RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 194 - Testo della Trasmissione di domenica 13 luglio 2003

 

Sommario

 

 

 

Attività del Papa e della Santa Sede

All’Angelus domenicale con i fedeli convenuti a Castel Gandolfo il Pontefice ha rivolto il suo pensiero preoccupato all’Europa.

 

Oggi in primo piano

E’ drammatica la situazione nel Congo Kinshasa che pone sfide non indifferenti alla Chiesa locale: intervista con padre Valerio Shango  

 

Gli Scolopi affrontano con sollecitudine le sfide del mondo contemporaneo  nel loro capitolo generale in corso a Roma: ce ne parla padre Jesus Maria Lecea Sainz

 

Il bilancio del viaggio di George Bush in cinque Paesi africani: con noi padre Carmine Curci  

 

I movimenti ecclesiali non sono forme settarie  nella Chiesa: lo afferma padre Rosino Gibellini, direttore della rivista Concilium  

 

Il genio e la vita di Michelangelo in una mostra a Palazzo Venezia in Roma: ce la illustra la direttrice della Fondazione Casa Buonarroti.

 

Chiesa e società

 

Si è spento stamane a Roma padre Carlo Cremona, apostolo del Vangelo attraverso i media  

 

A fine mese a Loreto il Convegno europeo sul problema delle migrazioni promosso  dai Padri Scalabriniani

 

Escalation di violenza in Cecenia: in un’imboscata, muoiono nove soldati russi  

 

Aperti, stamani a Baghdad, i lavori del Consiglio del governo di transizione iracheno

 

Morta la fotoreporter Zahra Rasemi, scomparsa nei disordini avvenuti in Iran nel giugno scorso

 

Ancora scontri in Burundi: i ribelli attaccano la capitale Bujumbura.

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 luglio 2003

 

 

 

IL PENSIERO DEL  PAPA ALL’EUROPA PRIMA DELLA PREGHIERA MARIANA CON I FEDELI CONVENUTI A CASTEL GANDOLFO PER L’ANGELUS DOMENICALE

 

- A cura di Giovanni Peduto -

 

“In questo momento storico, nel quale è in atto un importante processo di riunificazione dell’Europa attraverso l’allargamento dell’Unione Europea ad altri Paesi, la Chiesa osserva con uno sguardo pieno di amore questo Continente”: così il Pontefice ha parlato ai fedeli nel suo primo appuntamento domenicale di questa estate a Castel Gandolfo. Ed ha proseguito:

 

************

Accanto a tante luci, non mancano alcune ombre. A un certo smarrimento della memoria cristiana si accompagna una sorta di paura nell'affrontare il futuro; a una diffusa frammentazione dell’esistenza si uniscono non di rado il diffondersi dell’individualismo e un crescente affievolirsi della solidarietà inter-personale.

************

 

Si assiste come a una perdita della speranza – ha soggiunto il Santo Padre - alla cui radice sta il tentativo di far prevalere un’antropologia senza Dio e senza Cristo...

 

************

 Paradossalmente, la culla dei diritti umani rischia così di smarrirne il fondamento, eroso dal relativismo e dall’utilitarismo.

************

 

 .         Nell’Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa,  promulgata lo scorso 28 giugno, Giovanni Paolo II ha ripreso queste tematiche di urgente attualità, largamente dibattute nel corso dell’Assemblea sinodale dell’ottobre 1999.“Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l’Europa”: questo è l’annuncio che i credenti non cessano di rinnovare, consapevoli delle enormi possibilità che offre l’ora presente, ma consci, al tempo stesso, delle sue gravi incertezze a livello culturale, antropologico, etico e spirituale...

        

************

La cultura europea dà l’impressione di un’apostasia silenziosa da parte dell’uomo sazio, che vive come se Dio non esistesse. L’urgenza allora più grande che attraversa l’Europa, a Est come ad Ovest, consiste in un accresciuto bisogno di speranza, così da poter dare senso alla vita e alla storia e camminare insieme.

      ************

 

Come non soddisfare un così profondo anelito di speranza? Occorre ritornare a Cristo e ripartire da Lui, ha sostenuto il Papa che ha concluso:

 

 

**********

La Chiesa - ho scritto nell’Esortazione - ha da offrire all’Europa il bene più prezioso, che nessun altro può darle: la fede cioè in Gesù Cristo, fonte della speranza che non delude.

         ***********

 

         Infine l’auspicio del Papa che Maria, aurora di un mondo nuovo, vegli sulla Chiesa in Europa e la renda pronta ad annunciare, celebrare e servire il Vangelo della speranza.

