattutto credo che ci
sia una maggiore libertà di spirito perché ormai si sa di dover rendere conto –
più che agli uomini – soltanto a Dio.
(musica)
Un piccolo flash su un fatto singolare: il ricordo della
prima comunione del primo bambino di origine polacca, che ha ricevuto la prima
Comunione dalle mani del Papa. Qui a Roma, nella chiesa di Santo Stanislao, il
13 maggio 1979. Quel bambino di allora è da alcuni anni redattore alla Radio
Vaticanae si chiama Stefano Leszcynski:
“Mi
ricordo la paura di questa cerimonia che mi vedeva protagonista di fronte ad un
personaggio così importante, soprattutto per i polacchi, in un giorno
estremamente sentito dai polacchi, che era quello del martirio di Santo
Stanislao. Il Papa era Papa da pochissimi mesi, stava già preparando il primo
viaggio in Polonia, una Polonia che era ancora sotto il regime comunista, e
quindi l’intensità con cui si era vissuto a casa questo evento era molto alta.
Poi, mi ricordo invece che una volta arrivati in chiesa, sono stato
completamente catturato dall’importanza di questa prima comunione e l’ho
vissuta con intensità. Dopo, l’incontro personale con il Papa in sacrestia: un
incontro molto intenso. Ricorderò sempre l’abbraccio del Papa che mi cingeva
con il suo braccio intorno alle spalle … è questa l’immagine che ho del giorno
della prima comunione”.
Concludiamo
con uno squarcio sulla storia del
nostro tempo e sull’impronta impressa dal Papa. Liliana Cavani, regista, al
microfono di Debora Donnini:
“Era il gennaio del 1990. Un pomeriggio il Papa ha visto
il mio film su San Francesco d’Assisi insieme a me. Ha pianto ed io ho creduto
molto nel suo carisma. Penso che gli dobbiamo moltissimo, perché è stata la
guida morale forte e senza equivoci che ha molto contribuito a chiudere il
secolo delle più terrificanti dittature. Io penso che il suo contributo
spirituale sia stato di una forza unica. Pensiamo alla situazione dell’Europa
nel secolo degli orrori. Non era chiaro nulla, non era chiaro come fosse potuto
accadere, cosa era accaduto del cristiano, dove era finito. Le infinite
polemiche, gli infiniti discorsi che c’erano, quando c’erano gli orrori c’erano
i cristiani, ma erano diventati sordi, ciechi, cosa era successo? Ecco, tutto
questo è stato in qualche modo spazzato
via e ridato il primato al problema di coscienza, al problema che tutto quello
che accade ci deve riguardare e ci importa. E lui ne dà l’esempio, straordinaria
è la sua testimonianza”.
**********
SABATO
PROSSIMO SI CELEBRERÀ UNA MESSA IN LATINO SECONDO IL RITO DI SAN PIO V NELLA
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE.
SU QUESTA INIZIATIVA È
INTERVENUTA, CON UN COMUNICATO,
LA PONTIFICIA COMMISSIONE
“ECCLESIA DEI”
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
La
Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, istituita da Giovanni Paolo II, nel
1988, con il compito di tenere i rapporti con i cattolici tradizionalisti, in
particolare con i seguaci del vescovo Marcel Lefèbvre, è intervenuta ieri, con
un comunicato, sull’iniziativa di una Messa in latino in programma sabato
prossimo nella Basilica di Santa Maria Maggiore. “Numerosi fedeli provenienti
da diversi Paesi – si legge nel testo - che si avvalgono dell’indulto ‘Ecclesia
Dei’ per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito di San Pio V,
vogliono onorare il Santo Padre nell’approssimarsi del suo XXV anniversario di
elevazione al Sommo Pontificato, nel contesto dell’Anno del Santo Rosario”.
