RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 126 - Testo della
Trasmissione di martedì 6 maggio 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Nel pomeriggio in Vaticano la presentazione del
Progetto Stoq, per avvicinare la scienza e la fede.
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Continuano le alluvioni
in Kenya: 28 i morti e 15 mila i feriti; ingenti i danni materiali.
Telegramma di Giovanni
Paolo II per le uccisioni in Colombia del governatore del dipartimento di Antiochia,
dell’ex ministro della difesa e di altri otto ostaggi militari da parte delle
Farc.
La Casa Bianca studia
l’eventualità di togliere le sanzioni contro l’Iraq.
Epidemia Sars in
espansione in Asia: oggi riuniti a Bruxelles i ministri europei della Sanità.
Catturato a Hebron in
Cisgiordania un responsabile della
Jihad islamica
NELLA ODIERNA RICORRENZA DELL’EROICA DIFESA DEL
PONTEFICE,
DURANTE IL SACCO DI ROMA, IL PAPA ESPRIME
RICONOSCENZA ALLE GUARDIE SVIZZERE
PER IL
SERVIZIO SVOLTO SEMPRE CON LEALTA’ E GENEROSITA’.
OGGI
POMERIGGIO, IL GIURAMENTO DELLE NUOVE RECLUTE
-
Servizio di Alessandro Gisotti e Gloria Fontana -
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(Musica)
Una ricorrenza che, nonostante il trascorrere dei
secoli, celebra puntualmente eroismo e lealtà: il 6 maggio del 1527, 147
valorosi soldati elvetici caddero in difesa del Sommo Pontefice, durante il
Sacco di Roma. Un sacrificio, quello delle Guardie Svizzere, che viene
commemorato oggi attraverso una serie di eventi culminanti nel giuramento di 32
nuove guardie, alle 17,00 nel cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico. Dal
canto suo, Giovanni Paolo II non ha mancato di rivolgere parole di
apprezzamento per il lavoro svolto dallo storico Corpo, fondato nel 1506 da
Papa Giulio II. Ricevendo stamani in udienza, nella Sala Clementina, le reclute
e i familiari, ha lodato la “fedeltà e generosità” dei giovani chiamati ad
assicurare la sicurezza del Pontefice e della sua residenza, ma anche la “gentilezza”
mostrata verso pellegrini che - numerosi e da diverse parti del mondo - si
recano a pregare sulle tombe degli Apostoli. Un servizio, ha proseguito, che
dimostra “l’attaccamento dei cattolici” della Svizzera alla Chiesa e alla Santa
Sede”.
Quindi, ha
invitato le giovani reclute a meditare sull’esempio dei predecessori, alcuni
dei quali hanno sacrificato la propria vita per compiere la missione di
difendere il Successore di Pietro. “Aprite i vostri cuori all’incontro con gli
altri”, ha esortato ancora, poiché “questo ‘incontrarsi’ ci aiuta a crescere in
umanità ed a comprenderci sempre meglio come fratelli”. Stamani - prima
dell’udienza - le reclute hanno preso parte alla Messa celebrata dal cardinale
Joseph Ratzinger nella Basilica di San Pietro. Quindi, hanno partecipato alla
commemorazione dei caduti nel Cortile d’onore della caserma pontificia. Tra le
nuove guardie che giureranno nel pomeriggio anche un ragazzo originario
dell'India ma adottato da genitori svizzeri.
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ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto cinque
presuli indiani di rito siro-malabarese, in visita “ad Limina Apostolorum”.
Il Santo Padre ha inoltre nominato stamani arcivescovo
metropolita di Conakry, nella Guinea, Vincent Coulibaly, finora vescovo di
Kankan.
IL PAPA IN SPAGNA, FESTA DI GIOVENTU’
E
IMPEGNO CRISTIANO PER LA NUOVA EUROPA
-
Interviste con mons. Eugenio Romero Pose e Joaquin Navarro-Valls -
A due giorni dalla conclusione del viaggio papale, la
Spagna ha ancora negli occhi l’immensa, festosa mobilitazione dei pellegrini
prodotta non solo dalla presenza di Giovanni Paolo II sul suo territorio, ma
soprattutto dalle sue parole: dall’invito ai cristiani, perché abbiano cura
della propria fede, all’appello perché essa informi di sé sia la vita interna
della nazione, sia l’impegno a trasmetterla nelle istituzioni europee. La
Chiesa spagnola è la prima ad interrogarsi sugli esiti della quinta visita del
Pontefice in Spagna. Ed è grande la soddisfazione per quanto constatato durante
il soggiorno del Papa e per quanto esso possa produrre in futuro, in modo
particolare tra i giovani del Paese iberico. Ascoltiamo il parere di mons.
