RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 342- Testo della Trasmissione di lunedì 8 dicembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’Angelus dell’Immacolata, il Papa invoca l’intercessione di Maria per la Chiesa, la città di Roma e il mondo intero ed invita i fedeli al tradizionale omaggio alla Vergine, oggi pomeriggio in piazza di Spagna.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il significato teologico dell’Immacolata Concezione nella riflessione dei mariologi padre Vincenzo Battaglia e padre Stefano Cecchin

 

Alle elezioni parlamentari in Russia, trionfo del partito del presidente Putin: intervista con l’ambasciatore Sergio Romano

 

L’organizzazione umanitaria Vis in prima linea a sostegno delle aree rurali dell’Angola: ce ne parla il presidente del Vis, Antonio Raimondi

 

Allarme dell’Onu per il traffico di armi in Somalia: intervista con l’inviato del Corriere della Sera, Massimo Alberizzi

 

Savona in festa per il cinquecentenario di Papa Giulio II: con noi, i promotori delle iniziative savonesi Francesco Gervasio e Luciano Pasquale

 

La solidarietà via telefono nell’esperienza di “Voce Amica”: intervista alla portavoce del sodalizio, Monica Silvestrini

 

Approvato in Italia un codice di autoregolamentazione “Internet e minori”: ai nostri microfoni, don Ilario Rolle, presidente del “filtro web” antipornografia.

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Dio mostrerà il suo splendore”: è il titolo del sussidio liturgico-pastorale pubblicato dalla Cei in preparazione al Natale

 

L’Onu nomina un mediatore per risolvere le controversie sui confini tra Etiopia ed Eritrea

 

Il prossimo 14 dicembre a Siviglia, un incontro tra quaranta leader spirituali per costruire un futuro di pace

 

Novanta bambini soldato liberati in Uganda dalle milizie

 

Al via il progetto “parchi accessibili” per promuovere aree verdi senza barriere per i portatori di handicap.

24 ORE NEL MONDO:    

Falliti al Cairo i colloqui di pace per il Medio Oriente

 

In Iraq ancora vittime tra gli americani in un agguato a Mossul

 

Un’esplosione in una miniera cinese provoca 19 morti.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 dicembre 2003

 

 

ALL’ANGELUS DELL’IMMACOLATA, GIOVANNI PAOLO II INVOCA MARIA PER LA CHIESA,

LA CITTA’ DI ROMA E IL MONDO INTERO ED INVITA I FEDELI ALLA TRADIZIONALE

CERIMONIA D’OMAGGIO ALLA VERGINE, OGGI POMERIGGIO IN PIAZZA DI SPAGNA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

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All’angelus dell’Immacolata, il Papa ha sottolineato come “prescelta per essere la Madre del Verbo incarnato, Maria è al tempo stesso la primizia della sua opera redentrice”. Di fronte a migliaia di fedeli raccolti in piazza San Pietro nonostante il freddo pungente, il Santo Padre ha rammentato che la grazia di Cristo Redentore ha agito in Maria in anticipo, “preservandola dal peccato originale”:

 

“Se Cristo è il giorno che non conosce tramonto, Maria ne è l’aurora splendente di bellezza”.

 

La mente umana, ha proseguito, “non può pretendere di comprendere un così grande prodigio e mistero”. E’ la fede “a rivelarci che l’Immacolata Concezione della Vergine è pegno di salvezza” per ogni creatura umana. E’ ancora la fede, ha avvertito, a ricordarci che “in forza della sua singolarissima condizione, Maria è “nostro sostegno incrollabile nella dura lotta contro il peccato e le sue conseguenze”.

 

Quindi, Giovanni Paolo II ha dato appuntamento ai fedeli per oggi pomeriggio, quando, ha detto, “seguendo una bella tradizione”, mi recherò in Piazza di Spagna per “rendere omaggio alla Vergine Immacolata”:

 

“Fin d’ora vi invito ad unirvi a me, nell’invocare l’intercessione di Maria Immacolata per la Chiesa, per la città di Roma e per il mondo intero”.

 

Ha così ricordato che fu Papa Pio IX a far porre sulla colonna della piazza romana l’effige della Vergine “a perenne memoria del dogma dell’Immacolata Concezione”, proclamato l’8 dicembre del 1854. Con l’odierno pellegrinaggio, ha concluso, entriamo nel centocinquantesimo anniversario “di quel solenne atto del magistero della Chiesa”.

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La nostra emittente seguirà l’omaggio del Santo Padre alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, con radiocronaca diretta in lingua italiana, a partire dalle ore 16.40 circa, sull’onda media 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz.

