RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 123 - Testo della Trasmissione di sabato 3 maggio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La pace per tutti, che solo Dio può dare, per ciascuno e per i popoli, insieme all’unità dell’Europa, con le sua radici cristiane: questi i primi auspici del Papa a Madrid, dove è giunto stamani. Oggi pomeriggio l’incontro con i giovani e domattina la proclamazione di cinque santi.

 

L’eroica figura di San Stanislao, vescovo e martire, riproposta da Giovanni Paolo II ai vescovi della Polonia come modello di solida fede e di sublime carità, a 750 anni della canonizzazione.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata per la libertà di Stampa: intervista con il direttore dell’Ufficio Onu in Italia, Shalini Dewan.

 

L’assoluzione di Giulio Andreotti dalla Corte d’Appello di Palermo. Sull’accusa di associazione mafiosa, il fatto non sussiste: ai nostri microfoni il senatore a vita.

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’episcopato polacco ha invitato la Nazione a votare a favore dell’adesione all’Unione Europea nel referendum di giugno.

 

I vescovi d’Inghilterra e del Galles chiedono che l’Onu copra un ruolo centrale nella ricostruzione dell’Iraq e siano garantiti i diritti civili e religiosi di tutti i cittadini.

 

Continua la violenza nella Repubblica Democratica del Congo.

 

Cattolici ed evangelici insieme in Germania per l’appuntamento ecumenico della “Settimana per la vita”.

 

L’arcidiocesi di Santo Domingo ha acquistato un terreno per la costruzione del Santuario della “Divina Misericordia”.

 

I vescovi svizzeri hanno espresso il loro appoggio alla recente iniziativa dei politici a sostegno delle persone disabili.

 

24 ORE NEL MONDO:

Secondo il piano di stabilizzazione Usa, l’Iraq sarà diviso in tre settori sorvegliati da Stati Uniti, Inghilterra e Polonia.

 

Dopo 17 mesi India e Pakistan riprendono le relazioni diplomatiche.

 

Attesa per la road-map in Medio Oriente: il piano di pace presentato da Usa, Russia, Ue e Onu.

 

I mondiali di calcio femminile non si svolgeranno più in Cina a causa del rischio Sars. Ancora vittime a Pechino.

 

Firmato in Costa d’Avorio un cessate il fuoco integrale.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 maggio 2003

 

 

E’ INIZIATO STAMANI IL 99.MO VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA IN SPAGNA,

IL QUINTO NEL PAESE IBERICO. DOPO LA CERIMONIA DI BENVENUTO,

 OGGI POMERIGGIO IL PONTEFICE INCONTRERA’ I GIOVANI DEL PAESE.

DOMANI MATTINA, LA CANONIZZAZIONE DI CINQUE BEATI SPAGNOLI

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Nel poggiare piede per la quinta volta in Spagna, Giovanni Paolo II ha messo in risalto la lunga storia che lega il Paese iberico alla Chiesa e lo sviluppo dei “valori permanenti” sui quali la nazione ha impostato il suo sviluppo sociale e democratico. Una terra che conosce il Vangelo del primissimo annuncio cristiano, che ha generato numerosi e importanti testimoni di Cristo, che oggi vive l’avvio del terzo millennio portando nella costruzione dell’unità europea il contributo della propria eredità cattolica. Imperniato sul doppio aspetto del dovere della testimonianza e della devozione a Maria, in questo speciale Anno del Rosario, è iniziato dunque questa mattina il 99.mo viaggio apostolico del Pontefice, che torna in Spagna dopo le precedenti visite dell’82, dell’84, dell’89 e del ‘93.

 

(canto)

 

Dieci anni dopo l’ultimo incontro, i fedeli madrileni e di altre parti del Paese hanno riabbracciato con immutato affetto Giovanni Paolo II, atterrato nella capitale spagnola verso mezzo giorno. Il volo papale era decollato dallo scalo romano di Fiumicino alle 9.46 di questa mattina. A bordo dell’aereo - un Airbus A321 dell’Alitalia, denominato “Piazza Maggiore - Bologna - il Papa, come da tradizione, ha inviato un saluto al presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, accompagnandolo con la sua benedizione e gli auspici “di pace e prosperità” per la persona del presidente, “per i suoi collaboratori e per l’amato popolo italiano”. Il capo dello Stato ha subito risposto con un messaggio incentrato sul progetto unitario che l’Europa sta costruendo. “Mai come in questi mesi così cruciali per l’Unione Europea - scrive Ciampi al Pontefice - la sua missione e la sua opera costituiscono un alto richiamo ai valori etici e spirituali sui quali si fonda la civiltà europea.”

        

Il sole luminoso lasciato a Roma stamattina è lo stesso che il Papa ha trovato al suo arrivo a Madrid. E allora, per entrare nel vivo dell’evento, con la cronaca della festosa cerimonia di benvenuto riservata a Giovanni Paolo II dalla famiglia reale spagnola e dalle autorità locali, cediamo la parola al nostro inviato a Madrid, Giancarlo La Vella:

 

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La pace sia con te, Spagna, Paese dalle ricche e feconde radici cristiane. Questo il primo saluto del Santo Padre rivolto al Paese iberico, al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Barajas. L’aereo papale ha toccato il suolo spagnolo alle ore 12.10 circa, salutato da una nutrita folla di fedeli che sventolavano bandiere giallo e rosse, i colori della Spagna, e bianco e gialle della Città del Vaticano. Ad accogliere il Pontefice, i reali di Spagna, re Juan Carlos e la regina Sofia di Borbone, il presidente del governo, Josè Maria Aznar, sette cardinali e tutti i vescovi delle diocesi spagnole, tra essi il presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Rouco Varela. In questo primo significativo momento di questa visita Giovanni Paolo II ha già evocato le risposte agli interrogativi di questo viaggio dal tema “Sarete miei testimoni”. L’augurio della pace rivolto al Paese iberico, forse, che va oltre il semplice auspicio dopo le dolorose crisi internazionali che recentemente in Iraq, sono sfociate nella guerra, una guerra apertamente appoggiata dal governo di Madrid. La pace è un bene sempre raggiungibile, non dimenticando gli altri valori del vivere insieme.

