RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 196 - Testo della Trasmissione di martedì 15 luglio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Ricordate dal Papa in un telegramma di cordoglio le “elette qualità spirituali e pastorali” di padre Carlo Cremona, scomparso domenica mattina. Ieri pomeriggio le esequie del compianto sacerdote, pioniere del giornalismo religioso. Con noi, il giornalista Eugenio Marcucci.

 

Nominato dal Santo Padre negli Stati Uniti il nuovo arcivescovo di Philadelphia.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Padre Pio e Madre Teresa raccontati nel libro di un medico che collaborò con il frate di Pietrelcina e con la suora dei più poveri. Intervista con l’autore, Francesco Di Raimondo.

 

“Itinerari”, un’utile guida ai luoghi dove vivere l’esperienza alternativa di una vacanza religiosa. Ce ne parla l’editore, Giordano Treveri.

 

Per salvare i Paesi in via di sviluppo dall’Aids, migliaia di esperti riuniti a Parigi in una Conferenza internazionale. Ai nostri microfoni, il rappresentante dalla Comunità di Sant’Egidio, dott. Giuseppe Liotta.

 

Organismi umanitari in azione per i diritti civili dei prigionieri di Guantanamo. Intervista con Marco Bertotto.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Una rassegna cinematografica con le produzioni dedicate a Madre Teresa. Così Calcutta celebra la beatificazione della suora della carità.

 

Gli ordini religiosi coreani lanciano un sito internet sulla spiritualità cattolica, attingendo alla grande e ricca tradizione della Chiesa.

 

Studenti dell’Opus Dei di Valencia in missione in Nicaragua.

 

Giovani monaci benedettini da tutto il mondo in un Congresso internazionale a Roma, dal 16 al 26 luglio, per vivere un’esperienza di comunione.

 

Un convegno a Roma sul cinema e la tutela dei minori. Lo organizza l’associazione genitori italiani.

 

È morto Compay Segundo: un pezzo di storia della musica cubana.

 

24 ORE NEL MONDO:

Grave episodio di violenza a Tel Aviv: questa notte un palestinese delle brigate Al Aqsa ha ucciso un israeliano.

 

L’Iraq procede lentamente verso un futuro democratico: ieri si è insediato a Baghdad il nuovo Consiglio di governo iracheno.

 

In Uganda è riesplosa la guerriglia: 45 persone sono state sequestrate in una missione cattolica nel Nord del Paese.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 luglio 2003

 

 

SACERDOTE DI “ELETTE QUALITA’ SPIRITUALI E PASTORALI”.

COSI’ IL PAPA, IN UN TELEGRAMMA PER LE ESEQUIE DI PADRE CARLO CREMONA,

CELEBRATE IERI NELLA CITTADINA NATALE DI GENAZZANO

 

- Intervista con Eugenio Marcucci -

 

Un altare gremito di sacerdoti suoi amici, per una celebrazione dedicata al ricordo di una lunga vita e ai 50 anni di un impegno all’insegna della passione comunicativa. Ai funerali di padre Carlo Cremona, celebrati ieri nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, la cittadina romana della quale era originario, non è mancata la parola del Papa. In un telegramma a suo nome, il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ha fatto pervenire la benedizione di Giovanni Paolo II ai familiari e agli amici di un sacerdote “dalle elette qualità spirituali e pastorali”. Il Pontefice ha pure sottolineato il “cinquantennale impegno nel giornalismo religioso prestato con ammirevole dedizione fino all’ultimo giorno di vita”.

 

Anche nelle parole dei due presuli concelebranti – l’arcivescovo elemosinie-re del Papa, Oscar Rizzato, e l’abate di Montecassino, Bernardo D’Onofrio – così come nel profilo biografico tracciato dal parroco del Santuario, padre Amedeo Eramo, i pregi dell’attività di uno dei primi sacerdoti-giornalisti della radio e della televisione italiana sono affiorati ora in un commento, ora nel racconto di un aneddoto. Tra i molti colleghi di lavoro presenti alle esequie, c’era anche il giornalista, ex vicedirettore del Gr2, Eugenio Marcucci. Alessandro De Carolis gli ha chiesto di descrivere il clima della celebrazione:

 

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R. - Si respirava un’atmosfera di commozione perché lì, a Genazzano, padre Carlo Cremona era ovviamente molto conosciuto e lì vivono ancora il fratello e la sorella. E’ stata una concelebrazione con almeno 15 sacerdoti e due vescovi, e voglio sottolineare anche la partecipazione al rito, molto sentita. Il parroco ha ricordato la vita di padre Cremona e soprattutto il contributo che egli ha dato alla diffusione del Vangelo attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, la televisione e poi la radio. Il vicedirettore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, ha ricordato anche come padre Carlo avesse intenzione di approfondire i rapporti degli ultimi pontefici con Sant’Agostino, figura che ha rappresentato la passione iniziale di padre Cremona, essendo lui un padre agostiniano.