Questi
fedeli – prosegue la nota - intendono anche ringraziare il Santo Padre per il
documento in forma di Motu Proprio ‘Ecclesia Dei’ del 1988 nel quale il Papa
affermava che “dovrà essere ovunque rispettato l’animo di tutti coloro che si
sentono legati alla tradizione
liturgica latina, mediante un’ampia e generosa applicazione delle direttive,
già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l’uso del messale romano
secondo l’edizione tipica del 1962”. Il programma del 24 maggio – conclude il comunicato
– prevede che alla recita del Santo Rosario, alle ore 15.30, seguirà la Santa
Messa celebrata, nel suddetto rito, dal cardinale Dario Castrillon Hoyos,
presidente della Pontificia commissione “Ecclesia Dei” oltre che Prefetto della
congregazione per il Clero.
========ooo=======
18 maggio 2003
IL
CRIMINE DELL’INFANTICIDIO DENUNCIATO IN INDIA DA FONTI MISSIONARIE: INTERVISTA
CON PADRE CARLO TORRIANI
-
Servizio di Stefano Cavallo -
********
“Nel
corso del mio servizio come Successore di Pietro ho sentito il dovere di
insistere con forza su alcuni di quei diritti che, affermati teoricamente,
risultano spesso disattesi. La vita umana è sacra […] dal suo concepimento al
suo naturale tramonto [...]. Una vera cultura della vita […] garantisce il
diritto di venire al mondo a chi non è ancora nato, protegge i neonati,
particolarmente le bambine, dal crimine dell'infanticidio.” Queste le parole
del Papa ieri nel suo discorso per il conferimento della laurea honoris
causa in Giurisprudenza.
L’India
è un Paese particolarmente colpito dall’infanticidio: 43 femmine su 1818
neonate vengono soppresse alla nascita ogni anno, secondo notizie dell’agenzia
Misna e da altre fonti sia missionarie che governative locali. Alla base di
questo fenomeno sta in primis il costume della dote, usanza che pesa molto
sull’economia della famiglia indiana. Un bracciante, che in media guadagna
l’equivalente di mezzo euro al giorno, per il matrimonio della propria figlia
dovrà pagare una dote di almeno 970 euro.
Le
neonate - secondo le stesse fonti -
vengono a volte seppellite vive o uccise con altri metodi, come il
soffocamento o l’uso di un ventilatore messo in funzione accanto a loro ad alta
velocità: un sistema, quest’ultimo, che non lascia segni rilevabili al momento
dell’autopsia. Al microfono con noi padre Carlo Torriani, missionario a Bombay,
al quale abbiamo chiesto di illustrare la situazione attuale.
R. – L’esperienza dell’infanticidio in città non è molto
evidente perché le persone hanno accesso agli ospedali e quindi è facile
ottenere degli aborti. L’infanticidio è più presente nelle zone rurali. Però,
l’accessibilità ad avere degli aborti porta agli aborti selettivi, perché in
India è apprezzato molto il figlio maschio per due ragioni: prima di tutto,
perché secondo la religione indù deve essere il figlio maschio primogenito a
compiere i riti funebri, e secondo perché per sposare le figlie c’è il costume
di dover dare loro una dote e questo, molte volte, diventa un grande peso per
le famiglie, per cui è molto comune l’aborto del feto femminile. Questo è
facilitato recentemente con l’individuazione del feto nel periodo prenatale.
D.
–Come sta cercando di rispondere a questo fenomeno il governo?
R. – Innanzitutto, ha richiesto che coloro che producono o che vendono
macchine per l’ecografia abbiano a denunciare dove le vendono e dove sono in
uso. I risultati non sono ancora rilevati, anzi, soprattutto nella zona di
Delhi si è visto che la percentuale tra maschi e femmine sta sempre diminuendo.
C’è tutta un’educazione, anche a livello scolastico, e anche propaganda alla
televisione, che fa vedere che le bambine sono utili, che le donne sono
necessarie alla società, e tutto questo per educare le persone a rispettare la
nascita delle bambine.
D. – Qual è l’intervento possibile da parte della Chiesa?
R. – Per quanto i cattolici in India siano il 2 per cento,
hanno – da parte loro – contribuito all’opinione pubblica. C’è da ricordare che
l’unico Stato in India in cui l’equivalenza tra maschi e femmine è quasi
uguale, è appunto il Kerala, in cui c’è una presenza molto alta della minoranza
cattolica e cristiana.
********
IN BELGIO SI SONO APERTE, QUESTA MATTINA, LE URNE
PER LE ELEZIONI POLITICHE.