 

Come ricordato dal Papa all’Angelus, fu il Beato Pio IX a far erigere una statua  in bronzo della Madonna su una colonna di cipollino venato alta circa 30 metri in Piazza Mignanelli, attigua a Piazza di Spagna nel cuore di Roma. Ad inaugurare la tradizione devozionale, tanto cara ai fedeli romani, fu Pio XII nel 1957. Nel 1995, Giovanni Paolo II lanciò proprio da qui la “Missione cittadina” in preparazione del Grande Giubileo del Duemila.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

8 dicembre 2003

 

 

IL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE IN PRIMO PIANO

AL CONGRESSO MARIOLOGICO, PROMOSSO DAI FRANCESCANI,

IN QUESTI GIORNI AD ASSISI

 

- Servizio di Gabriella Ceraso -

 

Si sono conclusi stamani ad Assisi, nella solennità dell’Immacolata Concezione, i lavori del Congresso Mariologico sul tema “L’Immacolata Concezione – il contributo dei francescani”. A 150 anni dalla proclamazione del dogma da parte di Pio IX, 15 noti mariologi, in gran parte delle famiglie francescane, si sono alternati ripercorrendo l’iter teologico della definizione dogmatica. Il servizio di Gabriella Ceraso.

 

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(musica)

 

Da Duns Scoto a Massimilano Kolbe il pensiero mariologico francescano ha avuto  sempre un ruolo rilevante nella storia della mariologia. Ma qual è il significato teologico dell’Immacolata Concezione? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Accademia Mariana internazionale, padre Vincenzo Battaglia.

 

R. – Il significato teologico rimanda alla meravigliosa e infinita sapienza di Dio. La Vergine Maria è stata scelta da sempre come Madre del Figlio di Dio e come dice poi anche la colletta della solennità dell’Immacolata Concezione: “Dio ha preparato una degna dimora per il suo Figlio”. Guardando la Vergine, Maria Immacolata, noi guardiamo proprio a questa opera infinita della bontà di Dio.

 

La proclamazione del dogma dell’Immacolata chiuse una lunga controversia storica. Quali i punti critici di essa? Li sottolinea padre Stefano Cecchin, segretario della Pontificia Accademia Mariana.

 

R. - La controversia è iniziata con la concezione del peccato originale, poi si è diffusa per il concetto di redenzione che Cristo ha fatto nei confronti dell’umanità. Cristo doveva essere il redentore di tutti. Si faceva fatica, quindi, a comprendere che Maria potesse essere esentata dalla redenzione di Cristo. Il Beato Giovanni Duns Scoto risolse il caso con l’idea della redenzione preservatrice. Però, ci furono coloro che ritennero San Tommaso contrario a questa soluzione. E allora c’è stata una non comprensione ed un rifiuto di questa risoluzione del problema. Perché la concezione appunto tomistica era che Maria in ogni caso avesse toccato in qualche maniera il peccato originale. Con la definizione dogmatica si è riusciti a mettere un po’ di pace e a chiarire la situazione.

 

D. – Qual è secondo lei la valenza odierna del dogma?

 

R. – Il dogma ci deve ricordare una cosa principale: cioè che Dio fin dall’eternità ci ha amati, ci ha pensati; come è esistita Maria che è stata appunto preservata perché pensata insieme al suo Figlio, prima della creazione del mondo. E poi questo Dio che ci dona gratuitamente il suo amore, senza nessun merito nostro.

 

(musica)

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ALLE ELEZIONI PARLAMENTARI IN RUSSIA TRIONFO DEL PARTITO

DEL PRESIDENTE PUTIN. IMPORTANTE AFFERMAZIONE DEGLI ULTRANAZIONALISTI,

PESANTE SCONFITTA DEI COMUNISTI

- Con noi, Sergio Romano -

 

In Russia le elezioni per il rinnovo della Duma sono state vinte nettamente dal partito di Putin, “Russia Unita”, e forte è stata la flessione dei comunisti. Da registrare, inoltre, l’avanzamento del Partito nazionalista di Zhirinovski. Successo per i socialisti patriottici di “Patria”, la lista creata solo tre mesi fa. Secondo l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che ha monitorato lo svolgimento delle elezioni, le fasi dello scrutinio non hanno rispettato tutti  gli standard internazionali. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

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Con oltre il 90 per cento dei bollettini scrutinati, “Russia Unita” ha il 36,8 per cento, il Partito comunista il 12,7, il Partito liberal democratico l’11,8, “Patria” il 9 per cento. Fuori dalla Duma, per non aver superato la barriera del 5 per cento, i riformisti di “Iabloko” con il 4,3 e i liberali di “Sps” con il 3,9 ed il Partito Agrario con il 3,8. Iabloko ed Sps pagano per le troppe divisioni in campo democratico, che finora ha condotto le riforme del Paese. In Russia si chiude un’epoca iniziata nel ’91. “Patria” ha sottratto una grossa fetta dell’elettorato dei comunisti, che hanno definito questa consultazione una farsa, non un’elezione democratica. Il partito di Ziuganov si rivolgerà alla magistratura. Riconoscerà i risultati solo dopo aver radunato i protocolli ufficiali dagli oltre 95 mila seggi elettorali. Altri due dati fanno riflettere: la sensibile diminuzione dell’affluenza alle urne e l’elevato numero di “Voto contro tutti”, che in alcuni distretti sono addirittura maggioranza. In conclusione: il Cremlino ha vinto e controllerà la Duma.

