RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 342- Testo della
Trasmissione di lunedì 8 dicembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
L’Onu nomina un mediatore per risolvere le controversie
sui confini tra Etiopia ed Eritrea
Novanta bambini soldato liberati in Uganda dalle milizie
Falliti
al Cairo i colloqui di pace per il Medio Oriente
In
Iraq ancora vittime tra gli americani in un agguato a Mossul
Un’esplosione
in una miniera cinese provoca 19 morti.
8 dicembre 2003
ALL’ANGELUS
DELL’IMMACOLATA, GIOVANNI PAOLO II INVOCA MARIA PER LA CHIESA,
LA
CITTA’ DI ROMA E IL MONDO INTERO ED INVITA I FEDELI ALLA TRADIZIONALE
CERIMONIA
D’OMAGGIO ALLA VERGINE, OGGI POMERIGGIO IN PIAZZA DI SPAGNA
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
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All’angelus dell’Immacolata, il Papa ha sottolineato come
“prescelta per essere la Madre del Verbo incarnato, Maria è al tempo stesso la
primizia della sua opera redentrice”. Di fronte a migliaia di fedeli raccolti
in piazza San Pietro nonostante il freddo pungente, il Santo Padre ha rammentato
che la grazia di Cristo Redentore ha agito in Maria in anticipo, “preservandola
dal peccato originale”:
“Se Cristo è il giorno che non conosce tramonto, Maria ne è l’aurora splendente
di bellezza”.
La mente umana, ha proseguito, “non può pretendere di
comprendere un così grande prodigio e mistero”. E’ la fede “a rivelarci che
l’Immacolata Concezione della Vergine è pegno di salvezza” per ogni creatura
umana. E’ ancora la fede, ha avvertito, a ricordarci che “in forza della sua
singolarissima condizione, Maria è “nostro sostegno incrollabile nella dura lotta
contro il peccato e le sue conseguenze”.
Quindi, Giovanni Paolo II ha dato appuntamento ai fedeli
per oggi pomeriggio, quando, ha detto, “seguendo una bella tradizione”, mi
recherò in Piazza di Spagna per “rendere omaggio alla Vergine Immacolata”:
“Fin d’ora vi invito ad unirvi a me, nell’invocare
l’intercessione di Maria Immacolata per la Chiesa, per la città di Roma e per
il mondo intero”.
Ha così ricordato che fu Papa Pio IX a far porre sulla
colonna della piazza romana l’effige della Vergine “a perenne memoria del dogma
dell’Immacolata Concezione”, proclamato l’8 dicembre del 1854. Con l’odierno
pellegrinaggio, ha concluso, entriamo nel centocinquantesimo anniversario “di
quel solenne atto del magistero della Chiesa”.
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La nostra emittente seguirà l’omaggio del Santo Padre alla
statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, con radiocronaca diretta in lingua
italiana, a partire dalle ore 16.40 circa, sull’onda media 585 kHz e in
modulazione di frequenza di 105 MHz.
Come ricordato dal Papa all’Angelus, fu il Beato Pio IX a
far erigere una statua in bronzo della
Madonna su una colonna di cipollino venato alta circa 30 metri in Piazza
Mignanelli, attigua a Piazza di Spagna nel cuore di Roma. Ad inaugurare la
tradizione devozionale, tanto cara ai fedeli romani, fu Pio XII nel 1957. Nel
1995, Giovanni Paolo II lanciò proprio da qui la “Missione cittadina” in
preparazione del Grande Giubileo del Duemila.
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8 dicembre 2003
IL
DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE IN PRIMO PIANO
AL CONGRESSO
MARIOLOGICO, PROMOSSO DAI FRANCESCANI,
IN
QUESTI GIORNI AD ASSISI
-
Servizio di Gabriella Ceraso -
Si sono conclusi stamani ad Assisi, nella solennità
dell’Immacolata Concezione, i lavori del Congresso Mariologico sul tema
“L’Immacolata Concezione – il contributo dei francescani”. A 150 anni dalla
proclamazione del dogma da parte di Pio IX, 15 noti mariologi, in gran parte
delle famiglie francescane, si sono alternati ripercorrendo l’iter teologico
della definizione dogmatica. Il servizio di Gabriella Ceraso.
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(musica)
Da Duns Scoto a Massimilano Kolbe il pensiero mariologico
francescano ha avuto sempre un ruolo
rilevante nella storia della mariologia. Ma qual è il significato teologico
dell’Immacolata Concezione? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Accademia
Mariana internazionale, padre Vincenzo Battaglia.
R. – Il significato teologico rimanda alla meravigliosa e
infinita sapienza di Dio. La Vergine Maria è stata scelta da sempre come Madre
del Figlio di Dio e come dice poi anche la colletta della solennità
dell’Immacolata Concezione: “Dio ha preparato una degna dimora per il suo
Figlio”. Guardando la Vergine, Maria Immacolata, noi guardiamo proprio a questa
opera infinita della bontà di Dio.
La proclamazione del dogma dell’Immacolata chiuse una
lunga controversia storica. Quali i punti critici di essa? Li sottolinea padre
Stefano Cecchin, segretario della Pontificia Accademia Mariana.
R. - La controversia è iniziata con la concezione del
peccato originale, poi si è diffusa per il concetto di redenzione che Cristo ha
fatto nei confronti dell’umanità. Cristo doveva essere il redentore di tutti.
