RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 127 - Testo della Trasmissione di mercoledì 7 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I “valori durevoli dello spirito”, attraverso la contemplazione e la preghiera, riproposti del Papa di fronte ai “valori effimeri del mondo visibile”, nella catechesi dell’udienza generale dedicata al viaggio in Spagna.

 

Il giuramento delle nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia, nella suggestiva cerimonia di ieri pomeriggio in Vaticano.

 

Con la presidenza del cardinale Paul Poupard, si riuniscono da domani a Barcellona i responsabili dei centri culturali cattolici dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: il porporato ai nostri microfoni.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ortodossi, cattolici e anglicani rilanciano da Atene le radici cristiane della nuova Europa: con noi, il vescovo ortodosso Athanasios.

 

Da Roma a Lourdes, un pellegrinaggio maratona per la pace, promosso dal Centro Sportivo Italiano: intervista con mons. Angelo Frigerio e Edio Costantini.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Per il 25.mo del Pontificato di Giovanni Paolo II, un Congresso internazionale all’Università Lateranense su “La Chiesa al servizio dell’uomo”.

 

E’ morto ieri pomeriggio, all’età di 87 anni, il missionario saveriano padre Camillo Olivani, uno dei fondatori, in Sierra Leone, della diocesi di Makeni.

 

In Messico i gesuiti hanno dato vita al centro di riflessione e azione per il lavoro (Cereal) per difendere i diritti dei lavoratori delle “maquiladoras”.

 

In bicicletta per ricordare il drammatico problema delle mine anti-uomo in Thailandia: un tour promosso dal Jesuit Refugee Service e dalla Commissione cattolica di giustizia e pace.

 

Continuano le aggressioni contro operatori umanitari in Afghanistan.

 

Tre milioni di bambini lavoratori in Uganda, anche a rischio della vita, secondo un alto funzionario governativo.

 

24 ORE NEL MONDO:

Il futuro dell’Iraq allo studio della diplomazia europea. Oggi a New York primo incontro dopo la guerra tra Kofi Annan e Colin Powell.

 

Ripresi i collegamenti aerei e stradali tra India e Pakistan.

 

La chiesa colombiana rilancia il dialogo tra governo di Bogotà e Farc.

 

Emergenza alluvioni in Africa: 28 morti e migliaia i senzatetto.

 

Esplosione a Nablus: muore un attivista palestinese di Hamas.

 

Si è concluso il ritiro delle truppe ugandesi dai territori della Repubblica sudafricana.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

7 maggio 2003

 

 

L’EUROPA ASSEDIATA DA SPINTE SECOLARISTE CONSERVA INTATTA

 UN’ANIMA CRISTIANA: AI GIOVANI SOPRATTUTTO IL COMPITO DI CONTRAPPORRE

 I VALORI DUREVOLI DELLO SPIRITO ALLE LUSINGHE DELL’EFFIMERO.

COSI’ IL PAPA NELL’UDIENZA GENERALE AL RIENTRO DALLA TERRA IBERICA

 

Al ritorno dal viaggio in Spagna, “nobile ed amata Nazione”, protagonista nell’evangelizzazione dell’Europa e del mondo la catechesi del Papa oggi nell’udienza generale è stata dedicata ai due momenti forti di questa visita: il grande incontro con i giovani, “che sono il futuro e la speranza della Chiesa e della  società” di questo Paese – ha detto Giovanni Paolo II - e la canonizzazione di cinque beati di quella “terra benedetta da Dio”, perché anche ai nostri giorni “continui a produrre frutti abbondanti di perfezione evangelica”. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Nell’Anno del Rosario, che stiamo celebrando, ho invitato i giovani spagnoli “ad essere sempre più uomini e donne di robusta interiorità” – ha ricordato il Santo Padre – perché questo è “l’antidoto più efficace ai rischi del consumismo, a cui è esposto l’uomo di oggi”:

 

“Alla suggestione dei valori effimeri del mondo visibile, che un certo tipo di comunicazione mediatica propone, è urgente contrapporre i valori durevoli dello spirito, che possono essere raggiunti solo rientrando nella propria interiorità mediante la contemplazione e la preghiera.”

 

Proprio nella preghiera – ha osservato Giovanni Paolo II – i cinque nuovi Santi spagnoli, i sacerdoti Pedro Poveda Castroverdee e José María Rubio y Peralta, e le religiose Genoveva Torres Morales, Angela de la Cruz e María Maravillas de Jesús, hanno attinto “la forza necessaria” per svolgere i compiti affidati loro da Dio nella vita contemplativa, nel ministero pastorale, nel campo educativo, nell’apostolato degli esercizi spirituali, nella carità verso i poveri. “Un esempio per i cristiani del mondo intero” e in particolare per i cristiani di Spagna perché sappiano “custodire e rinnovare continuamente l’identità cattolica che è vanto della Nazione”. Proprio “in virtù dei valori perenni della sua tradizione” – ha sottolineato Giovani Paolo II – questo nobile Paese “potrà recare un proprio efficace contributo all’edificazione della nuova Europa”.

