RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 343 - Testo della Trasmissione di martedì 9 dicembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Al nuovo ambasciatore del Paraguay presso la Santa Sede, Giovanni Paolo II indica la via della giustizia sociale e dell’educazione ai valori per rafforzare la democrazia

 

In visita questa mattina in Vaticano i responsabili ed i giovani del Seminario maggiore di Radom, in Polonia

 

Ieri pomeriggio, nel giorno dell’Immacolata, l’invocazione del Papa alla Vergine perché ascolti il grido delle vittime delle guerre e delle violenze che insanguinano la terra.

 

L’omaggio di Giovanni Paolo II alla Madonna in piazza di Spagna.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Nuovo attentato kamikaze in Russia a 2 giorni dalle elezioni vinte da Putin: una donna si fa esplodere davanti alla Duma. Almeno 6 i morti. Ai nostri microfoni, Alexey Bukalov e Luigi Geninazzi.

 

Conclusa a Rimini la 27.ma conferenza degli animatori del Rinnovamento nello spirito: intervista con Salvatore Martinez.

 

“Il Papa dei gesti. Segni e parole di un’enciclica mai scritta”: è il titolo dell’opera dedicata al talento comunicativo del Papa: ce ne parla Mario Morcellini.

 

L’arte metafisica di De Chirico, Carrà e Morandi in mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma, nell’illustrazione della curatrice Ester Coen.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Le Chiese cristiane in Francia si oppongono all’ipotesi di una normativa che vieti i simboli religiosi nelle scuole e negli uffici.

 

Lanciata dall’Onu una campagna per raccogliere 465 milioni di dollari in aiuto alla popolazione più povera del Sudan, stremata da oltre 20 anni di guerra civile.

 

Tanti messaggi d’auguri per il presidente italiano Ciampi che oggi compie  83 anni.

 

Migliaia di fedeli hanno partecipato ieri alla Messa celebrata in cattedrale dal neo-eletto cardinale arcivescovo di Hôchiminh Ville, Jean-Baptiste Pham Minh Man.

 

Lenta e difficile socioeconomia in Argentina, dove circa la metà della popolazione è oggi povera.

 

24 ORE NEL MONDO:    

Una bomba esplode in una moschea sunnita di Baghdad, causando tre vittime.

 

Il Giappone decide ufficialmente l’invio di truppe in Iraq: è la prima volta dal 1945.

 

Oggi a Bruxelles l’Italia presenta l’ultima bozza della Costituzione europea: resta il nodo del sistema di voto.

 

Polemiche da parte israeliana per la decisione dell’ONU di chiedere alla Corte dell’Aja un giudizio sulla legittimità del “Muro”.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

9 dicembre 2003

 

 

GIUSTIZIA SOCIALE E EDUCAZIONE AI VALORI, PER RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA:

L’INDICAZIONE DEL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE DEL PARAGUAY

PRESSO LA SANTA SEDE,  RICEVUTO PER LE LETTERE CREDENZIALI

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Lotta alla povertà, ricerca della giustizia sociale, supremazia del bene della nazione rispetto all’interesse privato. E poi, cura della formazione dei cittadini, dei giovani soprattutto, all’interno di un nitido orizzonte di valori morali e spirituali. E’ un discorso a tutto tondo, quello rivolto questa mattina da Giovanni Paolo II al nuovo ambasciatore del Paraguay presso la Santa Sede, Marcos Martines Mendieta, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle lettere credenziali.

 

In uno Stato simile, per condizioni socioeconomiche, a molti altri dell’America Latina, gravato da un pesante debito estero e afflitto da un basso tenore di vita, soprattutto all’interno dei gruppi indigeni, la costruzione di un sistema realmente democratico è un dovere imprescindibile da parte dei responsabili della cosa pubblica. Ed è a loro che il Papa si rivolge, affermando di essere “cosciente dei momenti cruciali” che sta vivendo il Paraguay ma anche ripetendo, con le parole della Centesimus annus, che “una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia”. Poco prima, il Papa si era detto fiducioso nell’impegno delle autorità paraguayane nel promuovere una “autentica politica culturale” a tutela dei “veri valori morali e dello spirito”, sui quali fondare l’educazione dei futuri cittadini.

 

Ma anche restando al presente, al fine di promuovere un “clima di pacifica e armoniosa convivenza” civile e di rinsaldare la “fiducia” dei cittadini nelle istituzioni, Giovanni Paolo ha elencato una serie di priorità: lottare “con tenacia” contro la povertà, trasformare le potenziali risorse naturali “con laboriosità e responsabilità”, “distribuire più equamente la ricchezza, riducendo le disuguaglianze che generano emarginazione e offendono la condizione dei fratelli, figli di uno stesso Padre”. Il tutto, ha specificato il Papa, “tenendo conto che il bene comune della nazione deve prevalere sulle ambizioni personali e di ciascun gruppo politico”. In questo impegno gravoso, il Paraguay - ha assicurato il Pontefice - può contare sulla piena collaborazione della Chiesa, impegnata con tutti i suoi membri “nel suo lavoro di evangelizzazione, assistenziale ed educativo per il bene della società”.

