RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 344 - Testo della Trasmissione di mercoledì 10 dicembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dio non è indifferente di fronte alle vicende umane ma si schiera con i giusti e le vittime: così il Papa all’udienza generale. Il saluto all’Aeronautica Militare italiana nella festa della Madonna di Loreto:  intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri

 

 Diritti e doveri degli immigrati, tra tutela della loro dignità da parte dei governi, al rilancio della specifica evangelizzazione che li riguarda. Reso noto il documento finale dell’ultimo Congresso per la pastorale dei migranti e dei rifugiati, svoltosi a Roma a fine novembre.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

L’appello del presidente italiano Ciampi per un esito positivo del prossimo Vertice europeo a Bruxelles, cruciale per la nuova costituzione dell’Unione. Ai nostri microfoni il segretario dei vescovi europei, don Aldo Giordano

 

Si celebra oggi la Giornata dei diritti umani: con noi Kolya Canestrini

 

 Italia: fecondazione, confermato il no all'eterologa. Entro oggi al Senato l’esame di articoli ed emendamenti: domani mattina l'approvazione definitiva della legge: intervista con Carlo Casini

 

Si avvia alla conclusione la nona Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici in corso a Milano: con noi Don Dario Balocco.

 

CHIESA E SOCIETA’:

I vescovi delle Filippine ribadiscono il loro fermo “no” alla pena di morte

 

Iniziato a Ginevra il Vertice mondiale sull’informazione per colmare il divario tecnologico tra nord e sud del pianeta

 

Consegnato oggi ad Oslo il Nobel 2003 per la pace all’avvocatessa iraniana Shirin Ebadi

 

Con la presentazione del documento finale conclusa la Roma la 32.ma sessione della Conferenza della Fao

Ammessi i testi a difesa nel processo per la Radio Vaticana sulla questione dell’elettrosmog

 

24 ORE NEL MONDO:  

 

 In Afghanistan sei bambini uccisi durante un raid aereo americano

 

 Nato in Iraq un tribunale penale per i crimini perpetrati durante il regime di Saddam Hussein: intervista con Maria Rita Saulle 

 
 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 dicembre 2003

 

DIO NON E’ INDIFFERENTE DI FRONTE ALLE VICENDE UMANE

MA SI SCHIERA CON I GIUSTI E LE VITTIME: COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE.

IL SALUTO ALL’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA

NELLA FESTA DELLA MADONNA DI LORETO

- Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -

 

 

“Dio non è indifferente di fronte alle vicende della storia ma interviene contro quanti compiono il male e si schiera dalla parte dei giusti e delle vittime. E’ quanto ha detto stamane Giovanni Paolo II durante l’udienza generale nell’Aula Paolo VI in Vaticano alla presenza di 6 mila pellegrini giunti da tutti i continenti. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

**********

Il Papa , proseguendo le sue catechesi sulla liturgia dei vespri, commenta un cantico di esultanza dell’Apocalisse per il crollo dell’antica Babilonia imperiale, simbolo della persecuzione scatenata nei confronti della Chiesa. Segno che Dio interviene nella storia:

 

“Il Signore non è indifferente come un imperatore impassibile e isolato nei confronti delle vicende umane anzi, il suo sguardo è sorgente di azione perchè egli interviene e demolisce gli imperi prepotenti e oppressivi, abbatte gli orgogliosi che lo sfidano, giudica quanti perpetrano il male”.

 

La nostra preghiera – continua il Papa – deve allora soprattutto invocare e lodare l’azione divina, la giustizia efficace del Signore, la sua gloria ottenuta col trionfo sul male:

 

“Dio si rende presente nella storia, schierandosi dalla parte dei giusti e delle vittime”.

 

Alla fine della catechesi Giovanni Paolo II salutando i pellegrini presenti e riferendosi a questo tempo di Avvento che ci prepara al Natale ha affidato tutti a Maria, Vergine della Speranza, perché ognuno  possa prepararsi ad accogliere Cristo che viene a realizzare il suo Regno di giustizia e di pace”. Quindi verso le 12,30 circa il Papa si è affacciato dalla finestra del suo studio privato per benedire i militari dell’Aeronautica Militare Italiana giunti a San Pietro per l’odierna Festa della Madonna di Loreto, patrona dell’Arma:

 

“La festa della vostra celeste Patrona, mi offre l’opportunità di invitarvi a volgere sempre lo sguardo alla Madonna di Loreto. Sia lei il modello a cui fare costante riferimento, e la guida sicura della vostra esistenza. Invocatela con fiducia in ogni situazione: sarà per voi sostegno, conforto e speranza”.

*********

 

Dunque Loreto oggi è in festa per la sua Patrona, la Vergine Lauretana. Si commemora la traslazione della Santa Casa di Nazareth in questa cittadina delle Marche. E questa mattina, alle 11.00, l’arcivescovo prelato mons. Angelo Comastri ha presieduto una solenne concelebrazione nel Santuario. Contemporaneamente nella Basilica di San Pietro l’Ordinario militare d’Italia mons. Angelo Bagnasco ha presieduto una Santa Messa a cui ha partecipato una folta rappresentanza dell’Aeronautica Militare Italiana, alla presenza del ministro della Difesa Antonio Martino. Ma sul significato della festa della Madonna di Loreto ascoltiamo mons. Comastri al microfono di Giovanni Peduto. 