 

D. - A questo proposito, la vitalità professionale di padre Carlo era risaputa e tu sei testimone di un progetto che stava coltivando negli ultimi tempi …

 

R. - Sì, mi aveva parlato anche recentemente di aver trovato, attraverso il segretario di Paolo VI, un documento molto interessante, cioè le confessioni di Sant’Agostino annotate a margine, di suo pugno, da Paolo VI, il quale evidentemente le aveva lette con estrema attenzione. Su questa scoperta, padre Carlo aveva già cominciato a scrivere un libro. Sarebbe stata veramente la rivelazione di un aspetto ancora poco conosciuto di Paolo VI.

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RINUNCIA E NOMINA A PHILADELPHIA

 

Negli Stati Uniti d’America, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Philadelphia, presentata dal cardinale Anthony J. Bevilacqua, per raggiunti limiti di età. Il porporato statunitense, alla guida dell’arcidiocesi di Philadelphia dal 1988, ha compiuto 80 anni lo scorso 17 giugno.

 

Il Santo Padre ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Philadelphia il presule mons. Justin Francis Rigali, finora arcivescovo di Saint Louis. Nato 68 anni fa a Los Angeles, laureato in Diritto Canonico alla Pontificia Università Gregoriana, mons. Rigali ha collaborato a lungo con la Segreteria di Stato e con vari dicasteri della Santa Sede. E’ membro di vari comitati della Conferenza episcopale statunitense e, oltre all’inglese, parla correntemente l’italiano, lo spagnolo e il francese.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina la situazione in Medio Oriente: ricomposta la frattura nell'Autorità palestinese.

 

Nelle vaticane, un articolo di Pietro Zovatto sulla figura di don Luigi Orione.

Un articolo sul simposio - dal 17 al 20 luglio - sul tema dell'Università e la Chiesa nel Vecchio Continente, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa.

Un articolo di Domenico Pantano sulla profonda venerazione di don Mottola per il Papa.

 

Nelle pagine estere, in Iraq, lanciati ordigni contro il comando delle Forze alleate a Baghdad.

 

Corea del Nord: la Cina propone un compromesso sul nucleare.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Giuseppe Degli Agosti sui capolavori conservati nella Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

Per l'"Osservatore Libri", un contributo di Felice Accrocca sui primi tre tomi dell'"opera omnia" di Pier Damiani, edita da Città Nuova.

Nelle pagine italiane, in primo piano la situazione politica.

Ddl Gasparri: il nodo della durata del Cda della Rai.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

15 luglio 2003

 

 

PADRE PIO E MADRE TERESA

RACCONTATI NEL LIBRO DI UN MEDICO CHE COLLABORO’ CON LORO

 

- Intervista con l’autore, dott. Francesco Di Raimondo -

 

Padre Pio da Pietrelcina, Madre Teresa di Calcutta: due testimoni nei nostri tempi del Vangelo, portato con dedizione a chi più soffre nel fisico e nello spirito. La Casa Sollievo della Sofferenza, voluta dal frate cappuccino, e l’ordine delle Suore Missionarie della Carità, fondato dalla religiosa per alleviare il dolore dei malati di lebbra in India, rappresentano il concreto esempio di come l’amore per il prossimo possa divenire tangibile realtà. Il santo e la beata sono idealmente riuniti nel libro “Padre Pio, Madre Teresa: l’esperienza di un collaboratore medico”, scritto da Francesco Di Raimondo, primario all’ospedale Spallanzani di Roma, pubblicato dalla Borla editore e ora tradotto in lingua spagnola. Quali i motivi di questa pubblicazione? Ci risponde l’autore che ebbe modo di conoscerli e di frequentarli entrambi. L’intervista è di Giancarlo La Vella:

 

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R. – Questo libro, in realtà, è una testimonianza che ad un certo punto della mia vita ho ritenuto doveroso dare avendo avuto la fortuna – direi meglio: la grazia – di avere conosciuto in profondità sia l’una che l’altra personalità così santa nel mondo attuale, collaborando come medico. Con padre Pio si è sviluppata una profonda devozione spirituale che ha generato poi una richiesta da parte del Padre di collaborare con la struttura della Casa Sollievo e soprattutto nella organizzazione di questa grande opera di medicina avanzata. Per quanto riguarda Madre Teresa, c’è stato un incontro che ha generato una disponibilità da parte mia su sua richiesta di dare una mano a favore dei più poveri.

 

D. – Professor Di Raimondo, qual è l’eredità che questi due personaggi – padre Pio e Madre Teresa – lasciano al mondo di oggi, un’eredità che lei ha voluto evidenziare nel suo libro?

 

R. – A me pare che ci sia una doppia eredità che dobbiamo raccogliere, come battezzati e – nel caso specifico – come medici. Dobbiamo renderci conto che questi due santi hanno lasciato a noi un’indicazione molto forte di esercitare ogni attività non come un’attività soltanto di carattere tecnico-professionale, ma come una realtà di conversione. Per quanto riguarda l’eredità che tocca la medicina, dobbiamo ridare consistenza ad un modello radicalmente rinnovato della relazione medico-malato, cioè la medicina non è un servizio reso soltanto all’individuo, ma è un servizio reso direttamente a Cristo presente in ogni malato. E’ difficile realizzare questa ‘medicina del cuore’ che va oltre le apparenze e giunge ad una sostanza misteriosa di cui abbiamo testimonianza certa nel Vangelo di San Matteo.

