RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 128 - Testo della Trasmissione di giovedì 8 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il ricco patrimonio della fede cristiana, fonte di progresso spirituale, economico e sociale per i popoli europei. Così il Papa, nel discorso ai vescovi riuniti per il Convegno sulla catechesi in Europa. Con noi, mons. Aldo Giordano e mons. Cesare Nosiglia.

 

Lettera del Santo Padre all’arcidiocesi di Cracovia e alla Chiesa polacca per l’anniversario della canonizzazione di Santo Stanislao.

 

Annunciato un viaggio di Giovanni Paolo II in Bosnia Erzegovina per il 22 giugno.

 

Con l’intervento del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, aperto alla Pontificia Università Lateranense il Congresso internazionale su “Giovanni Paolo II: 25 anni di Pontificato. La Chiesa al servizio dell’uomo”.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La proposta di moratoria delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Intervista con Sergio D’Elia.

 

Scoprire il fascino dell’Oriente ortodosso, nei convegni dell’associazione italiana “Insieme per l’Athos”. Ai nostri microfoni, il presidente Giuseppe Balsamà.

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’impegno concreto della Chiesa per la pace in Colombia, annunciato dai vescovi del Paese, a conclusione del 2° Congresso nazionale di riconciliazione

 

Le chiese di Taiwan dedicheranno la giornata di domenica prossima alla preghiera per le vittime della polmonite atipica

 

Conclusione della 76.ma Assemblea plenaria della Conferenza episcopale boliviana

 

Appello del custode di Terra Santa, padre Giovanni Battistelli perchè tornino i cristiani nei luoghi santi

 

Si è aperto oggi a Roma, nella sede dell’Istituto patristico Augustinianum, il 32.mo incontro di studiosi dell’antichità cristiana

 

24 ORE NEL MONDO:

Raid israeliano a Gaza: ucciso un miliziano integralista di Ezzedin El-Qassam

 

Una corte speciale giudicherà i responsabili di crimini commessi contro il popolo iracheno

 

Il Partito radicale basco Batasuna aggiunto dagli Stati Uniti nella lista nera delle organizzazioni terroristiche

 

Polmonite atipica: primo caso in Russia

 

Ripresi ieri a Machacos, in Kenya, i colloqui di pace sul Sud Sudan

 

Al via oggi la missione di pace Usa ad Islamabad per porre fine alle tensioni tra India e Pakistan

 

Sventato in Arabia Saudita un attacco terroristico di al Qaeda

 

Tragedia in Ungheria: in uno scontro tra un treno e pullman turistico muoiono 32 turisti tedeschi.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 maggio 2003

 

LE RADICI CRISTIANE DEL VECCHIO CONTINENTE E LE NUOVE SFIDE

 NELL’INSEGNAMENTO CATCEHISTICO IN PRIMO PIANO NEL DISCORSO

 DEL PAPA AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO SUI PRESBITERI NELLA CATECHESI IN EUROPA, PROMOSSO DAL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA

- Con noi, mons. Aldo Giordano e mons. Cesare Nosiglia -

 

Bisogna “riflettere sulle urgenze e le sfide della nuova evangelizzazione nel continente europeo”. Così, Giovanni Paolo II, stamani, nel discorso ai partecipanti al Convegno I Presbiteri nella Catechesi in Europa, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, ricevuti in udienza nella Sala Clementina. Il Papa è tornato a ribadire la centralità delle radici cristiane per la costruzione della nuova Europa. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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 L’edificazione della Chiesa “mediante l’annuncio della Parola di Dio e l’insegnamento catechistico” è “il dono e il compito primario” di vescovi e presbiteri. Il Papa ha messo l’accento su questo punto, corredandolo con una profonda riflessione:

 

“Oggi il ministero del presbitero allarga sempre più i suoi confini in ambiti pastorali che arricchiscono la comunità cristiana, ma rischiano a volte di disperdere la sua azione in mille impegni e attività. La sua presenza nella catechesi ne risente e può ridursi a momenti saltuari poco incisivi per la stessa formazione dei catechisti”.

 

Il presbitero, ha aggiunto, deve allora sentire “come un debito verso tutto il popolo di Dio quello di trasmettere il Vangelo e di farlo con la più attenta preparazione teologica e culturale”. Non solo, in quanto “primo catechista nella comunità”, ha avvertito, il presbitero, specie se parroco, è “chiamato ad essere il primo credente” e a dedicare “un’assidua cura al discernimento e all’accompagnamento delle vocazioni per il servizio catechistico”. Come “catechista dei catechisti”, ha aggiunto, “non può non preoccuparsi della loro formazione spirituale, dottrinale e culturale”. Il Papa ha poi rivolto un pensiero speciale al futuro del Vecchio Continente:

 

“Tutti sono chiamati a cooperare alla nuova evangelizzazione, per mantenere e rivitalizzare le comuni radici cristiane. La fede cristiana rappresenta il più ricco patrimonio a cui i popoli europei possono attingere per realizzare il loro vero progresso spirituale, economico e sociale”.

 

E’ allora quanto mai necessaria, ha detto, la catechesi in famiglia, nel mondo del lavoro come nella scuola e nei mass media, affinché siano coinvolti presbiteri, laici, parrocchie e movimenti. In tale contesto, il Pontefice ha messo l’accento sull’utilizzo e lo studio del Catechismo della Chiesa cattolica. Un “indispensabile vademecum”, lo ha definito, offerto a tutti i fedeli “per guidare la catechesi su vie di un’autentica fedeltà a Dio e agli uomini del nostro tempo”.

