RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 128 - Testo della
Trasmissione di giovedì 8 maggio 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Annunciato un viaggio
di Giovanni Paolo II in Bosnia Erzegovina per il 22 giugno.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Conclusione della 76.ma
Assemblea plenaria della Conferenza episcopale boliviana
Raid
israeliano a Gaza: ucciso un miliziano integralista di Ezzedin El-Qassam
Una
corte speciale giudicherà i responsabili di crimini commessi contro il popolo
iracheno
Il
Partito radicale basco Batasuna aggiunto dagli Stati Uniti nella lista nera
delle organizzazioni terroristiche
Polmonite
atipica: primo caso in Russia
Ripresi
ieri a Machacos, in Kenya, i colloqui di pace sul Sud Sudan
Al
via oggi la missione di pace Usa ad Islamabad per porre fine alle tensioni tra
India e Pakistan
Sventato
in Arabia Saudita un attacco terroristico di al Qaeda
Tragedia
in Ungheria: in uno scontro tra un treno e pullman turistico muoiono 32 turisti
tedeschi.
8
maggio 2003
LE RADICI CRISTIANE DEL VECCHIO CONTINENTE E LE
NUOVE SFIDE
NELL’INSEGNAMENTO CATCEHISTICO IN PRIMO PIANO
NEL DISCORSO
DEL PAPA AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO SUI
PRESBITERI NELLA CATECHESI IN EUROPA, PROMOSSO DAL CONSIGLIO DELLE
CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA
- Con
noi, mons. Aldo Giordano e mons. Cesare Nosiglia -
Bisogna
“riflettere sulle urgenze e le sfide della nuova evangelizzazione nel
continente europeo”. Così, Giovanni Paolo II, stamani, nel discorso ai
partecipanti al Convegno I Presbiteri nella Catechesi in Europa,
promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, ricevuti in
udienza nella Sala Clementina. Il Papa è tornato a ribadire la centralità delle
radici cristiane per la costruzione della nuova Europa. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
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L’edificazione della Chiesa “mediante
l’annuncio della Parola di Dio e l’insegnamento catechistico” è “il dono e il
compito primario” di vescovi e presbiteri. Il Papa ha messo l’accento su questo
punto, corredandolo con una profonda riflessione:
“Oggi il ministero del presbitero allarga sempre più i
suoi confini in ambiti pastorali che arricchiscono la comunità cristiana, ma
rischiano a volte di disperdere la sua azione in mille impegni e attività. La
sua presenza nella catechesi ne risente e può ridursi a momenti saltuari poco
incisivi per la stessa formazione dei catechisti”.
Il
presbitero, ha aggiunto, deve allora sentire “come un debito verso tutto il
popolo di Dio quello di trasmettere il Vangelo e di farlo con la più attenta preparazione
teologica e culturale”. Non solo, in quanto “primo catechista nella comunità”,
ha avvertito, il presbitero, specie se parroco, è “chiamato ad essere il primo
credente” e a dedicare “un’assidua cura al discernimento e all’accompagnamento
delle vocazioni per il servizio catechistico”. Come “catechista dei
catechisti”, ha aggiunto, “non può non preoccuparsi della loro formazione
spirituale, dottrinale e culturale”. Il Papa ha poi rivolto un pensiero
speciale al futuro del Vecchio Continente:
“Tutti sono chiamati a cooperare alla nuova
evangelizzazione, per mantenere e rivitalizzare le comuni radici cristiane. La
fede cristiana rappresenta il più ricco patrimonio a cui i popoli europei
possono attingere per realizzare il loro vero progresso spirituale, economico e
sociale”.
E’ allora quanto mai necessaria, ha detto, la catechesi
in famiglia, nel mondo del lavoro come nella scuola e nei mass media, affinché
siano coinvolti presbiteri, laici, parrocchie e movimenti. In tale contesto, il
Pontefice ha messo l’accento sull’utilizzo e lo studio del Catechismo della
Chiesa cattolica. Un “indispensabile vademecum”, lo ha definito, offerto a
tutti i fedeli “per guidare la catechesi su vie di un’autentica fedeltà a Dio e
agli uomini del nostro tempo”.
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Sull’incontro dei vescovi e dei
responsabili della catechesi d’Europa, iniziato lunedì e concluso questa
mattina a Roma, ci riferisce Carla
Cotignoli:
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“Una delle ricchezze di questo
incontro è che si sperimenta che cosa significa cattolicità europea” – ci ha
detto mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze
episcopali europee, l’organismo che ha promosso l’incontro. Infatti è stato
dato ampio spazio ai lavori di gruppo, che hanno permesso un ricco scambio
delle problematiche e delle esperienze
pastorali in atto nelle diverse aree del continente europeo. Al microfono di
Fabio Colagrande, ascoltiamo in proposito lo stesso mons. Giordano:
“Sia nei Paesi che hanno vissuto 50 anni di comunismo, sia
per i Paesi occidentali che vivono una sorta di ateismo pratico, c’è una nuova
domanda: è giunto il momento di un
nuovo annuncio. Riguardo i sacerdoti si sente l’esigenza di chiarire l’identità
del sacerdote, un sacerdote che sa qual è il suo ministero, ma che nello stesso
tempo è inserito nella comunità con la varietà dei suoi doni. Ci sono dei
segnali ed esperienze anche molto positive che emergono da varie Chiese
d’Europa”.
Il Papa oggi ha nuovamente ribadito l’urgenza
dell’evangelizzazione, proprio perché “la fede cristiana rappresenta il più
ricco patrimonio per il progresso del continente europeo”:
“Emerge anche in questi giorni che il cristianesimo ha
dentro di sé una potenzialità di umanità, di socialità, di fraternità che è
indispensabile per l’Europa e quindi i sacerdoti sentono che non possono
privare l’Europa di questo enorme dono”.