 

“DESEO PARA CADA UNO LA PAZ …”

Auspico per ognuno la pace che solo Dio, per mezzo di Gesù Cristo, ci può dare; la pace che è opera della giustizia, della verità, dell’amore, della solidarietà; la pace di cui i popoli solo beneficiano quando seguono i dettami della legge di Dio; la pace che fa sentire gli uomini e i popoli fratelli gli uni con gli altri. La pace sia con te, Spagna!”

 

Dopo il saluto alle autorità presenti Giovanni Paolo II ha poi anticipato il momento culminante di questa visita, la canonizzazione di “cinque figli di questa terra”, che avrà luogo domani mattina nella centrale Piazza Colon, che seppero accogliere – ha detto il Papa – l’invito di Cristo, “sarete miei testimoni”, proclamandolo con la loro vita e con la loro morte. In questo momento storico essi sono luce del nostro cammino per vivere con coraggio la fede e per costruire una società basata sulla serena convivenza e sull’elevazione morale e umana di ogni cittadino. E a questo punto il Papa ha espresso l’auspicio che “progresso” non voglia dire abbandonare i valori autentici della convivenza civile.

 

“CONSTATO CON SATISFACCIÓN SU PROGRESO …”

Constato con soddisfazione il suo progresso per il benessere di tutti. Il processo di sviluppo di una nazione deve fondarsi su valori autentici e permanenti, che mirano al bene di ogni persona, soggetto di diritti e di doveri, dal primo istante della sua esistenza e accoglienza nella famiglia, e nelle successive tappe del suo inserimento e della sua partecipazione alla vita sociale.

 

Poi un pensiero ai protagonisti dei tempi nuovi, i giovani che incontrerà oggi pomeriggio nella Base aerea de Cuatro Vientos. Ad essi il Papa ha chiesto di non deludere Dio, la Chiesa e la società. Infine un importante accenno all’Europa, che da 15 passa a 25 Paesi membri, e che sta per varare la sua prima Costituzione e alla quale la Spagna deve dare il suo contributo decisivo. Il Papa ha detto:

 

“EN ESTOS MOMENTOS TRASCENDENTALES … ”

In questo momento importantissimo per il consolidamento di un’Europa unita, desidero evocare le parole con cui a Santiago de Compostela mi accomiatavo al termine del mio primo viaggio apostolico in terra spagnola nel novembre 1982. Da lì esortavo l’Europa con un grido pieno di amore, ricordandole le sue ricche e feconde radici cristiane: “Europa: ritrova te stessa. Sii te stessa … ravviva le tue radici”.

 

Da segnalare anche le parole che re Juan Carlos ha rivolto al Papa, ringraziandolo per questo viaggio considerato come un riconoscimento alla vitalià della Chiesa spagnola. Il Papa che Juan Carlos definisce propulsore del messaggio di pace e di concordia in tutto il mondo. E’ una Spagna nuova quella che accoglie Giovanni Paolo II, una Spagna orgogliosa dei suoi valori – ha detto il re – che sono la difesa delle diversità e delle pluralità, tolleranza dialogo e solidarietà. Valori ancora preminenti di questo Paese che da domani avrà cinque nuovi santi, cinque nuovi esempi da seguire per camminare verso il futuro, ma sempre nella fede.

 

Da Madrid, Giancarlo La Vella, Radio Vaticana.

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Mentre vi parliamo, il Papa si trova nella nunziatura apostolica di Madrid, dove tra circa tre ore, alle 17.30, riceverà in visita privata il premier spagnolo José María Aznar e la consorte. Un’ora più tardi, alle 18.45, nella Base Aerea de Cuatro Vientos, inizierà l’atteso incontro del Pontefice con i giovani, dedicato ai misteri del Rosario, che la Radio Vaticana seguirà in diretta a partire dalla stessa ora, con commento in italiano. Il preludio a questo appuntamento si è svolto ieri sera, nella cattedrale di Madrid, con i giovani riuniti in una veglia di preparazione. Giancarlo La Vella ha raccolto i commenti di alcuni di loro:

 

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D. - Qual è per te il significato di questo incontro a Madrid con il Papa?

 

R. - Questo incontro è una grazia di Dio. Per la Chiesa di Spagna è un avvenimento molto grande, questa visita del Santo Padre, che rappresenta Gesù in tutti i giovani e in quelli che non lo sono più. Andiamo all’incontro con il Papa come ad un incontro con Gesù che ci parla. Vogliamo rinnovare la nostra vita cristiana, vogliamo riempirci di Cristo e della grazia di Cristo per trasmetterla alle nostre città.

 

D. - Il Papa consegna idealmente il Rosario ai giovani di Madrid. Che significato ha questa preghiera mariana, nell’anno dedicato al Rosario?

 

R. - E’ un miracolo per noi questo viaggio. I giovani hanno imparato il Rosario, pregavano con la lettera del Santo Padre. I giovani portano e pregano il Rosario che ci hanno offerto i nostri vescovi.

 

D. - Come ti chiami e da dove vieni?

 

R. - Ciao, mi chiamo Alberto e sono di Barcellona.

 

D. - Il significato, per te, di questo nuovo incontro con il Papa?

 

R. - E’ una grande gioia. Penso che tutta la gente qui presente voglia la pace. E la persona che veramente la rappresenta, in tantissimi aspetti, è il Papa.