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Sull’incontro dei vescovi e dei responsabili della catechesi d’Europa, iniziato lunedì e concluso questa mattina a Roma, ci riferisce  Carla Cotignoli:

 

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“Una delle ricchezze di questo incontro è che si sperimenta che cosa significa cattolicità europea” – ci ha detto mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, l’organismo che ha promosso l’incontro. Infatti è stato dato ampio spazio ai lavori di gruppo, che hanno permesso un ricco scambio delle problematiche e delle  esperienze pastorali in atto nelle diverse aree del continente europeo. Al microfono di Fabio Colagrande, ascoltiamo in proposito lo stesso mons. Giordano:

 

“Sia nei Paesi che hanno vissuto 50 anni di comunismo, sia per i Paesi occidentali che vivono una sorta di ateismo pratico, c’è una nuova domanda:  è giunto il momento di un nuovo annuncio. Riguardo i sacerdoti si sente l’esigenza di chiarire l’identità del sacerdote, un sacerdote che sa qual è il suo ministero, ma che nello stesso tempo è inserito nella comunità con la varietà dei suoi doni. Ci sono dei segnali ed esperienze anche molto positive che emergono da varie Chiese d’Europa”.

 

Il Papa oggi ha nuovamente ribadito l’urgenza dell’evangelizzazione, proprio perché “la fede cristiana rappresenta il più ricco patrimonio per il progresso del continente europeo”:

 

“Emerge anche in questi giorni che il cristianesimo ha dentro di sé una potenzialità di umanità, di socialità, di fraternità che è indispensabile per l’Europa e quindi i sacerdoti sentono che non possono privare l’Europa di questo enorme dono”.

 

Certo non mancano le difficoltà nell’attuale contesto in continua trasformazione che esige aggiornamento, formazione permanente, prima di tutto per i sacerdoti. Se ne è parlato in profondità in questi giorni. Ma il sacerdote non è solo. Molti sono i fermenti di vitalità nelle comunità cristiane, chiamate a mostrare il volto della Chiesa del Concilio, la Chiesa-comunione. E’ questa una realtà? Sempre al microfono di Fabio Colagrande, risponde mons. Cesare Nosiglia, vice-gerente di Roma e delegato del Consiglio delle Conferenze episcopali europee per la catechesi in Europa:

 

“La Chiesa-comunione non è ancora del tutto realizzata anche se sta camminando. Ci sono segnali carichi di grande speranza. Sotto questo profilo c’è un forte impegno anche da parte dei laici, da parte delle religiose, da parte un po’ di tutti i soggetti ecclesiali. L’importante è che questa corresponsabilità, di una Chiesa comunione, in cui ciascuno ha il suo compito, sia svolto tenendo conto di tutti gli altri carismi e doni, valorizzando tutti in vista di uno scopo preciso e fondamentale che è quello di annunciare Gesù Cristo, di vivere Gesù Cristo, di offrire in Lui la risposta a tutti i problemi, alle esigenze della gente di oggi. In questo senso il sacerdote ha un grande compito, perché è lui che deve essere l’animatore, la guida, il coordinatore, però deve saper molto ascoltare e mettersi in un confronto continuo anche con chi vive di fatto dentro il mondo, tipo i laici, e quindi un dare e ricevere per far crescere una Chiesa che sia comunione e missione credibile e significativa nel suo essere Chiesa e nel proporre il Vangelo nel mondo di oggi”.

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 “CRESCETE NELLA SANTITA’”: LA SFIDA DI SANTO STANISLAO

A TUTTI I FEDELI LETTERA DEL PAPA PER I 750 ANNI DALLA SUA CANONIZZAZIONE

- A cura di Roberta Gisotti -

 

 

Una giornata davvero particolare quella di oggi per la Polonia che commemora i 750 anni dalla canonizzazione di Santo Stanislao, Patrono di tutta la Nazione, Martire di Cracovia, di cui fu vescovo dal 1071 fino alla morte nel 1079, elevato agli onori degli altari nel 1253 da Innocenzo IV. In questa occasione il Papa ha inviato una Lettera all’arcidiocesi di Cracovia e alla Chiesa in Polonia. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

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Già ieri Giovanni Paolo II, all’udienza generale si era rivolto ai pellegrini polacchi in Piazza San Pietro, per unirsi a loro – aveva annunciato - in pellegrinaggio spirituale sulla tomba di Santo Stanislao nella cattedrale di Wawel e nel luogo della sua morte, a Skalka. Ed oggi un altro annuncio importante, la possibilità concessa dal Papa a tutti i fedeli che si recheranno in quei luoghi santi di ottenere la grazia dell’indulgenza plenaria. La memoria di questo Santo, le cui vicende umane segnarono così profondamente la storia della Polonia, e la cui devozione si è vivificata costantemente nel corso dei secoli, rappresenta anche oggi per i pastori, vescovi e sacerdoti dei nostri giorni un modello da imitare, come sottolinea il Papa nella Lettera: “c’è bisogno - scrive - di coraggio nel trasmettere e nel difendere il santo deposito della fede, e allo stesso tempo di quell’amore di Dio che si manifesta in una incessante sollecitudine per l’uomo, per ogni figlio di Dio esposto alle avversità che sembrano spegnere la luce della speranza nella vittoria della verità, del bene e della bellezza, in un futuro migliore nella realtà temporale e nell’eterna felicità nel regno di Dio.”

       

Santo Stanislao – ricorda il Santo Padre nella Lettera – insegnò l’ordine morale nella famiglia fondata sul matrimonio sacramentale. Insegnò l’ordine morale all’interno dello Stato, ricordando perfino al re, che nel suo agire deve tener presente l’immutabile Legge di Dio. Difese la libertà, che è il fondamentale diritto di ogni uomo e che nessun potere, senza violare l’ordine stabilito da Dio stesso, può togliere ad alcuno senza una ragione”. Oltre che Patrono dell’ordine morale e sociale, fu anche patrono dell’unità nazionale e delle lotte per la sopravvivenza della Patria durante la seconda guerra mondiale.