Certo non mancano le difficoltà nell’attuale contesto in
continua trasformazione che esige aggiornamento, formazione permanente, prima
di tutto per i sacerdoti. Se ne è parlato in profondità in questi giorni. Ma il
sacerdote non è solo. Molti sono i fermenti di vitalità nelle comunità
cristiane, chiamate a mostrare il volto della Chiesa del Concilio, la
Chiesa-comunione. E’ questa una realtà? Sempre al microfono di Fabio
Colagrande, risponde mons. Cesare Nosiglia, vice-gerente di Roma e delegato del
Consiglio delle Conferenze episcopali europee per la catechesi in Europa:
“La Chiesa-comunione non è ancora del tutto realizzata
anche se sta camminando. Ci sono segnali carichi di grande speranza. Sotto
questo profilo c’è un forte impegno anche da parte dei laici, da parte delle
religiose, da parte un po’ di tutti i soggetti ecclesiali. L’importante è che
questa corresponsabilità, di una Chiesa comunione, in cui ciascuno ha il suo
compito, sia svolto tenendo conto di tutti gli altri carismi e doni,
valorizzando tutti in vista di uno scopo preciso e fondamentale che è quello di
annunciare Gesù Cristo, di vivere Gesù Cristo, di offrire in Lui la risposta a
tutti i problemi, alle esigenze della gente di oggi. In questo senso il
sacerdote ha un grande compito, perché è lui che deve essere l’animatore, la
guida, il coordinatore, però deve saper molto ascoltare e mettersi in un
confronto continuo anche con chi vive di fatto dentro il mondo, tipo i laici, e
quindi un dare e ricevere per far crescere una Chiesa che sia comunione e
missione credibile e significativa nel suo essere Chiesa e nel proporre il
Vangelo nel mondo di oggi”.
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“CRESCETE
NELLA SANTITA’”: LA SFIDA DI SANTO STANISLAO
A TUTTI I FEDELI LETTERA DEL PAPA PER I 750 ANNI DALLA SUA
CANONIZZAZIONE
- A cura di Roberta Gisotti -
Una giornata davvero particolare quella di oggi per la
Polonia che commemora i 750 anni dalla canonizzazione di Santo Stanislao, Patrono
di tutta la Nazione, Martire di Cracovia, di cui fu vescovo dal 1071 fino alla
morte nel 1079, elevato agli onori degli altari nel 1253 da Innocenzo IV. In
questa occasione il Papa ha inviato una Lettera all’arcidiocesi di Cracovia e
alla Chiesa in Polonia. Il servizio di Roberta Gisotti.
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Già ieri Giovanni Paolo II,
all’udienza generale si era rivolto ai pellegrini polacchi in Piazza San
Pietro, per unirsi a loro – aveva annunciato - in pellegrinaggio spirituale
sulla tomba di Santo Stanislao nella cattedrale di Wawel e nel luogo della sua
morte, a Skalka. Ed oggi un altro annuncio importante, la possibilità concessa
dal Papa a tutti i fedeli che si recheranno in quei luoghi santi di ottenere la
grazia dell’indulgenza plenaria. La memoria di questo Santo, le cui vicende
umane segnarono così profondamente la storia della Polonia, e la cui devozione
si è vivificata costantemente nel corso dei secoli, rappresenta anche oggi per
i pastori, vescovi e sacerdoti dei nostri giorni un modello da imitare, come
sottolinea il Papa nella Lettera: “c’è
bisogno - scrive - di coraggio nel trasmettere e nel difendere il santo
deposito della fede, e allo stesso tempo di quell’amore di Dio che si manifesta
in una incessante sollecitudine per l’uomo, per ogni figlio di Dio esposto alle
avversità che sembrano spegnere la luce della speranza nella vittoria della
verità, del bene e della bellezza, in un futuro migliore nella realtà temporale
e nell’eterna felicità nel regno di Dio.”
Santo Stanislao – ricorda il Santo Padre nella Lettera –
insegnò l’ordine morale nella famiglia fondata sul matrimonio sacramentale.
Insegnò l’ordine morale all’interno dello Stato, ricordando perfino al re, che
nel suo agire deve tener presente l’immutabile Legge di Dio. Difese la libertà,
che è il fondamentale diritto di ogni uomo e che nessun potere, senza violare
l’ordine stabilito da Dio stesso, può togliere ad alcuno senza una ragione”.
Oltre che Patrono dell’ordine morale e sociale, fu anche patrono dell’unità
nazionale e delle lotte per la sopravvivenza della Patria durante la seconda
guerra mondiale.
“Un esempio dell’eroismo della fede, della speranza e
della carità, che viene realizzato per ogni giorno e che assume la forma
dell’eroismo quotidiano. Questa catena di santità, il cui primo anello in terra
polacca è Santo Stanislao, non può essere interrotta”, ammonisce Giovanni Paolo
II, richiamando tutti “i figli della terra polacca”, a sentirsi “responsabili
per il suo prolungamento” e “per trasmetterlo “alle generazioni future come il
più prezioso tesoro. Ecco la sfida - conclude il Papa - che Santo Stanislao
pone oggi a tutti i fedeli: crescete nella santità!”.
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Giovanni
Paolo II compirà un viaggio apostolico in Bosnia Erzegovina, per un solo
giorno, domenica 22 giugno. Lo ha annunciato ufficialmente questa mattina il
direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro Valls, precisando
che il Papa si recherà a Banja Luka, per la beatificazione del servo di Dio
Ivan Merz, giovane laico vissuto tra l’Ottocento e il Novecento. Sarà questo il
viaggio apostolico numero 101.