 

**********

R. – La festa della Madonna di Loreto è la festa della venuta della Santa Casa qui a Loreto, nel cuore dell’Italia. E’ chiaro che il messaggio di questa festa è legato alla casa e diventa per ciascuno di noi l’impegno di costruire una casa sul modello della Santa Casa. Io dico sempre ai pellegrini che vengono a Loreto in questa giornata: “Ricordatevi che il modo degno di celebrare questa festa è dire ‘io voglio, io mi impegno, affinché la mia casa rassomigli alla Santa Casa di Nazareth’”. Questo è il senso della festa: dare una casa a Dio tra le case degli uomini, una casa sul modello di quella di Maria, di Giuseppe e di Gesù.

 

D. – Eccellenza, in breve, la storia della Casa di Nazareth…

 

R. – Noi sappiamo che le case nazarethane erano formate da due ambienti. Un ambiente era scavato nella roccia calcarea, tipica di Nazareth, e il secondo ambiente era una povera stanza fatta di tre pareti, evidentemente, perché la quarta parete era appoggiata alla roccia. La tradizione – una tradizione devota ma molto seria – ci dice che quelle pietre sono state trasportate da Nazareth qui a Loreto. La devozione popolare ha sempre immaginato il volo degli Angeli. Noi possiamo conservare sempre questo riferimento devoto, perché il volo degli Angeli ci ricorda un disegno della Provvidenza. E un disegno della Provvidenza c’è stato. Indagini e approfondimenti storici oggi sono arrivati alla conclusione che quelle pietre siano arrivate qui a Loreto attraverso un lungo viaggio per mare, con una sosta nella parte opposta della riva adriatica, sull’Illiria, e poi nel 1294 – la tradizione vuole la notte tra il 9 e il 10 dicembre – siano approdate qui a Loreto. E qui a Loreto quelle pietre sono state usate per ricostruire, ricomporre, la seconda stanza della Casa di Nazareth.

 

D. – La Vergine di Loreto è la patrona dell’aeronautica. Quale messaggio per l’Aeronautica acquista questa festa?

 

R. – L’Aeronautica è legata alla Santa Casa di Loreto, non solo a motivo della tradizione, l’antica tradizione del volo degli Angeli, ma in modo particolare per il volo dell’Angelo Gabriele. Nella Santa Casa di Nazareth è andato l’Angelo Gabriele, inviato da Dio, per portare il lieto annuncio, il più grande annuncio: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce, lo chiamerai Gesù”. L’Aeronautica, raccogliendo lo stile del volo dell’Angelo, deve impegnarsi a fare di ogni missione un annuncio di pace, in modo che nel mondo si diffonda sempre di più questa buona parola: che Dio ha messo casa tra gli uomini e quindi la vita può cambiare radicalmente, può diventare veramente una bella avventura.

**********              

 

 

DIRITTI E DOVERI DEGLI IMMIGRATI, TRA TUTELA DELLA LORO DIGNITA’

DA PARTE DEI GOVERNI, AL RILANCIO DELLA SPECIFICA EVANGELIZZAZIONE

CHE LI RIGUARDA.

RESO NOTO IL DOCUMENTO FINALE DELL’ULTIMO CONGRESSO PER LA PASTORALE

DEI MIGRANTI E DEI RIFUGIATI, SVOLTOSI A ROMA A FINE NOVEMBRE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

“Ripartire da Cristo” per considerare le migrazioni non un mero fenomeno misurabile in cifre percentuali, ma un universo di drammi e di attese, dove le “statistiche sono esseri umani”, ciascuno dei quali possiede dei diritti e dei doveri, ma soprattutto “ha una ragione per emigrare, con speranze, aspirazioni e paure”. Sono una serie di raccomandazioni e di appelli, contenuti nel documento finale, a sintetizzare in modo articolato i lavori del quinto Congresso mondiale per la pastorale dei migranti e i rifugiati, svoltosi a Roma dal 17 al 22 novembre scorsi. Per cinque giorni, esperti di ogni parte del mondo – vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici - hanno messo a confronto le rispettive esperienze maturate a contatto con le diverse tipologie di emigranti: da coloro che cambiano Paese per motivi di lavoro a chi è costretto a fuggire da conflitti o miseria.

 

“La Chiesa non può rimanere indifferente di fronte all’attuale situazione dei migranti e dei rifugiati”, afferma il documento finale, che denuncia come, nonostante “l’ampia impalcatura” eretta a tutela dei diritti dei migranti, regolari o meno che siano, in realtà “tali diritti spesso non siano rispettati” nelle nazioni ospitanti. Contro le manifestazioni di razzismo, xenofobia, contro le forme di varia emarginazione che affliggono gli immigrati, il Congresso si è appellato agli Stati e alle organizzazioni internazionali perché “rispettino e proteggano” la dignità e i diritti umani di chi emigra e perché “ammettano che le politiche repressive e restrittive” non sono “idonee a controllare i flussi migratori”. Alla Chiesa, il Congresso chiede di portare avanti il dialogo ecumenico e interreligioso “in un contesto di nuova evangelizzazione”, considerando parte integrante di essa la specifica missione per i migranti, i quali sono chiamati “ad apprezzare il Paese d’accoglienza”, a rispettarne le leggi e “l’identità culturale”.

 

 

NOMINA

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore dell'Eparchia di São João Batista em Curitiba degli Ucraini (Brasile) padre Valdomiro Koubetch, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat (O.S.B.M.), attualmente professore nello Studio Teologico dei padri claretiani a Curitiba

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il tema della catechesi dell’udienza generale del mercoledì.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai pellegrini polacchi giunti da Zakopane e dalla Regione di Podhale, Giovanni Paolo II ha sottolineato che la speranza e la gioia del Natale devono vincere ogni timore. I fedeli hanno portato dei doni, tra i quali alberi di Natale per la Casa Pontificia.

Il saluto del Papa all’Aeronautica militare italiana, in occasione della festa della Madonna di Loreto, Patrona dell’Arma.