 

“Un esempio dell’eroismo della fede, della speranza e della carità, che viene realizzato per ogni giorno e che assume la forma dell’eroismo quotidiano. Questa catena di santità, il cui primo anello in terra polacca è Santo Stanislao, non può essere interrotta”, ammonisce Giovanni Paolo II, richiamando tutti “i figli della terra polacca”, a sentirsi “responsabili per il suo prolungamento” e “per trasmetterlo “alle generazioni future come il più prezioso tesoro. Ecco la sfida - conclude il Papa - che Santo Stanislao pone oggi a tutti i fedeli: crescete nella santità!”.

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ANNUNCIATO UN VIAGGIO DEL PAPA IN BOSNIA ERZEGOVINA

 

Giovanni Paolo II compirà un viaggio apostolico in Bosnia Erzegovina, per un solo giorno, domenica 22 giugno. Lo ha annunciato ufficialmente questa mattina il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro Valls, precisando che il Papa si recherà a Banja Luka, per la beatificazione del servo di Dio Ivan Merz, giovane laico vissuto tra l’Ottocento e il Novecento. Sarà questo il viaggio apostolico numero 101.

 

Dopo il viaggio in Spagna della settimana scorsa e prima di quello in Bosnia Erzegovina, Giovanni Paolo II ha in programma il 100.mo viaggio internazionale, dal 5 al 9 giugno, in Croazia.

 

 

ALTRE UDIENZE, NOMINE E RINUNCE

 

Proseguono le udienze del Papa ai vescovi indiani di rito siro-malabarese, in visita “ad Limina Apostolorum”: ricevuti stamane altri cinque presuli.

 

 

APERTO ALL’UNIVERSITA’ LATERANENSE IL CONGRESSO SU GIOVANNI PAOLO II

PER I 25 ANNI DI PONTIFICATO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

 

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I cinque lustri di un Papa polacco, che ebbe personalmente a riconoscere tempo addietro un fatto incontestabile all’anagrafe: quello di essere diventato nel tempo “più romano che cracoviense”. La Curia romana, il mondo della cultura cattolica italiano e polacco si sono riuniti - da questa mattina e fino a sabato prossimo - per celebrare, in modo solenne e approfondito, i 25 anni dalla salita di Giovanni Paolo II al soglio di Pietro. Un pontificato che i numeri indicano come staordinario, ma che già negli anni precedenti a quello storico 16 ottobre 1978 ebbe la possibilità di essere, ancorché inatteso, in qualche modo “preparato” durante gli anni del Karol Wojtyla studente, sacerdote, docente, vescovo.

 

Proprio gli anni “polacchi” del Pontefice sono stati oggetto della prima mattinata di lavori al congresso internazionale organizzato dall’Università Lateranense. Davanti a circa 500 persone – tra studenti, docenti e personalità religiose e civili – il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, e il vescovo Rino Fisichella, rettore della Lateranense, hanno aperto il solco nel quale si sono susseguiti gli altri relatori. Il segretario di Stato ha annunciato che per il 16 ottobre, anniversario del Pontificato, tutti i cardinali verranno a Roma per festeggiare il Papa. “La Chiesa a servizio dell’uomo” recita la seconda parte del titolo della conferenza: Chiesa e uomo, ha precisato subito mons. Fisichella, sono le due chiavi interpretative per cercare di comprendere “la multiforme azione pastorale” del Papa in questi 25 anni. Mons. Rylko, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ha analizzato, subito dopo gli interventi introduttivi, l’inscindibile legame che la Chiesa di Roma e quella di Cracovia custodiscono sin dagli albori della predicazione cristiana. Nel cuore di quella che è stata definita “Roma polacca”, Karol Wojtyla è cresciuto e si è formato, imbevendosi degli aspetti profondi e tragici che hanno segnato la storia religiosa di Cracovia, a partire dal martirio del vescovo Santo Stanislao avvenuto sulle pietre della cattedrale di Wawel. La stessa che, secoli dopo, l’arcivescovo Wojtyla calcherà nei 20 anni del suo ministero arcivescovile. Ma il legame tra le due città e le due Chiese si consolida ulteriormente con la presenza del futuro Papa ai lavori del Concilio Vaticano II. Tornato in Polonia, dopo la conclusione della storica assise ecumenica, l’arcivescovo Wojtyla convoca un sinodo diocesano per permettere alla Chiesa di cui è pastore di conoscere i grandi temi e i grandi insegnamenti del Concilio. Il sinodo, inaugurato nel ’72, sarebbe dovuto finire nel ’79. Un anno prima, Karol Wojtyla diviene Giovanni Paolo II, e il rapporto tra le due Chiese “sorelle” di Roma e Cracovia trova in lui una più alta forma di consacrazione.

