RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 352 - Testo della
Trasmissione di giovedì 18 dicembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Si celebra oggi la Giornata internazionale del Migrante:
intervista con Peter Schatzer
Presentato stamane a Ginevra il Rapporto 2003 sulla salute nel
mondo
CHIESA E SOCIETA’:
Organizzata dai missionari del Pime, una mostra fotografica a
Milano sulla Cina d’inizio Novecento.
Il concetto di laicità dello Stato ribadito ieri
dal presidente francese Jacques Chirac apre polemiche anche oltralpe
In Italia, dopo il via libera della Camera è
prevista per la prossima settimana l’approvazione definitiva del Senato alla
Finanziaria 2004
Il presidente russo Putin annuncia la propria candidatura alle prossime elezioni presidenziali.
18
dicembre 2003
SPERANZE,
INTERROGATIVI E DINAMISMO DELLA VITA CONSACRATA
NEL DISCORSO DEL PAPA STAMANE AI
VESCOVI FRANCESI
IN VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM
Le speranze, gli interrogativi e
il dinamismo della vita consacrata ai nostri giorni sono stati oggetto del
discorso del Papa al gruppo di vescovi francesi della Provincia ecclesiastica
di Marsiglia, ricevuti questa mattina in visita ad Limina Apostolorum.
Il servizio di Fausta Speranza:
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Giovanni Paolo II, ricordando
come diversi rapporti denuncino la crisi delle vocazioni, ha ribadito “con
forza e convinzione la necessità della vita consacrata per la Chiesa e per il
mondo”. Ha ricordato le diverse realtà
legate ai vari carismi, sottolineando gli sforzi, in molti casi, di trovare il
modo di camminare insieme proprio per l’assottigliarsi dei numeri in ogni
comunità. Ha parlato anche del fruttuoso confronto, “senza competizione o
antagonismo”, che può esserci tra antiche e nuove Comunità, che per lo slancio
che appartiene a quest’ultime,
rappresentano “una chance per la Chiesa”. In ogni caso, – ha voluto
sottolineare il Papa – resta vivo l’invito a mantenere il “prudente”
atteggiamento di discernimento per quanto riguarda le nuove vocazioni.
Esprimendo l’incoraggiamento a “promuovere, in particolare la missione dei
contemplativi”, il Santo Padre ha osservato che spesso hanno costituito un
“riparo solido” per tanti giovani disorientati dalla “società inquieta” di
oggi, offrendo “la pace e il silenzio necessari per la loro vita umana e
spirituale”. Ha indicato l’importanza fondamentale dei religiosi nell’impegno
di carità e di solidarietà verso i più deboli, in Francia e in altre zone
povere del mondo, l’Africa innanzitutto.
I giovani - ha aggiunto – hanno bisogno di “testimoni audaci che li chiamino a vivere il
Vangelo e a mettersi con generosità al servizio dei fratelli”. Ma tra le
peculiarità della vita consacrata in Francia, - ha spiegato ancora Giovanni
Paolo II – c’è il ruolo assunto nella ricerca intellettuale e, a questo
proposito, sono da menzionare gli Istituti che operano nel campo
dell’informazione, della radio e della televisione.
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ALTRE
UDIENZE, RINUNCIA E NOMINA
Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche la
signora Luvy Salerni Navas, ambasciatore del Nicaragua, e il signor Ivan
Misić, ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina, ambedue in visita di congedo;
il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani, con il vescovo Brian Farrell, segretario
del medesimo dicastero; ed un altro gruppo di vescovi francesi, in visita “ad
Limina Apostolorum”.
Il Santo Padre ha inoltre accettato stamani la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Lugano in Svizzera, presentata da mons.
Giuseppe Torti, per raggiunti limiti di età; allo stesso incarico ha nominato
mons. Pier Giacomo Grampa, del clero della diocesi di Lugano, finora Rettore
del Collegio Papio e parroco arciprete di Ascona.
PIAZZA SAN PIETRO ILLUMINATA DALLE
LUCI DEL GRANDE ALBERO DI NATALE,
ACCESE IERI, DURANTE UNA FESTOSA CERIMONIA
TRA CANTI E BALLI E DELLA VALLE
D’AOSTA
Sono stati due bambini ad accendere nel tardo pomeriggio
di ieri l’albero di Natale posto in Piazza San Pietro e donato al Papa dalla
Valle d’Aosta. Alla presenza di molte personalità politiche della regione
valdostana e di fronte al cardinale Edmund Szoka, presidente della Pontificia
Commissione della Città del Vaticano, cori e balli tipici hanno allietato
l’evento. Ce ne parla Benedetta Capelli.
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(musica)
Un’invocazione di meraviglia ha sottolineato l’accensione
del maestoso albero di Natale, alto 27 metri e posto accanto all’Obelisco in
Piazza San Pietro. Un abete rosso di 115 anni, cresciuto nei luoghi tanto cari
al Papa, che in Val d’Aosta ha trascorso nove soggiorni. Un abete che non è
solo un dono di quella regione, ma è carico di significati, come ha voluto
sottolineare il vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi.