Si faceva fatica, quindi, a comprendere che Maria potesse essere esentata dalla
redenzione di Cristo. Il Beato Giovanni Duns Scoto risolse il caso con l’idea
della redenzione preservatrice. Però, ci furono coloro che ritennero San
Tommaso contrario a questa soluzione. E allora c’è stata una non comprensione
ed un rifiuto di questa risoluzione del problema. Perché la concezione appunto
tomistica era che Maria in ogni caso avesse toccato in qualche maniera il peccato
originale. Con la definizione dogmatica si è riusciti a mettere un po’ di pace
e a chiarire la situazione.
D. – Qual è secondo lei la valenza odierna del dogma?
R. – Il dogma ci deve ricordare una cosa principale: cioè
che Dio fin dall’eternità ci ha amati, ci ha pensati; come è esistita Maria che
è stata appunto preservata perché pensata insieme al suo Figlio, prima della
creazione del mondo. E poi questo Dio che ci dona gratuitamente il suo amore,
senza nessun merito nostro.
(musica)
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ALLE
ELEZIONI PARLAMENTARI IN RUSSIA TRIONFO DEL PARTITO
DEL
PRESIDENTE PUTIN. IMPORTANTE AFFERMAZIONE DEGLI ULTRANAZIONALISTI,
PESANTE
SCONFITTA DEI COMUNISTI
- Con
noi, Sergio Romano -
In
Russia le elezioni per il rinnovo della Duma sono state vinte nettamente dal
partito di Putin, “Russia Unita”, e forte è stata la flessione dei comunisti.
Da registrare, inoltre, l’avanzamento del Partito nazionalista di Zhirinovski.
Successo per i socialisti patriottici di “Patria”, la lista creata solo tre
mesi fa. Secondo l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
(Osce), che ha monitorato lo svolgimento delle elezioni, le fasi dello scrutinio
non hanno rispettato tutti gli standard
internazionali. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
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Con oltre il 90 per cento dei bollettini scrutinati,
“Russia Unita” ha il 36,8 per cento, il Partito comunista il 12,7, il Partito
liberal democratico l’11,8, “Patria” il 9 per cento. Fuori dalla Duma, per non
aver superato la barriera del 5 per cento, i riformisti di “Iabloko” con il 4,3
e i liberali di “Sps” con il 3,9 ed il Partito Agrario con il 3,8. Iabloko ed
Sps pagano per le troppe divisioni in campo democratico, che finora ha condotto
le riforme del Paese. In Russia si chiude un’epoca iniziata nel ’91. “Patria”
ha sottratto una grossa fetta dell’elettorato dei comunisti, che hanno definito
questa consultazione una farsa, non un’elezione democratica. Il partito di Ziuganov
si rivolgerà alla magistratura. Riconoscerà i risultati solo dopo aver radunato
i protocolli ufficiali dagli oltre 95 mila seggi elettorali. Altri due dati
fanno riflettere: la sensibile diminuzione dell’affluenza alle urne e l’elevato
numero di “Voto contro tutti”, che in alcuni distretti sono addirittura maggioranza.
In conclusione: il Cremlino ha vinto e controllerà la Duma.
Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Sul significato politico delle elezioni parlamentari in
Russia, Alessandro Gisotti ha intervistato l’ambasciatore Sergio Romano:
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R. – Credo che l’elettorato russo, che ha votato per il
partito del presidente, volesse proprio dare a Putin gli strumenti per
governare; in altre parole, anche elettori che in passato si erano orientati
verso altri partiti, hanno deciso che la priorità in questa particolare
circostanza era quella di mettere il presidente in condizioni di esercitare il
suo potere.
D. – Ecco, un dato significativo è l’astensionismo: la
società civile russa si sta disaffezionando alla politica?
R. – Probabilmente, una parte del Paese non capisce
esattamente che cosa sta succedendo; però, non bisogna dimenticare che si
tratta pur sempre di un Paese fortemente alfabetizzato, certamente non
ignorante delle vicende politiche; probabilmente, hanno deciso di dare – per
così dire – una delega tacita al presidente.
D. – Ambasciatore, con il rafforzamento di Putin, la
Russia fa un nuovo passo verso il consolidamento della democrazia, oppure aumentano
i rischi di regime paventati dagli oppositori del capo del Cremlino?
R. – Le elezioni non sono state certamente impeccabili.
Sappiamo tutti che il partito del presidente si è servito del sostegno della
pubblica amministrazione, sappiamo che la televisione è stata partigiana e che
nelle settimane precedenti il voto la magistratura si era “sbarazzata” di un
oligarca che finanziava i partiti di opposizione. Però, fondamentalmente credo
che queste elezioni rappresentino i sentimenti del Paese: sono sostanzialmente
rappresentative dell’opinione pubblica la quale è convinta che in questo
momento la Russia abbia bisogno di un potere forte ... di una democrazia
autoritaria.
D. – Quanto peserà l’irrisolta questione cecena sul futuro
politico di Putin?
R. – Il fatto stesso che Putin abbia ricevuto dalle
elezioni un suffragio indiretto, lo incoraggerà probabilmente a fare quello che
ha fatto in questi anni, vale a dire a mantenere il controllo o a cercare di
mantenere il controllo sulla Cecenia. E’ molto difficile immaginare che la
Russia tolleri di abbandonare la sovranità su un territorio che è una porta
verso il Caucaso, regioni in cui la presenza americana sta diventando sempre
più visibile.
