RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 130 - Testo della Trasmissione di sabato 10 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Lo slancio iniziale all’idea di Europa di Papa Silvestro II, ricordato da Giovanni Paolo II nel millenario della morte

 

L’Italia progredisca libera e solidale, secondo i principi della Pacem in terris: l’auspicio del Papa in una lettera al presidente Ciampi

 

Ricco di eventi il programma del terzo viaggio apostolico del Santo Padre in Croazia, dal 5 al 9 giugno

 

Dagli anni giovanili alla Chiesa del terzo millennio: all’Università Lateranense si è concluso stamane il Congresso internazionale per i 25 anni di pontificato di Karol Wojtyla

 

Domani, Giornata mondiale delle vocazioni: solenne Messa nella Basilica vaticana presieduta dal Pontefice. Intervista con mons. Giovanni Tani

 

Segni di speranza dall’aumento notevole di candidati al sacerdozio e dei diaconi permanenti.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Vigilia di elezioni presidenziali nel Montenegro: ce ne parla Federico Eichberg

 

 I giovani per la pace a Loppiano: le testimonianze di due ragazzi, un americano ed un iracheno.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Restano entro i limiti stabiliti le emissioni elettromagnetiche del Centro trasmittente della Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria

 

Si aprirà lunedì prossimo a Roma il XXI Capitolo generale dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù

 

Nei campi profughi del nord Uganda mancano del tutto le infrastrutture e le misure per combattere l’Aids. Lo denuncia l’ufficio Jesuit Refugees Service di Kampala

 

Si è concluso ieri in Messico il secondo incontro continentale delle Commissioni nazionali di pastorale familiare

 

I ribelli maoisti ed il governo nepalese si sono incontrati ieri a Kathmandu per il secondo round di colloqui di pace

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO:

Ennesimo episodio di violenza nelle Filippine: 13 morti e 11 feriti

 

 Presentata ieri negli Stati Uniti una bozza di risoluzione per l’Iraq

 

 Atteso in Medio Oriente l’arrivo di Powell mentre nei territori proseguono le incursioni israeliane.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 maggio 2003

 

 

LO SLANCIO INIZIALE DATO ALL’IDEA DI EUROPA DA PAPA SILVESTRO II

RICORDATO DA GIOVANNI PAOLO II NEL MILLENARIO DELLA MORTE

 

- A cura di Carla Cotignoli -

 

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E’ L’Europa al centro della rievocazione che il Santo Padre ha fatto oggi  di Papa Silvestro II nel millenario della morte, ricevendo in udienza questa mattina una delegazione della diocesi francese di Saint-Flour, la Société des Lettres, Sciences et Arts ‘La Haute Auvergne’.

 

Dalle parole di Giovanni Paolo II emerge una figura di grande rilievo, nonostante che il suo pontificato sia stato tra i più brevi della storia: iniziato nel 999 si è concluso il 12 maggio del 1003. Il suo nome originario era Gerbert D’Aurillac. E’ ricordato come “l’uomo di cultura di maggiore rilievo del suo tempo”. “Intellettuale e uomo d’azione, diplomatico e uomo di Chiesa”, “ha dominato il suo secolo con l’erudizione, la dirittura morale, e la vita spirituale”.

 

Giovanni Paolo II sottolinea in modo particolare “la dimensione europea del suo ministero”. Gerbert D’Aurillac apparteneva all’Ordine benedettino che tanto ha contribuito a costruire l’Europa. Divenuto Papa, il primo di origine francese, “è particolarmente attento alla vita della Chiesa nelle nazioni d’Europa allora in gestazione”. E’ lui che crea le prime quattro diocesi polacche tra cui Gniezno, e Cracovia. “Contribuisce alla rinascita intellettuale e alla vitalità del continente”. “Il suo esempio – ha affermato il Santo Padre – ci aiuta a comprendere che non si può costruire l’Europa se non si assumono con lucidità, le sue radici cristiane. Costituiscono una dimensione essenziale della sua identità, proprio perché hanno lasciato l’impronta nella cultura, arte, diritto e filosofia del Continente”.

 

Nell’attuale nuova fase di costruzione dell’Europa – ha ancora detto il Papa – “è bene ricordare quello slancio iniziale, dato da un francese all’inizio del secondo millennio”. Ed ha richiamato il contributo che i Cristiani devono dare oggi con la diffusione del Vangelo e la partecipazione alla vita delle Nazioni. Il Papa ha incoraggiato i francesi a attingere alle proprie radici spirituali per dare un contributo di solidarietà e fraternità nella costruzione dell’Europa.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, il Papa ha ricevuto anche mons. François Bacqué, arcivescovo titolare di Gradisca, nunzio apostolico nei Paesi Bassi; mons. Timothy Paul Andrew Broglio, arcivescovo titolare di Amiterno, nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, con incarico di Delegato Apostolico in Porto Rico; sono inoltre proseguite le udienze ad altri quattro presuli indiani di rito siro-malabarese in visita “ad Limina Apostolorum”.

 

Giovanni Paolo II ha reso noto oggi la composizione della missione che accompagnerà il cardinale Mario Francesco Pompedda, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, già nominato il 22 marzo scorso suo Inviato speciale alle celebrazioni del VII centenario della morte di Sant’Ivo, patrono dei Giuristi, che avranno luogo a Tréguier, in Francia, dal 16 al 18 maggio 2003; con il porporato partiranno mons. François Saint-Macary, arcivescovo di Rennes, Dol e Saint-Malo; mons. Santo Gangemini, consigliere di nunziatura a Parigi; e il reverendo canonico Jean Basset, del clero della diocesi di Saint Brieuc et Tréguier, decano del capitolo cattedrale e vicario giudiziale della Bretagna.

 

Il Papa ha inoltre nominato quest’oggi nei Consigli della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi: il cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, membro del Consiglio speciale per il Libano; il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, membro del Consiglio speciale per l’Oceania; mons. Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul nella Corea, membro del Consiglio speciale per l’Asia; mons. Anselme Titianma Sanon, arcivescovo di Bobo-Dioulasso nel Burkina Faso, membro del Consiglio speciale per l’Africa.