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AI RESPONSABILI E AI GIOVANI IN FORMAZIONE DEL SEMINARIO MAGGIORE

DELLA DIOCESI POLACCA DI RADOM, IN VISITA QUESTA MATTINA  IN VATICANO,

IL PAPA HA RICORDATO IL COMPITO DEL SACERDOTE, “PRIMO  TESTIMONE”

DELLA MORTE E RESURREZIONE DI CRISTO,

SOTTOLINEANDO CHE “UMANAMENTE NON E’ FACILE”

 

Nel salutare quanti sono venuti, questa mattina nella Sala Clementina, dal Seminario Maggiore della Diocesi polacca di Radom, il Papa è tornato con la memoria alla sua visita nella sede rinnovata dell’Istituto nel 1991. Ha poi ricordato le “comuni radici” che lo  legano al Seminario spiegando che lì è stata organizzata la “versatile formazione” dei sacerdoti per la Diocesi di Cracovia. E si è soffermato sul motto che accompagna il cammino di formazione dei seminaristi: “Imita ciò che celebrerai”, spiegando che davvero un sacerdote è chiamato a vivere quanto annuncia nel suo servizio e cioè la morte in Croce di Cristo, la Risurrezione e la Pentecoste.  Adempiere al compito di  essere “il primo testimone”–  ha spiegato il Papa – “umanamente non è facile”. “Non manchi mai il posto per la preghiera” è l’incoraggiamento che Giovanni Paolo II ha lasciato ai giovani che frequentano il Seminario e ai responsabili e collaboratori che li hanno accompagnati,  affidando tutti alla Patrona dell’Istituto, l’Immacolata Madre di Dio.

  

 

“MARIA, REGINA DELLA PACE, ASCOLTA IL GRIDO DELLE VITTIME DELLE GUERRE

E DI TANTE FORME DI VIOLENZA, CHE INSANGUINANO LA TERRA”.

COSI’ IERI IL PAPA NELLA SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE,

IN PIAZZA DI SPAGNA

 

Una nuova invocazione per la pace è stata lanciata ieri pomeriggio da Giovanni Paolo II nel tradizionale appuntamento a Piazza di Spagna per la solennità dell’Immacolata. Il Papa si è rivolto alla Vergine, “Regina della pace”, perché ascolti “il grido delle vittime delle guerre e di tante forme di violenza, che insanguinano la Terra”. Ce ne parla Barbara Castelli.

 

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In questo tempo di “incertezze e timori”, “dirada le tenebre della tristezza e della solitudine, dell’odio e della vendetta. Apri la mente e il cuore di tutti alla fiducia e al perdono”, soprattutto in quei Paesi “dove si continua ogni giorno a combattere e a morire”. Rivolgendo questa preghiera alla Vergine, ieri pomeriggio, Giovanni Paolo II ha rinnovato una tradizione a cui non manca sin dai primi anni del suo Pontificato: l’omaggio alla statua di Maria a Piazza di Spagna, eretta nella vicina Piazza Mignanelli a ricordo del dogma dell’Immacolata Concezione proclamato da Pio IX nel 1854. Dopo una breve sosta dinanzi alla chiesa della Santissima Trinità, per il consueto saluto con i membri dell’Associazione commercianti di Via Condotti, il Pontefice ha attraversato sulla papamobile le vie del cuore di Roma, fino all’effige della Madonna. Accolto dalle autorità religiose e civili e dall’applauso di alcune migliaia di persone, tra fedeli e turisti di tutte le nazionalità, stipate dietro le transenne, il Santo Padre si è raccolto in preghiera, ponendo ai piedi della Vergine le sorti dell’umanità. “A Te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione - ha detto - a Te ricorriamo con più insistente fiducia, in questi tempi segnati da non poche incertezze e timori”.

 

“Madre di misericordia e di speranza, ottieni per gli uomini e le donne del terzo millennio il dono prezioso della pace: pace nei cuori e nelle famiglie nelle comunità e fra i popoli; pace soprattutto per quelle nazioni dove si continua ogni giorno a combattere e a morire”.

 

Anche ieri il Santo Padre ha chiesto a Maria di spaziare il suo “sguardo materno su questa antica, a me tanto cara - ha aggiunto - città di Roma”; e ha chiesto di unirsi a lui a tutti i romani, “il cui affetto - ha ricordato - mi ha sempre accompagnato in tutti gli anni del mio servizio alla sede di Pietro”. Ricordando il cammino verso il centocinquantesimo anniversario del dogma ieri celebrato, Giovanni Paolo II ha, infine, concluso: “primizia dell’umanità redenta da Cristo, finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato, fa’ che ogni essere umano, di tutte le razze e culture, incontri ed accolga Gesù, venuto sulla Terra nel mistero del Natale per donarci la “sua” pace”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il nunzio apostolico in Germania, l’arcivescovo Erwin Josef Ender, e tre presuli del Sudan in visita ad Limina: il cardinale arcivescovo di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako, il vescovo ausiliare Daniel Adwok, e l’arcivescovo di Juba, Paulino Lukudu.

 

In Germania, il Papa ha nominato ausiliari della diocesi di Trier il sacerdote Robert Brahm, responsabile dell’Ufficio per i sacerdoti presso il Dipartimento per il personale della curia diocesana, e il sacerdote Jörg Michael Peters, parroco e decano a Losheim.

 

Mons. Brahm, 48 anni, è originario della diocesi di Trier. Ordinato sacerdote, ha svolto il ministero come vicario parrocchiale a Bad Kreuznach e come cappellano per la gioventù nella regione pastorale “Rhein-Wied-Sieg”. Nel 2000 è stato nominato incaricato diocesano per il diaconato permanente e vicario del Duomo di Trier.

 

Mons. Peters è nato nel 1960 a Altenkessel, nella diocesi di Trier. E’ stato, tra l’altro, segretario particolare del vescovo di Trier e dal 1991 anche vicario del Duomo. E’ membro del Consiglio presbiterale della diocesi di Trier.

 

In Nigeria, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Issele-Uku, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Emmanuel Otteh. Al suo posto, ha nominato il sacerdote Michael Odogwu Elue, decano di Teologia al Seminario maggiore di Uhiele. Il neo presule, 47 anni, ha studiato all’Università  Gregoriana, Teologia biblica, e a Gerusalemme. Ha svolto, tra l’altro, l’incarico professore e formatore al Seminario maggiore All Saints di Uhiele.

