RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 123 - Testo della
Trasmissione di sabato 3 maggio 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Continua la violenza
nella Repubblica Democratica del Congo.
Secondo il piano di stabilizzazione Usa, l’Iraq
sarà diviso in tre settori sorvegliati da Stati Uniti, Inghilterra e Polonia.
Dopo 17 mesi India e Pakistan riprendono le
relazioni diplomatiche.
Attesa per la road-map in Medio Oriente: il piano
di pace presentato da Usa, Russia, Ue e Onu.
I mondiali di calcio femminile non si svolgeranno
più in Cina a causa del rischio Sars. Ancora vittime a Pechino.
Firmato in Costa d’Avorio un cessate il fuoco
integrale.
E’ INIZIATO STAMANI IL 99.MO VIAGGIO APOSTOLICO
DEL PAPA IN SPAGNA,
IL
QUINTO NEL PAESE IBERICO. DOPO LA CERIMONIA DI BENVENUTO,
OGGI POMERIGGIO IL PONTEFICE INCONTRERA’ I
GIOVANI DEL PAESE.
DOMANI
MATTINA, LA CANONIZZAZIONE DI CINQUE BEATI SPAGNOLI
- A
cura di Alessandro De Carolis -
Nel
poggiare piede per la quinta volta in Spagna, Giovanni Paolo II ha messo in
risalto la lunga storia che lega il Paese iberico alla Chiesa e lo sviluppo dei
“valori permanenti” sui quali la nazione ha impostato il suo sviluppo sociale e
democratico. Una terra che conosce il Vangelo del primissimo annuncio
cristiano, che ha generato numerosi e importanti testimoni di Cristo, che oggi
vive l’avvio del terzo millennio portando nella costruzione dell’unità europea
il contributo della propria eredità cattolica. Imperniato sul doppio aspetto
del dovere della testimonianza e della devozione a Maria, in questo speciale
Anno del Rosario, è iniziato dunque questa mattina il 99.mo viaggio apostolico
del Pontefice, che torna in Spagna dopo le precedenti visite dell’82, dell’84,
dell’89 e del ‘93.
(canto)
Dieci
anni dopo l’ultimo incontro, i fedeli madrileni e di altre parti del Paese
hanno riabbracciato con immutato affetto Giovanni Paolo II, atterrato nella capitale
spagnola verso mezzo giorno. Il volo papale era decollato dallo scalo romano di
Fiumicino alle 9.46 di questa mattina. A bordo dell’aereo - un Airbus A321
dell’Alitalia, denominato “Piazza Maggiore - Bologna - il Papa, come da tradizione,
ha inviato un saluto al presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio
Ciampi, accompagnandolo con la sua benedizione e gli auspici “di pace e prosperità”
per la persona del presidente, “per i suoi collaboratori e per l’amato popolo
italiano”. Il capo dello Stato ha subito risposto con un messaggio incentrato
sul progetto unitario che l’Europa sta costruendo. “Mai come in questi mesi
così cruciali per l’Unione Europea - scrive Ciampi al Pontefice - la sua
missione e la sua opera costituiscono un alto richiamo ai valori etici e
spirituali sui quali si fonda la civiltà europea.”
Il sole luminoso lasciato a Roma stamattina è lo stesso che il Papa ha trovato
al suo arrivo a Madrid. E allora, per entrare nel vivo dell’evento, con la cronaca
della festosa cerimonia di benvenuto riservata a Giovanni Paolo II dalla famiglia
reale spagnola e dalle autorità locali, cediamo la parola al nostro inviato a
Madrid, Giancarlo La Vella:
**********
La pace
sia con te, Spagna, Paese dalle ricche e feconde radici cristiane. Questo il
primo saluto del Santo Padre rivolto al Paese iberico, al suo arrivo
all’aeroporto internazionale di Barajas. L’aereo papale ha toccato il suolo
spagnolo alle ore 12.10 circa, salutato da una nutrita folla di fedeli che
sventolavano bandiere giallo e rosse, i colori della Spagna, e bianco e gialle
della Città del Vaticano. Ad accogliere il Pontefice, i reali di Spagna, re
Juan Carlos e la regina Sofia di Borbone, il presidente del governo, Josè Maria
Aznar, sette cardinali e tutti i vescovi delle diocesi spagnole, tra essi il
presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Madrid, il cardinale
Antonio Rouco Varela. In questo primo significativo momento di questa visita
Giovanni Paolo II ha già evocato le risposte agli interrogativi di questo
viaggio dal tema “Sarete miei testimoni”. L’augurio della pace rivolto al Paese
iberico, forse, che va oltre il semplice auspicio dopo le dolorose crisi
internazionali che recentemente in Iraq, sono sfociate nella guerra, una guerra
apertamente appoggiata dal governo di Madrid. La pace è un bene sempre
raggiungibile, non dimenticando gli altri valori del vivere insieme.
“DESEO PARA CADA UNO LA PAZ …”
Auspico
per ognuno la pace che solo Dio, per mezzo di Gesù Cristo, ci può dare; la pace
che è opera della giustizia, della verità, dell’amore, della solidarietà; la
pace di cui i popoli solo beneficiano quando seguono i dettami della legge di
Dio; la pace che fa sentire gli uomini e i popoli fratelli gli uni con gli
altri. La pace sia con te, Spagna!”
Dopo il
saluto alle autorità presenti Giovanni Paolo II ha poi anticipato il momento
culminante di questa visita, la canonizzazione di “cinque figli di questa
terra”, che avrà luogo domani mattina nella centrale Piazza Colon, che seppero
accogliere – ha detto il Papa – l’invito di Cristo, “sarete miei testimoni”,
proclamandolo con la loro vita e con la loro morte. In questo momento storico
essi sono luce del nostro cammino per vivere con coraggio la fede e per
costruire una società basata sulla serena convivenza e sull’elevazione morale e
umana di ogni cittadino. E a questo punto il Papa ha espresso l’auspicio che
“progresso” non voglia dire abbandonare i valori autentici della convivenza
civile.