 

         Dopo la preghiera mariana Giovanni Paolo II ha rivolto  un saluto cordiale agli abitanti di Castel Gandolfo. Ha ringraziato il vescovo di Albano e il suo ausiliare, le  autorità civili, il parroco e gli altri sacerdoti, come pure il direttore e il personale delle Ville Pontificie. A tutti ha rivolto il suo grazie sincero per la premurosa accoglienza.

 

         Alla fine di questa settimana avranno luogo a Roma due iniziative destinate al mondo universitario: la prima edizione delle “Sapientiadi”, giochi di sport e cultura in occasione del settimo centenario dell’Università “La Sapienza”, e il Simposio su “Università e Chiesa in Europa”. In attesa di incontrare, sabato prossimo, i partecipanti, il Papa ha già oggi voluto rivolgere loro un cordiale benvenuto.

 

         Non ha mancato di ricordare la banda musicale della scuola salesiana “Sarasit” di Banpong in Thailandia, che ha allietato l’incontro, e a tutti i pellegrini e visitatori ha augurato una serena domenica e buone vacanze.

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

13 luglio 2003

 

 

 

lLA DRAMMATICA SITUAZIONE  NEL CONGO KINSHASA

E LE SFIDE PER LA CHIESA LOCALE

 

- Intervista con padre Valerio Shango -

 

 

L’Eucaristia celebrata a Kinshasa dal cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, presso il santuario di Nostra Signora di Fatima, ha concluso questa mattina l’Assemblea plenaria dei vescovi congolesi. Proprio la visita del porporato – insieme a quella dell’arcivescovo di Firenze, mons. Ennio Antonelli – ha contribuito a portare una ventata di solidarietà ai presuli dell’ex Zaire, che nella capitale si sono confrontati sulla difficile situazione nel Paese e sulle sfide che attendono la Chiesa locale. Sui temi al centro di questa assemblea, Andrea Sarubbi ha intervistato padre Valerio Shango, consulente dei vescovi congolesi, raggiunto telefonicamente a Kinshasa:

 

**********

R. - Sul piano strettamente ecclesiale, una riflessione molto forte è stata fatta sulla necessità di una nuova evangelizzazione, dato che in Congo si sta verificando una recrudescenza delle sette di origine americana e asiatica. Si assiste alla moltiplicazione di ciarlatani che, ogni giorno, martellano la gente con predicazioni di tipo millenario, senza nemmeno aiutarla a risolvere i problemi veri, come la ricerca della pace e la ricostruzione.

 

D. – Sul piano politico, invece, cosa è emerso da questa Assemblea dei vescovi, rispetto alla difficile situazione del Paese?

 

R. – Su questo aspetto, c’è silenzio. I vescovi rimandano all’ultimo documento pubblicato: la dichiarazione del febbraio scorso, intitolata “Quando è troppo, è troppo!”. Ma è un silenzio che richiama alla riflessione, dinanzi a questa miseria dilagante ed a questo caos politico tuttora esistente nella Repubblica democratica del Congo.

 

D. – In pochi giorni sono arrivati nell’ex Zaire il cardinale Sepe e l’arcivescovo di Firenze, mons. Antonelli: due visite che hanno portato una ventata di solidarietà …

 

R. – Questi sono momenti di grande speranza. Il cardinale Crescenzio Sepe ha espresso alla Conferenza episcopale congolese – quindi al popolo congolese – la sollecitudine del Santo Padre, l’incoraggiamento e la solidarietà della Santa Sede in questo momento delicato. Quindi, il porporato ha compiuto un viaggio coraggioso a Kisangani, città distrutta – la cattedrale è distrutta, così come le infrastrutture – dagli scontri tra rwandesi e ugandesi, sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale, sia nel ’99 che nel 2000. Mons. Elio Antonelli, invece, è venuto a visitare la comunità “Amore e libertà” che è sorta in un quartiere molto povero di Kinshasa. Entrambe le visite sono state molto apprezzate.

 

D. – Padre Shango, lei è congolese. Quale Congo ha trovato adesso, ritornandoci?

 

R. – Un Congo molto peggiorato, un Congo dove non c’è più niente. Le strade sono distrutte. I bambini, a scuola, devono addirittura pagare gli insegnanti per farsi correggere i compiti. Ho visto tanti ragazzi universitari che si lamentano, perché gli esami vengono generalmente rimandati alla sessione seguente: i professori, infatti, si trovano di fronte a 2 mila alunni e non sanno cosa fare. Gli ospedali sono strapieni di ammalati, ma mancano i medicinali. I medici non sono pagati. Oggi la gente non solo mangia una volta al giorno, ma mangia a turno. E questa è una situazione inaccettabile.