SI
TRATTA, SECONDO I SONDAGGI, DELLA CONSULTAZIONE
PIÙ
INCERTA DELLA STORIA DEL PAESE
Si sono aperti stamani, in Belgio,
i seggi per le elezioni politiche, le
prime in un Paese dell'Unione Europea dopo la guerra in Iraq. Le votazioni
costituiscono un nuovo, importante test per verificare quali venti soffino
nell’Europa che si appresta ad allargarsi e a varare la propria Costituzione.
Secondo i sondaggi, si tratta della consultazione più incerta nella storia
del Paese. I 7 milioni e mezzo di
cittadini chiamati alle urne potranno scegliere tra i liberali-democratici del
premier Guy Verhofstadt, dato per favorito, e la destra dei
cristiani-democratici dell'ex ministro della giustizia Stefan De Clerk.
L'incognita è rappresentata dal partito xenofobo del ‘Blocco fiammingo’ che
potrebbe superare la soglia storica del 15 per cento e diventare l’ago della
bilancia nel futuro parlamento. Sullo stato di incertezza, che sembra dominare
la consultazione elettorale belga, ascoltiamo al microfono di Andrea Sarubbi il
corrispondente a Bruxelles dell’Agenzia Sir, Gian Andrea Garancini.
********
R. –
Gli ultimi sondaggi, anche parlando con dei responsabili politici belgi davano
un leggero vantaggio alla cosiddetta famiglia liberale, che racchiude i
liberali sia di lingua fiamminga sia i liberali francofoni della Vallonia.
Questo non vuol dire che il Partito socialista, che si è ricompattato proprio
in vista delle elezioni, non riesca a spuntarla all’ultimo momento, tenuto
conto del fatto che se continua l’alleanza di governo, che vedeva appunto i
socialisti con i liberali assieme ai verdi, non dovrebbe essere per il Belgio,
in quanto tale, un problema chi vince o chi arriva secondo. Più che altro ci
saranno equilibri da rigiocare all’interno della coalizione se a vincere
dovesse essere la famiglia socialista.
D. - Quanto potrà pesare sulla riconferma di Verhòfstadt
l’abbandono della coalizione da parte dei verdi?
R. –
Innanzitutto diciamo che si tratta di un abbandono strategico nel senso che per
anni i verdi hanno preso le difese del governo, avevano anche un vice
presidente del Consiglio.Su molti punti, ultimamente, per temi legati alla
campgana elettorale e ai programmi, hanno deciso di lasciare il governo, si
sono dimessi due ministri.Il peso dei verdi in Belgio abbastanza considerevole.
I sondaggi li danno comunque in forte calo, si parla di un6-7 per cento al
massimo..Come dicevo prima i socialisti e i liberali assieme otterranno una
maggioranza ampia per cui la fuoriuscita dei verdi non dovrebbe essere
traumatica per il governo.
D. – Da più di trent’anni il Belgio elegge un premier di
lingua fiamminga. Come mai?
R. – E’ una di quelle consuetudini non scritte. Il Belgio
dal dopoguerra cominciò con un sud forte, una Vallonia forte e un nord
debole, per poi cambiare completamente
faccia. Adesso la grande economia che tira il Paese si trova nel nord, nelle
Fiandre, mentre la Vallonia è rimasta
un pochino agricola e quindi arranca. Il fatto che il primo ministri sia
espressione del ceppo di lingua fiamminga vuol dire che le Fiandre sono
economicamente la regione che ha più forza in Belgio e che quindi è deputata di
diritto ad esprimere anche il primo ministro.
**********
=======ooo=======
18 maggio 2003
IL
DRAMMA DEGLI ATTENTATI CONTINUA AD INSANGUINARE IL MEDIO ORIENTE. NOVE PERSONE
SONO RIMASTE UCCISE, OGGI, IN UN DUPLICE ATTACCO KAMIKAZE A GERUSALEMME
- A
cura di Graziano Motta -
***********
GERUSALEMME. = Più del numero delle vittime che hanno
insanguinato ancora le strade di Gerusalemme, sono le conseguenze degli
attentati di questa mattina che preoccupano quanti avevano riposto speranze
nella riattivazione del dialogo di pace. Manca ancora la rivendicazione formale
ma a Gaza il portavoce di Hamas, il medico Abdel Aziz Rantisi, ha solidarizzato
con quanti si sono immolati martiri – ha detto – per la causa islamica.