“CONSTATO
CON SATISFACCIÓN SU PROGRESO …”
Constato
con soddisfazione il suo progresso per il benessere di tutti. Il processo di
sviluppo di una nazione deve fondarsi su valori autentici e permanenti, che
mirano al bene di ogni persona, soggetto di diritti e di doveri, dal primo
istante della sua esistenza e accoglienza nella famiglia, e nelle successive
tappe del suo inserimento e della sua partecipazione alla vita sociale.
Poi un
pensiero ai protagonisti dei tempi nuovi, i giovani che incontrerà oggi
pomeriggio nella Base aerea de Cuatro Vientos. Ad essi il Papa ha chiesto di
non deludere Dio, la Chiesa e la società. Infine un importante accenno
all’Europa, che da 15 passa a 25 Paesi membri, e che sta per varare la sua
prima Costituzione e alla quale la Spagna deve dare il suo contributo decisivo.
Il Papa ha detto:
In
questo momento importantissimo per il consolidamento di un’Europa unita,
desidero evocare le parole con cui a Santiago de Compostela mi accomiatavo al
termine del mio primo viaggio apostolico in terra spagnola nel novembre 1982.
Da lì esortavo l’Europa con un grido pieno di amore, ricordandole le sue ricche
e feconde radici cristiane: “Europa: ritrova te stessa. Sii te stessa … ravviva
le tue radici”.
Da
segnalare anche le parole che re Juan Carlos ha rivolto al Papa, ringraziandolo
per questo viaggio considerato come un riconoscimento alla vitalià della Chiesa
spagnola. Il Papa che Juan Carlos definisce propulsore del messaggio di pace e
di concordia in tutto il mondo. E’ una Spagna nuova quella che accoglie
Giovanni Paolo II, una Spagna orgogliosa dei suoi valori – ha detto il re – che
sono la difesa delle diversità e delle pluralità, tolleranza dialogo e
solidarietà. Valori ancora preminenti di questo Paese che da domani avrà cinque
nuovi santi, cinque nuovi esempi da seguire per camminare verso il futuro, ma
sempre nella fede.
Da Madrid, Giancarlo La Vella, Radio Vaticana.
**********
Mentre vi parliamo, il Papa si trova nella nunziatura apostolica di
Madrid, dove tra circa tre ore, alle 17.30, riceverà in visita privata il premier
spagnolo José María Aznar e la consorte. Un’ora più tardi, alle 18.45, nella
Base Aerea de Cuatro Vientos, inizierà l’atteso incontro del Pontefice con i
giovani, dedicato ai misteri del Rosario, che la Radio Vaticana seguirà in
diretta a partire dalla stessa ora, con commento in italiano. Il preludio a
questo appuntamento si è svolto ieri sera, nella cattedrale di Madrid, con i
giovani riuniti in una veglia di preparazione. Giancarlo La Vella ha raccolto i
commenti di alcuni di loro:
**********
D. - Qual è per te il significato di questo incontro a
Madrid con il Papa?
R. - Questo incontro è una grazia
di Dio. Per la Chiesa di Spagna è un avvenimento molto grande, questa visita
del Santo Padre, che rappresenta Gesù in tutti i giovani e in quelli che non lo
sono più. Andiamo all’incontro con il Papa come ad un incontro con Gesù che ci
parla. Vogliamo rinnovare la nostra vita cristiana, vogliamo riempirci di
Cristo e della grazia di Cristo per trasmetterla alle nostre città.
D. - Il Papa consegna idealmente il Rosario ai giovani di
Madrid. Che significato ha questa preghiera mariana, nell’anno dedicato al Rosario?
R. - E’ un miracolo per noi questo viaggio. I giovani
hanno imparato il Rosario, pregavano con la lettera del Santo Padre. I giovani
portano e pregano il Rosario che ci hanno offerto i nostri vescovi.
D. - Come ti chiami e da dove vieni?
R. - Ciao, mi chiamo Alberto e sono di Barcellona.
D. - Il significato, per te, di questo nuovo incontro con
il Papa?
R. - E’ una grande gioia. Penso che
tutta la gente qui presente voglia la pace. E la persona che veramente la
rappresenta, in tantissimi aspetti, è il Papa.
**********
L’entusiasmo dei giovani, sempre benedetto da Giovanni
Paolo II, è tratto distintivo della novità di vita di cui essi sono portatori
nella Chiesa e nella società in cui vivono. Un entusiasmo che, “coltivato” e rinsaldato
verso obiettivi positivi, mette in fuga quel generico scetticismo dal quale
sono spesso avvolte le giovani generazioni. E’ questa la convinzione dell’organizzatore
dell’incontro di oggi pomeriggio alla Base aerea, l’avvocato Victor Cortizo,
intervistato dal nostro direttore, padre Ignacio Arregui:
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YO CREO QUE LOS JOVENES …
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“Io credo che i giovani di oggi
abbiano bisogno che la società riponga fiducia in loro. E credo che il
messaggio che ricevono dal Papa sia proprio che il Pontefice ha fiducia in loro
ed è in grado di trasmettergliela. Anche la Chiesa crede in loro, e i giovani
ricambiano trasmettendo un messaggio di ottimismo. Ritengo che la Chiesa, con
giovani così, abbia ancora molto da fare. E, senza dubbio, credo pure che la
società, sotto questo aspetto, debba prendere esempio dal Papa: i giovani hanno
un valore inestimabile. Non sono interessanti solo quando devono votare o acquistare
qualcosa, ma lo sono in quanto protagonisti della vita civile. Nella pastorale
giovanile spagnola, i vescovi hanno parlato proprio del protagonismo dei
giovani: si lavora con i giovani e non per loro. E dal punto di vista pastorale,
credo che l’incontro di oggi tra i giovani e il Santo Padre costituisca un punto
di partenza fondamentale. Nei prossimi giorni, nei prossimi mesi e anche nei
prossimi anni, sapremo quante vite, quante persone avranno vissuto questo incontro
come punto di partenza del loro viaggio, grazie alla visita pastorale del Papa.
