RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 178 - Testo della
Trasmissione di venerdì 27 giugno 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Si celebra oggi la Giornata mondiale
di preghiera per la santificazione dei sacerdoti.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Oltre 700 religiosi al
Congresso missionario nazionale, che si svolge in questi giorni in Bolivia.
Proseguono in Iraq gli episodi di violenza: un soldato americano è stato ucciso ieri durante un’operazione di pattugliamento a Kufa.
Tre palestinesi ed un soldato israeliano sono morti oggi nel corso di un’incursione dell’esercito ebraico nel Sud di Gaza.
Il presidente del Consiglio Berlusconi ha presentato le linee guida del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea.
RADICALE CONVERSIONE,
DOCILE APERTURA ALLO SPIRITO SANTO,
ACCOGLIENZA
DEI FRATELLI. LE ESIGENZE DELLA SPIRITUALITÀ DELLA COMUNIONE
EVIDENZIATE
DAL PAPA ALL’UDIENZA CON I RESPONSABILI
DELLE UNIONI APOSTOLICHE DEL CLERO E DEI LAICI
- Servizio di Carla Cotignoli -
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“’Il Signore si serve di noi
come di torce’, perché la sua luce illumini”. “’Da noi dipende che molti non
rimangano nelle tenebre’”. E’ con questa citazione del santo Josè Maria Escrivà
de Balaguer che il Papa si è rivolto questa mattina ai responsabili a livello
internazionale dell’ Unione apostolica del Clero, nata in Francia nel 1862 e
dei rappresentanti della nascente Unione dei Laici, sorta solo 3 anni or sono.
A loro ha ricordato, nell’odierna Giornata mondiale di preghiera per la santificazione
del Clero, che “i santi sono i più efficaci evangelizzatori”.
Il Papa si è poi soffermato sul
tema del convegno nazionale promosso dall’Unione del Clero, in corso a
Sacrofano, nei pressi di Roma: “Nella Chiesa particolare al modo della
Comunione Trinitaria. La spiritualità diocesana è spiritualità di comunione”.
Il Santo Padre ha sottolineato che il mistero della Comunione Trinitaria è
l’alto modello di riferimento della comunione ecclesiale ed ha ricordato la
Novo Millennio Ineunte “la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia
è proprio questa: ‘fare della Chiesa, la casa e la scuola della comunione’”.
“Questo comporta in primo luogo – ha aggiunto – “promuovere ‘una spiritualità
della comunione’. Il Papa ne ha approfondito le esigenze: “radicale conversione
a Cristo”, “docile apertura all’azione del suo Spirito Santo”, e “accoglienza
sincera dei fratelli”.
“Nessuno si faccia illusioni –
ha aggiunto nella citata Lettera apostolica – senza questo cammino spirituale,
a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero
apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di
crescita”.
Oggi solennità del Sacro Cuore
di Gesù, il Papa ha concluso ricordando che il cammino spirituale che “ha la
sua sorgente nel “cuore del Redentore” da cui “possiamo attingere l’energia
spirituale indispensabile per irradiare nel mondo il suo amore e la sua gioia”.
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SACERDOTI UNITI QUOTIDIANAMENTE
ALL’AMORE DI DIO ATTRAVERSO L’EUCARISTIA, SACRAMENTO E MISTERO CHE TRASFORMA IL
MONDO.
SUSSIDIO
DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO,
IN
OCCASIONE DELLA ODIERNA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA
PER LA
SANTIFICAZIONE DEI SACERDOTI
- A cura di Alessandro De Carolis -
Santificarsi attraverso l’Eucaristia e, attraverso questo
sacramento, trasfigurare il mondo. E’ la doppia responsabilità che investe
quotidianamente ogni sacerdote e che proviene dal suo specifico ministero.
Nell’odierna solennità del Sacro Cuore, Giornata mondiale di preghiera per la
santificazione dei sacerdoti, la Congregazione per il Clero ha pubblicato un
sussidio ispirato dall’enciclica Ecclesia de Eucaristia. Al centro della
riflessione, il dicastero vaticano pone l’amore di Dio e sottolinea già nel
titolo il dover essere di tutti i sacerdoti: quello di vivere “inseparabilmente
uniti” all’amore divino. Nella sua enciclica, Giovanni Paolo II usa
l’espressione di “stupore eucaristico”, affermando che esso “deve invadere
sempre la Chiesa raccolta nella celebrazione eucaristica”. Ma in modo speciale,
aggiunge, “deve accompagnare il ministro dell’Eucaristia”.
Memoriale della Croce e sacrificio che rende presente non
solo il mistero della Passione e della Morte di Cristo, ma anche quello della
Risurrezione, il sacramento eucaristico è anche destinato, ad ogni sua
celebrazione, a risvegliare la coscienza dei cristiani, dei sacerdoti
soprattutto, e la loro “responsabilità verso un mondo che deve essere
trasformato, trasfigurato nell’Eucaristia” stessa. “Il
sacerdote - si legge nel documento vaticano - è investito della responsabilità
dell'edificazione di una nuova società in Cristo. Più particolarmente, ha la
possibilità di dare una testimonianza di fede nella presenza nuova scaturente
da ogni consacrazione che muta pane e vino in corpo e sangue del Signore”.
