RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 178 - Testo della Trasmissione di venerdì 27 giugno 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Conversione radicale, apertura docile allo Spirito Santo, accoglienza dei fratelli: le esigenze della spiritualità della comunione, sottolineate da Giovanni Paolo II nell’udienza ai responsabili delle Unioni Apostoliche del clero e dei laici.

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“Tendenze globali nelle droghe illegali”: rapporto dell’Onu sul traffico degli stupefacenti nel mondo. Ce ne parla Antonio Maria Costa.

 

“Diritti in Europa”, campagna di Amnesty International in vista del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea: ai nostri microfoni Marco Bertotto.

 

Il tema dell’immigrazione al centro di aspre polemiche in Italia: l’opinione in proposito del vescovo Cosmo Ruppi.

 

La danza protagonista questa sera per l’inaugurazione del Festival dei Due Mondi a Spoleto: con noi l’arcivescovo Riccardo Fontana e Giancarlo Menotti.  

 

CHIESA E SOCIETA’:

76 laici portoricani sono stati inviati in missione “Ad gentes” nell’ambito del progetto “Estate missionaria”. Si recheranno in otto Paesi del centro e Sud America.

 

Formazione a distanza sul fenomeno religioso. Avrà seguito in ottobre, con approfondimenti, il corso on-line organizzato dal Centro di consulenza su sette, religioni e spiritualità, che si conclude a luglio.

 

La mancanza di strutture necessarie per terapie a base di radiazioni causa ogni anno milioni di morti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

 

Un progetto Unicef per aumentare la scolarizzazione femminile. In 25 Paesi dell’Africa Centrale si cercherà di eliminare le disparità di istruzione fra i sessi entro il 2005.

 

Rendere reale e visibile l’apporto dei religiosi e migliorare la collaborazione con tutti i componenti della Chiesa: questi gli obiettivi dell’incontro che si terrà a luglio a Nairobi tra i presidenti e delegati delle 36 Conferenze nazionali dei religiosi e delle religiose dell’Africa.

 

Oltre 700 religiosi al Congresso missionario nazionale, che si svolge in questi giorni in Bolivia.

 

Il cardinale Kim Sou-Hwan chiede l’abbandono del programma nucleare di Pyongyang e invita i cattolici sud coreani ad aiutare la popolazione del Nord.

 

24 ORE NEL MONDO:

Proseguono in Iraq gli episodi di violenza: un soldato americano è stato ucciso ieri durante un’operazione di pattugliamento a Kufa.

 

Tre palestinesi ed un soldato israeliano sono morti oggi nel corso di un’incursione dell’esercito ebraico nel Sud di Gaza.

 

Il presidente del Consiglio Berlusconi ha presentato le linee guida del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 giugno 2003

 

 

RADICALE CONVERSIONE, DOCILE APERTURA ALLO SPIRITO SANTO,

ACCOGLIENZA  DEI FRATELLI. LE ESIGENZE DELLA SPIRITUALITÀ DELLA COMUNIONE

 EVIDENZIATE DAL PAPA ALL’UDIENZA CON I RESPONSABILI

DELLE UNIONI APOSTOLICHE DEL CLERO E DEI LAICI

- Servizio di Carla Cotignoli -

 

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“’Il Signore si serve di noi come di torce’, perché la sua luce illumini”. “’Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre’”. E’ con questa citazione del santo Josè Maria Escrivà de Balaguer che il Papa si è rivolto questa mattina ai responsabili a livello internazionale dell’ Unione apostolica del Clero, nata in Francia nel 1862 e dei rappresentanti della nascente Unione dei Laici, sorta solo 3 anni or sono. A loro ha ricordato, nell’odierna Giornata mondiale di preghiera per la santificazione del Clero, che “i santi sono i più efficaci evangelizzatori”.

 

Il Papa si è poi soffermato sul tema del convegno nazionale promosso dall’Unione del Clero, in corso a Sacrofano, nei pressi di Roma: “Nella Chiesa particolare al modo della Comunione Trinitaria. La spiritualità diocesana è spiritualità di comunione”. Il Santo Padre ha sottolineato che il mistero della Comunione Trinitaria è l’alto modello di riferimento della comunione ecclesiale ed ha ricordato la Novo Millennio Ineunte “la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia è proprio questa: ‘fare della Chiesa, la casa e la scuola della comunione’”. “Questo comporta in primo luogo – ha aggiunto – “promuovere ‘una spiritualità della comunione’. Il Papa ne ha approfondito le esigenze: “radicale conversione a Cristo”, “docile apertura all’azione del suo Spirito Santo”, e “accoglienza sincera dei fratelli”.

 

“Nessuno si faccia illusioni – ha aggiunto nella citata Lettera apostolica – senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita”.

 

Oggi solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Papa ha concluso ricordando che il cammino spirituale che “ha la sua sorgente nel “cuore del Redentore” da cui “possiamo attingere l’energia spirituale indispensabile per irradiare nel mondo il suo amore e la sua gioia”.

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SACERDOTI UNITI QUOTIDIANAMENTE ALL’AMORE DI DIO ATTRAVERSO L’EUCARISTIA, SACRAMENTO E MISTERO CHE TRASFORMA IL MONDO.