 

I vincoli tra Roma e la Polonia non si esauriscono solo in questa dimensione ecclesiale. C’è anche quella culturale e accademica, ricordata questa mattina dal rettore dell’Università polacca di Lublino, padre Andrzej Szostek. E’ in quella università che – appena 34.enne – il prof. Wojtyla tiene il suo primo corso di etica. Ed è sempre lì che  il magistero del pontificato mette i primi germogli nella mente e nel cuore di colui che i docenti dell’epoca descrissero in possesso di “impressionanti doti umane e accademiche”. Il rispetto dell’uomo come dono di Dio, delle sue libertà religiose e dei suoi diritti civili, oggetto di coraggiose prese di posizione da parte dell’arcivescovo Wojtyla contro le vessazioni prodotte dai dogmi del socialismo reale in epoca comunista. Ma anche la dimensione dell’amore coniugale e della vita nascente, sacra e inviolabile sin dal concepimento. Queste tematiche sono tutt’ora oggetto, ha ricordato il rettore della Cattolica di Lublino, di periodiche lezioni e di pubblicazioni in serie. Con il suo arrivo a Roma, Giovanni Paolo II trasferisce la dottrina di quel cenacolo nei sui insegnamenti e nelle strutture pontificie, come testimonia L’Istituto che porta il suo nome creato all’interno della Lateranense. Un Papa polacco, dunque, “venuto da lontano”, come ha sottolineato un altro dei relatori intervenuti oggi, il giornalista e scrittore Vittorio Messori. Ma anche un Papa “vicino, vicinissimo per istinto, per carisma – ha affermato Messori - al cuore due volte millenario di quella Chiesa” per la quale, per dirla con Dante Alighieri, “anche Cristo è romano”.

 

Dalla Pontificia Università Lateranense, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

 

“Crescete nella santità!” è il titolo che apre la prima pagina, in riferimento alla Lettera di Giovanni Paolo II all'arcidiocesi di Cracovia e alla Chiesa di Polonia per il 750.mo di canonizzazione di Santo Stanislao.

Il sacerdote è “catechista dei catechisti” è il titolo, sempre in prima, riguardo al discorso del Papa ai partecipanti ad un Convegno promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa. 

Una riflessione di Giorgio Rumi dal titolo: “Cosa rimane oggi della vicenda Moro?”: a venticinque anni dal barbaro assassinio.

La notizia dell’uccisione di un sacerdote a Bunia, nella Repubblica Democratica del Congo.

All’interno, una pagina con il testo integrale della Supplica del SS. Rosario di Pompei: il testo si staglia su una grande foto con la Corona del Rosario tra le mani del Santo Padre.

 

Nelle vaticane, l’articolo dell’inviato Francesco Maria Valiante a Pompei, in occasione delle celebrazioni della solenne ricorrenza presiedute dal sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Leonardo Sandri.

Un articolo di Giampaolo Mattei sul Convegno presieduto dal cardinale Angelo Sodano all'Università Lateranense, dedicato ai 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II.

 

Nelle pagine estere, Iraq: Bush annuncia una risoluzione all’Onu per la revoca delle sanzioni economiche.

Medio Oriente: attesa per la ripresa al Cairo dei colloqui interpalestinesi.

Riguardo alla questione nucleare, Seoul sollecita Pyongyang ad un “primo passo” distensivo.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Antonio Chilà su un volume di Giovanni Armillotta, che ripercorre le tappe della politica estera egiziana dal 1967 al 1986. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la situazione politica, con particolare riferimento al tema dell’immunità parlamentare.

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

8 maggio 2003

 

NUOVE SPERANZE PER UNA MORATORIA DELL’ONU SULLE ESECUZIONI CAPITALI

- Intervista con Sergio D’Elia -

 

 

Due nuove condanne a morte sono state eseguite martedì scorso negli Stati americani del Texas e della Georgia. In quest’ultimo caso un’iniezione letale ha messo fine ai giorni di un pluriomicida dopo 30 anni trascorsi nel braccio della morte. Ma sul fronte della pena capitale è da segnalare in questi giorni un passo incoraggiante. Il governo italiano ha annunciato infatti la sua disponibilità a presentare, durante il semestre di presidenza dell’Unione Europea, la proposta di moratoria delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. La decisione, comunicata dal vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, è stata accolta con molta soddisfazione e un pizzico di sorpresa da “Nessuno tocchi Caino” che, insieme ad altre organizzazioni come “Amnesty International”, “Comunità di Sant’Egidio”, e “Associazione 11 settembre”, da tempo lotta contro la pena di morte. Al microfono di Adriana Masotti, sentiamo Sergio D’Elia, segretario di “Nessuno tocchi Caino”.

 

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R. – E’ un annuncio che noi abbiamo voluto in questi anni che arrivasse, e nel  momento in cui è arrivato ci ha anche in parte sorpreso, per come è stato fatto, cioè per l’occasione in cui è stato espresso, nell’incontro cioè che è avvenuto a Palazzo Chigi fra Gianfranco Fini e George Ryan, l’ex governatore dell’Illinois, l’uomo della moratoria negli Stati Uniti, e peraltro, anche nel merito delle cose dette da Gianfranco Fini, il quale ha detto che il modo corretto di porre la questione della pena di morte è quello della moratoria, per evitare che ci siano scontri di civiltà, contrapposizioni sterili sul piano religioso, politico, di principio. Quindi, in maniera molto pragmatica il governo italiano ci dice: intanto una moratoria dell’esecuzione stabilita dall’Onu …

 

D. – Perché chiedere l’abolizione tout court della pena di morte poteva non essere la strada giusta da percorrere?

 

R. – Perché avrebbe in un colpo solo spaccato il mondo in due parti, come scrivere su una lavagna nera da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Noi sappiamo che non è una questione di bene o di male che si debbono scontrare, ma è una questione di diritto. Intanto, la moratoria significa una sospensione delle esecuzioni capitali. Significa dialogo nei confronti di coloro che mantengono la pena di morte, dicendo “studiate la questione”... Come ha fatto il governatore dell’Illinois, il quale da fortissimo fautore della pena di morte è arrivato alla conclusione che l’unico modo per risolvere il rischio di uccidere un innocente sia quello di mettere in discussione proprio il sistema della pena di morte. “Come può essere successo nel mio Stato - lui si è chiesto - che ben 13 persone su 25 siano state riconosciute innocenti, una delle quali addirittura 48 ore prima dell’esecuzione, e dopo che si era fatto 16 anni di braccio della morte?”.