 

Una visita apostolica che ha confermato nel Papa “una profonda convinzione”, come lui stesso ha confidato alle migliaia di pellegrini radunati in Piazza San Pietro:

 

“Le antiche nazioni dell'Europa conservano un'anima cristiana, che costituisce un tutt'uno col "genio" e la storia dei rispettivi popoli. Il secolarismo ne minaccia purtroppo i valori fondamentali, ma la Chiesa intende lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale”.

 

Se la Spagna, come ha ringraziato il Papa rivolto alle personalità religiose e civili  di questo Paese, lo ha “accolto con tanta premura e affetto” così anche i fedeli di tutto il mondo presenti numerosissimi in questa stagione primaverile a Roma ne hanno festeggiato stamane il ritorno nella sede di Pietro. E Giovanni Paolo II come è solito fare li ha salutati nelle loro lingue, in particolare i partecipanti della maratona-pellegrinaggio Roma-Lourdes, che parte oggi, e poi i  polacchi che commemorano in questi giorni i 750 anni della canonizzazione del loro Patrono, San Stanislao e infine gli ucraini che si apprestano a celebrare la Conferenza nazionale sulla vita consacrata  nella Chiesa greco-cattolica.

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NOMINA PER ACCADEMIA PONTIFICIA E PROVVISTA DI CHIESA IN ECUADOR

- A cura di Paolo Salvo -

 

Il Papa ha nominato presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia la professoressa Letizia Pani Ermini, ordinario di Archeologia Medievale nell’Università di Roma “La Sapienza”. La professoressa Pani Ermini, che subentra nella carica di presidente al prelato mons. Victor Saxer, è stata finora segretario di questa istituzione culturale pontificia, fondata nel 1810 col titolo di Accademia Romana di Archeologia. Si richiama, come precedenti, alla Accademia delle Romane Antichità, istituita nel 1740 da Benedetto XIV, e alla Accademia Romana creata dal celebre umanista Pomponio Leto nel Quattrocento.

 

L’Accademia ha il fine di promuovere lo studio dell’archeologia e della storia dell’arte antica e medievale. Cura in maniera particolare la illustrazione dei monumenti archeologici ed artistici di spettanza della Santa Sede. Svolge la sua azione, per il progresso del sapere e lo sviluppo della cultura, attraverso comunicazioni scientifiche, conferenze, pubblicazioni, concorsi e ogni altra forma di indagine e di studio. L’Accademia ha come protettore il cardinale segretario di Stato ed è costituita da 140 soci, di cui 20 onorari, 40 effettivi e 80 corrispondenti. Il presidente fa parte del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie.

 

In Ecuador, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Guayaquil, presentata dall’arcivescovo mons. Juan Ignacio Larrea Holguìn, per raggiunti limiti di età. Il Pontefice ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Guayaquil il presule spagnolo mons. Antonio Arregui Yarza, della prelatura dell’Opus Dei, finora vescovo di Ibarra.

 

 

UN’ EMOZIONE CHE SI RINNOVA NEL TEMPO: IERI, IN VATICANO,

LA SUGGESTIVA CERIMONIA DI GIURAMENTO DELLE NUOVE RECLUTE

DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

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(Rullo di tamburi)

 

Un evento che, nonostante il passare degli anni, mantiene intatto il suo fascino nel celebrare valori immutabili nel tempo quali il coraggio e la lealtà. Nella straordinaria cornice del cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico, si è svolta ieri sera la cerimonia di giuramento di 32 nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia. Un rito celebrato nel giorno in cui lo storico corpo fondato nel 1506 da Giulio II ricorda il sacrificio di 147 valorosi soldati, che il 6 maggio del 1527 - durante il Sacco di Roma, perpetrato dai Lanzichenecchi - morirono eroicamente per difendere Papa Clemente VII. Il giuramento delle nuove guardie, di fronte ad autorità elvetiche e vaticane, è stato preceduto dall’esecuzione dell’inno pontificio e di quello svizzero.

 

(Inno pontificio)

 

Una cerimonia suggestiva per questo Corpo che ha nella “custodia della sacra persona del Pontefice Romano e della sua residenza” il suo compito primario. Impegno di grande responsabilità assolto, nelle parole di Giovanni Paolo II, con “fedeltà e generosità” da un organico di 110 effettivi, di cui 79 alabardieri. Ieri, dunque, 32 giovani svizzeri hanno vissuto l’emozionante momento che da secoli si rinnova con i gesti e le parole della tradizione:

 

(Giuramento)

 

Ammirate nei secoli da pellegrini e turisti per la caratteristica foggia rinascimentale della loro divisa, il cui disegno viene attribuito all’estro di Michelangelo, le Guardie Svizzere sono parte integrante della vita di Città del Vaticano. Un simbolo che suscita ammirazione, rispetto, curiosità e che sembra non conoscere gli effetti del tempo.