**********

 

 

EDUCAZIONE DELLA GIOVENTÙ, AMORE PER I POVERI, APOSTOLATO LAICO: COSÌ, CONSERVANDO IL CARISMA DEL FONDATORE, GLI SCOLOPI AFFRONTANO CON SOLLECITUDINE LE SFIDE DEL MONDO CONTEMPORANEO

- Intervista con padre Jesus Maria Lecea Sainz -

 

         Si svolge in questi giorni a Roma, il 45.mo Capitolo generale dei Padri Scolopi. Il celebre istituto, fondato da San Giuseppe Calasanzio quasi quattrocento anni fa, rimane fedele al suo originario carisma di servizio ai poveri e di impegno nell’istruzione scolastica, ma si rinnova conscio delle necessità che richiede il mondo contemporaneo. Durante il Capitolo è stato eletto il nuovo preposito generale, padre Jesus Maria Lecea Sainz che, al microfono di Matteo Ambu, ci spiega gli orientamenti futuri dell’ordine:

 

**********

R. – Nel Capitolo stanno emergendo due grandi linee che sono sintetizzate nel tema del Capitolo stesso “Rivestiti dal Vangelo e dai sandali”, cioè un indirizzo in riferimento alla persona di Cristo, quindi alla sua sequela – la vita religiosa consacrata degli Scolopi – e l’altro rappresentato dal simbolo dei sandali, usati dal nostro fondatore, per il servizio ai poveri, cioè per il nostro ministero educativo con una particolare preferenza per i poveri.

 

D. – Voi siete presenti anche in Africa, un continente dove sono numerosi i conflitti armati, eppure anche una terra dove la gente è capace di grandi slanci di generosità e di fede…

 

R. – Siamo presenti non tanto come missionari di prima evangelizzazione, ma siamo piuttosto al servizio delle giovani Chiese le quali per prima cosa domandano soprattutto l’educazione cristiana. Noi Scolopi, nati per l’educazione cattolica operiamo molto bene in questi Paesi perché hanno tante necessità e soffrono tante prove. Veramente il continente africano è stato dimenticato dai Paesi ricchi e soffre tanto, per le malattie, per le guerre, per la povertà. Noi pensiamo che la nostra presenza educativa sia importante perché la rinascita di una società deve cominciare dall’educazione. Per questo, anche se noi Scolopi non siamo una Congregazione tradizionalmente missionaria, alla fine abbiamo deciso di essere presenti in Africa,

 

D. – Gli istituti religiosi, purtroppo, non raccolgono più le vocazioni di un tempo. Ci sono d’altra parte tanti laici che, colpiti, si avvicinano alla loro spiritualità e collaborano dall’esterno…

 

R. – I nostri centri educativi soprattutto,ma non solo, hanno una grande presenza di laici che si sentono in sintonia con la nostra spiritualità. Essi ci hanno chiesto di poter collaborare direttamente con noi. Il nostro Ordine ha accolto con grande gioia questa richiesta da parte dei laici ed ha tutto un programma di formazione con loro perché la loro presenza nelle nostre opere, soprattutto educative, non sia una presenza puramente professionale, ma anche pastorale. Perfino nella pastorale vocazionale ci sono gruppi di nostri laici che lavorano molto bene procurando vocazioni religiose.

 

D. – La secolarizzazione del mondo che sfide lancia alla scuola cattolica?

 

R. – Le sfide sono tante. Possiamo dire che la scuola cattolica rende più facile la nostra presenza accanto ai bambini, ai ragazzi e ai giovani, molti dei quali si allontanano dalla fede, perché spesso le famiglie ne trascurano l’educazione cristiana. Questo contatto, ma soprattutto la testimonianza veramente evangelica dei religiosi e degli educatori, facilita molto il lavoro di evangelizzazione. Per questo io penso che la scuola cattolica, la scuola cristiana, sia sempre necessaria nella società e anche nella missione della Chiesa.