 

D. – Che speranze quindi avete perché si arrivi a questa moratoria?

 

R. – La prima volta che l’Italia presenta una proposta di sospensione della pena di morte a livello Onu è nel ’94. Quella proposta fu battuta per otto voti. Sono passati quasi 10 anni e in 10 anni la situazione della pena di morte nel mondo è completamente cambiata. Sono oltre 30 i Paesi che nel frattempo hanno deciso di passare da un fronte, quello dei mantenitori, all’altro, quello degli abolizionisti di diritto o di fatto. Nell’ultima Commissione dei diritti umani, sulla proposta di moratoria delle esecuzioni capitali in vista dell’abolizione della pena di morte, ci sono stati 75 co-sponsor, che è un numero che non si era mai verificato. Nel mondo oggi noi abbiamo oltre 120 Paesi sui 191, che fanno parte della comunità internazionale, che hanno abbandonato la pratica della pena di morte, e di quelli che rimangono solo la metà hanno praticato esecuzioni capitali. Quindi, una risoluzione sulla moratoria noi non abbiamo davvero dubbi che possa essere approvata a maggioranza assoluta nell’Assemblea generale dell’Onu.

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SCOPRIRE IL FASCINO DELL’ORIENTE ORTODOSSO E’ IL MOTIVO DEI CONVEGNI

PROMOSSI DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA “INSIEME PER L’ATHOS”,

CON NOI IL PRESIDENTE GIUSEPPE BALSAMA’

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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“Athos, luce dell’Oriente cristiano” è il tema del 2° Convegno, che si celebrerà sabato prossimo ad Ariccia, vicino Roma, nei locali dello storico e prestigioso Palazzo Chigi, per iniziativa dell’Associazione culturale “Insieme per l’Athos” costituitasi nel febbraio del 2001 con lo scopo di esaminare, approfondire ed esaltare, attraverso iniziative di natura diversa - convegni, seminari, tavole rotonde, pellegrinaggi, pubblicazioni scientifiche - tutti gli aspetti che rendono unico nel suo genere questa regione monastica autonoma in terra di Grecia. L’Aghion Oros o Santo Monte, che dipende direttamente dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, da ormai 15 secoli, fin dagli insediamenti dei primi monaci che alcuni fanno risalire al terzo secolo dopo Cristo, rappresenta un punto di riferimento non solo per i cristiani ortodossi ma per tutti i credenti. Con noi il presidente dell’Associazione “Insieme per l’Athos”, il dottor Giuseppe Balsamà:

 

D. – Qual è il fascino del Monte Athos, oggi?

 

R. – E’ il profumo di santità che si sprigiona dai venti monasteri e ti avvolge. E’ la luminosità dei volti di questi asceti che si abbandonano a Dio. Sono le note melodiose e armoniose del silenzio che subito ti conquista. Una realtà mistica, pura, incontaminata, dove si incontra Dio.

 

D. – E il messaggio del Monte Athos?

 

R. – Semplice: la forza misteriosa della preghiera. Pregare incessantemente, pregare con il cuore. In una parola, essere preghiera come questi umili monaci immersi nel silenzio: anche noi dobbiamo imparare a pregare Dio, chiedendogli perdono per ogni peccato del mondo.

 

D. – Come siete arrivati a questa Associazione?

 

R. – Dopo un pellegrinaggio sull’Athos con alcuni amici nell’Anno del Giubileo. Tanta è stata l’emozione che è nato in noi il desiderio di testimoniare con gioia e partecipare agli altri, in Italia, a tutti, questa esperienza. Ed è così che è nata l’Associazione “Insieme per l’Athos”, che oggi conta 50 soci.

 

Questo secondo Convegno, patrocinato dal Comune di Ariccia e dalle Ambasciate di Bulgaria, Grecia, Romania, Serbia, Montenegro, Ucraina, e al quale parteciperanno rappresentanze dei patriarcati ortodossi, nonché qualificati, studiosi, è un’occasione per ripercorrere ciò che nella storia, e ancora oggi, ha rappresentato e rappresenta il Monte Athos, soprattutto per questi Paesi. L’Associazione, con questa sua iniziativa, vuole fornire un contributo alla conoscenza di questa mistica realtà dove tutto è ancora immutato, puro, dove regna il silenzio, dove si incontra Dio, come ci ha detto il presidente dell’Associazione. Anche quest’anno l’Organo politico esecutivo, che governa la Penisola athonita, la Sacra Epistasia, e che ha la sua sede nel capoluogo, Kariés, ha sostenuto la manifestazione con il suo appoggio e la sua benedizione.

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CHIESA E SOCIETA’

8 maggio 2003

 

L’IMPEGNO CONCRETO DELLA CHIESA PER LA PACE IN COLOMBIA

ANNUNCIATO DAI VESCOVI DEL PAESE, MARTORIATO DA ANNI DI CONFLITTO INTERNO,

A CONCLUSIONE DEL 2° CONGRESSO NAZIONALE DI RICONCILIAZIONE

- A cura di Maurizio Salvi -

 