 

Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Sul significato politico delle elezioni parlamentari in Russia, Alessandro Gisotti ha intervistato l’ambasciatore Sergio Romano:

 

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R. – Credo che l’elettorato russo, che ha votato per il partito del presidente, volesse proprio dare a Putin gli strumenti per governare; in altre parole, anche elettori che in passato si erano orientati verso altri partiti, hanno deciso che la priorità in questa particolare circostanza era quella di mettere il presidente in condizioni di esercitare il suo potere.

 

D. – Ecco, un dato significativo è l’astensionismo: la società civile russa si sta disaffezionando alla politica?

 

R. – Probabilmente, una parte del Paese non capisce esattamente che cosa sta succedendo; però, non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di un Paese fortemente alfabetizzato, certamente non ignorante delle vicende politiche; probabilmente, hanno deciso di dare – per così dire – una delega tacita al presidente.

 

D. – Ambasciatore, con il rafforzamento di Putin, la Russia fa un nuovo passo verso il consolidamento della democrazia, oppure aumentano i rischi di regime paventati dagli oppositori del capo del Cremlino?

 

R. – Le elezioni non sono state certamente impeccabili. Sappiamo tutti che il partito del presidente si è servito del sostegno della pubblica amministrazione, sappiamo che la televisione è stata partigiana e che nelle settimane precedenti il voto la magistratura si era “sbarazzata” di un oligarca che finanziava i partiti di opposizione. Però, fondamentalmente credo che queste elezioni rappresentino i sentimenti del Paese: sono sostanzialmente rappresentative dell’opinione pubblica la quale è convinta che in questo momento la Russia abbia bisogno di un potere forte ... di una democrazia autoritaria.

 

D. – Quanto peserà l’irrisolta questione cecena sul futuro politico di Putin?

 

R. – Il fatto stesso che Putin abbia ricevuto dalle elezioni un suffragio indiretto, lo incoraggerà probabilmente a fare quello che ha fatto in questi anni, vale a dire a mantenere il controllo o a cercare di mantenere il controllo sulla Cecenia. E’ molto difficile immaginare che la Russia tolleri di abbandonare la sovranità su un territorio che è una porta verso il Caucaso, regioni in cui la presenza americana sta diventando sempre più visibile.

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L’ORGANIZZAZIONE UMANITARIA VIS IN PRIMA LINEA

 PER SOSTENERE LE POPOLAZIONI RURALI DELL’ANGOLA

 

- Servizio di Francesca Sabatinelli -

 

Due progetti in favore delle zone rurali dell’Angola. Li ha varati il Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Ad essere interessate due regioni dell’interno, Kwanda Norte e Moxito, che vedranno la riabilitazione di strutture scolastiche e sanitarie entro il giugno 2004. Servizio di Francesca Sabatinelli.

 

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E’ agli ultimi posti della graduatoria Onu dello sviluppo umano, nonostante le immense ricchezze, costituite soprattutto da petrolio e diamanti. L’Angola, oggi, dopo il cessate il fuoco del 2002 tra l’MPLA, Movimento popolare per la liberazione dell’Angola del presidente Dos Santos ed i ribelli dell’Unita, che ha messo fine a 27 anni di guerra civile, sta cercando di rimettersi in piedi. Ma la popolazione vive ancora in condizioni di estrema povertà, con poco più di un dollaro al giorno, le infrastrutture base sono totalmente da ricostruire. Il nodo più drammatico è costituito dalla condizione dell’infanzia: l’Angola è al terzo posto per mortalità infantile sotto i 15 anni, il 70 per cento dei bambini non ha ricevuto il ciclo completo delle vaccinazioni, il 45 per cento è malnutrito, oltre il 50 per cento non ha accesso all’acqua potabile, il 44 per cneto non è mai andato a scuola. Eppure, spiega Antonio Raimondi, presidente del Vis, appena rientrato da una missione nel Paese, gli accordi di pace dello scorso anno alcuni miglioramenti li hanno portati:

 

“Le persone cominciano a costruirsi la casa con i mattoni. Le case non sono più fatte in lamiera, di fango o di cartone. Ciò vuol dire che la gente ha fiducia nel futuro. Non deve scappare all’improvviso, perché sta arrivando la guerra. Purtroppo l’enorme ricchezza di questo Paese non riesce ad essere ridistribuita alla popolazione. Il Paese è ben lungi dall’essere un Paese veramente democratico. La pace non ha ancora portato dei reali benefici alla grande massa della popolazione”.