Una pagina dedicata alle celebrazioni promosse nelle diocesi italiane in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione.

 

Nelle estere, l’intervento della Santa Sede - a Ginevra - sul tema della protezione delle vittime dei conflitti armati mediante il rispetto del diritto internazionale umanitario.

Non si placano le violenze in Iraq: a Mossul un attentato suicida provoca 59 feriti.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Ferdinando Montuschi dal titolo “Il fervore dell’educatrice, la fede della testimone”: cento anni dalla nascita di Maria Badaloni.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

10 dicembre 2003

 

 

 

L’APPELLO  DEL PRESIDENTE CIAMPI E DEL CAPO DELL’EUROPARLAMENTO, PAT COX,

PER UN ESITO POSITIVO DEL PROSSIMO VERTICE EUROPEO A BRUXELLES,

CRUCIALE PER LA NUOVA COSTITUZIONE DELL’UNIONE.

INTERVISTA CON  MONS. ALDO GIORDANO SEGRETARIO DEI VESCOVI EUROPEI

 

 

 

 “L’Unione Europea affronta forse il  passaggio più cruciale della sua storia”. Con queste parole il presidente della Repubblica italiana Ciampi interviene a proposito dell’imminente Consiglio Europeo, previsto venerdì e sabato prossimo a Bruxelles, per sottolineare che “non può fallire”. Lo fa nell’intervento pubblicato dal quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine”, chiarendo che le “conseguenze sarebbero dirompenti per molti anni a venire”. Da parte sua, il presidente di turno del Consiglio Europeo, Franco Frattini, ha consegnato ieri la bozza finale di Costituzione ribadendo che “l’Italia vuole trovare una  soluzione utile” che “non  può essere la  decisione di non decidere”. Il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

Forte il richiamo del presidente dell'Europarlamento, Pat Cox: “l’Unione Europea è condannata a condurre a buon fine i negoziati”. Tra le dichiarazioni dell’ultim’ora, il cancelliere tedesco, Schoeder, fa sapere che “la Costituzione deve essere il più identica possibile al testo  della Convenzione”. A Parigi raccoglie la conferma di una posizione sulla stessa lunghezza d’onda. La Finlandia  esprime ancora alcune obiezioni sul sistema di voto a doppia  maggioranza ma non aderisce alla posizione dura di Spagna e Polonia. Quest’ultima chiede alla presidenza di turno una formula di compromesso.

 

Tutti concordano con Pat Cox sul fatto che “sarebbe un pessimo inizio” per un’Unione Europea allargata a 25 membri”, il rinvio di “questioni lasciate aperte già da precedenti vertici”. Ma il punto su cui trovare il cruciale  accordo è un altro: quale sistema di voto affidare all’Unione allargata. La proposta della Convenzione prevede una maggioranza del 50% più uno degli Stati che raccolga il 60% della popolazione. Spagna e Polonia, però, difendono il sistema di voto ponderato uscito dal vertice di Nizza del 2000, che assegna alla Germania 29 voti e a loro 27 ciascuno, anche se la somma delle popolazioni dei due Paesi non raggiunge il totale della popolazione della Germania. Nei giorni scorsi, sono state ventilate

 

 

 

diverse ipotesi che dovevano avere il sapore del compromesso, tra cui l’innalzamento al 66% della popolazione o la sospensione della decisione proprio sul voto, visto che ci sarà comunque una fase di transizione, o addirittura l’ipotesi di una condivisione tra pochi di un testo di Costituzione con la possibilità di un altro livello di adesione per i Paesi – diciamo – dissidenti. Ma ormai sembra chiaro: quanto prospettato finora aveva solo il sapore del rinvio o, peggio, del pasticcio considerando la prospettiva di istituzionalizzare un’Europa a due velocità, proprio dopo aver voluto un testo di Costituzione in grado di sostenere un’Europa a una sola voce.

 

Ma veniamo ai possibili margini di manovra per venire incontro ai Paesi piccoli. Frattini ha annunciato la “nuova proposta” che prevede un commissario per Paese membro con diritto di voto per un periodo transitorio, fino al 2014.

*********

 

Nell’ultima bozza della futura Costituzione europea trasmessa ieri dalla presidenza italiana ai partner Ue non c’è un riferimento alle radici cristiane. Lo ha indicato il ministro degli esteri Franco Frattini spiegando che sulla questione “saranno direttamente i primi ministri  a decidere”. Dell’importanza del varo di una Carta costituzionale per l’Unione, Fausta Speranza ha parlato con il segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, mons. Aldo Giordano. 

 

**********

R. – E’ la chance di chiudere il capitolo di un’Europa divisa da un muro, erede della seconda guerra mondiale. E’ la possibilità di un’Europa di pace, di più solidarietà. La Costituzione dovrebbe essere in grado di ispirare un’Europa dei cittadini, un’Europa dei popoli, un’Europa delle culture. E quindi di essere capace di fare dell’Europa veramente una casa per le grandissime diversità che ci sono all’interno, a livello culturale, di lingue, di popoli …

 

D. – Che cosa significherebbe un fallimento di questo Vertice a Bruxelles, decisivo per la Costituzione?

 

R. – Certamente, sarebbe una crisi psicologica, se non altro. In questi mesi si è fatta fatica già a rendere coscienti gli abitanti dell’Europa dell’idea di Europa. Però, in qualche maniera, c’è un processo in corso.

 

D. – Finora, il punto di accordo è stato quello della difesa. Che cosa può significare un’Europa unita nel progetto e negli intenti, e forse anche in azioni militari?