C’è poi
l’aspetto contemplativo, che l’enciclica papale collega in modo diretto
all’opera di trasformazione del mondo operata dalla potenza eucaristica. “Il
culto reso all'Eucaristia fuori della Messa - afferma il documento pontificio -
è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa”. Spetta ai pastori
“incoraggiare, anche con la testimonianza personale, il culto eucaristico”.
Qui, il sussidio della Congregazione per il Clero riporta l’esperienza
contemplativa che il Pontefice stesso racconta in un brano della sua enciclica.
Il Papa esorta a coltivare “l’arte della preghiera”, che per il sacerdote deve
divenire un bisogno: quello di “trattenersi a lungo, in spirituale
conversazione” davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento.
Gli
ultimi due paragrafi del sussidio pongono in rilievo il rapporto tra
l’Eucaristia e il sacerdozio ministeriale e quello dell’eucaristia e la
comunione ecclesiale. Nel primo ambito, ribadendo che il sacrificio eucaristico
“ha un bisogno assoluto del sacerdozio ministeriale”, si affrontano i problemi
di tipo ecumenico che la figura del ministro ordinato pone con le comunità
ecclesiali separate. Nel secondo ambito, l’Eucaristia viene vista nel
contributo che offre all’edificazione e alla crescita della Chiesa, raccolta
attorno ai suoi vescovi. Tale comunione, si conclude, ha apportato il frutto di
maggiore apertura in campo ecumenico, “dovuta al fatto che i fratelli orientali
sono più vicini alla Chiesa cattolica”.
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata il Santo Padre ha ricevuto il
cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini; il
cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, presidente della
Conferenza episcopale spagnola, con il seguito; mons. Pietro Sambi, arcivescovo
titolare di Belcastro, nunzio apostolico in Israele e Cipro, delegato apostolico
a Gerusalemme e in Palestina; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della
Congregazione per i vescovi; e due presuli della Conferenza episcopale indiana,
in visita “ad Limina Apostolorum”.
Il Papa ha inoltre nominato
stamani: ausiliare dell’arcidiocesi di Newark, negli Stati Uniti, padre Edgar
M. da Cunha, membro della Società Divine Vocazioni, parroco della “Saint
Michael the Archangel Parish” in Newark, assegnandogli la sede titolare
vescovile di Ucres; vescovo di Socorro y San Gil, in Colombia, mons. Ismael
Rueda Sierra, finora vescovo titolare di Buruni ed ausiliare di Cartagena in
Colombia; ausiliare dell’arcidiocesi di Nassau, nelle Bahamas, mons. Patrick
Pinder, vicario generale della medesima arcidiocesi, assegnandogli la sede
titolare vescovile di Case Calane.
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La
prima pagina si apre con la situazione in Medio Oriente: uccisi quattro palestinesi
in un raid israeliano a Gaza; secondo la Croce Rossa, sono oltre 3.000 i morti
nell'Intifada.
Allegato al giornale, un
inserto-tabloid con i discorsi, in lingua originale, pronunciati da Giovanni
Paolo II durante la visita pastorale in Bosnia ed Erzegovina.
Nelle vaticane, nel discorso
all'Unione Apostolica - per la Giornata Mondiale di preghiera per la
santificazione del Clero - il Papa ha sottolineato che si diviene esperti di
"spiritualità di comunione" grazie ad una radicale conversione a
Cristo.
Il discorso del cardinale
Angelo Sodano, a Bedonia, in ricordo del cardinale Agostino Casaroli, in
occasione del quinto anniversario della morte.
Una dettagliata nota sulle
celebrazioni, in Turchia, per il 25 anno di Pontificato del Santo Padre.
Gli articoli di Ettore Malnati
e di Manlio Sodi dedicati all'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia".
Nelle pagine estere, allarme
dell'Unicef per la condizione dell'infanzia in Iraq: dall'inizio del conflitto
è raddoppiato il numero dei bambini segnati dalla malnutrizione.
Liberia: non s'interrompe la
sanguinosa battaglia per il controllo della capitale Monrovia.
Nella pagina culturale, un
contributo di Angelo Mundula dal titolo "La fretta è nemica
dell'interiorità": riflessioni sulla società di oggi.
Nelle pagine italiane, in primo piano il tema
dell'immigrazione.
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27 giugno 2003
“TENDENZE
GLOBALI NELLE DROGHE ILLEGALI”: RAPPORTO DELL’ONU
SUL TRAFFICO DEGLI STUPEFACENTI. IN AUMENTO NEI PAESI RICCHI
IL CONSUMO DI SOSTANZE SINTETICHE
Per
affrontare le problematiche legate alla tossicodipendenza bisogna partire dal
dialogo all’interno delle famiglie, delle scuole e dei gruppi giovanili. Con lo
slogan “Droga: parliamone”, adottato dalla Giornata internazionale contro la droga
ed il traffico di stupefacenti, svoltasi ieri, le Nazioni Unite hanno invitato
a rimuovere i pregiudizi che impediscono il confronto con il doloroso problema.
L’Onu, in coincidenza della Giornata, ha pubblicato un rapporto sul traffico mondiale
di stupefacenti. Cala la produzione mondiale di cocaina, ma in Afghanistan, la
fine dell’operazione “Enduring freedom” ha permesso il vertiginoso aumento
della produzione di oppio. Con preoccupazione si regista la crescita dell’abuso
di droghe sintetiche. Matteo Ambu ha intervistato il direttore generale dell’Ufficio
dell’Onu contro la droga e la criminalità, l’italiano Antonio Maria Costa.
