RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 175 - Testo della Trasmissione di martedì 24 giugno 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Inaugurato da Giovanni Paolo II un busto marmoreo di Paolo VI, nell’atrio dell’Aula delle udienze che porta il nome di Papa Montini. Con noi, lo scultore Floriano Boldini.

 

In udienza dal Papa frà Andrew Bertie, principe e gran maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, antica istituzione votata all’esercizio della carità cristiana.

 

Presentato in Sala Stampa il nuovo sito web dei Musei Vaticani: intervista con il direttore Francesco Buranelli.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Appello dell’Onu per altri aiuti all’Iraq, dove si aggrava la situazione umanitaria. La testimonianza del nunzio apostolico a Baghdad, mons. Fernando Filoni.

 

La tragica situazione di tanti bambini africani, vittime di malnutrizione e malattie. Un concreto aiuto dalle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù. Un appello alla solidarietà da suor Marisa Mazzeo, missionaria in Guinea Bissau.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La testimonianza dei cristiani in Europa, tema della 12.ma Assemblea della Kek, organismo delle Chiese cristiane di tradizione ortodossa, protestante e anglicana, dal 26 giugno a Trondheim, in Norvegia.

 

Un’altra notte all’addiaccio per migliaia di bambini a Gulu, in Uganda. Anche l’arcivescovo, in segno di solidarietà, scende a dormire in strada.

 

Una giornata di preghiera al confine tra Nord e Sud Corea, per il perdono e la riconciliazione tra i due Stati della penisola.

 

Nelle isole Molucche la pacificazione compie passi avanti. A più di un anno dagli accordi di Malino, cristiani e musulmani mostrano buona volontà nel dialogo.

 

“Nella tutela dei minori una tv di qualità è più efficace dei bollini”: questo l’argomento al centro dell’Agorà 2003, il summit mediterraneo sui media per bambini, promosso a Bologna da Raisat.

 

24 ORE NEL MONDO:

Proseguono in Medio Oriente le operazioni di rastrellamento israeliani. Sabato l’arrivo del Consigliere per la sicurezza americano, Condoleeza Rice, per rilanciare il processo di pace.

 

Ultimo appello del mullah Omar, leader dell’ex regime talebano in Afghanistan: ‘Sacrificatevi per liberare il Paese’.

 

Un nuovo accordo tra India e Cina rilancia le relazioni tra i due colossi dell’Asia.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 giugno 2003

 

 

INAUGURATO DAL PAPA IL BUSTO MARMOREO DI PAOLO VI

NELL’ATRIO DELL’AULA DELLE UDIENZE

- Con noi, lo scultore Floriano Boldini -

 

Dinanzi a una folta presenza di cardinali, sacerdoti, religiose e laici, tra cui il senatore Giulio Andreotti, questa mattina Giovanni Paolo II nell’atrio dell’aula Paolo VI, ha inaugurato e benedetto il busto marmoreo del Servo di Dio, Papa Montini. L’opera è stata realizzata dallo scultore Floriano Boldini, in occasione del 40.mo anniversario dell’elezione al pontificato di Papa Paolo VI e nel 25.mo della sua morte, avvenuta il 6 agosto 1978. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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“Preghiamo il Signore perché conceda al suo Servo fedele la meritata ricompensa; preghiamo inoltre perché anche noi – come lui – possiamo operare instancabilmente per il Regno di Dio; ci aiuti Maria, che al termine del Concilio Vaticano II Paolo VI proclamò ‘Madre della Chiesa’”.

 

Così Giovanni Paolo II rivolgendosi a quanti, questa mattina, sono intervenuti nell’Aula Paolo VI per l’inaugurazione del busto marmoreo raffigurante Papa Montini. Scolpita da Floriano Boldini l’opera, come detto ai nostri microfoni dallo stesso artista, racchiude lo spirito di un Papa profondamente umile nel suo approccio con le persone.

 

R. – Il busto è una scultura abbastanza legata al carattere di Paolo VI; anche la frase che lui dice: ‘Non voglio monumenti’, è stata fatta a ricordo della sua opera, ossia della costruzione dell’Aula Nervi voluta intensamente. Però, non è né retorico né encomiastico. E’ una scultura piena di poesia e di spiritualità. Non ho voluto dare somma importanza al gesto, ma un gesto poetico, una mano verso la gente che entra e l’altra mostra la croce che è in acciaio: importante è l’acciaio. Prima di tutto, perché le alte colonne di Nervi sono in acciaio, e poi perché l’acciaio è una qualità molto forte del metallo.

 

D. – Lei ha realizzato altre raffigurazioni di questo Papa. Quali sono le differenze tra esse?

 

R. – Una che ho fatto per me stesso, come grande ritratto ad un grande personaggio che è quella che ho fatto di legno, la prima, che è nei Musei Vaticani; poi, la seconda, è quella del Sacro Monte di Varese, poi c’è quella nel Duomo di Milano, sulla parete di fianco all’altare. Questa è come un uomo che ama una cosa ed è nella sua cosa che lui è armato, mentre le altre sono portate in situazioni diverse.