Dopo il viaggio in Spagna della settimana scorsa e prima
di quello in Bosnia Erzegovina, Giovanni Paolo II ha in programma il 100.mo
viaggio internazionale, dal 5 al 9 giugno, in Croazia.
ALTRE
UDIENZE, NOMINE E RINUNCE
Proseguono le udienze del Papa ai vescovi indiani di rito
siro-malabarese, in visita “ad Limina Apostolorum”: ricevuti stamane altri
cinque presuli.
APERTO ALL’UNIVERSITA’ LATERANENSE IL CONGRESSO SU
GIOVANNI PAOLO II
PER I
25 ANNI DI PONTIFICATO
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
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I
cinque lustri di un Papa polacco, che ebbe personalmente a riconoscere tempo
addietro un fatto incontestabile all’anagrafe: quello di essere diventato nel
tempo “più romano che cracoviense”. La Curia romana, il mondo della cultura
cattolica italiano e polacco si sono riuniti - da questa mattina e fino a
sabato prossimo - per celebrare, in modo solenne e approfondito, i 25 anni
dalla salita di Giovanni Paolo II al soglio di Pietro. Un pontificato che i
numeri indicano come staordinario, ma che già negli anni precedenti a quello
storico 16 ottobre 1978 ebbe la possibilità di essere, ancorché inatteso, in
qualche modo “preparato” durante gli anni del Karol Wojtyla studente, sacerdote,
docente, vescovo.
Proprio gli anni “polacchi” del Pontefice sono stati oggetto
della prima mattinata di lavori al congresso internazionale organizzato
dall’Università Lateranense. Davanti a circa 500 persone – tra studenti,
docenti e personalità religiose e civili – il cardinale segretario di Stato,
Angelo Sodano, e il vescovo Rino Fisichella, rettore della Lateranense, hanno
aperto il solco nel quale si sono susseguiti gli altri relatori. Il segretario
di Stato ha annunciato che per il 16 ottobre, anniversario del Pontificato,
tutti i cardinali verranno a Roma per festeggiare il Papa. “La Chiesa a
servizio dell’uomo” recita la seconda parte del titolo della conferenza: Chiesa
e uomo, ha precisato subito mons. Fisichella, sono le due chiavi interpretative
per cercare di comprendere “la multiforme azione pastorale” del Papa in questi
25 anni. Mons. Rylko, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ha analizzato,
subito dopo gli interventi introduttivi, l’inscindibile legame che la Chiesa di
Roma e quella di Cracovia custodiscono sin dagli albori della predicazione cristiana.
Nel cuore di quella che è stata definita “Roma polacca”, Karol Wojtyla è
cresciuto e si è formato, imbevendosi degli aspetti profondi e tragici che hanno
segnato la storia religiosa di Cracovia, a partire dal martirio del vescovo Santo
Stanislao avvenuto sulle pietre della cattedrale di Wawel. La stessa che,
secoli dopo, l’arcivescovo Wojtyla calcherà nei 20 anni del suo ministero arcivescovile.
Ma il legame tra le due città e le due Chiese si consolida ulteriormente con la
presenza del futuro Papa ai lavori del Concilio Vaticano II. Tornato in Polonia,
dopo la conclusione della storica assise ecumenica, l’arcivescovo Wojtyla convoca
un sinodo diocesano per permettere alla Chiesa di cui è pastore di conoscere i
grandi temi e i grandi insegnamenti del Concilio. Il sinodo, inaugurato nel
’72, sarebbe dovuto finire nel ’79. Un anno prima, Karol Wojtyla diviene
Giovanni Paolo II, e il rapporto tra le due Chiese “sorelle” di Roma e Cracovia
trova in lui una più alta forma di consacrazione.
I vincoli tra Roma e la Polonia non si esauriscono solo in
questa dimensione ecclesiale. C’è anche quella culturale e accademica,
ricordata questa mattina dal rettore dell’Università polacca di Lublino, padre
Andrzej Szostek. E’ in quella università che – appena 34.enne – il prof.
Wojtyla tiene il suo primo corso di etica. Ed è sempre lì che il magistero del pontificato mette i primi
germogli nella mente e nel cuore di colui che i docenti dell’epoca descrissero
in possesso di “impressionanti doti umane e accademiche”. Il rispetto dell’uomo
come dono di Dio, delle sue libertà religiose e dei suoi diritti civili,
oggetto di coraggiose prese di posizione da parte dell’arcivescovo Wojtyla
contro le vessazioni prodotte dai dogmi del socialismo reale in epoca
comunista. Ma anche la dimensione dell’amore coniugale e della vita nascente,
sacra e inviolabile sin dal concepimento. Queste tematiche sono tutt’ora
oggetto, ha ricordato il rettore della Cattolica di Lublino, di periodiche
lezioni e di pubblicazioni in serie. Con il suo arrivo a Roma, Giovanni Paolo
II trasferisce la dottrina di quel cenacolo nei sui insegnamenti e nelle strutture
pontificie, come testimonia L’Istituto che porta il suo nome creato all’interno
della Lateranense. Un Papa polacco, dunque, “venuto da lontano”, come ha sottolineato
un altro dei relatori intervenuti oggi, il giornalista e scrittore Vittorio
Messori. Ma anche un Papa “vicino, vicinissimo per istinto, per carisma – ha affermato
Messori - al cuore due volte millenario di quella Chiesa” per la quale, per
dirla con Dante Alighieri, “anche Cristo è romano”.
