RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 6 - Testo della Trasmissione di lunedì 6 gennaio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

 

Nella solennità dell’Epifania, il popolo di Dio è chiamato a diventare luce per orientare il cammino delle nazioni su cui gravano tenebre e nebbia. Così il Papa nel corso dell’odierna liturgia alla Basilica Vaticana, durante la quale ha consacrato 12 nuovi vescovi

 

Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’infanzia missionaria. Ce ne parla, suor Maria Teresa Crescini

 

 Ieri pomeriggio in Vaticano, il gioioso incontro del Papa con i netturbini dell’Azienda Municipale Ambiente di Roma. Ai nostri microfoni, l’ideatore del presepe dell’azienda, Giuseppe Ianni.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

 

 Ieri sera, all’insegna della solidarietà, il 13.mo Derby del cuore Roma-Lazio. Le voci dallo Stadio Olimpico.

 

CHIESA E SOCIETA’:

 

Si celebra oggi in Russia la vigilia di Natale. Nel messaggio ai fedeli, il patriarca Alessio II ha augurato al popolo russo pace e prosperità

 

 Il governo di Pyongyang accusa gli Stati Uniti di volere la guerra, mentre il Pam lancia l’allarme carestia per 7 milioni di nordcoreani

 

 Festeggiato a Tirana il decimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio in Albania

 

Tutti salvi i 1300 abitanti dell’isola Tikopia, nell’arcipelago delle Salomone, colpita nei giorni scorsi da un ciclone devastante

 

 Migliaia di bambini afghani rischiano di contrarre la pertosse: a lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità.

 

24 ORE NEL MONDO:

 

22 morti e 100 feriti a Tel Aviv per un nuovo terribile attentato palestinese. Immediata la rappresaglia israeliana, mentre il mondo esprime cordoglio a Israele e spinge alla prudenza

 

 Un folle in Germania ruba un aereo e minaccia di schiantarsi sulla sede della BCE, ma poi atterra all’Aeroporto di Francoforte dopo aver terminato il carburante

 

 Continuano i sopralluoghi Onu in Iraq, mentre Saddam Hussein accusa gli ispettori di spionaggio

 

Venezuela ancora nel caso: Chavez parla alla nazione accusando l’opposizione di tentativo di golpe

 

 Colpo di scena nelle presidenziali in Lituania: vincitore è l’ex premier Paksas

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 gennaio 2003

 

 

OGGI, SOLENNITA’  DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE, FESTA DELLA LUCE, IL POPOLO DI DIO E’ CHIAMATO A DIVENTARE LUCE PER ORIENTARE IL CAMMINO DELLE NAZIONI SU CUI GRAVANO TENEBRE E NEBBIA COSI’ IL PAPA NEL CORSO DELL’ODIERNA LITURGIA

 NELLA BASILICA VATICANA IN CUI HA ORDINATO 12 NUOVI VESCOVI

- A cura di Carla Cotignoli - 

 

**********

(musica)

 

“Alzati, rivestiti di luce.” Con quest’invito che fa eco al profeta Isaia, il Papa ha iniziato questa mattina l’omelia nella Basilica di s. Pietro. La luce domina infatti la solennità del Natale e  dell’odierna festività dell’Epifania, che significa appunto, Manifestazione del Signore. Anticamente – e ancora oggi in Oriente – erano unite in una sola grande “festa delle luci”. Nella Notte Santa è nato Cristo luce delle genti. Ed è questa luce che pervade la solenne liturgia odierna. 

 

“Il popolo di Dio è chiamato a diventare esso stesso luce per orientare il cammino delle nazioni, sulle quali gravano “tenebre” e ‘nebbia’”.

 

“I Magi che giungono dall’Oriente a Gerusalemme – ha ancora detto il Santo Padre – sono guidati da un astro celeste e rappresentano le primizie dei popoli attirati dalla luce di Cristo”.

 

Ed è a tutti i popoli della terra che Cristo ha inviato i suoi apostoli che continuano, nei vescovi loro successori, la sua missione di salvezza.

 

(musica)

 

E proprio questa mattina – com’è tradizione – nel cuore della solenne liturgia, era incastonato il rito di ordinazione di 12 vescovi di varie nazioni e continenti, destinati, quali rappresentanti del Papa in Asia, Africa e presso l’ONU, come il coreano Paul Tashang In-nam, l’italiano Celestino Migliore, il vietnamita Pierre Nguyen Van Tiot, lo spagnolo Pedro Lopez Quintana. “Vi auguro – ha detto rivolto loro il Papa – che il vostro ministero pastorale contribuisca a far risplendere tra i popoli la luce di Cristo”. “Fedeltà alla tradizione cattolica ed impegno del dialogo ecumenico: i due binari indicati a mons. Angelo Amato e a mons. Brian Farrel a cui ha affidato rispettivamente gli incarichi di Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. L’ufficio del buon pastore, alla guida delle comunità ecclesiali di Ma zara del Vallo in Italia, in Benin, Slovacchia, Iraq, Ucraina e Siria, è la consegna del Papa ad altrettanti vescovi di questi Paesi. A tutti ha detto:

 

 “’Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri’ Fate risplendere la bellezza del Vangelo, compendio di divina carità, agli occhi del gregge a voi affidato. Offrite all’intero popolo cristiano una chiara testimonianza di santità. Siate sempre epifania di Cristo e del suo amore misericordioso”.