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L’entusiasmo dei giovani, sempre benedetto da Giovanni Paolo II, è tratto distintivo della novità di vita di cui essi sono portatori nella Chiesa e nella società in cui vivono. Un entusiasmo che, “coltivato” e rinsaldato verso obiettivi positivi, mette in fuga quel generico scetticismo dal quale sono spesso avvolte le giovani generazioni. E’ questa la convinzione dell’organizzatore dell’incontro di oggi pomeriggio alla Base aerea, l’avvocato Victor Cortizo, intervistato dal nostro direttore, padre Ignacio Arregui:

 

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YO CREO QUE LOS JOVENES …

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“Io credo che i giovani di oggi abbiano bisogno che la società riponga fiducia in loro. E credo che il messaggio che ricevono dal Papa sia proprio che il Pontefice ha fiducia in loro ed è in grado di trasmettergliela. Anche la Chiesa crede in loro, e i giovani ricambiano trasmettendo un messaggio di ottimismo. Ritengo che la Chiesa, con giovani così, abbia ancora molto da fare. E, senza dubbio, credo pure che la società, sotto questo aspetto, debba prendere esempio dal Papa: i giovani hanno un valore inestimabile. Non sono interessanti solo quando devono votare o acquistare qualcosa, ma lo sono in quanto protagonisti della vita civile. Nella pastorale giovanile spagnola, i vescovi hanno parlato proprio del protagonismo dei giovani: si lavora con i giovani e non per loro. E dal punto di vista pastorale, credo che l’incontro di oggi tra i giovani e il Santo Padre costituisca un punto di partenza fondamentale. Nei prossimi giorni, nei prossimi mesi e anche nei prossimi anni, sapremo quante vite, quante persone avranno vissuto questo incontro come punto di partenza del loro viaggio, grazie alla visita pastorale del Papa. Sapremo quante esistenze saranno state influenzate da ciò che il Papa avrà detto e dalla speciale esperienza di questi giorni. Come accade per tutti i viaggi del Papa, anche in Spagna ci aspettiamo molto. E’ una grande gioia che lui stia con noi. E penso che dovremo imparare a valorizzare i frutti che danno questo tipo di incontri”.

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Dopo l’incontro dei giovani, l’altro grande appuntamento del viaggio in Spagna è in programma per domani alle 10, nella Plaza de Colón a Madrid, dove Giovanni Paolo II canonizzerà, nel corso di una Messa solenne, cinque beati spagnoli. Ricordiamo che l’avvenimento verrà seguito in radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire dalle ore 9.50, con commenti in italiano, spagnolo e portoghese.

 

 

LETTERA DEL PAPA PER I 750 ANNI DELLA CANONIZZAZIONE DI SAN STANISLAO,

VESCOVO E MARTIRE, CHE SARANNO CELEBRATI A CRACOVIA

CON IL CARDINALE JOSEPH RATZINGER L’11 MAGGIO

 - A cura di Paolo Salvo -

 

La grande figura di San Stanislao, vescovo e martire, Patrono della Polonia, viene ricordata da Giovanni Paolo II e proposta a modello specialmente per i vescovi del Paese, nella lettera in latino indirizzata al cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, contenente la nomina del porporato tedesco a Inviato speciale per le celebrazioni del 750.mo anniversario della canonizzazione di quell’antico pastore, che avranno luogo a Cracovia il prossimo 11 maggio.

 

Come ricorda il Papa, il vescovo Stanislao venne fatto trucidare dal re Boleslao nella chiesa di San Michele a Cracovia, ai piedi dell’altare, mentre celebrava la Santa Messa, e il suo corpo fu poi traslato nella cattedrale di Wawel. Il suo martirio – sottolinea il Pontefice – costituì l’apice della sua sollecitudine di vero pastore, che davanti ad un pericolo imminente non fuggì in silenzio, ma difendendo le pecore a lui affidate le amò fino alla fine. Per questo, difendendo gli oppressi e i perseguitati, offrì la sua vita per loro. La canonizzazione di Stanislao fu compiuta da Papa Innocenzo IV ad Assisi, nella Basilica di San Francesco. Nel sottolineare la figura veramente esemplare di San Stanislao, Giovanni Paolo II raccomanda in modo particolare ai vescovi di imitarne “la solida fede e la sublime carità”.

 

 

NOMINA DI CURIA E PROVVISTE DI CHIESE IN IRLANDA, CAMERUN E CANADA

 

Il Papa ha nominato arcivescovo coadiutore di Dublino mons. Diarmuid Martin, attuale osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra e per anni segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Nato a Dublino nel 1945, mons. Diarmuid Martin ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1969 ed è entrato al servizio della Santa Sede nel 1976 come addetto di segreteria presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia. Come stabilisce il Codice di Diritto Canonico, “il vescovo coadiutore gode del diritto di successione”. Mons. Martin succederà pertanto all’attuale arcivescovo di Dublino, il cardinale Desmond Connel, che ha compiuto 77 anni lo scorso 24 marzo.

 

Il Santo Padre ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali la signora Ombretta Fumagalli Carulli, professore ordinario di Diritto Canonico nella Facoltà di Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

In Camerun, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Bafia, presentata dal vescovo mons. Athanase Bala, della Congregazione dello Spirito Santo, per raggiunti limiti di età. Come nuovo vescovo di Bafia, il Papa ha quindi nominato il sacerdote Jean Marie Balla, di 43 anni, attuale rettore  del Seminario minore di Yaoundé.