Sapremo quante esistenze saranno state influenzate da ciò che il Papa avrà
detto e dalla speciale esperienza di questi giorni. Come accade per tutti i
viaggi del Papa, anche in Spagna ci aspettiamo molto. E’ una grande gioia che
lui stia con noi. E penso che dovremo imparare a valorizzare i frutti che danno
questo tipo di incontri”.
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Dopo l’incontro dei giovani, l’altro grande appuntamento
del viaggio in Spagna è in programma per domani alle 10, nella Plaza de Colón a
Madrid, dove Giovanni Paolo II canonizzerà, nel corso di una Messa solenne,
cinque beati spagnoli. Ricordiamo che l’avvenimento verrà seguito in
radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire dalle ore 9.50, con
commenti in italiano, spagnolo e portoghese.
LETTERA DEL PAPA PER I 750 ANNI DELLA
CANONIZZAZIONE DI SAN STANISLAO,
VESCOVO
E MARTIRE, CHE SARANNO CELEBRATI A CRACOVIA
CON IL
CARDINALE JOSEPH RATZINGER L’11 MAGGIO
- A cura di Paolo Salvo -
La
grande figura di San Stanislao, vescovo e martire, Patrono della Polonia, viene
ricordata da Giovanni Paolo II e proposta a modello specialmente per i vescovi
del Paese, nella lettera in latino indirizzata al cardinale Joseph Ratzinger,
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, contenente la nomina
del porporato tedesco a Inviato speciale per le celebrazioni del 750.mo
anniversario della canonizzazione di quell’antico pastore, che avranno luogo a
Cracovia il prossimo 11 maggio.
Come ricorda il Papa, il vescovo Stanislao venne fatto
trucidare dal re Boleslao nella chiesa di San Michele a Cracovia, ai piedi
dell’altare, mentre celebrava la Santa Messa, e il suo corpo fu poi traslato
nella cattedrale di Wawel. Il suo martirio – sottolinea il Pontefice – costituì
l’apice della sua sollecitudine di vero pastore, che davanti ad un pericolo
imminente non fuggì in silenzio, ma difendendo le pecore a lui affidate le amò
fino alla fine. Per questo, difendendo gli oppressi e i perseguitati, offrì la
sua vita per loro. La canonizzazione di Stanislao fu compiuta da Papa Innocenzo
IV ad Assisi, nella Basilica di San Francesco. Nel sottolineare la figura
veramente esemplare di San Stanislao, Giovanni Paolo II raccomanda in modo
particolare ai vescovi di imitarne “la solida fede e la sublime carità”.
NOMINA
DI CURIA E PROVVISTE DI CHIESE IN IRLANDA, CAMERUN E CANADA
Il Papa
ha nominato arcivescovo coadiutore di Dublino mons. Diarmuid Martin, attuale
osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a
Ginevra e per anni segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace. Nato a Dublino nel 1945, mons. Diarmuid Martin ha ricevuto l’ordinazione
sacerdotale nel 1969 ed è entrato al servizio della Santa Sede nel 1976 come
addetto di segreteria presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia. Come
stabilisce il Codice di Diritto Canonico, “il vescovo coadiutore gode del diritto
di successione”. Mons. Martin succederà pertanto all’attuale arcivescovo di
Dublino, il cardinale Desmond Connel, che ha compiuto 77 anni lo scorso 24
marzo.
Il Santo Padre ha nominato membro ordinario della
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali la signora Ombretta Fumagalli
Carulli, professore ordinario di Diritto Canonico nella Facoltà di
Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
In Camerun, il Pontefice ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Bafia, presentata dal vescovo mons. Athanase
Bala, della Congregazione dello Spirito Santo, per raggiunti limiti di età. Come
nuovo vescovo di Bafia, il Papa ha quindi nominato il sacerdote Jean Marie
Balla, di 43 anni, attuale rettore del
Seminario minore di Yaoundé.
Il Santo Padre ha pure accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’eparchia di Toronto degli Ucraini e del Canada Orientale, presentata dal vescovo mons. Cornelius
John Pasichny, che ha da poco compiuto 76 anni. Come vescovo dell’eparchia di
Toronto degli Ucraini e del Canada
Orientale, il Papa ha nominato il sacerdote 57enne Stephen Victor Chmilar, del
clero locale, attualmente cancelliere e parroco della Parrocchia della
Dormizione di Maria SS.ma Mississauga, nella provincia dell’Ontario.
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Apre la prima pagina il titolo
"La pace sia con te, Spagna!": Madrid 3-4 maggio, il 99° viaggio
apostolico del Papa.
Con le parole del Risorto,
Giovanni Paolo II saluta il popolo spagnolo nell'attesa gioiosa di incontrare i
giovani e di proclamare la santità di cinque testimoni di Cristo, figli di
questa comunità cattolica quasi due volte millenaria.
Nelle vaticane, il resoconto
dettagliato dell'arrivo del Santo Padre, con la cronaca dell'inviato Giampaolo
Mattei.
Due pagine dedicate
all'ingresso in diocesi del nuovo arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San
Giovanni Rotondo.