 

(musica)

 

All’Angelus il Papa ha sottolineato questa vocazione universale e missionaria di tutta la Chiesa. Ha poi ricordato che i Padri dei primi secoli della Chiesa associarono ben presto alla manifestazione del Signore di fronte al Magi che vennero dall’Oriente per adorarlo, “altri due eventi in cui Gesù manifestò la sua gloria: il Battesimo nel fiume Giordano e le nozze di Cana”. “Due eventi che fanno parte del nuovo ciclo di misteri del Rosario, i misteri della luce”, da lui ”proposti di recente alla meditazione di tutti i fedeli”. Il Santo Padre ha invitato a contemplare “con gli occhi di Maria questi misteri nell’Epifania del Signore, luce e salvezza del mondo”.

 

Ha poi esortato a pregare in modo speciale per “gli amati fratelli e sorelle delle Chiese Orientali” – come il Patriarcato ortodosso di Mosca -  che, “seguendo il calendario giuliano, celebrano domani il santo Natale”:

 

“A tutte queste comunità ecclesiali, il Signore, nato per noi dalla Vergine Madre, rechi serenità e pace”.

 

Una nota che ha sottolineato il  clima di gioia di questa festività, è stata anche oggi la presenza in piazza San Pietro di un corteo storico-folcloristico denominato “viva la Befana”, composto da più di 1000 partecipanti, in costumi d’epoca capeggiati dai 3 Re Magi. Provenivano da alcuni comuni del Viterbese, accompagnati dai rispettivi Sindaci. A loro il Papa ha augurato “che la luce di Cristo li illumini ogni giorno dell’anno da poco iniziato”.

**********

 

 

LA GRATITUDINE DEL PAPA AI “PICCOLI MISSIONARI” PER IL LORO CONTRIBUTO

ALLA DIFFUSIONE DEL VANGELO OGGI GIORNATA DELL’INFANZIA MISSIONARIA

- Intervista con Suor Maria Crescini -

 

Ricorre quest’anno il centosessantesimo anniversario di fondazione dell’Opera della Santa Infanzia, presente oggi in più di cento nazioni. Essa propone ai bambini di pregare ed offrire gesti di solidarietà concreta, anche con sacrificio personale, a vantaggio dei loro coetanei che ancora non conoscono Gesù e vivono in situazioni difficili, lo ha ricordato il Papa all’Angelus. Ha ringraziato tutti questi “piccoli missionari” per il loro contributo alla diffusione del Vangelo ed ha augurato loro che sappiano testimoniarlo ogni giorno con la loro vita. Ma ascoltiamo il servizio di Giovanni Peduto.

 

**********

“I bambini devono salvare i bambini”: con questo invito mons. Charles de Forbin Janson, vescovo di Nancy, il 9 maggio 1843 a Parigi dava inizio all’Opera della Santa Infanzia, oggi Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, presente in 110 Paesi. Dopo 160 anni, la Chiesa può contare su una moltitudine di bambini che, in forza dell’impegno battesimale, continuano la sfida di solidarietà spirituale e materiale e raggiungono tutti gli angoli della terra.

 

Con noi, suor Maria Teresa Crescini, incaricata dell’animazione missionaria dei ragazzi a livello internazionale. Ricordiamo che le Pontificie Opere Missionarie operano in seno alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli:

 

D. – Suor Crescini, perché la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria è legata alla solennità dell’Epifania?

 

R. – E’ stato il Santo Padre Pio XII a invitare a celebrare la festa dei ragazzi missionari, dell’Infanzia missionaria, in questa giornata, perché è stato Gesù fattosi bambino, che si è rivelato al mondo il giorno dell’Epifania, nell’incontro con i Magi, rivelando al mondo il suo amore per gli uomini. Allora i bambini sono invitati, proprio nel periodo di Natale e in modo particolare nell’Epifania, a dare a tutto il mondo, ma soprattutto al mondo dei bambini, questo annuncio, a continuare l’opera evangelizzatrice.