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L’ORGANIZZAZIONE UMANITARIA VIS IN PRIMA
LINEA
PER SOSTENERE LE POPOLAZIONI RURALI
DELL’ANGOLA
-
Servizio di Francesca Sabatinelli -
Due
progetti in favore delle zone rurali dell’Angola. Li ha varati il Vis, Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo. Ad essere interessate due regioni dell’interno,
Kwanda Norte e Moxito, che vedranno la riabilitazione di strutture scolastiche
e sanitarie entro il giugno 2004. Servizio di Francesca Sabatinelli.
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E’
agli ultimi posti della graduatoria Onu dello sviluppo umano, nonostante le immense
ricchezze, costituite soprattutto da petrolio e diamanti. L’Angola, oggi, dopo
il cessate il fuoco del 2002 tra l’MPLA, Movimento popolare per la liberazione
dell’Angola del presidente Dos Santos ed i ribelli dell’Unita, che ha messo
fine a 27 anni di guerra civile, sta cercando di rimettersi in piedi. Ma la
popolazione vive ancora in condizioni di estrema povertà, con poco più di un
dollaro al giorno, le infrastrutture base sono totalmente da ricostruire. Il
nodo più drammatico è costituito dalla condizione dell’infanzia: l’Angola è al
terzo posto per mortalità infantile sotto i 15 anni, il 70 per cento dei
bambini non ha ricevuto il ciclo completo delle vaccinazioni, il 45 per cento è
malnutrito, oltre il 50 per cento non ha accesso all’acqua potabile, il 44 per
cneto non è mai andato a scuola. Eppure, spiega Antonio Raimondi, presidente
del Vis, appena rientrato da una missione nel Paese, gli accordi di pace dello
scorso anno alcuni miglioramenti li hanno portati:
“Le
persone cominciano a costruirsi la casa con i mattoni. Le case non sono più
fatte in lamiera, di fango o di cartone. Ciò vuol dire che la gente ha fiducia
nel futuro. Non deve scappare all’improvviso, perché sta arrivando la guerra.
Purtroppo l’enorme ricchezza di questo Paese non riesce ad essere ridistribuita
alla popolazione. Il Paese è ben lungi dall’essere un Paese veramente
democratico. La pace non ha ancora portato dei reali benefici alla grande massa
della popolazione”.
Luanda
è senza dubbio la città che più ha risentito e risente della gravissima crisi
che l’Angola sta vivendo. L’esodo delle popolazioni rurali ha creato
difficilissime condizioni di vita. I quartieri periferici della capitale sono
piombati in un cupo degrado, Luanda è diventata un luogo di fame:
“Noi
ci aspettavamo un ritorno alla campagna. Questo non sta avvenendo. Purtroppo
moltissimi giovani dell’interno del Paese vengono verso Luanda. O si innescano
processi di riabilitazione e di sviluppo all’interno dell’Angola oppure sarà veramente
dura. Ed è il motivo per cui noi del Vis stiamo cercando di lavorare, adesso,
di più nelle regioni rurali”
La
catastrofe umana, è la denuncia di molte organizzazioni umanitarie, è aggravata
dalla lentezza dell’intervento del governo di Dos Santos, del quale ormai fanno
parte anche elementi dell’Unita, perfettamente integrati nel sistema. Il
livello di corruzione è altissimo, il disprezzo per la popolazione è totale.
Ancora Raimondi
“Ci
troviamo di fronte ad una dittatura che di fatto sta continuando in questo Paese.
Ad un uomo, che viene dalla formazione marxista-leninista, e che però oggi si è
‘venduto’ agli Stati Uniti e ai signori del petrolio. Sembrerebbe tutto buio,
ma la luce c’è: sono quei giovani, quei gruppi soprattutto intorno alle
parrocchie, che rappresentano dei semi che, chissà, non possano sbocciare in
qualcosa di più significativo e duraturo per l’Angola”.
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ALLARME DELL’ONU PER I TRAFFICI ILLECITI DI ARMI E DROGA IN SOMALIA
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Intervista con Massimo Alberizzi -
Rafforzare le sanzioni
internazionali contro le fazioni che si spartiscono la Somalia, unica via per
riportare la pace nel Paese africano. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha
lanciato l’allarme, in questi giorni, sottolineando anche il dilagante traffico
clandestino di armi che si svolge in territorio somalo. Nonostante l’embargo
votato nel 1992, la Somalia, attualmente nelle mani dei “signori della guerra”
locali, continua ad essere crocevia del flusso di armamenti di ogni genere,
destinati sia alle fazioni locali, che al terrorismo internazionale. Una situazione
fortemente destabilizzante per l’intera area circostante. Giancarlo La Vella ne
parlato con Massimo Alberizzi, inviato speciale del Corriere della Sera, da
poco rientrato dalla Somalia:
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R. – La Somalia è diventata un territorio incontrollabile
dove viene e passa di tutto: dai traffici di armi, di droga, ai traffici di
clandestini. Non esiste un governo, non c’è alcuna autorità, non c’è
un’amministrazione ormai da 12-13 anni. E’ quindi un grande paradiso per i
trafficanti, ma anche per terroristi, attentatori. Gruppi di qualunque genere
trovano un rifugio più che sicuro in Somalia.
D. – E’ il traffico di armi la cosa che preoccupa
maggiormente la comunità internazionale?