Nelle pagine estere,
l'intervento della Santa Sede alla XI sessione della Commissione per lo
sviluppo sostenibile dell'Onu: "Rinnovare l'impegno di un multilateralismo
volto a promuovere uno sviluppo umano integrale".
Si aggrava il bilancio delle
vittime del devastante terremoto in Turchia.
Riguardo all'Iraq, incontro, a
Damasco, tra Powell ed il presidente siriano Al Assad.
Medio Oriente: presentato
ufficialmente all'Onu il piano di pace del "quartetto", che comprende
Usa, Unione Europea, Onu e Russia.
Nella pagina culturale, un
contributo di Armando Rigobello dal titolo "Una cruda analisi del pensiero
di Nietzsche": la "biografia intellettuale" di Losurdo.
Nelle pagine italiane, in primo
piano l'assoluzione del senatore Giulio Andreotti dall'accusa di associazione
mafiosa.
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3 maggio 2003
INFORMAZIONE, LINFA VITALE DELLA DEMOCRAZIA:
SI
CELEBRA OGGI IN TUTTO IL MONDO
LA
GIORNATA PER LA LIBERTA’ DI STAMPA
- Servizio di Alessandro Gisotti
-
Si celebra oggi la giornata mondiale per la libertà di
stampa. Evento promosso dall’Unesco e fatto proprio nel 1993 dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite. Ricorrenza che sottolinea il ruolo fondamentale
dell’informazione per promuovere la causa della libertà. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
**********
Sacrificare
la propria vita per raccontare la verità. Una verità spesso scomoda. La storia
del giornalismo è contrassegnata anche dal coraggio di donne e uomini, che
hanno dedicato la propria esistenza ad un lavoro che, come affermato dal
segretario generale dell’Onu, è la linfa vitale delle società democratiche. Nel
messaggio per l’odierna ricorrenza, Kofi Annan, mette l’accento proprio sul
grave tributo pagato dai giornalisti nella copertura degli eventi, specie in
aree di guerra. Dal canto suo, il direttore generale dell’Unesco, Koïchiro
Matsuura, evidenzia la necessità di dichiarare guerra all’impunità. Ogni
governo, avverte, deve garantire che i crimini contro i giornalisti non restino
impuniti. Intanto, mentre cresce l’attesa per il Summit mondiale
sull’informazione - a dicembre a Ginevra - le Nazioni Unite esortano i mass
media a dare spazio anche a quegli eventi, che seppur drammatici, sembrano non
destare l’interesse dell’opinione pubblica mondiale. Un punto questo su cui si
sofferma il direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite a Roma (Unic), Shalini
Dewan:
R. – AS
YOU KNOW ...
Come è noto la situazione in Iraq è coperta tutti i giorni
dai media, ma nello stesso tempo abbiamo anche il Congo, dove migliaia di
persone sono morte, i conflitti in Costa d’Avorio… E non dimentichiamo le
migliaia di persone che muoiono ogni giorno per malattie legate alla
malnutrizione e alla povertà. Il numero è più alto di quello delle vittime di
guerra, ma queste situazioni vengono completamente trascurate dai media.
D. - Può darci un’idea di quelle che oggi sono le
più gravi violazioni della libertà di stampa nel mondo?
R. –
DURING THE LAST DECADE …
Nell’ultimo decennio 366 giornalisti sono stati uccisi
mentre svolgevano il loro lavoro. Il 76 per cento dei giornalisti uccisi dal
1993 ad oggi non sono morti sotto il fuoco incrociato, ma ricercati e uccisi
spesso per i propri servizi. In molti casi sono stati uccisi per impedire loro
di scrivere su corruzione, sull’abuso dei diritti umani o per punirli nel
momento in cui lo fanno. Solo per darvi un esempio, in 23 casi, dal ’93, i
giornalisti sono stati rapiti da militanti criminali o da forze del governo e
successivamente assassinati. Il caso del reporter del Wall Street Journal,
Daniel Pearl, nel 2002, ci ha mostrato questo terribile fenomeno, in cui i
giornalisti sono uccisi proprio per ciò che fanno, riportare la verità.
D. – Quest’anno
la Giornata mondiale della libertà di stampa è dedicata alla impunità, una
grave violazione del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla
verità. Cosa si può fare per affrontare questo problema?
R. –
INDEED, IMPUNITY IS A VERY …
Certamente l’impunità è un grave problema e l’impegno per
la protezione dei giornalisti è stato sottolineato negli ultimi dieci anni. Ci
sono stati solo 21 casi in cui una persona avendo ordinato l’assassinio di un
giornalista è stata arrestata e processata. La
statistica dice dunque che nel 94 per cento dei casi, coloro che
uccidono giornalisti lo fanno impunemente. Ora cosa si può fare? I governi
devono assicurarsi che i crimini perpetrati contro i giornalisti non rimangano
impuniti. Ed è essenziale che tutte le violazioni siano investigate, e che i
criminali siano processati. L’Onu sta
lavorando da vicino con i media e con le organizzazioni non governative di
molti Paesi per incoraggiare la diffusione delle notizie assieme ad altre
iniziative volte a promuovere il libero scambio delle informazioni. Noi abbiamo
bisogno di questa collaborazione e abbiamo bisogno di sostenerli a lungo, se
vogliamo che i giornalisti portino avanti il proprio lavoro.
