RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 343 - Testo della
Trasmissione di martedì 9 dicembre 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
L’omaggio di Giovanni Paolo II alla Madonna in
piazza di Spagna.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA
E SOCIETA’:
Tanti messaggi d’auguri per il presidente italiano Ciampi che
oggi compie 83 anni.
Lenta e difficile socioeconomia in Argentina, dove circa la
metà della popolazione è oggi povera.
Una
bomba esplode in una moschea sunnita di Baghdad, causando tre vittime.
Il
Giappone decide ufficialmente l’invio di truppe in Iraq: è la prima volta dal
1945.
Oggi
a Bruxelles l’Italia presenta l’ultima bozza della Costituzione europea: resta
il nodo del sistema di voto.
Polemiche
da parte israeliana per la decisione dell’ONU di chiedere alla Corte dell’Aja
un giudizio sulla legittimità del “Muro”.
9
dicembre 2003
GIUSTIZIA SOCIALE E EDUCAZIONE AI VALORI, PER
RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA:
L’INDICAZIONE DEL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE DEL PARAGUAY
PRESSO LA SANTA SEDE, RICEVUTO
PER LE LETTERE CREDENZIALI
- Servizio di Alessandro De Carolis -
**********
Lotta alla povertà, ricerca della giustizia sociale,
supremazia del bene della nazione rispetto all’interesse privato. E poi, cura
della formazione dei cittadini, dei giovani soprattutto, all’interno di un
nitido orizzonte di valori morali e spirituali. E’ un discorso a tutto tondo,
quello rivolto questa mattina da Giovanni Paolo II al nuovo ambasciatore del
Paraguay presso la Santa Sede, Marcos Martines Mendieta, ricevuto in Vaticano
per la presentazione delle lettere credenziali.
In uno Stato simile, per condizioni socioeconomiche, a
molti altri dell’America Latina, gravato da un pesante debito estero e afflitto
da un basso tenore di vita, soprattutto all’interno dei gruppi indigeni, la
costruzione di un sistema realmente democratico è un dovere imprescindibile da
parte dei responsabili della cosa pubblica. Ed è a loro che il Papa si rivolge,
affermando di essere “cosciente dei momenti cruciali” che sta vivendo il
Paraguay ma anche ripetendo, con le parole della Centesimus annus, che
“una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto
oppure subdolo, come dimostra la storia”. Poco prima, il Papa si era detto
fiducioso nell’impegno delle autorità paraguayane nel promuovere una “autentica
politica culturale” a tutela dei “veri valori morali e dello spirito”, sui
quali fondare l’educazione dei futuri cittadini.
Ma anche restando al presente, al fine di promuovere un
“clima di pacifica e armoniosa convivenza” civile e di rinsaldare la “fiducia”
dei cittadini nelle istituzioni, Giovanni Paolo ha elencato una serie di
priorità: lottare “con tenacia” contro la povertà, trasformare le potenziali
risorse naturali “con laboriosità e responsabilità”, “distribuire più equamente
la ricchezza, riducendo le disuguaglianze che generano emarginazione e
offendono la condizione dei fratelli, figli di uno stesso Padre”. Il tutto, ha
specificato il Papa, “tenendo conto che il bene comune della nazione deve prevalere
sulle ambizioni personali e di ciascun gruppo politico”. In questo impegno
gravoso, il Paraguay - ha assicurato il Pontefice - può contare sulla piena
collaborazione della Chiesa, impegnata con tutti i suoi membri “nel suo lavoro
di evangelizzazione, assistenziale ed educativo per il bene della società”.
**********
AI RESPONSABILI E AI
GIOVANI IN FORMAZIONE DEL SEMINARIO MAGGIORE
DELLA DIOCESI POLACCA DI RADOM, IN VISITA QUESTA
MATTINA IN VATICANO,
IL PAPA HA RICORDATO IL COMPITO DEL SACERDOTE,
“PRIMO TESTIMONE”
DELLA MORTE E RESURREZIONE DI CRISTO,
SOTTOLINEANDO CHE “UMANAMENTE NON E’ FACILE”
Nel salutare quanti sono venuti,
questa mattina nella Sala Clementina, dal Seminario Maggiore della Diocesi
polacca di Radom, il Papa è tornato con la memoria alla sua visita nella sede
rinnovata dell’Istituto nel 1991. Ha poi ricordato le “comuni radici” che
lo legano al Seminario spiegando che lì
è stata organizzata la “versatile formazione” dei sacerdoti per la Diocesi di
Cracovia. E si è soffermato sul motto che accompagna il cammino di formazione
dei seminaristi: “Imita ciò che celebrerai”, spiegando che davvero un sacerdote
è chiamato a vivere quanto annuncia nel suo servizio e cioè la morte in Croce di
Cristo, la Risurrezione e la Pentecoste.
Adempiere al compito di essere
“il primo testimone”– ha spiegato il
Papa – “umanamente non è facile”. “Non manchi mai il posto per la preghiera” è
l’incoraggiamento che Giovanni Paolo II ha lasciato ai giovani che frequentano
il Seminario e ai responsabili e collaboratori che li hanno accompagnati, affidando tutti alla Patrona dell’Istituto,
l’Immacolata Madre di Dio.
“MARIA,
REGINA DELLA PACE, ASCOLTA IL GRIDO DELLE VITTIME DELLE GUERRE
E DI TANTE FORME DI VIOLENZA, CHE
INSANGUINANO LA TERRA”.