 

(Marcia)

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SOTTO LA PRESIDENZA DEL CARDINALE PAUL POUPARD SI RIUNISCONO

DA DOMANI A DOMENICA PROSSIMA, A BARCELLONA, I RESPONSABILI

DEI CENTRI CULTURALI CATTOLICI DEI PAESI CHE SI AFFACCIANO SUL MEDITERRANEO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Si tratta di istituzioni collegate ad un ente ecclesiale -parrocchia, diocesi, conferenza episcopale, ordine religioso, ecc. – o di iniziative private di cattolici, ma sempre in comunione con la Chiesa. Nella loro ricca diversità questi centri hanno in comune il fatto di proporre delle attività culturali con la costante preoccupazione del rapporto tra la fede e le culture, sviluppato tramite il dialogo, la ricerca scientifica, la formazione, la promozione di una cultura ispirata, fecondata, vivificata e resa dinamica dalla fede.

 

I centri culturali cattolici offrono alla Chiesa singolari possibilità di presenza ed azione nel campo dei mutamenti culturali. In effetti, essi costituiscono dei forum pubblici che permettono una larga diffusione, mediante il dialogo creativo, delle convinzioni cristiane sull’uomo, sulla donna, sulla famiglia, sul lavoro, sull’economia, sulla società, sulla politica, sulla vita internazionale, sull’ambiente. Essi sono così luoghi d’ascolto, di rispetto e di tolleranza.

 

Diversi incontri fruttuosi fra i centri di varie aree culturali hanno già avuto luogo a Chantilly, in Francia; a Monaco di Baviera, in Germania; a Barcellona in Spagna; a Bologna, Milano e Roma in Italia, a Fatqa in Libano, a Sumeleu-Ciuc in Romania; e a Puebla, in Messico. Così lo scambio di esperienze arricchisce la mutua conoscenza e suscita una nuova fecondità nell’attività rinnovata dei centri.

 

L’incontro che si apre domani a Barcellona intende focalizzare il contributo alla convivenza tra le diverse culture dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e soprattutto tra cultura cristiana e cultura islamica. Ascoltiamo in proposito il cardinale Paul Poupard:

 

“Oggetto di questo incontro, dunque, è il contributo di questi centri culturali delle due sponde del Mediterraneo alla convivenza pacifica tra le culture. Inutile, penso, insistere sulla attualità enorme di tale problematica in questo momento di scontri nel Mediterraneo … la necessità di fare del Mediterraneo un vero luogo pacifico di incontro di civiltà e di culture … e allora, la problematica che affronteremo è se e come i nostri centri possono – poiché vi saranno ampi spazi di liberi interventi e amichevoli scambi – facilitare questa convivenza pacifica con il mutuo rispetto reciproco”.

 

I Paesi rappresentati a Barcellona sono Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Grecia, Turchia, Marocco, Algeria, Egitto, Siria e Libano.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo “Uomini e donne di robusta interiorità per ravvivare l’anima cristiana dell’Europa”: Giovanni Paolo II all’udienza generale ripercorre i momenti del viaggio apostolico in Spagna e rinnova l’esaltante consegna affidata ai giovani e a tutto il popolo di quella nobile e amata Nazione.

Sempre in prima, un contributo dell'arcivescovo di Lecce dal titolo “Portare il Rosario nelle famiglie, nelle case, tra la gente”;

8 maggio:la supplica alla Madonna di Pompei.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell’udienza generale.

Un articolo di Gianluca Biccini in occasione della cerimonia di giuramento - presieduta dall'arcivescovo Sandri - delle nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia.

Una pagina dedicata al Venerabile Monti, fondatore della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione.

 

Nelle pagine estere, riguardo all’Iraq, Bush nomina un nuovo Amministratore.

Medio Oriente: Israele chiede che Arafat sia escluso dai negoziati.

Irlanda del Nord: Londra e Dublino ribadiscono il sostegno al processo di pace.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Agnese Pellegrini dal titolo “Platone parla della santità”: una nuova edizione di “Eutifrone”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la situazione politica.