“Esso esprime quindi molte cose. Parla di pensieri e
sentimenti. Tra questi, racconta in particolare un legame che è nato tra la
diocesi della Valle d’Aosta e il Papa, Giovanni Paolo II. Questo albero esprime
ammirazione e gratitudine per il suo lungo Pontificato”.
(musica)
Anche il Papa ha partecipato a distanza all’evento. Per
tutto il tempo un’anta della finestra del suo studio è rimasta accesa, mentre
in piazza due cori hanno interpretato canti natalizi ed un gruppo in costume ha
danzato musiche tipicamente valdostane. Seicento i pellegrini giunti da quella
regione ed alcuni di essi sono stati ricevuti da Giovanni Paolo II nell’udienza
generale del mercoledì. Un legame solido quello tra il Papa e la Valle d’Aosta,
e lo stesso albero, secondo il cardinale Edmund Szoka, è espressione di quella
gente.
“Nella forza di quest’albero, che proviene dalla vostra
Valle e che ha superato venti e bufere, si riflette la tenacia della vostra
gente e la fedeltà alle sue origini, alla sua cultura e alla sua fede”.
Le luci di colore argento e d’oro dell’albero hanno reso
ancora più suggestiva Piazza San Pietro, che tra qualche giorno regalerà ai
suoi visitatori il Presepe. Ai due lati della scena della Natività saranno
collocate due vasche come simbolo di vita e di calore, testimonianza tangibile
del messaggio di Gesù.
(musica)
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo
"Un Avvento di speranza": la catechesi di Giovanni Paolo II
all'udienza generale.
Sempre in prima, riguardo
all'Iraq si sottolinea che non si ferma la spirale delle violenze. Il titolo
all'articolo è "Bombe sui tentativi di normalizzazione".
Nelle vaticane, la comunità
dell'"Osservatore Romano" ricorda Sergio Trasatti a dieci anni dalla
morte.
Nelle estere, Medio Oriente:
l'Egitto riprende la mediazione tra le fazioni radicali palestinesi.
Guatemala: esumate da una fossa
comune 76 vittime inermi di paramilitari di destra.
Nella pagina culturale, un
contributo di Angelo Marchesi sul volume "Audacia della ragione e
inculturazione della fede".
Una monografica dal titolo
"Il fenomeno religioso oggi". L'uomo moderno e la trascendenza: studi
e riflessioni su un tema centrale.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la legge Gasparri: ipotesi di decreto per Retequattro e Raitre.
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18 dicembre 2003
NON
C’E’ TREGUA ALLE VIOLENZE IN IRAQ,
MENTRE
LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE CONTINUA A DIBATTERE
SUL
DESTINO DI SADDAM HUSSEIN
-
Intervista con Sergio D’Elia -
Non c’è tregua alle violenze in
Iraq. Si susseguono gli scontri in tutto il Paese, mentre la comunità
internazionale è ancora spaccata. Ce ne parla Giada Aquilino:
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Se
Saddam è ormai nelle mani degli americani, gli ultimi fedelissimi dell’ex rais
proseguono le loro azioni. Un funzionario del principale movimento politico
sciita in Iraq - il Supremo consiglio per la rivoluzione islamica - è stato
ucciso ieri vicino la sua abitazione di Baghdad, dopo essere stato oggetto di
numerose minacce di morte da parte dei sostenitori di Saddam. Quegli stessi
sostenitori che, dispersi tra una folla di un migliaio di persone, hanno
manifestato a favore dell’ex rais a Hawijak, 50 km da Kirkuk, nel nord del
Paese. A Najaf, nel sud, la folla ha invece travolto e ucciso Ali Al Zalimi,
funzionario del partito Baath che aveva partecipato alla cruenta repressione
della rivolta sciita dopo la prima guerra del Golfo, nel ‘91. Un soldato
statunitense è rimasto ucciso ed un altro ferito ieri sera in un’imboscata nel
centro della capitale irachena, lungo il fiume Tigri. Ma la linea della Casa
Bianca sull’Iraq non cambia: Saddam Hussein è un “capitolo chiuso nella storia
irachena” ha detto il presidente Bush, aggiungendo che “ora tocca a Bin Laden”.
Mentre il premier britannico Blair ha assicurato oggi che Londra concorda
pienamente ''sulla necessità di una sostanziale riduzione del debito iracheno'',
così come caldeggiato da Washington, agli Stati Uniti giungono però le critiche
della Russia. Il presidente Putin, parlando ancora dell’attacco all’Iraq, ha detto
che un intervento senza un mandato dell’Onu non può essere “né giusto, né
giustificato”.