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IN UDIENZA DAL PAPA, FRA’ ANDREW BERTIE, PRINCIPE E GRAN MAESTRO

DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA, ACCOMPAGNATO DAL SEGUITO

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Difesa della fede e servizio ai sofferenti: questa la missione dell’Ordine di Malta, che oggi si propaga attraverso l’opera di 10 mila membri, cavalieri e dame, per lo più laici, votati all’esercizio della virtù e della carità cristiana, insieme ad alcuni frati professi, coadiuvati da 80 mila volontari impegnati per massima parte nei Corpi di soccorso e nei Servizi di ambulanza e da 11 mila dipendenti, molti dei quali medici e paramedici.

 

Tra i più antichi Ordini religiosi cattolici, affonda le sue origini in un una comunità monastica intitolata a San Giovanni Battista, sorta a Gerusalemme intorno all’anno 1050 per offrire assistenza ai pellegrini di ogni fede e razza in Terra Santa. Nel 1113 arrivò poi il riconoscimento di Papa Pasquale II e dopo alterne vicende l’Ordine si stabilì a Malta, da cui prese il nome, fin quando nel 1798 fu costretto da Napoleone Bonaparte ad abbandonare l’Isola, emigrando in varie città italiane per poi giungere a Roma nel 1834, dove gode di extraterritorialità nelle due sedi di Palazzo di Malta e Villa Malta. Ordine militare, di cui oggi mantiene solo la tradizione e Ordine cavalleresco, cui si accede oggi non più tramite famiglie cavalleresche e nobili ma per meriti acquisiti nei confronti della Chiesa e dell’Ordine.

 

Ente di diritto internazionale, riconosciuto dall’Onu, è presente direttamente in 54 Paesi ed opera in 110 nel campo dell’assistenza sanitaria: gestisce ospedali, presidi medici, istituti per anziani e disabili, centri per i malati terminali, dirige reparti di volontari nei servizi sociali, di pronto soccorso e prima emergenza, è in prima linea nell’offrire aiuto nei casi di calamità naturali e nei conflitti armati. L’Ordine ha un governo presieduto dal Gran Maestro, eletto a vita dal Sovrano Consiglio tra i cavalieri professi, ha una magistratura indipendente, rapporti diplomatici con 92 Stati, rilascia passaporti, emette francobolli e batte moneta.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE DI NUNZIATURA

 

Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto tre vescovi della Conferenza Episcopale dell’India, in visita “ad Limina”.

 

Il Papa ha nominato nunzio apostolico in Libia l’arcivescovo spagnolo mons. Félix del Blanco Prieto, attuale nunzio apostolico in Malta.

 

Il Pontefice ha inoltre nominato nunzio apostolico in Timor Orientale l’arcivescovo italiano mons. Renzo Fratini, attuale nunzio apostolico in Indonesia.

 

 

LA BELLEZZA SENZA TEMPO DEI CAPOLAVORI DEI MUSEI VATICANI

SBARCA SU INTERNET. PRESENTATO OGGI

IN SALA STAMPA VATICANA IL NUOVO SITO WEB.

INTERVISTA CON FRANCESCO BURANELLI

- Servizio di Paolo Ondarza -

 

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(musica)

 

I tesori dei Musei Vaticani varcano la soglia telematica di internet. Da oggi i navigatori, più o meno esperti della rete, potranno usufruire di un ampio spazio di oltre 3200 pagine convenzionali di testo, 800 elementi grafici, 165 immagini ad alta risoluzione, per conoscere ed accedere alla complessa realtà di queste collezioni d’arte che hanno ormai cinque secoli di vita e che ogni anno sono meta di oltre tre milioni di visitatori. Un lavoro che risponde pienamente alla funzione indicata dal Santo Padre in occasione dell’inaugurazione del nuovo ingresso dei Musei Vaticani: “Esprimere la rinnovata volontà della Chiesa di dialogare con l’umanità nel segno dell’arte e della cultura, ponendo a disposizione di tutti il patrimonio affidatole dalla storia”.

 

 Le più moderne tecnologie del settore, adoperate per la realizzazione del portale, hanno contribuito alla creazione di uno strumento di agile consultazione ma, al tempo stesso, scientificamente e didatticamente valido, che può essere posto sullo stesso piano di quelli elaborati dalle altre grandi istituzioni mussali. Per fornire una esauriente descrizione storico artistica che fosse al tempo stesso didatticamente valida, per capolavori universalmente riconosciuti ci si è avvalsi di sofisticate elaborazioni grafiche, anche tridimensionali, grazie a cui è possibile passare con immediatezza e facilità da una sezione all’altra. Di grande utilità è la possibilità di un immediato rimando ai testi biblici, gli stessi che ispirarono il pennello e lo scalpello dei grandi maestri del passato.

 

Il sito web è stato presentato stamani nella Sala Stampa Vaticana alla presenza tra gli altri del cardinale Edmund Casimir Szoka presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; di mons. Claudio Maria Celli, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, e del dott. Francesco Buranelli, direttore dei Musei dello Stato della Città del Vaticano. A lui chiediamo informazioni sul nuovo portale.