 

Luanda è senza dubbio la città che più ha risentito e risente della gravissima crisi che l’Angola sta vivendo. L’esodo delle popolazioni rurali ha creato difficilissime condizioni di vita. I quartieri periferici della capitale sono piombati in un cupo degrado, Luanda è diventata un luogo di fame:

 

“Noi ci aspettavamo un ritorno alla campagna. Questo non sta avvenendo. Purtroppo moltissimi giovani dell’interno del Paese vengono verso Luanda. O si innescano processi di riabilitazione e di sviluppo all’interno dell’Angola oppure sarà veramente dura. Ed è il motivo per cui noi del Vis stiamo cercando di lavorare, adesso, di più nelle regioni rurali”

 

La catastrofe umana, è la denuncia di molte organizzazioni umanitarie, è aggravata dalla lentezza dell’intervento del governo di Dos Santos, del quale ormai fanno parte anche elementi dell’Unita, perfettamente integrati nel sistema. Il livello di corruzione è altissimo, il disprezzo per la popolazione è totale. Ancora Raimondi

 

“Ci troviamo di fronte ad una dittatura che di fatto sta continuando in questo Paese. Ad un uomo, che viene dalla formazione marxista-leninista, e che però oggi si è ‘venduto’ agli Stati Uniti e ai signori del petrolio. Sembrerebbe tutto buio, ma la luce c’è: sono quei giovani, quei gruppi soprattutto intorno alle parrocchie, che rappresentano dei semi che, chissà, non possano sbocciare in qualcosa di più significativo e duraturo per l’Angola”.

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ALLARME DELL’ONU PER I TRAFFICI ILLECITI DI ARMI E DROGA IN SOMALIA

 

- Intervista con Massimo Alberizzi -

 

Rafforzare le sanzioni internazionali contro le fazioni che si spartiscono la Somalia, unica via per riportare la pace nel Paese africano. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha lanciato l’allarme, in questi giorni, sottolineando anche il dilagante traffico clandestino di armi che si svolge in territorio somalo. Nonostante l’embargo votato nel 1992, la Somalia, attualmente nelle mani dei “signori della guerra” locali, continua ad essere crocevia del flusso di armamenti di ogni genere, destinati sia alle fazioni locali, che al terrorismo internazionale. Una situazione fortemente destabilizzante per l’intera area circostante. Giancarlo La Vella ne parlato con Massimo Alberizzi, inviato speciale del Corriere della Sera, da poco rientrato dalla Somalia:

 

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R. – La Somalia è diventata un territorio incontrollabile dove viene e passa di tutto: dai traffici di armi, di droga, ai traffici di clandestini. Non esiste un governo, non c’è alcuna autorità, non c’è un’amministrazione ormai da 12-13 anni. E’ quindi un grande paradiso per i trafficanti, ma anche per terroristi, attentatori. Gruppi di qualunque genere trovano un rifugio più che sicuro in Somalia.

 

D. – E’ il traffico di armi la cosa che preoccupa maggiormente la comunità internazionale?

 

R. – Sì, il problema è il traffico d’armi, ma non solo finalizzato alla guerra in Somalia, anche quello che passa attraverso la Somalia e serve a compiere attentati in tutto il mondo. Quindi, la Somalia è diventata un punto focale molto importante per le forze che mirano a destabilizzare il mondo.

 

D. – In questa situazione, quindi, trovano terreno fertile le organizzazioni terroristiche internazionali?

 

R. – Certo. Per esempio, gli uomini di Al Qaeda si addestrano in due campi che sono ai confini con il Kenya. Siamo convinti che Annalena Tonelli, la cooperante italiana uccisa a Borama, e i due inglesi uccisi in Somaliland, siano stati colpiti da mani islamiche di fondamentalisti fanatici provenienti da qui.

 

D. – In questo Stato abbandonato a se stesso, come si svolge la vita della gente?

 

R. – Non c’è lavoro e le poche attività che ci sono, sono legate alle compagnie telefoniche di cellulari. Ce ne sono tre e i loro prezzi sono competitivi; si possono fare per 35 centesimi di dollaro chiamate in tutto il mondo. Poi ci sono i grandi mercati di armi e la seconda attività è la guerra. Ci si può arruolare nelle armate locali, oppure nel terrorismo, che consente maggiori guadagni. In questo modo si riesce a sostenere la famiglia, a comperare qualcosa di più che non sia solamente cibo. Una situazione veramente terribile, dove i giovani non hanno futuro. Alcuni cercano di emigrare e vengono in Europa con i barconi, che poi finiscono per naufragare; altri, invece, aderiscono ad Al Qaeda; altri ancora si arruolano nei servizi d’informazione americani o europei. Insomma, non c’è una vita normale. Per esempio, uno dei modi per guadagnare è quello di sequestrare la gente per poche decine di dollari.