**********

 

 

GEORGE BUSH IN AFRICA:

IL BILANCIO DEL VIAGGIO CHE HA TOCCATO

SENEGAL, SUDAFRICA, BOTSWANA, UGANDA E NIGERIA

- Con noi, padre Carmine Curci -

 

George Bush sulle orme del suo predecessore Bill Clinton, che 5 anni fa si recò in visita in Africa. Questo in sintesi il viaggio del capo della Casa Bianca nel Continente africano, in una missione che ha toccato Senegal, ex colonia francese, Sudafrica, la grande potenza del Continente, Botswana, la possibile forza economica del sud del mondo, Uganda, il laboratorio africano contro l’Aids, e Nigeria, il colosso petrolifero d’Africa. Tra i grandi temi del viaggio di Bush, cominciato lunedì scorso, c’è stata sicuramente la lotta all’Aids, per la quale il presidente statunitense s’è impegnato a versare all’Africa 15 miliardi di dollari in cinque anni. Di questo argomento Giada Aquilino ha parlato con padre Carmine Curci, direttore della rivista dei missionari comboniani ‘Nigrizia’ e grande esperto di Africa:

 

**********

R. – Non è una novità che George Bush faccia queste promesse. Il problema è che le parole ci sono, ma dove sono i fatti? Bush aveva sottolineato tre aspetti per il suo viaggio: pace e sicurezza, lotta all’Aids e commercio. Ma la sua missione va letta in una prospettiva di cui ben pochi hanno parlato: quella delle elezioni del novembre del prossimo anno. Bush ha estremamente bisogno dei voti degli elettori di colore, che fino ad ora sono andati ai democratici. La campagna elettorale, quindi, è già cominciata.

 

D. – A proposito della lotta all’Aids, il presidente sudafricano Mbeki non vede di buon occhio le politiche delle multinazionali farmaceutiche. I farmaci invece sono al centro della lotta di Bush all’Aids …

 

R. – Dietro i finanziamenti della campagna di Bush, ci sono anche le compagnie farmaceutiche. E George Bush ha scelto un ex dirigente di una multinazionale farmaceutica per gestire i 15 miliardi di dollari per l’Africa. Per questo il presidente Mbeki e le organizzazioni non governative pongono e continueranno a porre grossi interrogativi su questo desiderio del capo della Casa Bianca di aiutare gli africani.

 

 D. – La guerra in Iraq: in Sudafrica non se ne è parlato, perché Mbeki è stato tra i più critici sull’attacco all’Iraq. In Uganda il tema è stato affrontato, perché Museveni è stato uno dei pochi in Africa ad appoggiare il conflitto. Non c’è il timore che anche per altri temi sia andata così?

 

R. – Questo viaggio di Bush, il suo primo in Africa, doveva essere soprattutto un viaggio di immagine, non di contenuti. Per cui gli organizzatori dell’evento hanno cercato il più possibile di non porre sul tavolo temi ‘caldi’, come la questione dell’Iraq. Teniamo presente che Mbeki aveva detto chiaramente, all’inizio della guerra, che il conflitto avrebbe portato ad una grave crisi dell’Africa, dal punto di vista del turismo e del petrolio. Ed è quello che sta succedendo. Museveni è interessato invece ad avere un grosso appoggio finanziario dagli Stati Uniti.

 

D. – Tra le critiche che Bush ha ricevuto, c’è quella di non aver partecipato al vertice dell’Unione Africana in Mozambico...

 

R. – Questo è il secondo anno del nuovo impegno africano per decidere insieme le sorti del Continente. L’assenza di Bush al vertice spingerà ancora una volta i presidenti africani a vedere la politica americana con molta diffidenza. E i popoli africani ritorneranno a non aspettarsi molto dagli Stati Uniti. Ci si aspettava per esempio che il presidente statunitense andasse in Kenya e in Tanzania, due Paesi che hanno sofferto più degli altri per attacchi terroristici. E invece Bush non è andato. Ci si aspettava che potesse fare qualcosa di più, ma a quanto pare non è successo.

********** 

 

 

E’ IN CORSO NELLA CHIESA UN PROCESSO DI SETTARIZZAZIONE

A CAUSA DEI NUOVI MOVIMENTI ECCLESIALI?