 

D. – Concretamente, questi bambini, questi ragazzi, come e dove operano?

 

R. – Operano in 110 Paesi e operano in maniera diversificata. Per esempio  500 mila ragazzi, in Germania, dal 1° al 6 gennaio bussano a tutte le case vestiti da re o da pastori e portano a tutte le famiglie la benedizione: Christus mansionem benedicat. Una benedizione che gli adulti ascoltano con molta devozione; e poi sensibilizzano il mondo degli adulti ai problemi dei bambini. Così come in Colombia: anche in Colombia i bambini girano per le case, non chiedono aiuto, ma portano aiuto. Anche in Italia quest’anno i bambini hanno distribuito 900 mila stelle: sono i seminatori di stelle dell’Italia, come pure in Spagna, che con la loro azione, con la loro gentilezza di bambini e con la loro forza missionaria annunciano al mondo che il Natale è il tempo sacro dell’evangelizzazione e dell’amore di Dio.

 

D. – A 160 anni dalla fondazione della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, quali programmi pensate di promuovere?

 

R. – Ci sono in progetto tante iniziative. Le più importanti, quelle già concretizzate, per esempio, sono quelle della Francia: 10 mila bambini sono già prenotati per la fine di giugno al santuario di Lisieux, nella patria di Santa Teresa - che a sette anni venne iscritta all’Infanzia Missionaria - per celebrare questo anniversario così bello, così grande, soprattutto così significativo per la Francia dove l’Opera è nata. Però, ci sono anche i ragazzi dell’America Latina, di tutta l’America, anzi, che stanno preparando un grande avvenimento: l’Anno missionario delle Americhe, che si celebrerà in novembre. I bambini, come gli adulti, e forse anche con più creatività, stanno preparando questo momento solenne. Quasi tutte le direzioni nazionali ci comunicano che sono in preparazione convegni, congressi, momenti di sensibilizzazione e a maggio – perché l’Infanzia è stata fondata il 9 maggio 1943 – a Roma ci sarà una bellissima festa insieme ai direttori del mondo.

 

Da 300 a 3000 i progetti finanziati dai bambini dell’Infanzia Missionaria: nel 1983, infatti, i progetti di aiuto per i bambini erano circa 300, oggi sono più di 3000.

**********

 

 

GIOIA E COMMOZIONE HANNO CONTRADDISTINTO IERI L’INCONTRO

TRA GIOVANNI PAOLO II E I NETTURBINI DI ROMA,

RICEVUTI PER LA PRIMA VOLTA IN VATICANO

- Servizio di Barbara Castelli -

 

**********

(musica)

 

Per la 25.ma volta insieme, ma per la prima volta in Vaticano. Rinnovando una tradizione a cui non manca sin dall’inizio del suo pontificato, ieri pomeriggio Giovanni Paolo II ha incontrato gli addetti dell’Azienda Municipale Ambiente dell’Urbe, cioè i suoi cari Netturbini. Per contraccambiare, infatti, l’affettuosa ospitalità che gli addetti dell’AMA hanno sempre rinnovato al Papa, ricevendolo alla sede di via dei Cavalleggeri per la visita al Presepe dei Netturbini, il Santo Padre ha deciso di accoglierli in Sala Clementina, per far rimirare loro il Presepe del Palazzo Apostolico. Un evento eccezionale, quindi, che ha commosso i presenti, salutati con calore da Giovanni Paolo II.

 

“Benvenuti nella casa del Papa! Grazie di cuore per avere accettato il mio invito. Quest’incontro mi dà modo di rinnovare un grato apprezzamento all’intero personale dell’AMA per l’importante servizio che giorno e notte rende a Roma e ai suoi abitanti”.

 

Palpabile era la gioia dei presenti, che hanno fatto omaggio al Santo Padre di un piccolo Presepe. Al nostro microfono, Giuseppe Ianni, ideatore e realizzatore del Presepe dei Netturbini.

 

“Dato che quest’anno siamo stato ricevuti nella sede del Vicario di Cristo, gli abbiamo portato un gioiellino. Il presepe dei netturbini, un presepe piccolo, di 85 cm di larghezza, con 33 personaggi, 6 case, con portoni e finestre. Poi c’è la grotta della Natività fatta con legno di ulivo, che ha portato personalmente padre Ibrahim da Betlemme”.

 

Intanto, la rappresentazione della Natività dei Netturbini, nella sede AMA del quartiere Aurelio, a due passi dal Vaticano, continua ad essere visitata da migliaia di pellegrini che restano incantati dinanzi alla cura e all’attenzione con cui il presepe è stato realizzato nel tempo. Ma quali sono le novità di quest’anno del presepe dei Netturbini, giunto alla sua 31.ma edizione? Al nostro microfono ancora Giuseppe Ianni.

 

R. -  Le aggiunte, oltre al portoncino che è stato fatto recentemente, nel mese di dicembre, riguardano un pezzo comprendente 12 case. La particolarità è che i 116 gradini sono fatti con le pietra di Monte Rotondo, di Padre Pio, e Monte Sant’Angelo.