 

R. - Si potranno fare delle visite virtuali in ben 5 lingue. Non solo in italiano ma anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo; sarà quindi facilmente accessibile da qualunque persona, di qualunque età, cultura, lingua e anche religione.

 

D. – La struttura del sito prenderà in esame tutte le varie sezioni dei Musei?

 

R. – La struttura del sito permetterà al visitatore virtuale di avere tutte le nozioni più importanti per accedere alle collezioni. I Musei Vaticani hanno nel proprio percorso di visita uno dei settori più importanti del Palazzo Apostolico: la Cappella Nicolina affrescata dal Beato Angelico, l’appartamento Borgia decorato da Pinturicchio, le Stanze dipinte da Raffaello e naturalmente la Cappella Sistina con gli affreschi sia dei maestri umbro-toscani del ‘400 che di Michelangelo.

 

D. – Dott. Buranelli a conclusione di questa fatica, qual è il suo commento?

 

R. – Un commento spero di ascoltarlo presto da chi navigherà in internet. Da parte mia non posso che rivolgere un invito a visitarlo, non appena disponibile sulla rete dal sito www.vatican.va, e a farci giungere presto i commenti. Non me la sento di esprimere un mio giudizio, sarebbe troppo di parte.

 

(musica)

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con la situazione in Medio Oriente: Hamas più vicina ad una tregua, ma Israele chiede il disarmo completo. 

Sempre in prima, riguardo all’Iraq, le Nazioni Unite hanno formulato un nuovo appello per sollecitare l’invio di aiuti alimentari. 

 

Nelle vaticane, le parole di Giovanni Paolo II in occasione della benedizione e dell’inaugurazione, in Vaticano, del busto marmoreo di Paolo VI, a 40 anni dall’elezione alla Cattedra di Pietro e a 25 dalla morte.

Gli articoli di Thomas Norris e di Enrico Dal Covolo dedicati all’Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”.

 

Nelle pagine estere, l’intervento della Santa Sede alla 91.ma Conferenza internazionale del Lavoro. 

Cina-India: firmati nove accordi di cooperazione.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Pelliccioni sulle imprese di Roald Amundsen a 75 anni dalla morte.

Per la rubrica dell’“Osservatore Libri”, un approfondito contributo di Angelo Marchesi sul “Preludio alla teologia” di Klaus Hemmerle, edito da Città Nuova.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano sempre il tema dell’immigrazione. Al riguardo “il parere di un Pastore impegnato in prima linea”, l’arcivescovo di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi: “La Chiesa continuerà a fare dell’accoglienza la sua ragion d'essere”.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 giugno 2003

 

 

SI AGGRAVA LA SITUAZIONE UMANITARIA IN IRAQ:

L’ONU INVOCA ALTRI AIUTI PER LE NECESSITA’ URGENTI DELLA POPOLAZIONE

 

- La testimonianza del nunzio apostolico a Baghdad, mons. Fernando Filoni -

 

La Casa Bianca non smentisce: il bombardamento della settimana scorsa su un convoglio iracheno al confine con la Siria mirava probabilmente a bloccare la fuga di Saddam Hussein. Ma solo gli esami del Dna delle vittime, già iniziati, potranno dire se tra loro si trovi anche l’ex dittatore. In Iraq, intanto, si aggrava la situazione sul fronte umanitario: Louise Frechette, vicesegretario generale dell’Onu, ha lanciato ieri un appello per l’aumento degli aiuti. Da New York, Paolo Mastrolilli:

 

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Molte previsioni riguardo alle conseguenze umanitarie della guerra in Iraq non si sono realizzate, ma il conflitto ha provocato comunque una serie di urgenti esigenze. Lo ha detto ieri il vice segretario generale dell’Onu, Louise Frechette, lanciando al Palazzo di Vetro un appello per l’aumento degli aiuti. A marzo, le Nazioni Unite avevano chiesto due miliardi e 200 milioni di dollari per gestire le operazioni di soccorso fino alla fine dell’anno, ma ora il totale è salito di altri 259 milioni, soprattutto a causa dei saccheggi e della distruzione di molte strutture pubbliche. Oggi l’Onu ospiterà una nuova riunione per discutere le esigenze con i potenziali donatori. La Frechette ha detto che il Palazzo di Vetro spera di completare la fase dell’assistenza umanitaria entro la fine dell’anno, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l’autorità provvisoria delle forze occupanti riesca a ristabilire le istituzioni locali affinché possano occuparsi della popolazione.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Ma a livello umanitario quali sono le maggiori necessità per la popolazione irachena? Roberto Piermarini lo ha chiesto al nunzio apostolico a Baghdad, mons. Fernando Filoni:

 

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R. – Il problema maggiore per la gente è costituito dalla mancanza di lavoro perché gli uffici ancora non sono aperti, ovviamente le industrie e le fabbriche e la maggior parte dei commerci non lavorano bene oppure sono inesistenti. Quindi, il primo problema per la gente è il lavoro e quindi anche la responsabilità di dover mantenere la famiglia perché, non essendoci entrate, hanno questa necessità di avere quanto prima la possibilità di lavorare. Il secondo è costituito dalla sicurezza, che in certi momenti diventa anche il primo perché senza la sicurezza la gente non riesce ad uscire di casa, non riesce a muoversi, e poi ci sono i problemi relativi all’elettricità, perché viene distribuita ancora a singhiozzi. Ci sono momenti durante la giornata, durante la notte, in cui viene interrotta e poi insieme all’elettricità anche la distribuzione dell’acqua. L’acqua dipende anche dalla mancanza di elettricità perché non può salire nei piani alti delle case e quindi le parti alte non riescono ad approvvigionarsi di acqua.