**********
CONFERMATA A PALERMO L’ASSOLUZIONE DI GIULIO
ANDREOTTI
DALL’ACCUSA
DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA
-
Intervista con il senatore a vita -
“Per valutare se presentare o meno il ricorso per
Cassazione avverso la sentenza del processo d’appello al senatore Andreotti
attendiamo di leggerne le motivazioni”. E’ quanto afferma il procuratore
generale Salvatore Celesti, a capo dell’ufficio che ha sostenuto l’accusa nei
confronti del senatore a vita. Dopo dieci anni, Giulio Andreotti ha visto
confermata l’assoluzione per l’associazione mafiosa, mentre è stato dichiarato
prescritto il reato di associazione a delinquere semplice. Il legale
palermitano Gioacchino Sbacchi parla di ‘soddisfazione, ma con l’amaro in
bocca’. L’assoluzione, ieri, di Giulio Andreotti a Palermo giunge in piena
polemica politica tra maggioranza e opposizione proprio sui temi della giustizia.
Ma ascoltiamo lo stesso senatore Giulio Andreotti, nell’intervista di Fausta
Speranza.
**********
D. – Senatore Andreotti, un commento un po’ più a freddo
rispetto a ieri …
R. – Sono molto
sereno. Non che dubitassi che alla fine tutto si sarebbe chiarito. Ma 10 anni
sono lunghi e quindi, una certa stanchezza finivo con l’averla. Adesso faccio
tutto il possibile per dimenticare … Avere reazioni diverse forse
significherebbe mancare a quello spirito di serenità che uno deve sempre
mantenere. Quindi, spero bene e spero che questo serva anche per evitare che si
ripetano accuse così infondate come sono state fatte nei miei confronti.
D. – Senatore, lei che cosa pensa dell’immunità
parlamentare?
R. – Io chiesi
che fosse data l’autorizzazione a procedere, quando fu il mio caso. Può
apparire comico che il Senato la concesse con una motivazione del presidente
della Commissione auspicando che fosse fatta luce in tempi brevissimi. Ci sono
voluti 10 anni. Sinceramente adesso che è stata abolita non so se sia il caso di rimetterla in vigore, sia
nei confronti dell’opinione pubblica e sia di fatto. O dovrebbe essere adottata
con i due terzi – perché sarebbe una riforma
costituzionale – e allora sarebbe al di fuori del referendum, o con meno di due
terzi, per cui sicuramente si chiederebbe un referendum popolare e quindi,
teniamo vivo questo problema. Personalmente non sono molto favorevole a
ripristinarla. Ma questa è una mia opinione. Vedranno Senato e Camera quello
che è giusto fare.
D. – Senta,
invece ci dice una parola sulla giustizia italiana? Lei ha già accennato al
fatto della lungaggine dei processi …
R. – Posso dire
quello che è auspicato da molti e cioè che i tempi possano essere meno lunghi e
che ci sia specialmente un po’ di riserbo attorno alle procedure. L’inizio di
una procedura, che dovrebbe essere un fatto estremamente riservato, va a finire
nei giornali e, poi, chi non sa ben distinguere le cose – non parlo solo per i
politici, ma per chiunque – vedendo in un giornale che una persona è indagata
per furto, già quasi è portato a considerarlo se non un ladro, un semi ladro.
Poi vai a vedere che magari due o tre anni dopo viene assolto perché il fatto
non esiste. Quindi, il mantenimento del riserbo sulle procedure forse è un
aspetto più urgente, che non il ripristino dell’immunità per una categoria.
D. – Ma lei direbbe che la magistratura è politicizzata?
R. – La
magistratura come tale no. Certamente ci sono alcuni che forse hanno confuso il
campo della lotta politica con l’esercizio della giurisdizione, ma sono casi
singoli, per carità. Guai a voler generalizzare, saremmo in un’anarchia.
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3 maggio 2003
L’EPISCOPATO POLACCO HA INVITATO LA NAZIONE A
VOTARE IN FAVORE DELL’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA NEL REFERENDUM DI GIUGNO.
I VESCOVI
RICORDANO LE PAROLE DI INCORAGGIAMENTO DEL PAPA
CHE
DURANTE L’ULTIMA VISITA IN PATRIA ESORTO’ I POLACCHI
A FAR PARTE
INTEGRANTE DELL’EUROPA UNITA
VARSAVIA.
= L’episcopato polacco ha invitato ieri la nazione a recarsi alle urne per il
referendum del 7 e 8 giugno e votare in favore dell’adesione della Polonia
all’Unione Europea. In una lettera composta dai presuli al termine dei tre
giorni durante i quali si è svolta la loro assemblea plenaria, si invitano
tutti i polacchi, ed in particolare i credenti, a prendere parte alle
consultazioni. I presuli affermano che l’intera nazione è chiamata ad esprimere
un voto responsabile nella consapevolezza del ruolo della Polonia all’interno
dell’Europa e del significato che quest’adesione rappresenta per il futuro
nazionale. La lettera, che la Conferenza ha disposto sia letta il 1° giugno
nelle parrocchie del Paese, ricorda che Giovanni Paolo II nel suo ultimo
viaggio in patria incoraggiò i connazionali ad aderire all’Ue. “Il Papa – si
legge nella lettera – vuole chiaramente un posto per la Polonia nelle strutture
europee in difesa della fede, della religione e della morale cristiana in
un’Europa unita”. (M.A.)
I VESCOVI DI INGHILTERRA E GALLES
CHIEDONO CHE L’ONU COPRA UN RUOLO
CENTRALE
NELLA RICOSTRUZIONE DELL’IRAQ E SIANO GARANTITI I DIRITTI CIVILI
E
RELIGIOSI DI TUTTI I CITTADINI. IN UN COMUNICATO AL TERMINE
DELL’ASSEMBLEA
PLENARIA INVOCANO ANCHE IL RISPETTO DEL DIRITTO
DI
ASILO DEI RIFUGIATI NEL REGNO UNITO
LONDRA.
= L’episcopato cattolico d’Inghilterra e Galles ha concluso il 1° maggio
l’Assemblea plenaria con un messaggio in 5 punti sull’Iraq e la pace nella
regione mediorientale e sul diritto di asilo nel Regno Unito dei rifugiati.