 

 

L’ITALIA PROGREDISCA LIBERA E SOLIDALE,

SECONDO I PRINCIPI DELLA PACEM IN TERRIS: L’AUSPICIO DEL PAPA

IN UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CIAMPI

 

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Che la Pacem in Terris, l’Enciclica di Giovanni XXIII che tanta importanza ha rivestito per le sorti dell’umanità e di cui quest’anno si è celebrato il 40 anniversario, sia fonte d’ispirazione nei tempi odierni anche per l’Italia. “Auspico – scrive il Papa in una lettera al presidente della Repubblica italiana - che ai principi di tale storico documento possano sempre ispirarsi quanti sono chiamati a servire l’Italia con le maggiori responsabilità, affinché questa amata Nazione progredisca libera e solidale e continui ad offrire il suo indispensabile contributo alla promozione della giustizia e della pace nel mondo intero”.

 

La lettera, datata 28 aprile, è stata indirizzata a Carlo Azeglio Ciampi, in riposta agli auguri che questi aveva rivolto al Santo Padre in occasione della Pasqua. Riferendosi alle parole in quell’occasione espresse dal Capo di Stato italiano, Giovanni Paolo II si felicita per la piena sintonia di questi “ con l’insegnamento della Chiesa circa la centralità della persona umana e del diritto nella vita sociale e nelle relazioni internazionali.”

 

 

RICCO DI EVENTI IL PROGRAMMA DEL TERZO VIAGGIO

APOSTOLICO DEL PAPA IN CROAZIA, DAL 5 AL 9 GIUGNO PROSSIMI

 

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Una visita ricca di eventi dal profondo significato umano e religioso. Per la terza volta nel suo pontificato, Giovanni Paolo II si recherà in Croazia dal 5 al 9 giugno prossimi. La prima città visitata dal Pontefice sarà Rijeka, dove alle 16,45 di giovedì 5 giugno è previsto l’arrivo dell’aereo papale. Qui, dopo la cerimonia di benvenuto all’aeroporto cittadino, il Papa si trasferirà in catamarano al porto di Rijeka e, in serata, incontrerà il presidente della Repubblica, nella sala dei Rettori del Seminario diocesano della città croata. La mattina del giorno seguente, Giovanni Paolo II partirà in aereo alla volta di Dubrovnik, dove alle ore 11 è prevista la Santa Messa di beatificazione di suor Marija Petkovic, momento forte del viaggio apostolico.

 

Nata nella città di Blato, nel 1892, suor Maria ha dedicato tutta la sua vita alle necessità dei suoi conterranei, specie degli orfani e dei poveri. Impegnata nell’istruzione religiosa e nella formazione dei giovani, nel 1920 fondò la Congregazione delle Figlie della Misericordia per testimoniare la Paternità di Dio, specie agli emarginati della società. Dopo aver speso la sua esistenza nel lavoro solerte e generoso per il Regno di Dio, si spense a Roma il 9 luglio del 1966 all’età di 74 anni.

 

Dopo la cerimonia di beatificazione, intorno alle ore 18,25, il Papa lascerà in aereo Dubrovnik per tornare a Rijeka. Quindi, sabato 7 giugno, ancora in aereo, si trasferirà ad Osijek dove celebrerà la Santa Messa nell’aeroporto sportivo della città croata. Nel pomeriggio, intorno alle 17,00, il Santo Padre si recherà in visita privata alla Cattedrale di Djakovo. Poi, alle ore 18,10 il Papa partirà dall’aeroporto di Osijek per Rijeka. Qui, domenica 8 giugno alle ore 10, Giovanni Paolo II celebrerà la Santa Messa. Il pomeriggio prevede due importanti incontri, entrambi nel Seminario Arcidiocesano di Rijeka. Il primo, con i vescovi della Croazia; successivamente con il primo ministro croato. Quindi, alle ore 18,15 visiterà, in forma privata, il Santuario di Nostra Signora di Trsat. L’ultimo giorno del viaggio apostolico, lunedì 9 giugno, il Pontefice si trasferirà in aereo da Rijeka alla città di Zadar, dove alle ore 11,30 è in programma la Celebrazione della Parola. Alle 12,45, dopo la cerimonia di congedo all’aeroporto di Zadar, il Papa partirà alla volta di Roma, dove secondo programma arriverà alle ore 14,15 all’aeroporto di Ciampino.

 

 

DAGLI ANNI GIOVANILI ALLA CHIESA DEL TERZO MILLENNIO:

ALL’UNIVERSITA’ LATERANENSE SI E’ CONCLUSO QUESTA MATTINA,

IL CONGRESSO INTERNAZIONALE DEDICATO AI 25 ANNI DI PONTIFICATO DEL PAPA

 

- Intervista con il rettore, il vescovo Rino Fisichella -

 

         La storia del pontificato di Giovanni Paolo II presentata come un grande affresco corale e nei suoi singoli punti di vista: dal magistero alla dimensione apostolica, dalle sfide della contemporaneità al carisma della comunicazione. Ha abbracciato tutto questo, e molto altro ancora, il Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Università Lateranense, dedicata ai 25 anni di pontificato del Papa. Questa mattina, con uno sguardo al futuro della Chiesa, i lavori si sono conclusi dopo aver visto alternarsi al microfono, da giovedì scorso, numerosi cardinali della Curia, insieme a giornalisti e docenti italiani e stranieri. E da uno dei relatori, l’ex primate della Chiesa anglicana George Carey, è giunta questa mattina una proposta di sapore ecumenico: quella di un periodico incontro “informale” tra il Papa e “i leader delle Chiese di altre comunioni”.

 

Agli aspetti del giubileo pontificio, la Lateranense dedicherà altri due appuntamenti: dal 9 all’11 ottobre prossimi, si svolgerà una Conferenza a cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica Fides et Ratio. Dal 20 al 22 novembre 2003, un Convegno a dieci anni dall’enciclica Veritatis splendor. Inoltre, il prossimo 14 ottobre - due giorni prima della ricorrenza dell’elezione papale - un solenne evento accademico vedrà, sempre alla Lateranense, l’inaugurazione della Cattedra “Karol Wojtyla” presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. Ma a quali conclusioni ha portato il Congresso appena terminato. L’opinione del rettore dell’Ateneo pontificio, il vescovo Rino Fisichella, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

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R. - Direi che si è concluso cercando di fare un reale momento di sintesi della straordinaria ricchezza di insegnamento prodotta dal pontificato in favore della Chiesa, come pure della forte azione pastorale nei confronti del mondo. Mondo che in questi 25 anni è chiaramente cambiato ed io penso che la Chiesa, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, abbia trovato una guida quanto mai sicura e profonda per il cammino che doveva intraprendere per la nuova evangelizzazione.