R. – Sì, il problema è il traffico d’armi, ma non solo
finalizzato alla guerra in Somalia, anche quello che passa attraverso la
Somalia e serve a compiere attentati in tutto il mondo. Quindi, la Somalia è
diventata un punto focale molto importante per le forze che mirano a
destabilizzare il mondo.
D. – In questa situazione, quindi, trovano terreno fertile
le organizzazioni terroristiche internazionali?
R. – Certo. Per esempio, gli uomini di Al Qaeda si
addestrano in due campi che sono ai confini con il Kenya. Siamo convinti che
Annalena Tonelli, la cooperante italiana uccisa a Borama, e i due inglesi
uccisi in Somaliland, siano stati colpiti da mani islamiche di fondamentalisti
fanatici provenienti da qui.
D. – In questo Stato abbandonato a se stesso, come si
svolge la vita della gente?
R. – Non c’è lavoro e le poche attività che ci sono, sono
legate alle compagnie telefoniche di cellulari. Ce ne sono tre e i loro prezzi
sono competitivi; si possono fare per 35 centesimi di dollaro chiamate in tutto
il mondo. Poi ci sono i grandi mercati di armi e la seconda attività è la guerra.
Ci si può arruolare nelle armate locali, oppure nel terrorismo, che consente
maggiori guadagni. In questo modo si riesce a sostenere la famiglia, a comperare
qualcosa di più che non sia solamente cibo. Una situazione veramente terribile,
dove i giovani non hanno futuro. Alcuni cercano di emigrare e vengono in Europa
con i barconi, che poi finiscono per naufragare; altri, invece, aderiscono ad
Al Qaeda; altri ancora si arruolano nei servizi d’informazione americani o
europei. Insomma, non c’è una vita normale. Per esempio, uno dei modi per
guadagnare è quello di sequestrare la gente per poche decine di dollari.
D. – Quindi, neanche lontanamente si può parlare di una
parvenza di Stato?
R. – No, non c’è assolutamente nulla. A Mogadiscio è tutto
bombardato, tranne le residenze di qualche signorotto che si è costruito o
restaurato la villa, la casa e tranne le decine e decine di moschee che stanno
sorgendo come funghi; e, dulcis in fundo, la fabbrica della Coca-Cola
nuova di zecca che aprirà il 15 dicembre prossimo
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SAVONA IN FESTA PER IL CINQUECENTENARIO DI PAPA
GIULIO II
-
Servizio di Massimiliano Menichetti -
Savona celebra il cinquecentenario dell’ascesa al soglio
pontificio di Giulio II. Lo fa con un ampio programma di iniziative culturali
che hanno preso il via il 30 novembre scorso e si chiuderanno il 12 aprile
2004. All’inaugurazione era presente il cardinale segretario di Stato, Angelo
Sodano, in rappresentanza del Santo Padre. L’onore a Papa Giulio II è stato
tributato da un drappello della Guardia Svizzera, il corpo militare fondato
proprio da Giuliano della Rovere. Il servizio di Massimiliano Menichetti
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(musica)
Nel
1503 il savonese cardinale Giuliano della Rovere diventa Papa con il nome di
Giulio II. La sua azione politica si concentrò sul rafforzamento dell’autorità
del Papa, a Roma e nello Stato Pontificio. Favorì anche le riforme di conventi
e di ordini religiosi, diede impulso alle missioni e propose al Concilio
Lateranense la riforma della Chiesa. E per il decoro liturgico di San Pietro
istituì la celebre cappella Giulia. Non fu soltanto l’ordine civile e politico
ad attrarre gli interessi del Papa, promosse infatti una serie di iniziative
per dotare Roma di opere immortali di architettura, scultura e pittura. Fece
venire nella città Michelangelo, Raffaello, Pinturicchio e Bramante e,
personalmente, vide la posa della prima pietra della nuova basilica di San
Pietro.
A 500
anni dall’ascesa al soglio pontificio, Savona festeggia Giulio II con una serie
di iniziative partite il 30 novembre, tra cui anche un convegno internazionale
sulla figura del Papa. L’ingegner Francesco Gervasio, coordinatore delle
iniziative savonesi e curatore della mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia
e fortuna di un capolavoro” allestita nel palazzo del Commissario nella
Fortezza del Priamar:
“Queste iniziative si compongono, oltre che della mostra,
dell’inaugurazione, avvenuta il 30 novembre, de “Il Coro Ligneo”, che oggi è
nella cattedrale dell’Assunta, qui a Savona. Ci sarà poi un convegno di studio
di livello internazionale. Il convegno ha l’obiettivo di approfondire gli aspetti
storico-ecclesiali ed il ruolo di quel Pontefice che fu, oltre che uomo di
Chiesa, anche politico e soprattutto mecenate di opere d’arte”.
La mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di
un capolavoro” è ospitata nel Palazzo del Commissario della Fortezza del
Priamar e documenta la storia e le vicende della cappella Sistina, voluta
all’interno del Palazzo apostolico da Sisto IV e da suo nipote, cioè Giulio II,
che la completò. Ancora l’ingegner Gervasio:
“Simboli, stampe, didascalie e non scordiamo che ci sono
opere importanti, autentiche, di Michelangelo, come lo schizzo per la Sistina,
lo scritto per la cura degli occhi, la ricostruzione in scala 1:1 della Sibilla
Delfica, che è una piccola parte della cappella Sistina, e che permette di capire
quale fosse la tecnica innovativa di Michelangelo nell’impostare quello che poi
sarebbe diventato l’affresco definitivo. E’ una mostra didattica, fondamentalmente,
per comprendere meglio il risultato finale e grandioso che Michelangelo
ottenne”.