 

Il Santo Padre ha pure accettato la rinuncia al governo pastorale dell’eparchia di Toronto degli Ucraini  e del Canada Orientale, presentata dal vescovo mons. Cornelius John Pasichny, che ha da poco compiuto 76 anni. Come vescovo dell’eparchia di Toronto  degli Ucraini e del Canada Orientale, il Papa ha nominato il sacerdote 57enne Stephen Victor Chmilar, del clero locale, attualmente cancelliere e parroco della Parrocchia della Dormizione di Maria SS.ma Mississauga, nella provincia dell’Ontario.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo "La pace sia con te, Spagna!": Madrid 3-4 maggio, il 99° viaggio apostolico del Papa.

Con le parole del Risorto, Giovanni Paolo II saluta il popolo spagnolo nell'attesa gioiosa di incontrare i giovani e di proclamare la santità di cinque testimoni di Cristo, figli di questa comunità cattolica quasi due volte millenaria. 

 

Nelle vaticane, il resoconto dettagliato dell'arrivo del Santo Padre, con la cronaca dell'inviato Giampaolo Mattei.

Due pagine dedicate all'ingresso in diocesi del nuovo arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

 

Nelle pagine estere, l'intervento della Santa Sede alla XI sessione della Commissione per lo sviluppo sostenibile dell'Onu: "Rinnovare l'impegno di un multilateralismo volto a promuovere uno sviluppo umano integrale". 

Si aggrava il bilancio delle vittime del devastante terremoto in Turchia.

Riguardo all'Iraq, incontro, a Damasco, tra Powell ed il presidente siriano Al Assad.

Medio Oriente: presentato ufficialmente all'Onu il piano di pace del "quartetto", che comprende Usa, Unione Europea, Onu e Russia.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Armando Rigobello dal titolo "Una cruda analisi del pensiero di Nietzsche": la "biografia intellettuale" di Losurdo.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l'assoluzione del senatore Giulio Andreotti dall'accusa di associazione mafiosa.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 maggio 2003

 

 

INFORMAZIONE, LINFA VITALE DELLA DEMOCRAZIA:

SI CELEBRA OGGI IN TUTTO IL MONDO

LA GIORNATA PER LA LIBERTA’ DI STAMPA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Si celebra oggi la giornata mondiale per la libertà di stampa. Evento promosso dall’Unesco e fatto proprio nel 1993 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ricorrenza che sottolinea il ruolo fondamentale dell’informazione per promuovere la causa della libertà. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Sacrificare la propria vita per raccontare la verità. Una verità spesso scomoda. La storia del giornalismo è contrassegnata anche dal coraggio di donne e uomini, che hanno dedicato la propria esistenza ad un lavoro che, come affermato dal segretario generale dell’Onu, è la linfa vitale delle società democratiche. Nel messaggio per l’odierna ricorrenza, Kofi Annan, mette l’accento proprio sul grave tributo pagato dai giornalisti nella copertura degli eventi, specie in aree di guerra. Dal canto suo, il direttore generale dell’Unesco, Koïchiro Matsuura, evidenzia la necessità di dichiarare guerra all’impunità. Ogni governo, avverte, deve garantire che i crimini contro i giornalisti non restino impuniti. Intanto, mentre cresce l’attesa per il Summit mondiale sull’informazione - a dicembre a Ginevra - le Nazioni Unite esortano i mass media a dare spazio anche a quegli eventi, che seppur drammatici, sembrano non destare l’interesse dell’opinione pubblica mondiale. Un punto questo su cui si sofferma il direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite a Roma (Unic), Shalini Dewan:

 

R. – AS YOU KNOW ...

Come è noto la situazione in Iraq è coperta tutti i giorni dai media, ma nello stesso tempo abbiamo anche il Congo, dove migliaia di persone sono morte, i conflitti in Costa d’Avorio… E non dimentichiamo le migliaia di persone che muoiono ogni giorno per malattie legate alla malnutrizione e alla povertà. Il numero è più alto di quello delle vittime di guerra, ma queste situazioni vengono completamente trascurate dai media.

 

D. -  Può darci un’idea di quelle che oggi sono le più gravi violazioni della libertà di stampa nel mondo?

 

R. – DURING THE LAST DECADE …

Nell’ultimo decennio 366 giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Il 76 per cento dei giornalisti uccisi dal 1993 ad oggi non sono morti sotto il fuoco incrociato, ma ricercati e uccisi spesso per i propri servizi. In molti casi sono stati uccisi per impedire loro di scrivere su corruzione, sull’abuso dei diritti umani o per punirli nel momento in cui lo fanno. Solo per darvi un esempio, in 23 casi, dal ’93, i giornalisti sono stati rapiti da militanti criminali o da forze del governo e successivamente assassinati. Il caso del reporter del Wall Street Journal, Daniel Pearl, nel 2002, ci ha mostrato questo terribile fenomeno, in cui i giornalisti sono uccisi proprio per ciò che fanno, riportare la verità.

 

D. – Quest’anno la Giornata mondiale della libertà di stampa è dedicata alla impunità, una grave violazione del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla verità. Cosa si può fare per affrontare questo problema?

 

R. – INDEED, IMPUNITY IS A VERY …

Certamente l’impunità è un grave problema e l’impegno per la protezione dei giornalisti è stato sottolineato negli ultimi dieci anni. Ci sono stati solo 21 casi in cui una persona avendo ordinato l’assassinio di un giornalista è stata arrestata e processata. La  statistica dice dunque che nel 94 per cento dei casi, coloro che uccidono giornalisti lo fanno impunemente. Ora cosa si può fare? I governi devono assicurarsi che i crimini perpetrati contro i giornalisti non rimangano impuniti. Ed è essenziale che tutte le violazioni siano investigate, e che i criminali  siano processati. L’Onu sta lavorando da vicino con i media e con le organizzazioni non governative di molti Paesi per incoraggiare la diffusione delle notizie assieme ad altre iniziative volte a promuovere il libero scambio delle informazioni. Noi abbiamo bisogno di questa collaborazione e abbiamo bisogno di sostenerli a lungo, se vogliamo che i giornalisti portino avanti il proprio lavoro.