Preoccupa il fatto che questi attentati avvengono sulla scia di altri compiuti
da fondamentalisti islamici altrove – anche se alla contemporaneità non si
associa al momento un collegamento – il fatto che siano stati perpetrati quando
la comunità internazionale è molto impegnata a riportare israeliani e
palestinesi al tavolo della trattativa. Tutto è di nuovo saltato in aria: Sharon
resta a Gerusalemme, riunisce i suoi ministri per l’emergenza, rinvia il suo
viaggio a Washington, che doveva oggi intraprendere, annulla cioè l’incontro
con il presidente Bush dal quale dipendeva pure il superamento di alcune grosse
riserve di Israele per l’accettazione della road map, cioè del piano di
pace e quindi la possibilità di andare avanti nelle tappe previste verso il
traguardo dello Stato palestinese entro il 2005. Si rafforza da una parte la
posizione di Israele che chiede una lotta ad oltranza al terrorismo prima di
intraprendere dei negoziati, si acuisce d’altra parte la delusione di quanti in
campo palestinese subiscono il condizionamento del fondamentalismo estremista e
vedono allontanarsi i desiderati momenti di una vita più tranquilla.
***********
IL
CONSIGLIO EPISCOPALE LATINOAMERICANO HA UN NUOVO PRESIDENTE. E’ IL CARDINALE
ARCIVESCOVO DI SANTIAGO DEL CILE, FRANCISCO JAVIER ERRAZURIZ, ELETTO AL TERMINE
DELLA 29. ASSEMBLEA ORDINARIA DELL’ORGANISMO. DALL’INCONTRO È EMERSA LA PREOCCUPAZIONE
DELLA CHIESA PER LA GRAVE CRISI SOCIALE DEL CONTINENTE
TUPARENDA’.
= Il cardinale arcivescovo di Santiago del Cile, Francisco Javier Errazuriz è
il nuovo presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). L’elezione
si è svolta nella giornata conclusiva della 29.ma Assemblea ordinaria del
Celam, riunita da martedì a venerdì nella città paraguaiana di Tuparendà. Il
porporato, che ha 69 anni ed è presidente del Consiglio episcopale cileno,
succede al vescovo colombiano Enrique Jimenez Carvajal. Oltre a questa
elezione, l’Assemblea (a cui erano presenti otto cardinali tra cui il
presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, Giovanni Battista
Re, inviato speciale di Giovanni Paolo II e circa 60 vescovi) ha fornito
l’opportunità per un confronto sui problemi del continente e il contributo
della Chiesa alla loro soluzione. “L’analisi della realtà che le 22 conferenze
episcopali partecipanti hanno messo in comune – ha detto durante la conferenza
stampa finale il nuovo segretario generale, il vescovo dominicano Ramòn de la
Rosa y Carpio – ci preoccupa e duole. I problemi sociali si sono acuiti in
quasi tutti i Paesi della regione”. Cause considerevoli di questa situazione
sono, secondo i presuli, il debito estero, la corruzione e l’alto indice di
impunità. “I debiti – ha detto il cardinale Errazuriz – gravano su molti Stati
e li obbligano a spendere importanti risorse nel loro pagamento e non nel
progresso del Paese. Il tema del debito – ha aggiunto –è vincolato a quello
degli organismi di controllo, in maniera che le risorse che arrivano in un
Paese siano utilizzate per il bene del popolo e non avvengano casi di
corruzione”. I vescovi hanno davanti un continente nel quale cresce la povertà,
la disoccupazione è altissima, e la sanità e l’istruzione carenti. A questo si
aggiunge la situazione dei diritti umani, le cui violazioni rimangono spesso
impunite. Perciò i presuli si augurano che la democrazia trovi piena attuazione
in tutto il continente. In questo contesto risulta fondamentale la
collaborazione tra le Chiese locali, e particolarmente con i cattolici di Stati
Uniti e Canada, di cui è stato un esempio il documento congiunto sulle
migrazioni elaborato alcuni mesi fa dalle conferenze episcopali di Messico e
Usa. Questi spunti sono stati recepiti dal “piano globale” del Celam per il
quadriennio 2003-2007. Approvato dall’Assemblea sarà lo strumento per l’azione
pastorale in un continente segnato da squilibri sociali, economici, politici e
da una profonda crisi morale. (M.A.)