Ma Savona restituisce in quest’occasione anche un gioiello
di assoluta bellezza, “Il coro ligneo”, che Giuliano della Rovere aveva
commissionato il 30 gennaio del 1500 ad Anselmo de Fornari ed Elia d’Eracchi.
Luciano Pasquale, presidente della Fondazione de Mari, che ha finanziato il
restauro dell’opera:
“La particolarità è quella di avere tarsie che fanno
riferimento a cartone ed opere di pittori. Si pensa che abbia lavorato qui
anche Marco d’Oggiono, che era un seguace di Leonardo. Ci sono poi altre tarsie
che hanno invece un collegamento con Raffaello, attraverso dei suoi allievi,
che avevano lavorato anch’essi alle tarsie, quindi ai cartoni, ai dipinti, che
poi sono stati riportati sotto forma di intarsi”.
I festeggiamenti a Savona per Giulio II termineranno il 12
aprile 2004, ma due giorni prima, cioè il 9, ci sarà la storica processione del
venerdì santo in cui verranno trasportate le casse lignee, ovvero gruppi di
sculture raffiguranti momenti della Passione di Cristo, realizzate da artisti
liguri tra il 1600 e il 1700.
(musica)
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LA
SOLIDARIETA’ VIA TELEFONO NELL’ESPERIENZA
PLURIDECENNALE DI “VOCE AMICA”
-
Intervista con Monica Silvestrini -
“Voce Amica” è storicamente il
primo telefono d’ascolto inaugurato in Italia. E’ stata infatti fondata nel
1956 da padre Cosimo Bonaldi, cappellano del carcere di Regina Coeli. Ogni
anno, migliaia di persone si rivolgono allo 06/4464904 per una parola di conforto,
di comprensione o semplicemente per dialogare e condividere le tensioni della
vita quotidiana. Ma chi sono le persone che si rivolgono al telefono d’ascolto?
Alessandro Gisotti lo ha chiesto a Monica Silvestrini, portavoce di “Voce
Amica”.
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R. – Le persone che si rivolgono a “Voce amica” sono le
persone che stanno intorno a noi. Può essere il nostro vicino di casa o il
collega di lavoro. Sicuramente sono delle persone che in un certo momento della
loro vita hanno bisogno di parlare con qualcuno, perché non hanno più fiducia
in loro stessi o perché si sentono incompresi. Le persone hanno bisogno di
dialogare e condividere con una voce amica le emozioni del vivere quotidiano. A
volte nel dialogo con i volontari c’è in qualche modo la possibilità di aiutare
a capire meglio un problema che ha la persona che chiama, proprio perché non
c’è un coinvolgimento, quindi, è più facile.
D. – Quale riscontro avete della vostra attività? La
solidarietà, l’ascolto via telefono è efficace?
R. – Sicuramente l’ascolto è efficacissimo, perché il
telefono in qualche modo permette di avere più libertà, in quanto non ci si
vede. Tutto si basa sulla voce, quindi sull’accoglienza della voce. Mi ricordo
una storia particolare di tantissimi anni fa, di una persona che chiamava
sempre e sembrava una persona apparentemente molto allegra, che aveva solo
bisogno di compagnia. Poi, improvvisamente non la sentimmo più e dopo qualche
tempo ci chiamò la moglie che ci disse che il marito era morto. Era un non
vedente. Quindi noi, in quel momento, eravamo proprio quella voce che lo ascoltava,
che gli dava molto conforto.
D. – Un rapporto dell’Oms denuncia che oltre 300 milioni
di persone soffrono di depressione nel mondo. Quanto su questo fronte è attiva
“Voce amica?
R. – Bisogna considerare che circa il 44 per cento delle
problematiche delle persone che chiamano “Voce amica” sono costituite dalla
solitudine e dalla depressione. Abbiamo un grosso riscontro e siamo sicuramente
di grosso aiuto. Laddove anche, a volte, le strutture pubbliche non riescono a
sostenere, noi in qualche modo aiutiamo queste persone.
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APPROVATO IN ITALIA UN CODICE PER TUTELARE I
MINORI
DI
FRONTE AI PERICOLI PRESENTI IN INTERNET
-
Intervista con don Ilario Rolle -
I giovani navigatori della Rete in Italia sono tutelati
oggi da un nuovo codice di autoregolamentazione “internet e minori”. Il
provvedimento, approvato in questi giorni dal ministro delle comunicazioni
Gasparri, prevede l’offerta da parte dei gestori di percorsi di navigazione
differenziata per minori. L’applicazione del codice insieme all’installazione
di un buon filtro di protezione contro la pedopornografia costituisce quindi
un’ottima soluzione all’aggressione indesiderata di immagini violente. Sulle
novità del codice internet e minori, sentiamo don Ilario Rolle, presidente del
“filtro anti pornografia” www.davide.it.
L’intervista è di Paolo Ondarza.
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R. – Il codice di autoregolamentazione ha il vantaggio di
dare la responsabilità agli operatori del settore, ai provider...
D. – Non contrasta però ancora, in maniera forte, i rischi
che provengono dalla rete?