 

La diocesi di Issele-Uku, creata nel ’73, è suffraganea, insieme alle diocesi di Auchi e Warri, della sede metropolitana di Benin City. Conta circa 900 mila abitanti, dei quali 275 mila cattolici, distribuiti in 36 parrocchie, con 65 sacerdoti, 83 religiose e 81 seminaristi maggiori.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Un pellegrinaggio, un gesto, una supplica: Donaci, o Madre, la pace”.

Giovanni Paolo II rende omaggio alla Regina della Pace in piazza di Spagna ed avvia il cammino verso il 150. mo anniversario della proclamazione del Dogma dell’Immacolata.

 

Nelle vaticane, all’Angelus della seconda domenica di Avvento, il Papa ha affermato che agli uomini del terzo millennio, alla ricerca di serenità e di pace, San Giovanni Battista addita la strada che occorre percorrere.

All’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione il Santo Padre ha sottolineato che se Cristo è il giorno che non conosce tramonto, Maria ne è l’aurora splendente di bellezza.

Nel discorso al nuovo ambasciatore del Paraguay, Giovanni Paolo II ha evidenziato che nel momento cruciale che sta vivendo il Paese occorre affermare e consolidare un clima di pacifica ed armonica convivenza.

Nel discorso ai seminaristi della diocesi polacca di Radom il Papa ha esortato a preparare il sacerdozio sulle solide fondamenta della preghiera.

Il Messaggio del Papa a Chiara Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari.

 

Nelle estere, Russia: attentato kamikaze a Mosca nei pressi della Duma - Nelle legislative vince il partito di Putin.

Ancora sangue in Iraq per l’esplosione di una bomba in una moschea situata al centro di Baghdad.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Antonio Braga in occasione dei 200 anni dalla nascita del compositore francese Berlioz.

Per la rubrica dell’“Osservatore libri” un approfondito contributo di Marco Testi sulla prima edizione italiana di “Omeros”, il poema epico di Derek Walkott.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano i disagi legati al maltempo.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

9 dicembre 2003

 

 

ATTENTATO NEL CUORE DI MOSCA SCUOTE LA RUSSIA A DUE GIORNI DALLE ELEZIONI PARLAMENTARI CHE HANNO VISTO TRIONFARE IL PARTITO DI PUTIN

- Con noi, Alexey Bukalov e Luigi Geninazzi -

 

Strage nella capitale russa: almeno sei persone sono morte ed una decina sono rimaste ferite, stamani, per un nuovo attentato kamikaze nel pieno centro di Mosca. L’attentato è stato condannato duramente dal presidente Putin che lo ha definito “un tentativo di destabilizzare lo sviluppo del Paese, fondato sulla democrazia e sull’economia di mercato”. Da Mosca, Giuseppe D’Amato:

 

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Attentato nel cuore di Mosca: alle 10.52 ora locale si è registrata una forte esplosione davanti all’albergo ‘National’, giusto di fronte al palazzo della Duma e qualche centinaio di metri dal Cremlino. “E’ un atto terroristico”, hanno subito affermato le forze di sicurezza. Dopo le prime ricostruzioni vi è la certezza che una donna si sia fatta esplodere fra i passanti. La donna, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, aveva chiesto dove si trovasse il dirimpettaio Palazzo del Parlamento. Non è riuscita ad arrivarci. Il bilancio dell’attentato è assai grave: almeno sei i morti, oltre 10 i feriti, tra cui alcuni versano in gravi condizioni. Il traffico nel centro di Mosca è stato immediatamente fermato, paralizzando praticamente l’intera città. La donna aveva con sé un altro pacco che non è esploso e gli artificieri hanno lavorato a lungo per disinnescarlo. La facciata dell’albergo ‘National’ ha subito considerevoli danni. Se venisse provata la matrice islamico-cecena dell’attentato, i riflessi potrebbero essere di un ulteriore inasprimento della situazione in Caucaso, soprattutto dopo che il partito del Cremlino ha vinto le elezioni e nella prossima Duma siederà una forte componente nazionalista.

 

Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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A due giorni dal rinnovo della Duma, che ha sancito la vittoria del partito Russia Unita del presidente Putin, come può essere interpretata questa ennesima violenza in Russia? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alexey Bukalov, corrispondente dell’agenzia russa ItarTass a Roma:

 

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R. – Siamo in piena attività terroristica che destabilizza sicuramente la situazione, anche se teoricamente dopo le elezioni parlamentari di domenica, la situazione dovrebbe essere più tranquilla.

 

D. – I terroristi hanno voluto colpire il potere centrale ed il presidente Putin, vittorioso appunto alle elezioni per la Duma. Che tipo di strategia è?

 

R. – E’ una continuazione di quella lotta che da anni rappresenta una tragedia per il nostro Paese. Vorrei ricordare che la Duma nuova è molto più nazionalista e molto più forte per l’appoggio che darà a Putin. Ma loro vogliono dire che non dipende tutto dalla Duma e che loro continuano la battaglia.

 

D. – La vittoria dei centristi di Putin e il dimezzamento dei comunisti da una parte, e il terrorismo ceceno e non, che non si ferma, dall’altra. Dove va la Russia oggi? Verso quale direzione?

 

R. – Non soltanto i comunisti sono stati tra quelli che hanno perso le elezioni, ma anche la forte ala liberale, che combatteva proprio per far finire la guerra in Cecenia. Secondo me è un fatto allarmante. Vuol dire che non si andrà verso le trattative nel Caucaso, ma la guerra continuerà fino alla vittoria ... cosa improbabile.

 

D. -  Quindi ci saranno nuovi attentati?

 

R. – Io ho paura di sì. Purtroppo hanno trovato quest’arma di dissenso – che purtroppo è anche molto vile, perché causa vittime tra la popolazione civile e destabilizza la vita quotidiana dei cittadini.