 

D. - Quale immagine del pontificato emerge dal mosaico dei diversi interventi?

 

R. - Emerge nitidamente quella di una “Chiesa a servizio dell’uomo”, che noi abbiamo posto come titolo di tutto il Congresso. Certamente, per leggere questo pontificato si può prendere la bella espressione che ricorderemo sempre: aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Non abbiate paura. Si può prendere come chiave di lettura anche quella che il Papa ha dato al titolo del Suo libro “Varcate le soglie della speranza”, così come si può prendere quella della conferenza che è mediata essenzialmente dalla prima enciclica del Papa: “La Chiesa a servizio dell’uomo”. Giovanni Paolo II, che è il segno dell’unità di tutta la Chiesa - insegnando Cristo che è la via della Chiesa - ha però anche detto che l’uomo è quel cammino che la Chiesa deve percorrere e che non può essere fermato da nessuno.

 

D. - Giovanni Paolo II: un Papa a un tempo maestro e pastore, filosofo, comunicatore, pellegrino di pace, profondamente mariano, giovane a dispetto dell’età, come ha dimostrato anche il Suo ultimo viaggio in Spagna. C’è un aspetto di questa figura così poliedrica che l’ha colpita di più o di nuovo, ascoltando i vari relatori?

 

R. - I vari relatori hanno realmente presentato degli aspetti complementari, l’uno con l’altro. Quello che ne è emerso è la profonda ricchezza di quest’uomo che tutti si domandano come faccia a rimanere ancora in possesso di una così grande giovinezza. Credo che la risposta sia questa: quando si rimane uniti profondamente a Cristo, come il Santo Padre lo è, non si può non rimanere giovani. Cristo ha lasciato impresso nella storia il segno dei suoi 33 anni di vita. La lezione che essenzialmente ne emerge è chiara e si riflette nel dinamismo vitale del Santo Padre: il suo essere ascoltato da ogni persona – sia essa giovane, adulta o anziana - è appunto segno evidente che il Papa sta portando a tutti la bella notizia del Vangelo.

 

D. - Nell’udienza di ieri, Giovanni Paolo II ha auspicato che teologia, filosofia e scienza aiutino l’uomo a percepire “la nostalgia di Dio”. Quasi un programma per l’Università Lateranense che lei, eccellenza, guida…

 

R. – Direi di sì. Non dimentichiamo che il Santo Padre è stato professore all’Università, è stato ricercatore, ha pubblicato libri: penso quindi che egli si senta direttamente coinvolto nell’affidare a quella che a Roma è la sua Università - per statuto ma anche per elezione - quella missione che ha vissuto nei suoi anni di insegnamento. E la nostalgia che è nel cuore dell’uomo - di cui parlava ieri Giovanni Paolo II - è nient’altro se non la profonda verità dell’uomo, che deve essere capace di rispondere alle domande di senso della sua vita e lo può fare in maniera completa e definitiva soltanto se si incontra con la verità del Vangelo.

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Dai ricordi del “Papa venuto da lontano” al “Duc in altum” con il quale Giovanni Paolo II ha aperto alla Cristianità le porte del terzo millennio. Nel mezzo, 25 anni di servizio alla Chiesa che hanno però contribuito a cambiare anche la storia del mondo e la sua geografia, a partire dall’amata Europa, come ricorda uno dei relatori della conferenza, l’arcivescovo di Coira, Amédée Grab:

 

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Effettivamente, da 20 anni – penso specialmente al discorso di Compostela nel 1983 – il Santo Padre chiama questa Europa, la invita, la risveglia, direi, la riconduce al suo battesimo, alla sua vocazione, alle sue radici nella loro configurazione occidentale, come in quella orientale, e quindi il Santo Padre ha svolto – specialmente dal momento in cui è caduto il Muro nel 1989 e si è pensato di allargare l’Unione Europea ai Paesi candidati dell’Europa centrale e orientale – una missione magisteriale di primissimo piano e di grandissima importanza ed è stato il tema meraviglioso dell’Assemblea particolare del Sinodo dei Vescovi per l’Europa nel 1991: questo invito alla condivisione dei doni, passando dal concetto di Paesi da assistere alla realtà di una perfetta uguaglianza nella dignità, in base alla ricchezza dell’eredità, fonte dalla quale si attingono i doni.

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SI CELEBRA DOMANI LA GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI:

SOLENNE MESSA NELLA BASILICA VATICANA PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE

CHE CONFERIRA’ L’ORDINAZIONE SACERDOTALE A 31 DIACONI

 

- A cura di Giovanni Peduto -

 

Alle ore 9 nella Basilica Vaticana il Pontefice conferirà domattina l’ordina-zione sacerdotale a 31 diaconi della diocesi di Roma, 14 dei quali provengono dal Seminario Romano Maggiore, 9 dal Seminario Redemptoris Mater e gli altri da vari Istituti (Almo Collegio Capranica, Pontificio Seminario Minore, Oblati della Madonna del Divino Amore, Società dell’Apostolato Cattolico, Società di Nostra Signora della Santissima Trinità, Associazione pubblica clericale “Figli della Croce”). Giovanni Peduto ha per l’occasione intervistato il rettore del Seminario Romano Maggiore, mons. Giovanni Tani:

 

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D. – Monsignore, una panoramica sui sacerdoti a Roma ...

 

R. – Negli ultimi 10 anni, complessivamente per tutta la diocesi di Roma, sono stati ordinati 318 sacerdoti e, negli stessi anni, 97 sono stati i decessi. Possiamo dire che l’andamento delle ordinazioni in questi 10 anni sia stata sulle 30 ordinazioni all’anno, per cui l’andamento più o meno si mantiene costante. Dobbiamo tenere conto però che l’anno prossimo, da questo Seminario usciranno soltanto 7 presbiteri.