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R. – La preoccupazione maggiore in Europa è legata alla
coltivazione dell’oppio in Afghanistan e alle due grandi correnti di traffico
che legano noi europei all’Afghanistan e cioè la rotta tradizionale della seta
che passa attraverso il Pakistan, l’Iran, prosegue attraverso l’Iraq del nord e
la Turchia, e poi si sdoppia verso il Caucaso oppure verso i Balcani. La
seconda rotta è quella nuova, attraverso i Paesi dell’Asia centrale, le
Repubbliche un tempo dell’Unione Sovietica, la Russia meridionale, penetra la
Russia nella sua totalità come consumo, dalla Russia passa attraverso l’Ucraina
e l’Europa centrale per raggiungere l’Europa occidentale.
D. – Concretamente quali sono gli interventi che i governi
possono adottare per combattere la produzione ed il traffico di stupefacenti?
R. – La cosa più importante è aumentare la presenza dello
Stato, e perciò rafforzare le misure di sicurezza. Bisogna riportare lo Stato di
diritto o portare lo Stato di diritto là dove non c’è o non c’è mai stato, tipo
l’Afghanistan e la Birmania o, per quanto riguarda la cocaina, le zone della
Colombia, al momento sotto il controllo dei guerriglieri. C’è presenza di droga
in molti Paesi dell’Europa occidentale, perchè fondamentalmente l’Europa
occidentale non è protetta contro il traffico dell’Afghanistan. Ci sono
parecchie frontiere tra noi e l’Afghanistan, ma sono frontiere sguarnite. Ho
stupito i ministri degli Esteri del G8, qualche settimana addietro, a Parigi,
quando li ho invitati ad accompagnarmi a visitare un qualsiasi posto di
frontiera, che esiste tra noi e l’Afghanistan. E ho detto loro in maniera
piuttosto brutale: “Se venite con me vedrete: 3 mila camionisti in attesa di
transito, 3 mila prostitute, 3 poliziotti e un cane”. Se questa è una
protezione, Dio ci protegga.
D. – Cresce il consumo delle droghe sintetiche e cambiano
anche le modalità per contrastare la diffusione del nuovo tipo di droga ...
R. – Stiamo constatando un cambio epocale nel consumo di
droga. Siamo pronti? No. Le strutture di repressione non sono pronte, perchè
non hanno ancora capito quanto sia frammentato il traffico delle droghe
sintetiche. Per quanto riguarda i consumi non ci sono sistemi di prevenzione,
perchè non abbiamo ancora lanciato una politica di prevenzione, che è molto
difficile perchè viviamo in una società che si basa molto sulla chimica, sulle
pasticche: per dimagrire o per ingrassare, per dormire o per non dormire. C’è
un grado di accettabilità dell’uso della pillola che è drammatico e che rende
molto difficile la prevenzione.
D. – E’ realistico pensare di vincere la dura lotta contro
la diffusione della droga?
R. – Credo che la droga sia una delle debolezze più
vecchie dell’umanità. Il desiderio di uscire dal fisico per entrare nel
metafisico attraverso sostanze che alterano lo stato psicologico è vecchio come
l’umanità e non riusciremo mai a vincerlo. Dobbiamo attenuarne le conseguenze e
dobbiamo soprattutto fare in modo che, attraverso la prevenzione, ci sia meno
desiderio di cercare di uscire da se stessi attraverso alterazioni indotte
dalle sostanze chimiche.
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ALLA VIGILIA DELLA PRESIDENZA ITALIANA
DELL’UNIONE EUROPEA
AMNESTY
INTERNATIONAL SOLLECITA L’ITALIA AD IMPEGNARSI
PER IL PIENO RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN
EUROPEA
-
Intervista con Marco Bertotto -
I diritti umani in Europa. Su questo tema Amnesty
International nei giorni scorsi ha illustrato alla stampa, a Roma, un
memorandum indirizzato al premier Silvio Berlusconi alla vigilia del semestre
italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Per ricordare che la questione dei
diritti umani non è secondaria, ma anzi da porre al primo posto nei rapporti
dell’Unione con i Paesi terzi e all’interno dell’Unione stessa e per
sollecitare l’Italia ad impegnarsi in questo senso. Sulla situazione dei
diritti umani in Europa, Adriana Masotti ha sentito Marco Bertotto, presidente
della Sezione italiana di Amnesty International.
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R. – E’ evidente che l’Europa non è il Continente in cui
denunciamo le peggiori dittature, non è una situazione di allarme quella che
stiamo sollevando all’attenzione della Presidenza italiana e delle Istituzioni
europee, però c’è un problema di diritti umani violati anche in Europa. 13
Paesi su 15 figurano nel Rapporto annuale di Amnesty International. Le denunce
che noi abbiamo fatto riguardano, ad esempio, forme particolarmente gravi di
maltrattamenti da parte delle Forze dell’ordine, maltrattamenti che molto
spesso hanno come vittime persone vulnerabili, richiedenti asilo, stranieri,
minoranze, Rom ... C’è un problema di diritti umani violati nel sistema comune
europeo sull’immigrazione, il tema dell’asilo politico e del diritto d’asilo è
trattato in maniera approssimativa e soprattutto è trattato senza tener
presente quelle che sono le obbligazioni internazionali che l’Unione Europea
ha, che tutti i Paesi membri hanno, ed infine, c’è un problema legato al
commercio di armi, un problema che peraltro riguarda in maniera diretta anche
l’Italia. Molti situazioni di conflitti in Continenti come l’Africa e l’Asia
sono molto spesso alimentate e trovano origine dal commercio di armi che provengono
da Paesi dell’Unione Europea, Paesi del G8, che contribuiscono a creare
contesti di insicurezza, che poi provocano flussi di rifugiati, flussi di
immigrati che si avvicinano alle nostre coste e chiedono asilo e protezione.