UN DUBBIO DISSIPATO DALL’INDAGINE INTERDISCIPLINARE DELLA RIVISTA CONCILIUM

 

- Con noi il direttore padre Rosino Gibellini -

 

E’ in corso nella Chiesa un processo di settarizzazione a causa dei movimenti? Questo interrogativo è stato considerato dal Comitato scientifico della rivista teologica Concilium.  Una delle grandi questioni urgenti a livello internazionale che investono la Chiesa. A partire da questa domanda ha preso il via un’indagine interdisciplinare, curata dallo storico Alberto Melloni, che investe storia, teologia, diritto canonico e sociologia, pubblicata sull’ultimo fascicolo della rivista. Quale l’esito di questo studio? Ce ne parla il direttore di Concilium, padre Rosino Gibellini, nel servizio di Carla Cotignoli:

 

**********

R. - “Dallo studio di Concilium risulta praticamente che non si può applicare questo schema, questa è la conclusione. E’ una conclusione anche sorprendente, perché anche nel parlare così nelle comunità cristiane, nelle comunità religiose, affiora sempre questo concetto: “sì ma voi siete  un po’ sette, siete settari”… Il saggio del sociologo Diotallevi dice che non possiamo accettare certamente il concetto di setta. I movimenti sono organizzazioni religiose. Non sono settari innanzitutto perché fanno riferimento ai vertici della Chiesa, anzi si direbbe che hanno un filo diretto con la guida della Chiesa. E inoltre, un altro riferimento che dovranno accentuare, è il servizio all’umano. Questi due riferimenti fanno sì che non si possa parlare di sette”.

 

D. - Allo stesso risultato giunge il saggio del teologo Alexandre Ganoczy...

 

R. - Questo saggio ecclesiologico fa vedere che la setta c’è, quando c’è una forma di ecclesialità oppositiva e alternativa: “noi siamo ‘la’ Chiesa” ecco. Qualche volta magari nel discorso qualcuno dice “noi siamo la Chiesa”.  Qui  c’è una piega settaria.  Ma,  praticamente la ecclesialità di questi movimenti non è una ecclesialità oppositiva ed esclusiva, e qui non si può usare il concetto di setta.

 

D. - Questo non toglie che i problemi sussistano…

 

R. - Qui c’è una duplice correzione. Non si può continuare ad avere questa mentalità  squalificante nei confronti di questi movimenti, perché devono essere valutati sul metro di una ecclesialità aperta. E d’altra parte questi movimenti devono mantenersi nell’orizzonte di questa ecclesialità aperta. Concilium, senza analisi ideologizzata,  ha fatto vedere come questi movimenti devono essere inseriti in questo contesto di ecclesialità aperta; ciascuno porta quindi il suo contributo. Il processo poi è aperto.

 

D. - Può essere di aiuto, nell’affrontare questa tematica, anche lo studio della logica della scienza.  Lo dimostra ancora il teologo Ganoczy:

 

R. - E’ un concetto scientifico la sinergia. Nella misura in cui c’è sinergia nella Chiesa non c’è settarismo. Un altro concetto mutuato dalla teoria del caos: la scienza mostra come ci sono vie caotiche per arrivare ad un certo equilibrio e poi ancora vie caotiche per arrivare ad un certo equilibrio. Questo presumibilmente e analogicamente si può anche trasferire nel campo della Chiesa: ci sono movimenti, diciamo così, con qualche turbolenza spirituale. Ma si potrà arrivare ad una unità che unifica, a quell’unità che unifica diversi movimenti differenti, ma sinergici.

 

D. - Appurato che, in riferimento ai movimenti, non si può parlare di settarizzazione, in positivo, quale  l’apporto che danno alla Chiesa oggi?

 

R, - Anni fa era stato introdotto il concetto di ecclesiogenesi, la Chiesa cioè esiste ma il tessuto comunitario della Chiesa deve sempre essere ritessuto. Penso che questi movimenti portano una rivitalizzazione del tessuto comunitario cristiano.

******************

 

 

IL GENIO E LA VITA DI MICHELANGELO

 IN MOSTRA A PALAZZO VENEZIA IN ROMA

 

- Ai nostri microfoni Pina Ragionieri,

direttrice della Fondazione Casa Buonarroti -

 

 

         “Michelangelo tra Firenze e Roma”: è il suggestivo titolo di una mostra, inaugurata questa settimana a Roma, a Palazzo Venezia. Visitabile fino al 12 ottobre prossimo, la rassegna è illuminata dalla qualità eccezionale di 20 capolavori del grande artista del ‘500. Il servizio è di Alessandro Gisotti:

 

***********

 

         (Musica)

 

Michelangelo artista impareggiabile, ma anche uomo impegnato con passione nella vita civile. La mostra di Palazzo Venezia offre un’immagine a tutto tondo del genio rinascimentale. Attraverso disegni di figura, architettonici e di fortificazioni, rivela alcuni momenti determinanti della parabola umana del Maestro. Una vita annodata in modo inscindibile a Firenze e Roma. Città ricche, come nessun’altra, di segni straordinari dell’opera michelangiolesca. Una mostra, dunque, che permette al visitatore di rivivere le stagioni umane e artistiche di Michelangelo, come spiega la curatrice dell’evento, Pina Ragionieri, direttrice della Fondazione Casa Buonarroti:

 

R. - Il nostro percorso avviene attraverso argomenti: una prima sezione sui ritratti, poi una sezione, oso dire, molto nuova che esplora il cittadino, la persona vindice delle libertà repubblicane, cioè la sezione sulle repubbliche fiorentine. Quindi, uno spazio dedicato alla Fabbrica di San Lorenzo a Firenze, per poi continuare con un esame sul lavoro di Michelangelo nella Cappella Sistina, in due periodi successivi della sua vita. Infine, uno sguardo sulle architetture romane della ‘Vecchiaia’, che, in qualche modo, costituiscono un preludio a quello che poi fu il fiorire Barocco della città nel ‘600.

 

D. – Quali, tra queste straordinarie opere in mostra, desta particolare attenzione, particolare interesse?

 

R. – La mostra è illuminata certamente dai disegni di Michelangelo, alcuni dei quali sono dei veri e propri capolavori. Potrei citarne tre: uno è il nudo di schiena giovanile, l’altro è il bellissimo profilo della Leda, per finire con la Madonna col Bambino, che è una delle espressioni più alte, tout court dell’arte di Michelangelo.

 

D. – Firenze e Roma, quale era il suo rapporto personale con queste due città, che proprio Michelangelo ha reso straordinarie ed uniche al mondo?

 

R. – Una domanda alla quale si risponde difficilmente. Michelangelo era un uomo molto solitario. Viveva molto per suo conto, aveva pochissimi amici, per cui la sua vita è sempre stata la vita di un solitario. Il suo trasferimento a Roma fu un trasferimento dovuto anche a motivi di affetto, a motivi di lavoro, persino a motivi politici. Viveva nella città, ma viveva contornato da pochi amici. E’ diventata proverbiale la solitudine di Michelangelo.

 

D. – Che cosa rende ancora così attraente, non solo nei confronti di chi ama l’arte, ma anche del cittadino qualunque, che cos’è che rende così attuale, così moderno Michelangelo?

 

R. – Il mio parere è questo, che Michelangelo, giovanissimo, era già al di là di ogni perfezione tecnica, per cui non è la perfezione che rende grande Michelangelo, ma quello che le sue opere esprimono. Aveva dentro di sé una straordinaria spiritualità, uno straordinario senso delle cose. Del resto anche il modo in cui lui concepisce la maternità, questa Madonna che non osa concludere il suo rapporto d’amore con il Figlio, perché sa che davanti a Lui c’è la passione e la morte. Queste Madonne, a cominciare dalla Pietà di San Pietro, sono così belle, profonde ed emozionanti, perché esprimono sentimenti straordinari. La vera grandezza di Michelangelo sta veramente dentro di lui, ‘in interiore hominis’.

*********

 

 

 

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

13 luglio 2003

 

 

 

CORDOGLIO NEL MONDO DEL GIORNALISMO PER L’IMPROVVISA MORTE

DI PADRE CARLO CREMONA. APPREZZATO SCRITTORE, FU TRA I PRIMI

A PORTARE L’INFORMAZIONE RELIGIOSA IN TRASMISSIONI RADIO-TELEVISIVE

 

ROMA.= Lutto nel mondo dell’informazione religiosa. Stamani, è venuto improvvisamente a mancare padre Carlo Cremona, sacerdote pioniere del giornalismo religioso e, dagli anni Cinquanta, apprezzato protagonista di rubriche radiofoniche e televisive della Rai. Il sacerdote si è sentito male negli studi Rai di Saxa Rubra, dopo aver partecipato ad una puntata del programma Uno mattina. Al termine della trasmissione, si è alzato e dopo aver fatto pochi passi si è accasciato, spegnendosi poco dopo. La notizia ha suscitato profonda emozione: numerosi giornalisti si sono recati all’infermeria di Saxa Rubra, dove è stato portato il corpo, per rendere un omaggio commosso allo stimato collega. Padre Carlo Cremona era nato a Genazzano, in provincia di Roma, 85 anni fa. Monaco agostiniano, era poi divenuto sacerdote diocesano sempre al servizio della fede e della cultura attraverso una lunga esperienza di sacerdote, scrittore e giornalista. E’ stato vaticanista per il Giornale Radio della Radiotelevisione italiana. Oltre che per i numerosi saggi religiosi e la collaborazione assidua al quotidiano Avvenire, padre Cremona viene ricordato per i suoi numerosi libri, tra cui spiccano Vita di Cristo, Paolo VI e San Paolo. Accompagnano questi lavori, un’antologia agostiniana Pensieri di Sant’Agostino, e L’ultima Apocalisse, un romanzo-parabola sul senso del male morale. Della sua attività di oratore televisivo resta il ricordo de Il Vangelo e la Vita. (A.G.)