 

D. – Mons. Tani, lei è da poco tempo rettore del Seminario Romano Maggiore. Come imposterà la formazione dei sacerdoti, tenendo presente i tempi che noi viviamo?

 

R. – Mi sembra che sia importante che chi si avvicina al sacerdozio si formi in maniera forte nella vita spirituale e nella preghiera. Che abbia contemporaneamente la possibilità di sviluppare una forte sintesi teologica, attraverso tutti gli studi, in maniera tale che possa uscire con delle idee ben precise, da arricchire anche durante tutto il corso della vita sacerdotale, e che sia capace, già dalla vita del Seminario, dalla vita comunitaria, di avere delle relazioni con gli altri, che siano buone, che siano equilibrate, che siano costruttive, in maniera tale che con questa struttura, il sacerdote che si trova in parrocchia, a contatto con gli altri sacerdoti e con la gente, possa esprimere una buona umanità e quindi, in maniera positiva, contribuire all’Evangelizzazione di questa città.

 

D. – Domani, domenica 11 maggio, è la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni e il Papa ha inviato un apposito messaggio. Ce ne vuole ricordare i tratti salienti?

 

R. – Il messaggio è intitolato “La vocazione al servizio”. Quello che è importante, interessante, è che il Papa non si ferma tanto a parlare del tipo di servizio, quanto piuttosto sottolinea che la dimensione radicale dell’uomo è quella di essere servo. Guardando Gesù e pensando all’uomo come creatura, quindi bisognosa di Dio e bisognosa degli altri, l’uomo deve riscoprire questa struttura di servo che lo rende umile e che lo rende attento agli altri, perché si rende conto che il suo essere al mondo non può essere soltanto per sé stesso, come la cultura contemporanea purtroppo sottolinea in maniera esasperata, ma un essere per gli altri, per Dio e a servizio dei fratelli.

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La nostra emittente curerà domattina la radiocronaca del sacro rito a partire dalle 8.50 sulle onde corte, le onde medie e la modulazione di frequenza, con il commento in italiano, e in spagnolo per la sola zona di Roma, nonché in portoghese per il Brasile via satellite.

 

In preparazione della Giornata di domani si svolgerà questa sera a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano una Veglia di preghiera per le vocazioni, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Il rito avrà inizio alle ore 20,30 e vi parteciperanno i 31diaconi che domani saranno ordinati sacerdoti dal Papa. Nel corso della Veglia verrà proiettato un video che illustrerà tre particolari contesti vocazionali: il Monastero di clausura di Lecceto in Toscana, l’impegno di alcune religiose con i bambini al Santuario del Divino Amore, il servizio dei diaconi nelle parrocchie.

 

 

SEGNI DI SPERANZA DALL’AUMENTO NOTEVOLE

DI CANDIDATI AL SACERDOZIO E DEI DIACONI PERMANENTI

 

- A cura di padre Vito Magno -

 

Le statistiche sulla situazione delle vocazioni sacerdotali e religiose nel mondo, aggiornate al dicembre 2001, elaborate dalla Banca Dati Rogate, presentano un quadro complesso e articolato che giustifica, attraverso il raffronto con le statistiche degli ultimi 25 anni, uno sguardo positivo su questo problema.

 

I sacerdoti diocesani e religiosi che, sommati, erano 420.971, nel 1978, alla fine del 2001 erano 405.067. I totali, quindi, sembrano tenere, anche se, lette per aree geografiche, le cifre confermano il sensibile calo, soprattutto di sacerdoti religiosi, in Europa, nel Nord America e in Oceania, a fronte di altrettanto sensibile aumento in Africa, Asia e in alcuni Paesi dell’America Latina. Senza dire dell’aumento notevole dell’età media del clero diocesano e religioso nei Paesi del nord del mondo. Sempre però, a proposito di totali va rilevato che, negli ultimi 25 anni, i diaconi permanenti sono passati da 5.562 a 29.204.

 

Molto rassicurante il dato attinente ai candidati al sacerdozio. Nel 1978, in tutto il mondo, erano 63.882; alla fine del 2001 si sono quasi raddoppiati, raggiungendo la somma di 112.244. In particolare in Africa, negli ultimi 25 anni, i seminaristi sono quadruplicati e in Asia sono quintuplicati, mentre in Europa dai 23.915 del 1978 sono passati a 25.908. Analoghe proporzioni si registrano per i novizi. E le suore? Qui la situazione può considerarsi più delicata: erano 990.768 nel 1978, ora sono 792.317 e il calo più sensibile si registra in Europa, Nord America e Oceania.

 

Se 25 anni fa la situazione vocazionale segnava il momento più critico della fase postconciliare, oggi il raffronto con le statistiche di allora contiene segni di speranza.

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con un articolo riguardante la situazione in Iraq: Usa, Gran Bretagna e Spagna presentano all'Onu una risoluzione per la revoca delle sanzioni.

Sempre in prima, Repubblica Democratica del Congo: notizie contraddittorie sull'incidente aereo.

 

Nelle vaticane, nel discorso alla Delegazione della Diocesi di Saint-Flour (Francia), il Papa ha sottolineato che non si può costruire l'Europa senza le sue radici cristiane. 

Un articolo di Giampaolo Mattei sulla conclusione del Congresso promosso dall'Università Lateranense in occasione del XXV anniversario di Pontificato di Giovanni Paolo II.

Una pagina dedicata all'Anno del Rosario con le iniziative di preghiera promosse nelle Diocesi italiane.

 

Nelle pagine estere, Medio Oriente: Bush propone incentivi economici per favorire la ripresa delle trattative.