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Continua il dibattito sul prossimo processo e soprattutto
sulla pena che potrà essere comminata a Saddam Hussein. Sono molti, tra cui la
Santa Sede, gli organismi internazionali che auspicano un giudizio equo, sia
pure per chi si è macchiato di crimini indicibili, in osservanza dei principi
dello Stato di diritto. Al contrario c’è chi parla di pena di morte ormai
inevitabile. Sulle sorti dell’ex rais si gioca, dunque, la credibilità dei
principi internazionali sulle prerogative fondamentali dell’essere umano?
Giancarlo La Vella ne ha parlato con Sergio D’Elia, segretario generale
dell’organizzazione “Nessuno Tocchi Caino”.
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R. – Il processo a Saddam Hussein non può non avvenire nel
pieno rispetto delle garanzie minime, universalmente riconosciute ad un
imputato. Nello stesso tempo dobbiamo anche evitare che appaia quanto meno una
giustizia dei vincitori sul vinto oppure la vendetta delle vittime nei
confronti del loro carnefice. Il processo deve essere un processo senza pena
capitale, come quelli celebrati dai Tribunali internazionali, stabiliti dalle
Nazioni Unite, per giudicare i crimini di guerra e contro l’umanità.
D. – Il fatto che la ‘regia’ sia quella degli Stati Uniti,
un Paese che ha la pena di morte e che non riconosce il Tribunale
internazionale penale, crea qualche problema?
R. – Credo che sia un grave errore una sentenza di morte,
perché questo sarebbe assolutamente contraddittorio con la gravità dei crimini
di cui è imputato Saddam e contraddittorio con il fatto che i Tribunali
internazionali chiamati a giudicare crimini talmente gravi non prevedano la
pena di morte. Insomma, ha ragione Kofi Annan quando dice che ormai le Nazioni
Unite non sostengono la pena di morte. Io credo che ormai questa acquisizione
vada affermata soprattutto nei confronti di Saddam Hussein, accusato di
genocidio, accusato di crimini di guerra, di crimini contro l’umanità. Ma il
‘no’ alla pena di morte per Saddam sarebbe anche il segno inequivocabile che i
tempi di un regime sanguinario sono definitivamente passati e che effettivamente
è iniziata in Iraq la transizione verso uno stato di diritto, una manifestazione
democratica, leggi e strutture civili.
D. – Quindi è auspicabile una sanzione, ma che non sia una
vendetta?
R. – Va assolutamente evitato, e qui vale il nostro
“nessuno tocchi Caino”, che si potrebbe tradurre in “nessuno tocchi Saddam”,
che non vuol dire assolutamente l’impunità, ma la sua incolumità. Ed io credo
che a lui, ma anche ai suoi seguaci, catturati e vinti non vada inflitta
l’inutile, poco degna, umiliazione della pena di morte.
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OGGI
GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MIGRANTE:
ATTENZIONE
PUNTATA SUI DIRITTI DEI LAVORATORI STRANIERI
-
Intervista con Peter Schatzer -
Firmare e ratificare al più presto la Convenzione
internazionale per la protezione di tutti i lavoratori migranti ed i membri
delle loro famiglie è l’appello rivolto agli Stati dell’Unione Europea dai
membri del Comitato italiano per i diritti dei migranti, riuniti a Convegno a
Roma, per celebrare l’odierna Giornata internazionale del migrante. Il servizio
di Stefano Leszczynski:
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Oltre 60 milioni di lavoratori migranti nel mondo, che con
i membri delle loro famiglie raggiungono i 175 milioni di persone, che vivono
al di fuori del Paese di origine. Queste le cifre ufficiali fornite
dall’Organizzazione internazionale per il lavoro (Oil) sulla presenza regolare
dei lavoratori stranieri nel mondo. Oltre a questi - sottolinea
l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) - esistono però altri
30 milioni di lavoratori che si trovano in condizioni di particolare disagio e
privi di ogni elementare tutela. Di qui l’importanza che gli Stati di
accoglienza dei migranti aderiscano alla Convenzione Onu, entrata in vigore lo
scorso 1° luglio, con la ratifica da parte di 24 Paesi in via di sviluppo e di
nuova industrializzazione. La Convenzione si presenta, infatti, come l’unico
valido strumento internazionale per la tutela dei diritti dei lavoratori
migranti regolari ed irregolari. Obiettivo principale di questo strumento
internazionale è contrastare lo sfruttamento lavorativo e del traffico di
manodopera.
Dall’Hotel Nazionale di Roma, Stefano Leszczynski, Radio
Vaticana.
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Un documento, quindi, molto importante a cui, però,
nessuno degli Stati membri dell’Unione europea ha ancora aderito. Stefano
Leszczynski ne ha parlato con Peter Schatzer, direttore dell’Ufficio regionale
per il Mediterraneo della Organizzazione internazionale per le migrazioni:
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R. - Quest’anno ha visto un elemento importante: la
Convenzione dei diritti di tutti i migranti e le loro famiglie è entrata in
vigore, perché ha avuto finalmente, dopo 13 anni, delle ratifiche necessarie
per questo processo.