 

R. – E’ uno dei punti più delicati e uno di quelli più carenti anche – credo – per l’Europa. Il fatto che ci si muova sulla linea di un’intesa credo sia positivo. L’Europa, in fondo, è stata troppo assente dalle grandi questioni planetarie. L’ha dimostrato davanti alla crisi in Iraq, dalla quale l’Europa è uscita ferita, divisa. E lo dimostra anche davanti alla crisi più vicina, in Medio Oriente, in Terra Santa, dove – appunto – la posizione dell’Europa non è stata in grado di influenzare molto. Ma anche nelle crisi europee è stato così: la situazione dei Balcani non ha visto un’Europa in grado di influire.

 

D. –Mons. Giordano, si è parlato molto del riferimento alle radici cristiane. Nell’ultima bozza presentata ieri, non ci sono riferimenti di questo tipo. Che cosa pensano i vescovi a questo proposito?

 

R. – Sulla scia del Santo Padre, naturalmente, ci sarebbe stata una grande attesa per questo riferimento. Dobbiamo riconoscere, però,  che i vescovi vedono con molto interesse la presenza dell’attuale articolo 51, perché è quello che, da una parte, garantisce lo stato giuridico che esiste a livello nazionale per le Chiese e comunità religiose e, dall’altra, afferma che le istituzioni europee vogliono – con le Chiese e le comunità – un dialogo trasparente e regolare. Questa è una novità importante dal punto di vista giuridico per le Chiese. Inoltre, il fatto che nel Trattato costituzionale ci sia la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea vuol dire che ci sono  degli elementi di garanzia per la libertà e per la libertà di religione.

**********

 

 

OGGI LA GIORNATA DEI DIRITTI UMANI

- Intervista con Kolya Canestrini -

 

“La difesa dei diritti umani è responsabilità di tutti”. Sono le parole del segretario generale dell’Onu per l’odierna Giornata dei diritti umani stabilita dalle Nazioni Unite nella data, il 10 dicembre 1948, dell’approvazione della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Nell’occasione verranno oggi assegnati al Palazzo di Vetro vari riconoscimenti, tra i quali quello, alla memoria, a Sergio Vieira de Mello, rappresentante dell’Onu in Iraq, ucciso il 19 agosto scorso a Baghdad nell’attentato contro la sede delle Nazioni Unite. Una ricorrenza, dunque, estremamente attuale, come conferma Kolya Canestrini, docente di diritti umani all’Università di Ferrara, intervistato da Giancarlo La Vella:

 

**********

R. – Dal 10 dicembre 1948, molte cose sono cambiate in meglio; ciò che non è cambiato è – purtroppo – il fatto che ogni giorno in ogni parte del mondo si assiste a violazioni di diritti fondamentali dell’uomo. In questi ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un progressivo deteriorarsi della cultura dei diritti umani, arrivando al punto di fare le guerre per imporre i diritti umani. Addirittura si è arrivati a postulare una guerra ‘preventiva’, calpestando con ciò definitivamente tutto quello di cui si era parlato negli ultimi 50 anni in un’ottica propositiva e positiva di diritti umani.

 

D. – E poi c’è la pena di morte …

 

R. – Certo, contro la pena di morte non ci si indignerà mai abbastanza. Credo che ognuno di noi, nel suo piccolo può fare qualcosa contro la violazione dei diritti. Se ognuno di noi, tutti i giorni – per strada, nell’autobus, nei tribunali, nelle carceri, anche sul posto di lavoro, eccetera – insistesse per far rispettare questi diritti fondamentali, credo che alla fine la Giornata dei diritti umani potrebbe avere più senso e non essere solo quel momento retorico in cui tutti ci troviamo d’accordo ad indignarci perché in qualche Paese del sudest asiatico ancora vengono praticate pratiche inumane.

 

D. – Nel suo messaggio per la Giornata, Kofi Annan afferma che la difesa dei diritti umani è responsabilità di tutti. Che cosa vuol dire questo ‘tutti’, considerata la diversa sensibilità giuridica che esiste tra i vari Paesi, tra le varie culture?

 

R. – Appunto: ‘tutti’ significa ognuno di noi. Possiamo partire dal riconoscere nella Dichiarazione universale dei Diritti umani, approvata con un consenso larghissimo e che dunque è davvero una espressione di principi universalmente riconosciuti, per trovare – momento per momento – punti di unione e non di disunione.

**********

 

 

 

 

ITALIA:CONFERMATO IL NO ALLA FECONDAZIONE ETEROLOGA.

ENTRO OGGI AL SENATO L’ESAME DI ARTICOLI ED EMENDAMENTI:

DOMANI MATTINA L'APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLA LEGGE

- Intervista con Carlo Casini -

 

Il Senato ha confermato il no alla fecondazione eterologa e il divieto di ricorrere alle tecniche di laboratorio per le coppie non sterili ma portatrici di malattie geneticamente trasmissibili. Sono i primi risultati prodotti dalla discussione in corso a Palazzo Madama che entro oggi dovrà concludere l'esame dei 18 articoli del disegno di legge sulla fecondazione artificiale. Ieri la conferenza dei capigruppo ha stabilito che il voto finale sul provvedimento ci sia domani mattina. Massimiliano Menichetti ha chiesto a Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita,  qual è l’attuale situazione normativa in materia...

 

**********

R. – Attualmente accade che si può fecondare quanti ovociti si vuole, produrre una grande quantità di embrioni, buttarne via quanti si vuole, congelarne quanti se ne vuole, fare la fecondazione artificiale in favore di una donna sola, in favore di una coppia omosessuale, sottoporre embrioni a sperimentazione, affittare uteri. E’ un far west non solo di fatto, ma anche legale. L’ordinamento giuridico stabilisce il principio che ciò che non è vietato è permesso.