Il tema delle pensioni.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

7 maggio 2003

 

 

UNA NUOVA PAGINA ECUMENICA SI SCRIVE

COL COMUNE IMPEGNO DELLE CHIESE ORTODOSSA, CATTOLICA E ANGLICANA

AFFINCHE’ VENGANO RICONOSCIUTE LE RADICI CRISTIANE

 NELLA COSTRUZIONE DELLA NUOVA EUROPA: 

CON NOI IL VESCOVO ORTODOSSO ATHANASIOS

- A cura di Carla Cotignoli e Debora Donnini -

 

“Un momento ecumenico storico”: delle Chiese si uniscono sul fronte dell’Europa. E’ quanto è avvenuto ad Atene per iniziativa della Chiesa ortodossa di Grecia, ortodossi, cattolici e anglicani hanno lanciato un appello perché nella nuova costituzione europea  vi sia un chiaro riferimento alle radici cristiane del continente. Non solo: le Chiese chiedono che sia istituzionalizzato un dialogo permanente e costruttivo tra le Chiese cristiane e l’Unione Europea e ancora che sia garantita l’educazione cristiana, come valore importante per la vita e per la costruzione dell’Europa.

 

Questo appello è stato lanciato  al termine della Conferenza internazionale che si è conclusa ieri, dal titolo “I principi morali e i valori su cui strutturare l’Europa”.  Vi avevano partecipato oltre 700 persone: da parte ortodossa era presente il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, oltre 50 vescovi, tra cui i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse autocefale d’Europa, compresa quella Russa; da parte cattolica, a nome del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, vi era il cardinale Roger Etchegaray. Gli anglicani erano rappresentati dal vescovo di Londra, Richard Chartres. Numerose le personalità tra cui un consigliere del presidente della commissione europea Romano Prodi, il prof. Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, Michel Camdessus, già direttore generale del Fondo monetario internazionale.

 

Quale rischio correrebbe l’Europa senza un esplicito riconoscimento delle sue radici cristiane? Risponde, al microfono di Debora Donnini, il vescovo Athanasios, rappresentante della Chiesa ortodossa greca all’Unione Europea: 

 

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R. – Il rischio sarebbe di creare una Unione Europea senza anima. Che cosa significa avere una Costituzione che riguardi solo il potere secolare? Questo è il rischio. Penso che il cristianesimo dà la profondità storica che fa parte della vita di oggi. Non siamo venuti dal niente ...

 

D. – Voi avete detto che il Vangelo non ha mai ‘livellato’ la diversità culturale dell’Europa, ma anzi l’ha arricchita ...

 

R. – Bisogna sempre sottolineare il fatto che gli elementi che hanno contribuito positivamente alla costruzione dell’Europa non possono mai essere marginalizzati. Questo sarebbe un impoverimento. Dobbiamo lavorare insieme per arricchire questa costruzione magnifica, non cercare di fare uscire i punti che hanno contribuito alla costruzione dell’Europa.

 

D. – Quanto è stato importante che a questa conferenza vi fosse la presenza di diverse Chiese cristiane?

 

R. – Questo è stato un momento ecumenico, direi storico. Tante personalità che hanno veramente dato un’impressione di unità di tutta l’Europa, uomini e donne che venivano da tante culture, ma hanno tutti espresso questa unità europea, lo spirito europeo. Tutta la preparazione del Congresso era stata fatta insieme a tutti i rappresentanti delle diverse Chiese, delle diverse culture europee e poi ci siamo messi d’accordo che ci sono tante cose da fare insieme. C’è già un gruppo di persone qui, in Grecia, ed anche in altri Paesi che collaborano su parecchi punti. L’Europa ci unisce ...

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MARATONA ROMA – LOURDES: UNA CORSA PER LA PACE

- Ai nostri microfoni, mons. Angelo Frigerio e Edio Costantini -

 

“I nostri sogni corrono con noi”.Questo è lo slogan che accompagna la maratona – pellegrinaggio Roma – Lourdes, promossa dal Centro Sportivo Italiano (Csi), partita oggi da San Pietro dopo la benedizione del Papa e l’accensione simbolica della fiaccola della pace. Un pellegrinaggio di 1.604 km che vedrà protagonisti un gruppo base di 12 atleti a cui successivamente durante le 12 tappe previste, andranno ad aggiungersi nuovi partecipanti fino all’arrivo nella cittadina francese previsto per il 18 maggio. Ad accogliere gli atleti al loro arrivo, ci sarà il contingente italiano del 45° Pellegrinaggio Militare Internazionale. Ma come nasce l’idea di questa maratona? Marina Tomarro lo ha chiesto a mons.  Angelo Frigerio e a Edio Costantini, rispettivamente ispettore per l’ordinariato militare dell’Italia e presidente nazionale del Centro sportivo italiano:

 

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R. – Questa iniziativa nasce su proposta del Csi all’ordinariato militare, e il Csi si è rivolto a noi sapendo di questo pellegrinaggio militare internazionale con desiderio di aggiungersi con questa maratona che parte dall’Italia con una fiaccola benedetta dal Papa e consegnata simbolicamente alla Madonna a Lourdes nell’ambito del pellegrinaggio militare internazionale, quindi con l’arcivescovo che con tutti i militari italiani è lì presente a Lourdes.