 

D. - Quali sono i commenti dei visitatori dinanzi al Presepe?

 

R. – Quando entrano e fanno il giro per vedere il presepe, nel volto si nota una gioia che non avevano prima.

 

(musica)

**********                           

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

6 gennaio 2003

 

 

 

OLTRE 400 MILA EURO INCASSATI IERI SERA PER INIZIATIVE DI SOLIDARIETA’

ALLA XIII EDIZIONE DEL DERBY DEL CUORE DISPUTATO ALLO STADIO OLIMPICO

DA ATTORI E CANTANTI SIMPATIZZANTI DELLA ROMA E DELLA LAZIO

- Servizio di Dorotea Gambardella -

 

E’ finito col pareggio di 3-3, la XIII edizione del “Derby del Cuore”, disputato ieri sera allo stadio Olimpico da attori e cantanti simpatizzanti della Roma e dai colleghi sostenitori della Lazio. Biancocelesti i due rigori messi in rete da Gene Gnocchi e il goal di Mino Reitano su assistenza di Maurizio Aiello; mentre a segnare per la Roma sono stati Stefano Masciarelli, Luca Zingaretti e Corrado Tedeschi. Ma il goal più importante l’ha messo a segno il pubblico, grazie al quale si è raggiunto un incasso di oltre 400mila euro, che verrà devoluto ad associazioni di volontariato, istituti di ricerca e alle famiglie terremotate del Molise. Sentiamo il servizio di Dorotea Gambardella.

 

**********

(musica)

 

Bambini, mamme, papà, nonni: in totale erano 68 mila, ieri sera allo stadio Olimpico di Roma per la XIII edizione del Derby del Cuore. Quest’anno, la stracittadina della solidarietà ha avuto un significato particolare: la Caritas, infatti, destinerà parte della propria quota alla ricostruzione di attrezzature sportive a San Giuliano di Puglia. Del resto ieri i veri protagonisti erano proprio loro, i cento cittadini molisani invitati dagli organizzatori dell’evento, Giancarlo Salvatori e Livio Lozzi, che tutto il pubblico ha avvolto in un ideale abbraccio. Ma ascoltiamo uno dei giovani presenti:

 

D. – Antonio Del Gaudio, questa sera l’affetto del pubblico è soprattutto per voi di San Giuliano …

 

R. - San Giuliano è tornata all’onor di cronaca, perché ci sono stati morti, bambini sotto le macerie. Ma non è stata sola, ci sono stati anche Castellino e tutti i paesi limitrofi.

 

D. – Che significato ha però questo evento per i molisani?

 

R. – E’ veramente una cosa eccezionale. Non ci saremmo aspettati tutto questo. Io da molisano devo ringraziare tutte le persone che sono state vicine. Devo ringraziare il mondo politico, che sta facendo molto per le popolazioni disastrate.

 

(musica)

 

Prima dell’ingresso in campo delle due squadre, sugli spalti era già festa, tra musica, scoppiettanti fuochi d’artificio e interminabili “ole”. Insolita mescolanza dei colori giallo, rosso, bianco e celeste, in un tripudio di gioia che ha unito tutti, laziali e romanisti, consapevoli che per una volta, al bando la rivalità, non è importante il risultato e che si è vinto ancor prima del fischio iniziale. La stessa atmosfera si respirava negli spogliatoi. Ma diamo la parola al presentatore televisivo Massimo Giletti:

 

D. – Massimo, giocherai nelle fila della Roma, ma stasera, abbiamo già vinto?

 

R. – Quando si fa un incasso e lo si dà a chi ha bisogno si vince sempre. Poi, quello che conta è anche fare una bella festa, venire allo stadio senza paura di incidenti. Sono due le vittorie.

 

D. – Carlo Verdone, il derby del cuore è un modo per divertirsi, ma anche per dimostrare la propria solidarietà …

 

R. – Si cerca in qualche modo di unire l’utile al dilettevole e soprattutto di far passare una buona befana a chi ne ha bisogno. L’intento di questa squadra è sempre stato quello di fare della beneficenza. Farla il 5 gennaio è abbastanza simbolico. Mi sembra una cosa doverosa.

 

D. – Lorenzo Flaherty, simpatizzante della Lazio, che significato ha questa partita?

 

R. – Ha un significato molto importante, perché è una partita di beneficenza. E’ un evento che si ripete ogni anno, con sempre maggiore affluenza e maggiore attenzione.

 

Le squadre stanno per entrare ...

 

A dare il calcio d’inizio è la splendida Nancy Brilli insieme al figlioletto Francesco e il terreno di gioco si trasforma in un allegro campo di battaglia, dove calciatori appesantiti da qualche chilo di troppo o in taluni casi un po’ attempati s’impegnano al massimo per divertire e divertirsi. Il primo tempo è esilarante per i plateali svarioni, avvincente per i guizzi di bel gioco dell’indimenticabile “principe” Giuseppe Giannini, entusiasmante per il rigore messo a segno da Gene Gnocchi.