D. – Amnesty International ha presentato un memorandum al
presidente Berlusconi, per costruire un’Europa dei diritti umani. Quali le
linee principali?
R. – Innanzitutto, che i diritti umani vengano praticati e
non soltanto predicati, soprattutto in tre ambiti. Le crisi internazionali:
l’Unione Europea deve giocare un ruolo diverso, più incisivo e deve considerare
prioritario il rispetto e la protezione dei diritti fondamentali, soprattutto
in una serie di crisi in cui denunciamo una mancanza di impatto dell’Unione
Europea, penso all’Afghanistan, alla Colombia, all’Iraq, al Medio Oriente, alla
Repubblica Democratica del Congo. La capacità di parlare di diritti umani è di
praticare i diritti umani nell’affrontare la guerra internazionale contro il
terrorismo e nell’affrontare le problematiche dell’immigrazione, e infine,
occuparsi di diritti umani non soltanto nelle relazioni con i Paesi terzi, ma
anche nella politica interna. C’è un problema di diritti violati anche nei
Paesi europei. Servono dei meccanismi di controllo che permettano alle
istituzioni europee di monitorare in maniera continuativa e in modo efficace ed
incisivo il rispetto dei diritti umani all’interno dei confini europei.
L’Europa fa dei discorsi importanti sui valori. Quando poi andiamo nella
pratica a misurare l’efficacia del lavoro dell’Unione Europea, ci rendiamo
conto che molte volte il dibattito si ferma a negoziati su questioni minori e
si preferisce dare la precedenza ad altre priorità economiche, strategiche,
politiche che hanno poco a che fare con i diritti umani.
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IL
TEMA DELL’IMMIGRAZIONE AL CENTRO DI ASPRE POLEMICHE IN ITALIA
-
Intervista con il vescovo Cosmo Ruppi -
La Chiesa non favorisce l’immigrazione clandestina, ma
richiama al rispetto della dignità degli immigrati e ricorda a chi vorrebbe
prenderli a cannonate che la vita umana è sacra. Lo ha precisato mons. Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti
in merito alle dichiarazioni offensive del capogruppo della Lega Nord, circa
l’assistenza della Chiesa e dei suoi organismi verso gli immigrati. Per
l’”Osservatore Romano” quello del parlamentare leghista è stato un intervento
sgangherato ed inconsistente fino all’assurdo. Ma sentiamo il commento di mons.
Cosmo Ruppi, vescovo di Lecce, al microfono di Stefano Leszczynski.
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R. - La Chiesa non polemizza mai con nessuno. Continua
l’opera di accoglienza. Sono più di 6 anni che noi a San Foca, a Lecce, nel
centro Regina Pacis, facciamo questa accoglienza ai profughi. Non ci
stancheremo di farla. Io spero che anche coloro che non condividono la fede
accolgano questo servizio all’uomo. La Chiesa non può chiudere le porte di
fronte a nessun immigrato, a nessun povero, perché gli immigrati, i poveri, i
diseredati appartengono alla Chiesa, credenti o non credenti.
D. – Le affermazioni della Lega, forse contribuiscono
addirittura ad esacerbare un clima che ha già provocato degli spiacevoli
episodi a Lecce …
R. – Mi auguro che le persone responsabili e soprattutto
gli uomini che appartengono al governo, vogliano riportare a più miti consigli
queste persone che parlano senza conoscere, a volte offendono la Chiesa e
offendono i poveri. Nessuno fermerà mai l’opera di accoglienza. Anche se ci
costerà qualche sacrificio, qualche sofferenza, andremo innanzi, perché abbiamo
alle spalle il Signore che ci spinge.
D. – Ecco, mons. Ruppi, due parole all’opinione pubblica per
spiegare chi sono queste persone che arrivano in Italia e quali sono i doveri
dei cattolici e dei cristiani nei loro confronti.
R. – Gli immigrati sono innanzitutto dei poveri. Sono dei
miserabili che lasciano la propria terra per disperazione. Vanno in cerca di
speranza e non possono essere gettati a mare, né essere fermati con i cannoni.
Fanno parte dell’umanità, sono la parte più sofferente ed è bene che l’opinione
pubblica si renda conto di come è assurdo volerli respingere a mare. Mai nessun
popolo civile, l’Italia è ancora un popolo civile, approverà mai un programma
politico di respingimento inconsulto e sconsiderato.
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LA
DANZA PROTAGONISTA NELLA SERATA INAUGURALE
DEL FESTIVAL DEI DUE MONDI A SPOLETO
Questa sera a Spoleto si alza il sipario sul Festival dei Due Mondi,
animato sin dalla fondazione dal compositore Giancarlo Menotti. Sempre più nel
segno della musica e della danza la 46.ma edizione, che si apre con un concerto
al Teatro Nuovo e lo spettacolo della Compagnia di danza israeliana di Ido
Tadmor al Teatro Romano. Cuore pulsante del cartellone, l’orchestra giovanile
della rinomata Juilliard School di New York. Per la lirica, domani la prima del
“Lohengrin” di Richard Wagner. Il servizio di A.V.:
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Il Teatro Nuovo e il piccolo Caio Melisso, l’imponente
Rocca Alburnoz, le piazze, ma anche le chiese, il duomo di Spoleto diventano
scena per il Festival dei Due Mondi. L’arcivescovo Riccardo Fontana:
“Nel duomo di Spoleto, fin dall’inizio del Festival, si è
sempre fatto largo spazio di espressione musicale conveniente; la musica è un
linguaggio del bello, un linguaggio che avvicina a Dio. Io vorrei che si
ricordasse il Maestro Menotti, autore di splendide musiche che cantano Dio e la
Madonna”.