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BOGOTA’. = Al termine, ieri,  del secondo Congresso nazionale di riconciliazione, promosso dalla Chiesa colombiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, arcivescovo Renato Raffaele Martino, ha chiesto, in nome di Giovanni Paolo II ai guerriglieri delle Farc, la immediata liberazione di tutti gli ostaggi. Sappiate che utilizzando l’arma della violenza – ha sostenuto il presule – non si ottiene nulla di positivo per la società. A conclusione di tre giorni di lavoro i congressisti hanno approvato un documento in cui sostengono che la Chiesa si assume l’impegno pubblico di stimolare in Colombia un dialogo umanitario che possa sostituire quella violenza che pochi giorni fa ha causato la morte di 10 ostaggi in mano alle Farc. Comunque, come aveva ricordato il vice presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Luis Augusto Castro, si tratta di un’azione di mediazione pastorale, avvicinamento, promozione della volontà di incontro e non di negoziato politico diretto che è invece compito specifico dello Stato. Inoltre, durante una conferenza stampa sono state illustrate linee di azione per un processo di riconciliazione integrale e sostenibile. A questo fine si è detto fondamentale che non solo le Farc ma anche l’Esercito di Liberazione nazionale prendano contatto con le commissioni create tempo fa per facilitare il

dialogo e di cui fanno parte esponenti della Chiesa cattolica colombiana. Solo questi contatti – assicura il documento finale – permetteranno di raggiungere accordi capaci di consolidare la pace nel Paese.

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LE CHIESE DI TAIWAN DEDICHERANNO LA GIORNATA DI DOMENICA PROSSIMA

ALLA PREGHIERA PER LE VITTIME DELLA POLMONITE ATIPICA. LO HA ANNUNCIATO IERI IL CARDINALE PAUL SHAN KUO-HSI, VESCOVO DI KAOHSIUNG

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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TAIPEI. = “Domenica prossima, 11 maggio, tutte le chiese cattoliche e le parrocchie di Taiwan dedicheranno la giornata alla preghiera per le vittime della Sars”. Ad annunciare l’iniziativa all’Agenzia Fides è stato ieri il cardinale Paul Shan Kuo-hsi, vescovo di Kaohsiung. “Non bisogna diffondere il panico fra la popolazione per la polmonite atipica - ha detto il porporato - ma pregare e mostrare solidarietà a medici e pazienti". Il cardinale ha anche informato che la Chiesa locale ha adottato le misure indicate a Hong Kong. “Durante la liturgia – ha spiegato il cardinale - abbiamo chiesto ai fedeli di portare le mascherine, evitare i contatti personali e prendere la comunione fra le mani”. Nonostante ciò, l'atmosfera fra la gente comincia a farsi più tesa soprattutto perché i mass media accrescono con toni allarmistici la paura del contagio. Il cardinale Paul Shan Kuo-hsi ha inoltre espresso il proprio “apprezzamento ai medici che stanno offrendo le loro energie, mettendo persino a repentaglio la loro vita, per combattere questo flagello”. Secondo il direttore delle Pontificie opere missionarie dell’isola, padre Lorenzo Fornaro, “la lezione che ci viene dalla diffusione della Sars è quella di imparare a guardare l’uomo al di là della sua appartenenza religiosa, culturale, sociale comportandoci senza indugio come veri fratelli”. “Questo virus - ha affermato padre Fornaro - ha creato nella comunità cristiana un risveglio spirituale: c'è un afflato maggiore alla preghiera e alla conversione e si prega in modo incessante con il Rosario”. A Taiwan, dove il decesso di altre tre persone a causa della polmonite atipica ha fatto salire a 14 il bilancio totale delle vittime, sono state messe in quarantena 7 mila persone.

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AL TERMINE DELLA 76.MA ASSEMBLEA PLENARIA

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE BOLIVIANA I VESCOVI SUDAMERICANI

ESORTANO IL GOVERNO AD AGIRE PER LA DEMOCRAZIA NEL PAESE

 

LA PAZ. = “Bisogna salvare la Bolivia proteggendo e rafforzando le istituzioni democratiche”: è questo il messaggio diffuso dai vescovi del Paese al termine della 76.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale della Bolivia. Come inoltre dichiarato dal presidente della Conferenza episcopale locale, il cardinale Julio Terrazas Sandoval, “la democrazia è il mezzo più valido per organizzare la vita politica e sociale di tutti, senza eccezioni, ed è ciò che ci permetterà di raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo umano, giusto e degno”. I presuli hanno inoltre esortato il governo ad agire con maggiore prontezza e a chiarire le opposizioni ad attitudini non belligeranti. E intanto è stata fissata per il prossimo 25 maggio una Campagna nazionale di preghiera per la giustizia, la verità, l’amore e la libertà in Bolivia, secondo i quattro cardini della pace indicati da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Pacem in terris”. (S.C.)

 

 

“TORNINO I CRISTIANI NEI LUOGHI SANTI”.

QUESTO L’APPELLO DEL CUSTODE DI TERRA SANTA, PADRE GIOVANNI BATTISTELLI

 