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L’attentato dunque è giunto a due giorni dal rinnovo della Duma, che ha visto il trionfo dei centristi di Russia Unita, il partito di Putin, il dimezzamento dei comunisti e la marginalizzazione sotto la barriera del 5% dei liberali filo europei. Ma sui risultati non mancano le polemiche. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione europea, il Consiglio d’Europa e gli Stati Uniti hanno parlato di voto “libero, ma non giusto”. Mosca respinge tali accuse. Per un’analisi del voto, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Luigi Geninazzi, inviato a Mosca del quotidiano “Avvenire”:

 

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R. – Questo è uno dei risultati elettorali più importanti; è una svolta storica, perché dobbiamo ricordare che il partito comunista, anche dopo la fine dell’Unione Sovietica, aveva sempre conservato un chiaro primato, anche se poi era sempre stato estromesso dalla gestione del potere. E Putin ha raccolto il favore della maggioranza, perché rappresenta, nello stesso tempo, la rottura con il passato, ma anche un po’ la continuazione. Il segnale più preoccupante è invece l’emarginazione dei partiti liberali e nel nuovo Parlamento si sentirà la mancanza di una voce critica e filo-occidentale.

 

D. – Che cosa dire invece delle critiche dell’Osce, confermate poi soprattutto dagli Stati Uniti, allo svolgimento della campagna elettorale?

 

R. – Queste elezioni sono state sì free, cioè libere, ma non esattamente fair, corrette, per come è stata condotta la campagna elettorale, a causa della grande disparità dei partiti concorrenti. E’ noto che il partito del presidente, Russia Unita, è stato largamente favorito per i mezzi di comunicazione a disposizione durante la campagna e soprattutto per la presenza maggiore sui canali televisivi nazionali.

 

D. – C’è il rischio che si inneschi una piccola crisi internazionale, vista poi la decisa risposta di Putin agli Stati Uniti?

 

R. – Già in altre occasioni, quando è stato criticato, Putin ha sempre ribattuto che questi ‘mali’ sono un po’ anche i mali dell’Occidente. Io credo, però, che in questo caso, alla fine, non ci sarà nessuno scontro.

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RIVIVERE LO SLANCIO DELLA PENTECOSTE A PARTIRE DALLE CHIESE LOCALI.

CONCLUSA A RIMINI LA 27.MA CONFERENZA

DEGLI ANIMATORI DI RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO

- Intervista con Salvatore Martinez -

 

“Profeti di speranza” in un mondo che ha bisogno di riscoprire i tesori dello Spirito. Con questo auspicio, e insieme un programma di vita, si è conclusa ieri a Rimini la 27.ma Conferenza animatori di Rinnovamento nello Spirito. Il coordinatore nazionale del Movimento, Salvatore Martinez, ha fatto il punto degli ultimi tre anni di lavoro appena conclusi, alla vigilia del rinnovo delle cariche interne e in vista del prossimo triennio che inizierà a gennaio 2004. Lo stesso Martinez, al microfono di Alessandro De Carolis, traccia il consuntivo della Conferenza e l’invito rivolto al Rinnovamento dal segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori:

 

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R. – Un dato significativo, a conforto anche della recente assemblea generale dei vescovi in Italia, è stata la presenza di mons. Betori, segretario generale della Cei, che ha ribadito l’attualità dell’impegno del Rinnovamento nello Spirito e la necessità che il Rinnovamento possa stare affianco ai parroci ed ai vescovi nella elaborazione e nella realizzazione dei piani pastorali. Questo dato spinge l’associazione tutta, in vista dei prossimi rinnovi degli organi di servizio, a ribadire la centralità della vita delle Chiese locali e in questo senso riteniamo di poter essere un’avanguardia per le nostre Chiese locali perché il Vangelo possa arrivare anche laddove i nostri programmi di pastorale ordinaria non sempre riescono ad arrivare.

 

D. – Quindi è un bilancio positivo, quello della Conferenza di Rimini, per tutto il Rinnovamento ...

 

R. – Il bilancio di questa Conferenza è decisamente positivo, perché riscontriamo il dato della maturità ecclesiale e segnatamente in tre direzioni: nel rilancio dell’esperienza carismatica, e quindi dell’identità spirituale del movimento; il secondo dato è quello della formazione: si consolidano le iniziative – le scuole, le metodologie avviate – per l’evangelizzazione; e il terzo dato, è la presenza del Rinnovamento nel mondo, e questa è la dimensione del servizio all’uomo, di quella carità che irradia lode, gioia con passione per l’uomo.

 

D. – Quali progetti avete messo in cantiere, per il prossimo futuro?

 

R. – I progetti che sono stati avviati – pensiamo in modo particolare alla missione in Moldavia, ma anche al lavoro per le famiglie in difficoltà, che abbiamo ormai consolidato a Loreto, il lavoro iniziato con gli universitari – registrano un pullulare di iniziative e di novità che riteniamo siano tra i dati più interessanti della presenza del Rinnovamento fuori dal cenacolo.

 

D. – Durante la Conferenza, l’Ordinario militare per l’Italia, mons. Bagnasco, vi ha lanciato un invito: ‘Siate profeti – ha detto – perché c’è bisogno di profeti per indicare Dio al mondo’. Come avete intenzione di raccogliere questo invito?

 

R. – ‘I profeti della speranza’, è la parola che abbiamo consegnato nelle conclusioni. E profeti di una santità che non ammorbidisce il contenuto della fede che non sfuma le vocali del Vangelo. Profeti della speranza perché c’è necessità in questo nostro tempo di ri-destare l’attenzione per questo Gesù che non è lontano dagli uomini ma che viene. E una speranza che attende i tempi della Redenzione, è il migliore messaggio per il Natale.