 

D. – Oggi il Senato ha respinto gli emendamenti che tendevano ad inserire la fecondazione eterologa…

 

R. – Certamente è una vittoria. Non è ancora una vittoria definitiva, perché dobbiamo vedere come vanno i voti sugli articoli che riguardano la tutela dell’embrione, che sono secondo me più delicati. Però, non c’è dubbio - è stato detto - che ogni figlio pur generato in provetta - il che, ripeto, è ancora una volta qualcosa moralmente non accettabile – almeno abbia dei genitori certi: un padre ed una madre, sicuri, riconoscibili, veri in tutti i sensi. Quindi, questo principio è riuscito a passare e mi sembra una buona cosa.

 

D. – Domani il voto definitivo alla legge. Che cosa si auspica?

 

R. – Che la legge resti così com’è e non sia modificata, perché se si modifica, tornando alla Camera, su punti di sostanza, rischiamo davvero l’insabbiamento, come già avvenuto nella passata legislatura. Io credo che gli articoli finali della legge, cioè il 12, il 13 e il 14, sono i più importanti di tutti, perché sono quelli ispirati al principio che l’embrione fin dal concepimento è un soggetto - e questo lo dice già l’articolo 1 – ma poi questo principio va desinato, evitando qualsiasi soppressione premeditata, concertata tra più persone, come avverrebbe tutte le volte che non viene destinato alla nascita un embrione pur concepito in provetta. Se questo avverrà credo che davvero la vittoria sarà importante.

**********    

 

 

LA NONA CONFERENZA MONDIALE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI,

IN CORSO A MILANO, SI AVVIA ALLA CONCLUSIONE

- Intervista con don Dario Balocco -

 

Si avvia alla conclusione la nona Conferenza Mondiale sui Cambiamenti  Climatici in corso a Milano. Vani finora i tentavi di convincere Paesi come la Russia, l’Australia e gli Stati Uniti a firmare il protocollo di Kyoto per la diminuzione dei gas serra. Intanto i delegati della  conferenza hanno incontrato i rappresentanti di varie religioni che si sono dati appuntamenti a Milano per un convegno parallelo su iniziativa del Consiglio mondiale delle Chiese sul tema: “Il clima cambia, cambia stile di vita”. Ce ne parla Fabio Brenna.

 

********** 

I delegati hanno parlato di stili di vita  sostenibili, di tutela dell’ambiente e di trasporti. Una celebrazione ecumenica della parola ha concluso questa esperienza che rilancia il tema della tutela del creato come luogo di incontro interreligioso. Don Dario Balocco del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano:

 

“Sempre di più i cristiani si rendono conto, prima di tutto, del forte messaggio presente nella Bibbia e nelle tradizioni cristiane di attenzione alla creazione come realtà voluta dal Signore. Noi cristiani crediamo che la creazione è in Cristo, come dice il prologo di San Giovanni: “Per mezzo di Lui tutte le cose sono state fatte”. E poi, in questo momento drammatico di crisi ambientale, i cristiani si rendono conto di avere una responsabilità particolare sia per la radice teologica appena detta, sia perché  non dimentichiamoci che in questo momento, come tutti più o meno ormai sanno, l’80 per cento delle risorse naturali sono sfruttate dal 20 per cento della popolazione, dal cosiddetto mondo ricco, mondo sviluppato, che quasi nella sua totalità, tranne l’area giapponese, è di radice cristiana. Ora, questo non vuol dire che i cristiani sono direttamente responsabili di questa situazione, ma questa cosa comunque fa riflettere”.

 

Per quanto riguarda i lavori della Conferenza si è parlato dalle energie alternative a quelle di origine fossile. La speranza del futuro si chiama ovviamente idrogeno. Secondo Jeremy Rifkin, presidente della Fondazione sui trend economici, quella dell’idrogeno sarà la terza grande rivoluzione industriale dell’era moderna. Dopo aver sottolineato come l’attuale dipendenza dal petrolio porti al riscaldamento del pianeta, all’aumento del divario con il terzo mondo e

 

all’acutizzarsi degli interventi militari, considerando il 2037 come momento di crisi nello sfruttamento dei giacimenti, ha concluso che non c’è alternativa all’idrogeno, a patto che sia ricavato dalle energie rinnovabili, come il fotovoltaico, l’eolico, le biomasse. Procedimenti costosi – ha concluso Rifkin – ma senza alternativa.

 

Da Milano, per Radio Vaticana, Fabio Brenna.

********** 

 

 

 

 

 

=======ooo========

 

 

CHIESA E SOCIETA’

10 dicembre 2003

 

 

I VESCOVI DELLE FILIPPINE RIBADISCONO IL LORO FERMO “NO” ALLA PENA DI MORTE,

CONTRO LA VOLONTA’ DELLA PRESIDENTE ARROYO DI SOSPENDERE LA MORATORIA

IN VIGORE DAL GIUBILEO DEL 2000

- A cura di Lisa Zengarini -

 