RESI NOTI IN SLOVACCHIA I RISULTATI DEL
REFERENDUM SULL’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA. VINCONO I SI CON PIÙ DEL 92 PER
CENTO DELLE PREFERENZE. AL VOTO E’ ANDATO IL 52 PER CENTO DEGLI AVENTI DIRITTO
BRATISLAVA.
= L’adesione della Slovacchia all’Unione europea è stata approvata dal 92,46
per cento dei votanti nel referendum
tenuto venerdì e ieri, mentre
l’affluenza è stata del 52,15 per cento. Lo ha riferito oggi la
Commissione del Referendum citando i dati definitivi sulle votazioni. Fino all'ultimo è stato incerto
il superamento del 50 per cento dei votanti necessario a rendere valida la
consultazione. I voti contro l’adesione sono stati il 6,20 per cento. La
Commissione dell’Unione Europea ha espresso la propria soddisfazione per il
risultato e si è felicitata con la Slovacchia. Dopo Ungheria, Slovenia, Malta e
Lituania, salgono a cinque i Paesi che hanno votato in favore dell’adesione
all’UE. Sono attesi per giugno le consultazioni nella Repubblica Ceca e in
Polonia, mentre per Estonia e Lettonia
bisognerà aspettare settembre. (M.A.)
“IL
CUORE ALTROVE” DEL REGISTA BOLOGNESE PUPI AVATI, L’UNICO FILM
ITALIANO
PRESENTE AL FESTIVAL DEL CINEMA DI
CANNES,
HA
RICEVUTO, IERI, OTTO MINUTI DI APPLAUSI
- A cura di Nicola Falcinella -
*********
CANNES. = “Il cuore altrove” ha fatto sorridere Cannes. Il
film di Pupi Avati, l’unico italiano in concorso nella 56.ma edizione del
Festival è piaciuto moto e ieri è stato a lungo applaudito a tutte le
proiezioni. Il regista bolognese, in passato più volte presente sulla Croisette
con le sue opere, è stato accolto come uno dei grandi maestri del cinema
italiano. Applausi anche per gli attori: la rivelazione Neri Marcoré; Vanessa
Incontrada, convincente al debutto sul grande schermo; Sandro Milo, la cui
immagine è legata in Francia a Federico Fellini celebrato qui con una
retrospettiva; Nino d’Angelo e Giancarlo Giannini che offrono nel film due
belle caratterizzazioni che accentuano il tono di commedia di una storia
piccola ma profonda. Il film, che a novembre uscirà anche in Francia, racconta
di un giovane insegnante che si innamora di una ragazza cieca e si dedica
totalmente ad un sentimento per lui nuovo. Pupi Avati ha detto di aver pensato
di ritirarsi come regista, dopo l’insuccesso del kolossal storico “I cavalieri
che fecero l’impresa” e che questo film ha svolto per lui una funzione
terapeutica. “Mi ritrovo in parte- ha aggiunto Avati – in questo personaggio
ingenuo che si sente migliore di quanto non appaia esteriormente”. Toccante e
attuale pure l’altra pellicola in gara ieri il turco “UzaK” (Lontano). Lontano
vuole andare un giovane che è ospitato a Istanbul da un parente fotografo e che
è in attesa di emigrare in Europa. Un film di silenzi, di solitudine e attese
che scava una volta di più nelle speranze di molti emigranti che cercano un
futuro migliore. Oggi in concorso giornata franco-americana con “Swimming
pool” di Franςois Ozon e “Elephant” di Gus Van Sant. Paesi di
tutto il mondo protagonisti nelle altre sezioni ufficiali, con un grottesco
film indiano, un visionario marocchino e un omaggio al cinema algerino.
**********
=======ooo=======