 

D. – Gene, un bel gol, ma soprattutto una bella serata …

 

R. - L’importante è divertirsi. Io sono molto contento, perché il pallone è la mia vita e quando si riesce a fare del bene è troppo bello.

 

(musica)

 

E la festa continua nel secondo tempo, fino ad esplodere in un fragoroso applauso quando viene resa nota la cifra dell’incasso: 405mila euro, circa 880 milioni di vecchie lire. Questo successo senza precedenti per il ‘Derby del cuore’, e il risultato finale 3-3, soddisfano tutti, anche chi, come il giallorosso Claudio Amendola, in campo si era mostrato scatenato e irruente tanto da guadagnarsi un’ammonizione.

 

D. – Un commento per stasera?

 

R. – Mi pare l’incasso sia stato uno dei migliori di sempre. Noi siamo qui per fare beneficenza, per fare del bene, quindi riuscirci è sempre una grande soddisfazione.

 

(musica)

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

6 gennaio 2003

 

IL PATRIARCA ALESSIO II HA AUGURATO AI RUSSI PACE E PROSPERITA’ OGGI VIGILIA DI NATALE PER IL PATRIARCATO ORTODOSSO DI MOSCA

CHE SEGUE IL CALENDARIO GIULIANO

 

- A cura di Giuseppe D’Amato -

 

**********

MOSCA.= Oggi è la vigilia di Natale in Russia. L’immenso Paese slavo si appresta a celebrare degnamente la ricorrenza, malgrado la spaventosa ondata di gelo con temperature ovunque fra i 20 e i 30 gradi sotto zero. In un messaggio ai fedeli, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, ha augurato pace e prosperità, invitando tutti a lavorare per il Signore, non aspettandosi riconoscimenti e glorie umane. “Fino a quando, ha detto Alessio II, la Russia ha pregato molto, il Paese ha prosperato. Invece, quando la fede è mancata, la Russia ha perso forza ed è caduta in mano di chi ha tentato di farla diventare un deserto spirituale”. Il Patriarca si è detto certo che nel XXI secolo il Paese avrà una nuova fioritura. Il 2003 è un anno particolare per la Chiesa ortodossa russa, si festeggia il centenario della santificazione di Serafino da Saratov. Alessio II ha espresso la speranza che grazie alle preghiere di questo Santo, la Russia rimanga per sempre ortodossa. Alle 22 ora di Mosca, alla cattedrale di Cristo il Salvatore, il patriarca da poco rimessosi da una lunga malattia, celebrerà la Santa Messa, trasmessa in diretta televisiva nazionale e dal sito internet della Chiesa ortodossa. Questa l’ultima novità di quest’anno. Per facilitare l’affluenza dei fedeli alle chiese, i mezzi pubblici funzioneranno fino alle 3 di notte. L’anno scorso furono 200 mila a Mosca le persone presenti alle funzioni. Intorno ai principali luoghi di culto si segnala una maggiore presenza di forze di polizia, per garantire la sicurezza dei fedeli. L’incubo terrorismo rimane sempre in agguato.

**********

 

 

LA COREA DEL NORD ACCUSA IL GOVERNO AMERICANO DI VOLERE LA GUERRA.

INTANTO, SECONDO IL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE, SETTE MILIONI

DI NORDCOREANI RISCHIANO DI MORIRE DI FAME NEI PROSSIMI MESI

 

PYONGYANG.= Non accenna a diminuire la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord. Il governo di Pyongyang ha affermato oggi che il progetto americano di “scudo spaziale” fortemente caldeggiato dal presidente Bush fa parte di un  “astuto espediente” per giustificare un attacco americano contro la Corea del nord al fine di regolare la crisi innescata dalla ripresa del programma nucleare nordcoreano. “Le bellicose forze di Bush - ha scritto l'agenzia di stampa  nordcoreana Kcna - stanno avviando il dispiegamento del sistema di difesa antimissile per adottare sanzioni militari e colpire la Repubblica popolare democratica di Corea”. Intanto, nonostante la crisi in corso, il governo di Seul ha proposto oggi di tenere la settimana prossima una tornata di incontri ministeriali tra le due Coree per un confronto su progetti di cooperazione, ma anche sul programma nucleare del Nord. Il ministro dell'Unificazione - riferisce una nota del dicastero - ha proposto che gli incontri si tengano a Seul per quattro giorni, a partire dal 14 gennaio. Intanto il Programma alimentare mondiale ha lanciato ieri un allarme su una spaventosa crisi alimentare che potrebbe colpire la regione. Sette milioni di persone - un terzo della popolazione del Paese - rischiano di morire di fame in Corea del Nord nei prossimi mesi qualora non saranno inviati ulteriori aiuti alimentari. “Abbiamo provviste per 35 mila tonnellate che finiranno all'inizio di febbraio e dopo non potremo che chiudere”, ha affermato a Pechino il portavoce del Pam, Gerald Bourke. La Corea del sud ha interrotto gli aiuti in cibo due mesi fa, dopo che Pyongyang ha ammesso di condurre un programma nucleare segreto. La carestia che rischia di affliggere la popolazione nordcoreana è l’effetto più evidente del fallimento del sistema economico nordcoreano. Un sistema centralizzato di stampo stalinista. Nell'ultimo decennio si calcola che almeno due milioni di persone siano morte per fame. (A.G.)