MANILA. = Un “no” espresso “con ancora maggiore fermezza” nei confronti della pena di morte. A pronunciarlo, i vescovi delle Filippine in seguito all’annuncio, la settimana scorsa, della presidente Gloria Macapagal Arroyo di voler sospendere la moratoria sulle esecuzioni capitali entrata in vigore nel 2000. Il presidente della Conferenza episcopale filippina, mons. Fernando Cavalla, ha dichiarato in una nota che i vescovi non hanno cambiato la loro posizione in merito. Nel comunicato, l’arcivescovo di Davao, precisa che l’episcopato locale rispetta “il diritto e la prerogativa del capo di Stato di proteggere l’ordine pubblico, come anche il suo diritto di cambiare idea”. Le esecuzioni capitali erano state sospese nelle Filippine durante il Giubileo dall’allora presidente Joseph Estrada, che aveva accolto una richiesta in tal senso dei vescovi e di parte della società civile. La sospensione era stata poi prorogata dalla Arroyo, succeduta al deposto Estrada nel gennaio 2001, che si era impegnata a mantenerla fino alla fine del suo mandato nel 2004. A spingerla a cambiare idea sono state le crescenti le pressioni dell’opinione pubblica e, in particolare, dell’influente comunità cinese nelle Filippine, la principale vittima dei rapimenti a scopo di estorsione nel Paese. La speranza dichiarata da parte del presidente delle Filippine è che la ripresa delle esecuzioni possa avere un effetto deterrente contro i sequestri di persona e altre gravi forme di criminalità oggi in crescita nelle Filippine.

 

 

LO SVILUPPO INARRESTABILE DELLE COMUNICAZIONI,

UN BENE DA PORRE A DISPOSIZIONE DELL’INTERA UMANITA’.

IL PRINCIPIO ALLA BASE DEL VERTICE MONDIALE DELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE, INIZIATO OGGI A GINEVRA, ALLA PRESENZA DI 2 MILA DELEGATI.

- A cura di Mario Martelli -

 

**********

GINEVRA.= Un vertice mondiale, indetto questa settimana a Ginevra, per fronteggiare gli sviluppi sensazionali, ma talvolta drammatici e discriminatori, registrato dalle tecnologie dell’informazione e dalle comunicazioni, che hanno rivoluzionato sistemi di lavoro e di vita di intere popolazioni. Un summit con la partecipazione di oltre duemila personalità di governi e di grandi aziende e che ha preso il nome di Vertice mondiale della società dell’informazione, per discutere sulle conseguenti trasformazioni dell’economia mondiale e sull’avvio di una nuova e

dinamica società dell’informazione, di cui non tutti i Paesi fruiscono. Si vuol giungere ad una dichiarazione di principio e ad un piano di azione per consentire la messa a disposizione della tecnologia dell’informazione e della comunicazione a beneficio di tutta l’umanità. Come ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, si tratta di un vertice unico nel suo genere. La dichiarazione di principi ed il piano di azione, già approvati dalle delegazioni durante i lavori di preparazione del vertice, dovranno essere approvati dai numerosi capi di Stato, di governo e ministri convenuti a Ginevra. I negoziati, nei giorni scorsi, hanno già consentito di raggiungere accordi sulle questioni più controverse, quelle concernenti la regolamentazione di Internet, il ruolo dei media e dei diritti umani. Si prevede, infine, il varo di un apposito comitato sotto l’egida dell’Onu perché sia costituito un fondo speciale da dedicare a questi obiettivi entro la fine dell’anno prossimo.

**********

 

 

CONSEGNATO OGGI AD OSLO IL NOBEL 2003 PER LA PACE,

ALL’AVVOCATESSA IRANIANA SHIRIN EBADI

- A cura di Vincenzo Lanza -

 

**********

OSLO. = Alla presenza di centinaia di personalità di tutto il mondo, il Premio Nobel per la pace 2003 è stato consegnato nel municipio di Oslo alla 56.enne iraniana Shirin Ebadi, avvocato, primo giudice-donna in Iran nel 1975, scrittrice, attivista, che ha mostrato sempre estremo coraggio nel suo impegno all’interno del proprio Paese in difesa dei diritti umani fondamentali ed in particolare delle donne e dei bambini. Shirin Ebadi è stata contestata ed applaudita, martedì, da opposti gruppi musulmani riunitisi nella capitale norvegese, dove la Ebadi ha tenuto una conferenza stampa alla presenza di 300 giornalisti stranieri e norvegesi, riuniti all’Istituto Nobel di Oslo. La Premio Nobel iraniana per la pace 2003 ha spiegato di non essersi coperta il capo con il tradizionale scialle “Ijab” come prescrive la tradizione islamica, “perché voglio – ha aggiunto Shirin Ebadi – che le donne iraniane autonomamente scelgano se usarlo o meno”. Shirin Ebadi dedica il Premio Nobel per la pace alle donne iraniane, che non devono più tollerare le discriminazioni di cui sono vittime nel nome dell’Islam e che costituiscono un’interpretazione patriarcale e culturale dell’islam mentre a suo avviso l’islam considera con pari dignità uomini e donne. L’islam – per la Ebadi – non è in contrasto con i diritti umani e la democrazia e considera che il Premio Nobel per la pace dato oggi ad una donna musulmana sta a significare proprio che l’islam non è terrore, ma che proprio le prevaricazioni perpetrate nel nome dell’islam costituiscono una violazione ed un’offesa proprio nei confronti dell’islam.

**********

 

 

CON LA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO FINALE CONCLUSA

A ROMA LA 32.MA SESSIONE DELLA CONFERENZA DELLA FAO

- A cura di Dorotea Gambardella -

 