D. – Lei vede dei risultati concreti nei Paesi soprattutto
dell’Unione Europea?
R. – Purtroppo nessun Paese fino ad ora ha aderito alla
Convenzione. Le ratifiche vengono tutte dai Paesi di origine dei migranti.
Sembra molto difficile per il momento trovare un primo Paese dell’Unione
Europea o un altro Paese del nord perché firmi e ratifichi questa Convezione e
dia così l’esempio anche ad altri Paesi.
D. – Questo può essere proprio l’auspicio per questa
Giornata internazionale?
R. – Infatti, cercare di convincere i politici, i
parlamentari ed il pubblico che l’aderire a questa Convenzione è un passo che
può servire a promuovere i diritti umani, che hanno tutti, ma anche i migranti.
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PRESENTATO
STAMANE A GINEVRA
IL
RAPPORTO 2003 SULLA SALUTE NEL MONDO
Il mondo è
ammalato di disparità ma la speranza di vita aumenta, nonostante centinaia di
milioni di bambini – specialmente in Africa, nel sudest asiatico e nel Mediterraneo
orientale – continuino a morire prematuramente. Questa la cinica sintesi che si
può trarre dal Rapporto del 2003 sulla salute nel mondo, pubblicato a Ginevra
dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il servizio di Mario Martelli:
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In Africa oltre 160 bambini su mille sono morti nel 2002,
otto volte di più di quelli deceduti in Europa nello stesso anno. Tra gli
adulti, sui 45 milioni di decessi registrati nel 2002 più di tre quarti sono
avvenuti a causa di malattie non trasmettibili in tutte le regioni. Diversa,
però, la situazione in Africa dove tra gli adulti – in età compresa tra i 15 ed
i 59 anni – a mietere il maggior numero di vittime è stato l’Aids. Dopo l’Aids,
attacchi cardiaci, tubercolosi ed incidenti della strada seguono tra le cause
principali di morte nel mondo.
Il direttore generale dell’Oms, dottor Lee Yong-Wook, nel
presentare il Rapporto di più di 200 pagine fitte di dati, ha sottolineato che
la situazione globale della salute solleva urgenti domande in merito alla
giustizia: in alcune parti del mondo si continua a prevedere una vita più lunga
e più confortevole mentre in numerose altre domina la disperazione per il
fallimento nel controllare malattie come Aids, malaria, tubercolosi e
nonostante esistano i mezzi per farlo. Un esempio? Viene citato nel Rapporto:
quando una bambina nasce in Giappone si può prevedere che raggiungerà l’età di
85 anni, mentre un’altra nata contemporaneamente nella Sierra Leone non avrà
certamente una vita più lunga di 36 anni. Vaccinazioni, cure, medicinali per
ogni malattia prolungano la vita della prima; mancanza di cure, infanzia
trascurata, matrimonio precoce e numerosi figli senza assistenza sanitaria
accorceranno la vita della seconda.
Dati ed esempi che mettono in rilievo lo squilibrio tra
gli esseri umani, maschi e femmine, nati nei Paesi più sviluppati e quelli che
hanno visto la luce nei Paesi più poveri e meno progrediti sono innumerevoli ma
non mancano anche indicazioni di quanto si fa o si dovrebbe fare perché si
possa modificare questa situazione triste ed ingiusta. Perché delle cure e dei
medicinali che non mancano ai ricchi possano essere messi a disposizione anche
dei più poveri.
Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.
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CRESCE
IL FENOMENO DEL CONSUMO CRITICO
-
Intervista con Francesco Gesualdi -
Natale
è anche sinonimo di un aumento delle spese. Ma per
non fare delle feste natalizie un monumento allo spreco e al consumismo, al
consumatore è data la possibilità di effettuare responsabilmente i propri
acquisti, privilegiando i prodotti etici. Secondo uno studio pubblicato dal
quotidiano inglese “The Indipendent”, in Gran Bretagna sempre più consumatori
scelgono di boicottare i prodotti di aziende poco rispettose dei comportamenti umani,
dell’ambiente e degli animali. A causa delle scelte etiche degli acquirenti, le
aziende prese di mira hanno già avuto mancati ricavi per 3,6 miliardi di euro.
Sul fenomeno del consumo critico Maria Di Maggio ha sentito Francesco Gesualdi,
coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, da tempo impegnato nella
promozione del consumo etico in Italia.
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R. – Devo dire che il consumo etico non è una scelta che
si fa soltanto in Gran Bretagna, ma si fa oramai a livello mondiale ed anche in
Italia. Ecco, direi che è veramente dimostrato che i consumatori sono sempre
più attenti alla storia sociale ed ambientale dei prodotti; la globalizzazione
senz’altro ha contribuito a dare questo tipo di consapevolezza, soprattutto per
quanto riguarda i diritti dei lavoratori, in un’epoca in cui i prodotti vengono
fatti in luoghi così lontani dai nostri e dove non ci sono garanzie per questi
diritti e – alla fine – anche per
l’ambiente.