Dalla Santa alla Bleecker Street alla Medium, da Amahl ad
un Oratorio come Martin’s Sly, Giancarlo Menotti continua la sua ricerca di
fede, amore e predestinazione. 16 anni dopo la regia del ‘Parsival’ di Wagner,
e il ‘Lohengrin’ a tentare il Maestro:
“Secondo me, Lohengrin è una favola, in fondo, che deve
avere una morale che può essere anche discutibile; per quello mi affascina,
perché come in tutte le opere di Wagner c’è un pro e un contro. Se uno pensa
all’antisemitismo di Wagner e poi scrive ‘Parsival’ che è un’opera sulla
compassione: Parsival è scacciato dal tempio perché non sente compassione.
Perciò, è una figura – quella di Wagner – molto affascinante, bisogna capire il
suo genio e anche la sua umanità”.
Pagine che, per il patrono della manifestazione, nascono da
un’intima convinzione:
“L’arte è la più grande prova dell’esistenza di Dio. Senza
quella che noi chiamiamo ‘l’ispirazione’, l’arte non esiste; noi non inventiamo
niente, facciamo semplicemente ciò che esiste già, ed è Dio che ci deve
guidare”.
E pure l’arte, spiega il Maestro, non è sollievo alla
sofferenza, perché è sofferenza essa stessa:
“E’ una ricerca angosciosa e difficile. Non è per caso che
i grandi compositori ed i grandi poeti non vivono mai molto a lungo”.
Affermazione smentita dalla baldanzosa longevità di
Giancarlo Menotti, prossimo ai 92 anni. “Nessuna età è di ostacolo ad una vita
perfetta”, ricordava Giovanni Paolo II il giorno del suo 83.mo compleanno:
“Bè, se io stessi meglio potrei fare molto di più. Dico
sempre: da giovane, uno lotta con il proprio corpo, da vecchi si lotta contro
il proprio corpo!”.
Gli
spettatori della 46.ma edizione del Festival sono accolti da un manifesto
drammatico. Autore, il norvegese Odd Nerdrum:
“Secondo me, esprime un po’ quello che sentiamo tutti in
questo momento. Siamo tutti stati feriti dalla guerra, dal terrorismo, dalla
mancanza di fede, stiamo per gridare aiuto, abbiamo la bocca aperta, pronti per
un grido”.
(musica)
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27 giugno 2003
76
LAICI PORTORICANI SONO STATI INVIATI IN MISSIONE “AD GENTES”
NELL’AMBITO
DEL PROGETTO “ESTATE MISSIONARIA”:
SI
RECHERANNO IN OTTO PAESI DEL CENTRO E SUD AMERICA
SAN
JUAN DE PUERTO RICO. = 76 laici e laiche, provenienti dalle 5 diocesi che
formano la provincia ecclesiastica di Porto Rico (22 dall’arcidiocesi di San
Juan de Puerto Rico, 10 dalla diocesi di Arecibo, 26 da Mayaguez, 5 da Ponce e
13 da Caguas) sono stati inviati in missione “ad gentes”. La celebrazione per
l’invio missionario, che ha riunito un grande numero di persone, è stata
presieduta dal vescovo di Caguas, mons. Rubén Antonio Gonzàles Medina, nel
duomo della diocesi dedicato al “dolce nome di Gesù”. I laici missionari
portoricani sono stati inviati quest’anno a Cuba, El Salvador, Repubblica
Dominicana, Ecuador, Honduras, Messico, Nicaragua e Perù, oltre all’interno
della stessa isola caraibica, laddove ce ne fosse bisogno. Sono 17 anni che la
direzione nazionale delle Pontificie opere missionarie, tramite l’Opera di
propagazione della fede, è impegnata nel campo dell’informazione, della
formazione e della spiritualità missionaria, per un’adeguata preparazione di
coloro che saranno inviati nell’ambito del programma chiamato “estate
missionaria”. (M.D.)
FORMAZIONE
A DISTANZA SUL FENOMENO RELIGIOSO. AVRÁ SEGUITO IN OTTOBRE,
CON
ULTERIORI APPROFONDIMENTI, IL CORSO ON-LINE ORGANIZZATO DAL CENTRO
DI
CONSULENZA SU SETTE, RELIGIONI E SPIRITUALITÁ CHE SI CONCLUDE A LUGLIO
ROMA. =
Avrà presto un seguito il Progetto di formazione a distanza sul fenomeno religioso
in Italia, organizzato dal Centro di consulenza on-line su sette, religioni e
spiritualità (Srs), in collaborazione con il Centro studi sulle nuove religioni
(Cesnur). Il corso, aconfessionale e primo in Europa nel suo genere, si concluderà
il 2 luglio prossimo e vede la partecipazione, in qualità di docenti, di
diversi esperti del settore, fra i quali il direttore del Cesnur Massimo
Introvigne. Fra i partecipanti vi sono numerosi insegnanti di religione
cattolica, laici impegnati nella pastorale ma anche persone non cristiane
interessate ad approfondire il fenomeno religioso. Le modalità tecniche di
apprendimento prevedono moduli standard di formazione da scaricare dalla Rete
ogni quindici giorni, forum con domande agli esperti e chat-line in ore serali.