COSI’ IERI IL PAPA NELLA
SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE,
IN PIAZZA DI SPAGNA
Una nuova invocazione per la pace è stata lanciata ieri
pomeriggio da Giovanni Paolo II nel tradizionale appuntamento a Piazza di Spagna
per la solennità dell’Immacolata. Il Papa si è rivolto alla Vergine, “Regina
della pace”, perché ascolti “il grido delle vittime delle guerre e di tante
forme di violenza, che insanguinano la Terra”. Ce ne parla Barbara Castelli.
**********
In questo tempo di “incertezze
e timori”, “dirada le tenebre della tristezza e della solitudine, dell’odio e
della vendetta. Apri la mente e il cuore di tutti alla fiducia e al perdono”,
soprattutto in quei Paesi “dove si continua ogni giorno a combattere e a morire”.
Rivolgendo questa preghiera alla Vergine, ieri pomeriggio, Giovanni Paolo II ha
rinnovato una tradizione a cui non manca sin dai primi anni del suo
Pontificato: l’omaggio alla statua di Maria a Piazza di Spagna, eretta nella
vicina Piazza Mignanelli a ricordo del dogma dell’Immacolata Concezione
proclamato da Pio IX nel 1854. Dopo una breve sosta dinanzi alla chiesa della
Santissima Trinità, per il consueto saluto con i membri dell’Associazione
commercianti di Via Condotti, il Pontefice ha attraversato sulla papamobile le
vie del cuore di Roma, fino all’effige della Madonna. Accolto dalle autorità
religiose e civili e dall’applauso di alcune migliaia di persone, tra fedeli e
turisti di tutte le nazionalità, stipate dietro le transenne, il Santo Padre si
è raccolto in preghiera, ponendo ai piedi della Vergine le sorti dell’umanità.
“A Te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione - ha detto - a Te
ricorriamo con più insistente fiducia, in questi tempi segnati da non poche
incertezze e timori”.
“Madre
di misericordia e di speranza, ottieni per gli uomini e le donne del terzo
millennio il dono prezioso della pace: pace nei cuori e nelle famiglie nelle
comunità e fra i popoli; pace soprattutto per quelle nazioni dove si continua
ogni giorno a combattere e a morire”.
Anche ieri il Santo Padre ha
chiesto a Maria di spaziare il suo “sguardo materno su questa antica, a me
tanto cara - ha aggiunto - città di Roma”; e ha chiesto di unirsi a lui a tutti
i romani, “il cui affetto - ha ricordato - mi ha sempre accompagnato in tutti
gli anni del mio servizio alla sede di Pietro”. Ricordando il cammino verso il
centocinquantesimo anniversario del dogma ieri celebrato, Giovanni Paolo II ha,
infine, concluso: “primizia dell’umanità redenta da Cristo, finalmente liberata
dalla schiavitù del male e del peccato, fa’ che ogni essere umano, di tutte le
razze e culture, incontri ed accolga Gesù, venuto sulla Terra nel mistero del
Natale per donarci la “sua” pace”.
**********
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata,
in successive udienze, il nunzio apostolico in Germania, l’arcivescovo Erwin
Josef Ender, e tre presuli del Sudan in visita ad Limina: il cardinale
arcivescovo di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako, il vescovo ausiliare Daniel
Adwok, e l’arcivescovo di Juba, Paulino Lukudu.
In Germania, il Papa ha nominato
ausiliari della diocesi di Trier il sacerdote Robert Brahm, responsabile
dell’Ufficio per i sacerdoti presso il Dipartimento per il personale della
curia diocesana, e il sacerdote Jörg Michael Peters, parroco e decano a
Losheim.
Mons. Brahm, 48 anni, è originario
della diocesi di Trier. Ordinato sacerdote, ha svolto il ministero come vicario
parrocchiale a Bad Kreuznach e come cappellano per la gioventù nella regione pastorale
“Rhein-Wied-Sieg”. Nel 2000 è stato nominato incaricato diocesano per il
diaconato permanente e vicario del Duomo di Trier.
Mons. Peters è nato nel 1960 a
Altenkessel, nella diocesi di Trier. E’ stato, tra l’altro, segretario
particolare del vescovo di Trier e dal 1991 anche vicario del Duomo. E’ membro
del Consiglio presbiterale della diocesi di Trier.
La diocesi di Issele-Uku, creata
nel ’73, è suffraganea, insieme alle diocesi di Auchi e Warri, della sede
metropolitana di Benin City. Conta circa 900 mila abitanti, dei quali 275 mila
cattolici, distribuiti in 36 parrocchie, con 65 sacerdoti, 83 religiose e 81
seminaristi maggiori.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo
“Un pellegrinaggio, un gesto, una supplica: Donaci, o Madre, la pace”.
Giovanni Paolo II rende omaggio
alla Regina della Pace in piazza di Spagna ed avvia il cammino verso il 150. mo
anniversario della proclamazione del Dogma dell’Immacolata.
Nelle vaticane, all’Angelus
della seconda domenica di Avvento, il Papa ha affermato che agli uomini del
terzo millennio, alla ricerca di serenità e di pace, San Giovanni Battista
addita la strada che occorre percorrere.
All’Angelus nella solennità
dell’Immacolata Concezione il Santo Padre ha sottolineato che se Cristo è il
giorno che non conosce tramonto, Maria ne è l’aurora splendente di bellezza.
Nel discorso al nuovo
ambasciatore del Paraguay, Giovanni Paolo II ha evidenziato che nel momento
cruciale che sta vivendo il Paese occorre affermare e consolidare un clima di pacifica
ed armonica convivenza.
Nel discorso ai seminaristi
della diocesi polacca di Radom il Papa ha esortato a preparare il sacerdozio
sulle solide fondamenta della preghiera.
Il Messaggio del Papa a Chiara
Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari.
Nelle estere, Russia: attentato
kamikaze a Mosca nei pressi della Duma - Nelle legislative vince il partito di
Putin.