Dalla Pontificia Università Lateranense, Alessandro De
Carolis, Radio Vaticana.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
“Crescete nella santità!” è il
titolo che apre la prima pagina, in riferimento alla Lettera di Giovanni Paolo
II all'arcidiocesi di Cracovia e alla Chiesa di Polonia per il 750.mo di
canonizzazione di Santo Stanislao.
Il sacerdote è “catechista dei
catechisti” è il titolo, sempre in prima, riguardo al discorso del Papa ai
partecipanti ad un Convegno promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali
d'Europa.
Una
riflessione di Giorgio Rumi dal titolo: “Cosa rimane oggi della vicenda Moro?”:
a venticinque anni dal barbaro assassinio.
La notizia dell’uccisione di un
sacerdote a Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo.
All’interno, una pagina con il
testo integrale della Supplica del SS. Rosario di Pompei: il testo si
staglia su una grande foto con la Corona del Rosario tra le mani del Santo
Padre.
Nelle vaticane, l’articolo
dell’inviato Francesco Maria Valiante a Pompei, in occasione delle celebrazioni
della solenne ricorrenza presiedute dal sostituto della Segreteria di Stato,
arcivescovo Leonardo Sandri.
Un articolo di Giampaolo Mattei
sul Convegno presieduto dal cardinale Angelo Sodano all'Università Lateranense,
dedicato ai 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II.
Nelle pagine estere, Iraq: Bush
annuncia una risoluzione all’Onu per la revoca delle sanzioni economiche.
Medio Oriente: attesa per la
ripresa al Cairo dei colloqui interpalestinesi.
Riguardo alla questione
nucleare, Seoul sollecita Pyongyang ad un “primo passo” distensivo.
Nella pagina culturale, un
articolo di Antonio Chilà su un volume di Giovanni Armillotta, che ripercorre
le tappe della politica estera egiziana dal 1967 al 1986.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la situazione politica, con particolare riferimento al tema dell’immunità
parlamentare.
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8 maggio 2003
NUOVE SPERANZE PER UNA MORATORIA DELL’ONU SULLE
ESECUZIONI CAPITALI
-
Intervista con Sergio D’Elia -
Due nuove condanne a morte sono state eseguite martedì
scorso negli Stati americani del Texas e della Georgia. In quest’ultimo caso
un’iniezione letale ha messo fine ai giorni di un pluriomicida dopo 30 anni
trascorsi nel braccio della morte. Ma sul fronte della pena capitale è da
segnalare in questi giorni un passo incoraggiante. Il governo italiano ha
annunciato infatti la sua disponibilità a presentare, durante il semestre di
presidenza dell’Unione Europea, la proposta di moratoria delle esecuzioni
capitali alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. La decisione,
comunicata dal vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, è stata accolta
con molta soddisfazione e un pizzico di sorpresa da “Nessuno tocchi Caino” che,
insieme ad altre organizzazioni come “Amnesty International”, “Comunità
di Sant’Egidio”, e “Associazione 11 settembre”, da tempo lotta contro la pena
di morte. Al microfono di Adriana Masotti, sentiamo Sergio D’Elia, segretario
di “Nessuno tocchi Caino”.
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R. – E’ un annuncio che noi abbiamo voluto in questi anni che arrivasse,
e nel momento in cui è arrivato ci ha
anche in parte sorpreso, per come è stato fatto, cioè per l’occasione in cui è
stato espresso, nell’incontro cioè che è avvenuto a Palazzo Chigi fra
Gianfranco Fini e George Ryan, l’ex governatore dell’Illinois, l’uomo della
moratoria negli Stati Uniti, e peraltro, anche nel merito delle cose dette da
Gianfranco Fini, il quale ha detto che il modo corretto di porre la questione
della pena di morte è quello della moratoria, per evitare che ci siano scontri
di civiltà, contrapposizioni sterili sul piano religioso, politico, di
principio. Quindi, in maniera molto pragmatica il governo italiano ci dice:
intanto una moratoria dell’esecuzione stabilita dall’Onu …
D. – Perché chiedere l’abolizione tout court della pena di morte poteva
non essere la strada giusta da percorrere?
R. – Perché avrebbe in un colpo solo spaccato il mondo in
due parti, come scrivere su una lavagna nera da una parte i buoni e dall’altra
i cattivi. Noi sappiamo che non è una questione di bene o di male che si
debbono scontrare, ma è una questione di diritto. Intanto, la moratoria
significa una sospensione delle esecuzioni capitali. Significa dialogo nei
confronti di coloro che mantengono la pena di morte, dicendo “studiate la
questione”... Come ha fatto il governatore dell’Illinois, il quale da
fortissimo fautore della pena di morte è arrivato alla conclusione che l’unico
modo per risolvere il rischio di uccidere un innocente sia quello di mettere in
discussione proprio il sistema della pena di morte. “Come può essere successo
nel mio Stato - lui si è chiesto - che ben 13 persone su 25 siano state
riconosciute innocenti, una delle quali addirittura 48 ore prima
dell’esecuzione, e dopo che si era fatto 16 anni di braccio della morte?”.
D. – Che
speranze quindi avete perché si arrivi a questa moratoria?