 

D. – Quindi, neanche lontanamente si può parlare di una parvenza di Stato?

 

R. – No, non c’è assolutamente nulla. A Mogadiscio è tutto bombardato, tranne le residenze di qualche signorotto che si è costruito o restaurato la villa, la casa e tranne le decine e decine di moschee che stanno sorgendo come funghi; e, dulcis in fundo, la fabbrica della Coca-Cola nuova di zecca che aprirà il 15 dicembre prossimo

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SAVONA IN FESTA PER IL CINQUECENTENARIO DI PAPA GIULIO II

 

- Servizio di Massimiliano Menichetti -

 

Savona celebra il cinquecentenario dell’ascesa al soglio pontificio di Giulio II. Lo fa con un ampio programma di iniziative culturali che hanno preso il via il 30 novembre scorso e si chiuderanno il 12 aprile 2004. All’inaugurazione era presente il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, in rappresentanza del Santo Padre. L’onore a Papa Giulio II è stato tributato da un drappello della Guardia Svizzera, il corpo militare fondato proprio da Giuliano della Rovere. Il servizio di Massimiliano Menichetti

 

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Nel 1503 il savonese cardinale Giuliano della Rovere diventa Papa con il nome di Giulio II. La sua azione politica si concentrò sul rafforzamento dell’autorità del Papa, a Roma e nello Stato Pontificio. Favorì anche le riforme di conventi e di ordini religiosi, diede impulso alle missioni e propose al Concilio Lateranense la riforma della Chiesa. E per il decoro liturgico di San Pietro istituì la celebre cappella Giulia. Non fu soltanto l’ordine civile e politico ad attrarre gli interessi del Papa, promosse infatti una serie di iniziative per dotare Roma di opere immortali di architettura, scultura e pittura. Fece venire nella città Michelangelo, Raffaello, Pinturicchio e Bramante e, personalmente, vide la posa della prima pietra della nuova basilica di San Pietro.

 

A 500 anni dall’ascesa al soglio pontificio, Savona festeggia Giulio II con una serie di iniziative partite il 30 novembre, tra cui anche un convegno internazionale sulla figura del Papa. L’ingegner Francesco Gervasio, coordinatore delle iniziative savonesi e curatore della mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro” allestita nel palazzo del Commissario nella Fortezza del Priamar:

 

“Queste iniziative si compongono, oltre che della mostra, dell’inaugurazione, avvenuta il 30 novembre, de “Il Coro Ligneo”, che oggi è nella cattedrale dell’Assunta, qui a Savona. Ci sarà poi un convegno di studio di livello internazionale. Il convegno ha l’obiettivo di approfondire gli aspetti storico-ecclesiali ed il ruolo di quel Pontefice che fu, oltre che uomo di Chiesa, anche politico e soprattutto mecenate di opere d’arte”.

 

La mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro” è ospitata nel Palazzo del Commissario della Fortezza del Priamar e documenta la storia e le vicende della cappella Sistina, voluta all’interno del Palazzo apostolico da Sisto IV e da suo nipote, cioè Giulio II, che la completò. Ancora l’ingegner Gervasio:

 

“Simboli, stampe, didascalie e non scordiamo che ci sono opere importanti, autentiche, di Michelangelo, come lo schizzo per la Sistina, lo scritto per la cura degli occhi, la ricostruzione in scala 1:1 della Sibilla Delfica, che è una piccola parte della cappella Sistina, e che permette di capire quale fosse la tecnica innovativa di Michelangelo nell’impostare quello che poi sarebbe diventato l’affresco definitivo. E’ una mostra didattica, fondamentalmente, per comprendere meglio il risultato finale e grandioso che Michelangelo ottenne”.

 

Ma Savona restituisce in quest’occasione anche un gioiello di assoluta bellezza, “Il coro ligneo”, che Giuliano della Rovere aveva commissionato il 30 gennaio del 1500 ad Anselmo de Fornari ed Elia d’Eracchi. Luciano Pasquale, presidente della Fondazione de Mari, che ha finanziato il restauro dell’opera:

 

“La particolarità è quella di avere tarsie che fanno riferimento a cartone ed opere di pittori. Si pensa che abbia lavorato qui anche Marco d’Oggiono, che era un seguace di Leonardo. Ci sono poi altre tarsie che hanno invece un collegamento con Raffaello, attraverso dei suoi allievi, che avevano lavorato anch’essi alle tarsie, quindi ai cartoni, ai dipinti, che poi sono stati riportati sotto forma di intarsi”.

 

I festeggiamenti a Savona per Giulio II termineranno il 12 aprile 2004, ma due giorni prima, cioè il 9, ci sarà la storica processione del venerdì santo in cui verranno trasportate le casse lignee, ovvero gruppi di sculture raffiguranti momenti della Passione di Cristo, realizzate da artisti liguri tra il 1600 e il 1700.

 

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LA SOLIDARIETA’ VIA TELEFONO NELL’ESPERIENZA

 PLURIDECENNALE DI “VOCE AMICA”

 

- Intervista con Monica Silvestrini -

 

“Voce Amica” è storicamente il primo telefono d’ascolto inaugurato in Italia. E’ stata infatti fondata nel 1956 da padre Cosimo Bonaldi, cappellano del carcere di Regina Coeli. Ogni anno, migliaia di persone si rivolgono allo 06/4464904 per una parola di conforto, di comprensione o semplicemente per dialogare e condividere le tensioni della vita quotidiana. Ma chi sono le persone che si rivolgono al telefono d’ascolto? Alessandro Gisotti lo ha chiesto a Monica Silvestrini, portavoce di “Voce Amica”.