 

D. – Cosa succederà quando i maratoneti arriveranno a Lourdes?

 

R. – Io credo che succederanno tante cose. Anzitutto, una grande accoglienza perché in un attimo si spargerà la voce e soprattutto succederà una grande accoglienza perché questa fiaccola verrà accompagnata dai Bersaglieri dall’inizio della città di Lourdes fino alla chiesa di Santa Bernadette, dove io credo ci saranno in quel momento 6-7 mila italiani e chissà quanti altri curiosi ad attendere.

 

D. – Dottor Costantini, come nasce questo connubio tra sport e religione?

 

R. – Non esiste uno sport cristiano ed uno sport non cristiano; esiste un modello di sport praticato da cristiani, cioè da persone che magari si vogliono impegnare più di altri davvero a rispettare il proprio corpo, a rispettare i valori della vita. In questo momento, dove lo sport viene visto come strumento di marginalità, di violenza, vogliamo rilanciare uno sport pulito. Allora, non uno sport cristiano ma uno sport dove i valori cristiani diventano un po’ i fondamenti, i principi attorno ai quali costruire l’esperienza sportiva.

 

D. – Quali saranno i risultati che verranno fuori da una manifestazione così particolare?

 

R. – Il risultato è quello dell’esperienza umana. Prima della gara, della vittoria c’è questo allenare il proprio corpo ad essere davvero più forte, sempre più impegnato a percorrere le tappe della vita, per cui è uno sport che sostanzialmente ti aiuta a diventare campione nella vita, come molte volte diciamo come slogan.

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CHIESA E SOCIETA’

7 maggio 2003

 

 

CON IL CONGRESSO INTERNAZIONALE “LA CHIESA A SERVIZIO DELL’UOMO”

SI APRIRANNO DOMANI A ROMA, NELLA PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERNANESE,

LE CELEBRAZIONI PER I 25 ANNI DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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ROMA. = Il 16 ottobre 1978 il cardinale arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, veniva eletto Pastore Universale della Chiesa e assumeva il nome di Giovanni Paolo II. Con l’obiettivo di ripercorrere l’intenso cammino che il Santo Padre ha offerto alla Chiesa, il Congresso internazionale “La Chiesa a servizio dell’uomo”, promosso dalla Pontificia Università Lateranense, aprirà domani a Roma le celebrazioni per il 25.mo anno del pontificato di Giovanni Paolo II. L’attenzione e l’impegno del Papa verso l’uomo, la cultura, la missione dei laici nella Chiesa ed il dialogo interreligioso costituiranno un importante spunto di riflessione per tracciare un profilo del Santo Padre. All’incontro interverranno, tra gli altri, i cardinali Angelo Sodano, segretario di Stato, Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Camillo Ruini, vicario di Roma, Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio consiglio giustizia e pace e altri 9 porporati responsabili dei dicasteri della Curia Romana. I partecipanti al Congresso, insieme ad una folta rappresentanza della Pontificia Università Lateranense, incontreranno il Papa nell’udienza di venerdì mattina in Vaticano. La giornata conclusiva dell’incontro, sabato prossimo, sarà dedicata alle sfide del pensiero sociale ed al ruolo che la Chiesa è chiamata a svolgere nel terzo millennio.

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E’ MORTO IERI POMERIGGIO ALL’ETÀ DI 87 ANNI IL MISSIONARIO SAVERIANO

PADRE CAMILLO OLIVANI, UNO DEI FONDATORI, IN SIERRA LEONE,

DELLA DIOCESI DI MAKENI

 

PARMA. = Ha suscitato cordoglio e commozione in Sierra Leone la notizia della scomparsa di padre Camillo Olivani, missionario saveriano, considerato uno dei fondatori della diocesi di Makeni. Nato a Cicognara di Viadana, in provincia di Mantova, padre Olivani si è spento ieri pomeriggio a Parma all’età di ottantasette anni, dopo averne trascorsi quasi 40 in Sierra Leone. I funerali saranno celebrati domani nel Santuario del beato Guido Maria Conforti a Parma. Il vescovo di Makeni, mons. Giorgio Biguzzi, ricordando che il suo confratello era giunto in Sierra Leone nel 1950, ha ringraziato il Signore “per la straordinaria testimonianza che padre Olivani ha offerto”. “Nel ministero missionario – ha aggiunto il presule - ha costantemente manifestato un grande amore per l'Africa e i suoi popoli”. (A.L.)