Data il buon riscontro ricevuto dai corsisti, una seconda edizione del Corso
partirà il 2 ottobre 2003 e ad esso saranno affiancati altri quattro progetti
monografici on-line su islam, testimoni di Geova, satanismo e new age. Le
informazioni utili sono disponibili attraverso il sito internet www.corsiweb.org (M.D.)
IL
CANCRO MIETE TROPPE VITTIME NEL PAESI DEL TERZO MONDO PER LA MANCANZA
DI
ATTREZZATURE SPECIFICHE. L’AGENZIA
DELL’ONU PER L’ENERGIA NUCLEARE (AIEA) AVVERTE:
“CON
LA RADIOTERAPIA MOLTI MALATI POTREBBERO SALVARSI”
VIENNA.
= La mancanza di strutture necessarie per terapie a base di radiazioni causa
ogni anno milioni di morti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Questo è
uno dei risultati che emergono da uno studio condotto dall’agenzia dell’Onu per
l’energia nucleare (Aiea). “Almeno il 50 per cento delle vittime del cancro –
ha affermato il direttore della Aiea Mohamed El Baradei, presentando ieri a
Vienna i contenuti del rapporto – potrebbe trarre vantaggi da una radioterapia,
per distruggere tumori maligni. Ma molti Paesi non hanno né apparecchiature a
sufficienza, né medici e neppure altro personale addestrato per questo lavoro”.
Nei Paesi in via di sviluppo, ove vive l’85 per cento della popolazione
mondiale, sono presenti 2.200 macchine per radiazioni, mentre in quelli industrializzati
sono circa 4.500. In una Nazione di 60 milioni di abitanti come l’Etiopia, è a
disposizione un solo apparecchio, mentre in altri 15 Paesi africani nemmeno
uno. Negli Stati industrializzati, invece, c’è una struttura per trattare i
tumori ogni 250 mila abitanti. Per attrezzare i Paesi in via di sviluppo,
calcola l’Aiea, occorrerebbero più di due miliardi di euro. Secondo stime
dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), nel 2020 i morti per cancro
ogni anno saranno dieci milioni, rispetto ai sei milioni attuali. Due terzi dei
decessi saranno nei Paesi del cosiddetto terzo e quarto mondo. (M.D.)
UN
PROGETTO UNICEF PER AUMENTARE LA SCOLARIZZAZIONE FEMMINILE.
IN 25
PAESI DELL’AFRICA CENTRALE E OCCIDENTALE SI CERCHERÁ DI ELIMINARE
LE DISPARITÁ
DI ISTRUZIONE FRA I SESSI ENTRO IL 2005
OUAGADOUGOU.
= “25 nel 2005”. Questo è il nome del progetto dell’Agenzia per l’infanzia
delle Nazioni Unite (Unicef), presentato in settimana a Ouagadougou, nel
Burkina Faso, che si prefigge di aumentare la presenza scolastica femminile in
25 nazioni dell’Africa centrale e occidentale entro il 2005. L’iniziativa nasce
come risposta alle notevoli difficoltà sociali ed economiche che hanno finora
pregiudicato la possibilità di un’istruzione di base generalizzata in Nigeria,
Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Chad, Burkina Faso,
Mali, Benin e Guinea. In Burkina Faso, ad esempio, secondo l’Unicef, le bambine
che ricevono un’istruzione primaria sono il 28 per cento contro il 41 dei loro
coetanei maschi, mentre in Nigeria, dove le differenze fra i sessi non sono
così elevate, solamente un terzo dei bambini frequentano la scuola. I promotori
sperano che, in prospettiva, questo progetto di educazione scolastica possa
comportare anche un miglioramento nella presa di coscienza su altri gravi
problemi del continente nero. Una maggiore istruzione potrebbe infatti portare
ad una migliore cura della persona, ad una diminuzione della mortalità
infantile nonché ad una più efficace protezione con il virus dell’Hiv.
(M.D.)
I
RELIGIOSI AFRICANI SI AVVIANO VERSO LA COSTITUZIONE DI UNA CONFERENZA
CONTINENTALE. RIUNITI IN LUGLIO A NAIROBI, SI
CONFRONTERANNO SULLE SFIDE
CHE L’AFRICA PONE ALLA CHIESA E SU COME
MIGLIORARE
LA COLLABORAZIONE CON I VESCOVI E LE DIOCESI
NAIROBI.
= Rendere reale e visibile l’apporto dei religiosi e migliorare la collaborazione
con tutti i componenti della Chiesa. Con questi obiettivi si incontreranno, dal
7 all’11 luglio, a Nairobi, in Kenya, i presidenti e i delegati delle 36
Conferenze nazionali dei religiosi e delle religiose dell’Africa. In
particolare, verrà discussa l’ipotesi di una Conferenza continentale dei
religiosi, per studiare attentamente le sfide che l’Africa pone alla vita
consacrata e per dialogare nella maniera più efficace con la Conferenza
continentale dei vescovi e con gli organismi internazionali. Alla preparazione
di questo progetto ha lavorato in questi mesi uno speciale comitato, denominato
“Incontro per la collaborazione africana” (Ica), presieduto da padre François
Richard, superiore generale dei missionari d’Africa. Dell’Ica fanno inoltre
parte rappresentanti dell’Unione dei superiori generali (Usg) e dell’Unione
internazionale dei superiori generali (Uisg), in dialogo con il Simposio delle
Conferenze episcopali d’Africa. (M.D.)