D. – Quali sono gli strumenti in mano al consumatore che
voglia effettuare appunto una scelta etica?
R. – Diciamo che gli strumenti sono tre: prima di tutto,
il consumo etico che in Italia abbiamo chiamato ‘consumo critico’ e che consiste
nell’andare a fare la spesa guardando la storia del prodotto, i suoi attributi
sociali e ambientali, ma anche al comportamento più generale delle imprese;
fortunatamente, oggi esistono delle guide che forniscono questo tipo di
informazione. Direi che il secondo strumento che abbiamo a disposizione è
l’adesione alle campagne di opinione, che vengono organizzate per fare
pressione sulle imprese attraverso i messaggi e il terzo, che è il più forte di
tutti, naturalmente, è l’adesione ai boicottaggi, che è la sospensione
organizzata degli acquisti, per sostenere alcune richieste.
D. – Ritiene che un aumento delle scelte etiche da parte
dei consumatori possa influire sensibilmente sulle scelte delle multinazionali?
R. – Devo dire che il consumo etico è uno strumento che i
consumatori hanno a loro disposizione per influire sul comportamento delle
imprese; questo mezzo può essere utilizzato indirettamente anche nei confronti
del potere politico ma ha sicuramente un effetto diretto e dirompente se riesce
a raggiungere una certa massa critica nei confronti delle imprese: in fin dei
conti, è un tentativo di prendere sul serio questa idea che il consumatore è
sovrano, e noi diciamo che sia sovrano non tanto per il proprio tornaconto ma soprattutto
per costruire un mondo migliore.
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18
dicembre 2003
IL
SOSTEGNO ALL’ISTITUZIONE BASILARE DELLA FAMIGLIA
E LA DIFESA DELLA VITA UMANA AL CENTRO DELLA
LETTERA PASTORALE
DEL CARDINALE KEITH
PATRICK O’BRIEN, PRESIDENTE DEI VESCOVI DI SCOZIA
GLASGOW.= I fedeli
devono sostenere il matrimonio e la famiglia difendendo sempre la vita umana.
E’ l’esortazione ai fedeli scozzesi contenuta nella Lettera pastorale del
cardinale Keith Patrick O'Brien, presidente della Conferenza episcopale di
Scozia. Nel documento, che sarà letto in tutte le parrocchie scozzesi il prossimo
28 dicembre nella festività della Sacra Famiglia, il porporato sottolinea che
proprio la famiglia è la “pietra angolare” della nostra società. Quindi, avverte,
che “è nel massimo interesse della società scozzese”, specie di quanti sono
impegnati nella vita pubblica, “rispettare e promuovere la vita familiare”.
Tutte le politiche legislative e fiscali, prosegue il porporato, “devono tenere
in considerazione gli effetti che possono avere su questa istituzione basilare
della nostra società”. D’altro canto, bisogna assicurare “che essa sia
rafforzata e non indebolita”. Nella Lettera pastorale, si annuncia che il 2
febbraio verrà distribuito in tutte le parrocchie un opuscolo sul tema
“Matrimonio e famiglia”. Infine, il 31 maggio, nella ricorrenza della Festa
della Visitazione, la Chiesa di Scozia celebrerà la “Giornata per la vita” del
2004. (A.G.)
“GIOVANNI PAOLO II, PRIMATE D’ITALIA E
AMBASCIATORE DELLA LINGUA ITALIANA”:
E’ IL TITOLO DELL’EVENTO CONCLUSIVO, DOMANI SERA A
VILLA MADAMA IN ROMA,
DELLE MANIFESTAZIONI PROMOSSE DAL MINISTERO DEGLI
ESTERI
PER IL 25.MO ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO
ROMA.= “Giovanni Paolo II, Primate d’Italia e Ambasciatore
della Lingua italiana”: è questo il tema dell’evento che domani - alle
ore 17, nella straordinaria cornice romana di Villa Madama - chiuderà le manifestazioni promosse dal ministero
degli Esteri in 40 città del mondo, per il 25.mo anniversario di
Pontificato. All’evento, prenderanno parte il presidente della Camera dei
Deputati, Pier Ferdinando Casini, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, il
sottosegretario Mario Baccini ed i cardinali Camillo Ruini e Crescenzio Sepe.
In occasione del 25.mo di Pontificato, l’Italia ha inteso risalire il solco di tale cammino,
attraverso un ciclo di 40 manifestazioni promosse dagli Istituti italiani di cultura.