**********

ROMA. = Un finanziamento di 749 milioni di dollari per il biennio 2004-2005, ossia circa 100 milioni in più rispetto a quello precedente. È uno dei risultati della 32esima conferenza governativa della Fao, che ha soddisfatto in particolare il presidente di turno, il Ministro dell’Agricoltura e Foreste della Nuova Zelanda Jim Sutton, il quale ha rilevato come grazie a questo budget, l’organizzazione sarà in grado di “aumentare l’efficienza del proprio operato”. Non solo, anche la decisione che i contributi siano divisi sia in dollari, sia in euro conferirà, secondo Sutton, “un maggiore spazio di manovra”. Numerose le questioni dibattute nel corso di questi dodici giorni di lavori, in cui i delegati hanno esaminato l’appello della FAO a combattere la pesca illegale e a dare sostegno ai Piccoli Stati Insulari in via di sviluppo; l’impatto dell’AIDS sull’agricoltura (il virus da HIV ha ucciso infatti 8 milioni di contadini negli ultimi 15 anni); il Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche, che si prevede entrerà in vigore all’inizio del 2004; e l’impiego della scienza e della tecnologia per migliorare la gestione delle risorse idriche in Africa e nel Medio Oriente  In particolare si è parlato del ruolo dell’acqua e delle infrastrutture per la sicurezza alimentare sostenibile, degli sviluppi dei negoziati internazionali sul commercio in materia agricola, della sicurezza alimentare dal punto di vista della salute e dell’accesso al cibo. Dall’ex premier della Malesia, Mahathir bin Mohamad,  è giunta infine, la proposta di una tassa mondiale per le multinazionali al fine di finanziare lo sviluppo delle infrastrutture nei Paesi poveri. “Invece che di commercio libero – ha sottolineato bin Mohamad - , dobbiamo insistere sul commercio equo e sul fatto che quanti ne traggono beneficio devono pagare un contributo, in modo che anche i poveri possano giovarsene”.

**********

 

 

AMMESSI I TESTI A DIFESA NEL PROCESSO PER LA RADIO VATICANA

SULLA QUESTIONE DELL’ELETTROSMOG. LA DIREZIONE AUSPICA

CHE IL DIBATTIMENTO PORTI AL CHIARIMENTO DEFINITIVO DELLA QUESTIONE

 

ROMA. = Ieri, presso il Tribunale di Roma, ha avuto luogo una nuova udienza del processo a carico della Radio Vaticana per molestie conseguenti il presunto inquinamento elettromagnetico a danno della popolazione circostante il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria. Il giudice Luisa Martone ha ammesso che sia le parti civili sia la difesa possano addurre prove documentali, testimonianze e consulenze e ha stabilito le date delle successive udienze. E’ quindi previsto che il 10 febbraio vengano ascoltati i testi presentati dal Pubblico Ministero e il 19 febbraio quelli delle parti civili, mentre i testi della difesa verranno ascoltati il 5 aprile. In date successive e ancora da stabilire avrà luogo poi il dibattimento. Concluse le fasi iniziali di carattere procedurale si entra così nei prossimi mesi nel merito della questione. La direzione della Radio Vaticana si augura e confida che la continuazione del processo, con discussione approfondita dei dati e della documentazione scientifica contribuisca effettivamente al chiarimento definitivo della annosa questione e alla piena serenità della popolazione della zona e del proprio lavoro.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

10 dicembre 2003

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Otto civili, tra i quali sei bambini, sono rimasti uccisi durante un’operazione condotta dai soldati americani nell’Est dell’Afghanistan. Lo ha affermato, oggi, un portavoce militare statunitense precisando che questo drammatico episodio è avvenuto venerdì scorso. E’ la seconda volta, in una settimana, che azioni condotte nel Paese asiatico contro presunti esponenti dei Taleban e di Al Qaeda, provocano vittime tra i civili ed in particolare tra i bambini.

 

In Iraq, dove stamani è stato ucciso un soldato americano a Mossul, lo scenario è dominato soprattutto dai programmi di ricostruzione. Gli oltre 60 Stati, che hanno partecipato o sostenuto lo sforzo bellico nel Paese arabo, possono infatti aspirare ad aggiudicarsi i contratti – del valore complessivo di 19 miliardi di dollari - per la ricostruzione irachena. Da questa lista, messa a punto dal Dipartimento di Stato americano, sono invece esclusi Francia Germania, Russia e Cina, Paesi che si sono sempre opposti alla guerra in Iraq. Il consiglio di governo transitorio iracheno ha intanto approvato, la scorsa notte, la creazione di un tribunale penale per giudicare i crimini contro l’umanità commessi durante il regime di Saddam Hussein. Ma quale significato attribuire alla creazione di questa istituzione? Andrea Sarubbi lo ha chiesto alla professoressa Maria Rita Saulle, docente di Diritto internazionale all’Università La Sapienza di Roma:

 

**********

R. – Ciò che desta in me meraviglia è il fatto che già esiste un Tribunale penale internazionale in fase, appunto, di inizio di attività; tuttavia, ben so che gli Stati Uniti, per esempio non hanno intenzione di sottoporre nessuno a questo Tribunale internazionale, e che l’Iraq in questo momento non può definirsi in senso tecnico uno Stato, anche se ha un governo provvisorio. Mi preoccupa, inoltre, la creazione di un Tribunale internazionale perché, in queste fasi di passaggio dal post-guerra civile, spesso vengono gestite le situazioni in modo da effettuare una giustizia sommaria.

 

D. – Secondo lei, un Paese che è ancora senza istituzioni democratiche, è in grado di giudicare il passato regime per i crimini commessi contro l’umanità?

 

R. – Un principio di diritto internazionale e di diritto interno dice: ‘nullum crimen sine lege’, ovvero non c’è crimine se non c’è la legge. E qui ritorniamo alla questione che ha caratterizzato il processo di Norimberga contro i nazisti. Non abbiamo una legge precedente – almeno, non mi risulta – in Iraq, a meno che non si applichi qualche codice penale o la Sharia o qualche norma del genere, che esistesse già precedentemente alla guerra. Se invece si giudica, sulla base di norme che sono state emanate attualmente, abbiamo una serie di Atti internazionali che consentono l’applicazione di queste norme.