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“IL PAPA DEI GESTI. SEGNI E PAROLE DI UNA ENCICLICA MAI SCRITTA”:

E’ IL TITOLO DELL’OPERA DEDICATA AL TALENTO COMUNICATIVO DEL PAPA,

PRESENTATA VENERDÌ SCORSO NELLA SEDE DELLA RADIO VATICANA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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(musica)

 

La mano che, volteggiando, sembra lanciare moniti d’amore, il bacio a terra all’arrivo in ogni Paese, lo sguardo determinato e amorevole alle folle, gli abbracci ai bambini, ai poveri, ai malati. Sono questi alcuni dei caratteristici affreschi del Pontificato di Giovanni Paolo II analizzati nel libro, corredato da un Dvd, dal titolo “Il Papa dei gesti. Segni e parole di una enciclica mai scritta”. L’opera è stata curata dal direttore del Dipartimento di sociologia e comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, Mario Morcellini, che ci spiega la genesi del suo studio sui gesti del Papa:

 

R. – La prima intuizione c’è stata il giorno della laurea che l’Università La Sapienza conferiva al Papa. Mi sembrava che, consegnandogli il titolo accademico, contraessimo quasi un debito e cioè studiare da dove nasca questa forza comunicativa. L’attenzione si è spostata lentamente sui gesti.

 

I gesti di Giovanni Paolo II rappresentano un patrimonio di segni che, con una creativa chiave espressiva, compongono una Enciclica mai scritta, costruita sulla sapienza dei gesti. Ancora il prof. Morcellini:

 

R. – I gesti universalizzano, mentre le parole dividono per razza, per livelli culturali. Ci sembra che il ricorso alla gestualità sia come una Enciclica che esiste nel suo modo di comunicare stabilmente, e quindi una gestualità, per così dire, “virale”, capace letteralmente di trasformarsi in forza comunicativa.

 

Tra le molteplici competenze comunicative del Santo Padre – ha aggiunto il prof. Morcellini - le mani assumono un significato del tutto particolare:

 

R. – Man mano che noi perdiamo forza comunicativa, abbiamo un solo elemento di supplenza: le nostre mani. Qui siamo di fronte ad un polacco che usa la gestualità come un uomo del meridione dell’Europa. Se non aggiungiamo i gesti, la caratterizzazione comunicativa di questo Papa si perde.

 

In occasione della presentazione del libro e del Dvd è stato anche illustrato il cd dedicato al Papa “Sapientiam Dedit Illi”, che raccoglie registrazioni della Radio Vaticana di brani eseguiti dal Coro interuniversitario di Roma.

 

(musica)

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L’ARTE METAFISICA DI DE CHIRICO, CARRA’ E MORANDI

 IN MOSTRA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE DI ROMA

- Con noi la prof.ssa Ester Coen -

 

“Metafisica” è il titolo della suggestiva mostra alle Scuderie del Quirinale a Roma. La rassegna, che resterà aperta al pubblico fino al 6 Gennaio prossimo, raccoglie 114 opere, molte delle quali per la prima volta in Italia, provenienti da 50 musei e collezioni private di tutto il mondo. Quanto mai ampia la proposta espositiva: il nucleo più cospicuo è rappresentato dai dipinti di Giorgio De Chirico del periodo tra il 1912 e il 1919, presenti anche opere di Carrà, Sironi, Morandi, Picasso e di alcuni tra i massimi esponenti del surrealismo e dell’astrattismo europeo e statunitense. Ma come si presenta la mostra agli occhi dei visitatori? Maria Di Maggio lo ha chiesto alla curatrice Ester Coen:

 

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(musica)

 

R. - Dall’impostazione abbastanza semplice, nel senso che ho privilegiato quell’aspetto e quell’influenza che De Chirico ha avuto sul surrealismo, che è un’influenza assolutamente riconosciuta, però in realtà raramente si vede nelle mostre, questo legame e questo filo diretto. Attraverso il surrealismo ho voluto far proseguire questa influenza, questa memoria di De Chirico nelle opere degli espressionisti astratti americani.

 

D. – E quindi, quali sono le voci protagoniste della mostra “Metafisica”?

 

R. – Nella mostra, il visitatore vede – per esempio – le piazze deserte di De Chirico, i manichini di Carrà, che sono dipinti all’interno di uno spazio fisico; il tonalismo delle nature morte di Morandi; vede quest’atmosfera minacciosa delle opere di Max Ernst, vede le città e le periferie milanesi e quella pittura che porta poi ad una totale sensibilità astratta.

 

D. – Quindi, una molteplicità di figure che hanno dato espressione all’estetica metafisica, ciascuno secondo la propria sensibilità. Ma quali sono, allora, gli elementi cardine dell’alfabeto metafisico, sintetizzati nella mostra?

 

R. – Elementi dell’alfabeto metafisico in realtà sono semplicissimi, cioè l’idea di una sospensione nello spazio e nel tempo degli elementi e il senso di svuotamento della realtà esteriore – i temi sono anche quelli dei manichini, quindi di una realtà disumanizzata, comunque di una figura umana che ha perso il suo carattere, appunto, umano. Poi, questa semplificazione degli elementi della realtà e della pittura.

 

D. – Professoressa Coen, quindi possiamo dire che si tratta di una mostra che vuole essere anche una provocazione nei confronti del visitatore?