 

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R. – Le persone che si rivolgono a “Voce amica” sono le persone che stanno intorno a noi. Può essere il nostro vicino di casa o il collega di lavoro. Sicuramente sono delle persone che in un certo momento della loro vita hanno bisogno di parlare con qualcuno, perché non hanno più fiducia in loro stessi o perché si sentono incompresi. Le persone hanno bisogno di dialogare e condividere con una voce amica le emozioni del vivere quotidiano. A volte nel dialogo con i volontari c’è in qualche modo la possibilità di aiutare a capire meglio un problema che ha la persona che chiama, proprio perché non c’è un coinvolgimento, quindi, è più facile.

 

D. – Quale riscontro avete della vostra attività? La solidarietà, l’ascolto via telefono è efficace?

 

R. – Sicuramente l’ascolto è efficacissimo, perché il telefono in qualche modo permette di avere più libertà, in quanto non ci si vede. Tutto si basa sulla voce, quindi sull’accoglienza della voce. Mi ricordo una storia particolare di tantissimi anni fa, di una persona che chiamava sempre e sembrava una persona apparentemente molto allegra, che aveva solo bisogno di compagnia. Poi, improvvisamente non la sentimmo più e dopo qualche tempo ci chiamò la moglie che ci disse che il marito era morto. Era un non vedente. Quindi noi, in quel momento, eravamo proprio quella voce che lo ascoltava, che gli dava molto conforto.

 

D. – Un rapporto dell’Oms denuncia che oltre 300 milioni di persone soffrono di depressione nel mondo. Quanto su questo fronte è attiva “Voce amica?

 

R. – Bisogna considerare che circa il 44 per cento delle problematiche delle persone che chiamano “Voce amica” sono costituite dalla solitudine e dalla depressione. Abbiamo un grosso riscontro e siamo sicuramente di grosso aiuto. Laddove anche, a volte, le strutture pubbliche non riescono a sostenere, noi in qualche modo aiutiamo queste persone.

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APPROVATO IN ITALIA UN CODICE PER TUTELARE I MINORI

DI FRONTE AI PERICOLI PRESENTI IN INTERNET

 

- Intervista con don Ilario Rolle -

 

I giovani navigatori della Rete in Italia sono tutelati oggi da un nuovo codice di autoregolamentazione “internet e minori”. Il provvedimento, approvato in questi giorni dal ministro delle comunicazioni Gasparri, prevede l’offerta da parte dei gestori di percorsi di navigazione differenziata per minori. L’applicazione del codice insieme all’installazione di un buon filtro di protezione contro la pedopornografia costituisce quindi un’ottima soluzione all’aggressione indesiderata di immagini violente. Sulle novità del codice internet e minori, sentiamo don Ilario Rolle, presidente del “filtro anti pornografia” www.davide.it. L’intervista è di Paolo Ondarza.

 

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R. – Il codice di autoregolamentazione ha il vantaggio di dare la responsabilità agli operatori del settore, ai provider...

 

D. – Non contrasta però ancora, in maniera forte, i rischi che provengono dalla rete?

 

R. – L’azione di contrasto è implicita nel codice, perché ovunque ci sia un accesso pubblico alla rete, deve esserci anche un accesso differenziato per i minori, così che questi abbiano degli strumenti per poter navigare senza incappare in siti pornografici, violenti, satanici...

 

D. – La Rete offre libertà di compiere reati, purtroppo, e toglie, a volte, la libertà a chi è più debole. Non è paradossale? Cosa si sta facendo in Europa al riguardo?

 

R. – L’Europa si è mossa con azioni comunitarie in questo senso. E’ chiaro però che sarebbe più importante che le singole legislazioni nazionali si muovessero. In Olanda, solo per fare un esempio, è possibile oggi avere dei siti pedo-pornografici, consentiti dalla legge, perché la pedo-pornografia non è più considerata tale a 16 anni.

 

D. – Se l’Italia si autoregola restano però questi siti che sono fruibili anche da chi è in Italia...

 

R. – Se io in Italia visiono quei siti violo la legge, perché il reato avviene qui in Italia, in quanto io scarico quel materiale qui.

 

D. – Don Ilario, nonostante i passi da gigante della tecnologia, quest’ultima non sembra essere un’alleata dei minori. Le tv satellitari trasmettono immagini pornografiche in chiaro, internet aggredisce con immagini violente i minori. Cosa può fare un utente per difendersi?

 

R. – L’utente per difendersi ha degli strumenti efficacissimi. Io torno a dire che oggi un minore che utilizza a scuola e a casa www.davide.it è certo di non finire su siti indesiderati, è certo di avere una casella di posta che non viene ceduta a terzi.

 

D. – Quindi, diciamo che è un buon filtro e con l’attuazione del codice di autoregolamentazione sono già dei passi buoni, passi in avanti per una tutela del minore...