 

 

IN MESSICO I GESUITI HANNO DATO VITA AD UN CENTRO DI RIFLESSIONE

E AZIONE PER DIFENDERE I LAVORATORI

DEL SETTORE ELETTRONICO CHE RISCHIANO IL LICENZIAMENTO

 

CITTA’ DEL MESSICO. = In Messico un futuro incerto attende, purtroppo, oltre un milione di lavoratori. I posti di lavoro più a rischio sono quelli delle “maquiladoras”, gli impianti industriali di proprietà straniera che assemblano parti prodotte all'estero. La precarietà del lavoro non è stata contrastata, nel Paese, neanche dalla rimozione delle barriere commerciali e finanziarie tra Stati Uniti, Canada e Messico attraverso l’Accordo nordamericano di libero scambio (Nafta).  Nello Stato di Jalisco, oltre 100 mila persone, impiegate in più di 100 “maquiladoras’”del settore elettronico, rischiano ogni giorno di essere licenziate. Per difendere i loro diritti, i gesuiti di Città del Messico e Guadalajara hanno dato vita al Centro di riflessione e azione per il lavoro (Cereal), un’équipe che offre consulenze legali, formazione e aiuta gli operai a denunciare i casi di violazione dei diritti umani. “Quest'azione sociale ha entusiasmato altri giovani gesuiti - scrive il coordinatore del Centro, padre Carlos Rodríguez – che ora condividono con noi questa missione e la ricerca di una spiritualità operaia". Nel 1994 a Guadalajara furono i giovani gesuiti a d offrire agli operai programmi di alfabetizzazione. (A.L.)

 

 

CON LO SCOPO DI RICORDARE IL DRAMMATICO PROBLEMA DELLE MINE ANTI-UOMO

SI È SVOLTO RECENTEMENTE IN THAILANDIA UN TOUR CICLISTICO

PROMOSSO DAL JESUIT REFUGEE SERVICE E

DALLA COMMISSIONE CATTOLICA GIUSTIZIA E PACE

 

BANGKOK. = In bicicletta per ricordare il drammatico problema delle mine anti-uomo in Thailandia. E’ stata questa la motivazione di una manifestazione svoltasi recentemente nel Paese asiatico. All’iniziativa, promossa dalla sezione “Asia del Pacifico” del Jesuit Refugee Service (Jrs) e dalla Commissione cattolica di giustizia e pace, hanno preso parte 34 sopravvissuti alle mine provenienti da 6 diverse province thailandesi e cambogiane. Il gruppo è partito dal “Thailand Mine Action Centre” di Bangkok e ha concluso il suo tour, due giorni dopo, al “Military Artillery Centre”, nella provincia di Lopburi, a Nord della capitale del Paese. Lungo i 140 chilometri del percorso, i partecipanti hanno distribuito materiale informativo su un importante appuntamento che si svolgerà a settembre, proprio in Thailandia, sulle mine anti-uomo. Si tratta del quinto incontro annuale dei Paesi che hanno aderito al Trattato per la messa al bando delle mine. Al loro arrivo i ciclisti sono stati accolti dal segretario generale del Dipartimento per le organizzazioni internazionali del ministero degli esteri thailandese, Atchara Suyanan, e da rappresentanti di ambasciate e organismi internazionali. L’evento, organizzato in collaborazione con organizzazioni non governative che operano in Thailandia, è stato reso possibile soprattutto grazie al sostegno finanziario del governo norvegese. (A.L.)

 

 

IN AFGHANISTAN GLI OPERATORI UMANITARI CONTINUANO AD ESSERE

VITTIME DI GRAVI EPISODI DI VIOLENZA. LUNEDì SCORSO DUE ADDETTI DI UNA ONG AFGHANA

SONO STATI FERITI NELLA REGIONE SUDORIENTALE DEL PAESE

 

KABUL. = Continuano le aggressioni contro operatori umanitari in Afghanistan. Due addetti di una organizzazione non governativa afgana specializzata in attività di sminamento sono stati feriti in un’imboscata nella provincia di Zabul, nella regione sudorientale del Paese. Lo hanno riferito ieri fonti locali, aggiungendo che l’agguato è avvenuto lunedì scorso, quando alcuni sconosciuti hanno aperto il fuoco contro due veicoli della ong. Gli automezzi viaggiavano lungo la strada che collega Kandahar, nel sud, alla capitale Kabul, nell’est del Paese. Sempre ieri sono scattati otto arresti per il recente attacco contro il personale dell’Agenzia di sviluppo afgana (Ada) nella provincia di Wardak. L’incidente è avvenuto sabato scorso, sempre sulla strada Kandahar-Kabul, quando un gruppo di armati ha fatto fuoco contro il veicolo dell’Agenzia. Il conducente è morto sul colpo, mentre un altro passeggero è rimasto gravemente ferito. Secondo la polizia di Wardak, gli arrestati fanno parte di un’organizzazione guidata da Guldbuddin Hekmatyar, signore della guerra che ha lanciato la “jihad” (guerra santa) contro le forze statunitensi in Afghanistan. Nel marzo scorso è stato ucciso Ricardo Munguia, uno svizzero di origine salvadoregna che lavorava per il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr). L’uomo è stato aggredito da armati non identificati mentre si trovava a bordo di un automezzo ed è stato poi assassinato a sangue freddo nella provincia di Oruzga, nell’area centrale del Paese. (A.L.)