Ancora sangue in Iraq per
l’esplosione di una bomba in una moschea situata al centro di Baghdad.
Nella pagina culturale, un
articolo di Antonio Braga in occasione dei 200 anni dalla nascita del
compositore francese Berlioz.
Per la rubrica
dell’“Osservatore libri” un approfondito contributo di Marco Testi sulla prima
edizione italiana di “Omeros”, il poema epico di Derek Walkott.
Nelle pagine italiane, in primo
piano i disagi legati al maltempo.
=======ooo=======
9
dicembre 2003
ATTENTATO NEL CUORE DI MOSCA SCUOTE LA
RUSSIA A DUE GIORNI DALLE ELEZIONI PARLAMENTARI CHE HANNO VISTO TRIONFARE IL
PARTITO DI PUTIN
- Con
noi, Alexey Bukalov e Luigi Geninazzi -
Strage
nella capitale russa: almeno sei persone sono morte ed una decina sono rimaste
ferite, stamani, per un nuovo attentato kamikaze nel pieno centro di Mosca.
L’attentato è stato condannato duramente dal presidente Putin che lo ha
definito “un tentativo di destabilizzare lo sviluppo del Paese, fondato sulla
democrazia e sull’economia di mercato”. Da Mosca, Giuseppe D’Amato:
**********
Attentato nel cuore di Mosca: alle 10.52 ora locale si è
registrata una forte esplosione davanti all’albergo ‘National’, giusto di
fronte al palazzo della Duma e qualche centinaio di metri dal Cremlino. “E’ un
atto terroristico”, hanno subito affermato le forze di sicurezza. Dopo le prime
ricostruzioni vi è la certezza che una donna si sia fatta esplodere fra i passanti.
La donna, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, aveva chiesto dove si
trovasse il dirimpettaio Palazzo del Parlamento. Non è riuscita ad arrivarci.
Il bilancio dell’attentato è assai grave: almeno sei i morti, oltre 10 i
feriti, tra cui alcuni versano in gravi condizioni. Il traffico nel centro di
Mosca è stato immediatamente fermato, paralizzando praticamente l’intera città.
La donna aveva con sé un altro pacco che non è esploso e gli artificieri hanno
lavorato a lungo per disinnescarlo. La facciata dell’albergo ‘National’ ha
subito considerevoli danni. Se venisse provata la matrice islamico-cecena
dell’attentato, i riflessi potrebbero essere di un ulteriore inasprimento della
situazione in Caucaso, soprattutto dopo che il partito del Cremlino ha vinto le
elezioni e nella prossima Duma siederà una forte componente nazionalista.
Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
**********
A due
giorni dal rinnovo della Duma, che ha sancito la vittoria del partito Russia
Unita del presidente Putin, come può essere interpretata questa ennesima
violenza in Russia? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alexey Bukalov, corrispondente
dell’agenzia russa ItarTass a Roma:
**********
R. –
Siamo in piena attività terroristica che destabilizza sicuramente la
situazione, anche se teoricamente dopo le elezioni parlamentari di domenica, la
situazione dovrebbe essere più tranquilla.
D. – I terroristi hanno voluto colpire il potere centrale
ed il presidente Putin, vittorioso appunto alle elezioni per la Duma. Che tipo
di strategia è?
R. – E’ una continuazione di quella lotta che da anni
rappresenta una tragedia per il nostro Paese. Vorrei ricordare che la Duma
nuova è molto più nazionalista e molto più forte per l’appoggio che darà a
Putin. Ma loro vogliono dire che non dipende tutto dalla Duma e che loro
continuano la battaglia.
D. – La vittoria dei centristi di Putin e il dimezzamento
dei comunisti da una parte, e il terrorismo ceceno e non, che non si ferma,
dall’altra. Dove va la Russia oggi? Verso quale direzione?
R. – Non soltanto i comunisti sono stati tra quelli che
hanno perso le elezioni, ma anche la forte ala liberale, che combatteva proprio
per far finire la guerra in Cecenia. Secondo me è un fatto allarmante. Vuol dire
che non si andrà verso le trattative nel Caucaso, ma la guerra continuerà fino
alla vittoria ... cosa improbabile.
D. - Quindi ci
saranno nuovi attentati?
R. – Io ho paura di sì. Purtroppo hanno trovato quest’arma
di dissenso – che purtroppo è anche molto vile, perché causa vittime tra la popolazione
civile e destabilizza la vita quotidiana dei cittadini.
**********
L’attentato dunque è giunto a due giorni dal rinnovo della
Duma, che ha visto il trionfo dei centristi di Russia Unita, il partito di
Putin, il dimezzamento dei comunisti e la marginalizzazione sotto la barriera
del 5% dei liberali filo europei. Ma sui risultati non mancano le
polemiche. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione europea, il
Consiglio d’Europa e gli Stati Uniti hanno parlato di voto “libero, ma non
giusto”. Mosca respinge tali accuse. Per un’analisi del voto, Giancarlo La
Vella ha raccolto il commento di Luigi Geninazzi, inviato a Mosca del
quotidiano “Avvenire”:
**********
R. – Questo è uno dei risultati elettorali più importanti;
è una svolta storica, perché dobbiamo ricordare che il partito comunista, anche
dopo la fine dell’Unione Sovietica, aveva sempre conservato un chiaro primato,
anche se poi era sempre stato estromesso dalla gestione del potere. E Putin ha
raccolto il favore della maggioranza, perché rappresenta, nello stesso tempo,
la rottura con il passato, ma anche un po’ la continuazione. Il segnale più preoccupante
è invece l’emarginazione dei partiti liberali e nel nuovo Parlamento si sentirà
la mancanza di una voce critica e filo-occidentale.