 

D. – Sono arrivati i primi aiuti umanitari dopo la fine della guerra?

 

R. – Sì, sono arrivati molti aiuti umanitari, sia governativi, sia intergovernativi, sia di organizzazioni di volontariato e in questo momento sono in distribuzione in varie parti della città. Noi utilizziamo soprattutto le diocesi e le parrocchie di modo tale che possiamo raggiungere il più possibile quelle famiglie che hanno bisogno di generi di prima necessità. Distribuiamo anche piccole somme di denaro per affrontare tutte quelle altre spese che non sono certamente connesse con generi alimentari oppure con aiuti di assistenza sanitaria.

 

D. – La Chiesa ha ripreso la sua vita pastorale?

 

R. – Sì, la Chiesa ha ripreso la sua vita pastorale normalmente. Ci sono zone dove praticamente la guerra, come nel nord dell’Iraq, nella zona del Kurdistan, non ha prodotto grandi guasti, quindi lì tutto si è svolto senza grandi difficoltà. In altri posti va avanti quasi normalmente, come per esempio a Mossul, dove già funziona la municipalità, e lì ho visto una situazione abbastanza buona rispetto a Baghdad. Nella capitale diciamo un po’ meno, però a livello di attività parrocchiale questo si svolge normalmente e anzi, adesso le religiose si portano nei villaggi soprattutto del nord, dove durante questo periodo cominciano i corsi di catechismo finita la scuola.

 

D. – Lei prima parlava di sicurezza, mons. Filoni, ma le azioni dei gruppi di resistenza possono creare problemi alle forze americane?

 

R. – Creano già dei problemi. Ma creano problemi anche alla popolazione, da questo punto di vista, sia tutta la società che tutta la realtà attuale, sia quella militare degli americani che quella della gente, perché vengono colpiti centrali elettriche, distribuzioni di energia elettrica, anche di acqua. Da questo punto di vista anche la popolazione ne soffre.

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LA TRAGICA SITUAZIONE DEI BAMBINI AFRICANI, TRA MALNUTRIZIONE E MALATTIE.

UN CONCRETO AIUTO DALLE SUORE OBLATE DEL SACRO CUORE DI GESU’

 

- Intervista con suor Marisa Mazzeo -

 

Essere accanto ai bambini poveri e denutriti dell’Africa per offrire loro non solo cibo ma anche valori umani che permettano loro di svilupparsi come persone. Questo il carisma delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù che, in Africa, hanno il sostegno dell’Associazione Let Me Live, nata nel ’98 per la difesa e l’assistenza dei bambini abbandonati. Ma qual è la situazione in Guinea Bissau? Sentiamo, al microfono di Giorgia Blandino, la testimonianza di suor Marisa Mazzeo, da quattro anni missionaria in questo piccolo Paese africano, dove i cristiani sono circa il 15 per cento della popolazione, in maggioranza musulmana e animista.:

 

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R. – E’ una situazione deprimente: non c’è lavoro, non c’è studio, non c’è forma stabile di governo. C’è stata una guerra nel ’98 ma il governo che ne è venuto fuori non ha portato delle riforme tali da dare dignità alle persone.

 

D. – Quali difficoltà aveva incontrato in queste missioni?

 

R. – L’impatto con la cultura locale, che cerca di risolvere il problema immediato, cioè se ha bisogno di mangiare vuole il riso in quel momento, la medicina in quel momento e poi il domani, si vedrà! Invece, si cerca di spiegare e di far crescere, perché responsabilmente assumano il problema, possano andare avanti e cercare un auto-sviluppo.

 

D. – Chi vi aiuta nella vostra missione?

 

R. – Noi siamo soltanto in sette e sono sempre i locali che cerchiamo di formare perché collaborino. Abbiamo ragazze per l’assistenza quotidiana dei bambini, si cerca di formare chi ha un titolo di studio.

 

D. – Può raccontarci una giornata tipo?

 

R. – Nel campo scolastico Andame, cioè a 14 km dalla città, questi bambini arrivano con un mezzo che percorre una strada dissestatissima e quindi per prima cosa bisogna accoglierli per vedere se sono arrivati tutti bene. Poi c’è chi va a comprare la merenda, che consiste nel comprare il pane; va con la bicicletta, percorre questi chilometri, e si procura questo pane che si dà con lo zucchero e con dei succhi che si producono con la frutta locale. Quindi, si fanno sedere, si puliscono e poi si cominciano le prime attività. Stanno con noi fino alle due e mezza, quando riprendono il mezzo e ritornano a casa.