**********

 

In Medio Oriente non si arresta la drammatica catena di violenze. Un palestinese di 15 anni è stato ucciso ieri, a Ramallah, da soldati israeliani che hanno sparato proiettili di gomma contro un gruppo di giovani che lanciavano sassi. Sul fronte politico, si devono registrare possibili misure unilaterali di Israele, annunciate dal premier Ariel Sharon, per lo sgombero di alcuni insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Con l’obiettivo di migliorare la difficile situazione economica palestinese, si è intanto aperta oggi, a Roma, la Conferenza dei Paesi donatori. Previsto un impegno finanziario di oltre 1 miliardo di dollari.

 

Sgomento e dolore in Russia dopo il tragico attentato che, ieri, ha sconvolto Mosca. Il presidente Putin ha parlato di un “tentativo di destabilizzare l’ordine costituzionale” e alla sua condanna del terrorismo si sono aggiunte anche quelle di Onu, Stati Uniti e Consiglio d’Europa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

**********

All’indomani dell’attentato suicida che ha provocato, in pieno centro a Mosca, la morte di sei persone ed il ferimento di altre tredici, i principali interrogativi riguardano le possibili piste per gli inquirenti e le conseguenze di questo grave episodio di violenza. L’attentato, compiuto da due donne kamikaze a poca distanza dalla Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - e avvenuto a 48 ore dalle elezioni legislative di domenica scorsa che hanno visto una netta affermazione del partito ‘Russia Unita’ (Er) del presidente Vladimir Putin, è probabilmente legato alla complessa questione cecena. Secondo l’esperto militare russo, Pavel Felgenhauer, “Mosca sarà, prossimamente, al centro di una ondata di attacchi e saranno adottate misure sempre più rigide per scongiurare nuove azioni terroristiche”. In questo delicato contesto si deve purtroppo registrare l’attacco compiuto oggi, alle porte di Grozny, da miliziani ceceni che hanno attaccato un veicolo di una commissione elettorale uccidendo un agente di polizia. E sempre in Cecenia, nel villaggio di Prigorodnoye, sono morti stamani due ragazzi quattordicenni mentre interravano mine su una strada per conto della guerriglia cecena.

*********

 

Via libera dell’Iran alla firma del Protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare. Lo ha comunicato il governo di Teheran, autorizzando il proprio rappresentante all’Aiea a siglare l’intesa. Che significato ha in questo momento la decisione delle autorità iraniane di aderire al documento sul controllo dei propri programmi nucleari? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alberto Zanconato, corrispondente Ansa da Teheran:

 

**********

R. – E’ semplicemente una formalizzazione degli impegni già presi dall’Iran nell’ambito di trattative con l’Aiea - l’Agenzia internazionale per l’energia atomica - che sono state concluse e portate avanti soprattutto da Francia, Gran Bretagna e Germania. Il Protocollo aggiuntivo prevede che l’Iran accetti anche ispezioni a sorpresa a impianti non dichiarati ufficialmente.

 

D. – Riguardo i maggiori controlli sui programmi ad energia atomica di Teheran, ci sono timori in Iran o si può dire che sia quasi una mossa strategica?

 

R. – E’ presto per dirlo. L’Iran ha dato informazioni sugli ultimi 18 anni di attività nucleare, soprattutto sull’arricchimento dell’uranio e anche su piccole quantità di plutonio, che normalmente è usato per la costruzione di ordigni nucleari. Per il momento possiamo dire che sono accordi che portano ad una tregua tra la comunità internazionale e l’Iran sulla questione nucleare.

 

D. – Questa decisione sul Protocollo addizionale arriva quando l’Iraq ha deciso di espellere dei Mujaheddin del popolo – provvedimento peraltro respinto dallo stesso gruppo di opposizione armata al regime iraniano - e anche in concomitanza con il Nobel alla Ebadi: questo che momento è per l’Iran?

 

R. – Questa mossa del governo iracheno - che in sostanza è una mossa americana - di espellere i Mujaheddin dall’Iraq sembra un passo avanti verso una possibile distensione. Per quanto riguarda il Premio Nobel a Shirin Ebadi, sicuramente è un evento che suscita entusiasmo e grandi attese, per possibili cambiamenti politici e aperture anche nel campo dei diritti umani in Iran.

**********

 

Taiwan e deficit commerciale americano nei confronti della Cina in primo piano, ieri, alla Casa Bianca. Il presidente americano, George Bush, ha infatti incontrato il premier cinese, Wen Jiaobao, dopo anni di tiepide relazioni tra Washington e Pechino. Il servizio di Elena Molinari:

 

**********

Il deficit commerciale americano nei confronti della Cina è un problema, dice il premier di Pechino, ma le mire indipendentiste di Taiwan lo sono ancora di più. Sulla difesa dell’unità territoriale, la Cina non è infatti disposta a fare passi indietro, nemmeno di fronte al rischio di un conflitto. Jiaobao lo ha ribadito ieri nei colloqui con George Bush che, per altro, non ha avuto bisogno di essere convinto della necessità di mantenere lo status quo. “Ci opponiamo - ha detto - a qualsiasi mossa unilaterale che modifichi l’equilibrio fra Cina e Taiwan”. “Il referendum sull’indipendenza va abbandonato”, avevano chiarito i diplomatici americani. Ed è la prima volta che la Casa Bianca esce così allo scoperto. Il premier Wen ha apprezzato. Bush ha sottolineato che “la maturità alla quale è giunta la nostra relazione ci permette di parlare delle nostre divergenze su Taiwan, il Tibet, i diritti umani o la libertà religiosa”. In primo piano anche la questione Nord coreana, che la Casa Bianca spera di risolvere con un nuovo round di colloqui ospitati proprio dalla Cina.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

**********                     

=======ooo=======