Eugenio Romero Pose, vescovo ausiliare di Madrid, intervistato da Fabio
Colagrande:
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R. - Il bilancio del viaggio è straordinariamente
positivo. Noi consideriamo questa visita come un vero dono di Dio. Non è stata
soltanto una grande festa per noi, ma una riscoperta di una società che ha
delle profonde radici cristiane e millenarie. Sabato scorso, l’incontro con i
giovani ricordava le Giornate mondiali della gioventù. Noi ci aspettavamo
250-300 mila giovani, ma ne sono arrivati da tutta la Spagna oltre 800 mila.
Qualcuno parla di un milione di giovani. Questi giovani avevano il desiderio di
trovare un vero testimone di Gesù Cristo. Vibravano quando sentivano il Papa
pronunciare: “Cristo dà senso alla tua esistenza”. Un annuncio chiaro ed esplicito
di cui abbiamo bisogno in un momento di grande confusione. Senza dubbio è stata
una forte esperienza per molti giovani. Un vescovo, ad esempio, mi diceva con immensa
gioia che, dopo la celebrazione, dei giovani sono andati a dirgli che avevano
scelto di andare in seminario il prossimo anno.
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Alla vigilia dell’arrivo di Giovanni Paolo II, alcune
analisi sociologiche, amplificate dai media, avevano fornito dati poco
incoraggianti sullo stato di salute della cattolicità in Spagna. Mentre i commenti
di alcuni osservatori si sforzavano di inquadrare la visita del Papa in una
cornice di tipo politico prima ancora che religioso. Concluso il viaggio, cosa
resta di quelle interpretazioni? Fabio Colagrande lo ha domandato ad uno
spagnolo per eccellenza, tanto per la conoscenza del Pontificato quanto per
quella del suo Paese: il direttore della Sala stampa vaticana, Joaquin
Navarro-Valls, che si sofferma anzitutto su quale immagine della Spagna si sia
offerta agli occhi di Giovanni Paolo II:
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R. -
Una Spagna che rimane cattolica nella maggioranza dei suoi cittadini e che ha
di fronte la stessa grande sfida di tutti i Paesi dell’Occidente: il secolarismo,
fenomeno che si riflette anche statisticamente sul numero delle persone che
vanno a Messa la domenica o su altri aspetti della vita pubblica spagnola. Io
penso sia questa la realtà che il Papa ha trovato e quella alla quale ha voluto
dire delle cose molto precise.
D. - Così come per il Papa, anche secondo i vescovi spagnoli è proprio
ripartendo dalla famiglia che si può contrastare questa laicizzazione, anche
nella società spagnola ...
R. - E’ ovvio, questa è una realtà accertata da chiunque. Per questo,
naturalmente, tutta la dimensione della pastorale familiare - della non
dismissione dell’obbligo dei genitori di essere formatori dei figli - è un
punto centrale: anche il Papa ha detto qualcosa su questo durante il viaggio.
D. - Così come era accaduto per la Giornata mondiale della gioventù del
’97 a Parigi, anche in questo caso ci si aspettava un’accoglienza non proprio
calorosissima per il Papa. Invece, anche in questo caso è arrivata la
smentita...
R. - Questo è un fenomeno che si ripete sempre. C’è una scuola di
pensiero che ritiene che la maggioranza dei ragazzi non si interessi al fatto
religioso, che consideri Dio non rilevante per la sua vita. Ma ogni volta che
il Papa si trova con i giovani, questo assunto viene smentito.
D. - Dove crede che il Papa abbia trovato il modo per sapere comprendere
e rispondere alle domande dei più giovani?
R. - Direi che è connaturato in lui, risultato - probabilmente - di
un’ininterrotta attività pastorale con i giovani sin dai primissimi tempi del
suo sacerdozio. In questi due incontri di Madrid, il Papa ha trovato nella
cerimonia della Messa la Spagna di oggi, e nell’incontro di sabato pomeriggio
la Spagna di domani. Se ricordiamo, uno dei punti focali dell’incontro con i giovani
era il tema della vocazione: ebbene, parlare oggi ad una folla di più di 700
mila ragazzi della chiamata di Dio ad un impegno personale, certamente è un
atto di grande audacia...
D. - A fronte di ciò, molti avevano voluto dare, prima del viaggio, un
significato politico all’evento, anche in riferimento alla recente posizione
della Spagna nella guerra in Iraq...
R. - Io penso che l’offerta di valori cristiani che il Papa ha fatto
durante questa visita abbia creato un ambito specifico nel quale queste
opinioni trovano il loro posto adeguato e dove le divisioni non si
assolutizzano. E questo il Paese lo ha capito. Il Papa, che naturalmente
durante tutto il periodo precedente alla guerra in Iraq aveva espresso il suo
pensiero in maniera molto chiara, ha parlato molto di pace in questi due
giorni. E non possiamo dimenticare che in Spagna purtroppo esiste un problema
serio: per cui il parlare di pace proprio in Spagna da parte del Papa è stato
un riferirsi concretamente anche al terrorismo.