D. – Che cosa dire invece delle critiche dell’Osce,
confermate poi soprattutto dagli Stati Uniti, allo svolgimento della campagna
elettorale?
R. – Queste elezioni sono state sì free, cioè
libere, ma non esattamente fair, corrette, per come è stata condotta la
campagna elettorale, a causa della grande disparità dei partiti concorrenti. E’
noto che il partito del presidente, Russia Unita, è stato largamente favorito
per i mezzi di comunicazione a disposizione durante la campagna e soprattutto
per la presenza maggiore sui canali televisivi nazionali.
D. – C’è il rischio che si inneschi una piccola crisi
internazionale, vista poi la decisa risposta di Putin agli Stati Uniti?
R. – Già in altre occasioni, quando è stato criticato,
Putin ha sempre ribattuto che questi ‘mali’ sono un po’ anche i mali
dell’Occidente. Io credo, però, che in questo caso, alla fine, non ci sarà
nessuno scontro.
**********
RIVIVERE
LO SLANCIO DELLA PENTECOSTE A PARTIRE DALLE CHIESE LOCALI.
CONCLUSA
A RIMINI LA 27.MA CONFERENZA
DEGLI
ANIMATORI DI RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO
-
Intervista con Salvatore Martinez -
“Profeti
di speranza” in un mondo che ha bisogno di riscoprire i tesori dello Spirito.
Con questo auspicio, e insieme un programma di vita, si è conclusa ieri a
Rimini la 27.ma Conferenza animatori di Rinnovamento nello Spirito. Il coordinatore
nazionale del Movimento, Salvatore Martinez, ha fatto il punto degli ultimi tre
anni di lavoro appena conclusi, alla vigilia del rinnovo delle cariche interne
e in vista del prossimo triennio che inizierà a gennaio 2004. Lo stesso
Martinez, al microfono di Alessandro De Carolis, traccia il consuntivo della
Conferenza e l’invito rivolto al Rinnovamento dal segretario generale della
Cei, mons. Giuseppe Betori:
**********
R. – Un dato significativo, a conforto anche della recente
assemblea generale dei vescovi in Italia, è stata la presenza di mons. Betori,
segretario generale della Cei, che ha ribadito l’attualità dell’impegno del
Rinnovamento nello Spirito e la necessità che il Rinnovamento possa stare
affianco ai parroci ed ai vescovi nella elaborazione e nella realizzazione dei
piani pastorali. Questo dato spinge l’associazione tutta, in vista dei prossimi
rinnovi degli organi di servizio, a ribadire la centralità della vita delle
Chiese locali e in questo senso riteniamo di poter essere un’avanguardia per le
nostre Chiese locali perché il Vangelo possa arrivare anche laddove i nostri
programmi di pastorale ordinaria non sempre riescono ad arrivare.
D. – Quindi è un bilancio positivo, quello della
Conferenza di Rimini, per tutto il Rinnovamento ...
R. – Il bilancio di questa Conferenza è decisamente
positivo, perché riscontriamo il dato della maturità ecclesiale e segnatamente
in tre direzioni: nel rilancio dell’esperienza carismatica, e quindi
dell’identità spirituale del movimento; il secondo dato è quello della
formazione: si consolidano le iniziative – le scuole, le metodologie avviate –
per l’evangelizzazione; e il terzo dato, è la presenza del Rinnovamento nel
mondo, e questa è la dimensione del servizio all’uomo, di quella carità che
irradia lode, gioia con passione per l’uomo.
D. – Quali progetti avete messo in cantiere, per il
prossimo futuro?
R. – I progetti che sono stati avviati – pensiamo in modo
particolare alla missione in Moldavia, ma anche al lavoro per le famiglie in
difficoltà, che abbiamo ormai consolidato a Loreto, il lavoro iniziato con gli
universitari – registrano un pullulare di iniziative e di novità che riteniamo
siano tra i dati più interessanti della presenza del Rinnovamento fuori dal
cenacolo.
D. – Durante la Conferenza, l’Ordinario militare per
l’Italia, mons. Bagnasco, vi ha lanciato un invito: ‘Siate profeti – ha detto –
perché c’è bisogno di profeti per indicare Dio al mondo’. Come avete intenzione
di raccogliere questo invito?
R. – ‘I profeti della speranza’, è la parola che abbiamo
consegnato nelle conclusioni. E profeti di una santità che non ammorbidisce il
contenuto della fede che non sfuma le vocali del Vangelo. Profeti della
speranza perché c’è necessità in questo nostro tempo di ri-destare l’attenzione
per questo Gesù che non è lontano dagli uomini ma che viene. E una speranza che
attende i tempi della Redenzione, è il migliore messaggio per il Natale.
**********
“IL
PAPA DEI GESTI. SEGNI E PAROLE DI UNA ENCICLICA MAI SCRITTA”:
E’ IL
TITOLO DELL’OPERA DEDICATA AL TALENTO COMUNICATIVO DEL
PAPA,
PRESENTATA
VENERDÌ SCORSO NELLA SEDE DELLA RADIO VATICANA
-
Servizio di Amedeo Lomonaco -
***********
(musica)
La mano che, volteggiando, sembra lanciare moniti d’amore,
il bacio a terra all’arrivo in ogni Paese, lo sguardo determinato e amorevole
alle folle, gli abbracci ai bambini, ai poveri, ai malati. Sono questi alcuni
dei caratteristici affreschi del Pontificato di Giovanni Paolo II analizzati
nel libro, corredato da un Dvd, dal titolo “Il Papa dei gesti. Segni e parole
di una enciclica mai scritta”. L’opera è stata curata dal direttore del
Dipartimento di sociologia e comunicazione dell’Università “La Sapienza” di
Roma, Mario Morcellini, che ci spiega la genesi del suo studio sui gesti del
Papa:
R. – La prima intuizione c’è stata il giorno della laurea
che l’Università La Sapienza conferiva al Papa. Mi sembrava che, consegnandogli
il titolo accademico, contraessimo quasi un debito e cioè studiare da dove
nasca questa forza comunicativa. L’attenzione si è spostata lentamente sui
gesti.