 

D. – Riuscite a far fronte alle esigenze?

 

R. – In genere, riusciamo a far fronte con le offerte dei benefattori, ma non sempre ce la facciamo, perché dobbiamo pagare tra l’altro anche il sussidio agli insegnanti, in quanto lo Stato quest’anno non ha funzionato affatto. Quando possiamo, facciamo delle richieste, per esempio per i denutriti aiuta il Pam, la Caritas ... E’ possibile aiutarci sul conto corrente postale intestato a: Istituto delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù – Missioni, n. 27117043.

 

D. – C’è un’esperienza particolare?

 

R. – Noi abbiamo anche delle famiglie presso un catechistato di Loraine. Questa famiglia ha tre bambini; l’ultimo, di due anni, è caduto nella pentola dell’acqua è si è scottato: per cui sono dovuti andare a Bissau, è stato accompagnato dalla suora, e in quei giorni c’era sciopero. Sono andati al banco del sangue, il banco del sangue non ha concesso l’apertura, sono andati presso cliniche private, non hanno avuto il sangue. Conclusione: il bambino è morto. Questi sono casi gravissimi. Altri casi, ricordo di due gemellini, uno era morto, l’altro era di pochissimi chili, Georges, portato continuamente presso il centro dei denutriti, adesso è un bambino di quattro anni e quando lo vedo in missione vedo quegli occhi che dicevano: ‘Io voglio vivere!’.

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CHIESA E SOCIETA’

24 giugno 2003

 

 

“GESU’ CRISTO GUARISCE E RICONCILIA – LA NOSTRA TESTIMONIANZA IN EUROPA”

IL TEMA AL CENTRO DELLA 12.MA ASSEMBLEA DELLA KEK L’ORGANISMO

CHE RIUNISCE 126 CHIESE D’EUROPA DI TRADIZIONE ORTODOSSA, PROTESTANTE

E ANGLICANA. SI RIUNIRA’ IN NORVEGIA DAL 26 GIUGNO AL 2 LUGLIO PROSSIMI

 

GINEVRA. = E’ incentrata sulla testimonianza dei cristiani in Europa, la 12.ma Assemblea della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) che si aprirà giovedì prossimo a Trondheim, in Norvegia.  Sono attese oltre 700 persone da tutti i Paesi europei, in rappresentanza delle 126 Chiese di tradizione ortodossa, protestante, anglicana che aderiscono a questo organismo ecumenico nato alla fine degli anni cinquanta. Non mancherà una rappresentanza della Chiesa cattolica e di altri organismi ecumenici. Tema della Conferenza: “Gesù Cristo guarisce e riconcilia – La nostra testimonianza in Europa”. L’apertura dell’incontro avrà luogo nella cattedrale di Trondheim, giovedì mattina. Predicatore: il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, primo tra pari delle Chiese ortodosse. Sarà  presente anche il re di Norvegia Harald, e il primo ministro Kjell Magne Bondevik. 15 saranno gli incontri tematici: sui processi di pace e riconciliazione in Europa, globalizzazione, sviluppo sostenibile, testimonianza e missione, bioetica, biotecnologia, Aids, dialogo con l’islam.  Venerdì e sabato prossimo i lavori dell’Assemblea proseguiranno in 4 sezioni incentrate su: solidarietà, processo di integrazione Europea, testimonianza nella società, fraternità tra le Chiese. Tre saranno le sessioni plenarie speciali: sulla Carta ecumenica, i giovani, l’Europa e il suo futuro. Numerosi gli incontri di preghiera secondo i riti delle diverse Chiese. L’assemblea si concluderà nella cattedrale con la predica dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, Primate della Chiesa d’Inghilterra e presidente della Comunione anglicana mondiale. (C.C.).

 

 

UN’ALTRA NOTTE ALL’ADDIACCIO PER MIGLIAIA DI BAMBINI A GULU, IN UGANDA.

ANCHE L’ARCIVESCOVO SCENDE A DORMIRE IN STRADA IN SEGNO DI SOLIDARIETÁ.

LA POPOLAZIONE TEME I RAPIMENTI PERPETRATI DAI GUERRIGLIERI

 

GULU. = Per la seconda sera consecutiva anche l’arcivescovo di Gulu, in Uganda, ha deciso di condividere la notte all’addiaccio con il suo popolo, nei pressi della stazione delle corriere della città. “Non posso stare tranquillo nella mia residenza episcopale – afferma mons. John Baptist Odama -, mentre ogni giorno all’imbrunire migliaia di bambini affollano la città, dormendo all’aperto in condizioni miserrime per paura di essere sequestrati dai ribelli”. L’arcivescovo stima che ogni sera circa 20 mila bambini arrivino a Gulu per trascorrere la notte al riparo dal rischio di essere catturati dai ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra), presente nelle regioni settentrionali dell’Uganda. Le missioni cattoliche e altri centri urbani del nord del Paese si riempiono ogni notte di persone, costrette a percorrere chilometri giungendo dalla campagna. Con tutta probabilità il doloroso esodo si ripeterà, purtroppo, anche questa sera. (M.D.) 