 

R. – E’ chiaro. Quello che manca oggi è la consapevolezza da parte delle famiglie della pericolosità della rete. Un’altra cosa sono i computer messi nella camera dei ragazzi. Internet non deve essere una babysitter.

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CHIESA E SOCIETA’

8 dicembre 2003

 

 

“DIO MOSTRERA’ IL SUO SPLENDORE”: E’ IL TITOLO DEL SUSSIDIO LITURGICO-PASTORALE IN PREPARAZIONE DEL NATALE, PUBBLICATO

DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

 

ROMA.= Una guida per indicare il cammino di fede nel periodo che va dall’Avvento al Natale. Con questo intento, la Conferenza Episcopale Italiana ha dato alle stampe il volumetto nel quale ogni cristiano potrà “sentirsi destinatario della luce che viene nel mondo”, come ha sottolineato mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei. Ed è la luce il fil rouge del sussidio liturgico-pastorale, che illumina la vita delle comunità cristiane in questo periodo di preparazione alla solenne festività del Natale. “Una luce rifulge su coloro che ancora camminano nella notte e abitano in terre tenebrose- è scritto nella presentazione del volume - si tratta di una luce che toglie gli indugi per condurre là dove proviene la luce vera che illumina ogni uomo”. Il sussidio è diviso in tre parti: la prima incentrata sulla Parola di Dio, attuata nelle celebrazioni ma viva nelle nostre azioni. Il Verbo diventa per mons. Betori, “la lampada per i passi del nostro incerto camminare”, l’illuminazione che piega le paure del cristiano e le vince. Nella seconda parte, si propongono quattro celebrazioni affinché la parola della liturgia domenicale giunga alla sensibilità di ognuno, rendendola un’attesa ed un’invocazione della luce divina. “Solo la preghiera è in grado di trasfigurare i sensi e di condurli a riconoscere ciò che di bello il Padre ha nascosto nel cuore di ogni uomo” ha sottolineato nella sua presentazione mons. Betori. Infine, nella terza parte, vengono indicati gli strumenti necessari per accompagnare le comunità cristiane alla celebrazione del Natale: un itinerario di Avvento con i giovani, il cammino con i disabili e alcune schede di riflessione. (B.C)

 

 

SI RAVVIVA LA TENSIONE TRA ETIOPIA ED ERITREA, DOPO LA FINE

DEL CONFLITTO  NEL 2000. L’ONU INVIA UN MEDIATORE CANADESE

PER RISOLVERE LE CONTROVERSIE TRA I DUE PAESI

 

NAIROBI.= Le Nazioni Unite hanno nominato mediatore della controversia sui confini tra Etiopia ed Eritrea, il canadese Gail Bindley, per 4 anni ministro degli Esteri di Ottawa. La situazione preoccupa l’Onu, che nell’area smilitarizzata tra i due Paesi ha da tempo schierato 4.000 caschi blu. Il pericolo è che una volta lasciata l’area, il conflitto etiopico-eritreo  possa riesplodere. Alla base delle crescenti tensioni c’è la mancata accettazione dell’Etiopia del verdetto, tra l’altro inappellabile, riguardante la definizione dei confini.  Ancora una volta la zona che interessa il governo di Addis Abbeba è quella di Badme, la cui proprietà fu all’origine della guerra del 1998. Un problema che sembra più virtuale che reale. Secondo fonti diplomatiche, infatti, l’Etiopia vorrebbe garanzie internazionali per  assicurasi uno sbocco sul mare. Dall’altra parte il governo di Asmara invita al rispetto del verdetto internazionale e solo dopo quest’accettazione è disposto a riaprire il dialogo. Intanto, l’Unmee, la forza di pace delle Nazioni Unite, ha ufficializzato la morte di quattro persone in due incidenti distinti. Le vittime, tre etiopici ed un bambino eritreo, sono cadute in seguito allo scoppio di mine risalenti all’ultima guerra. In questa situazione anche gli incidenti marginali possono acuire una tensione, mai del tutto sopita, tra le due parti. (B.C)

 

 

QUARANTA LEADER SPIRITUALI, RIUNITI A SIVIGLIA DAL 14 AL 17 DICEMBRE,

PER DAR VITA AD UN ISTITUTO DI DIALOGO RELIGIOSO. A PROMUOVERE L’INCONTRO  L’ACCADEMIA INTERRELIGIOSA ELIJAH, DAL 1996 IMPEGNATA A FAR DIALOGARE

LE DIVERSE COMUNITA’ RELIGIOSE

 