 

D. – Quindi, è possibile – professore – coniugare il progresso medico-scientifico con la dedizione al prossimo?

 

R. –Sì, certamente. Questo è quello che io chiamo la ‘medicina innovata’, che da spazio a quello che finora è stato molto trascurato, cioè la cosiddetta ‘medicina soggettiva’: se è importante curare la malattia, è altrettanto importante che il medico si faccia ascolto amoroso, paziente, solidale del malato e lo aiuti ad esprimere con la sua voce di sofferenza il suo vissuto di malattia. Perché la malattia grave è sconcerto esistenziale per ognuno di noi e naturalmente nella misura in cui c’è spazio, perché il sofferente realizzi con lui un rapporto non soltanto di cliente e professionista, ma di amicizia vera, nella misura in cui questo avviene certamente c’è un salto di qualità formidabile per la medicina, anche esercitata da medici non-credenti.

 

D. – L’incontro con padre Pio e Madre Teresa che cosa ha cambiato nella sua vita  di cristiano e di medico?

 

R. – Ha indotto una sensazione del profondo e ha reso più evidenti certi obiettivi che nascono dall’appartenenza al popolo di Dio, ma naturalmente nel concreto mi ha aiutato a prendere consapevolezza dei rischi di una medicina che troppo spesso si fa mercato, troppo spesso si fa lotta per le carriere, troppo spesso si nega a quell’intimità tra persona del medico e persona del malato che è di per se stesso già un modo per andare oltre all’angoscia di una malattia che apparentemente non ha vie d’uscita.

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“LE VACANZE ESTIVE SIANO UN’OCCASIONE PER RIDARE RESPIRO ALLA VITA INTERIORE”.

UN’UTILE GUIDA, “ITINERARI”, SEGNALA I LUOGHI DOVE REALIZZARE

QUESTO SUGGERIMENTO DEL PAPA.

CON NOI L’EDITORE GIORDANO TREVERI

 

- Servizio di Paolo Ondarza -

 

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Vacanze: tempo di riposo per l’anima e per il corpo. Sempre più italiani scelgono di trascorrere le ferie in luoghi alternativi, poco pubblicizzati da agenzie di viaggi e spot televisivi, per ritrovare se stessi e abbinare in un'unica opzione spiritualità, cultura e socialità. Sono moltissime le iniziative messe a disposizione da conventi, monasteri e case religiose: da percorsi di riscoperta di santi del passato all’organizzazione di esercizi spirituali rivolti a tutte le fasce di età; dall’offerta di condividere più giornate con una comunità monastica all’organizzazione di campi di lavoro missionari a servizio dei più poveri. Ma come reperire informazioni su queste proposte? Un aiuto lo offre “Itinerari”, la guida dell’accoglienza cattolica in Italia, un utile strumento di facile consultazione giunto ormai alla sua quarta edizione. Diamo la parola a  Giordano Treveri, direttore della Editoriale Italiana che ha pubblicato il libro.

 

R. – Itinerari nasce da una costola – chiamiamola così – dell’Annuario cattolico d’Italia che presenta tutte le istituzioni ecclesiastiche, religiose esistenti nel nostro paese. Abbiamo ritenuto opportuno estrapolare questo capitolo per rendere un servizio a quanti intendono fare turismo in modo diverso.

 

D. – Chi sceglie questo tipo di vacanza alternativa?

 

R. – Devo dire che mi meraviglio ogni giorno. Ricevo telefonate da tutte le parti d’Italia e le persone appartengono alle categorie più impensate: da insegnanti, ad industriali, da giovani ad anziani. Non è solo un fatto economico perché in questi posti si spende di meno, ma una scelta ben meditata e finalizzata a vivere un determinato momento di riflessione, di spiritualità, di ricerca, d’incontro. E’ un dato di fatto che ormai da 8 anni riscontriamo.

 

D. – Perché c’è questa spinta alla ricerca spirituale proprio d’estate quando le alternative sono così tante…

 

R. – Ma credo che la gente sia anche stanca di chiasso, di noia, di rumori di cose futili, poco significative, come possono essere le discoteche. La gente ricerca luoghi ameni, sereni dove sia possibile riflettere, pensare all’oggi ed anche al domani.

 

D. – Torniamo a parlare della guida…Quanti sono gli alloggi menzionati?

 

R. – Ne abbiamo menzionati – tra piccoli, medi e grandi – oltre 3.500. Devo rivelare anche un segreto: stiamo predisponendo un portale a livello internazionale soprattutto per Stati Uniti, Canada, Africa e Australia in modo particolare perché l’iniziativa parte dai gesuiti del Paese.

 

D. – Il turismo religioso, i cui suggerimenti sono contenuti nella vostra guida, riguarda solo alcuni luoghi specifici, oppure comprende una più vasta proposta di itinerari: dal mare alla montagna …?

 

R. – Assolutamente sì. Dove ci sono strutture, vecchie abbazie, vecchi conventi, eremi sorgono luoghi di accoglienza. E sappiamo che dette strutture sorgono nei luoghi più disparati, a stretto contatto con la natura. In alcuni, addirittura, si può fare esperienza monastica, o esercizi, giornate di riflessione su determinati argomenti di carattere spirituale.    