 

R. – Direi di sì. Ad esempio, il quadro di Magritte, nella prima sala d’ingresso della mostra, che rappresenta una stanza, vuota; all’interno di questa stanza, c’è una grandissima sfera sospesa nel vuoto che incombe leggermente nello spazio e allo stesso tempo pone questioni di sensibilità visiva e degli interrogativi sul funzionamento fisico delle cose, nella natura. Quindi, con questa sfera sospesa c’è comunque un interrogativo sul senso stesso della realtà e sul significato dell’essere e del mondo.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

9 dicembre 2003

 

 

LE CHIESE CRISTIANE IN FRANCIA SI OPPONGONO ALL’IPOTESI DI UNA NORMATIVA

CHE VIETI I SIMBOLI RELIGIOSI NELLE SCUOLE E NEGLI UFFICI,

SULLA SCIA DELLE POLEMICHE PER L’USO

 DEL VELO ISLAMICO TRA I BANCHI DI SCUOLA

- A cura di Roberta Gisotti -

 

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PARIGI. = La questione del velo islamico, che copre il volto delle donne, continua a dividere la società francese: un caso che esula il solo contesto religioso per investire aspetti politici e sociali, e il dibattito divampa. In ballo è una legge ad hoc che vieti l’uso di questo indumento, il velo, nelle Scuole, perché recepito come contrario alle regole delle convivenza democratica e vessatorio nei confronti delle donne. Contro questa ipotesi legislativa sono scesi però in campo cattolici, ortodossi e protestanti. In una lettera appello, inviata al presidente della Repubblica Jacques Chirac, il Consiglio delle Chiese cristiane francesi, paventa che tale iniziativa “sarebbe percepita come discriminatoria” da alcuni, allontanando ancor più i giovani dalla dimensione religiosa, e provocando in molti musulmani reazioni negative “all’esclusione e al rigetto”, che potrebbero favorire una maggiore chiusura nelle proprie comunità a discapito dei processi di integrazione. Le Chiese cristiane di Francia pure consapevoli che il velo islamico può “in qualche caso” rappresentare un inaccettabile “stato di sottomissione della  donna”, auspicano che i casi delle studentesse velate in classe - al centro di accese polemiche - vengano piuttosto risolti tramite “la mediazione”, nel “quadro pedagogico della vita scolastica comune”. Nella lettera anche un’altra preoccupazione che la difesa della laicità non si trasformi in principio di negazione del religioso. Allo stato attuale in Francia sono ammessi i simboli religioso nelle Scuole e negli Uffici pubblici a patto che non siano esibiti in modo “ostentatorio”.

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LENTA E DIFFICILE LA RIPRESA SOCIOECONOMICA IN ARGENTINA,

DOVE CIRCA LA META’ DELLA POPOLAZIONE E’ OGGI POVERA,

MENTRE IL TASSO DISOCCUPAZIONE E’ OLTRE IL 15 PER CENTO.

IN AUMENTO LE BIDONVILLE NEI DINTORNI DI BUENOS AIRES

 

BUENOS AIRES. = La profonda crisi socio-economica in cui versa l’Argentina è drammaticamente documentata dall’aumento del numero di case-tugurio e dei relativi abitanti. Lo sostiene la stampa locale, così come riporta l’Agenzia Misna,  riprendendendo le cifre di un fenomeno in rapida espansione, soprattutto nella sterminata provincia di Buenos Aires. In dieci anni tra il 1991 e il 2001 nei dintorni della capitale argentina gli 16 insediamenti di fortuna sono saliti da 16 a 22 e gli abitanti sono raddoppiati da circa 52 mila a quasi 108 mila ed oggi le persone costrette a vivere in questi agglomerati sono non meno di 116 mila e il loro numero continua a crescere. Nonostante, negli ultimi due anni, sia stata abbandonata la parità tra Dollaro Usa e Peso e quest’ultimo si sia deprezzato di oltre il 65 per cento, “molte persone hanno perso le loro entrate o hanno subito una significativa diminuzione del loro reddito e per questa ragione hanno dovuto abbandonare le loro precedenti case e spostarsi a vivere in questi agglomerati”, spiega Victoria Mazeo, demografa dipendente del governo provinciale di Buenos Aires. Le condizioni di vita in questi quartieri degradati sono bassissime. Secondo i dati ufficiali, il 95 per cento degli agglomerati-tugurio sorge su terreni contaminati e insalubri, l’85 per cento della popolazione insediata ha meno di 40 anni, il 61 per cento degli adulti non ha un lavoro e il 39 per cento guadagna meno di 300 pesos (circa 100 dollari) al mese; inoltre, l’indice di natalità in questi luoghi è molto più alto della media nazionale così come la densità abitativa (quattro o più persone per casa contro le 2,5 per ogni abitazione del resto del Paese). Nella stessa Buenos Aires circa 700 mila dei 2 milioni e 800 mila abitanti vivono sotto la soglia di povertà e gli indigenti sono almeno 300 mila. Da circa 5 anni la crisi economica sta mettendo sul lastrico milioni di argentini. Nonostante i buoni risultati del nuovo governo guidato da Néstor Kirchner, l’eredità del passato è ancora molto pesante: più della metà dei circa 36 milioni di argentini è oggi povera, mentre il tasso di disoccupazione della popolazione attiva si è attestato intorno al 15,6 per cento. (R.G.)

 

 

LANCIATA DALL’ONU UN CAMPAGNA PER RACCOGLIERE 465 MILIONI DI DOLLARI

IN AIUTO ALLA POPOLAZIONE PIU’ POVERA DEL SUDAN,

PAESE STREMATO DA UNA GUERRA CIVILE CHE DURA DA 20 ANNI

 

KHARTOUM. = Una campagna per la raccolta di 465 milioni di dollari destinati ad una popolazione di 3 milioni e mezzo di sudanesi, per combattere fame e povertà e per facilitare l'instaurazione della pace mentre sta per concludersi una guerra civile durata 20 anni, è stata lanciata ieri da  Agenzie dell'Onu con sede in Sudan.     L’appello è stato rivolto a Khartoum dal coordinatore umanitario dell'Onu, Mukesh Kapila, e dall'inviato speciale del segretario generale per gli Affari umanitari, Tom Vraaslen. Gli aiuti sono destinati anche a facilitare il rientro di  oltre mezzo milione di profughi attualmente fuori dal Sudan e di 3-4 milioni di senzatetto, fuggiti dalle loro terre a causa dei  combattimenti. Un accordo di pace tra il governo sudanese e il movimento ribelle del sud dell'“Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese” (Spla) è sul punto di essere firmato nelle trattative finali, che sono in corso in questi giorni nella città di Naivasha, sul lago omonimo, 100 chilometri a sudest di Nairobi. (R.G.)  