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CONFERMATA A PALERMO L’ASSOLUZIONE DI GIULIO ANDREOTTI

DALL’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA

- Intervista con il senatore a vita -

 

“Per valutare se presentare o meno il ricorso per Cassazione avverso la sentenza del processo d’appello al senatore Andreotti attendiamo di leggerne le motivazioni”. E’ quanto afferma il procuratore generale Salvatore Celesti, a capo dell’ufficio che ha sostenuto l’accusa nei confronti del senatore a vita. Dopo dieci anni, Giulio Andreotti ha visto confermata l’assoluzione per l’associazione mafiosa, mentre è stato dichiarato prescritto il reato di associazione a delinquere semplice. Il legale palermitano Gioacchino Sbacchi parla di ‘soddisfazione, ma con l’amaro in bocca’. L’assoluzione, ieri, di Giulio Andreotti a Palermo giunge in piena polemica politica tra maggioranza e opposizione proprio sui temi della giustizia. Ma ascoltiamo lo stesso senatore Giulio Andreotti, nell’intervista di Fausta Speranza.

 

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D. – Senatore Andreotti, un commento un po’ più a freddo rispetto a ieri …

 

R. – Sono molto sereno. Non che dubitassi che alla fine tutto si sarebbe chiarito. Ma 10 anni sono lunghi e quindi, una certa stanchezza finivo con l’averla. Adesso faccio tutto il possibile per dimenticare … Avere reazioni diverse forse significherebbe mancare a quello spirito di serenità che uno deve sempre mantenere. Quindi, spero bene e spero che questo serva anche per evitare che si ripetano accuse così infondate come sono state fatte nei miei confronti.

 

D. – Senatore, lei che cosa pensa dell’immunità parlamentare?

 

R. – Io chiesi che fosse data l’autorizzazione a procedere, quando fu il mio caso. Può apparire comico che il Senato la concesse con una motivazione del presidente della Commissione auspicando che fosse fatta luce in tempi brevissimi. Ci sono voluti 10 anni. Sinceramente adesso che è stata abolita non so  se sia il caso di rimetterla in vigore, sia nei confronti dell’opinione pubblica e sia di fatto. O dovrebbe essere adottata con i due terzi – perché  sarebbe una riforma costituzionale – e allora sarebbe al di fuori del referendum, o con meno di due terzi, per cui sicuramente si chiederebbe un referendum popolare e quindi, teniamo vivo questo problema. Personalmente non sono molto favorevole a ripristinarla. Ma questa è una mia opinione. Vedranno Senato e Camera quello che è giusto fare.

 

D. – Senta, invece ci dice una parola sulla giustizia italiana? Lei ha già accennato al fatto della lungaggine dei processi …

 

R. – Posso dire quello che è auspicato da molti e cioè che i tempi possano essere meno lunghi e che ci sia specialmente un po’ di riserbo attorno alle procedure. L’inizio di una procedura, che dovrebbe essere un fatto estremamente riservato, va a finire nei giornali e, poi, chi non sa ben distinguere le cose – non parlo solo per i politici, ma per chiunque – vedendo in un giornale che una persona è indagata per furto, già quasi è portato a considerarlo se non un ladro, un semi ladro. Poi vai a vedere che magari due o tre anni dopo viene assolto perché il fatto non esiste. Quindi, il mantenimento del riserbo sulle procedure forse è un aspetto più urgente, che non il ripristino dell’immunità per una categoria.

 

D. – Ma lei direbbe che la magistratura è politicizzata?

 

R. – La magistratura come tale no. Certamente ci sono alcuni che forse hanno confuso il campo della lotta politica con l’esercizio della giurisdizione, ma sono casi singoli, per carità. Guai a voler generalizzare, saremmo in un’anarchia.

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CHIESA E SOCIETA’

3 maggio 2003

 

 

L’EPISCOPATO POLACCO HA INVITATO LA NAZIONE A VOTARE IN FAVORE DELL’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA NEL REFERENDUM DI GIUGNO.

I VESCOVI RICORDANO LE PAROLE DI INCORAGGIAMENTO DEL PAPA

CHE DURANTE L’ULTIMA VISITA IN PATRIA ESORTO’ I POLACCHI

A FAR PARTE INTEGRANTE DELL’EUROPA UNITA

 

VARSAVIA. = L’episcopato polacco ha invitato ieri la nazione a recarsi alle urne per il referendum del 7 e 8 giugno e votare in favore dell’adesione della Polonia all’Unione Europea. In una lettera composta dai presuli al termine dei tre giorni durante i quali si è svolta la loro assemblea plenaria, si invitano tutti i polacchi, ed in particolare i credenti, a prendere parte alle consultazioni. I presuli affermano che l’intera nazione è chiamata ad esprimere un voto responsabile nella consapevolezza del ruolo della Polonia all’interno dell’Europa e del significato che quest’adesione rappresenta per il futuro nazionale. La lettera, che la Conferenza ha disposto sia letta il 1° giugno nelle parrocchie del Paese, ricorda che Giovanni Paolo II nel suo ultimo viaggio in patria incoraggiò i connazionali ad aderire all’Ue. “Il Papa – si legge nella lettera – vuole chiaramente un posto per la Polonia nelle strutture europee in difesa della fede, della religione e della morale cristiana in un’Europa unita”. (M.A.)