 

 

OLTRE 4 MILA CATTOLICI PREGANO IN COREA PER LA RICONCILIAZIONE FRA SUD E NORD.

IL MESSAGGIO DELLA CHIESA: “OCCORRE CURARE LE FERITE DELLA DIVISIONE

ATTRAVERSO IL PERDONO E LA TOLLERANZA RECIPROCA”

 

SEOUL. = Ha suscitato profonda commozione la celebrazione della Giornata dell’unità e della riconciliazione del popolo coreano, avvenuta domenica scorsa nel cuore dell’area smilitarizzata al confine fra Nord e Sud Corea. Oltre 4 mila cattolici, vescovi, sacerdoti, religiosi, suore e laici del Sud hanno pregato per tornare ad essere, con i fratelli del nord, un popolo unito. "E' stata una celebrazione davvero importante, segno di due popoli che si cercano perché sono un solo popolo. Proprio nel luogo simbolo della frattura esistente fra le due Coree, il cardinale  Stephen Kim, arcivescovo emerito di Seoul, aveva presieduto una messa solenne, alla presenza del nunzio apostolico, mons. Giovan Battista Morandini, e di numerosi vescovi coreani, auspicando che la politica del riavvicinamento inaugurata nel 2000, possa tornare ad essere la linea strategica per le autorità in Corea del Nord e del Sud. "Occorre eliminare l'animosità e curare le ferite della divisione attraverso un genuino perdono e una profonda tolleranza gli uni verso gli altri, per portare riconciliazione e unità in questa travagliata parte del mondo", ha scritto in un messaggio don Lucas Kim Woon-hoe, presidente della Commissione per la riconciliazione del popolo coreano che ha promosso la Giornata. “A tal fine – prosegue il messaggio - abbiamo bisogno di preghiera, pentimento, perdono incondizionato e pratica dell'amore vicendevole". (M.D.)

 

 

ISOLE MOLUCCHE: LA PACIFICAZIONE COMPIE NOTEVOLI PASSI AVANTI.

A PIÚ DI UN ANNO DAGLI ACCORDI DI MALINO, CRISTIANI E MUSULMANI MOSTRANO BUONA VOLONTÁ NEL DIALOGO.

NON MANCANO EPISODI CONCRETI DI AIUTO RECIPROCO.

 

AMBON. = Le isole Molucche sembrano riprendere a guardare il futuro con fiducia. Dopo una guerra civile durata tre anni, che ha provocato circa 15 mila morti e 500 mila sfollati, interrotta grazie agli accordi di Malino del febbraio 2002, la pacificazione compie significativi passi avanti. Lo testimonia la cerimonia di riconciliazione avvenuta domenica scorsa ad Ambon, capitale dell’arcipelago situato nell’Indonesia orientale, alla quale hanno partecipato diversi leader religiosi locali cattolici, protestanti e musulmani, davanti a migliaia di fedeli. Nel corso della giornata il quartiere cristiano di Ahuru, alla periferia della città, in passato chiuso ad ogni ingresso esterno, è stato dichiarato ufficialmente riaperto alla libera circolazione di persone, merci e mezzi di trasporto. “Il processo di riconciliazione fra cristiani e musulmani ha fatto passi da gigante – afferma il vescovo di Ambon, mons. Petrus Canisius Mandagi, all’agenzia Fides – se pensiamo all’intensità della violenza del passato. La gente si è accorta che la violenza era inutile e immotivata, danneggiava la vita di ogni giorno, toglieva serenità e comprometteva il futuro dei giovani, dei bambini, delle famiglie”. Cristiani e musulmani stanno gradualmente riprendendo a vivere e a lavorare insieme. Quartieri a lungo separati ravvivano gli scambi culturali e commerciali. I cristiani tornano a frequentare con fiducia zone musulmane e viceversa. La popolazione prende le distanze dai gruppi estremisti che hanno reso incandescente per anni questa terra. Ieri, poi, a Sirimau, nella periferia della capitale, musulmani e cristiani hanno riparato alcuni luoghi di culto appartenenti alle reciproche comunità, in segno di riconciliazione. (M.D.)

 

 

LA “CARTA DI BOLOGNA”, IL PRIMO MANIFESTO OPERATIVO PER LA QUALITÀ DEI MEDIA PER L’INFANZIA:

ADOTTA UN TONO POSITIVO E PUNTA SULLA CREAZIONE DI UNA RETE DI PROFESSIONISTI DEI MEDIA,

UTENTI, GENITORI, ASSOCIAZIONI ED ISTITUZIONI.