Corea del Sud: il Presidente Roh negli Stati Uniti per colloqui sulla crisi nucleare.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Luciana Frapiselli sui quattrocento anni di fondazione dell'Accademia dei Lincei.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la situazione politica, con riferimento al tema dell'immunità parlamentare.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 maggio 2003

 

 

MONTENEGRO DI NUOVO ALLE URNE, MA NON SERVE PIÙ IL QUORUM:

VUJANOVIC FAVORITO NELLA CORSA ALLA PRESIDENZA

- Con noi, Federico Eichberg -

 

Per la terza volta da dicembre, il Montenegro affronterà domani le elezioni presidenziali: le prime due chiamate alle urne erano fallite per mancanza di quorum, a causa del boicottaggio dell’opposizione. La legge elettorale adesso è cambiata ed il candidato socialdemocratico Filip Vujanovic – attuale presidente ad interim – si dice certo di vincere contro gli avversari Miodrag Zivkovic, di Alleanza liberale, e Dragan Hajdukovic, di un gruppo civico. Ma perché tanta sicurezza da parte di Vujanovic? Giada Aquilino lo ha chiesto a Federico Eichberg, esperto del centro militare di studi strategici:

 

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R. – Perché non ha i rivali che nelle precedenti tornate avevano in qualche  misura messo a rischio questo successo. Il boicottaggio dei socialisti di Predrag Bulatovic questa volta si è concretizzato addirittura nella non presenza di un candidato alternativo, quindi Vujanovic sostanzialmente compete con partiti minori: l’Alleanza liberale ed una lista civica. Inoltre, da dicembre ad oggi sono mutate le condizioni relative al quorum: il Parlamento montenegrino infatti ha approvato una legge che consente l’elezione anche senza raggiungimento del quorum tradizionale, cioè del 50 per cento più uno degli elettori.

 

D. – Quindi che tipo di elezioni saranno? A senso unico?

 

R. – Si, nel senso che oggettivamente, già nelle scorse tornate, Vujanovic – pur non raggiungendo il quorum – aveva comunque raggiunto percentuali decisamente significative, che lo mettevano a riparo da qualsiasi possibile alternativa.

 

D. – Dopo la nascita a febbraio dell’Unione Serbia-Montenegro, oggi qual è il ruolo del presidente montenegrino?

 

R. – Il presidente montenegrino sicuramente da questa nuova formula ha tratto giovamento. Questa nuova formula ha oscurato l’astro nascente della politica jugoslava, che era  Vojislav Kostunica: con la scomparsa della Jugoslavia, Kostunica non ha più un ruolo politico, e questo per il Montenegro rappresenta un viatico per riprendere un proprio ruolo. Anche perché Kostunica, in Montenegro, non aveva particolari rapporti con il partito social-democratico: ne aveva di più con il partito socialista di Predrag Bulatovic.

 

D. – L’ex premier serbo Djindjic, assassinato a marzo, credeva che l’Unione Serbia-Montenegro potesse portare alla formazione di un nuovo mercato comune ed allo sblocco del processo di integrazione europea. È così?

 

R. – Djindjic sicuramente immaginava un completamento dell’Unione serbo-montenegrina – e quindi per esempio una tariffa doganale comune, delle regole comuni e così via – ma la immaginava all’interno di una più ampia area di libero scambio del sud-est europeo, che è la vera sfida di questa regione. L’integrazione verticale con l’Unione Europea avverrà nella misura in cui si completerà l’integrazione orizzontale fra i Paesi dell’area. Ad oggi, mancano solo gli accordi fra la Serbia-Montenegro ed i restanti Paesi dell’area balcanica: Bosnia-Erzegovina, Croazia, Albania e così via.

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LA PAROLE DEL PAPA IN SPAGNA PER LA PACE: NON RISPONDERE ALLA GUERRA

CON LA GUERRA. IN ONORE DI QUESTO TEMA LOPPIANO, VICINO FIRENZE,

 HA RECENTEMENTE ORGANIZZATO UNA GIORNATA DEDICATA AI GIOVANI

 

“Rispondete alla violenza cieca e all'odio disumano con l'affascinante potere dell'amore. Vincete l'inimicizia con la forza del perdono. Testimoniate con la vostra vita che le idee non si impongono, ma si propongono.” Così il papa ha parlato sulla pace nel suo viaggio in Spagna della settimana scorsa, ed è stata proprio all’insegna della pace la giornata recentemente organizzata, per i giovani, alla cittadella internazionale di Loppiano in Toscana, fondata nel 1965 dal Movimento dei Focolari. Ascoltiamo il servizio di Stefano Cavallo.

 

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Una giornata dedicata alla musica, alla pace, e alla fratellanza universale, in una cittadella - a venti chilometri da Firenze - dove l’unica legge in vigore è l’amore, e dove si vivono esperienze di Vangelo vissuto, come quella raccontata da Rainer, un ragazzo americano, e Mohamad, proveniente dall’Iraq:

 

“Sono Rainer e vengo da New York. Quando è scoppiata la guerra in Iraq, mi sembrava una tragedia. La fratellanza universale che sperimento qui, mi ha fatto capire che le persone che soffrono sono miei fratelli. Ho conosciuto Mohamad che viene dall’Iraq e siamo amici e sento che siamo della stessa famiglia”.

 

“Tante sere mi sono trovato a chiedere a Dio perché succedeva una cosa così. Pensavo alla mia famiglia a Baghdad, di cui non riesco ad avere più notizie. Guardando Gesù in croce, mi sono sentito come Lui, ma proprio questo mi ha fatto sentire non più debole. Lui mi dà la Sua forza, Lui prende nelle Sue mani tutto. Rainer, e quelli che sono con me qui a Loppiano, vivono con me ogni momento. Il mio dolore è il loro dolore. Anche questo mi fa credere che l’unità del mondo è possibile”.   

 

Ma come è nata la cittadella di Loppiano? Lo abbiamo chiesto direttamente ai suoi abitanti:

 

“Loppiano è nato con l’intenzione d’essere un piccolo Paese dove si vive nell’amore”.

 

“Un posto dove persone da tutto il mondo possono venire a vivere insieme con la spiritualità dell’unità, e da lì è partito, dal piccolo e si è sviluppato poi in questi anni, e dove ormai vivono 850 persone. È un pezzo di questo mondo realizzato come modello anche per il mondo intorno a noi”.

 

“Io sono venuto a Loppiano 33 anni fa e poco per volta la città è cresciuta, fatta da ragazzi e ragazze, giovani, famiglie, sacerdoti, religiosi e suore. E’ una città vera, dove si vive una legge comune che è l’amore scambievole”.