OLTRE
700 RELIGIOSI AL CONGRESSO MISSIONARIO NAZIONALE, CHE SI SVOLGE
IN
QUESTI GIORNI IN BOLIVIA. NUOVE SFIDE E RUOLO DEI LAICI
FRA
GLI ARGOMENTI TRATTATI NEI DIBATTITI
LA PAZ.
= Oltre 700 missionari, di diverse Congregazioni religiose, stanno partecipando
in questi giorni, in Bolivia, al quarto Congresso missionario nazionale,
presieduto dall’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, cardinale Julio
Terrazas. Nel corso dei dibattiti si è posto l’accento soprattutto sulle nuove
sfide e sull’allargamento dell’esperienza missionaria anche ai laici. Nel corso
della Messa di apertura, l’arcivescovo ha chiesto ai religiosi di ampliare il
loro raggio d’azione, proponendo il messaggio del Vangelo all’America, al mondo
intero, con un’attenzione anche a coloro che non vogliono ascoltarlo. (M.D.)
IL
CARDINALE KIM SOU-HWAN CHIEDE L’ABBANDONO DEL PROGRAMMA NUCLEARE
DI
PYONGYANG ED INVITA I CATTOLICI SUD COREANI
AD
AIUTARE LA POPOLAZIONE DEL NORD
DORASAN.
= L’arcivescovo emerito di Seoul, il cardinale Stephen Kim Sou-hwan chiede alle
autorità della Corea del Nord di abbandonare il proprio programma militare
nucleare. Parlando nel corso di una celebrazione vicino alla zona
smilitarizzata, che separa i due Stati della penisola coreana, il porporato ha
anche invitato gli abitanti del Sud ad offrire assistenza alla popolazione del
Nord, come modalità concreta di promozione di unità. “La Corea del Nord spaventa
il mondo con le armi atomiche e impedisce la pace e la riconciliazione
nazionale”, ha affermato il cardinale davanti a 5 mila cattolici presso la
stazione dei treni di Dorasan. Il porporato ha anche aggiunto che la fede
cristiana richiede di aiutare coloro che sono nella sofferenza e nel bisogno. (M.D.)
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27 giugno 2003
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
Iniziamo con l’Iraq, dove purtroppo prosegue la drammatica
scia di violenza. Un soldato americano è stato ucciso, ieri, durante
un’operazione di pattugliamento a Kufa, a 130 km a Sud dalla capitale Baghdad.
“L'attacco - ha detto il maggiore Rick Hall del terzo battaglione del settimo
reggimento dei marine - è veramente inconsueto, perché la situazione tra Kufa e
Najaf, una delle città sante sciite, è generalmente calma”. Prosegue intanto il
dibattito sulle armi di distruzione di massa. Secondo l’agenzia dell’Onu per
l'energia nucleare (Aiea), l’Iraq non sviluppa programmi atomici dal 1991. Il
servizio di Paolo Mastrolilli:
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Il primo attacco di ieri è avvenuto sulla strada che
collega l’aeroporto di Baghdad alla capitale: una bomba è esplosa mentre
passava un convoglio, uccidendo un militare e ferendone un altro. Nelle stesse
ore un altro gruppo di mezzi è stato attaccato nella zona occidentale della città.
I due tecnici iracheni del sistema elettrico sono morti. Nel pomeriggio poi un
soldato delle forze speciali è stato ucciso e otto sono rimasti feriti nel
corso di un’operazione a sud di Baghdad. A questi scontri, ieri, si è aggiunta
la scomparsa di due soldati americani nella città di Balad, a Nord di Baghdad.
I militari erano ad un posto di blocco con il loro mezzo e le armi, e nel luogo
del presunto rapimento le forze di occupazione hanno trovato tracce di sangue.
Il comando centrale americano ripete che si tratta di attacchi casuali, ma la
tv araba Al Jazeera ha mandato in onda le rivendicazioni di quei gruppi che
hanno promesso di continuare ad uccidere i soldati degli Stati Uniti.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli:
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Nella sua visita di Stato in Gran Bretagna il presidente
russo, Vladimir Putin, ha chiesto ieri un maggiore coinvolgimento delle Nazioni
Unite nella ricostruzione dell’Iraq. Nell’incontro con il primo ministro
britannico, Tony Blair, si è parlato anche di Iran, Kashmir e Cecenia. La
Russia e la Gran Bretagna hanno inoltre firmato ieri, a Londra, un accordo di
cooperazione per la costruzione di un gasdotto destinato a rifornire il mercato
britannico di gas russo.