- A cura di Stefano Andrini -

 

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BOLOGNA. = “Nella tutela dei minori una tv di qualità è più efficace dei bollini”: questo l’argomento al centro di Agorà 2003, il summit mediterraneo sui media per bambini, promosso a Bologna da Raisat. Nella sessione conclusiva Adalberto Bardoni, presidente della Commissione per il riassetto del sistema radiotelevisivo, ha ammesso che gli strumenti legislativi, che dovrebbero garantire i minori nei confronti della televisione, sono inadeguati. Ettore Bernabei, presidente della Lux Vide, ha portato la sua personale testimonianza di produttore. “I codici – ha affermato – sono positivi, ma non bastano. Occorre ripensare la tv a livello di ideazione”. Emilio Rossi, presidente del Comitato di controllo tv e minori ha spiegato il duplice lavoro dell’organismo, che raccoglie le segnalazioni dei singoli utenti e ha la possibilità di agire di ufficio. Nel corso del Convegno, Gianfranco Noferi, direttore di Raisat Ragazzi, ha annunciato l’imminente partenza del progetto “Laboratori”, realizzato in collaborazione con il Forum degli oratori italiani. L’obiettivo è quello di dislocare sul territorio spazi multimediali per insegnare ai ragazzi come fare televisione. Al termine del summit è stata presentata la “Carta di Bologna”, il primo manifesto operativo per la qualità dei media per l’infanzia, che adotta un tono positivo e punta sulla creazione di una rete di saperi specialistici diversi: esteri, professionisti dei media, addetti ai lavori, utenti, genitori e associazioni, società civile ed istituzioni.

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24 ORE NEL MONDO

24 giugno 2003

 

 

 - A cura di Barbara Castelli -

 

In primo piano il processo di pace in Medio Oriente, che sembra vacillare sempre più sotto i colpi della violenza che non accenna a diminuire nei Territori. Mentre Hamas lancia messaggi di adesione alla proposta di tregua del premier palestinese Abu Mazen, Isarele non interrompe l’azione repressiva nei confronti del movimento fondamentalista islamico, considerato il principale organizzatore degli attentati terroristici anti-israeliani. Nel corso della notte diverse retate, lanciate in varie località palestinesi in Cisgiordania, hanno condotto alla cattura di 150 persone sospettate di essere attive nella Intifada. E’ atteso, intanto, l’arrivo di Condoleeza Rice, il Consigliere per la Sicurezza americana che sarà nella regione sabato e domenica prossimi per impartire nuovo slancio alla ‘Road Map’, il processo di pace messo a punto dal Quartetto Usa, Unione Europea, Onu e Russia. Graziano Motta:

 

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Un’operazione importante quella scattata nella notte a Hebron. Obiettivo? la cattura di attivisti di Hamas, numerosi nella città dei patriarchi, un centinaio dei quali sono già stati arrestati. Altri arresti di palestinesi sono stati compiuti in varie località della Cisgiordania, mentre in Samaria sei studenti di una scuola rabbinica hanno stabilito un nuovo punto di espansione del loro insediamento, nei pressi di quello smantellato la settimana scorsa dall’esercito. E viene annunciato come prossimo il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e dalla città di Betlemme, dove le responsabilità della sicurezza passeranno alle forze di polizia palestinesi. Questo il risultato dell’incontro di ieri sera tra il generale Amos Guilad, e il ministro Mohamed Dahlán. Ancora un punto da risolvere riguarda il controllo militare del principale asse stradale di Gaza, che le autorità israeliane vogliono conservare. E a fine settimana si ritroveranno a Il Cairo i responsabili di Hamas, della Jihad islamica e di altre organizzazioni palestinesi della rivolta, nel tentativo, patrocinato sempre dall’Egitto, di stabilire una tregua temporanea e condizionata nella guerriglia e negli attentati contro Israele.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Gli Stati Uniti aumentano lo stato d’allerta dei propri militari in Iraq, per prevenire episodi antiamericani e rafforzare la caccia agli ex leader del regime iracheno, primo tra tutti Saddam Hussein. L’ultimo attacco alle forze di occupazione, questa mattina nella regione di Ramadi, a ovest di Baghdad. Nel conflitto a fuoco hanno perso la vita quattro iracheni, mentre due soldati statunitensi sono rimasti feriti. Il ministero del petrolio iracheno, intanto, ha deciso di raddoppiare a 6000 il numero delle guardie armate incaricate di sorvegliare gli oleodotti, a causa dei ripetuti attacchi contro tali strutture.

 

Il mullah Omar, leader dell’ex regime talebano in Afghanistan, avrebbe nominato un consiglio di 10 membri per organizzare la resistenza contro le truppe straniere nel Paese. Lo ha rivelato oggi il quotidiano pakistano ‘The News’. In un messaggio audio, distribuito su nastro ai suoi seguaci, il mullah Omar invita i talebani a sacrificarsi per cacciare dall’Afghanistan le forze statunitensi, gli altri eserciti stranieri e il governo “fantoccio” del presidente Hamid Karzai.

 

Colpita cellula islamica vicina ad Al Qaeda a Milano, in Italia. Associazione per delinquere finalizzata al supporto logistico e finanziario al terrorismo islamico, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, ricettazione di documenti falsi e simulazione di reato: non sono da poco le accuse che pendono sulla testa di cinque tunisini e un marocchino, arrestati nella notte dalla guardia di Finanza. Un altro componente del gruppo, di cui non è stata resa nota l’identità, è ancora latitante, anche se si pensa sia detenuto in Tunisia.