 

Loppiano basa le proprie fondamenta nell’amore verso il prossimo, e prima ancora verso Dio. Accanto ai concerti organizzati per la giornata, ci sono stati anche momenti dedicati alla preghiera:

 

“Chiediamo oggi la pace per tutte le guerre che ancora devastano il nostro pianeta con tre Ave Maria recitate in tailandese, in kirundi e in tedesco, poi, Katia e Serjei, di Mosca, ortodossi, pregheranno in russo e Jane, della Chiesa di Scozia, farà una preghiera in inglese”.

 

Gli oltre 6 mila giovani, convenuti a Loppiano per la giornata, hanno poi firmato un impegno a costruire la pace in ogni momento e in ogni situazione, inviando poi la sottoscrizione a Giovanni Paolo II e ringraziandolo per la Sua opera instancabile per la pace in tutto il mondo.

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CHIESA E SOCIETA’

10 maggio 2003

 

 

 

RESTANO ENTRO I LIMITI STABILITI LE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE DEL CENTRO TRASMITTENTE DI SANTA MARIA DI GALERIA. LO HA CONSTATATO

 LA COMMISSIONE BILATERALE ITALIA – SANTA SEDE, RIUNITASI IERI ALLA FARNESINA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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ROMA. = Si è riunita ieri alla Farnesina la Commissione bilaterale tra l'Italia e la Santa Sede per la soluzione dei problemi legati all'intensità delle emissioni elettromagnetiche della stazione Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria. Alla riunione, svoltasi sotto la presidenza del sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione e del sottosegretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, hanno preso parte rappresentanti ed esperti dei ministeri dell'Ambiente, delle Comunicazioni e della Salute, dirigenti e tecnici della Radio Vaticana ed esperti dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat). La Commissione ha preso atto “con compiacimento dei risultati delle misurazioni congiunte effettuate nei mesi di gennaio e marzo di quest'anno nell'area circostante l'emittente di Santa Maria di Galeria”'. Questi risultati confermano il mantenimento dei livelli di emissione al di sotto dei limiti imposti dal decreto ministeriale 381 del 1998, e quindi il perdurante rispetto degli impegni reciprocamente assunti con il verbale di Accordo dell'8 giugno 2001. Le due delegazioni hanno esaminato la situazione ed hanno convenuto di continuare il monitoraggio e di attuare ulteriori forme di collaborazione nell'interesse della popolazione residente nell'area.

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“DEHONIANI IN MISSIONE: CUORE APERTO E SOLIDALE”. QUESTO IL TEMA DEL XXI CAPITOLO GENERALE DEI SACERDOTI DEL SACRO CUORE DI GESU’

CHE SI APRIRA’ LUNEDI’ PROSSIMO A ROMA

ROMA. = Lunedì prossimo si aprirà a Roma il XXI Capitolo Generale della Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, Istituto fondato nel 1878 dal venerabile padre Leone Dehon e presente in 38 nazioni, con oltre 2 mila religiosi e sacerdoti. L’Assemblea, che si terrà nella Curia Generale e si concluderà il prossimo 13 giugno, sarà dedicata al tema: “Dehoniani in missione: cuore aperto e solidale”. “Il Capitolo Generale - sottolinea un comunicato dei padri dehoniani - vuole proiettare ancora di più la Congregazione, con cuore aperto e solidale, in quelle situazioni di ingiustizia sociale e di frontiera dove operano già tanti confratelli”. All’Assemblea parteciperanno più di 80 delegati provenienti da Asia, Africa, America ed Europa, per eleggere il nuovo Superiore Generale in sostituzione dell’argentino padre Virginio Domingo Bressanelli. “Nel Capitolo generale del 1997 – afferma padre Bressanelli - abbiamo approfondito la prima parte del progetto “Noi Congregazione” rispondendo alla sfida della globalizzazione con il principio teologico del Sint Unum”. L’Assemblea di quest’anno affronterà tre tematiche: il ritorno all’essenziale della vita cristiana, religiosa e dehoniana, il confronto con le sfide della nostra epoca, la specificità e la riqualificazione del servizio apostolico dei Dehoniani. “L’invito di padre Dehon ad uscire dalle sacrestie ed andare al popolo – conclude padre Bressanelli - ci invia ancora oggi nel mondo, alla gente, alle periferie e ci immette nei conflitti della strada dove si gioca, almeno in parte, il futuro dell’umanità”. (A.L.)

 

 

NEI CAMPI PROFUGHI DEL NORD DELL’UGANDA I SIEROPOSITIVI E LE PERSONE SOSPETTATE DI AVERE CONTRATTO L’AIDS VENGONO ISOLATE

SENZA CHE NESSUNO SI PRENDA CURA DI LORO. 

LO DENUNCIA L’UFFICIO JESUIT REFUGEES SERVICE DI KAMPALA

KAMPALA. = Nei campi profughi del complesso di Kyangwali, nel Nord Uganda, mancano del tutto le infrastrutture e le misure per combattere l’Aids. I sieropositivi ed anche le persone sospettate di avere contratto la malattia sono emarginate ed abbandonate, senza che nessuno si prenda cura di loro. La denuncia viene dall’Ufficio del Jesuit Refugees Service di Kampala, che nota “come gli ospiti dei campi non sono nemmeno sottoposti al test ma vengono direttamente emarginati per la paura e l’ignoranza”. Il gesuita del Jrs in Uganda, padre Juliet Nandawula, ha contattato la sede locale dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) per segnalare la situazione. L’Acnur ha risposto che quasi tutti i campi hanno programmi dedicati all’Aids. “Nonostante la disponibilità di servizi e programmi - spiega il Jrs - la risposta è ancora molto carente ed i rifugiati sono riluttanti ad accedervi sia per paura di essere isolati sia a causa delle barriere linguistiche”. Secondo il Jrs sono circa un milione le persone confinate, su ordine del governo, in villaggi protetti. “Noi preghiamo per i morti – concludono i gesuiti - e condividiamo il lutto dei familiari dei defunti e facciamo tutto quello che è in nostro potere per far sentire la nostra voce per le povere popolazioni del Nord Uganda”. (A.L.)