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AVVICINARE SEMPRE PIU’ LE POSIZIONI TRA SCIENZA E
FEDE,
OBIETTIVO
DI GIOVANNI PAOLO II CHE SI CONCRETIZZA IN UNA INIZIATIVA
GUIDATA
DAL CARDINALE PAUL POUPARD, IL PROGETTO STOQ
- A
cura di Giovanni Peduto -
Il
cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della cultura,
presenta oggi alle 15.30 il Progetto Stoq (Science, Theology and the
Ontological Quest) in una conferenza stampa nella Casina Pio IV, sede della
Pontificia Accademia delle Scienze, in Vaticano.
Il
progetto Stoq è frutto dell’impegno personale di Giovanni Paolo II nel
tentativo di superare i malintesi sorti tra la Chiesa e la scienza. E’ anche il
risultato del nuovo clima di dialogo tra scienza e religione, in atto in tutto
il mondo. Più concretamente, la celebrazione del Giubileo degli Scienziati, il
25 maggio 2000, può essere ritenuta il punto di partenza del Progetto Stoq.
Lo
scopo del Progetto è quello di avvicinare aree di interesse e di studio che,
nell’epoca moderna, sono venute separandosi. In particolare, sta a cuore degli
organizzatori del Progetto la possibilità di istituire legami stabili e
fruttuosi tra scienza, filosofia e teologia, mediante la creazione di appositi
programmi di studio e di ricerca, tesi al conseguimento di un diploma
specializzato. Il Progetto intende formare personale specializzato nel campo
del dialogo tra scienza e religione. Dato l’elevato numero di alunni stranieri,
provenienti da tutti i Paesi, che frequentano le università romane, il Progetto
Stoq non mancherà di avere un vasto effetto all’interno della Chiesa.
Attualmente
il Progetto, guidato dal cardinale Paul Poupard, coinvolge tre università
pontificie romane, la Pontificia Università Lateranense (Pul), la Pontificia
Università Gregoriana (Pug), il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum
(Upra) e, nella sua fase iniziale, è supportato economicamente dalla Templeton
Foundation.
Ciascuna
delle tre università svilupperà in particolare un’area di ricerca: mentre
l’Università Gregoriana si incentrerà sui problemi di una fondazione della
filosofia, della scienza e della natura, l’Università Lateranense si dedicherà
piuttosto ai risvolti antropologici di questo progetto e l’ateneo Regina
Apostolorum ai risvolti etici (in particolare di bioetica).
E’
convinzione del cardinale Poupard che si possa inaugurare un nuovo corso non
soltanto nei rapporti tra scienza, filosofia e teologia, ma anche tra la Chiesa
e la scienza. Molti segnali nel passato recente hanno contributo a creare il
terreno per questo tipo di orientamento. In particolare, ricordiamo il lavoro
della Pontificia Commissione di Studio del Caso Galilei, presieduta dallo
stesso cardinale Poupard, e l’importante discorso pronunciato da Giovanni Paolo
II alla chiusura dei lavori della Commissione, il 31 ottobre 1992.
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Apre il giornale un articolo di
Giampaolo Mattei dal titolo "Giovanni Paolo II ci hai cambiato il mondo";
il viaggio del Papa in Spagna: un intreccio di contemplazione, di
testimonianza, di missionarietà.
All'interno, l'inserto tabloid
con i discorsi in lingua originale pronunciati dal Papa durante il
pellegrinaggio.
La rassegna della stampa
internazionale dedicata all'evento.
Nelle vaticane, nel discorso
alla Guardia Svizzera Pontificia, il Papa ha sottolineato: "Sono ogni anno
testimone riconoscente del vostro impegno, della vostra fedeltà e della vostra
generosità".
La prefazione del cardinale
Lopez Trujillo al volume - curato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia -
dal titolo "Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e
questioni etiche".
Un articolo sulla Lettera
scritta dal vescovo di Ischia ad un anno dalla visita pastorale di Giovanni
Paolo II.
Nelle pagine estere, Colombia:
uccisi due ostaggi delle Farc durante un attacco dell'esercito; il telegramma
di cordoglio del Santo Padre.
Iraq: allarme per i saccheggi
di materiale radioattivo che potrebbe essere utilizzato dai terroristi.
Medio Oriente: incontro a
Ramallah tra l'inviato Usa ed il nuovo premier palestinese.
Stati Uniti-Russia: Powell al
Cremlino il 14 maggio per preparare il vertice Bush-Putin
Nella pagina culturale, un
elzeviro di Luigi M. Personè dal titolo "L'invadenza della
burocrazia".
Nell' "Osservatore
libri", un approfondito contributo di Marco Testi riguardo all'opera di
Mario Luzi "Vero e verso. Scritti sui poeti e sulla letteratura".