WASHINGTON. = “Il futuro dei luoghi cristiani in Terra Santa dipende in gran parte dall’afflusso dei pellegrini, che possono visitarli senza timore di essere coinvolti in attentati”. Lo ha ribadito il custode di Terra Santa, padre Giovanni Battistelli, facendo eco ai numerosi appelli rivolti ai fedeli dalla delegazione dei vescovi italiani in occasione del loro recente pellegrinaggio di solidarietà a Gerusalemme. “La visita ai Luoghi Santi, ha detto il religioso francescano da Washington - è importante non solo per il bene spirituale dei pellegrini, ma anche per l’economia locale, che dipende in gran parte dal turismo”. Secondo padre Battistelli, i pellegrini non hanno motivo di temere per la loro incolumità, poiché gli attacchi suicidi palestinesi riguardano la parte ebraica di Gerusalemme Ovest e non l’area di Gerusalemme Est dove sono situati la maggior parte dei luoghi cristiani. La situazione è tranquilla anche a Nazareth e in Galilea, mentre per quanto riguarda Gerico e Betlemme può accadere che l’esercito israeliano chiuda le città per un breve periodo. “E’ importante – ha aggiunto padre Battistelli - che i lavoratori del settore turistico sentano la solidarietà dei cristiani nel mondo, dal momento che lavorano per loro”. Dall’inizio della cosiddetta seconda intifada, nel settembre del 2000, il turismo in Terra Santa è crollato con pesanti conseguenze sull’economia e l’occupazione locale. “Questa grave situazione - ha concluso il francescano - è destinata a perdurare se i governi di Londra e Washington non riusciranno a far riprendere i negoziati tra israeliani e palestinesi”. Il custode, infine, ha voluto esprimere gratitudine ai vescovi statunitensi per il loro decisivo contributo alla positiva soluzione del districato nodo relativo alla costruzione della  moschea di Nazareth prevista, in un primo tempo, davanti alla basilica dell’Annunciazione.  (L.Z. - A.L.)

 

 

SI E’ APERTO OGGI A ROMA, NELLA SEDE DELL’ISTITUTO PATRISTICO AUGUSTINIANUM, IL 32.MO INCONTRO DI STUDIOSI DELL’ANTICHITA’ CRISTIANA SUL TEMA:

“COMUNICAZIONE E RICEZIONE:

PROTAGONISTI, TECNICHE E VIE DEL DOCUMENTO CRISTIANO”

 

ROMA. = “Comunicazione e ricezione: protagonisti, tecniche e vie del documento cristiano”. E’ questo il tema del 32.mo incontro di studiosi dell’antichità cristiana che si è aperto stamani a Roma nella sede dell’Istituto Patristico Augustinianum. L’appuntamento di quest’anno porrà in rilievo il processo della trasmissione letteraria cristiana dal IV al VI secolo. Saranno analizzati gli strumenti, le motivazioni e le modalità della diffusione degli scritti di questo periodo attraverso lo studio di figure centrali come quelle degli autori, degli stenografi, dei copisti e dei latori. I dibattiti della tavola rotonda saranno dedicati anche all’analisi di specifici generi letterari quali l’epistolografia, l’omiletica e la produzione esegetica. L’obiettivo dell’incontro, che si concluderà sabato prossimo, è quello di mettere in rilievo la funzione degli intellettuali cristiani di fronte ai valori tradizionali della cultura pagana. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

8 maggio 2003

 

- A cura di Paolo Ondarza -

 

Medio Oriente. Ucciso oggi nel quartiere di Tufah a Gaza, in un raid di elicotteri Apache israeliani, un miliziano integralista di Ezzedin El-Qassam, il braccio armato di Hamas. L’auto su cui viaggiava centrata da tre razzi è stata completamente distrutta. Feriti anche un altro palestinese a bordo del veicolo e alcuni passanti.

 

Oggi a Baghdad l’alto consigliere del ministero iracheno della giustizia, lo statunitense Clint Williamson ha annunciato la nascita di “una corte speciale incaricata di giudicare i responsabili di crimini commessi contro il popolo iracheno”. I primi imputati saranno i leader dell’ex regime già arrestati dalle truppe angloamericane. Intanto secondo il quotidiano arabo Asharq al-Awsat, i due figli di Saddam Hussein, Qusay e Uday, starebbero trattando la resa con gli Stati Uniti.  Quanto a Saddam Hussein, la sua sorte resta un mistero: ieri un giornalista australiano ha ricevuto una cassetta audio che conterrebbe un suo messaggio, come ci riferisce da New York Paolo Mastrolilli.

 

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Il discorso è lungo 14 minuti e fa riferimento ad avvenimenti come i saccheggi nei musei di Baghdad, avvenuti dopo il secondo raid degli americani per uccidere l’ex leader iracheno. Se la registrazione fosse autentica quindi proverebbe che Saddam è vivo. Ora gli esperti di intelligence stanno analizzando la voce per confermare o smentire questa ipotesi. Il presidente Bush, comunque, pensa alla stabilizzazione dell’Iraq, in vista della Conferenza di oggi a Londra, in cui 15 nazioni discuteranno la suddivisione del Paese in settori controllati dalle forze armate di vari Stati, tra cui l’Italia. Ieri, il capo della Casa Bianca ha ricevuto il premier spagnolo Aznar e ha sollecitato l’Onu a togliere le sanzioni contro Baghdad, notando che esiste un nuovo spirito di collaborazione tra i membri per aiutare il futuro dell’Iraq. Il segretario di Stato, Powell, è andato al Palazzo di Vetro per incontrare Kofi Annan e ha promesso di presentare la risoluzione per eliminare l’embargo nel giro di una settimana.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Il Partito radicale basco Batasuna è stato aggiunto dagli Stati Uniti nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Considerato come il braccio politico dell’Eta, gruppo separatista armato, Batasuna secondo il Diparti-mento di Stato americano ha cambiato nome nel tempo dando vita ad altri gruppi per far perdere le proprie tracce. Il partito, che rappresenta la sinistra indipendentista, da 25 anni rivendica la creazione di un grande paese basco che comprenda l’Euskadi, paese basco spagnolo, la Navarra e il Paese basco francese.

 

Non sono buone le notizie per quanto riguarda il virus della polmonite atipica: oggi Shanghai ha annunciato il primo decesso per Sars. Un primo caso è stato individuato anche in Russia: si tratta di un giovane di 25 anni ricoverato la settimana scorsa nella città di Blagoveshensk, ai confini con la Cina. L’Organiz-zazione mondiale della sanità ha oggi sconsigliato viaggi anche a Tianjin, alla Mongolia interna e a Taipei. Ma la vera minaccia per la Cina verrebbe dalle campagne come ci riferisce Chiaretta Zucconi.