I gesti
di Giovanni Paolo II rappresentano un patrimonio di segni che, con una creativa
chiave espressiva, compongono una Enciclica mai scritta, costruita sulla sapienza
dei gesti. Ancora il prof. Morcellini:
R. – I
gesti universalizzano, mentre le parole dividono per razza, per livelli culturali.
Ci sembra che il ricorso alla gestualità sia come una Enciclica che esiste nel
suo modo di comunicare stabilmente, e quindi una gestualità, per così dire,
“virale”, capace letteralmente di trasformarsi in forza comunicativa.
Tra le
molteplici competenze comunicative del Santo Padre – ha aggiunto il prof.
Morcellini - le mani assumono un significato del tutto particolare:
R. –
Man mano che noi perdiamo forza comunicativa, abbiamo un solo elemento di
supplenza: le nostre mani. Qui siamo di fronte ad un polacco che usa la
gestualità come un uomo del meridione dell’Europa. Se non aggiungiamo i gesti,
la caratterizzazione comunicativa di questo Papa si perde.
In
occasione della presentazione del libro e del Dvd è stato anche illustrato il
cd dedicato al Papa “Sapientiam Dedit Illi”, che raccoglie registrazioni della
Radio Vaticana di brani eseguiti dal Coro interuniversitario di Roma.
(musica)
**********
L’ARTE
METAFISICA DI DE CHIRICO, CARRA’ E MORANDI
IN MOSTRA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE DI ROMA
- Con
noi la prof.ssa Ester Coen -
“Metafisica”
è il titolo della suggestiva mostra alle Scuderie del Quirinale a Roma. La
rassegna, che resterà aperta al pubblico fino al 6 Gennaio prossimo, raccoglie
114 opere, molte delle quali per la prima volta in Italia, provenienti da 50
musei e collezioni private di tutto il mondo. Quanto mai ampia la proposta espositiva:
il nucleo più cospicuo è rappresentato dai dipinti di Giorgio De Chirico del
periodo tra il 1912 e il 1919, presenti anche opere di Carrà, Sironi, Morandi,
Picasso e di alcuni tra i massimi esponenti del surrealismo e dell’astrattismo
europeo e statunitense. Ma come si presenta la mostra agli occhi dei
visitatori? Maria Di Maggio lo ha chiesto alla curatrice Ester Coen:
**********
(musica)
R. - Dall’impostazione abbastanza semplice, nel senso che
ho privilegiato quell’aspetto e quell’influenza che De Chirico ha avuto sul
surrealismo, che è un’influenza assolutamente riconosciuta, però in realtà
raramente si vede nelle mostre, questo legame e questo filo diretto. Attraverso
il surrealismo ho voluto far proseguire questa influenza, questa memoria di De
Chirico nelle opere degli espressionisti astratti americani.
D. – E quindi, quali sono le voci protagoniste della
mostra “Metafisica”?
R. – Nella mostra, il visitatore vede – per esempio – le
piazze deserte di De Chirico, i manichini di Carrà, che sono dipinti
all’interno di uno spazio fisico; il tonalismo delle nature morte di Morandi;
vede quest’atmosfera minacciosa delle opere di Max Ernst, vede le città e le
periferie milanesi e quella pittura che porta poi ad una totale sensibilità
astratta.
D. – Quindi, una molteplicità di figure che hanno dato
espressione all’estetica metafisica, ciascuno secondo la propria sensibilità.
Ma quali sono, allora, gli elementi cardine dell’alfabeto metafisico,
sintetizzati nella mostra?
R. – Elementi dell’alfabeto metafisico in realtà sono
semplicissimi, cioè l’idea di una sospensione nello spazio e nel tempo degli
elementi e il senso di svuotamento della realtà esteriore – i temi sono anche
quelli dei manichini, quindi di una realtà disumanizzata, comunque di una
figura umana che ha perso il suo carattere, appunto, umano. Poi, questa
semplificazione degli elementi della realtà e della pittura.
D. – Professoressa Coen, quindi possiamo dire che si
tratta di una mostra che vuole essere anche una provocazione nei confronti del
visitatore?
R. – Direi di sì. Ad esempio, il quadro di Magritte, nella
prima sala d’ingresso della mostra, che rappresenta una stanza, vuota;
all’interno di questa stanza, c’è una grandissima sfera sospesa nel vuoto che
incombe leggermente nello spazio e allo stesso tempo pone questioni di
sensibilità visiva e degli interrogativi sul funzionamento fisico delle cose,
nella natura. Quindi, con questa sfera sospesa c’è comunque un interrogativo
sul senso stesso della realtà e sul significato dell’essere e del mondo.
(musica)
**********
=======ooo========
9
dicembre 2003
LE
CHIESE CRISTIANE IN FRANCIA SI OPPONGONO ALL’IPOTESI DI UNA NORMATIVA
CHE
VIETI I SIMBOLI RELIGIOSI NELLE SCUOLE E NEGLI UFFICI,
SULLA
SCIA DELLE POLEMICHE PER L’USO
DEL VELO ISLAMICO TRA I BANCHI DI SCUOLA
- A
cura di Roberta Gisotti -
**********
PARIGI.