 

 

ESCALATION DI VIOLENZA IN CECENIA: IN UN’IMBOSCATA TESA DAI

RIBELLI INDIPENDENTISTI, RESTANO UCCISI NOVE SOLDATI RUSSI

 

MOSCA.= Nove soldati russi sono stati uccisi in un’imboscata attuata dai ribelli nel sud della Cecenia. Altri cinque militari sono rimasti gravemente feriti. I soldati viaggiavano a bordo di un automezzo che è saltato su una mina e contro il quale è stato aperto il fuoco dagli indipendentisti. L’imboscata è stata messa in atto nella tarda serata di ieri, secondo quanto riferito dall’agenzia Interfax, che ha citato fonti militari. Quando il veicolo con a bordo i militari è stato costretto a fermarsi per l’esplosione di una mina, lungo la riva del fiume Argun, contro di esso le formazioni ribelli hanno lanciato un attacco servendosi di armi da fuoco e granate. Ieri, in due distinti episodi, erano stati uccisi altri sei soldati: tre per l’esplosione di una mina nel villaggio di Benoi-Vedeno; gli altri per lo scoppio di un ordigno di fattura artigianale vicino a dieci chilometri a ovest di Grozny. (A.G.)

 

 

GLOBALIZZAZIONE E MIGRAZIONI IN EUROPA: E’ IL TEMA CENTRALE DEL

 SESTO MEETING INTRENAZIONALE SULLE MIGRAZIONI, IN PROGRAMMA

 A LORETO DAL PROSSIMO 28 LUGLIO AL 3 AGOSTO

 

LORETO.= Un appuntamento per capire le problematiche fondamentali del nostro tempo. E’ questo l’obiettivo che si prefigge il sesto Meeting Internazionale sulle Migrazioni, che a Loreto, dal 28 luglio al 3 agosto, offrirà l’occasione per un confronto sul tema quanto mai attuale “Globalizzazione e migrazioni in Europa”. L’evento, promosso dalla Famiglia Scalabriniana presenta un programma particolarmente ricco di contenuti incentrati in particolare sul binomio Europa-Africa. Al Meeting prenderanno parte numerose personalità del mondo ecclesiale, della politica e della cultura. Accanto alle tavole rotonde, si affiancherà uno “spazio giovani”: ogni pomeriggio, infatti, ci sarà l’opportunità di continuare a riflettere ed approfondire i temi, trattati al mattino dagli esperti, attraverso laboratori tematici improntati principalmente su metodologie interattive. Non solo, le serate del Meeting saranno allietate da una serie di eventi musicali, gratuiti, tra i quali un concerto di musica brasiliana e uno spettacolo di musica senegalese. L’evento, che vanta il patrocinio dell’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati, della Commissione europea e della Presidenza della Repubblica italiana, sarà impreziosito da due mostre. La prima “Il Continente sensibile” è una raccolta di fotografie sull’Africa, curata da Mauro Tamburini; la seconda, intitolata “Gli azzurri mari che navigammo…”, è una mostra di sculture e poesie di Luciano Galassi. Domenica 3 agosto, nella Basilica della Santa Casa, si svolgerà la concelebrazione eucaristica conclusiva, presieduta da mons. Amedée Grab, vescovo di Coira, in Svizzera, presidente della Commissione delle conferenze episcopali europee. (A.G.)