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TERAPIE ANTI AIDS ANCHE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO:

A PARIGI CINQUEMILA ESPERTI RIUNITI

PER UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL VIRUS

 

- Con noi, Giuseppe Liotta -

 

Come salvare i Paesi in via di sviluppo dall’Aids, un virus che dalla sua scoperta, nel 1983, ad oggi ha contagiato 60 milioni di persone e ne ha già uccise più di un terzo, ben 22 milioni. È l’incognita alla quale lavorano gli oltre 5mila esperti di 120 Paesi riuniti fino a domani a Parigi per la II Conferenza internazionale sull'Aids, promossa dall’International Aids Society. In primo piano, le costose terapie anti-virus già disponibili - i cosiddetti “cocktail antiretrovirali” - con cui si tenta di salvare milioni di poveri nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra circa l’85% dei sieropositivi. Intervenendo ai lavori, l’ex presidente sudafricano ha invocato un maggior impegno dell’Unione europea nella lotta al male e ha chiesto un accesso ai farmaci anti-Aids anche per i meno fortunati. La mancanza di terapie - ha detto Mandela – è una ''palese violazione dei diritti umani su scala mondiale''. Ma a che punto è oggi la lotta all’Aids nel mondo? Giada Aquilino lo ha chiesto al dott. Giuseppe Liotta, responsabile di “Dream”, il progetto anti-Aids per il Mozambico della Comunità di Sant’Egidio, presente al Congresso di Parigi:

 

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R. – Bisogna distinguere chiaramente tra quello che succede nei Paesi occidentali e negli Stati Uniti e ciò che accade nei Paesi in via di sviluppo. In Occidente la lotta all’Aids è a buon punto, perché i farmaci consentono di controllare la malattia per lungo tempo. Gli stessi farmaci, purtroppo, sono disponibili solo in maniera molto limitata nei Paesi in via di sviluppo, dove invece la mortalità della malattia è ancora elevatissima. Oltre il 90 per cento delle morti per Aids avvengono ormai nei Paesi meno sviluppati, dove sono concentrati i ¾ dei pazienti. Ci sono delle zone, come in Africa australe, dove nelle popolazioni adulte la percentuale di infezione raggiunge il 30 per cento; in qualche caso, come in Botswana, addirittura il 35 per cento.

 

D. - Perché questa disparità tra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo?

 

R. - C’è un ritardo ad implementare le cure per il trattamento altamente efficace nei Paesi in via di sviluppo. Questo è dovuto sia ad un ritardo nella realizzazione delle strutture necessarie per mettere in piedi il trattamento, sia al costo dei farmaci che in tali Stati tuttora rimane troppo alto.

 

D. - C’è pure una contrapposizione tra una cura distribuita gratuitamente in Brasile e le ricerche delle grandi case farmaceutiche. Quanto incide il fattore economico nella lotta all’Aids?

 

R. – Direi semplicemente che il Brasile ha trovato la via per offrire gratuitamente il trattamento alle persone malate di Aids, che è quello che si fa normalmente nei Paesi occidentali. Il punto è che bisogna trovare una maniera per rendere questa cura disponibile, in maniera diversificata, anche per altri Paesi, ancora più in difficoltà. Si tratta inoltre di realizzare degli accordi di tipo commerciale diversi, che consentano di pagare i farmaci non più del 5 per cento del costo, come succede nei Paesi occidentali.

 

D. – Ci sono le condizioni?

 

R. – Le condizioni esistono. Il programma “Dream” della Comunità di Sant’Egidio distribuisce gratuitamente in Mozambico, da circa un anno e mezzo, una terapia antivirale, supportata da sistemi di laboratorio che consentono di monitorare la terapia stessa. Sono in cura circa 1.000 persone e i risultati sono i medesimi che si ottengono in Occidente. Tutto questo è a un costo sostenibile.

 

D. – Il futuro della lotta all’Aids verso quale direzione va?

 

R. – Come già stiamo sperimentando all’interno del programma “Dream”, è possibile trovare anche con le grandi case farmaceutiche una serie di accordi che consentano per il futuro di ridurre il prezzo dei farmaci e di renderli accessibili a tutte le persone infettate dall’Hiv nel mondo. Si tratta di trovare il modo perché questi accordi si moltiplichino e consentano un accesso quali-quantitativo alle cure uguale in tutti i Paesi del mondo.

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ORGANISMI UMANITARI IN AZIONE

PER I DIRITTI CIVILI DEI PRIGIONIERI DI GUANTANAMO

 

- Intervista con Marco Bertotto -

 

I decreti istitutivi dei tribunali speciali militari hanno fissato norme che comprimono il diritto alla difesa come mai era accaduto nella legislazione americana”: è l’opinione, a proposito del tribunale speciale di Guantanamo, di Grant Lattin, uno dei dieci avvocati americani che ha chiesto al Pentagono di essere inserito nell’elenco degli avvocati ‘civili’ ammessi al patrocinio dei detenuti che dovessero ottenere un processo. Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Lattin aggiunge che si tratta della “più profonda frattura del diritto alla difesa mai concepita negli Usa. Nella base di Guantanamo ci sono 680 detenuti cosiddetti “combattenti nemici fuorilegge”. Per loro varranno i regolamenti eccezionali decisi nell’ambito della guerra al terrorismo lanciata dal presidente Bush. Sottolinea i punti di maggiore perplessità il presidente di Amnesty International Italia, Marco Bertotto. L’intervista è di Fausta Speranza:

 

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R. – La difesa non avrà accesso alle prove dell’accusa, non vi sarà la possibilità per il condannato di ricorrere ad appello, sono previste prove segrete ed è prevista una procedura di dibattimento che può anche svolgersi a porte chiuse. Per cui, di fatto, non c’è alcun diritto riconosciuto agli imputati. Da parte nostra, noi in più occasioni abbiamo chiesto di entrare a Guantanamo.