SUSSIDIO DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO,

IN OCCASIONE DELLA ODIERNA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA

PER LA SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Santificarsi attraverso l’Eucaristia e, attraverso questo sacramento, trasfigurare il mondo. E’ la doppia responsabilità che investe quotidianamente ogni sacerdote e che proviene dal suo specifico ministero. Nell’odierna solennità del Sacro Cuore, Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti, la Congregazione per il Clero ha pubblicato un sussidio ispirato dall’enciclica Ecclesia de Eucaristia. Al centro della riflessione, il dicastero vaticano pone l’amore di Dio e sottolinea già nel titolo il dover essere di tutti i sacerdoti: quello di vivere “inseparabilmente uniti” all’amore divino. Nella sua enciclica, Giovanni Paolo II usa l’espressione di “stupore eucaristico”, affermando che esso “deve invadere sempre la Chiesa raccolta nella celebrazione eucaristica”. Ma in modo speciale, aggiunge, “deve accompagnare il ministro dell’Eucaristia”.

 

Memoriale della Croce e sacrificio che rende presente non solo il mistero della Passione e della Morte di Cristo, ma anche quello della Risurrezione, il sacramento eucaristico è anche destinato, ad ogni sua celebrazione, a risvegliare la coscienza dei cristiani, dei sacerdoti soprattutto, e la loro “responsabilità verso un mondo che deve essere trasformato, trasfigurato nell’Eucaristia” stessa. “Il sacerdote - si legge nel documento vaticano - è investito della responsabilità dell'edificazione di una nuova società in Cristo. Più particolarmente, ha la possibilità di dare una testimonianza di fede nella presenza nuova scaturente da ogni consacrazione che muta pane e vino in corpo e sangue del Signore”.

 

C’è poi l’aspetto contemplativo, che l’enciclica papale collega in modo diretto all’opera di trasformazione del mondo operata dalla potenza eucaristica. “Il culto reso all'Eucaristia fuori della Messa - afferma il documento pontificio - è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa”. Spetta ai pastori “incoraggiare, anche con la testimonianza personale, il culto eucaristico”. Qui, il sussidio della Congregazione per il Clero riporta l’esperienza contemplativa che il Pontefice stesso racconta in un brano della sua enciclica. Il Papa esorta a coltivare “l’arte della preghiera”, che per il sacerdote deve divenire un bisogno: quello di “trattenersi a lungo, in spirituale conversazione” davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento.

 

Gli ultimi due paragrafi del sussidio pongono in rilievo il rapporto tra l’Eucaristia e il sacerdozio ministeriale e quello dell’eucaristia e la comunione ecclesiale. Nel primo ambito, ribadendo che il sacrificio eucaristico “ha un bisogno assoluto del sacerdozio ministeriale”, si affrontano i problemi di tipo ecumenico che la figura del ministro ordinato pone con le comunità ecclesiali separate. Nel secondo ambito, l’Eucaristia viene vista nel contributo che offre all’edificazione e alla crescita della Chiesa, raccolta attorno ai suoi vescovi. Tale comunione, si conclude, ha apportato il frutto di maggiore apertura in campo ecumenico, “dovuta al fatto che i fratelli orientali sono più vicini alla Chiesa cattolica”.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata il Santo Padre ha ricevuto il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini; il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, presidente della Conferenza episcopale spagnola, con il seguito; mons. Pietro Sambi, arcivescovo titolare di Belcastro, nunzio apostolico in Israele e Cipro, delegato apostolico a Gerusalemme e in Palestina; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi; e due presuli della Conferenza episcopale indiana, in visita “ad Limina Apostolorum”.

 

Il Papa ha inoltre nominato stamani: ausiliare dell’arcidiocesi di Newark, negli Stati Uniti, padre Edgar M. da Cunha, membro della Società Divine Vocazioni, parroco della “Saint Michael the Archangel Parish” in Newark, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ucres; vescovo di Socorro y San Gil, in Colombia, mons. Ismael Rueda Sierra, finora vescovo titolare di Buruni ed ausiliare di Cartagena in Colombia; ausiliare dell’arcidiocesi di Nassau, nelle Bahamas, mons. Patrick Pinder, vicario generale della medesima arcidiocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Case Calane.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con la situazione in Medio Oriente: uccisi quattro palestinesi in un raid israeliano a Gaza; secondo la Croce Rossa, sono oltre 3.000 i morti nell'Intifada.

Allegato al giornale, un inserto-tabloid con i discorsi, in lingua originale, pronunciati da Giovanni Paolo II durante la visita pastorale in Bosnia ed Erzegovina.

 

Nelle vaticane, nel discorso all'Unione Apostolica - per la Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione del Clero - il Papa ha sottolineato che si diviene esperti di "spiritualità di comunione" grazie ad una radicale conversione a Cristo.

Il discorso del cardinale Angelo Sodano, a Bedonia, in ricordo del cardinale Agostino Casaroli, in occasione del quinto anniversario della morte.

Una dettagliata nota sulle celebrazioni, in Turchia, per il 25 anno di Pontificato del Santo Padre.

Gli articoli di Ettore Malnati e di Manlio Sodi dedicati all'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia".

 

Nelle pagine estere, allarme dell'Unicef per la condizione dell'infanzia in Iraq: dall'inizio del conflitto è raddoppiato il numero dei bambini segnati dalla malnutrizione.