R. – La prima
volta che l’Italia presenta una proposta di sospensione della pena di morte a
livello Onu è nel ’94. Quella proposta fu battuta per otto voti. Sono passati
quasi 10 anni e in 10 anni la situazione della pena di morte nel mondo è
completamente cambiata. Sono oltre 30 i Paesi che nel frattempo hanno deciso di
passare da un fronte, quello dei mantenitori, all’altro, quello degli
abolizionisti di diritto o di fatto. Nell’ultima Commissione dei diritti umani,
sulla proposta di moratoria delle esecuzioni capitali in vista dell’abolizione
della pena di morte, ci sono stati 75 co-sponsor, che è un numero che non si
era mai verificato. Nel mondo oggi noi abbiamo oltre 120 Paesi sui 191, che
fanno parte della comunità internazionale, che hanno abbandonato la pratica
della pena di morte, e di quelli che rimangono solo la metà hanno praticato
esecuzioni capitali. Quindi, una risoluzione sulla moratoria noi non abbiamo
davvero dubbi che possa essere approvata a maggioranza assoluta nell’Assemblea
generale dell’Onu.
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SCOPRIRE
IL FASCINO DELL’ORIENTE ORTODOSSO E’ IL MOTIVO DEI CONVEGNI
PROMOSSI
DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA “INSIEME PER L’ATHOS”,
CON
NOI IL PRESIDENTE GIUSEPPE BALSAMA’
-
Servizio di Giovanni Peduto -
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“Athos, luce
dell’Oriente cristiano” è il tema del 2° Convegno, che si celebrerà sabato
prossimo ad Ariccia, vicino Roma, nei locali dello storico e prestigioso
Palazzo Chigi, per iniziativa dell’Associazione culturale “Insieme per l’Athos”
costituitasi nel febbraio del 2001 con lo scopo di esaminare, approfondire ed esaltare,
attraverso iniziative di natura diversa - convegni, seminari, tavole rotonde,
pellegrinaggi, pubblicazioni scientifiche - tutti gli aspetti che rendono unico
nel suo genere questa regione monastica autonoma in terra di Grecia. L’Aghion
Oros o Santo Monte, che dipende direttamente dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli,
da ormai 15 secoli, fin dagli insediamenti dei primi monaci che alcuni fanno
risalire al terzo secolo dopo Cristo, rappresenta un punto di riferimento non
solo per i cristiani ortodossi ma per tutti i credenti. Con noi il presidente
dell’Associazione “Insieme per l’Athos”, il dottor Giuseppe Balsamà:
D. – Qual è il fascino del Monte Athos, oggi?
R. – E’ il profumo di santità che si sprigiona dai venti
monasteri e ti avvolge. E’ la luminosità dei volti di questi asceti che si
abbandonano a Dio. Sono le note melodiose e armoniose del silenzio che subito
ti conquista. Una realtà mistica, pura, incontaminata, dove si incontra Dio.
D. – E il messaggio del Monte Athos?
R. – Semplice: la forza misteriosa della preghiera.
Pregare incessantemente, pregare con il cuore. In una parola, essere preghiera
come questi umili monaci immersi nel silenzio: anche noi dobbiamo imparare a
pregare Dio, chiedendogli perdono per ogni peccato del mondo.
D. – Come siete arrivati a questa Associazione?
R. – Dopo un pellegrinaggio sull’Athos con alcuni
amici nell’Anno del Giubileo. Tanta è stata l’emozione che è nato in noi il
desiderio di testimoniare con gioia e partecipare agli altri, in Italia, a
tutti, questa esperienza. Ed è così che è nata l’Associazione “Insieme per
l’Athos”, che oggi conta 50 soci.
Questo secondo Convegno, patrocinato dal Comune di Ariccia
e dalle Ambasciate di Bulgaria, Grecia, Romania, Serbia, Montenegro, Ucraina, e
al quale parteciperanno rappresentanze dei patriarcati ortodossi, nonché
qualificati, studiosi, è un’occasione per ripercorrere ciò che nella storia, e
ancora oggi, ha rappresentato e rappresenta il Monte Athos, soprattutto
per questi Paesi. L’Associazione, con questa sua iniziativa, vuole fornire un
contributo alla conoscenza di questa mistica realtà dove tutto è ancora
immutato, puro, dove regna il silenzio, dove si incontra Dio, come ci ha detto
il presidente dell’Associazione. Anche quest’anno l’Organo politico esecutivo,
che governa la Penisola athonita, la Sacra Epistasia, e che ha la sua
sede nel capoluogo, Kariés, ha sostenuto la manifestazione con il suo appoggio
e la sua benedizione.
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8 maggio 2003
L’IMPEGNO CONCRETO DELLA CHIESA PER LA PACE IN
COLOMBIA
ANNUNCIATO DAI VESCOVI DEL PAESE, MARTORIATO DA ANNI
DI CONFLITTO INTERNO,
A CONCLUSIONE DEL 2° CONGRESSO NAZIONALE DI
RICONCILIAZIONE
- A cura di Maurizio Salvi -
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BOGOTA’. = Al termine, ieri, del secondo Congresso nazionale di riconciliazione, promosso
dalla Chiesa colombiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia
e la Pace, arcivescovo Renato Raffaele Martino, ha chiesto, in nome di Giovanni
Paolo II ai guerriglieri delle Farc, la immediata liberazione di tutti gli ostaggi.
Sappiate che utilizzando l’arma della violenza – ha sostenuto il presule – non
si ottiene nulla di positivo per la società. A conclusione di tre giorni di
lavoro i congressisti hanno approvato un documento in cui sostengono che la
Chiesa si assume l’impegno pubblico di stimolare in Colombia un dialogo
umanitario che possa sostituire quella violenza che pochi giorni fa ha causato
la morte di 10 ostaggi in mano alle Farc. Comunque, come aveva ricordato il
vice presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Luis Augusto
Castro, si tratta di un’azione di mediazione pastorale, avvicinamento,
promozione della volontà di incontro e non di negoziato politico diretto che è
invece compito specifico dello Stato. Inoltre, durante una conferenza stampa
sono state illustrate linee di azione per un processo di riconciliazione
integrale e sostenibile. A questo fine si è detto fondamentale che non solo le
Farc ma anche l’Esercito di Liberazione nazionale prendano contatto con le
commissioni create tempo fa per facilitare il
dialogo e di cui fanno parte esponenti della Chiesa
cattolica colombiana. Solo questi contatti – assicura il documento finale –
permetteranno di raggiungere accordi capaci di consolidare la pace nel Paese.