Nelle pagine italiane, in primo
piano la situazione politica con particolare riferimento al tema delle riforme.
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6
maggio 2003
L’ALLARGAMENTO AD EST, L’UNIONE PER LA PACE, L’EREDITA’
DEL CRISTIANESIMO:
LE
NUOVE SFIDE PER L’EUROPA
-
Intervista con Romano Prodi, presidente della Commissione Europea -
Le prospettive di un’Europa a 25, le sfide in tema di
pace, le radici cristiane del Vecchio continente. Sono alcuni dei temi
affrontati questa mattina da Romano Prodi nell’intervista alla nostra
emittente. Ascoltiamo innanzitutto la riflessione del presidente della
Commissione Europea, Romano prodi, a proposito dell’allargamento dell’Unione.
L’intervista è di Fausta Speranza.
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R. – Ritengo che l’Europa non sia completa se non
comprende i Paesi che entrano adesso, più gli altri Paesi che stanno
negoziando, e in un futuro i Paesi Balcani. Quindi, io vedo questo come
necessario per la pace, ma lo vedo anche necessario per la prosperità futura di
tutto il continente. Diventiamo un mercato unico, grande, solidale, il più
grande mercato interno del mondo. Quindi, noi possiamo veramente avere una
parola nella politica di domani, una parola di saggezza che mi sembra
necessaria.
D. – In tutto questo, che peso hanno e potranno avere le
divisioni emerse di recente all’interno dell’Unione, in particolare in tema di
pace?
R. – Sono delle divisioni dei governi, ma sono una grande
unità dei popoli. In tutta Europa i popoli hanno, in modo del tutto
straordinario, del tutto imprevisto, dato il loro consenso ad una politica di
pace. Non è una divisione profonda che abbiamo su questi temi, è una divisione
tattica, una divisione politica, che quindi in un futuro può essere
componibile. Bisogna tenere in Europa, non solo il futuro della nostra
ricchezza, il futuro della nostra economia, ma anche il futuro della nostra
sicurezza.
D. – Quale può essere e quale deve essere l’impegno dell’Italia
nel prossimo semestre di Presidenza?
R. – Io credo che il compito fondamentale sia quello di
coadiuviare alla messa in atto, alla conclusione della Convenzione, in modo da
poter firmare il nuovo trattato nel semestre italiano. Spingere la nuova
politica per il Mediterraneo e per i Balcani. Io credo che si siano fatti dei
passi enormi, come abbiamo visto, verso i Paesi al di là della cortina di
ferro. Adesso dobbiamo svolgere uno sguardo al Mediterraneo, che è sempre più
povero, che è sempre in tensione crescente, e che si allontana da noi.
D. – Presidente Prodi, il Papa dalla Spagna ha lanciato di
nuovo un appello, perché non siano abbandonate le radici cristiane dell’Europa.
Da presidente della Commissione Europea che cosa risponde?
R. – Io ritengo che queste radici cristiane d’Europa siano
fondamentali non solo per il nostro passato, ma siano fondamentali anche per il
nostro futuro. Non vi può essere un’Europa che non tenga conto di che cosa il
Cristianesimo rappresenti per il nostro continente. Ma la Commissione Europea,
che è un organo politico, ha interpretato ancor prima della riforma dei
Trattati questa necessità, impostando un dialogo permanente con le Chiese –
dialogo che era stato richiesto dalle Chiese stesse - e che vede la Chiesa cattolica
protagonista attiva, attraverso la Comece. E poi abbiamo deciso una
consultazione preliminare con le Chiese, ogni volta che si debba prendere una
decisione che riguardi l’ambito di interesse dell’attività delle Chiese. Quindi
il dialogo strutturato con le Chiese da molti anni noi lo abbiamo già fatto.
Inoltre lavoriamo per inserire il nuovo Trattato anche rispetto agli accordi
delle Chiese con gli Stati nazionali, in modo da rispettare non solo le
esigenze della riunione, delle libertà di riunione, delle libertà di
associazione, ma anche le scelte delle singole Chiese nazionali nei diversi
Stati membri. Noi riteniamo – io ritengo personalmente – che i valori a cui ha
fatto appello il Papa siano veramente fondamentali per costruire e conservare
l’unità del nostro continente.
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SOLIDARIETA’, ECONOMIA SOCIALE E CIVILE: DALLA
MOSTRA-CONVEGNO “CIVITAS”,
A
PADOVA, UNA PROPOSTA PER UN GOVERNO DELL’ONU CHE SE NE OCCUPI
Bilancio di successo per l’ottava edizione di “Civitas”,
la Mostra-convegno della solidarietà e dell’economia sociale e civile, che si è
chiusa domenica. All’appuntamento, organizzato nei padiglioni della Fiera
patavina, hanno risposto più di 350 espositori e circa 40 mila visitatori. La
manifestazione ha rappresentato un importante momento di incontro e di
confronto tra tutti i protagonisti del terzo settore. La pace, i diritti umani,
la disabilità e la comunicazione sociale sono stati i temi maggiormente
affrontati nel corso dei dibattiti. Ce ne parla Silvio Sacco.