 

 

“UNA CULTURA DELLA VITA, A PARTIRE DELLA PASTORALE FAMILIARE”.

QUESTO IL TEMA DEL SECONDO INCONTRO CONTINENTALE DELLE COMMISSIONI NAZIONALI DI PASTORALE FAMILIARE CONCLUSOSI IERI IN MESSICO

 

TOLUCA. = Si è concluso ieri in Messico il secondo incontro continentale delle Commissioni nazionali di pastorale familiare, dedicato quest’anno a “una cultura della vita, a partire della pastorale familiare”. L’incontro, iniziato lunedì 5 maggio, quest’anno si è svolto a Toluca. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), con la collaborazione della Commissione episcopale di pastorale familiare della Conferenza episcopale messicana. Si incontrano vari vescovi e 17 delegazioni di Conferenze episcopali, distribuite sull’intero continente americano, con lo scopo di trovare nuove linee di azione pastorale per un rinnovato annuncio del Vangelo, all’interno di una cultura globalizzata, e per promuovere la formazione e lo sviluppo del rispetto e della dignità della persona umana. In base ai primi commenti dei partecipanti, con lo scorrere del tempo “le minacce contro la vita non diminuiscono”, ed i media non sempre vanno in direzione delle difesa della dignità dell’uomo: l’uso degli anticoncezionali, la sterilizzazione, l’aborto e l’eutanasia sono presentati come segni di progresso e conquista di libertà, mentre le scelte a favore della vita divengono nemiche della libertà individuale e del progresso”. “Mentre si proclamano i diritti inviolabili della persona umana e pubblicamente si afferma il valore della vita, viene praticamente negato il diritto stesso alla vita, specie nei momenti più significativi dell’esistenza: la nascita e la morte”. Ed un ulteriore motivo dell’incontro è stata la riflessione alla luce del Vangelo sul sacramento del matrimonio, sulla famiglia e sulla vita, per arrivare a proposte concrete in favore di una vita basata sul vangelo (S.C.)

 

 

I RIBELLI MAOISTI ED IL GOVERNO NEPALESE SI SONO INCONTRATI IERI A KATHMANDU PER IL SECONDO ROUND DI COLLOQUI DI PACE

 

KATHMANDU. = Si è svolto ieri a Kathmandu il secondo round di colloqui di pace tra ribelli maoisti e governo nepalese per porre fine al  conflitto che, a partire dal 1996 è costato la vita ad almeno settemila persone. Non ci sono state comunicazioni immediate sull’esito dell’incontro, ma secondo fonti ufficiali le due parti avrebbero comunque parlato anche della creazione di un Comitato per monitorare l’applicazione del cessate il fuoco concordato nel gennaio scorso fra guerriglieri ed esecutivo. Si è inoltre proposto di elaborare un codice di condotta che entrambe le parti dovranno rispettare nell’affrontare affrontare eventuali casi di violazioni dei diritti umani. Nel primo round di negoziati, svoltosi lo scorso 28 aprile, i ribelli avevano presentato agli esponenti governativi una lista di richieste, alle quali non sembra sia stata data risposta in questo secondo vertice. Non è stata neppure fissata una data per i prossimi colloqui, ma presto un gruppo ristretto di negoziatori si incontrerà  per decidere il nuovo appuntamento. È dal 29 gennaio di quest’anno che gli estremisti hanno deciso di intavolare trattative con il governo. Un primo tentativo di negoziati era fallito nel novembre 2001 provocando i combattimenti più accesi. I maoisti, guidati da Pushpa Kamal Dahal, vorrebbero rovesciare la monarchia costituzionale e procedere ad una radicale riforma agraria. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 maggio 2003

 

 

- A cura di Barbara Castelli-

 

Si riaccende la violenza nelle Filippine. Almeno 13 persone sono morte e altre 26 sono rimaste ferite oggi per l’esplosione di una bomba in un affollato mercato di Koronadal, nel sud del Paese. Tra i morti c’è anche l’attentatore. Le indagini si concentrano sul Fronte di Liberazione Islamico Moro, anche se il gruppo armato ha rifiutato la paternità dell’atto terroristico. A Manila nessuno sembra avere dubbi, anche perché è stato proprio un attentato contro i civili ad interrompere, nello scorso fine settimana, i colloqui di pace avviati dal governo.

 

Un lungo fine settimana attende il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ed i 15 membri del Consiglio di Sicurezza. Riuniti a Long Island, alle porte di New York, dovranno discutere della crisi in Medio Oriente ed in particolare dell’Iraq. Sul tavolo c’è la bozza di risoluzione presentata ieri dagli Stati Uniti. I dettagli nel servizio di Paolo Mastrolilli.

 

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Il testo assegna a Washington e a Londra l’amministrazione del Paese per almeno un anno, compresa la gestione delle risorse petrolifere per pagare la ricostruzione, togliendo subito l’embargo. Il capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, tuttavia, ha detto che non è possibile stabilire una scadenza temporale precisa, lasciando intendere che la presenza delle potenze definite occupanti potrebbe durare molto più a lungo. Il documento prevede, inoltre, la nomina di un coordinatore speciale dell’Onu per lavorare con americani e inglesi, ma non accenna al ritorno degli ispettori per cercare le armi che non sono state ancora trovate. L’ambasciatore russo ha accolto la risoluzione con prudenza, mentre il presidente francese, Jacques Chirac, e il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, hanno detto di essere favorevoli a soluzioni pragmatiche e negoziati costruttivi, ribadendo, però, la necessità di dare al Palazzo di Vetro un ruolo centrale per garantire la legittimità del futuro governo. La stessa Spagna, pur sponsor del testo, ha dichiarato che può essere migliorato. Sul terreno, intanto, è avvenuto un nuovo incidente: tre soldati americani sono morti quando il loro elicottero è caduto vicino al fiume Tigri.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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E forti critiche alla strategia americana nei confronti dell’Iraq sono giunte dal commissario europeo per lo sviluppo e gli aiuti umanitari, il danese Poul Nielson. “Gli Stati Uniti - ha detto ieri, di ritorno da Baghdad - hanno ormai le mani sul petrolio del Paese e presto cominceranno ad esportare greggio”.