 

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Oggi lo stesso premier cinese, Wen Jiabao, ha ammesso che la situazione nelle zone rurali fa acqua da tutte le parti. Le strutture sanitarie sono ai minimi termini, le capacità tecnologiche inadeguate, la sorveglianza non funziona. Il problema fondamentale in Cina è la prevenzione, ha detto ancora il primo ministro. Per ammissione delle stesse autorità sanitarie di Pechino, inoltre, mancano i medici e le strutture in grado di curare la Sars. Il ministro delle finanze cinese ha annunciato la decisione di stanziare 5 miliardi di yuan, 600 milioni di dollari, per combattere l’epidemia, perchè a questo punto a preoccupare, ed anche molto, il pragmatico governo di Pechino, sono le conseguenze della Sars sull’economia del Paese, la più vivace in Asia, e l’unica che era miracolosamente uscita indenne dalla crisi economica asiatica del ’97. Intanto, si  attendono risposte dal summit di Evian, in Francia, dove i leaders del G8 stanno discutendo le misure da adottare contro l’epidemia di Sars, considerata ormai pericolosa come quella dell’Aids.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Al vertice del G8 ad Evian dal 1 al 3 giugno prossimi, di cui ci ha parlato la nostra inviata, parteciperà anche la Cina.

 

Notte di violenza e terrore a Bunia, capoluogo dell’Ituri, provincia nel nord est della Repubblica Democratica del Congo. Numerosi uomini armati, probabilmente appartenenti all'etnia Lendu, si sono aggirati per le vie della città sparando e saccheggiando. Un episodio che segue di poche ore gli scontri che si sono verificati in questi giorni tra le etnie Lendu e Hema che hanno provocato centinaia di vittime, tra cui un sacerdote, padre Raphael Ngoma, parroco di Drodo.

 

Sono ripresi ieri a Machacos, in Kenya, i colloqui di pace sul Sud Sudan, alla loro quinta tornata anche se l’apertura ufficiale avverrà sabato prossimo, alla presenza di numerose autorità africane e internazionali. Giulio Albanese:

 

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I punti forti su cui si regge il protocollo preliminare d’intesa, siglato l’anno scorso, sono due. Un governo unitario di transizione con possibilità per il sud, dove è operativo il movimento ribelle, di ottenere l’indipendenza mediante referendum dopo un sessennio ed affermazione del principio che la sharia, la legge islamica, non sia imposta nei territori fuori dell’area musulmana. Uno degli argomenti spinosi su cui verterà la tornata negoziale avviata ieri, che si concluderà il 21 maggio, riguarda anche la composizione delle forze armate. Altra questione scottante è quella relativa alla divisione dei proventi petroliferi. Va ricordato che il Sudan è produttore e che rappresenta questo uno scoglio non indifferente guardando al futuro. La presidenza della mediazione è affidata al Kenya, su delega degli Stati dell’Igad, con l’intento di porre fine al conflitto che insanguina il Sudan dal 1983, con un bilancio di oltre 2 milioni di morti.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Spiragli di pace per il Kashmir. Inizia oggi ad Islamabad la missione del vicesegretario di Stato americano, Armitage, che in giornata vedrà il presidente pakistano Musharraf ed il premier Jamali.

 

Sventato in Arabia Saudita il più grande tentativo di attacco terroristico della storia del Paese da parte di al Qaeda. Il quotidiano arabo in lingua inglese Al-Sharq al-Awsat riferisce del ritrovamento da parte della polizia di Ryad due giorni fa di un ordigno chimico pronto a esplodere che avrebbe potuto distruggere l'intera città. Secondo il ministro dell'interno saudita Abdul Aziz il complotto non è da considerarsi legato all’imminente visita del segretario di stato americano Colin Powell.

 

Sono almeno 32 le persone che purtroppo stamani hanno trovato la morte  nell'incidente tra un treno ed un pullman di turisti tedeschi in Ungheria, precisamente a Siofok, 100 km a sud-ovest di Budapest. Tra i passeggeri anche 50 feriti. L'autobus, rimasto imbottigliato in un ingorgo, era fermo al passaggio a livello quando il treno lo ha preso in pieno ed è stato trascinato per 150 metri.

 

Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di  riferimento. Il tasso base resta così fermo al 2,50%. La Banca Centrale Europea aveva abbassato i tassi di un quarto di punto il 6 marzo scorso, con effetto dal giorno successivo, portandoli ai livelli più bassi della storia dell'euro.

 

Duro colpo per l’amministrazione americana. L’Organizzazione Mondiale per Il Commercio ha autorizzato l’Unione Europea ad applicare sanzioni record agli Stati Uniti, pari a 4 miliardi di dollari l’anno, per aver mantenuto una legge che propone vantaggi fiscali agli esportatori americani. L’OMC, che ha applicato la sanzione più pesante mai imposta ad un paese, ha concesso  tempo all’amministrazione, fino a dicembre 2003,  affinché modifichi la normativa.

 

Non si placano gli scontri tribali nel nordest della Repubblica democratica del Congo. La presenza dei caschi blu dell’Onu a Bunia, capoluogo della regione dell’Ituru, non è riuscita ad evitare una nuova ondata di violenza fra la tribù dei Lendu e quella degli Hema. Gli attacchi non hanno risparmiato neppure i religiosi: un sacerdote locale, padre Raphael Ngoma, è stato ucciso nella missione di Mudzi Pela. Era il parroco di Drodro, dove i combattimenti del mese scorso avevano provocato centinaia di vittime.

 

 

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