Riguardo all’Iraq, a conflitto concluso, i vescovi riaffermano le responsabilità
morali di coloro che hanno fatto uso di armi con uranio impoverito per le
conseguenze che provocano. Vengono affrontati i temi del ristabilimento
dell’ordine, dell’emergenza umanitaria e della ricostruzione politica ed
economica. A questo proposito i vescovi auspicano il generoso contributo della
comunità internazionale sotto il ruolo centrale delle Nazioni Unite. “I diritti
degli iracheni all’autodeterminazione e alla ricostruzione del loro Paese –
affermano i vescovi – devono essere bilanciati da misure che garantiscono i
diritti religiosi e civili di tutti e la protezione delle minoranze”. Riguardo
alla stabilità della regione mediorientale, i vescovi avvertono che non c’è
alcuna sicurezza se non si giunge ad una giusta soluzione del conflitto tra
israeliani e palestinesi. Il documento affronta poi il diritto d’asilo dei rifugiati,
mentre, per l’aumento delle domande di asilo, il governo sta riesaminando le
intese che riguardano la Convenzione sui rifugiati dell’Onu e la Convenzione
europea sui diritti umani. I vescovi indicano alcuni principi guida, tra cui il
diritto dei richiedenti asilo di usufruire dell’’assistenza sanitaria di base
soprattutto se evidenti sono i segni di torture e maltrattamenti ricevuti nei
Paesi d’origine e il diritto alla sicurezza e dignità nei casi in cui si debba
procedere alle espulsioni. I vescovi ricordano che la protezione per chi è in
pericolo o ha subito violenza, è un diritto umano essenziale, diritto che deve
“essere centrale” nel sistema legislativo del Regno Unito. (M.A.- C.C.)
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO CONTINUA LA
VIOLENZA.
L’ULTIMA
TESTIMONIANZA È DEL VICARIO GENERALE DELLA DIOCESI DI BUNIA,
CHE
DESCRIVE UNA CITTÀ PREDA DEI SACCHEGGI
E DEI
SOPRUSI DELLE FAZIONI RIBELLI IN LOTTA PER IL POTERE
BUNIA.
= Nonostante la firma di intese, l’istituzione di tregue e l’intervento delle Nazioni
Unite la Repubblica democratica del Congo non raggiunge la pace. La conferma
viene dal vicario generale della diocesi di Bunia, mons. Dieudonné Uringi. La
città è da mesi al centro di ininterrotte violenze tra gruppi ribelli che
combattono per il possesso di una delle zone più ricche di risorse minerarie e
naturali del Paese. Anche la Chiesa cattolica è stata più volte colpita: un missionario
belga è stato gambizzato e un carmelitano è stato minacciato dalle armi dei malviventi.
Dal 1996 circa 50 mila persone hanno perso la vita. In una lettera inviata alla
missione dell’Onu nel Paese, mons. Uringi descrive lo stato di distruzione ed
il costante pericolo che incombe nelle strade della sua città. “Sono state
distrutte le infrastrutture – racconta la lettera - e i ribelli e le milizie
armate sono presenti ormai da 7 anni. Nel centro urbano si verificano continuamente
furti, saccheggi e sparatorie. Nonostante la presenza dei caschi blu delle Nazioni
Unite, i miliziani delle fazioni in lotta circolano e continuano ad agire
liberamente: uomini armati sono ancora presenti a Bunia e nei dintorni”. Il
vicario diocesano esprime profonda preoccupazione per i civili: “La popolazione
– scrive - è traumatizzata e ogni sera cerca di nascondersi nel luogo che
ritiene più sicuro, aspettandosi un massacro ogni momento”. Mons. Uringi
inoltre denuncia il proseguimento degli arresti arbitrari ed il saccheggio
delle abitazioni private, evento ormai normale. (M.A.)
PRENDE IL VIA OGGI IN GERMANIA
L’APPUNTAMENTO ECUMENICO DELLA
“SETTIMANA
PER LA VITA”. CATTOLICI ED EVANGELICI, SINO AL 10 MAGGIO,
APPROFONDIRANNO
I DELICATI TEMI DELLA TUTELA DELLA VITA
NELLA
SOCIETÀ CONTEMPORANEA
BAYREUTH.
= Inizia oggi, con una cerimonia ecumenica, la 13.ma edizione della “Settimana
per la vita”, manifestazione organizzata in Germania dalle Chiese cattolica ed
evangelica per un confronto sulle tematiche più attuali della concezione della
vita. Parteciperanno il presidente dell’episcopato cattolico tedesco, il cardinale
Karl Lehmann, ed il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania,
Präses Manfred Koch. L’incontro si svolgerà a Bayreuth, dove poi fino al
prossimo 10 maggio continuerà l’intera manifestazione, nella chiesa di San Giorgio.
La Settimana quest’anno è incentrata sul tema “Opportunità e limiti del progresso
della medicina”. Attraverso iniziative religiose, dibattiti e conferenze,
scienziati, medici, esperti ed esponenti cattolici ed evangelici affronteranno
temi scottanti e controversi quali la clonazione terapeutica, il ruolo della
diagnosi prenatale e l’eutanasia. Il cardinale Lehmann ha sottolineato
l’importanza dell’appuntamento. Per la Chiesa cattolica è un’opportunità per diffondere
il suo magistero in una società altamente tecnicizzata, ma in un alcuni campi
priva di orientamenti etici e morali. (M.A.)
L’ARCIDIOCESI DI SANTO DOMINGO HA
ACQUISTATO UN TERRENO
PER LA
COSTRUZIONE DEL SANTUARIO NAZIONALE DELLA DIVINA MISERICORDIA.