 

 

I VESCOVI DI INGHILTERRA E GALLES CHIEDONO CHE L’ONU COPRA UN RUOLO

CENTRALE NELLA RICOSTRUZIONE DELL’IRAQ E SIANO GARANTITI I DIRITTI CIVILI

E RELIGIOSI DI TUTTI I CITTADINI. IN UN COMUNICATO AL TERMINE

DELL’ASSEMBLEA PLENARIA INVOCANO ANCHE IL RISPETTO DEL DIRITTO

DI ASILO DEI RIFUGIATI NEL REGNO UNITO

 

LONDRA. = L’episcopato cattolico d’Inghilterra e Galles ha concluso il 1° maggio l’Assemblea plenaria con un messaggio in 5 punti sull’Iraq e la pace nella regione mediorientale e sul diritto di asilo nel Regno Unito dei rifugiati. Riguardo all’Iraq, a conflitto concluso, i vescovi riaffermano le responsabilità morali di coloro che hanno fatto uso di armi con uranio impoverito per le conseguenze che provocano. Vengono affrontati i temi del ristabilimento dell’ordine, dell’emergenza umanitaria e della ricostruzione politica ed economica. A questo proposito i vescovi auspicano il generoso contributo della comunità internazionale sotto il ruolo centrale delle Nazioni Unite. “I diritti degli iracheni all’autodeterminazione e alla ricostruzione del loro Paese – affermano i vescovi – devono essere bilanciati da misure che garantiscono i diritti religiosi e civili di tutti e la protezione delle minoranze”. Riguardo alla stabilità della regione mediorientale, i vescovi avvertono che non c’è alcuna sicurezza se non si giunge ad una giusta soluzione del conflitto tra israeliani e palestinesi. Il documento affronta poi il diritto d’asilo dei rifugiati, mentre, per l’aumento delle domande di asilo, il governo sta riesaminando le intese che riguardano la Convenzione sui rifugiati dell’Onu e la Convenzione europea sui diritti umani. I vescovi indicano alcuni principi guida, tra cui il diritto dei richiedenti asilo di usufruire dell’’assistenza sanitaria di base soprattutto se evidenti sono i segni di torture e maltrattamenti ricevuti nei Paesi d’origine e il diritto alla sicurezza e dignità nei casi in cui si debba procedere alle espulsioni. I vescovi ricordano che la protezione per chi è in pericolo o ha subito violenza, è un diritto umano essenziale, diritto che deve “essere centrale” nel sistema legislativo del Regno Unito. (M.A.- C.C.)

 

 

NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO CONTINUA LA VIOLENZA.

L’ULTIMA TESTIMONIANZA È DEL VICARIO GENERALE DELLA DIOCESI DI BUNIA,

CHE DESCRIVE UNA CITTÀ PREDA DEI SACCHEGGI

E DEI SOPRUSI DELLE FAZIONI RIBELLI IN LOTTA PER IL POTERE

 

BUNIA. = Nonostante la firma di intese, l’istituzione di tregue e l’intervento delle Nazioni Unite la Repubblica democratica del Congo non raggiunge la pace. La conferma viene dal vicario generale della diocesi di Bunia, mons. Dieudonné Uringi. La città è da mesi al centro di ininterrotte violenze tra gruppi ribelli che combattono per il possesso di una delle zone più ricche di risorse minerarie e naturali del Paese. Anche la Chiesa cattolica è stata più volte colpita: un missionario belga è stato gambizzato e un carmelitano è stato minacciato dalle armi dei malviventi. Dal 1996 circa 50 mila persone hanno perso la vita. In una lettera inviata alla missione dell’Onu nel Paese, mons. Uringi descrive lo stato di distruzione ed il costante pericolo che incombe nelle strade della sua città. “Sono state distrutte le infrastrutture – racconta la lettera - e i ribelli e le milizie armate sono presenti ormai da 7 anni. Nel centro urbano si verificano continuamente furti, saccheggi e sparatorie. Nonostante la presenza dei caschi blu delle Nazioni Unite, i miliziani delle fazioni in lotta circolano e continuano ad agire liberamente: uomini armati sono ancora presenti a Bunia e nei dintorni”. Il vicario diocesano esprime profonda preoccupazione per i civili: “La popolazione – scrive - è traumatizzata e ogni sera cerca di nascondersi nel luogo che ritiene più sicuro, aspettandosi un massacro ogni momento”. Mons. Uringi inoltre denuncia il proseguimento degli arresti arbitrari ed il saccheggio delle abitazioni private, evento ormai normale. (M.A.)

 

 

PRENDE IL VIA OGGI IN GERMANIA L’APPUNTAMENTO ECUMENICO DELLA

“SETTIMANA PER LA VITA”. CATTOLICI ED EVANGELICI, SINO AL 10 MAGGIO,

APPROFONDIRANNO I DELICATI TEMI DELLA TUTELA DELLA VITA

NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

 

BAYREUTH. = Inizia oggi, con una cerimonia ecumenica, la 13.ma edizione della “Settimana per la vita”, manifestazione organizzata in Germania dalle Chiese cattolica ed evangelica per un confronto sulle tematiche più attuali della concezione della vita. Parteciperanno il presidente dell’episcopato cattolico tedesco, il cardinale Karl Lehmann, ed il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, Präses Manfred Koch. L’incontro si svolgerà a Bayreuth, dove poi fino al prossimo 10 maggio continuerà l’intera manifestazione, nella chiesa di San Giorgio. La Settimana quest’anno è incentrata sul tema “Opportunità e limiti del progresso della medicina”. Attraverso iniziative religiose, dibattiti e conferenze, scienziati, medici, esperti ed esponenti cattolici ed evangelici affronteranno temi scottanti e controversi quali la clonazione terapeutica, il ruolo della diagnosi prenatale e l’eutanasia. Il cardinale Lehmann ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento. Per la Chiesa cattolica è un’opportunità per diffondere il suo magistero in una società altamente tecnicizzata, ma in un alcuni campi priva di orientamenti etici e morali. (M.A.)