 

 

CELEBRATO A TIRANA IL 10.MO ANNIVERSARIO DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO

IN ALBANIA. DURANTE LA CERIMONIA, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ALFRED MOISIU, HA CONSEGNATO A MONS. VINCENZO PAGLIA IL PREMIO MADRE TERESA

 

TIRANA.= Una giornata di festa per un traguardo importante. Il 4 gennaio, al Palazzo dei Congressi di Tirana, si è celebrato il 10.mo anniversario dell’impegno della Comunità di Sant’Egidio in Albania. Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità politiche e religiose albanesi. Durante la cerimonia, il presidente della Repubblica albanese, Alfred Moisiu, ha consegnato a mons. Vincenzo Paglia il Premio Madre Teresa a testimonianza dell’opera infaticabile prodigata dalla Comunità di Sant’Egidio a favore della pace in Albania. Nell’incontro, è stato dato risalto alle tappe fondamentali dell’impegno della Comunità: dal sostegno all’avvio del processo democratico – dopo gli anni bui del comunismo – agli sforzi per l’affermazione della libertà religiosa. E poi ancora i piani di aiuto sanitario, il sostegno ai profughi durante la crisi del Kosovo. Alla cerimonia erano presenti più di 130 persone provenienti dall’Italia ed altri Paesi europei che da anni sono impegnati in progetti di solidarietà. Una giornata di festa dunque, ma anche un’occasione per riflettere sul futuro dell’Albania e sulla vocazione di pace della Comunità di Sant’Egidio che ora è anche albanese. (A.G.)

 

 

NELL’ARCIPELAGO DELLE SALOMONE, TUTTI SALVI I 1300 ABITANTI DELL’ISOLA

 TIKOPIA COLPITA NEI GIORNI SCORSI DA UN CICLONE DEVASTANTE. SOLO IERI

SONO ARRIVATI SULLA REMOTA ISOLA I PRIMI SOCCORSI VIA MARE

 

- A cura di Maurizio Pascucci -

 

**********

HONIARA.= Sono tutti sopravvissuti i 1.300 residenti della remota isola di Tikopia, nelle Isole Salomone, colpita la scorsa settimana da un ciclone di inaudita violenza. Lo hanno confermato gli equipaggi di due imbarcazioni che hanno finalmente raggiunto Tikopia solo una settimana dopo il disastro. Per una settimana Tikopia è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo e le prime immagini aeree proponevano uno scenario di devastazione che faceva temere un alto numero di vittime, ma l’equipaggio della prima imbarcazione a raggiungere l’isola ha confermato che i residenti avendo riconosciuto le condizioni metereologiche che annunciavano il ciclone, si sono rifugiate nelle caverne dell’isola come ormai fanno da tempo immemore in simili circostanze. La nave è ora in procinto di ripartire verso la vicina isola di Anuta, dove i funzionari della protezione civile delle Salomone non si aspettano di trovare scene di devastazione. Intanto si sono aperte le polemiche per la lentezza dei soccorsi: secondo alcuni il governo delle Salomone non sarebbe interessato al destino dei locali, che sono di etnia polinesiana, il resto delle Salomone è melanesiano. Tikopia si trova a circa mille chilometri ad est della capitale,  Honiara, in un’area di mare che ha una lunga storia di cicloni a cui i residenti sopravvivono regolarmente rifugiandosi nelle caverne, ma nel 1950 duecento persone morirono di fame nei giorni seguenti il ciclone che distrusse molte abitazioni. Una simile situazione fu evitata nel 1992, dopo il ciclone Tia, solo grazie ad aiuti esterni. Questa volta Australia e Nuova Zelanda si sono impegnate a scongiurare ripercussione drammatiche dopo il ciclone Zoe, i cui venti hanno soffiato ad una velocità costante di quasi 270 chilometri orari, con raffiche di 120 chilometri all’ora.       

**********

 

 

MIGLIAIA DI BAMBINI AFGHANI RISCHIANO DI CONTRARRE LA PERTOSSE:

E’ L’ALLARME LANCIATO DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’.