 

 

IN UGANDA SONO QUASI TRE MILIONI I BAMBINI LAVORATORI.

LO HA DETTO ALLA STAMPA LOCALE L’ALTO FUNZIONARIO DEL MINISTERO DEL LAVORO, DAVID OGARAM

 

KAMPALA. = Sono quasi tre milioni i bambini lavoratori in Uganda. Lo ha rivelato alla stampa locale l’alto funzionario del ministero del lavoro, David Ogaram, spiegando che, su circa 25 milioni di abitanti, quasi 3 milioni di minori “lavorano in situazioni di sfruttamento, in ambienti privi di garanzie igieniche o sono impegnati in attività che mettono a rischio la loro vita”. David Ogaram ha ricordato che, in base ad un decreto emanato nel 1975, i bambini sotto i 12 anni non possono lavorare, mentre a quelli dai 12 ai 18 è proibito svolgere attività lavorative nelle ore notturne. Il funzionario ha aggiunto che, grazie alla collaborazione di organizzazioni non governative, negli ultimi due anni 3.500 bambini lavoratori sono stati sottratti ai loro sfruttatori ed hanno fatto ritorno a scuola. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

7 maggio 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza e Stefano Cavallo -

 

La diplomazia statunitense studia il futuro dell’Iraq. Il presidente George W. Bush ha nominato l’ex diplomatico Paul Bremer a capo dell'amministrazione civile americana dell'Iraq. Bremer prenderà il posto occupato provvisoriamente dall’ex generale Jay Garner. A Tikrit inoltre il contingente americano ha annunciato di aver nominato un governatore per la provincia settentrionale di Salaheddine, Hussein Al-Jabouri. E oggi di ricostruzione parleranno a New York, per la prima volta dalla fine della guerra, il segretario di Stato americano Powell e il segretario generale dell’Onu Annan. Intanto anche l'ex capo del partito Baath per la regione di Al Kout, a sud di Baghdad, è finito nelle mani delle forze angloamericane. Si tratta di Ghazi al-Adib, numero 32 della lista di 55 ricercati iracheni. Ma ascoltiamo da New York il servizio di Paolo Mastrolilli.

 

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Durante la Conferenza che si apre domani a Londra, l’Iraq verrà suddiviso in tre o forse quattro settori di competenza, gestiti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Polonia. I soldati italiani, dunque, assumeranno la responsabilità di un sottosettore nei pressi di Bassora. La missione durerà un minimo di sei mesi, costerà circa 350 milioni di euro e partirà dopo un voto del Parlamento per autorizzarla e finanziarla. Durante gli incontri si è discusso anche il futuro segretario della Nato, che l’anno prossimo dovrà prendere il posto dell’inglese Robertson, e Martino ha ammesso che il suo nome è in considerazione. Fonti americane intanto hanno rivelato che alla vigilia della guerra i familiari di Saddam avrebbero preso almeno un miliardo di dollari dalle riserve della banca centrale irachena, che sono ancora nelle loro mani.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Tornano le preoccupazioni per il riarmo nucleare della Corea del Nord. Nei colloqui dell’aprile scorso in Cina con Washington e Pechino, Pyongyang avrebbe minacciato di esportare armi nucleari o di aggiungerle al suo arsenale. Lo rivela oggi il Washington Times, citando fonti americane.

 

Compie progressi il processo di riavvicinamento tra India e Pakistan. Il premier di Islamabad, Jamali, ha annunciato ieri la ripresa dei collegamenti aerei e stradali con l’India, che erano stati interrotti al culmine della crisi tra i due Paesi giunti l’anno scorso a un passo da un nuovo conflitto. Sentiamo Maria Grazia Coggiola.

 

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Tra i due Paesi rivali asiatici, che per 17 mesi hanno agitato lo spettro di una guerra nucleare, sembra di nuovo aprirsi uno spiraglio. La questione cruciale rimane sempre il Kashmir, ma ora almeno ci sono le premesse per avviare un dialogo. Presto saranno nominati di nuovo gli ambasciatori nelle rispettive capitali. E’ ancora troppo presto per dire se ci sarà un summit. Il pakistano Jamali sabato aveva invitato ufficialmente Vajpayee a Islamabad, ma l’India non intende accelerare i tempi. New Delhi intende prima verificare se veramente il Pakistan riesce a mantenere la promessa di bloccare l’infiltrazione di gruppi integralisti islamici in Kashmir. I segnali di distensione coincidono con l’arrivo nella regione di una delegazione americana, guidata dal vice segretario di Stato Richard Armitage.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Almeno 24 persone sono state uccise e nove ferite nello stato di Tripura, in India, da sospetti militanti tribali. Al momento è stata bloccata la frontiera con il  confinante Bangladesh, da dove secondo fonti ufficiali provenivano i ribelli autori della strage.