 

 

L’ARCIDIOCESI DI SANTO DOMINGO HA ACQUISTATO UN TERRENO

PER LA COSTRUZIONE DEL SANTUARIO NAZIONALE DELLA DIVINA MISERICORDIA.

TRA POCHI ANNI CI SARÀ UN LUOGO CAPACE DI ACCOGLIERE LA MOLTITUDINE

DI FEDELI CHE OGNI ANNO CELEBRA LA RICORRENZA

 

SANTO DOMINGO. = Anche la città di Santo Domingo tra poco tempo avrà il suo Santuario della “Divina misericordia”. Il cardinale arcivescovo della città, Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, ha annunciato l’acquisto di un terreno che sarà destinato alla costruzione del nuovo santuario. Il porporato ha dichiarato di essere entusiasta del progetto ed ha annunciato la costituzione di un comitato che seguirà il corso dei lavori. Il cardinale ha detto che il santuario servirà alla moltitudine di fedeli che ogni anno, la domenica dopo Pasqua, celebrano la festa della Divina Misericordia. Attualmente le celebrazioni, per mancanza di spazio, si svolgono infatti nelle vie della città. (M.A.)

 

 

I VESCOVI SVIZZERI HANNO ESPRESSO IL LORO APPOGGIO ALLA RECENTE INIZIATIVA DEI POLITICI A SOSTEGNO DELLE PERSONE DISABILI.

UN SEGNO DI SENSIBILITÀ E VICINANZA – SPIEGANO I PRESULI – NEI CONFRONTI DELLE PERSONE PIÙ DEBOLI DELLA SOCIETÀ

 

FRIBURGO. = La Commissione “Giustizia e pace” della Conferenza dei vescovi svizzeri ha espresso ieri il suo sostegno all’iniziativa “Parità di diritti per i disabili”, campagna lanciata dal mondo politico elvetico senza distinzioni di partito. “Migliori condizioni di accesso agli edifici e ai servizi pubblici, come pure una migliore integrazione dei disabili nel mondo della formazione e del lavoro – spiegano i vescovi - sono richieste legittime”. Pur riconoscendo l’alto costo di questi interventi, i presuli sostengono che a lungo termine miglioreranno la vita di molte persone e della società in generale. “Approvare l’iniziativa – sostengono i presuli - stimola il miglioramento delle condizioni di vita di moltissime persone in difficoltà, sia a causa di un handicap, sia in quanto anziane o in quanto accompagnano dei bambini”. In Europa le persone disabili sono 37 milioni. Un disabile su dieci incontra ostacoli come barriere architettoniche o discriminazione sociale: a loro è dedicato il 2003, dichiarato dall’Ue “Anno europeo del disabile”. La commissione Giustizia e Pace elabora per conto dell’episcopato proposte e documenti su temi di etica sociale. Il suo obiettivo è operare, secondo gli insegnamenti evangelici, per la pace ed il benessere delle persone più deboli. In questo senso proprio l’appoggio dichiarato all’iniziativa in favore dei disabili vuol essere un segno concreto del suo impegno. (M.A.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 maggio 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza -

                                                                                                                        

Sarà un iracheno a dirigere il nuovo team che dovrà guidare il ministero del Petrolio a Baghdad. Ad un americano sarà affidato il consiglio consultivo. Lo hanno deciso le autorità statunitensi in Iraq. Secondo il piano di stabilizzazione di Washington, inoltre, l’Iraq sarà diviso in tre settori, sorvegliati da Stati Uniti, Gran Bretagna e Polonia. Intanto ad un centinaio di chilometri da Baghdad è stata scoperta una fossa comune: 35 i cadaveri, anche di bambini. I corpi risalgono alla rivolta popolare del 1991, repressa da Saddam Hussein. E in Iraq la vita faticosamente riprende il suo corso: domani gli agenti di polizia di Baghdad torneranno in servizio. Oggi hanno riaperto scuole, licei e collegi del governatorato di Bassora.

 

Dopo 17 mesi di tensioni, India e Pakistan decidono di ristabilire relazioni diplomatiche. Il premier Vajpajee si è detto pronto ad aprire il dialogo sulla questione del Kashmir. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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E’ stata davvero una mossa a sorpresa, quella di Atal Bihari Vajapajee, premier moderato alla guida di una coalizione di partiti indù nazionalisti. Ieri in Senato ha annunciato la prima di una serie di azioni concrete per rompere il ghiaccio con Islamabad, e cioè l’invio di un ambasciatore e la ripresa dei collegamenti aerei interrotti dopo l’attacco terroristico al Parlamento di New Delhi nel dicembre 2001. Già lunedì scorso era stato rotto il ghiaccio con una telefonata del primo ministro pakistano Jamali, la prima dopo oltre un anno di tensione che ha portato i due Paesi nucleari sull’orlo della guerra. Dietro a questo nuovo tentativo di distensione ci sono sicuramente le pressioni degli Stati Uniti: Washington chiede che entrambi i Paesi trovino una soluzione definitiva alla questione del Kashmir, ma l’India finora ha sempre accusato il Pakistan di finanziare e infiltrare gruppi terroristici islamici nella regione himalayana, contesa da più di 50 anni.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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E’ un ultraconservatore il nuovo sindaco di Teheran. Mohammad Ahmad Nejad, questo il suo nome, è stato eletto primo cittadino dopo oltre dieci anni in cui la capitale iraniana era sotto l’ala pragmatica vicina all'ex presidente della Repubblica Rafsanjani. Le elezioni comunali si sono svolte lo scorso 28 febbraio e vi ha partecipato solo il 15 per cento dell’elettorato.