Liberia: non s'interrompe la sanguinosa battaglia per il controllo della capitale Monrovia.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Angelo Mundula dal titolo "La fretta è nemica dell'interiorità": riflessioni sulla società di oggi.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema dell'immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 giugno 2003

 

 

“TENDENZE GLOBALI NELLE DROGHE ILLEGALI”: RAPPORTO DELL’ONU

 SUL TRAFFICO DEGLI STUPEFACENTI. IN AUMENTO NEI PAESI RICCHI

 IL CONSUMO DI SOSTANZE SINTETICHE

 

Per affrontare le problematiche legate alla tossicodipendenza bisogna partire dal dialogo all’interno delle famiglie, delle scuole e dei gruppi giovanili. Con lo slogan “Droga: parliamone”, adottato dalla Giornata internazionale contro la droga ed il traffico di stupefacenti, svoltasi ieri, le Nazioni Unite hanno invitato a rimuovere i pregiudizi che impediscono il confronto con il doloroso problema. L’Onu, in coincidenza della Giornata, ha pubblicato un rapporto sul traffico mondiale di stupefacenti. Cala la produzione mondiale di cocaina, ma in Afghanistan, la fine dell’operazione “Enduring freedom” ha permesso il vertiginoso aumento della produzione di oppio. Con preoccupazione si regista la crescita dell’abuso di droghe sintetiche. Matteo Ambu ha intervistato il direttore generale dell’Ufficio dell’Onu contro la droga e la criminalità, l’italiano Antonio Maria Costa.

 

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R. – La preoccupazione maggiore in Europa è legata alla coltivazione dell’oppio in Afghanistan e alle due grandi correnti di traffico che legano noi europei all’Afghanistan e cioè la rotta tradizionale della seta che passa attraverso il Pakistan, l’Iran, prosegue attraverso l’Iraq del nord e la Turchia, e poi si sdoppia verso il Caucaso oppure verso i Balcani. La seconda rotta è quella nuova, attraverso i Paesi dell’Asia centrale, le Repubbliche un tempo dell’Unione Sovietica, la Russia meridionale, penetra la Russia nella sua totalità come consumo, dalla Russia passa attraverso l’Ucraina e l’Europa centrale per raggiungere l’Europa occidentale.

 

D. – Concretamente quali sono gli interventi che i governi possono adottare per combattere la produzione ed il traffico di stupefacenti?

 

R. – La cosa più importante è aumentare la presenza dello Stato, e perciò rafforzare le misure di sicurezza. Bisogna riportare lo Stato di diritto o portare lo Stato di diritto là dove non c’è o non c’è mai stato, tipo l’Afghanistan e la Birmania o, per quanto riguarda la cocaina, le zone della Colombia, al momento sotto il controllo dei guerriglieri. C’è presenza di droga in molti Paesi dell’Europa occidentale, perchè fondamentalmente l’Europa occidentale non è protetta contro il traffico dell’Afghanistan. Ci sono parecchie frontiere tra noi e l’Afghanistan, ma sono frontiere sguarnite. Ho stupito i ministri degli Esteri del G8, qualche settimana addietro, a Parigi, quando li ho invitati ad accompagnarmi a visitare un qualsiasi posto di frontiera, che esiste tra noi e l’Afghanistan. E ho detto loro in maniera piuttosto brutale: “Se venite con me vedrete: 3 mila camionisti in attesa di transito, 3 mila prostitute, 3 poliziotti e un cane”. Se questa è una protezione, Dio ci protegga.

 

D. – Cresce il consumo delle droghe sintetiche e cambiano anche le modalità per contrastare la diffusione del nuovo tipo di droga ...

 

R. – Stiamo constatando un cambio epocale nel consumo di droga. Siamo pronti? No. Le strutture di repressione non sono pronte, perchè non hanno ancora capito quanto sia frammentato il traffico delle droghe sintetiche. Per quanto riguarda i consumi non ci sono sistemi di prevenzione, perchè non abbiamo ancora lanciato una politica di prevenzione, che è molto difficile perchè viviamo in una società che si basa molto sulla chimica, sulle pasticche: per dimagrire o per ingrassare, per dormire o per non dormire. C’è un grado di accettabilità dell’uso della pillola che è drammatico e che rende molto difficile la prevenzione.

 

D. – E’ realistico pensare di vincere la dura lotta contro la diffusione della droga?

 

R. – Credo che la droga sia una delle debolezze più vecchie dell’umanità. Il desiderio di uscire dal fisico per entrare nel metafisico attraverso sostanze che alterano lo stato psicologico è vecchio come l’umanità e non riusciremo mai a vincerlo. Dobbiamo attenuarne le conseguenze e dobbiamo soprattutto fare in modo che, attraverso la prevenzione, ci sia meno desiderio di cercare di uscire da se stessi attraverso alterazioni indotte dalle sostanze chimiche.

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ALLA VIGILIA DELLA PRESIDENZA ITALIANA DELL’UNIONE EUROPEA

AMNESTY INTERNATIONAL SOLLECITA L’ITALIA AD IMPEGNARSI

 PER IL PIENO RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN EUROPEA

- Intervista con Marco Bertotto -

 

I diritti umani in Europa. Su questo tema Amnesty International nei giorni scorsi ha illustrato alla stampa, a Roma, un memorandum indirizzato al premier Silvio Berlusconi alla vigilia del semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Per ricordare che la questione dei diritti umani non è secondaria, ma anzi da porre al primo posto nei rapporti dell’Unione con i Paesi terzi e all’interno dell’Unione stessa e per sollecitare l’Italia ad impegnarsi in questo senso. Sulla situazione dei diritti umani in Europa, Adriana Masotti ha sentito Marco Bertotto, presidente della Sezione italiana di Amnesty International.