 

D. – In questo momento qual è il dialogo con gli Stati Uniti su questo tema?

 

R. – Un dialogo, da parte nostra serrato. Noi in più occasioni abbiamo chiesto di entrare a Guantanamo. Ci siamo rivolti alle autorità degli Stati Uniti perché garantissero il ripristino delle condizioni di base di legalità, senza le quali ogni processo rischia di essere una farsa e tutta l’impalcatura morale sulla quale si è costruita l’idea di lotta al terrorismo crolla di fronte proprio alla non disponibilità a riconoscere fondamentali diritti umani.

 

D. – Chi si è mosso oltre ad Amnesty?

 

R. – Si sono mosse altre organizzazioni per i diritti umani, si sono mossi i movimenti per i diritti civili, gruppi di avvocati negli Stati Uniti, si è mossa anche parte dell’opinione pubblica americana che sempre più stenta a riconoscere in questi processi ed in altre norme liberticide elementi di idealità, di giustizia e di diritto che lo stesso governo americano sostiene essere alla base della lotta al terrorismo. Purtroppo viviamo un clima in cui si tende molto di più a giustificare questi elementi sulla base proprio della sicurezza nazionale. Dall’11 settembre 2001 è sempre più difficile condurre questa battaglia in nome dei diritti umani.

 

D. – Quali sono in definitiva i rischi che preoccupano di più?

 

R. – I rischi che preoccupano di più è che la vera vittima di questa situazione sia la giustizia e che delle conquiste che avevano richiesto decine di anni di mobilitazione, conquiste sui diritti civili, conquiste legate al più ampio tema dei diritti umani, rischiano oggi di essere messe al bando, rischiano un uso strumentale dell’idea di sicurezza.

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CHIESA E SOCIETA’

15 luglio 2003

 

 

UNA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA DI TUTTE LE PRINCIPALI PRODUZIONI DEDICATE

A MADRE TERESA. COSÍ CALCUTTA DARÁ L’AVVIO AI FESTEGGIAMENTI

PER LA BEATIFICAZIONE DELLA SUORA NOTA IN TUTTO IL MONDO

PER LA SUA OPERA DI CARITÁ

 

CALCUTTA. = Madre Teresa verrà beatificata il prossimo 19 ottobre a Roma e, per l’occasione, la città di Calcutta ospiterà, il 1° novembre, una rassegna cinematografica di tutte le principali produzioni a lei dedicate nel mondo. L’iniziativa, che precederà i festeggiamenti per la sua beatificazione previsti nella città indiana dall’8 al 9 novembre, sarà promossa dall’arcidiocesi di Calcutta in collaborazione con la sezione indiana di “Signis”, l’organizzazione mondiale cattolica per il cinema e la radiotelevisione. Le pellicole in rassegna comprenderanno varie produzioni sulla vita della fondatrice delle Missionarie della Carità: a cominciare dalla prima, intitolata “Something Beautiful for God” e trasmessa dalla Bbc nel 1969.  Tra gli altri titoli figurano: “Mother Teresa-Her Legacy” di Anne Petrie, due volte vincitrice degli Emmy Awards, “Mother Teresa’s First Love” del 1998, una produzione della Eternal World TV, “Madre Teresa e il suo mondodel regista giapponese Shigeki Chiba e il film biografico di Dominique Lapierre “Nel nome dei poveri di Dio. (M.D.)

 

 

I RELIGIOSI COREANI LANCIANO UN SITO INTERNET SULLA SPIRITUALITÁ CATTOLICA. CANTI, PREGHIERE, LETTURE DAL VANGELO

E VITE DEI SANTI: LE CONGREGAZIONI PRESENTI NELLA PENISOLA ANIMERANNO I PROGRAMMI

ATTINGENDO ALLA GRANDE TRADIZIONE SPIRITUALE DELLA CHIESA

 