 

 

COMPIE OGGI 83 ANNI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,

CARLO AZEGLIO CIAMPI, E LI FESTEGGIA CON TANTI GIOVANI

NEL SANTUARIO DI NAZARETH A SAN CIPRIANO D’AVERSA, NEL CASERTANO

 

ROMA. = “A 83 anni sento ancora in me tutto quell’entusiasmo, quella passione   civile che avevo a 20 anni”: cosi ha commentato oggi il suo compleanno il presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi, ospite stamane nel Santuario di Nazareth a San Cipriano D’Aversa, affollato di giovani. E la mia forza – ha aggiunto – “viene rinvigorita quando vedo tanta gioventù che ha quella stessa mia passione.” Il presidente Ciampi ha concluso cosi la sua visita di due giorni iniziata ieri nel casertano e si è messo in viaggio per Roma, insieme alla moglie signora Franca, per raggiungere il Quirinale, dove festeggerà il compleanno in forma privata con i familiari. Sono intanto giunti al capo di Stato italiano numerosi indirizzi d’augurio, tra cui quelli del presidente del Senato Marcello Pera, che ha sottolineato come “il suo equilibrio e la sua opera costante costituiscano un saldo presidio a garanzia di tutte le istituzioni della Repubblica.” (R.G.)

 

 

MIGLIAIA DI FEDELI HANNO PARTECIPATO IERI NELLA FESTA DELL’IMMACOLATA

ALLA MESSA, CELEBRATA NELLA CATTEDRALE DI HO CHI MINH CITY,

DAL NEOELETTO CARDINALE JEAN-BAPISTE PHAM MINH MAN

 

HOCHIMINH VILLE. = Migliaia di cattolici vietnamiti hanno partecipato ieri in occasione delle Festa dell’Immacolata alla Messa di ringraziamento, celebrata nella cattedrale di Notre Dame di Hôchiminh Ville, dal cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Man, 69 anni, creato nell’ultimo Concistoro dell’ottobre scorso. La cerimonia si è svolta a 5 anni dalla presa di possesso dell’arcidiocesi di Hôchiminh Ville, da parte dell’allora presule mons. Man. Il neoeletto porporato si aggiunge all’anziano cardinale vietnamita Paul Joseph Pham Dinh Tung, 84 anni, che vive a Hanoi. Da rilevare che la nomina dei porporati da parte del Papa è soggetta all’approvazione del governo vietnamita. “La posizione di cardinale che ho assunto – ha detto il cardinale Man, durante la messa diffusa con gli altoparlanti anche al di fuori dell’edificio sacro - è la gioia del popolo di Dio e della nazione vietnamita.” Su 7 milioni di persone che vivono ad Hôchiminh Ville, già Saigon, circa il 10 per cento sono cattolici, in tutto 8 milioni nell’intero Paese, che vanta la più grande comunità cattolica nell’Asia dopo quella che vive nella Filippine. (R.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

9 dicembre 2003

 

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Ancora violenze in Iraq: anche oggi da Baghdad giunge la notizia di un nuovo attacco terroristico, che ha provocato la morte di almeno tre civili iracheni e il ferimento di altri due. In un attentato ad una base americana vicino Mossul, invece, sono rimasti feriti 31 soldati statunitensi. Un elicottero – secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters – si è schiantato presso la città di Falluja. Tuttavia, le fonti militari americani hanno smentito parlando di “un atterraggio forzato” per motivi tecnici. Intanto, si accende il dibattito sull’impiego delle forze straniere nel Paese. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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L’attentato di stamani ha preso di mira la moschea sunnita Ahbab al-Mustafa, nel centro di Baghdad. Secondo il colonnello americano, Frank German, che si trovava sul posto, e anche altri testimoni oculari, una forte esplosione è avvenuta proprio all’interno dell’edificio. Intanto, oggi il governo giapponese del premier liberal-democratico Koizumi ha deciso formalmente, in consiglio dei ministri, l'invio di un contingente militare nipponico di mille uomini in Iraq. La decisione nei giorni scorsi aveva suscitato la forte critica dell’opposizione che la giudicava palesemente contraria alla costituzione di Tokyo che prevede il divieto di invio di truppe combattenti all’estero. Intanto, il dibattito sul ruolo dei militari stranieri in Iraq si è arricchito dell’ipotesi lanciata dall’ex first lady americana, Hillary Clinton. La senatrice democratica, al ritorno della sua missione in Iraq, sostiene che, per risolvere la attuale crisi, è necessario inviare nel Paese le forze Onu e Nato e creare un governo locale legittimo, così come, sotto la presidenza di Bill Clinton, è stato fatto in Bosnia, in Kosovo e in Afghanistan. Ma il segretario generale della Nato, Robertson, ha smentito la prospettiva che l’Alleanza Atlantica possa svolgere un ruolo maggiormente decisivo in Iraq. Parlando alla radio della Bbc, Robertson ha affermato che la Nato ha già numerosi impegni in Afghanistan.