= La questione del velo islamico, che copre il volto delle donne, continua a
dividere la società francese: un caso che esula il solo contesto religioso per
investire aspetti politici e sociali, e il dibattito divampa. In ballo è una
legge ad hoc che vieti l’uso di questo indumento, il velo, nelle Scuole, perché
recepito come contrario alle regole delle convivenza democratica e vessatorio
nei confronti delle donne. Contro questa ipotesi legislativa sono scesi però in
campo cattolici, ortodossi e protestanti. In una lettera appello, inviata al
presidente della Repubblica Jacques Chirac, il Consiglio delle Chiese cristiane
francesi, paventa che tale iniziativa “sarebbe percepita come discriminatoria”
da alcuni, allontanando ancor più i giovani dalla dimensione religiosa, e
provocando in molti musulmani reazioni negative “all’esclusione e al rigetto”,
che potrebbero favorire una maggiore chiusura nelle proprie comunità a
discapito dei processi di integrazione. Le Chiese cristiane di Francia pure
consapevoli che il velo islamico può “in qualche caso” rappresentare un
inaccettabile “stato di sottomissione della
donna”, auspicano che i casi delle studentesse velate in classe - al
centro di accese polemiche - vengano piuttosto risolti tramite “la mediazione”,
nel “quadro pedagogico della vita scolastica comune”. Nella lettera anche
un’altra preoccupazione che la difesa della laicità non si trasformi in
principio di negazione del religioso. Allo stato attuale in Francia sono
ammessi i simboli religioso nelle Scuole e negli Uffici pubblici a patto che
non siano esibiti in modo “ostentatorio”.
**********
LENTA
E DIFFICILE LA RIPRESA SOCIOECONOMICA IN ARGENTINA,
DOVE
CIRCA LA META’ DELLA POPOLAZIONE E’ OGGI POVERA,
MENTRE
IL TASSO DISOCCUPAZIONE E’ OLTRE IL 15 PER CENTO.
IN
AUMENTO LE BIDONVILLE NEI DINTORNI DI BUENOS AIRES
BUENOS
AIRES. = La profonda crisi socio-economica in cui versa l’Argentina è drammaticamente
documentata dall’aumento del numero di case-tugurio e dei relativi abitanti. Lo
sostiene la stampa locale, così come riporta l’Agenzia Misna, riprendendendo le cifre di un fenomeno in
rapida espansione, soprattutto nella sterminata provincia di Buenos Aires. In
dieci anni tra il 1991 e il 2001 nei dintorni della capitale argentina gli 16
insediamenti di fortuna sono saliti da 16 a 22 e gli abitanti sono raddoppiati
da circa 52 mila a quasi 108 mila ed oggi le persone costrette a vivere in
questi agglomerati sono non meno di 116 mila e il loro numero continua a
crescere. Nonostante, negli ultimi due anni, sia stata abbandonata la parità
tra Dollaro Usa e Peso e quest’ultimo si sia deprezzato di oltre il 65 per
cento, “molte persone hanno perso le loro entrate o hanno subito una significativa
diminuzione del loro reddito e per questa ragione hanno dovuto abbandonare le loro
precedenti case e spostarsi a vivere in questi agglomerati”, spiega Victoria
Mazeo, demografa dipendente del governo provinciale di Buenos Aires. Le
condizioni di vita in questi quartieri degradati sono bassissime. Secondo i
dati ufficiali, il 95 per cento degli agglomerati-tugurio sorge su terreni
contaminati e insalubri, l’85 per cento della popolazione insediata ha meno di
40 anni, il 61 per cento degli adulti non ha un lavoro e il 39 per cento
guadagna meno di 300 pesos (circa 100 dollari) al mese; inoltre, l’indice di natalità
in questi luoghi è molto più alto della media nazionale così come la densità
abitativa (quattro o più persone per casa contro le 2,5 per ogni abitazione del
resto del Paese). Nella stessa Buenos Aires circa 700 mila dei 2 milioni e 800
mila abitanti vivono sotto la soglia di povertà e gli indigenti sono almeno 300
mila. Da circa 5 anni la crisi economica sta mettendo sul lastrico milioni di
argentini. Nonostante i buoni risultati del nuovo governo guidato da Néstor
Kirchner, l’eredità del passato è ancora molto pesante: più della metà dei
circa 36 milioni di argentini è oggi povera, mentre il tasso di disoccupazione
della popolazione attiva si è attestato intorno al 15,6 per cento. (R.G.)
LANCIATA
DALL’ONU UN CAMPAGNA PER RACCOGLIERE 465 MILIONI DI DOLLARI
IN
AIUTO ALLA POPOLAZIONE PIU’ POVERA DEL SUDAN,
PAESE
STREMATO DA UNA GUERRA CIVILE CHE DURA DA 20 ANNI
KHARTOUM. =
Una campagna per la raccolta di 465 milioni di dollari destinati ad una popolazione
di 3 milioni e mezzo di sudanesi, per combattere fame e povertà e per
facilitare l'instaurazione della pace mentre sta per concludersi una guerra
civile durata 20 anni, è stata lanciata ieri da Agenzie dell'Onu con sede in Sudan. L’appello è stato rivolto a Khartoum dal coordinatore
umanitario dell'Onu, Mukesh Kapila, e dall'inviato speciale del segretario
generale per gli Affari umanitari, Tom Vraaslen. Gli aiuti sono destinati anche
a facilitare il rientro di oltre mezzo
milione di profughi attualmente fuori dal Sudan e di 3-4 milioni di senzatetto,
fuggiti dalle loro terre a causa dei
combattimenti. Un accordo di pace tra il governo sudanese e il movimento
ribelle del sud dell'“Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese” (Spla) è sul
punto di essere firmato nelle trattative finali, che sono in corso in questi
giorni nella città di Naivasha, sul lago omonimo, 100 chilometri a sudest di
Nairobi. (R.G.)