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Il terzo settore ci tiene ad incontrarsi, a farsi
conoscere, a promuovere le proprie iniziative, a coltivare il senso di
reciproca solidarietà. E questo variegato mondo è stato analizzato in una
ricerca presentata a “Civitas” dalla Fondazione italiana per il volontariato.
Renato Frisanco è il responsabile settore studi della Fivon.
“Il volontariato sostanzialmente è un fenomeno ancora in
crescita, anche se le organizzazioni si vanno assottigliando. E’ un
volontariato che raccoglie consensi, che ha spesso una base associativa ampia,
con una testa piccola, cioè pochi operatori. Questo ovviamente crea un problema
al volontariato che è quello di riuscire a coordinarsi, ad essere incisivo
rispetto agli enti locali”.
E proprio di politica, ma ad altissimo livello si è
parlato a “Civitas”, quando i rappresentanti delle più significative
organizzazioni si sono ritrovati per interrogarsi su grosse questioni, come la
nuova Costituzione europea ed il ruolo che potrà svolgere il Vecchio continente
nei riguardi degli Stati Uniti, per un rilancio dell’Onu, come luogo naturale
di un governo pacifico del mondo. Ecco che cosa stanno facendo i cattolici di
17 Paesi europei e nord americani che si riconoscono nella Cisde, un organismo
che opera attraverso un lavoro di pressione culturale e di lobby presso le
principali agenzie internazionali, di comune accordo con la Caritas
internazionale. Il presidente del Cisde, Jean Marie Fardo:
“Je crois …
Credo che oggi sia necessaria una pressione continua e
costante presso le grandi organizzazioni internazionali – ammonisce Fardo –
lavorando affinché l’operato della Banca Mondiale e del Fondo monetario
internazionale sia regolato dall’Onu, perché cioè nasca un altro Consiglio di
sicurezza, quello economico e sociale. Questa nuova sensibilità si sta facendo
strada anche tra gli intellettuali americani, perché si è avvertito il rischio
di una gestione unilaterale della politica per regolare i problemi del mondo”.
Da Padova, per Radio Vaticana, Silvio Scacco.
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6 maggio 2003
SI È SPENTO A JOHANNESBURG E DOPO UNA LUNGA
MALATTIA WALTER SISULU:
UNA
VITA SPESA PER AFFERMARE I DIRITTI UNIVERSALI IN SUD AFRICA;
ERA
STATO RIPETUTAMENTE PROCESSATO E CONDANNATO
DAL
REGIME DELL’APARTHEID. NELSON MANDELA, SUO COMPAGNO DI CARCERE,
LO HA
RICORDATO CON PAROLE DI FRATERNA AMICIZIA
JOHANNESBURG.= 26 anni in carcere a fianco di Nelson
Mandela, una delle figure di primo piano della lotta contro l’apartheid in
Sudafrica: Walter Sisulu si è spento ieri sera a Johannesburg, dopo una lunga
malattia. Queste le parole del Nobel per la pace, Nelson Mandela: “Se n’è
andata una parte di me. Lascia un grande vuoto”. Sisulu avrebbe compiuto 91
anni tra qualche giorno, era nato nel 1912, l’anno in cui venne fondato
l’African National Congress, il movimento antisegregazionista che avrebbe
trionfato nel 1994 contro il governo razzista di Pretoria. Sisulu nel corso
della seconda guerra mondiale aveva organizzato una campagna per evitare che i
‘neri’ partecipassero al conflitto. Per il suo incessante impegno contro il
potere dei ‘bianchi’ era stato ripetutamente arrestato e processato, insieme,
tra gli altri, a Nelson Mandela. Nel 1964 era stato infine condannato
all’ergastolo, e dopo aver trascorso 26 anni nel carcere di Robben Island,
nella baia di Città del Capo, era stato liberato all’età di 77 anni, nel 1989,
anno in cui riprese l’attività politica. “Perché gli volevamo così tanto bene?
– ha detto di lui Mandela – Perché era umile e semplice”. (S.C.)
ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE DELLA
CONFERENZA NAZIONALE DEI VESCOVI
DEL BRASILE: IL CARDINALE GERALDO MAJELLA
AGNELO, ARCIVESCOVO
DI SAN
SALVADOR DE BAHIA. IL SUO VICE SARÀ MONS. ANTONIO CELSO DE QUEIROZ
BRASILIA. = Il cardinale
Geraldo Majella Agnelo è il nuovo presidente della Conferenza nazionale dei
vescovi del Brasile, chiamato a sostituire il presidente uscente mons. Jayme
Henrique Chemello, vescovo di Pelotas per i prossimi quattro anni. Su un totale
di 279 presuli votanti, il primate del Brasile e arcivescovo di San Salvador de
Bahia ha ottenuto 207 voti: secondo in graduatoria l’arcivescovo di San Paolo,
il cardinale Claudio Hummes, che ha ottenuto
64 voti. Come vice presidente l’Assemblea dei votanti ha eletto mons.