 

Si sono svolti stamani i colloqui tra il segretario di Stato americano Colin Powell e il presidente siriano Bashar al-Assad: tra i temi affrontati la crisi mediorientale ed il problema dei gruppi integralisti anti-israeliani come Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica, appoggiati da Damasco e condannati da Washington come gruppi terroristici.  Powell è poi arrivato in tarda mattinata a Beyrouth.

 

In Medio Oriente non si arresta la tensione alla vigilia della discussione, lunedì, della road-map, il piano di pace elaborato da Stati Uniti, Russia, Unione europea e Nazioni Unite. Il servizio è di Graziano Motta.

 

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L’obiettivo è di far sostenere il processo negoziale israelo-palestinese anche dai Paesi dell’area mediorientale, due dei quali fanno parte del Consiglio – Pakistan e Siria – e quest’ultimo viene sollecitato dagli Stati Uniti a cessare ogni appoggio ai guerriglieri fondamentalisti islamici dell’Hezbollah libanese nella lotta contro Israele, anche attraverso le organizzazioni armate dell’intifada. Con questo intento, il segretario di Stato Powell si è recato a Damasco. Nei Territori si mantiene alta la tensione, in particolare nella Striscia di Gaza, ove un cameraman inglese è rimasto coinvolto in una sparatoria tra militanti palestinesi e soldati israeliani che stavano demolendo un’abitazione al confine di Rafah con l’Egitto. In Israele continua la caccia al palestinese con passaporto britannico che partecipò all’attentato di mercoledì a Tel Aviv, compiuto da un suo compagno suicida. La polizia inglese ha fermato d’altra parte cinque loro amici e complici, tra cui due donne.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Nove morti e 181 nuovi casi di Sars in Cina nelle ultime 24 ore. Secondo scienziati di Hong Kong il virus della polmonite atipica muterebbe rapidamente, rendendo più difficile la ricerca di un test diagnostico e di una cura. A causa della Sars inoltre la Fifa, la federazione internazionale delle associazioni calcistiche, ha spostato il mondiale di calcio femminile che doveva disputarsi il prossimo autunno in Cina. La nuova sede è ancora da definirsi.

 

''Il tempo è galantuomo, magari se andasse un po' più veloce sarebbe meglio...''. con questa battuta ieri il senatore a vita Giulio Andreotti ha commentato la sentenza di assoluzione in suo favore emessa dal tribunale di Palermo dall’accusa di associazione mafiosa. Il servizio di Giampiero Guadagni.

 

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Giulio Andreotti non era dunque il garante politico della mafia, così come sostenuto dall’accusa per dieci anni. Per il senatore a vita si chiude positivamente una delle vicende giudiziarie che lo riguardano e si chiude in un clima insolitamente disteso. Prima di entrare in camera di consiglio, il presidente della Corte d’Appello, Scaduti, ha infatti voluto pubblicamente rendere omaggio all’accusa e alla difesa per la serietà e la correttezza del dibattimento. Poi, inevitabilmente, la lettura della sentenza ha suscitato nel mondo reazioni e qualche polemica. I presidenti di Senato e Camera – Pera e Casini – hanno manifestato ad Andreotti la loro soddisfazione per quella che definiscono ‘la riparazione di un torto subito’. Per il premier Berlusconi, ‘è stato liquidato il teorema giustizialista che dal ’93 voleva deformare la democrazia italiana’. Cautela nel centrosinistra che invita polemicamente Berlusconi a prendere esempio da Andreotti sul comportamento processuale da tenere. E a proposito, il lungo conflitto tra politica e magistratura vivrà, lunedì prossimo, una nuova puntata con la ripresa del processo Sme, nel quale è imputato il presidente del Consiglio. Berlusconi ha annunciato la sua presenza al Tribunale di Milano.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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E' salito purtroppo a 140 morti accertati e a 520 feriti il bilancio ufficiale del terremoto che  nella notte fra mercoledì e giovedì ha colpito la Turchia sud-orientale. 4320 le tende distribuite ieri sera dall’unità di crisi ed oggi la cifra salirà oggi a 7 mila. 

 

Firmato oggi in Costa d’Avorio un cessate il fuoco integrale, che riguarda cioè l’intero territorio nazionale, tra le forze governative e quelle dei ribelli. A firmare il documento ad Abidjan il capo di stato maggiore, Matthias Douè, e il comandante militare dei ribelli del  Movimento patriottico della Costa d'Avorio, Michel Gueu.

 

Sono più di venti le vittime degli ultimi scontri tra l’esercito governativo e i due principali gruppi ribelli attivi nelle Filippine, il Fronte di liberazione islamico moro (Milf) e Abu Sayyaf. Le violenze si sono svolte nei giorni scorsi a Basilan, sull’isola di Pilas nelle Filippine meridionali.

 

Tragedia in Siberia. Un elicottero è precipitato nella regione di Chita. Morti i 12 membri dell’equipaggio e quattro giornalisti ed operatori televisivi che viaggiavano sul velivolo. Restano ignote le ragioni dell’incidente verificatosi mentre il mezzo di trasporto stava prendendo parte ad un’operazione di spegnimento degli incendi, fenomeno molto frequente nella zona.

 

Sequestro in Argentina: si tratta della figlia 19.ne del noto imprenditore italiano Franco Macrì rapita  martedì scorso a Buenos Aires. L’episodio segue il rapimento di un altro figlio di Macrì, Mauricio, attuale presidente della squadra di calcio Boca Juniors, avvenuto nel 1991. Come allora è il noto imprenditore a dirigere le operazioni militari per negoziarne il rilascio.

 

L'Unione europea è ''oggi più forte di quanto non fosse due giorni fa'': lo ha  detto il responsabile della politica estera e della difesa  dell'Unione europea Javier Solana, commentando i lavori del  vertice informale dei ministri degli esteri a Castellorizo in Grecia.

 

 

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