TRA
POCHI ANNI CI SARÀ UN LUOGO CAPACE DI ACCOGLIERE LA MOLTITUDINE
DI
FEDELI CHE OGNI ANNO CELEBRA LA RICORRENZA
SANTO
DOMINGO. = Anche la città di Santo Domingo tra poco tempo avrà il suo Santuario
della “Divina misericordia”. Il cardinale arcivescovo della città, Nicolas de
Jesus Lopez Rodriguez, ha annunciato l’acquisto di un terreno che sarà destinato
alla costruzione del nuovo santuario. Il porporato ha dichiarato di essere entusiasta
del progetto ed ha annunciato la costituzione di un comitato che seguirà il
corso dei lavori. Il cardinale ha detto che il santuario servirà alla moltitudine
di fedeli che ogni anno, la domenica dopo Pasqua, celebrano la festa della
Divina Misericordia. Attualmente le celebrazioni, per mancanza di spazio, si
svolgono infatti nelle vie della città. (M.A.)
I VESCOVI SVIZZERI HANNO ESPRESSO
IL LORO APPOGGIO ALLA RECENTE INIZIATIVA DEI POLITICI A SOSTEGNO DELLE PERSONE
DISABILI.
UN SEGNO
DI SENSIBILITÀ E VICINANZA – SPIEGANO I PRESULI – NEI CONFRONTI DELLE PERSONE PIÙ
DEBOLI DELLA SOCIETÀ
FRIBURGO.
= La Commissione “Giustizia e pace” della Conferenza dei vescovi svizzeri ha
espresso ieri il suo sostegno all’iniziativa “Parità di diritti per i disabili”,
campagna lanciata dal mondo politico elvetico senza distinzioni di partito. “Migliori
condizioni di accesso agli edifici e ai servizi pubblici, come pure una migliore
integrazione dei disabili nel mondo della formazione e del lavoro – spiegano i
vescovi - sono richieste legittime”. Pur riconoscendo l’alto costo di questi interventi,
i presuli sostengono che a lungo termine miglioreranno la vita di molte persone
e della società in generale. “Approvare l’iniziativa – sostengono i presuli -
stimola il miglioramento delle condizioni di vita di moltissime persone in
difficoltà, sia a causa di un handicap, sia in quanto anziane o in quanto
accompagnano dei bambini”. In Europa le persone disabili sono 37 milioni. Un
disabile su dieci incontra ostacoli come barriere architettoniche o discriminazione
sociale: a loro è dedicato il 2003, dichiarato dall’Ue “Anno europeo del
disabile”. La commissione Giustizia e Pace elabora per conto dell’episcopato
proposte e documenti su temi di etica sociale. Il suo obiettivo è operare, secondo
gli insegnamenti evangelici, per la pace ed il benessere delle persone più
deboli. In questo senso proprio l’appoggio dichiarato all’iniziativa in favore
dei disabili vuol essere un segno concreto del suo impegno. (M.A.)
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3 maggio 2003
- A
cura di Paolo Ondarza -
Sarà un iracheno a dirigere il nuovo team che dovrà
guidare il ministero del Petrolio a Baghdad. Ad un americano sarà affidato il
consiglio consultivo. Lo hanno deciso le autorità statunitensi in Iraq. Secondo
il piano di stabilizzazione di Washington, inoltre, l’Iraq sarà diviso in tre
settori, sorvegliati da Stati Uniti, Gran Bretagna e Polonia. Intanto ad un
centinaio di chilometri da Baghdad è stata scoperta una fossa comune: 35 i
cadaveri, anche di bambini. I corpi risalgono alla rivolta popolare del 1991,
repressa da Saddam Hussein. E in Iraq la vita faticosamente riprende il suo
corso: domani gli agenti di polizia di Baghdad torneranno in servizio. Oggi
hanno riaperto scuole, licei e collegi del governatorato di Bassora.
Dopo 17
mesi di tensioni, India e Pakistan decidono di ristabilire relazioni
diplomatiche. Il premier Vajpajee si è detto pronto ad aprire il dialogo sulla
questione del Kashmir. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:
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E’ stata davvero una mossa a sorpresa, quella di Atal
Bihari Vajapajee, premier moderato alla guida di una coalizione di partiti indù
nazionalisti. Ieri in Senato ha annunciato la prima di una serie di azioni
concrete per rompere il ghiaccio con Islamabad, e cioè l’invio di un
ambasciatore e la ripresa dei collegamenti aerei interrotti dopo l’attacco
terroristico al Parlamento di New Delhi nel dicembre 2001. Già lunedì scorso
era stato rotto il ghiaccio con una telefonata del primo ministro pakistano
Jamali, la prima dopo oltre un anno di tensione che ha portato i due Paesi
nucleari sull’orlo della guerra. Dietro a questo nuovo tentativo di distensione
ci sono sicuramente le pressioni degli Stati Uniti: Washington chiede che
entrambi i Paesi trovino una soluzione definitiva alla questione del Kashmir,
ma l’India finora ha sempre accusato il Pakistan di finanziare e infiltrare
gruppi terroristici islamici nella regione himalayana, contesa da più di 50
anni.
Da New
Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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E’ un
ultraconservatore il nuovo sindaco di Teheran. Mohammad Ahmad Nejad, questo il
suo nome, è stato eletto primo cittadino dopo oltre dieci anni in cui la
capitale iraniana era sotto l’ala pragmatica vicina all'ex presidente della
Repubblica Rafsanjani. Le elezioni comunali si sono svolte lo scorso 28
febbraio e vi ha partecipato solo il 15 per cento dell’elettorato.
Si sono svolti stamani i colloqui tra il segretario
di Stato americano Colin Powell e il presidente siriano Bashar al-Assad: tra i
temi affrontati la crisi mediorientale ed il problema dei gruppi integralisti
anti-israeliani come Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica, appoggiati da Damasco e
condannati da Washington come gruppi terroristici. Powell è poi arrivato in tarda mattinata a Beyrouth.