Per sei mesi una carovana illustre e inconsueta, composta da personalità
della Chiesa e delle Istituzioni, del giornalismo e dello spettacolo, ha fatto
il giro del mondo, sostando in luoghi e su temi emblematici del Pontificato. Promotore
dell’iniziativa è stato il sottosegretario Mario Baccini. Curatore dell’intero
progetto è stato Piero Schiavazzi, giornalista vaticanista. Il
programma si è dispiegato in 8 manifestazioni–evento e 32 conferenze di vaticanisti
italiani, di ogni tendenza e ispirazione. “Da un
quarto di secolo – spiega in una nota il sottosegretario Baccini - il Papa polacco è il principale ambasciatore della lingua italiana
nel mondo, alla guida dell'unica Istituzione internazionale che parla italiano,
la Chiesa cattolica. Per questo, a 25 anni dal celebre “Se sbaglio mi
corrigerete”, l’Istituto italiano di cultura conferisce a Karol Wojtyla, honoris
causa, il diploma di lingua italiana per stranieri”. Le
manifestazioni–evento hanno configurato tappe di un percorso unitario, come
capitoli di un unico libro: Cracovia, 12 maggio (Le origini); Buenos Aires, 7
giugno (Il pensiero sociale di Giovanni Paolo II); Strasburgo, 2 luglio (Giovanni
Paolo II, padre dell’Europa); Bucarest, 2 settembre (L’ecumenismo); Roma, Farnesina,
14 ottobre (La geopolitica di Wojtyla); Gerusalemme, 22 ottobre (Il dialogo
interreligioso); Madrid, 28 novembre (Un Pontificato nella modernità). A Villa
Madama, il tema della serata sarà svolto dal cardinale vicario Camillo Ruini che
interverrà su “Giovanni Paolo II Primate d’Italia” e dal
cardinale Crescenzio Sepe su “Giovanni Paolo II Ambasciatore della lingua
italiana”. (A.G.)
SEI ORGANIZZAZIONI
CRISTIANE EUROPEE DIFENDONO IL PRONUNCIAMENTO
DEL PRESIDENTE DELL’EUROPARLAMENTO, PAT COX,
IN FAVORE DEI RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI
DEGLI IMMIGRATI RESIDENTI NEL VECCHIO CONTINENTE
BRUXELLES.= Sei organizzazioni
cristiane europee hanno espresso il loro sostegno al pronunciamento di Pat Cox,
presidente del Parlamento europeo, contro la direttiva dell’Unione restrittiva
nei confronti dei ricongiungimenti familiari degli immigrati residenti in
Europa. Secondo le sei organizzazioni – Caritas Europa, Comece (vescovi
dell’Unione europea), Ccme (Commissione delle Chiese per i migranti in Europa),
Icmc (Commissione cattolica internazionale per le migrazioni), Jrs (Servizio
dei gesuiti per i rifugiati), Quaker Council for European Affairs Programme Associate
– la direttiva “infrange i fondamentali diritti dei cittadini di Paesi terzi di
vivere con le loro famiglie e in particolare il diritto di far vivere i bambini
con i loro genitori”. La direttiva – adottata dal Consiglio dei ministri il 23
settembre 2003 – prevede che gli Stati membri possano imporre numerose restrizioni
alle riunificazioni dei nuclei familiari degli immigrati residenti in Europa.
Pat Cox ha deciso di “sfidare la direttiva europea seguendo una raccomandazione
del Comitato del Parlamento europeo sulla libertà e i diritti dei cittadini con
il supporto unanime del Comitato per gli affari legali”. Per le sei
organizzazioni, “adottando questa direttiva i Paesi membri hanno fallito nella
loro responsabilità di implementare gli standard dei diritti umani europei e
internazionali per armonizzare la legislazione dell’Unione europea”. (A.G.)
DOMANI A MAGELANG, NELL’ISOLA INDONESIANA DI GIAVA, UNA CERIMONIA
DI
PREGHIERA PER LA PACE. ALL’INIZIATIVA INTERRELIGIOSA,
PROMOSSA
DAL CONSIGLIO MONDIALE BUDDISTA,
PARTECIPANO
LEADER SPIRITUALI CRISTIANI, ISLAMICI E INDUISTI
JAKARTA.
= Il dialogo interreligioso sia strumento di pace. Con questo spirito, si
svolgerà domani nel tempio ‘Borobudur’ di Magelang, a Giava centrale, una cerimonia
di preghiera per la pace, a cui parteciperanno 350 monaci buddisti da 31 Paesi
e vari leader religiosi indonesiani. Organizzata dal “Consiglio mondiale
buddista sangha” (Wbsc), la giornata di preghiera vedrà confluire nella città indonesiana
monaci provenienti da quasi tutti i Paesi asiatici, ma anche da molte nazioni
europee e nordamericane, oltre ai leader spirituali delle comunità islamica,
cristiana, induista e di altre religioni. Tra i partecipanti di nazionalità
indonesiana, è prevista la presenza dell’ex presidente del Paese, Abdurrahman
‘Gus Dur’ Wahid, alla guida della più grande organizzazione islamica
indonesiana, ‘Nahdlatul Ulama’ (Nu). Alla preghiera - informa l’agenzia Misna -
interverrà anche il presidente della Conferenza episcopale indonesiana, il
cardinale Julius Darmaatmadja, oltre ai leader religiosi delle Chiese
protestanti. La cerimonia si aprirà con un discorso del ministro indonesiano
per gli Affari religiosi, Said Agil Munawar. “La preghiera per la pace nel
mondo – ha detto Munawar – intende innanzitutto rispondere a crimini come gli
attacchi terroristici che sono accaduti in ogni parte del pianeta, compresa
l’Indonesia. Speriamo che le preghiere portino un messaggio di pace, saggezza e
amore a tutto il mondo”. (A.G.)