 

Il premier indiano, Atal Behari Vajpayee, e quello cinese, Wen Jiabao, hanno firmato a Pechino una dichiarazione di principio che segna una svolta nelle relazioni tra i due colossi dell’Asia. India e Cina, infatti, saranno più vicine grazie all’apertura di una strada commerciale che unisce lo Stato indiano del Sikkim alla regione del Tibet. Il nuovo valico di frontiera permetterà alle merci di raggiungere il porto di Calcutta. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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E’ questo uno dei numerosi memorandum, sottoscritti ieri a Pechino, durante l’incontro tra le delegazioni cinese e indiana. Un incontro storico, che secondo molti commentatori spiana la strada verso la completa riconciliazione tra Pechino e New Delhi. Certo, le divergenze sui confini e sul piano politico - si pensi al Pakistan, fedele alleato cinese - rimangono, ma ora è il business a fare la parte del leone. Vajpayee  e  Wen si sono posti come obiettivo di raddoppiare il volume degli scambi commerciali, nei prossimi due anni, raggiungendo i dieci miliardi di dollari. L’apertura del nuovo valico di confine indo-cinese ha un significato importante. Implicitamente la Cina ha così riconosciuto la sovranità territoriale indiana sul Sikkim, annesso nel 1975. Inoltre, New Delhi ha accettato di definire la regione autonoma del Tibet come parte del territorio della Repubblica popolare cinese.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Un’altra visita storica è quella che compie oggi il presidente russo Putin a Londra. L’ultimo capo di Stato russo a recarsi in Gran Bretagna fu lo zar Alessandro II nel 1874. Sullo sfondo di questa visita, il riavvicinamento tra i due Paesi dopo le posizioni contrastanti sulla guerra in Iraq.

 

Esprimendo la propria “indignazione” per il sequestro delle 680 tonnellate di esplosivo trasportato della ‘Baltic Sky’, la nave intercettata e bloccata domenica dalle autorità greche, il ministro degli Esteri sudanese, Moustafa Osmane Ismail, ha assicurato oggi che il carico era destinato “ad uso civile”. L’imbarcazio-ne, salpata dall’Albania, e poi transitata attraverso Tunisia e Turchia, era, infatti, diretta in Sudan per consegnare il carico ad una società, che gli investigatori, tuttavia, hanno scoperto essere inesistente. I sette membri d’equipaggio, cinque ucraini e due azeri, sono stati fermati con l’accusa di “possesso e trasporto illegale di materiali esplosivi”, destinati a “terzi per compiere presunti atti illegali”.

 

Tensione sempre alta in Liberia. Il ministero della Difesa ha accusato ieri i ribelli del Lurd - Liberiani Uniti per la Riconciliazione e la Democrazia - di cospirare una vasta offensiva contro la capitale. Sentiamo Giulio Albanese:

 

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In un comunicato le autorità militari di Monrovia affermano che il Movimento armato avrebbe reclutato recentemente oltre 2 mila combattenti “per la maggior parte sierraleonesi e guineani”, dunque mercenari, ammassando una grande quantità di armi e munizioni, trasportate alla frontiera con la Sierra Leone. Il ministero ha avvertito i ribelli che “tutte le violazioni al ‘cessate il fuoco’ - sottoscritto una settimana fa ad Accra, in Ghana - potrebbero mettere in pericolo l’intero processo di pace”. L’intesa siglata il 17 giugno prevede, almeno sulla carta, la messa a punto di un ‘trattato di pace globale’, in vista della formazione di un governo di transizione, senza la partecipazione dell'attuale presidente, Charles Taylor.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Oggi in Angola si tiene il primo congresso dell’Unita, ex movimento ribelle ed ora partito di opposizione. Scopo della riunione, l’elezione del successore di Jonas Savimbi, leader dell’Unita ucciso in battaglia nel 2002, ma sulla cui fine aleggia ancora un fitto mistero. Una morte avvenuta proprio nel periodo di distensione tra ribelli e governo a cui Savimbi, praticamente da solo, si opponeva.

 

Nuovo primo ministro per la Filanda. Il Parlamento ha, infatti, conferito oggi la carica al centrista Matti Vanhanen, ministro per la Difesa nel governo della dimissionaria Anneli Jaatteenmaki. Vanhanen ha raccolto 109 voti favorevoli e 67 contrari.

 

Anche Pechino tira un sospiro di sollievo sul fronte della polmonite atipica. L’Organizzazione mondiale per la sanità ha, infatti, cancellato il nome della capitale cinese dalla ‘lista nera’ dei Paesi a rischio Sars. Il bando sui viaggi a Pechino risaliva al 23 aprile, tre giorni dopo che le autorità cinesi avevano cominciato a fornire dati quotidiani sull’andamento dell'epidemia, abbandonando il tentativo di coprire la vera dimensione della crisi.

 

 

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