 

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R. – E’ evidente che l’Europa non è il Continente in cui denunciamo le peggiori dittature, non è una situazione di allarme quella che stiamo sollevando all’attenzione della Presidenza italiana e delle Istituzioni europee, però c’è un problema di diritti umani violati anche in Europa. 13 Paesi su 15 figurano nel Rapporto annuale di Amnesty International. Le denunce che noi abbiamo fatto riguardano, ad esempio, forme particolarmente gravi di maltrattamenti da parte delle Forze dell’ordine, maltrattamenti che molto spesso hanno come vittime persone vulnerabili, richiedenti asilo, stranieri, minoranze, Rom ... C’è un problema di diritti umani violati nel sistema comune europeo sull’immigrazione, il tema dell’asilo politico e del diritto d’asilo è trattato in maniera approssimativa e soprattutto è trattato senza tener presente quelle che sono le obbligazioni internazionali che l’Unione Europea ha, che tutti i Paesi membri hanno, ed infine, c’è un problema legato al commercio di armi, un problema che peraltro riguarda in maniera diretta anche l’Italia. Molti situazioni di conflitti in Continenti come l’Africa e l’Asia sono molto spesso alimentate e trovano origine dal commercio di armi che provengono da Paesi dell’Unione Europea, Paesi del G8, che contribuiscono a creare contesti di insicurezza, che poi provocano flussi di rifugiati, flussi di immigrati che si avvicinano alle nostre coste e chiedono asilo e protezione.

 

D. – Amnesty International ha presentato un memorandum al presidente Berlusconi, per costruire un’Europa dei diritti umani. Quali le linee principali?

 

R. – Innanzitutto, che i diritti umani vengano praticati e non soltanto predicati, soprattutto in tre ambiti. Le crisi internazionali: l’Unione Europea deve giocare un ruolo diverso, più incisivo e deve considerare prioritario il rispetto e la protezione dei diritti fondamentali, soprattutto in una serie di crisi in cui denunciamo una mancanza di impatto dell’Unione Europea, penso all’Afghanistan, alla Colombia, all’Iraq, al Medio Oriente, alla Repubblica Democratica del Congo. La capacità di parlare di diritti umani è di praticare i diritti umani nell’affrontare la guerra internazionale contro il terrorismo e nell’affrontare le problematiche dell’immigrazione, e infine, occuparsi di diritti umani non soltanto nelle relazioni con i Paesi terzi, ma anche nella politica interna. C’è un problema di diritti violati anche nei Paesi europei. Servono dei meccanismi di controllo che permettano alle istituzioni europee di monitorare in maniera continuativa e in modo efficace ed incisivo il rispetto dei diritti umani all’interno dei confini europei. L’Europa fa dei discorsi importanti sui valori. Quando poi andiamo nella pratica a misurare l’efficacia del lavoro dell’Unione Europea, ci rendiamo conto che molte volte il dibattito si ferma a negoziati su questioni minori e si preferisce dare la precedenza ad altre priorità economiche, strategiche, politiche che hanno poco a che fare con i diritti umani.

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IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE AL CENTRO DI ASPRE POLEMICHE IN ITALIA

- Intervista con il vescovo Cosmo Ruppi -

 

La Chiesa non favorisce l’immigrazione clandestina, ma richiama al rispetto della dignità degli immigrati e ricorda a chi vorrebbe prenderli a cannonate che la vita umana è sacra. Lo ha precisato mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti in merito alle dichiarazioni offensive del capogruppo della Lega Nord, circa l’assistenza della Chiesa e dei suoi organismi verso gli immigrati. Per l’”Osservatore Romano” quello del parlamentare leghista è stato un intervento sgangherato ed inconsistente fino all’assurdo. Ma sentiamo il commento di mons. Cosmo Ruppi, vescovo di Lecce, al microfono di Stefano Leszczynski.

 

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R. - La Chiesa non polemizza mai con nessuno. Continua l’opera di accoglienza. Sono più di 6 anni che noi a San Foca, a Lecce, nel centro Regina Pacis, facciamo questa accoglienza ai profughi. Non ci stancheremo di farla. Io spero che anche coloro che non condividono la fede accolgano questo servizio all’uomo. La Chiesa non può chiudere le porte di fronte a nessun immigrato, a nessun povero, perché gli immigrati, i poveri, i diseredati appartengono alla Chiesa, credenti o non credenti.

 

D. – Le affermazioni della Lega, forse contribuiscono addirittura ad esacerbare un clima che ha già provocato degli spiacevoli episodi a Lecce …

 

R. – Mi auguro che le persone responsabili e soprattutto gli uomini che appartengono al governo, vogliano riportare a più miti consigli queste persone che parlano senza conoscere, a volte offendono la Chiesa e offendono i poveri. Nessuno fermerà mai l’opera di accoglienza. Anche se ci costerà qualche sacrificio, qualche sofferenza, andremo innanzi, perché abbiamo alle spalle il Signore che ci spinge.

 

D. – Ecco, mons. Ruppi, due parole all’opinione pubblica per spiegare chi sono queste persone che arrivano in Italia e quali sono i doveri dei cattolici e dei cristiani nei loro confronti.

 

R. – Gli immigrati sono innanzitutto dei poveri. Sono dei miserabili che lasciano la propria terra per disperazione. Vanno in cerca di speranza e non possono essere gettati a mare, né essere fermati con i cannoni. Fanno parte dell’umanità, sono la parte più sofferente ed è bene che l’opinione pubblica si renda conto di come è assurdo volerli respingere a mare. Mai nessun popolo civile, l’Italia è ancora un popolo civile, approverà mai un programma politico di respingimento inconsulto e sconsiderato.    