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LE
CHIESE DI TAIWAN DEDICHERANNO LA GIORNATA DI DOMENICA PROSSIMA
ALLA
PREGHIERA PER LE VITTIME DELLA POLMONITE ATIPICA. LO HA ANNUNCIATO IERI IL
CARDINALE PAUL SHAN KUO-HSI, VESCOVO DI KAOHSIUNG
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
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TAIPEI. = “Domenica prossima, 11 maggio, tutte le chiese
cattoliche e le parrocchie di Taiwan dedicheranno la giornata alla preghiera
per le vittime della Sars”. Ad annunciare l’iniziativa all’Agenzia Fides è
stato ieri il cardinale Paul Shan Kuo-hsi, vescovo di Kaohsiung. “Non bisogna
diffondere il panico fra la popolazione per la polmonite atipica - ha detto il
porporato - ma pregare e mostrare solidarietà a medici e pazienti". Il
cardinale ha anche informato che la Chiesa locale ha adottato le misure
indicate a Hong Kong. “Durante la liturgia – ha spiegato il cardinale - abbiamo
chiesto ai fedeli di portare le mascherine, evitare i contatti personali e
prendere la comunione fra le mani”. Nonostante ciò, l'atmosfera fra la gente comincia
a farsi più tesa soprattutto perché i mass media accrescono con toni
allarmistici la paura del contagio. Il cardinale Paul Shan Kuo-hsi ha inoltre
espresso il proprio “apprezzamento ai medici che stanno offrendo le loro
energie, mettendo persino a repentaglio la loro vita, per combattere questo
flagello”. Secondo il direttore delle Pontificie opere missionarie dell’isola,
padre Lorenzo Fornaro, “la lezione che ci viene dalla diffusione della Sars è
quella di imparare a guardare l’uomo al di là della sua appartenenza religiosa,
culturale, sociale comportandoci senza indugio come veri fratelli”. “Questo
virus - ha affermato padre Fornaro - ha creato nella comunità cristiana un
risveglio spirituale: c'è un afflato maggiore alla preghiera e alla conversione
e si prega in modo incessante con il Rosario”. A Taiwan, dove il decesso di
altre tre persone a causa della polmonite atipica ha fatto salire a 14 il
bilancio totale delle vittime, sono state messe in quarantena 7 mila persone.
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AL
TERMINE DELLA 76.MA ASSEMBLEA PLENARIA
DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE BOLIVIANA I VESCOVI SUDAMERICANI
ESORTANO
IL GOVERNO AD AGIRE PER LA DEMOCRAZIA NEL PAESE
LA PAZ.
= “Bisogna salvare la Bolivia proteggendo e rafforzando le istituzioni democratiche”:
è questo il messaggio diffuso dai vescovi del Paese al termine della 76.ma
assemblea plenaria della Conferenza episcopale della Bolivia. Come inoltre
dichiarato dal presidente della Conferenza episcopale locale, il cardinale
Julio Terrazas Sandoval, “la democrazia è il mezzo più valido per organizzare
la vita politica e sociale di tutti, senza eccezioni, ed è ciò che ci permetterà
di raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo umano, giusto e degno”. I presuli
hanno inoltre esortato il governo ad agire con maggiore prontezza e a chiarire
le opposizioni ad attitudini non belligeranti. E intanto è stata fissata per il
prossimo 25 maggio una Campagna nazionale di preghiera per la giustizia, la verità,
l’amore e la libertà in Bolivia, secondo i quattro cardini della pace indicati
da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Pacem in terris”. (S.C.)
“TORNINO I CRISTIANI NEI
LUOGHI SANTI”.
QUESTO L’APPELLO DEL CUSTODE DI TERRA SANTA, PADRE
GIOVANNI BATTISTELLI
WASHINGTON. = “Il futuro dei
luoghi cristiani in Terra Santa dipende in gran parte dall’afflusso dei
pellegrini, che possono visitarli senza timore di essere coinvolti in
attentati”. Lo ha ribadito il custode di Terra Santa, padre Giovanni
Battistelli, facendo eco ai numerosi appelli rivolti ai fedeli dalla
delegazione dei vescovi italiani in occasione del loro recente pellegrinaggio
di solidarietà a Gerusalemme. “La visita ai Luoghi Santi, ha detto il religioso
francescano da Washington - è importante non solo per il bene spirituale dei
pellegrini, ma anche per l’economia locale, che dipende in gran parte dal
turismo”. Secondo padre Battistelli, i pellegrini non hanno motivo di temere
per la loro incolumità, poiché gli attacchi suicidi palestinesi riguardano la
parte ebraica di Gerusalemme Ovest e non l’area di Gerusalemme Est dove sono
situati la maggior parte dei luoghi cristiani. La situazione è tranquilla anche
a Nazareth e in Galilea, mentre per quanto riguarda Gerico e Betlemme può
accadere che l’esercito israeliano chiuda le città per un breve periodo. “E’
importante – ha aggiunto padre Battistelli - che i lavoratori del settore
turistico sentano la solidarietà dei cristiani nel mondo, dal momento che
lavorano per loro”. Dall’inizio della cosiddetta seconda intifada, nel
settembre del 2000, il turismo in Terra Santa è crollato con pesanti
conseguenze sull’economia e l’occupazione locale. “Questa grave situazione - ha
concluso il francescano - è destinata a perdurare se i governi di Londra e
Washington non riusciranno a far riprendere i negoziati tra israeliani e
palestinesi”. Il custode, infine, ha voluto esprimere gratitudine ai vescovi
statunitensi per il loro decisivo contributo alla positiva soluzione del
districato nodo relativo alla costruzione della moschea di Nazareth prevista, in un primo tempo, davanti alla
basilica dell’Annunciazione. (L.Z. -
A.L.)