R. – L’azione di contrasto è implicita nel codice, perché
ovunque ci sia un accesso pubblico alla rete, deve esserci anche un accesso
differenziato per i minori, così che questi abbiano degli strumenti per poter
navigare senza incappare in siti pornografici, violenti, satanici...
D. – La Rete offre libertà di compiere reati, purtroppo, e
toglie, a volte, la libertà a chi è più debole. Non è paradossale? Cosa si sta
facendo in Europa al riguardo?
R. – L’Europa si è mossa con azioni comunitarie in questo
senso. E’ chiaro però che sarebbe più importante che le singole legislazioni
nazionali si muovessero. In Olanda, solo per fare un esempio, è possibile oggi
avere dei siti pedo-pornografici, consentiti dalla legge, perché la
pedo-pornografia non è più considerata tale a 16 anni.
D. – Se l’Italia si autoregola restano però questi siti
che sono fruibili anche da chi è in Italia...
R. – Se io in Italia visiono quei siti violo la legge,
perché il reato avviene qui in Italia, in quanto io scarico quel materiale qui.
D. – Don Ilario, nonostante i passi da gigante della
tecnologia, quest’ultima non sembra essere un’alleata dei minori. Le tv
satellitari trasmettono immagini pornografiche in chiaro, internet aggredisce
con immagini violente i minori. Cosa può fare un utente per difendersi?
R. – L’utente per difendersi ha degli strumenti
efficacissimi. Io torno a dire che oggi un minore che utilizza a scuola e a
casa www.davide.it è certo di non finire su siti indesiderati, è certo di avere
una casella di posta che non viene ceduta a terzi.
D. – Quindi, diciamo che è un buon filtro e con
l’attuazione del codice di autoregolamentazione sono già dei passi buoni, passi
in avanti per una tutela del minore...
R. – E’ chiaro. Quello che manca oggi è la consapevolezza
da parte delle famiglie della pericolosità della rete. Un’altra cosa sono i
computer messi nella camera dei ragazzi. Internet non deve essere una
babysitter.
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8 dicembre 2003
“DIO
MOSTRERA’ IL SUO SPLENDORE”: E’ IL TITOLO DEL SUSSIDIO LITURGICO-PASTORALE IN
PREPARAZIONE DEL NATALE, PUBBLICATO
DALLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
ROMA.=
Una guida per indicare il cammino di fede nel periodo che va dall’Avvento al Natale.
Con questo intento, la Conferenza Episcopale Italiana ha dato alle stampe il
volumetto nel quale ogni cristiano potrà “sentirsi destinatario della luce che
viene nel mondo”, come ha sottolineato mons. Giuseppe Betori, segretario
generale della Cei. Ed è la luce il fil rouge del sussidio liturgico-pastorale,
che illumina la vita delle comunità cristiane in questo periodo di preparazione
alla solenne festività del Natale. “Una luce rifulge su coloro che ancora
camminano nella notte e abitano in terre tenebrose- è scritto nella
presentazione del volume - si tratta di una luce che toglie gli indugi per
condurre là dove proviene la luce vera che illumina ogni uomo”. Il sussidio è
diviso in tre parti: la prima incentrata sulla Parola di Dio, attuata nelle
celebrazioni ma viva nelle nostre azioni. Il Verbo diventa per mons. Betori,
“la lampada per i passi del nostro incerto camminare”, l’illuminazione che
piega le paure del cristiano e le vince. Nella seconda parte, si propongono
quattro celebrazioni affinché la parola della liturgia domenicale giunga alla
sensibilità di ognuno, rendendola un’attesa ed un’invocazione della luce
divina. “Solo la preghiera è in grado di trasfigurare i sensi e di condurli a
riconoscere ciò che di bello il Padre ha nascosto nel cuore di ogni uomo” ha
sottolineato nella sua presentazione mons. Betori. Infine, nella terza parte,
vengono indicati gli strumenti necessari per accompagnare le comunità cristiane
alla celebrazione del Natale: un itinerario di Avvento con i giovani, il
cammino con i disabili e alcune schede di riflessione. (B.C)
SI RAVVIVA LA TENSIONE TRA ETIOPIA ED ERITREA,
DOPO LA FINE
DEL
CONFLITTO NEL 2000. L’ONU INVIA UN MEDIATORE
CANADESE
PER
RISOLVERE LE CONTROVERSIE TRA I DUE PAESI
NAIROBI.=
Le Nazioni Unite hanno nominato mediatore della controversia sui confini tra
Etiopia ed Eritrea, il canadese Gail Bindley, per 4 anni ministro degli Esteri
di Ottawa. La situazione preoccupa l’Onu, che nell’area smilitarizzata tra i
due Paesi ha da tempo schierato 4.000 caschi blu. Il pericolo è che una volta
lasciata l’area, il conflitto etiopico-eritreo
possa riesplodere. Alla base delle crescenti tensioni c’è la mancata
accettazione dell’Etiopia del verdetto, tra l’altro inappellabile, riguardante
la definizione dei confini. Ancora una
volta la zona che interessa il governo di Addis Abbeba è quella di Badme, la
cui proprietà fu all’origine della guerra del 1998. Un problema che sembra più
virtuale che reale. Secondo fonti diplomatiche, infatti, l’Etiopia vorrebbe
garanzie internazionali per assicurasi
uno sbocco sul mare. Dall’altra parte il governo di Asmara invita al rispetto
del verdetto internazionale e solo dopo quest’accettazione è disposto a
riaprire il dialogo. Intanto, l’Unmee, la forza di pace delle Nazioni Unite, ha
ufficializzato la morte di quattro persone in due incidenti distinti. Le
vittime, tre etiopici ed un bambino eritreo, sono cadute in seguito allo
scoppio di mine risalenti all’ultima guerra. In questa situazione anche gli
incidenti marginali possono acuire una tensione, mai del tutto sopita, tra le
due parti. (B.C)
QUARANTA
LEADER SPIRITUALI, RIUNITI A SIVIGLIA DAL 14 AL 17 DICEMBRE,
PER
DAR VITA AD UN ISTITUTO DI DIALOGO RELIGIOSO. A PROMUOVERE L’INCONTRO L’ACCADEMIA INTERRELIGIOSA ELIJAH, DAL 1996
IMPEGNATA A FAR DIALOGARE
LE DIVERSE
COMUNITA’ RELIGIOSE
SIVIGLIA.