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LA DANZA PROTAGONISTA NELLA SERATA INAUGURALE

 DEL FESTIVAL DEI DUE MONDI A SPOLETO

 

Questa sera a Spoleto si alza il sipario sul Festival dei Due Mondi, animato sin dalla fondazione dal compositore Giancarlo Menotti. Sempre più nel segno della musica e della danza la 46.ma edizione, che si apre con un concerto al Teatro Nuovo e lo spettacolo della Compagnia di danza israeliana di Ido Tadmor al Teatro Romano. Cuore pulsante del cartellone, l’orchestra giovanile della rinomata Juilliard School di New York. Per la lirica, domani la prima del “Lohengrin” di Richard Wagner. Il servizio di A.V.:

 

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Il Teatro Nuovo e il piccolo Caio Melisso, l’imponente Rocca Alburnoz, le piazze, ma anche le chiese, il duomo di Spoleto diventano scena per il Festival dei Due Mondi. L’arcivescovo Riccardo Fontana:

 

“Nel duomo di Spoleto, fin dall’inizio del Festival, si è sempre fatto largo spazio di espressione musicale conveniente; la musica è un linguaggio del bello, un linguaggio che avvicina a Dio. Io vorrei che si ricordasse il Maestro Menotti, autore di splendide musiche che cantano Dio e la Madonna”.

 

Dalla Santa alla Bleecker Street alla Medium, da Amahl ad un Oratorio come Martin’s Sly, Giancarlo Menotti continua la sua ricerca di fede, amore e predestinazione. 16 anni dopo la regia del ‘Parsival’ di Wagner, e il ‘Lohengrin’ a tentare il Maestro:

 

“Secondo me, Lohengrin è una favola, in fondo, che deve avere una morale che può essere anche discutibile; per quello mi affascina, perché come in tutte le opere di Wagner c’è un pro e un contro. Se uno pensa all’antisemitismo di Wagner e poi scrive ‘Parsival’ che è un’opera sulla compassione: Parsival è scacciato dal tempio perché non sente compassione. Perciò, è una figura – quella di Wagner – molto affascinante, bisogna capire il suo genio e anche la sua umanità”.

 

Pagine che, per il patrono della manifestazione, nascono da un’intima convinzione:

 

“L’arte è la più grande prova dell’esistenza di Dio. Senza quella che noi chiamiamo ‘l’ispirazione’, l’arte non esiste; noi non inventiamo niente, facciamo semplicemente ciò che esiste già, ed è Dio che ci deve guidare”.

 

E pure l’arte, spiega il Maestro, non è sollievo alla sofferenza, perché è sofferenza essa stessa:

 

“E’ una ricerca angosciosa e difficile. Non è per caso che i grandi compositori ed i grandi poeti non vivono mai molto a lungo”.

 

Affermazione smentita dalla baldanzosa longevità di Giancarlo Menotti, prossimo ai 92 anni. “Nessuna età è di ostacolo ad una vita perfetta”, ricordava Giovanni Paolo II il giorno del suo 83.mo compleanno:

 

“Bè, se io stessi meglio potrei fare molto di più. Dico sempre: da giovane, uno lotta con il proprio corpo, da vecchi si lotta contro il proprio corpo!”.

 

Gli spettatori della 46.ma edizione del Festival sono accolti da un manifesto drammatico. Autore, il norvegese Odd Nerdrum:

 

“Secondo me, esprime un po’ quello che sentiamo tutti in questo momento. Siamo tutti stati feriti dalla guerra, dal terrorismo, dalla mancanza di fede, stiamo per gridare aiuto, abbiamo la bocca aperta, pronti per un grido”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

27 giugno 2003

 

76 LAICI PORTORICANI SONO STATI INVIATI IN MISSIONE “AD GENTES”

NELL’AMBITO DEL PROGETTO “ESTATE MISSIONARIA”:

SI RECHERANNO IN OTTO PAESI DEL CENTRO E SUD AMERICA

 

SAN JUAN DE PUERTO RICO. = 76 laici e laiche, provenienti dalle 5 diocesi che formano la provincia ecclesiastica di Porto Rico (22 dall’arcidiocesi di San Juan de Puerto Rico, 10 dalla diocesi di Arecibo, 26 da Mayaguez, 5 da Ponce e 13 da Caguas) sono stati inviati in missione “ad gentes”. La celebrazione per l’invio missionario, che ha riunito un grande numero di persone, è stata presieduta dal vescovo di Caguas, mons. Rubén Antonio Gonzàles Medina, nel duomo della diocesi dedicato al “dolce nome di Gesù”. I laici missionari portoricani sono stati inviati quest’anno a Cuba, El Salvador, Repubblica Dominicana, Ecuador, Honduras, Messico, Nicaragua e Perù, oltre all’interno della stessa isola caraibica, laddove ce ne fosse bisogno. Sono 17 anni che la direzione nazionale delle Pontificie opere missionarie, tramite l’Opera di propagazione della fede, è impegnata nel campo dell’informazione, della formazione e della spiritualità missionaria, per un’adeguata preparazione di coloro che saranno inviati nell’ambito del programma chiamato “estate missionaria”. (M.D.) 