Spostiamoci in Medio Oriente, dove tre militanti
palestinesi e un soldato israeliano sono rimasti uccisi, stamani, durante
un’incursione dell’esercito ebraico nell’area meridionale di Gaza. Le due parti
avrebbero comunque raggiunto un accordo “sul ritiro immediato” delle truppe
israeliane dal Nord della Striscia di Gaza e dalla città di Betlemme; lo
afferma un’alta fonte della sicurezza palestinese. Ascoltiamo il servizio di
Graziano Motta:
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Ancora uno scontro a fuoco a Gaza. Questa mattina militari
israeliani impegnati nella cattura di un esponente di Hamas sono stati
contrastati da guerriglieri palestinesi e ne hanno uccisi tre. Un soldato
israeliano è stato invece ferito da altri guerriglieri nei pressi di un
insediamento di Netsarin. A Nord di Tel Aviv, presso la linea di separazione
con la Cisgiordania, due palestinesi, che tentavano di infiltrarsi in
territorio israeliano per compiervi un attentato, sono stati uccisi da guardie
di frontiera e due loro complici catturati. Poco prima, nella stessa zona, un
tecnico della compagnia telefonica israeliana è stato ucciso da un palestinese
di 15 anni, militante delle brigate Al Aqsa. A questo scenario di persistente
violenza dovrebbe porre fine la tregua che le organizzazioni della rivolta avrebbero
già deciso, e Arafat ratificato, e che – lo scrive questa mattina il giornale
“Al-Ayam”, organo dell’autorità palestinese – sarà annunciato domenica mattina,
poche ore dopo l’arrivo a Gerusalemme di Condoleeza Rice, consigliere di Bush
per la sicurezza nazionale.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.
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Restiamo in Medio Oriente, dove è atteso oggi, a Beirut,
l'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, lo svedese
Terje Larsen, per la prima tappa di una missione che lo porterà anche a
Damasco, Amman e Il Cairo. Secondo fonti diplomatiche citate dai giornali
libanesi, Kofi Annan sarebbe favorevole al cosiddetto “principio di simmetria”'
in base al quale i risvolti politici, umanitari e di sicurezza della ‘road
map’, l’itinerario di pace che prevede l’istituzione di uno Stato palestinese
nel 2005, devono andare avanti di pari
passo.
Prosegue il dibattito sul fenomeno
del terrorismo. Secondo un recente rapporto dell’Onu, Al Qaida costituisce
ancora oggi “una significativa minaccia contro la pace e la sicurezza, ma non
ha legami in Iraq”. Intanto, il presidente afgano Karzai ha detto che Bin Laden
è probabilmente vivo e si nasconde in una zona del Paese al confine con il
Pakistan.
Trasferiamoci in Arabia Saudita,
dove ieri una delle menti dell’attentato terroristico di Riad, che lo scorso 12
maggio ha causato la morte di 35 persone, si è consegnata alle autorità locali.
L’uomo, il saudita Said Al-Faqassi al-Ghamdi, verrà giudicato in base alla
Sharia, la legge islamica. La giustizia terrà conto del fatto che si è arreso.
“Le condizioni di detenzione dei prigionieri in
Afghanistan e nel carcere americano di Guantanamo, nell’isola di Cuba, sono
inaccettabili”. E’ quanto è emerso, ieri, nel corso dell’Assemblea parlamentare
del Consiglio d’Europa, che ha invitato gli Stati Uniti a trattare i detenuti
secondo i canoni del diritto internazionale.
Cambiamo
argomento e andiamo in Italia, dove il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, ha presentato ieri in Parlamento le linee guida del semestre di
presidenza italiana dell’Unione europea, che inizierà martedì prossimo. Tra le
priorità, il rilancio dell’economia e la cooperazione con i Paesi vicini. Ce ne
parla Giampiero Guadagni:
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Il premier Berlusconi ha messo ieri l’accento sulla piena
partecipazione all’Unione Europea dei 10 nuovi Stati membri e sulla definizione
di una tabella di marcia per Romania e Bulgaria. Ma in agenda ci sarà anche il
rilancio delle relazioni tra Europa e Stati Uniti e la Conferenza di pace per
il Medio Oriente. Berlusconi ha annunciato che il premier palestinese, Abu
Mazen, verrà in Italia per la sua prima visita fuori dalla Palestina dal 15 al
25 di luglio. Berlusconi ha chiesto al Parlamento di lavorare insieme per la
buona riuscita del semestre. Ma intanto il premier deve ricucire i rapporti
nella sua maggioranza, dopo lo strappo della Lega con il ministro dell’Interno,
Pisanu, sul nodo immigrazione. Nella serata di ieri un incontro con Bossi e
Pisanu ha sancito una tregua e il premier ha fatto sapere che l’Italia sta per
firmare un accordo con la Libia per l’invio a Tripoli di soldati italiani per
contrastare l’immigrazione clandestina.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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Spostiamoci in Liberia, dove l’esecutivo di Monrovia ha
rifiutato la richiesta del presidente americano, George Bush, che ha invitato
il Capo di Stato africano, Taylor, a cedere il potere per evitare un nuovo
bagno di sangue. La Casa Bianca ha inoltre ribadito il proprio appoggio alla
tregua firmata nei giorni scorsi, in Ghana, tra il governo di Monrovia ed i
ribelli.
Restiamo in Africa, dove è stata prorogata di un mese,
nella Repubblica Democratica del Congo, la missione di pace dell’Onu. Lo ha
deciso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha auspicato, la rapida
formazione di un governo di transizione. Giunti ieri, nella capitale Kinshasa,
i mediatori sudafricani, quelli dell’U-nione europea e delle Nazioni Unite.
Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato 4.000
persone durante le recenti manifestazioni contro l’esecutivo di Teheran. Lo ha
detto oggi il procuratore generale dell'Iran.
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