SI E’ APERTO OGGI A ROMA, NELLA SEDE DELL’ISTITUTO
PATRISTICO AUGUSTINIANUM, IL 32.MO INCONTRO DI STUDIOSI DELL’ANTICHITA’
CRISTIANA SUL TEMA:
“COMUNICAZIONE
E RICEZIONE:
PROTAGONISTI,
TECNICHE E VIE DEL DOCUMENTO CRISTIANO”
ROMA. = “Comunicazione e ricezione: protagonisti, tecniche
e vie del documento cristiano”. E’ questo il tema del 32.mo incontro di
studiosi dell’antichità cristiana che si è aperto stamani a Roma nella sede
dell’Istituto Patristico Augustinianum. L’appuntamento di quest’anno porrà in
rilievo il processo della trasmissione letteraria cristiana dal IV al VI
secolo. Saranno analizzati gli strumenti, le motivazioni e le modalità della
diffusione degli scritti di questo periodo attraverso lo studio di figure
centrali come quelle degli autori, degli stenografi, dei copisti e dei latori.
I dibattiti della tavola rotonda saranno dedicati anche all’analisi di
specifici generi letterari quali l’epistolografia, l’omiletica e la produzione
esegetica. L’obiettivo dell’incontro, che si concluderà sabato prossimo, è
quello di mettere in rilievo la funzione degli intellettuali cristiani di
fronte ai valori tradizionali della cultura pagana. (A.L.)
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8
maggio 2003
- A cura di
Paolo Ondarza -
Medio
Oriente. Ucciso oggi nel quartiere di Tufah a Gaza, in un raid di elicotteri
Apache israeliani, un miliziano integralista di Ezzedin El-Qassam, il braccio
armato di Hamas. L’auto su cui viaggiava centrata da tre razzi è stata completamente
distrutta. Feriti anche un altro palestinese a bordo del veicolo e alcuni
passanti.
Oggi a Baghdad l’alto
consigliere del ministero iracheno della giustizia, lo statunitense Clint Williamson
ha annunciato la nascita di “una corte speciale incaricata di giudicare i
responsabili di crimini commessi contro il popolo iracheno”. I primi imputati saranno
i leader dell’ex regime già arrestati dalle truppe angloamericane. Intanto
secondo il
quotidiano arabo Asharq al-Awsat, i due figli di Saddam Hussein, Qusay e Uday,
starebbero trattando la resa con gli Stati Uniti. Quanto a Saddam Hussein, la sua sorte resta
un mistero: ieri un giornalista australiano ha ricevuto una cassetta audio che
conterrebbe un suo messaggio, come ci riferisce da New York Paolo Mastrolilli.
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Il discorso è lungo 14 minuti e fa riferimento ad
avvenimenti come i saccheggi nei musei di Baghdad, avvenuti dopo il secondo
raid degli americani per uccidere l’ex leader iracheno. Se la registrazione
fosse autentica quindi proverebbe che Saddam è vivo. Ora gli esperti di
intelligence stanno analizzando la voce per confermare o smentire questa
ipotesi. Il presidente Bush, comunque, pensa alla stabilizzazione dell’Iraq, in
vista della Conferenza di oggi a Londra, in cui 15 nazioni discuteranno la
suddivisione del Paese in settori controllati dalle forze armate di vari Stati,
tra cui l’Italia. Ieri, il capo della Casa Bianca ha ricevuto il premier
spagnolo Aznar e ha sollecitato l’Onu a togliere le sanzioni contro Baghdad,
notando che esiste un nuovo spirito di collaborazione tra i membri per aiutare
il futuro dell’Iraq. Il segretario di Stato, Powell, è andato al Palazzo di
Vetro per incontrare Kofi Annan e ha promesso di presentare la risoluzione per
eliminare l’embargo nel giro di una settimana.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Il Partito radicale basco Batasuna è stato aggiunto dagli
Stati Uniti nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Considerato
come il braccio politico dell’Eta, gruppo separatista armato, Batasuna secondo
il Diparti-mento di Stato americano ha cambiato nome nel tempo dando vita ad
altri gruppi per far perdere le proprie tracce. Il partito, che rappresenta la
sinistra indipendentista, da 25 anni rivendica la creazione di un grande paese
basco che comprenda l’Euskadi, paese basco spagnolo, la Navarra e il Paese
basco francese.
Non sono buone le notizie per quanto riguarda il virus
della polmonite atipica: oggi Shanghai ha annunciato il primo decesso per Sars.
Un primo caso è stato individuato anche in Russia: si tratta di un giovane di
25 anni ricoverato la settimana scorsa nella città di Blagoveshensk, ai confini
con la Cina. L’Organiz-zazione mondiale della sanità ha oggi sconsigliato
viaggi anche a Tianjin, alla Mongolia interna e a Taipei. Ma la vera minaccia
per la Cina verrebbe dalle campagne come ci riferisce Chiaretta Zucconi.