COMPIE
OGGI 83 ANNI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
CARLO
AZEGLIO CIAMPI, E LI FESTEGGIA CON TANTI GIOVANI
NEL
SANTUARIO DI NAZARETH A SAN CIPRIANO D’AVERSA, NEL CASERTANO
ROMA. =
“A 83 anni sento ancora in me tutto quell’entusiasmo, quella passione civile che avevo a 20 anni”: cosi ha
commentato oggi il suo compleanno il presidente della Repubblica italiana Carlo
Azeglio Ciampi, ospite stamane nel Santuario di Nazareth a San Cipriano
D’Aversa, affollato di giovani. E la mia forza – ha aggiunto – “viene rinvigorita
quando vedo tanta gioventù che ha quella stessa mia passione.” Il presidente
Ciampi ha concluso cosi la sua visita di due giorni iniziata ieri nel casertano
e si è messo in viaggio per Roma, insieme alla moglie signora Franca, per
raggiungere il Quirinale, dove festeggerà il compleanno in forma privata con i
familiari. Sono intanto giunti al capo di Stato italiano numerosi indirizzi
d’augurio, tra cui quelli del presidente del Senato Marcello Pera, che ha
sottolineato come “il suo equilibrio e la sua opera costante costituiscano un
saldo presidio a garanzia di tutte le istituzioni della Repubblica.” (R.G.)
MIGLIAIA
DI FEDELI HANNO PARTECIPATO IERI NELLA FESTA DELL’IMMACOLATA
ALLA
MESSA, CELEBRATA NELLA CATTEDRALE DI HO CHI MINH CITY,
DAL
NEOELETTO CARDINALE JEAN-BAPISTE PHAM MINH MAN
HOCHIMINH
VILLE. = Migliaia di cattolici vietnamiti hanno partecipato ieri in occasione
delle Festa dell’Immacolata alla Messa di ringraziamento, celebrata nella
cattedrale di Notre Dame di Hôchiminh Ville, dal cardinale Jean-Baptiste Pham
Minh Man, 69 anni, creato nell’ultimo Concistoro dell’ottobre scorso. La
cerimonia si è svolta a 5 anni dalla presa di possesso dell’arcidiocesi di
Hôchiminh Ville, da parte dell’allora presule mons. Man. Il neoeletto porporato
si aggiunge all’anziano cardinale vietnamita Paul Joseph Pham Dinh Tung, 84
anni, che vive a Hanoi. Da rilevare che la nomina dei porporati da parte del Papa
è soggetta all’approvazione del governo vietnamita. “La posizione di cardinale
che ho assunto – ha detto il cardinale Man, durante la messa diffusa con gli
altoparlanti anche al di fuori dell’edificio sacro - è la gioia del popolo di
Dio e della nazione vietnamita.” Su 7 milioni di persone che vivono ad
Hôchiminh Ville, già Saigon, circa il 10 per cento sono cattolici, in tutto 8
milioni nell’intero Paese, che vanta la più grande comunità cattolica nell’Asia
dopo quella che vive nella Filippine. (R.G.)
=======ooo=======
9
dicembre 2003
- A cura di Alessandro Gisotti -
Ancora violenze in Iraq: anche oggi da Baghdad giunge la
notizia di un nuovo attacco terroristico, che ha provocato la morte di almeno
tre civili iracheni e il ferimento di altri due. In un attentato ad una base
americana vicino Mossul, invece, sono rimasti feriti 31 soldati statunitensi.
Un elicottero – secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters – si è schiantato
presso la città di Falluja. Tuttavia, le fonti militari americani hanno
smentito parlando di “un atterraggio forzato” per motivi tecnici. Intanto, si
accende il dibattito sull’impiego delle forze straniere nel Paese. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
**********
L’attentato di stamani ha preso di mira la moschea sunnita
Ahbab al-Mustafa, nel centro di Baghdad. Secondo il colonnello americano, Frank
German, che si trovava sul posto, e anche altri testimoni oculari, una forte
esplosione è avvenuta proprio all’interno dell’edificio. Intanto, oggi il governo
giapponese del premier liberal-democratico Koizumi ha deciso formalmente, in
consiglio dei ministri, l'invio di un contingente militare nipponico di mille
uomini in Iraq. La decisione nei giorni scorsi aveva suscitato la forte critica
dell’opposizione che la giudicava palesemente contraria alla costituzione di
Tokyo che prevede il divieto di invio di truppe combattenti all’estero.
Intanto, il dibattito sul ruolo dei militari stranieri in Iraq si è arricchito
dell’ipotesi lanciata dall’ex first lady americana, Hillary Clinton. La senatrice
democratica, al ritorno della sua missione in Iraq, sostiene che, per risolvere
la attuale crisi, è necessario inviare nel Paese le forze Onu e Nato e creare
un governo locale legittimo, così come, sotto la presidenza di Bill Clinton, è
stato fatto in Bosnia, in Kosovo e in Afghanistan. Ma il segretario generale
della Nato, Robertson, ha smentito la prospettiva che l’Alleanza Atlantica
possa svolgere un ruolo maggiormente decisivo in Iraq. Parlando alla radio
della Bbc, Robertson ha affermato che la Nato ha già numerosi impegni in Afghanistan.
**********
Il presidente americano Bush incontrerà oggi il premier
cinese Wen Jabao a Washington. Al centro dei colloqui, le politiche commerciali
e valutarie adottate da Pechino e l’annosa questione dell’indipendenza di
Taiwan. L’incontro alla Casa Bianca avviene in un momento di particolare
tensione, dovuta alla scelta da parte del governo taiwanese di indire un
referendum contro la minaccia cinese. Iniziativa, su cui la stessa
amministrazione americana ha espresso perplessità.