 

 

FORMAZIONE A DISTANZA SUL FENOMENO RELIGIOSO. AVRÁ SEGUITO IN OTTOBRE,

CON ULTERIORI APPROFONDIMENTI, IL CORSO ON-LINE ORGANIZZATO DAL CENTRO

DI CONSULENZA SU SETTE, RELIGIONI E SPIRITUALITÁ CHE SI CONCLUDE A LUGLIO

 

ROMA. = Avrà presto un seguito il Progetto di formazione a distanza sul fenomeno religioso in Italia, organizzato dal Centro di consulenza on-line su sette, religioni e spiritualità (Srs), in collaborazione con il Centro studi sulle nuove religioni (Cesnur). Il corso, aconfessionale e primo in Europa nel suo genere, si concluderà il 2 luglio prossimo e vede la partecipazione, in qualità di docenti, di diversi esperti del settore, fra i quali il direttore del Cesnur Massimo Introvigne. Fra i partecipanti vi sono numerosi insegnanti di religione cattolica, laici impegnati nella pastorale ma anche persone non cristiane interessate ad approfondire il fenomeno religioso. Le modalità tecniche di apprendimento prevedono moduli standard di formazione da scaricare dalla Rete ogni quindici giorni, forum con domande agli esperti e chat-line in ore serali. Data il buon riscontro ricevuto dai corsisti, una seconda edizione del Corso partirà il 2 ottobre 2003 e ad esso saranno affiancati altri quattro progetti monografici on-line su islam, testimoni di Geova, satanismo e new age. Le informazioni utili sono disponibili attraverso il sito internet www.corsiweb.org (M.D.)  

 

 

IL CANCRO MIETE TROPPE VITTIME NEL PAESI DEL TERZO MONDO PER LA MANCANZA

DI ATTREZZATURE SPECIFICHE.  L’AGENZIA DELL’ONU PER L’ENERGIA NUCLEARE (AIEA) AVVERTE:

“CON LA RADIOTERAPIA MOLTI MALATI POTREBBERO SALVARSI”

 

VIENNA. = La mancanza di strutture necessarie per terapie a base di radiazioni causa ogni anno milioni di morti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Questo è uno dei risultati che emergono da uno studio condotto dall’agenzia dell’Onu per l’energia nucleare (Aiea). “Almeno il 50 per cento delle vittime del cancro – ha affermato il direttore della Aiea Mohamed El Baradei, presentando ieri a Vienna i contenuti del rapporto – potrebbe trarre vantaggi da una radioterapia, per distruggere tumori maligni. Ma molti Paesi non hanno né apparecchiature a sufficienza, né medici e neppure altro personale addestrato per questo lavoro”. Nei Paesi in via di sviluppo, ove vive l’85 per cento della popolazione mondiale, sono presenti 2.200 macchine per radiazioni, mentre in quelli industrializzati sono circa 4.500. In una Nazione di 60 milioni di abitanti come l’Etiopia, è a disposizione un solo apparecchio, mentre in altri 15 Paesi africani nemmeno uno. Negli Stati industrializzati, invece, c’è una struttura per trattare i tumori ogni 250 mila abitanti. Per attrezzare i Paesi in via di sviluppo, calcola l’Aiea, occorrerebbero più di due miliardi di euro. Secondo stime dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), nel 2020 i morti per cancro ogni anno saranno dieci milioni, rispetto ai sei milioni attuali. Due terzi dei decessi saranno nei Paesi del cosiddetto terzo e quarto mondo. (M.D.)

 

 

UN PROGETTO UNICEF PER AUMENTARE LA SCOLARIZZAZIONE FEMMINILE.

IN 25 PAESI DELL’AFRICA CENTRALE E OCCIDENTALE SI CERCHERÁ DI ELIMINARE

LE DISPARITÁ DI ISTRUZIONE FRA I SESSI ENTRO IL 2005

 

OUAGADOUGOU. = “25 nel 2005”. Questo è il nome del progetto dell’Agenzia per l’infanzia delle Nazioni Unite (Unicef), presentato in settimana a Ouagadougou, nel Burkina Faso, che si prefigge di aumentare la presenza scolastica femminile in 25 nazioni dell’Africa centrale e occidentale entro il 2005. L’iniziativa nasce come risposta alle notevoli difficoltà sociali ed economiche che hanno finora pregiudicato la possibilità di un’istruzione di base generalizzata in Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Chad, Burkina Faso, Mali, Benin e Guinea. In Burkina Faso, ad esempio, secondo l’Unicef, le bambine che ricevono un’istruzione primaria sono il 28 per cento contro il 41 dei loro coetanei maschi, mentre in Nigeria, dove le differenze fra i sessi non sono così elevate, solamente un terzo dei bambini frequentano la scuola. I promotori sperano che, in prospettiva, questo progetto di educazione scolastica possa comportare anche un miglioramento nella presa di coscienza su altri gravi problemi del continente nero. Una maggiore istruzione potrebbe infatti portare ad una migliore cura della persona, ad una diminuzione della mortalità infantile nonché ad una più efficace protezione con il virus dell’Hiv. (M.D.) 