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Il presidente americano Bush incontrerà oggi il premier cinese Wen Jabao a Washington. Al centro dei colloqui, le politiche commerciali e valutarie adottate da Pechino e l’annosa questione dell’indipendenza di Taiwan. L’incontro alla Casa Bianca avviene in un momento di particolare tensione, dovuta alla scelta da parte del governo taiwanese di indire un referendum contro la minaccia cinese. Iniziativa, su cui la stessa amministrazione americana ha espresso perplessità.

 

La Corea del Nord è disposta a congelare il suo programma nucleare se gli Stati Uniti offriranno aiuti per risolvere la crisi energetica e cancelleranno il Paese dalla lista degli sponsor del terrorismo. E’ quanto riferisce oggi l'Agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang.

 

Una nuova bozza per la futura Costituzione europea. È il documento che la presidenza italiana dell’Unione Europea presenterà oggi a Bruxelles. Lo ha annunciato il capo della diplomazia italiana, Frattini, ieri al termine dell'ultima riunione dei ministri degli Esteri Ue in vista della Conferenza intergovernativa. Chirac e Schroeder, dal canto loro, hanno dichiarato congiuntamente poco fa che Francia e Germania “non accetteranno un accordo costi quel che costi e a qualsiasi condizione” sulla futura Costituzione per l'Europa allargata. Il servizio di Giada Aquilino:

 

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Nessun compromesso al ribasso sulla futura Costituzione europea. La presidenza italiana, sul finire del suo mandato semestrale, appare determinata: non c'è ''alternativa'' a un buon testo costituzionale. Il ministro degli Esteri Frattini, in vista del cruciale appuntamento con il vertice europeo di venerdì e sabato prossimi, ha precisato che 'alcuni' Paesi hanno già fatto sapere che se non si riuscirà a raggiungere un accordo di alto profilo sulla Costituzione, il tema verrà riaperto molto più avanti. Su questo però la Francia si è già detta in disaccordo. Ciò nonostante, entro oggi l’Italia distribuirà ai partner Ue una nuova proposta complessiva di Costituzione, in cui però non ci sarà alcuna novità sulla questione spinosa del voto a doppia maggioranza (50 per cento degli Stati e 60 per cento della popolazione). Spagna e Polonia intanto annunciano battaglia. Nessun dettaglio poi sulla composizione della Commissione europea: la tendenza – s’è detto a Bruxelles – è quella di accettare 'un commissario per ogni Paese', almeno nella fase di allargamento a 25. A tal proposito, Frattini ha spiegato che i capi della diplomazia europea proporranno al vertice di Bruxelles di indicare nel primo gennaio 2007 la data dell'adesione di Bulgaria e Romania.

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Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, auspica un ruolo maggiore della comunità internazionale per la ricostruzione dell’Afghanistan. La Loya Jirga – l’assemblea tribale afghana che deve adottare la nuova Costituzione - ha annunciato che aprirà i lavori il 13 dicembre prossimo. Intanto, un ingegnere pachistano è stato ucciso e un altro è rimasto ferito in un'imboscata tesa  loro nel sud del Paese.

 

L'Assemblea generale dell’Onu ha approvato una proposta palestinese per chiedere alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja un giudizio sulla legalità del controverso muro israeliano di sicurezza in costruzione in Cisgiordania. La risoluzione ha ottenuto 90 sì contro sette no - tra cui Stati Uniti e Israele - mentre ben 74 Paesi si sono astenuti, tra cui quelli dell'Unione Europea. Dal canto suo, il ministro degli esteri  israeliano Shalom incontrerà domani a Ginevra il presidente egiziano Mubarak. Ma torniamo alla decisione presa ieri dall’Onu e alle reazioni da parte israeliana e palestinese con il servizio di Graziano Motta:

 

 

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Un voto considerato dal governo palestinese una grande vittoria, mentre quello israeliano denuncia il tentativo di delegittimazione del diritto di assicurare protezione e sicurezza ai propri cittadini dall’ondata di operazioni di guerriglia e di attentatori suicidi. La procedura non può non compromettere lo svolgimento del processo di pace, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri, che contesta la competenza della corte internazionale a decidere, ma che non intende boicottare i suoi lavori. Molto più aspre le reazioni di esponenti politici, che parlano di un premio al terrorismo. Il ministro degli Esteri Shalom afferma che la barriera di protezione serve a mantenere in vita anche il processo di pace, non essendo disposti gli israeliani a celebrare funerali di giorno e a trattare di notte. Lo stesso ministro ha infatti anticipato che domani, a Roma, a una riunione di Paesi donatori di aiuti finanziari ai palestinesi, annuncerà alcuni provvedimenti volti a migliorare le condizioni di vita della popolazione, tra cui lo smantellamento di avamposti di insediamento dei coloni e il ritiro di soldati da alcune città.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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In Spagna, Pasqual Maragall, leader del partito Socialista catalano sarà il prossimo presidente del governo autonomo catalano con l’appoggio della sinistra  indipendentista. E’ invece fallita la trattativa per includere nel futuro  governo catalano anche i nazionalisti moderati di Convergencia i Unio'.

 

La costa orientale degli Stati Uniti fortemente provata, in queste ore dal freddo e dalle tempeste di neve: sono almeno 13 i morti dovuti al maltempo, dalla Carolina del Sud al Maine. Anche in Italia sono molti i disagi per il maltempo, mentre in Abruzzo è morto un escursionista. Sono vivi due suoi compagni dati per dispersi.

 

Tre turisti stranieri - apparentemente due tedeschi e un irlandese – sarebbero stati rapiti in una regione desertica del sud-est dell'Iran, infestata dai trafficanti e già teatro di casi simili in passato. Una portavoce del ministero degli esteri a Berlino ha confermato la notizia del rapimento di cittadini “stranieri”, senza precisarne la nazionalità.

 

 

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