 

L’ayatollah sciita Mohammad Baqer Hakim, capo dell’Assemblea suprema della rivoluzione islamica in Iraq, è rientrato stamani nel suo Paese. L’ayatollah, che ha intenzione di creare in Iraq una repubblica teocratica fondata sulla legge islamica, ha trascorso gli ultimi 23 anni in esilio in Iran. Intanto, un nuovo messaggio attribuito all'ex presidente iracheno Saddam Hussein è stato pubblicato oggi dal quotidiano arabo Al Qods al-Arabi. Nel testo si esortano gli iracheni a fare delle moschee dei centri di resistenza e si criticano i paesi vicini per l’atteggiamento tenuto durante la guerra e l’occupazione anglo-americana. 

 

Violente incursioni israeliane nella striscia di Gaza. L’esercito ha distrutto questa mattina la casa di un attivista palestinese – accusato di coinvolgimento nel lancio di razzi contro la cittadina di Sderot – ed ha bombardato il principale trasmettitore elettrico nella zona est di Gaza. La diplomazia, tuttavia, continua a muoversi per trovare una soluzione alla crisi israelo-palestinese: domani è in partenza da Bruxelles per il Medio Oriente l’alto rappresentante europeo per la politica estera, Javier Solana, mentre oggi è atteso in Israele il segretario di Stato americano, Colin Powell, per una missione incentrata sulla road map. Il servizio di Graziano Motta.

 

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La missione che Colin Powell intraprende in Medio Oriente - oltre che in Israele e nei Territori palestinesi, si recherà in Egitto, Giordania e Arabia Saudita - intende riattivare soprattutto il negoziato di pace, ma anche dischiudere - una volta stabilita questa - una nuova era di rapporti tra Stati Uniti e l’intera regione, all’insegna della collaborazione politica ed economica. L’iniziativa, che porta il marchio del presidente statunitense George Bush, riguarda la costituzione, entro un decennio, di una zona di libero scambio tra i Paesi del Medio Oriente e gli Stati Uniti, con la progressiva caduta di tutte le barriere doganali. Powell arriva per dare attuazione alla road-map: dall’israeliano Ariel Sharon e dal palestinese Mahmud Abbas, più noto come Abu Mazen, si attende non solo disponibilità di intenti, ma anche gesti concreti. A sostegno della road-map si è pronunciata una commissione del Congresso americano, che chiede a Israele di aiutare la nascita dello Stato palestinese; mentre all’Autorità palestinese non solo chiede di disarmare i gruppi armati, ma anche il rispetto delle regole democratiche e l’introduzione, nel sistema educativo, dell’insegnamento al diritto all’esistenza dello Stato d’Israele.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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5 morti e 85 nuovi casi in Cina; 2 decessi e altri 7 casi a Hong Kong e 5 morti e 23 ricoverati a Taiwan: si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime della polmonite atipica. Intanto, l’Italia ha stretto i controlli anti-Sars su porti e aeroporti, con il sì ieri del Consiglio dei ministri ad un provvedimento urgente che rende operative alcune misure di prevenzione. Tra gli accorgimenti introdotti,  che si aggiungono ad altri presi nei giorni scorsi, la misurazione obbligatoria della temperatura a tutti i passeggeri dei voli aerei provenienti da aree infette e interventi di isolamento (quarantena) qualora gli esperti della sanità aerea e marittima ravvisino una sintomatologia sospetta per Sars.

 

Il presidente sudcoreano, Roh Moo Hyun, partirà domani alla volta degli Stati Uniti, per un incontro al vertice con George Bush. Al centro della visita la sempre più intricata e grave crisi nucleare nordcoreana.

 

Un contingente della Forza “Enduring freedom” è stato attaccato oggi nei pressi di Khost, nell’Afghanistan centrale, da un gruppo di uomini armati non identificati. Nell'imboscata ha perso la vita un soldato delle forze governative, mentre uno americano è rimasto ferito. Nell’area di Khost, ha sede anche la task force “Nibbio” degli Alpini italiani.

 

In Islanda si vota oggi per il rinnovo del Parlamento. I risultati definitivi si dovrebbero conoscere domani mattina, ma sembra già restringersi il vantaggio del premier conservatore uscente David Oddsson, da 12 anni al potere nell’isola. Vincenzo Lanza.

 

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A minacciare la leadership governativa di Oddsson è la socialdemocratica Ingibjorg Solrun Gisladottir, anni fa attivista dell’ex partito delle donne islandesi e fino a pochi giorni fa sindaco della capitale Reykjavik. La Gisladottir, che potrebbe essere la prima donna a capo di un governo islandese, ha promesso di indire un referendum per discutere finalmente in Parlamento l’adesione o meno all’Unione Europea di cui l’attuale premier Oddsson non è certo un sostenitore. I 63 deputati, che verranno eletti dai cinque partiti in lizza, dovranno risolvere questioni come la riduzione fiscale e la costruzione di un impianto per l’estrazione di alluminio, estremamente inquinante, vicino al più grande ghiacciaio islandese.

 

Per la Radio Vaticana, Vincenzo Lanza.

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Oggi e domani i cittadini della Lituania decideranno in un referendum l’adesione del loro Paese all’Unione Europea. I primi risultati saranno disponibili domenica sera, ma secondo i recenti sondaggi a favore della integrazione con l’Ue si è pronunciato il 66% dei lituani.

 

E' stato arrestato, dopo 9 ore di caccia all’uomo, il presunto killer che nella notte è penetrato nella Cases Western Reserve University, negli Stati Uniti, aprendo il fuoco. L’uomo ha ucciso uno studente e ne ha ferito gravemente un altro. Per sbloccare la situazione sono intervenuti i reparti speciali della polizia di Cleveland, che proseguono a perquisire gli edifici nella ricerca di eventuali complici.

 

Un Tribunale dello Yemen ha condannato stamani a morte l’uomo che lo scorso dicembre ha ucciso 3 missionari cristiani americani. Questi ultimi lavoravano in un ospedale nella città di Jibla, nel sud del Paese.

 

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