Antonio Celso de Queiroz, con 156 voti a favore su 264. (S.C.)
CONTINUANO LE ALLUVIONI IN KENYA. 28 PERSONE SONO
MORTE,
15
MILA SONO I FERITI. DANNEGGIATA LA DIGA DI SASUMUA:
PER
ALMENO DUE SETTIMANE DIVERSE CITTÀ RESTERANNO SENZA ACQUA POTABILE.
NAIROBI. = Continuano da quasi
due settimane le alluvioni in grande parte del territorio kenyano: finora 28
persone sono morte, mentre 15 mila sono state costrette a lasciare le proprie
case, e almeno un milione sono gli abitanti di Nairobi che per i prossimi
giorni resteranno senza acqua potabile. Fonti dell’agenzia Misna riferiscono
che se la situazione non può essere definita preoccupante nella capitale
kenyana, nella zona occidentale e meridionale del Paese l'allarme è ancora
alto. Le intense piogge e i fiumi gonfiati hanno danneggiato la diga di Sasumua
che serve alcuni dei quartieri di Nairobi: come conseguenza, intere città resteranno
senz’acqua per almeno un paio di settimane. Secondo quanto affermato dal
responsabile del dipartimento idrico di Nairobi, Lawrence Musyoka, a causare il
danneggiamento della diga di Sasumua è stata la politica di violenta deforestazione
della regione di Aberrare, che si trova a ridosso del bacino artificiale.
"Mancando gli alberi la diga si riempie molto più velocemente del
previsto" (S.C.)
RITROVATI IN ARGENTINA IN UNA FOSSA
COMUNE 94 CADAVERI,
NEL
CIMITERO DI SAN VINCENTE A CORDOBA.
PER
GLI ESPERTI SI TRATTA DI UN’ESECUZIONE RISALENTE ALLA PRIMA METÀ DEL 1976.
RIMANE
DA STABILIRE L’IDENTITÀ DEI CORPI, E LE CIRCOSTANZE DELLE ESECUZIONI
BUENOS AIRES. = Novantaquattro
cadaveri sono stati rinvenuti in una fossa comune nel cimitero di San Vincente
a Cordoba, in Argentina. Gli esperti incaricati di dirigere gli scavi presumono
si tratti di persone assassinate e sepolte nella prima metà del 1976. Resta ora
da stabilire le identità dei corpi ritrovati, e come furono assassinate le
vittime. Sul campo è presente l’Associazione per la ricostruzione storica, una
Ong specializzata nel settore, e incaricata di reperire informazioni utili.
(S.C.)
QUESTA SERA A ROMA IL COLOSSEO VERRÀ
ILLUMINATO IN ONORE
DELL’EX-GOVERNATORE
DELL’ILLINOIS, NEGLI USA, GEORGE RYAN,
PROMOTORE
NELLO SCORSO GENNAIO DI UNA MORATORIA
CONTRO
LA PENA CAPITALE NEL PROPRIO STATO
ROMA. = Questa sera alle 21,30
il Colosseo verrà illuminato in onore dell’ex-governatore dell’Illinois, negli
Usa, George Ryan, autore di una moratoria delle esecuzioni nel suo stato, dopo
aver scoperto di esecuzioni capitali imminenti, comminati ad innocenti.
L'associazione contro la pena di morte ‘Nessuno tocchi Caino’ riferisce che
Ryan, in visita in Italia incontrerà oggi alle 17 il sindaco di Roma Walter
Veltroni ed alle 18,30 il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini. L'ex
governatore Ryan si è detto pronto ad unirsi all’associazione Nessuno tocchi Caino
e all'Italia - che dal prossimo primo luglio sarà presidente di turno
dell'Unione europea - nella presentazione a settembre di una risoluzione all'Assemblea
generale dell'Onu per chiedere una moratoria universale delle esecuzioni capitali.
(S.C.)
È UN ANNO OGGI DALLA LIBERAZIONE
DELLA LEADER DEL DISSENSO NEL MYANMAR, AUNG SAN SUU KYI, PREMIO NOBEL PER LA PACE,
RILASCIATA
IL 6 GIUGNO DEL 2002, DOPO 18 MESI DI ARRESTI DOMICILIARI;
NON
ERA LA PRIMA VOLTA CHE LA DONNA VENIVA CONDANNATA.
MYANMAR.