SEOUL. = Un sito internet con trasmissioni di approfondimento sulla spiritualità cattolica. La Conferenza dei superiori maggiori della Corea ha lanciato il servizio, intitolato “Catholic Spirituality Broadcast”, all’indirizzo www.brothers.or.kr. L’obiettivo, ha spiegato il responsabile, il sacerdote paolino Ambrosio Baek Kee-tae, è quello di aiutare i cattolici coreani ad approfondire la dimensione spirituale della loro fede attingendo, attraverso i nuovi mezzi multimediali, al ricco patrimonio spirituale delle congregazioni religiose. Il servizio offrirà programmi audio e video su sette canali, non tutti ancora operativi, gestiti da soprattutto da congregazioni religiose, ma anche da laici. I canali saranno gestiti a rotazione da tutte le congregazioni religiose presenti in Corea del Sud. Il canale 2 è attualmente affidato ai Gesuiti, e ha prodotto alcuni video di contenuto religioso, nei quali si parla di Dio, del suo rapporto con l’uomo e di Gesù Cristo. Il primo canale, affidato alla Società di San Paolo propone un programma audio di trenta minuti in cui si offrono riflessioni su vari temi intercalate da inni religiosi. “Seguendo i passi di San Francesco”, un programma del terzo canale, illustra la storia dei siti religiosi francescani nel mondo. “Il luogo del riposo dello spirito”, programma del Canale 6 delle Figlie di San Paolo propone biografie e aneddoti sulle figure dei grandi santi del cristianesimo. Canti gregoriani e letture dal Vangelo vengono invece proposti dal Canale 4, gestito dai Benedettini.  Dati i costi non irrilevanti di produzione, secondo quanto riferisce padre Baek, il progetto richiederà ulteriori finanziamenti per arrivare a pieno regime. (M.D.)

 

 

STUDENTI DI VALENCIA IN MISSIONE IN NICARAGUA PER RICOSTRUIRE UNA SCUOLA

E ASSISTERE I SUOI ALUNNI. L’IMPEGNO DEGLI UNIVERSITARI DELL’OPUS DEI

PER COMBATTERE LE POVERTÁ MATERIALI E INTELLETTUALI

 

MADRID. = Quindici studenti di Valencia appartenenti all’associazione universitaria “Carel” e al “Colegio Mayor Albalat” (istituti direttamente legati all’Opus Dei), partiranno alla volta del Nicaragua per ricostruire una scuola fatiscente e per assistere i suoi alunni. Il plesso conta su tre sale, frequentate da 150 ragazzi poveri, e si trova precisamente nel comune di Diriamba, a sud di Managua. I volontari si preoccuperanno di ripristinare gli esterni, le mura portanti, il pavimento e il tetto. Molti genitori potranno così garantire ai propri figli almeno l’istruzione primaria. Formazione, attività culturali ma anche sostegno umanitario sono i principali obiettivi dell’iniziativa degli universitari spagnoli, che lavorano sul posto già da tre anni, in virtù del sollecito delle stesse autorità nicaraguesi. L’organismo valenciano ha promosso progetti similari in Romania e in Polonia, mentre in Spagna si occupa soprattutto dell’assistenza agli infermi. (M.D.)

 

 

GIOVANI MONACI BENEDETTINI IN CONGRESSO A ROMA DAL 16 AL 26 LUGLIO.

RELIGIOSI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO PER VIVERE UN’ESPERIENZA DI COMUNIONE,

DI CONFRONTO E DI APPROFONDIMENTO DELLA PROPRIA VOCAZIONE NEL CUORE DELLA CHIESA CATTOLICA

 

ROMA. = Dieci giorni per confrontarsi, scambiarsi esperienze, visitare la Città del Vaticano, nonché i principali luoghi monastici di Roma e dintorni. Dal 16 al 26 luglio, infatti, il Collegio S. Anselmo ospita il Congresso dei giovani monaci benedettini, con la partecipazione di diverse decine di religiosi provenienti da tutto il mondo. I temi centrali dell’incontro saranno la vocazione monastica e l’attualità dei voti nel mondo contemporaneo, con particolare riferimento ai temi della stabilità e della fedeltà, che costituiscono altrettante sfide che il monachesimo pone alla società. I partecipanti si divideranno in diversi gruppi di lavoro, per affinità linguistica, per consentire un più profondo scambio di esperienze e nei momenti assembleari verrà presentato il resoconto dei dibattiti svolti. La preghiera non cesserà di scandire il tempo dei lavori del congresso.Ogni giorno, infatti, verrà celebrata l’Eucaristia e la liturgia delle ore a livello assembleare, mentre i gruppi linguistici si ritroveranno per i vespri e le letture. (M.D.)

 

 

CINEMA E TUTELA DEI MINORI. UN CONVEGNO A ROMA PROMOSSO

DALLA ASSOCIAZIONE GENITORI ITALIANI

PER VALUTARE LA QUALITÁ DEI PRODOTTI MEDIATICI

E LA LORO INFLUENZA SUI RAGAZZI

 

ROMA. = Un incontro a più voci sulla qualità delle opere audiovisive, del cinema, della televisione e dei media in generale. Con questo obiettivo L’Associazione genitori italiani (A.Ge) ha organizzato un convegno sul tema “Cinema e tutela dei minori – Esperienze in Italia, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti”. Al Convegno, che si svolgerà giovedì 17 luglio presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana a Roma, interverranno Cesare Mirabelli (presidente del Consiglio nazionale degli utenti), Emilio Rossi (presidente del Comitato di attuazione del “codice tv e minori”), Maria Buraci Procaccini (presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia), Elisa Manna (responsabile per le politiche culturali del Censis), Maurizio Gasparri (ministro delle Comunicazioni) e Andrea Piersanti (presidente dell’Istituto Luce). Durante il Convegno sarà presentato uno studio curato per l’associazione genitori dalla giornalista Miela Fagiolo D’Attilia, che approfondisce le modalità di classificazione cinematografica in Francia, Germania, Inghilterra, Austria, Grecia e Spagna, nelle direttive Ue e negli Usa, esaminando il problema della tutela dei minori in questo contesto di transizione mediatica e di globalizzazione della circolazione delle opere audiovisive. (M.D.)