La Corea del Nord è disposta a congelare il suo programma
nucleare se gli Stati Uniti offriranno aiuti per risolvere la crisi energetica
e cancelleranno il Paese dalla lista degli sponsor del terrorismo. E’ quanto
riferisce oggi l'Agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang.
Una nuova bozza per la futura Costituzione europea. È il
documento che la presidenza italiana dell’Unione Europea presenterà oggi a
Bruxelles. Lo ha annunciato il capo della diplomazia italiana, Frattini, ieri
al termine dell'ultima riunione dei ministri degli Esteri Ue in vista della
Conferenza intergovernativa. Chirac e Schroeder, dal canto loro, hanno
dichiarato congiuntamente poco fa che Francia e Germania “non accetteranno un
accordo costi quel che costi e a qualsiasi condizione” sulla futura
Costituzione per l'Europa allargata. Il servizio di Giada Aquilino:
**********
Nessun
compromesso al ribasso sulla futura Costituzione europea. La presidenza
italiana, sul finire del suo mandato semestrale, appare determinata: non c'è
''alternativa'' a un buon testo costituzionale. Il ministro degli Esteri
Frattini, in vista del cruciale appuntamento con il vertice europeo di venerdì
e sabato prossimi, ha precisato che 'alcuni' Paesi hanno già fatto sapere che
se non si riuscirà a raggiungere un accordo di alto profilo sulla Costituzione,
il tema verrà riaperto molto più avanti. Su questo però la Francia si è già
detta in disaccordo. Ciò nonostante, entro oggi l’Italia distribuirà ai partner
Ue una nuova proposta complessiva di Costituzione, in cui però non ci sarà
alcuna novità sulla questione spinosa del voto a doppia maggioranza (50 per
cento degli Stati e 60 per cento della popolazione). Spagna e Polonia intanto
annunciano battaglia. Nessun dettaglio poi sulla composizione della Commissione
europea: la tendenza – s’è detto a Bruxelles – è quella di accettare 'un
commissario per ogni Paese', almeno nella fase di allargamento a 25. A tal
proposito, Frattini ha spiegato che i capi della diplomazia europea proporranno
al vertice di Bruxelles di indicare nel primo gennaio 2007 la data
dell'adesione di Bulgaria e Romania.
**********
Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, auspica un
ruolo maggiore della comunità internazionale per la ricostruzione
dell’Afghanistan. La Loya Jirga – l’assemblea tribale afghana che deve adottare
la nuova Costituzione - ha annunciato che aprirà i lavori il 13 dicembre
prossimo. Intanto, un ingegnere pachistano è stato ucciso e un altro è rimasto
ferito in un'imboscata tesa loro nel
sud del Paese.
L'Assemblea generale dell’Onu ha approvato una proposta
palestinese per chiedere alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja un
giudizio sulla legalità del controverso muro israeliano di sicurezza in
costruzione in Cisgiordania. La risoluzione ha ottenuto 90 sì contro sette no -
tra cui Stati Uniti e Israele - mentre ben 74 Paesi si sono astenuti, tra cui
quelli dell'Unione Europea. Dal canto suo, il ministro degli esteri israeliano Shalom incontrerà domani a
Ginevra il presidente egiziano Mubarak. Ma torniamo alla decisione presa ieri
dall’Onu e alle reazioni da parte israeliana e palestinese con il servizio di
Graziano Motta:
**********
Un voto considerato dal governo palestinese una grande
vittoria, mentre quello israeliano denuncia il tentativo di delegittimazione
del diritto di assicurare protezione e sicurezza ai propri cittadini
dall’ondata di operazioni di guerriglia e di attentatori suicidi. La procedura
non può non compromettere lo svolgimento del processo di pace, si legge in un
comunicato del ministero degli Esteri, che contesta la competenza della corte
internazionale a decidere, ma che non intende boicottare i suoi lavori. Molto
più aspre le reazioni di esponenti politici, che parlano di un premio al terrorismo.
Il ministro degli Esteri Shalom afferma che la barriera di protezione serve a
mantenere in vita anche il processo di pace, non essendo disposti gli
israeliani a celebrare funerali di giorno e a trattare di notte. Lo stesso
ministro ha infatti anticipato che domani, a Roma, a una riunione di Paesi
donatori di aiuti finanziari ai palestinesi, annuncerà alcuni provvedimenti
volti a migliorare le condizioni di vita della popolazione, tra cui lo smantellamento
di avamposti di insediamento dei coloni e il ritiro di soldati da alcune città.
Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.
**********
In Spagna, Pasqual Maragall, leader del partito Socialista
catalano sarà il prossimo presidente del governo autonomo catalano con
l’appoggio della sinistra
indipendentista. E’ invece fallita la trattativa per includere nel
futuro governo catalano anche i
nazionalisti moderati di Convergencia i Unio'.
La costa orientale degli Stati Uniti fortemente provata,
in queste ore dal freddo e dalle tempeste di neve: sono almeno 13 i morti
dovuti al maltempo, dalla Carolina del Sud al Maine. Anche in Italia sono molti
i disagi per il maltempo, mentre in Abruzzo è morto un escursionista. Sono vivi
due suoi compagni dati per dispersi.
Tre turisti stranieri - apparentemente due tedeschi e un
irlandese – sarebbero stati rapiti in una regione desertica del sud-est dell'Iran,
infestata dai trafficanti e già teatro di casi simili in passato. Una portavoce
del ministero degli esteri a Berlino ha confermato la notizia del rapimento di
cittadini “stranieri”, senza precisarne la nazionalità.
=======ooo=======