 

È ancora emergenza in Colombia per l’uccisione, da parte delle Forze armate rivoluzionarie, dell'ex governatore di Antioquia Gaviria, dell'ex ministro della difesa Echeverry e di otto militari, avvenuta lunedì a Urrao, 350 chilometri a nord ovest di Bogotà, quando nella zona era in corso un'operazione militare. E la chiesa colombiana ha rilanciato il dialogo tra governo e guerriglia. Sentiamo Maurizio Salvi:

 

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A margine del secondo Congresso di riconciliazione nazionale, che si chiude oggi a Bogotà, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Pedro Rubiano Sainz, ha ribadito la necessità di raggiungere un accordo per uno scambio umanitario di prigionieri ed ha in particolare chiesto alle Farc di dare una risposta obiettiva, mettendo da parte l’atteggiamento intollerante e duro di fronte alla sofferenza delle vittime e specialmente di quanti si trovano nelle condizioni di ostaggio. Per parte sua mons. Luis Augusto Castro, membro della Commissione facilitatrice nominata dal governo, è stato ancora più diretto, manifestando l’interesse ad organizzare un incontro tra le Farc e la Commissione.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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La Sars continua a mietere vittime in Asia: in Cina altre cinque persone purtroppo hanno perso la vita, tre delle quali solo a Pechino. 159 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in tutto il Paese. Non meno preoccupante la situazione ad Hong Kong che registra undici nuovi decessi. Buone notizie dalla Malesia dove l’emergenza sarebbe domata. Il ministero della Sanità ha invitato la popolazione a riprendere le normali attività, benché due nuovi casi di infezione siano stati segnalati.

 

Emergenza alluvioni in Kenya, dove in meno di due settimane la furia delle acque ha ucciso 28 persone e ne ha costrette migliaia a lasciare le proprie case. Andrea Sarubbi ha contattato a Nairobi il padre comboniano Giuseppe Caramazza, direttore della rivista New People, e gli ha chiesto di descriverci la situazione nel Paese:

 

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R. – Nell’ovest del Paese molte dighe sono scoppiate sotto la pressione di fiumi ingrossati dalle piogge e circa un milione di persone hanno perso la casa. Addirittura un campo di profughi ad Harahab è stato evacuato proprio per l’acqua. Inoltre, migliaia di ettari di terreno coltivati sono andati sott’acqua e non credo che i contadini riusciranno a raccogliere nulla quest’anno da quei terreni.

 

D. – Ma era un alluvione prevedibile, o ha colto il paese di sorpresa?

 

R. – Da una parte la pioggia che vede in questi giorni è stata veramente oltre la normalità, ed è arrivata anche molto in ritardo, dunque, sicuramente molte persone non erano preparate. Inoltre, molte strutture del Kenya sono obsolete, non sono mai state migliorate negli ultimi 20 anni, durante il governo di Moi, e dunque, quando questi fiumi sono arrivati molto forti contro le dighe, le hanno spaccate. Non c’è stata la manutenzione e molti non sapevano del pericolo che correvano abitando subito a valle di queste dighe. Tenga conto che tra la parte della città che non riceve acqua, c’è il più grande Slam africano, bidonville africana che è Kybera, dove c’è sicuramente più di un milione di persone che vive.

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Si è concluso ieri pomeriggio il ritiro dei soldati ugandesi dalla città di Bunia, capoluogo dell'Ituri, regione nordorientale della Repubblica democratica del Congo. Secondo quanto riportato da Radio Okapi, insieme ai militari hanno lasciato la città numerosi civili che, temendo nuove recrudescenze, si sono recati in Uganda. Al momento i caschi blu dell’Onu hanno preso il posto delle truppe ugandesi nei punti nevralgici.

 

Ancora un episodio di violenza oggi in Medio Oriente: un’esplosione in un villaggio prossimo alla città di Nablus, ha provocato la morte di un attivista del braccio armato del movimento radicale palestinese Hamas. Amin Menzaloui, questo il nome dell’uomo, ventottenne, membro delle brigate Ezzedin al Qassam, si nascondeva in una casa del villaggio di Zawata. L’esercito smentisce l’ipotesi che sia stato un razzo sparato dai suoi soldati a provocare la deflagrazione.

 

La Casa delle libertà sta studiando la possibilità di impedire alle procure il ricorso in Cassazione, in caso di sentenza di assoluzione dell'imputato in appello. Lo ha dichiarato oggi il capo del Governo italiano Silvio Berlusconi che ha aggiunto: “Una delle riforme della giustizia che ci apprestiamo a fare è quella di non consentire alla pubblica accusa di fare ricorso contro una sentenza di assoluzione definitiva”.

 

 

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