= Tre giorni di incontro, di dialogo e di scambio culturale per progredire sul
cammino della pace. Con quest’intento, riferisce l’agenzia Efe, l’Accademia
Interreligiosa EliJah, ha voluto convocare i più importanti leader religiosi
del mondo. L’organizzazione promotrice dell’incontro è nata nel 1996, con sede
a Gerusalemme ed è patrocinata dall’Unesco.
Grazie all’azione mediatrice di questa accademia, si sono incontrati molti
leader religiosi. Dal 14 al 17 dicembre, la città di Siviglia ospiterà l’evento
che ha come scopo quello di dar vita ad un istituto di dialogo interreligioso.
Secondo il rabbino Alòn Goshen-Gottstein, direttore dell’accademia, “tutti i
leader spirituali del cristianesimo, giudaismo, dell’islam, del buddismo
dialogheranno per creare delle relazioni e per continuare a costruire la pace
mondiale”. All’incontro parteciperanno l’arcivescovo di Siviglia, Carlos
Amigo Vallejo, il rabbino d’Israele, Shlomo Amar, il
Dalai Lama, il Patriarca ecumenico, Bartolomeo, e molte altre personalità di
spicco del panorama religioso internazionale. “Dalle rispettive prospettive
religiose, ma dialogando gli uni con gli altri - ha dichiarato il rabbino
Goshen-Gottstein - comprenderemo le sfide che presenta la società contemporanea
e lavoreremo per creare un clima di comprensione e condivisione tra i
differenti credo religiosi”. (B.C)
LIBERATI
DALL’ESERCITO REGOLARE UGANDESE NOVANTA BAMBINI SOLDATO,
MA
ALMENO VENTIMILA RIMANGONO NELLE MANI
DEL
SEDICENTE ESERCITO DI RESISTENZA DEL SIGNORE
KAMPALA.=
Stando a quanto riferito dal portavoce militare del governo ugandese, Cris
Magezi, durante la scorsa settimana, la milizia regolare ha liberato almeno 90
bambini caduti nelle mani del sedicente Esercito di resistenza del Signore
(Lra). L’azione è avvenuta nel Nord del Paese africano; i minori liberati erano
tutti al di sotto dei 18 anni. Non cessa però l’allarme riguardante i ventimila
bambini ancora dispersi e costretti a combattere per Lra, l’esercito che vuole
rovesciare il governo ugandese. La piaga dei bambini-soldato non affligge
soltanto l’Uganda, sconvolta dal conflitto interno che ha causato 1.2 milioni
di profughi, ma tutto il mondo. Si calcola infatti che siano più di 300.000 i minori di 18
anni attualmente impegnati a combattere. (B.C)
A CONCLUSIONE DELL’ANNO EUROPEO DEL DISABILE, PARTE L’INIZIATIVA
“PARCHI ACCESSIBILI”, UNA RICOGNIZIONE DI 105 AREE REGIONALI ITALIANE
PER VERIFICARNE LA FRUIBILITA’ DA PARTE DEI
PORTATORI DI HANDICAP
ROMA.=
Un monitoraggio che coinvolgerà i maggiori parchi italiani al fine di eleggere
20 zone, che rappresenteranno un esempio di accessibilità per i portatori di
handicap. Il Progetto “Parchi accessibili”, realizzato in collaborazione con il
Ministero del Welfare, è nato per promuovere un turismo di qualità, senza
limitazioni e barriere per le persone disabili. Previsti due momenti di lavoro:
uno di indagine con la realizzazione di una banca dati e di una guida ai parchi
regionali italiani, nella quale saranno indicati i luoghi maggiormente
accessibili ai portatori di handicap. Il passo successivo sarà la promozione di
4 progetti-pilota, interventi mirati su aree già individuate: il
Parco Regionale del Mincio (Mantova),
il Parco di Monte Mario (Roma), l’Oasi
dunale di Torre di mare (Salerno) e l’Orto botanico dei Frignoli (Massa). Una delle altre finalità
di questo progetto è la creazione di un tavolo di consultazione permanente a
cui dovrebbero partecipare i rappresentanti dei Parchi delle associazioni dei
disabili, le associazioni ambientaliste e tutti coloro che sono interessati
alle tematiche dell’handicap. A conclusione dell’anno europeo del disabile,
promosso dal Consiglio dell'Unione Europea, il progetto “Parchi accessibili” si
inserisce nella serie di eventi tendenti a migliorare le condizioni di vita dei
portatori di handicap, sviluppando in questo caso un turismo
sociale all’interno delle aree considerate. (B.C)
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8 dicembre 2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Non si
interrompono gli episodi di violenza in Iraq, dove ieri è stato ucciso, a
Mossul, un altro soldato americano. Intanto, il governo giapponese formalizzerà,
domani, il piano per l’invio di truppe nello Stato arabo, senza specificare la
data della partenza e le dimensioni del contingente militare, il primo del
secondo dopoguerra ad essere dislocato all’estero. Il servizio di Paolo
Mastrolilli:
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Un altro soldato americano ha perso la vita in Iraq e il