 

 

SI È SPENTO ALL’AVANA COMPAY SEGUNDO, ANZIANA STELLA DELLA MUSICA CUBANA.

UNA LUNGHISSIMA CARRIERA ARTISTICA CONSACRATA IN TARDA ETÁ

CON IL PROGETTO “BUENA VISTA SOCIAL CLUB”

 

L’AVANA. = Si è spento a 95 anni nella sua casa dell’Avana Maximo Francisco Repilado Munoz, meglio conosciuto con il nome d’arte di Compay Segundo, sicuramente uno dei maggiori artefici della storia della musica cubana. Era nato il 18 novembre 1907 nel piccolo villaggio di Siboney, vicino Santiago de Cuba, culla del “son” genere musicale da lui prediletto. Aveva iniziato la sua longeva carriera a 14 anni, suonando il clarinetto e il “tres”, tipico strumento a corde cubano, che modificò in seguito trasformandolo nel cosiddetto “melodico” a sette corde, nato dalla fusione con la chitarra spagnola. Nel 1942 aveva formato il duo ‘Los Compadres’ con Lorenzo Hierrezuelo iniziando ad esibirsi con lo pseudonimo che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita: Compay (compare), il padrino del battesimo ma anche l’amico fedele – e Segundo – dalla voce profonda, vagamente baritonale, di chi canta abitualmente in seconda. a consacrare la sua fama mondiale, dopo una lunga carriera in patria, arrivò nel 1997 la convocazione di Juan de Marcos e Ry Cooder per il progetto artistico Buena Vista Social Club (che ha fatto riunire su un palco le “vecchie glorie” della musica cubana) e l’omonimo film-documentario di Wim Wenders. Il suo ultimo spettacolo risale al febbraio scorso, quando si esibì nell'auditorio nazionale di Città del Messico con altre stelle dei Buena Vista, tra cui Ibrahim Ferraira, Eliades Ochoa e Omara Portuondo. Gli ultimi album pubblicati avevano raggiunto vendite molto elevate in tutto il mondo. (M.D.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

15 luglio 2003

 

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Apriamo la consueta finestra panoramica sul mondo e andiamo in Medio Oriente, dove ieri sera il primo ministro palestinese, Abu Mazen, ha incontrato a Ramallah il presidente Yasser Arafat. Il superamento delle divergenze all’interno dell’Autorità palestinese è stato il tema dominante dell’incontro. Mentre sul versante politico proseguono le attività diplomatiche per realizzare l’itinerario di pace della ‘Road map’, la scorsa notte a Tel Aviv un palestinese, dopo aver tentato di fare irruzione in un locale sul lungomare della città, ha ucciso un israeliano e ne ha feriti altri due. L’attentatore, anch’egli ferito, è stato catturato. Ma per i particolari ascoltiamo il servizio di Graziano Motta:

 

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Membro delle brigate Al Aqsa il terrorista proveniva dalla periferia di Gerusalemme, assistito da un complice di Gerico. La notizia dell’attentato, subito rimbalzata a Londra, è divenuta argomento dell’incontro tra Sharon e Blair che se ha migliorato il clima delle loro relazioni ha lasciato comunque irrisolti due contrasti. La Gran Bretagna, seguendo la linea dell’Unione Europea, non isolerà Arafat ed Israele e non sospenderà la costruzione della barriera di sicurezza in Cisgiordania. Dopo una settimana di tensione si è composta la crisi tra Arafat ed il primo ministro Abu Mazen. Dal loro incontro è scaturito un compromesso sul tema della sicurezza, ripartizione delle prerogative, ma il rais ne sarà responsabile in generale e non sono state ampliate le competenze del Consiglio di sicurezza nazionale, e su quello dei negoziati con Israele, sul quale, però, non sono state date precisazioni.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Nella precaria cornice politica che sta delineando i futuri equilibri del Golfo Persico, il “quadro” Iraq comincia ad assumere contorni più chiari: il nuovo Consiglio di governo, il primo organismo totalmente iracheno dotato di potere esecutivo da quando è cominciata l’occupazione anglo-americana, si è insediato ieri a Baghdad. L’orientamento democratico preso dal Paese arabo è confermato anche dalle prime elezioni del dopo Saddam. Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite a Baghdad, Sergio Vieira de Mello, ha annunciato che le operazioni di voto si svolgeranno, probabilmente, nel 2004. Nello spinoso dibattito sul presunto traffico di uranio tra Niger ed Iraq si è inserito, intanto, anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Ieri, da Washington, ha dichiarato che “da quando il responsabile dell’Agenzia per l’energia atomica, Mohamed El Baradei, indicò che i documenti sui quali si basavano le dichiarazioni del presidente americano Bush erano falsi, il Consiglio di sicurezza non ha più dato importanza alla questione”. Se questo delicato capitolo appare chiuso, rimangono invece aperte le piste sui continui attacchi alle forze statunitensi. Un secondo gruppo combattente, il ‘movimento della Jihad irachena’, ha rivendicato gli attentati anti-americani, dopo che nei giorni scorsi se ne era assunta la responsabilità un gruppo legato ad Al Qaeda. Ma la situazione in Iraq rimane difficile soprattutto sul fronte umanitario. L’emergenza cibo è momentaneamente fronteggiata grazie agli aiuti del Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam).