CHE HA GIA’ INIZIATO UN PROGRAMMA DI VACCINAZIONI NELLA REGIONE

 

KABUL.= Quarantamila bambini afghani rischiano di contrarre la pertosse, che nel nord est del Paese si sta già diffondendo a livello epidemico. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha lanciato l'allarme, è già presente dal 2 gennaio assieme ad un’equipe del ministero della sanità afghano e alla Fondazione Aga Khan. Sono iniziate le vaccinazioni e alcune decine di bambini sono già sotto cura con antibiotici. La malattia ha fatto la sua comparsa nel mese di novembre in quattro villaggi del distretto di Khwahan, nella provincia di Badakhshan, regione isolata nelle alte montagne al confine con la Cina e il Tajikistan. Duemila bambini erano stati vaccinati, ma la malattia si e' propagata ugualmente in un distretto vicino. Di qui, la necessità di promuovere una campagna di prevenzione che l’Oms sta conducendo. (A.G.)

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

6 gennaio 2003

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

Israele è ripiombata nel terrore dopo un mese e mezzo di pausa attentati; una pausa che a questo punto potremmo definire illusoria. Scenario dell’ultimo sanguinoso attacco palestinese è stata la già tristemente famosa stazione degli autobus di Tel Aviv. 22 le persone rimaste a terra, un centinaio i feriti, dopo che due kamikaze si sono fatti esplodere in mezzo alla folla. Molte delle vittime sarebbero straniere. Immediata la risposta militare di Israele: e tutto sembra imboccare nuovamente la vorticosa strada della violenza. Ce ne parla Alessandro Gisotti:

 

**********

Dolore e rabbia, ma per Israele è già scattato il momento della risposta al duplice spaventoso attentato di ieri a Tel Aviv. Le operazioni militari sono riprese con durezza nella striscia di Gaza. Una rappresaglia massiccia, culminata nel lancio di una ventina di missili contro alcuni edifici nel centro di Gaza. Una risposta annunciata dopo la riunione d’urgenza del gabinetto ristretto israeliano nella notte. Nella riunione è stato deciso di “intensificare la lotta al terrorismo” e di colpire gli attivisti palestinesi. Respinta, invece, una proposta del ministro degli esteri Netanyahu di bandire il presidente palestinese Arafat. Sembra certo, però, che il governo ebraico impedirà la riunione del Consiglio centrale palestinese prevista giovedì a Ramallah. D’altro canto – secondo la radio pubblica israeliana – il premier Sharon vorrebbe vietare anche la prossima partenza per Londra di una delegazione palestinese invitata dal premier britannico Tony Blair per discutere della pace in Medio Oriente. A livello internazionale, è stata unanime la condanna dell’attentato. Il presidente americano Bush ha dichiarato che “questi attentati sono opera di chi vuole deragliare il processo di pace”, aggiungendo che “le persone innocenti hanno il diritto di vivere in modo sicuro”. Non sono poi mancati gli appelli alla prudenza: in primis quello della Russia. Il Cremlino, pur ritenendo che Israele abbia “tutto il diritto di garantire la propria sicurezza”, ha espresso l’auspicio che l'ultima operazione militare lanciata nella Striscia di Gaza non porti a nuovi lutti tra i civili palestinesi. Il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha invece lanciato un nuovo appello di pace. “Tutte le parti coinvolte nel conflitto – ha detto - devono mettere da parte la logica della vendetta e lavorare insieme per  fermare la violenza”.

 

Alessandro Gisotti, Radio Vaticana.

**********

 

E momenti di terrore si sono vissuti ieri anche in  Germania. Per un paio d’ore uno squilibrato ha sorvolato a bassa quota il quartiere finanziario di Francoforte con un piccolo aereo da turismo. L'uomo ha prima minacciato di schiantarsi sul grattacielo della Banca centrale europea. Solo quando il carburante stava per esaurirsi il velivolo, scortato da jet militari tedeschi, è atterrato senza danni all'aeroporto di Francoforte, dove il pilota-pirata è stato immediatamente arrestato. Un portavoce della polizia ha riferito che l’uomo, al momento dell’arresto ha mostrato una “notevole perdita del senso della realta''.

 

Veniamo ora alla delicata crisi tra Stati Uniti e Iraq. Ieri gli ispettori dell’Onu hanno visionato ben 16 siti: un vero record che, però, ancora una volta non ha portato alla luce nessun’arma di distruzione di massa. E proprio sulle visite degli ispettori è intervenuto Saddam Hussein; il presidente iracheno ha definito la loro presenza “un puro lavoro d'intelligence” ed ha affermato che il suo Paese è comunque pronto per un possibile attacco degli Stati Uniti. E se i venti di guerra sembrano spirare sempre più forti, una speranza di pace giunge dalla Gran Bretagna, da sempre alleata di ferro di Washington. Il capo della diplomazia di Londra, Jack Straw, in un’intervista rilasciata ieri alla BBC, ha riferito che “non ci sono conclusioni scontate per la guerra contro l'Iraq, una guerra che è meno probabile – ha detto- di quanto pensino alcuni commentatori”.