comandante delle forze di occupazione ha detto di aspettarsi un aumento degli
attacchi nei prossimi mesi, anche se i suoi uomini dovessero riuscire a
catturare Saddam. L’ultimo assalto letale è avvenuto ieri nella città
settentrionale di Mossul dove una bomba è scoppiata mentre passava un convoglio
americano. Un soldato è morto e due sono rimasti feriti. La guerriglia, dunque,
continua a colpire. Il generale Ricardo Sanchez, comandante delle truppe Usa,
ha previsto che le aggressioni si moltiplicheranno nel prossimo futuro in vista
del passaggio dei poteri ad un governo locale, programmato per giugno. Sanchez
ha detto anche che la cattura di Saddam non sembra imminente e comunque, se
venisse preso, le violenze continuerebbero perché altri le fomentano. Il
settimanale ‘Newsweek’ ha scritto che Osama Bin Laden ha spostato tutte le sue
risorse economiche e umane dall’Afghanistan all’Iraq, perché pensa che questo
sia oggi il fronte principale della sua offensiva. Ma il Paese dove si erano
imposti i talebani resta instabile, come hanno dimostrato i recenti raid
lanciati dagli americani per colpire il terrorismo risorgente. Ieri, gli Stati
Uniti hanno chiesto scusa per un bombardamento in cui sono stati uccisi, per
errore, nove bambini.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Diciannove
minatori sono morti e uno è disperso per una fuga di gas avvenuta in una
miniera di carbone nella Cina settentrionale. L’incidente è avvenuto nella miniera
Longtai a Zhangjiakou, nella regione dello Hebei, mentre erano al lavoro 29
minatori; altri 9 sono stati tratti in salvo. Nei primi novi mesi di
quest’anno, sono stati almeno 2.800 gli incidenti nelle miniere cinesi.
In Medio
Oriente gli sforzi per la pace hanno subito, purtroppo, un nuovo arresto. Le 12
fazioni palestinesi riunite al Cairo non hanno infatti raggiunto, ieri, un
accordo per fermare le violenze contro gli israeliani. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:
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Dopo tre
giorni di intensi colloqui, i gruppi integralisti Hamas e Jihad islamica, il
partito di Yasser Arafat al Fatah e i diversi Fronti di liberazione della
Palestina hanno abbandonato la sala, sede dei lavori, senza fornire una
garanzia di sospensione delle violenze e senza trovare una linea comune su due
temi centrali. Il primo era se accettare o meno il piano proposto dal governo
egiziano per una tregua nelle violenze anti-israeliane, in particolare negli
attentati suicidi. La seconda questione è stata sollevata da Hamas, in risposta
ad una richiesta dell’Olp, sulla opportunità di continuare a sentirsi
rappresentata dall’Autorità nazionale palestinese (Anp), e dall’Olp.
Commentando il fallimento dei colloqui, Raanan Gissin, portavoce del premier
israeliano ha sottolineato come sia questo “un giorno triste per il popolo
palestinese e per il governo di Abu Ala”. Oggi, intanto, le forze di sicurezza
di Israele sono in stato d’allerta dopo aver ricevuto informazioni su un
possibile attacco terroristico.
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Lo
Zimbabwe è uscito dal Commonwealth. Lo ha annunciato il presidente del Paese
africano, Robert Mugabe, dopo che l’organizzazione nata dall’impero britannico
aveva ribadito, durante il recente vertice di Abuja, la sospensione a tempo
indeterminato dello Zimbabwe dal proprio consiglio.
In Uruguay il 61,4 per cento
degli elettori si è pronunciato, ieri, per l’abrogazione della legge che
abolisce dal gennaio 2001 il monopolio dell’importazione, del raffinamento e
della distribuzione di combustibili della società nazionale petrolifera ‘Ancap’.
Un
tribunale di Managua ha condannato, ieri, l’ex presidente del Nicaragua,
Arnoldo Aleman, a venti anni di carcere per riciclaggio di denaro sporco, frode
e peculato.
Un militare algerino è morto e
altri due feriti in una imboscata tesa ad una pattuglia nella regione di
Tissemsilt. L’attacco è avvenuto a circa 300 km a Ovest di Algeri, mentre la
pattuglia stava effettuando un rastrellamento. Si ritiene che gli assalitori
appartengano al ‘Gruppo salafista per la guerra santa’.
Il tribunale
di Atene ha emesso un verdetto di colpevolezza per 15 dei 19 imputati nel
processo contro il gruppo terrorista “17 novembre” responsabile, a partire dal
1975, della morte 23 persone. Al gruppo si fanno risalire numerosi attentati,
compiuti quasi tutti in Grecia, contro magistrati, esponenti politici della
destra, diplomatici americani e turchi, giornalisti e industriali.
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