= È un anno oggi dalla liberazione dagli arresti domiciliari, durati 18 mesi,
di Aung San Suu Kyi, la leader del dissenso nel Myanmar, premio Nobel per la
pace nel 1991. Negli ultimi dodici mesi il dialogo tra oppositori e regime
militare sembra ancora essere in fase iniziale. Non era la prima volta che la
donna, simbolo della lotta per la democrazia in Myanmar, trascorreva tanto
tempo costretta nella sua casa. Già dal 1989 al 1995 il regime militare le
aveva comminato una simile condanna, tuttavia senza riuscire ad impedire che il
suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, si aggiudicasse la vittoria
nelle elezioni del 1990, peraltro senza andare alla guida del Paese. La
liberazione di Suu Kyi un anno fa era stata salutata come il segnale concreto
dell’avvio di un processo di riconciliazione e il passaggio verso una compiuta
democrazia. Finora però, come ha osservato la stessa Suu Kyi (e come è stato
condiviso da diversi governi occidentali), il regime militare che è al potere
da oltre 40 anni si è mostrato conciliante – rilasciando, ad esempio, alcune
decine dei circa 1400 prigionieri politici – ma non ha ancora avviato un vero e
proprio dialogo. (S.C.)
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6 maggio 2003
- A
cura di Paolo Ondarza -
Giovanni
Paolo II ha espresso il proprio cordoglio per l’uccisione ieri ad Urrao, in
Colombia del governatore di Antioquia, Guillermo Gaviria, l’ex ministro della
difesa Gilberto Echeverry ed altri otto ostaggi militari da parte delle Farc,
le forze armate rivoluzionarie della Colombia. In un telegramma, a firma del
cardinale segretario di Stato Angelo Sodano e indirizzato all’arcivescovo di
Medellin, mons. Alberto Giraldo Jaramillo, il Papa torna a condannare il “gli
atti di terrorismo che attentano alla pacifica convivenza e offendono i
sentimenti più profondi dell’essere umano”. Proprio ieri a Bogotà si erano
aperti i lavori del secondo Congresso di riconciliazione nazionale, a 40 anni
dalla Pacem in Terris. “Il credente,
amante della pace, – ha detto il presidente di Giustizia e Pace, l’arcivescovo
Renato Martino – deve con particolare disponibilità combattere tutto ciò che
mette in pericolo la pace stessa”. Ma torniamo alle violenze di Urrao e cediamo
la linea a Maurizio Salvi.
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La situazione è precipitata quando un’unità speciale
dell’esercito è giunta nel municipio di Urrao, a poca distanza dal luogo dove
le Farc mantenevano sequestrati l’ex
governatore Gaviria, l’ex ministro della Difesa, Echeverry, e otto ufficiali e
sottoufficiali. Vistisi scoperti ed attaccati i guerriglieri hanno deciso senza
esitare l’eliminazione degli ostaggi, ritirandosi poi nella selva. L’operazione
militare e gli assassini hanno colto di sorpresa la società colombiana, impegnata
in un dibattito aperto in mattinata dallo stesso presidente della Repubblica,
Alvaro Uribe, che aveva rilanciato l’ipotesi di uno scambio umanitario con la
guerriglia. Era lo stesso giorno, inoltre, in cui la Chiesa cattolica aveva
deciso di contribuire al dibattito avviando a Bogotá il secondo Congresso
nazionale di riconciliazione, con la partecipazione di alti esponenti
ecclesiastici colombiani e della Curia Romana. Il nunzio, Beniamino Stella, ha
sottolineato l’importanza della realizzazione di un accordo umanitario,
chiedendo alle parti soluzioni che permettano la libertà dei sequestrati ed in
particolare la guerriglia che ha in mano le chiavi di questo meccanismo. Per
parte sua, il presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace,
mons. Renato Raffaele Martino, ha rivolto in nome del Santo Padre Giovanni
Paolo II un appello a tutti i sequestratori affinché restituiscano la libertà
agli ostaggi.
Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.
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Sono tornati in patria i 59 ufficiali
dell’esercito iracheno, prigionieri in Iran da oltre 15 anni. L’avvenimento
segna una tappa molto importante nei rapporti tra i due paesi. I detenuti
sarebbero dovuti rientrare lo scorso
marzo, ma lo scoppio della guerra glielo aveva impedito. Secondo quanto
sostenuto dalle autorità di Teheran attualmente in Iran non ci sarebbero più
prigionieri iracheni.
Continuano a consegnarsi i
dirigenti dell’ex regime di Saddam Hussein nelle mani della coalizione
angloamericana. Nel frattempo Washington sta pensando di eliminare l’embargo
che – secondo la Casa Bianca – ostacola la vendita del petrolio di cui gli
Stati Uniti hanno bisogno per finanziare la ricostruzione. In proposito
ascoltiamo Elena Molinari.