 

Alta tensione anche in Venezuela, dove prosegue il muro contro muro in cui si confrontano da 5 settimane il governo e l’opposizione, che chiede le dimissioni di Chavez. Un braccio di ferro che ha avuto il suo culmine nelle manifestazioni di venerdì a Caracas, dove sono rimaste uccise due persone, e che anche ieri ha visto momenti di tensione. Durante i funerali delle vittime sconosciuti sono tornati ad aprire il fuoco per poi fuggire precipitosamente. Sui fatti di questi giorni è intervenuto lo stesso presidente Chavez. Ce ne parla Maurizio Salvi:

 

*********

In un discorso alla Nazione, a reti unificate, il presidente Ugo Chavez ha nuovamente attaccato, la notte scorsa, le forze di opposizione del Coordinamento democratico, definendole cospiratori che tentano di strangolare la Nazione con uno sciopero petrolifero, ma che non riusciranno a distruggere l’ordine costituito. Chavez ha quindi proposto una dettagliata analisi di quanto è successo nelle ultime settimane, assicurando che il Paese ha dovuto sopportare un sabotaggio terrorista intriso di golpismo. Nelle ore precedenti l’intervento presidenziale si era diffusa l’ipotesi di una possibile dichiarazione dello stato di emergenza, al punto che i leaders dell’opposizione avevano invitato, nel caso, ad una aperta disobbedienza civile. Poche ore prima le strade del centro di Caracas erano state attraversate da migliaia di persone che hanno reso l’estremo omaggio funebre a due giovani morti nei disordini di venerdì. Il corteo si è ad un certo punto fermato accanto all’Hotel Melià, residenza del segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani Cesar Gaviria, che tenta di mediare da 5 settimane nel conflitto. Al suo rappresentante una delegazione ha consegnato un documento in cui si sollecita a Gaviria una presa di posizione chiara sulle ultime violenze, che per il governo vanno imputate alla polizia metropolitana, controllata dall’opposizione.

 

                   Maurizio Salvi per la Radio Vaticana.

**********

 

Si è aperta oggi in Thailandia la quarta tornata negoziale tra i rappresentanti del governo dello Sri Lanka e le Tigri  Tamil, con l’intermediazione della Norvegia. Un’agenda, quella che le due parti si trovano a dover affrontare, dominata dal tema del disarmo dei guerriglieri; disarmo immediato, su cui ha puntato l’Esercito cingalese subito dopo l’inizio dei lavori. Da parte loro, gli esponenti Tamil hanno negato di dare un ordine del genere ai loro uomini fino a quando l’esercito non lascerà le basi che mantiene nelle aree di maggior rischio. Il conflitto separatista in Sri Lanka ha causato 64 mila morti ed il trasferimento di oltre un milione e mezzo di civili.

 

Vittoria a sorpresa per l’ex primo ministro della Lituania Rolandas Paksas, che ha vinto il ballottaggio di ieri per le  presidenziali con il 54,91 per cento dei voti. Secondo i risultati definitivi della consultazione, il presidente uscente Valdas Adamkus, favorito fino a poche ore dall’inizio degli scrutini, ha ottenuto il  45,09 per cento. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:

 

**********

Grande sorpresa in Lituania: tutti i sondaggi della vigilia sono stati smentiti. L’outsider, il 46enne Rolandas Paksas, ha vinto il ballottaggio per le presidenziali, rimontando ben 16 punti, rispetto al primo turno. La sua vittoria è stata aiutata dalla bassa affluenza alle urne, e dalla campagna elettorale assai fiacca. “Ho sempre detto che avrei vinto” – ha dichiarato a caldo Paksas, davanti a centinaia di sostenitori: “conosco i problemi di questo Paese e li risolverò”. Il suo slogan, “Vota per il cambiamento”, si è rivelato efficace, una volta che la Lituania si è garantito il cosiddetto ritorno in Europa. Gli avversari del 2 volte ex premier lo dipingono come un leader populista ed un euro-scettico. Forti sono state le sue critiche al recente accordo siglato da Adamkus con l’Unione Europea sul capitolo agricolo e sulla chiusura della centrale nucleare di Ignalina. Qualche nube in più potrebbe perciò addensarsi sul referendum di maggio sull’adesione definitiva del Paese baltico all’Ue. Lo sconfitto Adamkus ha avuto l’innegabile merito di traghettare la Lituania in un difficile periodo post sovietico verso l’Occidente, mantenendo solidi legami con la Russia. Il passaggio dei poteri è previsto per il 26 febbraio.

 

Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe d’Amato.

**********

 

Notizie di sangue continuano a giungere dall’Algeria. Gli integralisti islamici, che rifiutano qualsiasi compromesso con le autorità, nel giro di poche ore hanno massacrato 56 persone, tra cui due famiglie quasi al completo. La strage più efferata è imputata al GIA - il Gruppo islamico armato, che nella tarda serata di sabato ha assaltato due abitazioni in un villaggio vicino a Blida, 50 chilometri a sud di Algeri. Le 13 persone trovate in quel momento nelle case sono state  sgozzate.

 

=======ooo=======