LA CINA D’INIZIO NOVECENTO PROTAGONISTA DI UNA MOSTRA
FOTOGRAFICA,
A MILANO, ORGANIZZATA DAI MISSIONARI DEL PIME
MILANO.=
In mostra a Milano da oggi fino al 25 gennaio prossimo una Mostra di fotografie
sulla Cina degli inizi ‘900, opera di padre Leone Nani. Promossa dai missionari
del Pime (Pontificio istituto missioni estere), la rassegna fotografica – allestita
nel Palazzo Reale del capoluogo lombardo – si inserisce nel programma “Sentieri
Cinesi”, una serie di iniziative culturali, religiose ed economiche focalizzate
sulla Cina. La mostra fotografica dal titolo “Cina Perduta” espone le immagini
scattate dal missionario-fotografo dal 1903 al 1914. Si tratta di uno straordinario
reportage che padre Nani realizzò in una delle regioni interne della Cina, lo
Shaanxi meridionale. E’ qui che il missionario giunse in un'epoca cruciale
della storia cinese, quella della caduta del millenario Impero nel 1911 e della
nascita della Repubblica agli inizi del 1912. Dotato di grande curiosità,
attraverso le lastre fotografiche padre Nani immortala usi, costumi, paesaggi,
ricchezze, miserie, riti, personaggi dell’epoca. Questo inedito patrimonio
fotografico di eccellente qualità artistica e tecnica, viene presentato al
grande pubblico per la prima volta. Nei mesi di febbraio-marzo 2004 la Mostra
sarà ospitata presso il Museo diocesano “Bernareggi” di Bergamo. (A.G.)
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18
dicembre 2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Alla vigilia dell’intervento del premier israeliano Ariel
Sharon, che potrebbe annunciare questa sera misure unilaterali sullo
smantellamento delle colonie, Egitto e Germania hanno tentato di riattivare il
negoziato di pace tra Israele e Palestina. Sul terreno, quattro palestinesi sono stati uccisi e un altro è rimasto ferito
stanotte durante un’incursione dell’esercito israeliano a Nablus, in Cisgiordania.
La
laicità della Francia, “pietra miliare della Repubblica e valore non negoziabile”.
E’ questo il senso del discorso tenuto ieri in diretta televisiva dal presidente
francese, Jacques Chirac. Il capo di Stato francese ha affermato che “è necessaria
una legge che proibisca lo sfoggio nelle scuole pubbliche di segni che denotino
l’appartenenza ad una religione”. Il provvedimento, che potrebbe entrare in
vigore il prossimo anno, è duramente criticato da ebrei, cristiani e musulmani.
Paolo Ondarza ne ha parlato con padre Giovanni Marchesi, teologo e scrittore di
Civiltà Cattolica:
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R. – C’è il rischio che la laicità dello Stato diventi
come un assoluto, quasi una ‘super religione’ che schiaccia ed annulla
l’identità religiosa e le differenze religiose dei cittadini stessi in Francia.
Si avverte una strana, contraddittoria rassomiglianza tra la Francia, Paese
della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità, con quelle leggi quanto mai
restrittive che ci sono nell’Arabia Saudita, dove è assolutamente vietato
portare un segno religioso. Non sarà facile per la Francia distinguere che cosa
sia l’ostentazione o meno.
D. – Ma allora che cos’è la laicità di uno Stato?
R. – La laicità dello Stato è quella che garantisce che
ogni cittadino, uguale davanti alla legge, possa vivere la propria identità di
uomo e di donna, che sia cristiano, ebreo, musulmano o appartenente a qualunque
altra religione.
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Continua la corsa dell’euro sul
dollaro. La moneta unica europea ha infatti raggiunto il
nuovo record sul biglietto verde a quota 1,2437. Il rafforzamento dell’euro
contro il dollaro non dovrebbe danneggiare comunque la ripresa europea. “Un
euro forte è nell’interesse dell’eurozona”, ha sottolineato il presidente della banca centrale olandese, Nout Wellink.