In Medio Oriente non si arresta la tensione alla
vigilia della discussione, lunedì, della road-map, il piano di pace
elaborato da Stati Uniti, Russia, Unione europea e Nazioni Unite. Il servizio è
di Graziano Motta.
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L’obiettivo
è di far sostenere il processo negoziale israelo-palestinese anche dai Paesi
dell’area mediorientale, due dei quali fanno parte del Consiglio – Pakistan e
Siria – e quest’ultimo viene sollecitato dagli Stati Uniti a cessare ogni
appoggio ai guerriglieri fondamentalisti islamici dell’Hezbollah libanese nella
lotta contro Israele, anche attraverso le organizzazioni armate dell’intifada.
Con questo intento, il segretario di Stato Powell si è recato a Damasco. Nei
Territori si mantiene alta la tensione, in particolare nella Striscia di Gaza,
ove un cameraman inglese è rimasto coinvolto in una sparatoria tra militanti
palestinesi e soldati israeliani che stavano demolendo un’abitazione al confine
di Rafah con l’Egitto. In Israele continua la caccia al palestinese con passaporto
britannico che partecipò all’attentato di mercoledì a Tel Aviv, compiuto da un
suo compagno suicida. La polizia inglese ha fermato d’altra parte cinque loro
amici e complici, tra cui due donne.
Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.
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Nove morti e 181 nuovi casi di Sars in Cina nelle ultime
24 ore. Secondo scienziati di Hong Kong il virus della polmonite atipica
muterebbe rapidamente, rendendo più difficile la ricerca di un test diagnostico
e di una cura. A causa della Sars inoltre la Fifa, la federazione
internazionale delle associazioni calcistiche, ha spostato il mondiale di
calcio femminile che doveva disputarsi il prossimo autunno in Cina. La nuova
sede è ancora da definirsi.
''Il tempo è galantuomo, magari se andasse un po' più
veloce sarebbe meglio...''. con questa battuta ieri il senatore a vita Giulio
Andreotti ha commentato la sentenza di assoluzione in suo favore emessa dal
tribunale di Palermo dall’accusa di associazione mafiosa. Il servizio di
Giampiero Guadagni.
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Giulio Andreotti non era dunque il garante politico della
mafia, così come sostenuto dall’accusa per dieci anni. Per il senatore a vita
si chiude positivamente una delle vicende giudiziarie che lo riguardano e si
chiude in un clima insolitamente disteso. Prima di entrare in camera di
consiglio, il presidente della Corte d’Appello, Scaduti, ha infatti voluto
pubblicamente rendere omaggio all’accusa e alla difesa per la serietà e la
correttezza del dibattimento. Poi, inevitabilmente, la lettura della sentenza
ha suscitato nel mondo reazioni e qualche polemica. I presidenti di Senato e
Camera – Pera e Casini – hanno manifestato ad Andreotti la loro soddisfazione
per quella che definiscono ‘la riparazione di un torto subito’. Per il premier
Berlusconi, ‘è stato liquidato il teorema giustizialista che dal ’93 voleva
deformare la democrazia italiana’. Cautela nel centrosinistra che invita
polemicamente Berlusconi a prendere esempio da Andreotti sul comportamento
processuale da tenere. E a proposito, il lungo conflitto tra politica e
magistratura vivrà, lunedì prossimo, una nuova puntata con la ripresa del
processo Sme, nel quale è imputato il presidente del Consiglio. Berlusconi ha
annunciato la sua presenza al Tribunale di Milano.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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E' salito purtroppo a 140 morti accertati e a 520 feriti
il bilancio ufficiale del terremoto che
nella notte fra mercoledì e giovedì ha colpito la Turchia sud-orientale.
4320 le tende distribuite ieri sera dall’unità di crisi ed oggi la cifra salirà
oggi a 7 mila.
Firmato oggi in Costa d’Avorio un cessate il fuoco
integrale, che riguarda cioè l’intero territorio nazionale, tra le forze
governative e quelle dei ribelli. A firmare il documento ad Abidjan il capo di
stato maggiore, Matthias Douè, e il comandante militare dei ribelli del Movimento patriottico della Costa d'Avorio,
Michel Gueu.
Sono più di venti le vittime
degli ultimi scontri tra l’esercito governativo e i due principali gruppi
ribelli attivi nelle Filippine, il Fronte di liberazione islamico moro (Milf) e
Abu Sayyaf. Le violenze si sono svolte nei giorni scorsi a Basilan, sull’isola
di Pilas nelle Filippine meridionali.
Tragedia in Siberia. Un elicottero è precipitato
nella regione di Chita. Morti i 12 membri dell’equipaggio e quattro giornalisti
ed operatori televisivi che viaggiavano sul velivolo. Restano ignote le ragioni
dell’incidente verificatosi mentre il mezzo di trasporto stava prendendo parte
ad un’operazione di spegnimento degli incendi, fenomeno molto frequente nella
zona.
Sequestro
in Argentina: si tratta della figlia 19.ne del noto imprenditore italiano
Franco Macrì rapita martedì scorso a
Buenos Aires. L’episodio segue il rapimento di un altro figlio di Macrì,
Mauricio, attuale presidente della squadra di calcio Boca Juniors, avvenuto nel
1991. Come allora è il noto imprenditore a dirigere le operazioni militari per
negoziarne il rilascio.
L'Unione
europea è ''oggi più forte di quanto non fosse due giorni fa'': lo ha detto il responsabile della politica estera
e della difesa dell'Unione europea
Javier Solana, commentando i lavori del
vertice informale dei ministri degli esteri a Castellorizo in Grecia.
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