 

 

I RELIGIOSI AFRICANI SI AVVIANO VERSO LA COSTITUZIONE DI UNA CONFERENZA

 CONTINENTALE. RIUNITI IN LUGLIO A NAIROBI, SI CONFRONTERANNO SULLE SFIDE

 CHE L’AFRICA PONE ALLA CHIESA E SU COME MIGLIORARE

 LA COLLABORAZIONE CON I VESCOVI E LE DIOCESI

 

NAIROBI. = Rendere reale e visibile l’apporto dei religiosi e migliorare la collaborazione con tutti i componenti della Chiesa. Con questi obiettivi si incontreranno, dal 7 all’11 luglio, a Nairobi, in Kenya, i presidenti e i delegati delle 36 Conferenze nazionali dei religiosi e delle religiose dell’Africa. In particolare, verrà discussa l’ipotesi di una Conferenza continentale dei religiosi, per studiare attentamente le sfide che l’Africa pone alla vita consacrata e per dialogare nella maniera più efficace con la Conferenza continentale dei vescovi e con gli organismi internazionali. Alla preparazione di questo progetto ha lavorato in questi mesi uno speciale comitato, denominato “Incontro per la collaborazione africana” (Ica), presieduto da padre François Richard, superiore generale dei missionari d’Africa. Dell’Ica fanno inoltre parte rappresentanti dell’Unione dei superiori generali (Usg) e dell’Unione internazionale dei superiori generali (Uisg), in dialogo con il Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa. (M.D.) 

 

 

OLTRE 700 RELIGIOSI AL CONGRESSO MISSIONARIO NAZIONALE, CHE SI SVOLGE

IN QUESTI GIORNI IN BOLIVIA. NUOVE SFIDE E RUOLO DEI LAICI

FRA GLI ARGOMENTI TRATTATI NEI DIBATTITI

 

LA PAZ. = Oltre 700 missionari, di diverse Congregazioni religiose, stanno partecipando in questi giorni, in Bolivia, al quarto Congresso missionario nazionale, presieduto dall’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, cardinale Julio Terrazas. Nel corso dei dibattiti si è posto l’accento soprattutto sulle nuove sfide e sull’allargamento dell’esperienza missionaria anche ai laici. Nel corso della Messa di apertura, l’arcivescovo ha chiesto ai religiosi di ampliare il loro raggio d’azione, proponendo il messaggio del Vangelo all’America, al mondo intero, con un’attenzione anche a coloro che non vogliono ascoltarlo. (M.D.)

 

 

IL CARDINALE KIM SOU-HWAN CHIEDE L’ABBANDONO DEL PROGRAMMA NUCLEARE

DI PYONGYANG ED INVITA I CATTOLICI SUD COREANI

AD AIUTARE LA POPOLAZIONE DEL NORD

 

DORASAN. = L’arcivescovo emerito di Seoul, il cardinale Stephen Kim Sou-hwan chiede alle autorità della Corea del Nord di abbandonare il proprio programma militare nucleare. Parlando nel corso di una celebrazione vicino alla zona smilitarizzata, che separa i due Stati della penisola coreana, il porporato ha anche invitato gli abitanti del Sud ad offrire assistenza alla popolazione del Nord, come modalità concreta di promozione di unità. “La Corea del Nord spaventa il mondo con le armi atomiche e impedisce la pace e la riconciliazione nazionale”, ha affermato il cardinale davanti a 5 mila cattolici presso la stazione dei treni di Dorasan. Il porporato ha anche aggiunto che la fede cristiana richiede di aiutare coloro che sono nella sofferenza e nel bisogno. (M.D.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

27 giugno 2003

 - A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Iniziamo con l’Iraq, dove purtroppo prosegue la drammatica scia di violenza. Un soldato americano è stato ucciso, ieri, durante un’operazione di pattugliamento a Kufa, a 130 km a Sud dalla capitale Baghdad. “L'attacco - ha detto il maggiore Rick Hall del terzo battaglione del settimo reggimento dei marine - è veramente inconsueto, perché la situazione tra Kufa e Najaf, una delle città sante sciite, è generalmente calma”. Prosegue intanto il dibattito sulle armi di distruzione di massa. Secondo l’agenzia dell’Onu per l'energia nucleare (Aiea), l’Iraq non sviluppa programmi atomici dal 1991. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

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Il primo attacco di ieri è avvenuto sulla strada che collega l’aeroporto di Baghdad alla capitale: una bomba è esplosa mentre passava un convoglio, uccidendo un militare e ferendone un altro. Nelle stesse ore un altro gruppo di mezzi è stato attaccato nella zona occidentale della città. I due tecnici iracheni del sistema elettrico sono morti. Nel pomeriggio poi un soldato delle forze speciali è stato ucciso e otto sono rimasti feriti nel corso di un’operazione a sud di Baghdad. A questi scontri, ieri, si è aggiunta la scomparsa di due soldati americani nella città di Balad, a Nord di Baghdad. I militari erano ad un posto di blocco con il loro mezzo e le armi, e nel luogo del presunto rapimento le forze di occupazione hanno trovato tracce di sangue. Il comando centrale americano ripete che si tratta di attacchi casuali, ma la tv araba Al Jazeera ha mandato in onda le rivendicazioni di quei gruppi che hanno promesso di continuare ad uccidere i soldati degli Stati Uniti.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli:

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Nella sua visita di Stato in Gran Bretagna il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiesto ieri un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite nella ricostruzione dell’Iraq. Nell’incontro con il primo ministro britannico, Tony Blair, si è parlato anche di Iran, Kashmir e Cecenia. La Russia e la Gran Bretagna hanno inoltre firmato ieri, a Londra, un accordo di cooperazione per la costruzione di un gasdotto destinato a rifornire il mercato britannico di gas russo.