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La Casa Bianca infatti sta studiando la possibilità di
revocare le sanzioni contro l’Iraq, presentando una risoluzione all’Onu o se
necessario semplicemente ignorandole. Le aziende Usa potrebbero infatti,
addirittura, cominciare a introdurre in Iraq merci attualmente proibite in base
alle sanzioni. Intanto in Iraq il proconsole americano, il generale in pensione
J. Garner, ad una settimana dall’arrivo del suo novo capo, Paul Bremer, ha
annunciato ieri che l’Iraq avrà un governo provvisorio fatto tutto di iracheni
entro la metà di maggio. Ma progressi più concreti nel cammino verso la
democrazia arrivano non da Baghdad ma da Mosul, la capitale del nord. Ieri ha
eletto un Consiglio municipale provvisorio e un sindaco, un generale radiato
dall’esercito di Saddam Hussein nel ’93.
Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.
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E’ in viaggio il primo volo di
aiuti umanitari dell’Unione Europea all’Iraq. Partito stamani da Bruxelles,
arriverà a Baghdad domani, dopo un carico supplementare di materiali ad Atene.
Dalla Croce rossa giunge intanto il monito agli angloamericani di rispettare
gli obblighi imposti loro dal diritto internazionale: ripristinare la legge e
l’ordine in Iraq, assicurare il benessere della popolazione, proteggere le
infrastrutture vitali, come gli ospedali.
E a proposito di salute, non si
arresta il virus delle polmonite atipica in Asia. Secondo le agenzie ci
sarebbero altri 4 casi a Taiwan e 138 in Cina, con 8 morti. Ad Hong Kong oggi i
decessi sono stati sei, nove i casi individuati. E il Giappone si è detto
pronto a venire in soccorso della Cina, mentre i ricercatori proseguono senza
sosta gli esami del virus come ci riferisce Chiaretta Zucconi.
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E’ capace di sopravvivere fino a quattro giorni su oggetti
e superfici esterne del corpo umano, ma è sensibile alla candeggina,
all’etanolo, alla formaldeide e alla paraformaldeide. A confermarlo sono i
ricercatori dell’Università di Hong Kong, che soltanto l’altro ieri avevano
dichiarato che purtroppo dovremo abituarci a convivere con questo virus misterioso
e invincibile. In prima linea, nella ricerca contro la polmonite atipica, anche
il Giappone, unico Paese asiatico dove finora non è stato segnalato alcun caso
di Sars. Esperimenti eseguiti a Tokyo hanno appurato che a zero gradi
centigradi il virus sembra potenzialmente mortale, a otto gradi comincia a
deteriorarsi, a 36,6 gradi ed oltre muore. Il che significa che il
microrganismo può vivere per periodi discreti anche a temperature molto basse,
lasciando temere purtroppo che possa resistere anche in inverno. E mentre i
ricercatori asiatici e di tutto il mondo cercano di portare nuovi elementi
all’identikit del killer misterioso, dalla Cina arrivano notizie di rivolta
nelle province del Zhejiang
e dell’Henan contro la prospettiva di ospitare
centri di quarantena per possibili malati di Sars. A Nanchino è stata
annunciata la quarantena per circa 10 mila persone. A Zhengzhou,
capitale della provincia di Henan, sono stati chiusi cinema, teatri, discoteche
ed internet caffè. E intanto, il Kazakistan, confinante con la provincia cinese
dello Xinjiang, ha annunciato che nei prossimi tre giorni chiuderà i
confini con la Cina, per evitare la diffusione di Sars anche nel suo Paese.
Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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E oggi, nel primo pomeriggio a
Bruxelles si terrà un vertice straordinario tra i ministri degli esteri europei
e l’Organizzazione mondiale della Sanità per fronteggiare l’emergenza Sars. Sul
tavolo le questioni aperte dall'epidemia di polmonite atipica, che nell'Unione
ha registrato 36 casi e nessuna vittima.
Il quotidiano israeliano Maariv informa oggi della creazione di un
apparecchio, messo a punto da due studiosi di Israele, capace di scoprire il
virus Sars in un'ora,anche in fase d'incubazione e prima che il paziente si
renda conto di esserne affetto. I due inventori sono ora in viaggio per
Singapore dove illustreranno la scoperta alle autorità sanitarie locali.
Un responsabile della Jihad islamica è stato catturato stamani da soldati israeliani a
Hebron, in Cisgiordania. Lo riferiscono fonti militari. L'uomo era
l'organizzatore di un attentato che
alcuni mesi fa provocò nella stessa Hebron la morte di 12 israeliani, quasi
tutti militari.
Proseguono le violenze a
Mindanao, isola delle Filippine meridionali. Ieri sera è stato sparato un colpo
di mortaio contro la parrocchia dell’Immacolata Concezione a Pikit, che nella
sua palestra ospita 150 sfollati. Fortunatamente il proiettile ha urtato i fili
dell’elettricità, che ne hanno deviato il corso, ma alcune persone sono rimaste
comunque ferite.
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