 

 

APERTI STAMANI A BAGHDAD I LAVORI DEL CONSIGLIO DEL GOVERNO

 DI TRANSIZIONE IRACHENO. INTANTO, NON SI PLACA LA POLEMICA

 SULLE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA DI SADDAM HUSSEIN 

 

BAGHDAD.= In Iraq, si procede a piccoli passi verso la normalizzazione in un’accidentata fase post-bellica. Stamani, si sono aperti, a Baghdad, i lavori del Consiglio del Governo di transizione, di cui fanno parte 25 personalità irachene. La riunione si svolge in quello che era il Ministero dell’industria militare di Saddam Hussein, che diventerà la sede del Consiglio. In una dichiarazione al New York Times, l’amministratore americano Paul Bremer, che ha incontrato i 25 membri del Consiglio, ha affermato che la coalizione sostiene “l’istituzione di questo consiglio di iracheni e per gli iracheni”. Si tratta, ha aggiunto, di “un primo passo verso la creazione di un’amministrazione interinale”. Il consiglio ha stabilito che il 9 aprile, giorno della caduta del regime di Saddam, venga dichiarato festa nazionale. Intanto, sul fronte caldo delle armi di distruzioni di massa dell’ex raìs di Baghdad, il presidente Bush ha confermato la fiducia al direttore della Cia, George Tenet, considerando “chiuso” il caso dell’errore fatto nel discorso sullo Stato dell'Unione del 28 gennaio scorso, quando Bush denunciò un tentativo (mai avvenuto) dell’Iraq di acquistare in Africa uranio per la costruzione di armamenti nucleari. L’opposizione democratica, tuttavia, annuncia battaglia e chiede un’indagine del Congresso. Dal canto suo, l'ex capo degli ispettori dell’Onu sul disarmo, Hans Blix, ha affermato che il premier britannico Blair ha commesso un “errore fondamentale” nel sostenere che Saddam Hussein potesse attivare armi di distruzione di massa nell'arco di 45 minuti. (A.G.)

 

 

E’ MORTA LA FOTOREPORTER, ZAHRA KAZEMI, SCOMPARSA NEI DISORDINI AVVENUTI

IN IRAN NEL GIUGNO SCORSO. IL PADRE DELLA GIORNALISTA AVEVA DENUNCIATO IL SEQUESTRO DI ZAHRA DA PARTE DELLE AUTORITA’ IRANIANE. NEGLI ULTIMI GIORNI,

SEI GIORNALISTI SONO STATI ARRESTATI DALLA POLIZIA DI TEHERAN

 

TEHERAN.= E’ morta la giornalista-fotografa iraniana con passaporto canadese, Zahra Kazemi, scomparsa nei disordini avvenuti in Iran nel giugno scorso e che era stata poi ritrovata dal padre in coma in un ospedale di Teheran. La morte è stata annunciata ieri dalle autorità iraniane, secondo le quali il decesso, causato da un ictus, risale a venerdì sera. Un funzionario del ministero della Cultura, ha riferito che la 54enne reporter si era sentita male durante un interrogatorio ed era stata ricoverata in ospedale, dove era stata colpita dall’ictus. La fonte ha aggiunto che Zahra Kazemi era stata arrestata per aver scattato fotografie fuori dalla prigione di Evin malgrado fosse vietato. Il padre della donna nei giorni scorsi aveva presentato una denuncia alla Commissione per i diritti umani del Parlamento iraniano, sostenendo che la figlia era stata sequestrata e selvaggiamente picchiata, e che lui stesso l'aveva ritrovata nel reparto di rianimazione di un ospedale della capitale dopo 12 giorni di ricerche. Il governo canadese ha chiesto un incontro col ministro degli Esteri iraniano per accertare le circostanze dell’arresto e della morte della giornalista. Dal canto suo, poco fa, il presidente iraniano Khatami ha ordinato un’inchiesta sulle circostanze della morte di Zahra. Intanto, altri sei giornalisti sarebbero stati arrestati in Iran negli ultimi giorni, a quanto riferiscono diverse fonti di stampa. L'ambasciata della Repubblica ceca a Teheran ha, comunque, smentito la notizia secondo cui due cameramen cechi erano stati arrestati venerdì scorso. (A.G.)

 

ANCORA SCONTRI IN BURUNDI: LE FORZE RIBELLI LANCIANO

UN ATTACCO SULLA CAPITALE BUJUMBURA

 

BUJUMBURA.= I ribelli delle Forze nazionali di liberazione del Burundi hanno lanciato, questa mattina, un nuovo attacco contro la capitale Bujumbura. L’attacco, che segue una settimana di combattimenti, è cominciato - secondo il corrispondente dell’agenzia France Presse - dalle zone di Gatoke e Mutanga. Gli scontri, secondo il Ministero degli interni del Burundi, nella scorsa settimana hanno provocato la morte di 135 persone, tra militari e civili. Preoccupata per l'intensificarsi dei combattimenti nella regione, l'Unione europea aveva lanciato, nei giorni scorsi, un appello per la “fine immediata dei combattimenti”. (A.G.)

=======ooo=======