 

Spostiamoci in Medio Oriente, dove tre militanti palestinesi e un soldato israeliano sono rimasti uccisi, stamani, durante un’incursione dell’esercito ebraico nell’area meridionale di Gaza. Le due parti avrebbero comunque raggiunto un accordo “sul ritiro immediato” delle truppe israeliane dal Nord della Striscia di Gaza e dalla città di Betlemme; lo afferma un’alta fonte della sicurezza palestinese. Ascoltiamo il servizio di Graziano Motta:

 

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Ancora uno scontro a fuoco a Gaza. Questa mattina militari israeliani impegnati nella cattura di un esponente di Hamas sono stati contrastati da guerriglieri palestinesi e ne hanno uccisi tre. Un soldato israeliano è stato invece ferito da altri guerriglieri nei pressi di un insediamento di Netsarin. A Nord di Tel Aviv, presso la linea di separazione con la Cisgiordania, due palestinesi, che tentavano di infiltrarsi in territorio israeliano per compiervi un attentato, sono stati uccisi da guardie di frontiera e due loro complici catturati. Poco prima, nella stessa zona, un tecnico della compagnia telefonica israeliana è stato ucciso da un palestinese di 15 anni, militante delle brigate Al Aqsa. A questo scenario di persistente violenza dovrebbe porre fine la tregua che le organizzazioni della rivolta avrebbero già deciso, e Arafat ratificato, e che – lo scrive questa mattina il giornale “Al-Ayam”, organo dell’autorità palestinese – sarà annunciato domenica mattina, poche ore dopo l’arrivo a Gerusalemme di Condoleeza Rice, consigliere di Bush per la sicurezza nazionale.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Restiamo in Medio Oriente, dove è atteso oggi, a Beirut, l'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, lo svedese Terje Larsen, per la prima tappa di una missione che lo porterà anche a Damasco, Amman e Il Cairo. Secondo fonti diplomatiche citate dai giornali libanesi, Kofi Annan sarebbe favorevole al cosiddetto “principio di simmetria”' in base al quale i risvolti politici, umanitari e di sicurezza della ‘road map’, l’itinerario di pace che prevede l’istituzione di uno Stato palestinese nel 2005, devono andare avanti di pari  passo.

 

Prosegue il dibattito sul fenomeno del terrorismo. Secondo un recente rapporto dell’Onu, Al Qaida costituisce ancora oggi “una significativa minaccia contro la pace e la sicurezza, ma non ha legami in Iraq”. Intanto, il presidente afgano Karzai ha detto che Bin Laden è probabilmente vivo e si nasconde in una zona del Paese al confine con il Pakistan.

 

Trasferiamoci in Arabia Saudita, dove ieri una delle menti dell’attentato terroristico di Riad, che lo scorso 12 maggio ha causato la morte di 35 persone, si è consegnata alle autorità locali. L’uomo, il saudita Said Al-Faqassi al-Ghamdi, verrà giudicato in base alla Sharia, la legge islamica. La giustizia terrà conto del fatto che si è arreso.

 

“Le condizioni di detenzione dei prigionieri in Afghanistan e nel carcere americano di Guantanamo, nell’isola di Cuba, sono inaccettabili”. E’ quanto è emerso, ieri, nel corso dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che ha invitato gli Stati Uniti a trattare i detenuti secondo i canoni del diritto internazionale.

 

Cambiamo argomento e andiamo in Italia, dove il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha presentato ieri in Parlamento le linee guida del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, che inizierà martedì prossimo. Tra le priorità, il rilancio dell’economia e la cooperazione con i Paesi vicini. Ce ne parla Giampiero Guadagni:

 

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Il premier Berlusconi ha messo ieri l’accento sulla piena partecipazione all’Unione Europea dei 10 nuovi Stati membri e sulla definizione di una tabella di marcia per Romania e Bulgaria. Ma in agenda ci sarà anche il rilancio delle relazioni tra Europa e Stati Uniti e la Conferenza di pace per il Medio Oriente. Berlusconi ha annunciato che il premier palestinese, Abu Mazen, verrà in Italia per la sua prima visita fuori dalla Palestina dal 15 al 25 di luglio. Berlusconi ha chiesto al Parlamento di lavorare insieme per la buona riuscita del semestre. Ma intanto il premier deve ricucire i rapporti nella sua maggioranza, dopo lo strappo della Lega con il ministro dell’Interno, Pisanu, sul nodo immigrazione. Nella serata di ieri un incontro con Bossi e Pisanu ha sancito una tregua e il premier ha fatto sapere che l’Italia sta per firmare un accordo con la Libia per l’invio a Tripoli di soldati italiani per contrastare l’immigrazione clandestina.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Spostiamoci in Liberia, dove l’esecutivo di Monrovia ha rifiutato la richiesta del presidente americano, George Bush, che ha invitato il Capo di Stato africano, Taylor, a cedere il potere per evitare un nuovo bagno di sangue. La Casa Bianca ha inoltre ribadito il proprio appoggio alla tregua firmata nei giorni scorsi, in Ghana, tra il governo di Monrovia ed i ribelli.

 

Restiamo in Africa, dove è stata prorogata di un mese, nella Repubblica Democratica del Congo, la missione di pace dell’Onu. Lo ha deciso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha auspicato, la rapida formazione di un governo di transizione. Giunti ieri, nella capitale Kinshasa, i mediatori sudafricani, quelli dell’U-nione europea e delle Nazioni Unite.

 

Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato 4.000 persone durante le recenti manifestazioni contro l’esecutivo di Teheran. Lo ha detto oggi il procuratore generale dell'Iran.

 

 

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