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Oggi lo stesso premier cinese, Wen Jiabao, ha ammesso che
la situazione nelle zone rurali fa acqua da tutte le parti. Le strutture sanitarie
sono ai minimi termini, le capacità tecnologiche inadeguate, la sorveglianza
non funziona. Il problema fondamentale in Cina è la prevenzione, ha detto
ancora il primo ministro. Per ammissione delle stesse autorità sanitarie di
Pechino, inoltre, mancano i medici e le strutture in grado di curare la Sars.
Il ministro delle finanze cinese ha annunciato la decisione di stanziare 5
miliardi di yuan, 600 milioni di dollari, per combattere l’epidemia, perchè a
questo punto a preoccupare, ed anche molto, il pragmatico governo di Pechino,
sono le conseguenze della Sars sull’economia del Paese, la più vivace in Asia,
e l’unica che era miracolosamente uscita indenne dalla crisi economica asiatica
del ’97. Intanto, si attendono risposte
dal summit di Evian, in Francia, dove i leaders del G8 stanno discutendo le
misure da adottare contro l’epidemia di Sars, considerata ormai pericolosa come
quella dell’Aids.
Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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Al vertice del G8 ad Evian dal 1 al 3 giugno prossimi, di
cui ci ha parlato la nostra inviata, parteciperà anche la Cina.
Notte di violenza e terrore a Bunia, capoluogo dell’Ituri,
provincia nel nord est della Repubblica Democratica del Congo. Numerosi uomini
armati, probabilmente appartenenti all'etnia Lendu, si sono aggirati per le vie
della città sparando e saccheggiando. Un episodio che segue di poche ore gli
scontri che si sono verificati in questi giorni tra le etnie Lendu e Hema che
hanno provocato centinaia di vittime, tra cui un sacerdote, padre Raphael
Ngoma, parroco di Drodo.
Sono ripresi ieri a Machacos, in Kenya, i colloqui di pace
sul Sud Sudan, alla loro quinta tornata anche se l’apertura ufficiale avverrà
sabato prossimo, alla presenza di numerose autorità africane e internazionali. Giulio
Albanese:
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I punti forti su cui si regge il protocollo preliminare
d’intesa, siglato l’anno scorso, sono due. Un governo unitario di transizione
con possibilità per il sud, dove è operativo il movimento ribelle, di ottenere
l’indipendenza mediante referendum dopo un sessennio ed affermazione del
principio che la sharia, la legge islamica, non sia imposta nei
territori fuori dell’area musulmana. Uno degli argomenti spinosi su cui verterà
la tornata negoziale avviata ieri, che si concluderà il 21 maggio, riguarda
anche la composizione delle forze armate. Altra questione scottante è quella
relativa alla divisione dei proventi petroliferi. Va ricordato che il Sudan è
produttore e che rappresenta questo uno scoglio non indifferente guardando al
futuro. La presidenza della mediazione è affidata al Kenya, su delega degli
Stati dell’Igad, con l’intento di porre fine al conflitto che insanguina il
Sudan dal 1983, con un bilancio di oltre 2 milioni di morti.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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Spiragli
di pace per il Kashmir. Inizia oggi ad Islamabad la missione del vicesegretario
di Stato americano, Armitage, che in giornata vedrà il presidente pakistano
Musharraf ed il premier Jamali.
Sventato
in Arabia Saudita il più grande tentativo di attacco terroristico della storia
del Paese da parte di al Qaeda. Il quotidiano arabo in lingua inglese Al-Sharq
al-Awsat riferisce del ritrovamento da parte della polizia di Ryad due giorni
fa di un ordigno chimico pronto a esplodere che avrebbe potuto distruggere
l'intera città. Secondo il ministro dell'interno saudita Abdul Aziz il
complotto non è da considerarsi legato all’imminente visita del segretario di
stato americano Colin Powell.
Sono almeno 32 le persone che purtroppo stamani hanno trovato la morte nell'incidente tra un treno ed un pullman di
turisti tedeschi in Ungheria, precisamente a Siofok, 100 km a sud-ovest di
Budapest. Tra i passeggeri anche 50 feriti. L'autobus, rimasto imbottigliato in
un ingorgo, era fermo al passaggio a livello quando il treno lo ha preso in
pieno ed è stato trascinato per 150 metri.
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha lasciato invariati
i tassi di riferimento. Il tasso base
resta così fermo al 2,50%. La Banca Centrale Europea aveva abbassato i tassi di
un quarto di punto il 6 marzo scorso, con effetto dal giorno successivo,
portandoli ai livelli più bassi della storia dell'euro.
Duro colpo per l’amministrazione americana.
L’Organizzazione Mondiale per Il Commercio ha autorizzato l’Unione Europea ad
applicare sanzioni record agli Stati Uniti, pari a 4 miliardi di dollari
l’anno, per aver mantenuto una legge che propone vantaggi fiscali agli
esportatori americani. L’OMC, che ha applicato la sanzione più pesante mai
imposta ad un paese, ha concesso tempo
all’amministrazione, fino a dicembre 2003,
affinché modifichi la normativa.
Non si placano gli scontri tribali nel nordest della
Repubblica democratica del Congo. La presenza dei caschi blu dell’Onu a Bunia,
capoluogo della regione dell’Ituru, non è riuscita ad evitare una nuova ondata
di violenza fra la tribù dei Lendu e quella degli Hema. Gli attacchi non hanno
risparmiato neppure i religiosi: un sacerdote locale, padre Raphael Ngoma, è
stato ucciso nella missione di Mudzi Pela. Era il parroco di Drodro, dove i
combattimenti del mese scorso avevano provocato centinaia di vittime.
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