In Italia la Camera dei deputati ha dato, ieri, il via
libera alla Finanziaria 2004, che passerà ora al Senato. L’approvazione
definitiva della manovra è prevista all’inizio della prossima settimana. Ma non
mancano le polemiche, come ci riferisce Giampiero Guadagni:
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Nessuno può essere soddisfatto di questa sessione di
bilancio. Il presidente della Camera, Casini, esprime il disagio del
Parlamento, dell’opposizione, ma non solo, per l’eccessivo numero di voti di
fiducia sulla Finanziaria 2004. Replica il ministro dell’economia Tremonti:
“l’andamento della manovra è stato veloce ed efficace”. Su un punto sembrano
comunque tutti d’accordo: sulla necessità cioè di riformare al più presto le
procedure di esame della Legge finanziaria, così come è stato fatto in altri
Paesi europei. Tra le novità contenute nei tre maxi emendamenti votati a
Montecitorio: l’estensione del condono fiscale alle dichiarazioni dei redditi
del 2002; in arrivo maggiori risorse economiche per fronteggiare il terrorismo,
ma anche per gli ammortizzatori sociali. Rispetto al testo originario della
manovra, tagli invece alla promozione del made in Italy.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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“La nostra economia deve reagire alla crisi delle
esportazioni del made in Italy, ma senza mettere in crisi la finanza pubblica”.
Lo ha dichiarato stamani il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio
Ciampi, nella cerimonia di auguri con le alte cariche dello Stato, nella quale
ha anche ribadito che l’impegno italiano in Iraq è ancorato all’Onu. In Italia è intanto sempre più acceso
il dibattito sulla Riforma del sistema radio-televisivo. L’esame del testo del Disegno
di legge Gasparri inizierà il 13 o il 15 gennaio prossimi dopo il rinvio alle
Camere deciso dal presidente della Repubblica. Ancora in Italia, gravi tensioni
sociali nel settore trasporti, dopo la protesta ieri di circa
2000 dipendenti dell’Alitalia, che ha visto violenti scontri con la Polizia nell’aeroporto
romano di Fiumicino, e che ha causato forti disagi ai viaggiatori. che ieri ha
causato numerosi disagi e gravi tensioni, è infine tornata alla normalità la situazione
dei voli all’aeroporto romano di Fiumicino.
Il governo di Teheran firmerà oggi, a Vienna, il Protocollo
aggiuntivo al Trattato di non proliferazione nucleare. A confermarlo ieri,
nella capitale austriaca, un portavoce della Agenzia Onu per l’energia atomica.
Il vice presidente iraniano ha intanto reso noto che Mosca e Teheran hanno
siglato un accordo per la costruzione di un reattore nucleare russo nel sud
dell’Iran.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato
la propria candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 14 marzo in un
discorso trasmesso oggi dalla televisione di Stato russa. La sua conferma al
Cremlino appare scontata, con oltre il 70 per cento dei russi favorevoli ad un
suo secondo mandato alla guida del Paese. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
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“Sì, mi ripresenterò”. Vladimir Putin ha sciolto le ultime
riserve: parteciperà alle elezioni presidenziali del 14 marzo. L’ha detto nel
corso di una trasmissione della durata di circa 3 ore, in cui il capo del
Cremlino ha risposto a ben 68 domande, rivoltegli da ogni angolo della Russia,
per telefono, via internet e in diretta televisiva. Putin si presenterà come
indipendente, non a nome di un qualche Partito, così dovrà radunare due milioni
di firme. Non sarà comunque un problema, visto che il presidente ha nei
sondaggi oltre il 70 per cento del gradimento della gente. Putin ha risposto
soprattutto a domande su questioni socio-economiche interne. La Russia – ha
detto il capo del Cremlino – sta attraversando un buon periodo economico; il Pil
è cresciuto del 6,9 per cento, la produzione industriale del 6,7 per cento, le
riserve sono calcolabili in 70 miliardi di dollari. Nel 2003 è poi sceso di 6
milioni di unità il numero dei russi – oggi 31 milioni – che vivono sotto la
soglia di povertà. La minaccia del terrorismo è globale: Mosca – ha rimarcato
il presidente – non è interessata alla sconfitta in Iraq degli Stati Uniti, che
sono un partner in questa lotta. Le risoluzioni dell’Onu sono la soluzione per
la pacificazione a Baghdad. I terroristi del Caucaso hanno come obiettivo
finale la ‘jugoslavizzazione’ della Russia.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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In Ucraina 17 persone sono morte e altre 19 sono
rimaste ferite a causa di un drammatico incidente che ha coinvolto un autobus.
Nessuna
delle 70 persone in quarantena a Singapore per l’allarme Sars ha finora
mostrato sintomi del virus letale. Lo hanno affermato oggi gli ufficiali
sanitari.
La
Corte Suprema della Zambia ha confermato oggi la pena di morte per 44 dei 55
militari coinvolti nel tentativo di colpo di Stato avvenuto nel 1997.
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