 

Molti Paesi sarebbero più a loro agio nel contribuire alla ricostruzione dell’Iraq se l’operazione fosse condotta dalle Nazioni Unite e non solo dagli Stati Uniti. Lo ha spiegato ieri il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, al termine di un incontro a Washington con il presidente americano Bush. Il capo della Casa Bianca ed il segretario dell’Onu hanno intanto concordato una partecipazione limitata delle truppe americane in Liberia. Un segnale che dimostra come forse si stia sciogliendo il gelo che si era interposto tra Nazioni Unite e Casa Bianca, quando l’America di Bush voltò le spalle all’Onu per poter avviare le operazioni belliche in Iraq. Ascoltiamo in proposito la nota da Washington di Empedocle Maffia:

 

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Proprio nello studio ovale Kofi Annan ha rivendicato le ragioni delle Nazioni Unite quando ha detto che tutta la comunità internazionale deve ora aiutare l’Iraq nella sua ricostruzione anche politica. Bush non ha colto l’implicazione di questo appello del segretario delle Nazioni Unite ed ha scelto di rassicurare la comunità internazionale sul prossimo impiego delle truppe Usa in Liberia per il tempo necessario a consentire agli elmetti blu dell’Onu di garantire il popolo liberiano contro la guerra civile. L’importanza dell’incontro di ieri è nel messaggio politico che comunica. Gli Stati Uniti frenano sulla via della delegittimazione dell’Onu, che sembrava un nuovo tassello nella sciagurata dottrina delle guerre preventive. E’ ancora un flebile segnale che, tuttavia, sembra porre le premesse per un ritorno di questa America nell’alveo di quel diritto internazionale che solo le Nazioni Unite possono garantire in nome dell’intera comunità internazionale.

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Ancora l’amministrazione statunitense al centro della politica internazionale. Nella crisi tra Stati Uniti e Corea del Nord si inserisce la mediazione della Cina. Pechino ha chiesto a Pyongyang di riavviare immediatamente i negoziati con Washington sui programmi nucleari, proponendo una soluzione di compromesso: un colloquio multilaterale, alla presenza della stessa Cina, del Giappone e della Corea del Sud e, contemporaneamente, un dialogo a due tra i rappresentanti nordcoreani e quelli statunitensi.

 

In un’offensiva russa contro i guerriglieri ceceni, l’aviazione di Mosca ha bombardato le basi sulle montagne delle regioni di Urus Martan e Vedeno, uccidendo 5 ribelli. Altri 6 hanno perso la vita nella regione di Shali, in un combattimento con la polizia cecena filorussa. Sarebbero 11 anche le vittime nell’esercito federale: la guerriglia li avrebbe uccisi in varie operazioni a Grozny, tra domenica e ieri.

 

Trasferiamoci in Africa, dove purtroppo, in Sudan e Uganda, è  riesplosa la guerriglia. I ribelli dell’Esercito di liberazione del Sudan (Slam) hanno lanciato ieri un nuovo attacco contro Tinah, città a circa 900 chilometri ad ovest della capitale Khartoum. Lo riferiscono fonti dell’esercito sudanese, precisando che l’offensiva dei miliziani è avvenuta due giorni dopo l’uccisione di 30 combattenti da parte dei soldati governativi.

 

In Uganda, Paese segnato dall’emergenza guerra, i ribelli del sedicente Esercito di liberazione del Signore (Lra) hanno attaccato, nella notte tra sabato e domenica, la missione cattolica di Aliwang, 60 chilometri ad Est di Lira, capoluogo dell’omonimo distretto settentrionale ugandese. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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I soldati governativi, posti a guardia della struttura parrocchiale, sono riusciti ad allontanare i ribelli dopo uno scontro a fuoco, protrattosi per alcune ore, ma sul terreno è rimasto il corpo senza vita di un civile e almeno 45 persone di etnia lango, in gran parte ragazzi e ragazze, sono stati rapiti dagli uomini armati che sono arrivati a poche decine di metri dall’ingresso della missione cattolica. Le persone sequestrate dormivano all’interno di un cosiddetto protected village, dove l’esercito ugandese dovrebbe proteggere i civili che vi si rifugiano dopo aver abbandonato i propri villaggi. Da una decina di giorni i ribelli stanno intensificando le incursioni armate contro la popolazione nella zona Lano, nel Nord Uganda.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Restiamo nel Continente nero. Quella di oggi è una giornata importante per la pace nella Repubblica democratica del Congo. Nel pomeriggio prenderà infatti il via il nuovo governo di transizione, guidato dal presidente Kabila: i 4 vicepresidenti appartengono al partito del capo di Stato, all’opposizione non armata ed ai due principali gruppi ribelli.

 

 

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