SIVIGLIA. = Tre giorni di incontro, di dialogo e di scambio culturale per progredire sul cammino della pace. Con quest’intento, riferisce l’agenzia Efe, l’Accademia Interreligiosa EliJah, ha voluto convocare i più importanti leader religiosi del mondo. L’organizzazione promotrice dell’incontro è nata nel 1996, con sede a Gerusalemme ed è  patrocinata dall’Unesco. Grazie all’azione mediatrice di questa accademia, si sono incontrati molti leader religiosi. Dal 14 al 17 dicembre, la città di Siviglia ospiterà l’evento che ha come scopo quello di dar vita ad un istituto di dialogo interreligioso. Secondo il rabbino Alòn Goshen-Gottstein, direttore dell’accademia, “tutti i leader spirituali del cristianesimo, giudaismo, dell’islam, del buddismo dialogheranno per creare delle relazioni e per continuare a costruire la pace mondiale”. All’incontro parteciperanno l’arcivescovo di Siviglia, Carlos  Amigo Vallejo, il rabbino d’Israele, Shlomo Amar, il Dalai Lama, il Patriarca ecumenico, Bartolomeo, e molte altre personalità di spicco del panorama religioso internazionale. “Dalle rispettive prospettive religiose, ma dialogando gli uni con gli altri - ha dichiarato il rabbino Goshen-Gottstein - comprenderemo le sfide che presenta la società contemporanea e lavoreremo per creare un clima di comprensione e condivisione tra i differenti credo religiosi”. (B.C)

 

 

LIBERATI DALL’ESERCITO REGOLARE UGANDESE NOVANTA BAMBINI SOLDATO,

MA ALMENO VENTIMILA RIMANGONO NELLE MANI

DEL SEDICENTE ESERCITO DI RESISTENZA DEL SIGNORE

 

KAMPALA.= Stando a quanto riferito dal portavoce militare del governo ugandese, Cris Magezi, durante la scorsa settimana, la milizia regolare ha liberato almeno 90 bambini caduti nelle mani del sedicente Esercito di resistenza del Signore (Lra). L’azione è avvenuta nel Nord del Paese africano; i minori liberati erano tutti al di sotto dei 18 anni. Non cessa però l’allarme riguardante i ventimila bambini ancora dispersi e costretti a combattere per Lra, l’esercito che vuole rovesciare il governo ugandese. La piaga dei bambini-soldato non affligge soltanto l’Uganda, sconvolta dal conflitto interno che ha causato 1.2 milioni di profughi, ma tutto il mondo. Si calcola infatti che siano più di 300.000 i minori di 18 anni attualmente impegnati a combattere. (B.C)

 

 

A CONCLUSIONE DELL’ANNO EUROPEO  DEL DISABILE, PARTE L’INIZIATIVA

 “PARCHI ACCESSIBILI”,  UNA RICOGNIZIONE DI 105 AREE REGIONALI ITALIANE

 PER VERIFICARNE LA FRUIBILITA’ DA PARTE DEI PORTATORI DI HANDICAP

 

ROMA.= Un monitoraggio che coinvolgerà i maggiori parchi italiani al fine di eleggere 20 zone, che rappresenteranno un esempio di accessibilità per i portatori di handicap. Il Progetto “Parchi accessibili”, realizzato in collaborazione con il Ministero del Welfare, è nato per promuovere un turismo di qualità, senza limitazioni e barriere per le persone disabili. Previsti due momenti di lavoro: uno di indagine con la realizzazione di una banca dati e di una guida ai parchi regionali italiani, nella quale saranno indicati i luoghi maggiormente accessibili ai portatori di handicap. Il passo successivo sarà la promozione di 4 progetti-pilota, interventi mirati su aree già individuate: il Parco  Regionale del Mincio (Mantova), il Parco di Monte Mario (Roma),  l’Oasi dunale di Torre di mare (Salerno) e l’Orto botanico dei  Frignoli (Massa). Una delle altre finalità di questo progetto è la creazione di un tavolo di consultazione permanente a cui dovrebbero partecipare i rappresentanti dei Parchi delle associazioni dei disabili, le associazioni ambientaliste e tutti coloro che sono interessati alle tematiche dell’handicap. A conclusione dell’anno europeo del disabile, promosso dal Consiglio dell'Unione Europea, il progetto “Parchi accessibili” si inserisce nella serie di eventi tendenti a migliorare le condizioni di vita dei portatori di handicap, sviluppando in questo caso un turismo sociale all’interno delle aree considerate. (B.C)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

8 dicembre 2003

 
 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Non si interrompono gli episodi di violenza in Iraq, dove ieri è stato ucciso, a Mossul, un altro soldato americano. Intanto, il governo giapponese formalizzerà, domani, il piano per l’invio di truppe nello Stato arabo, senza specificare la data della partenza e le dimensioni del contingente militare, il primo del secondo dopoguerra ad essere dislocato all’estero. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Un altro soldato americano ha perso la vita in Iraq e il comandante delle forze di occupazione ha detto di aspettarsi un aumento degli attacchi nei prossimi mesi, anche se i suoi uomini dovessero riuscire a catturare Saddam. L’ultimo assalto letale è avvenuto ieri nella città settentrionale di Mossul dove una bomba è scoppiata mentre passava un convoglio americano. Un soldato è morto e due sono rimasti feriti. La guerriglia, dunque, continua a colpire. Il generale Ricardo Sanchez, comandante delle truppe Usa, ha previsto che le aggressioni si moltiplicheranno nel prossimo futuro in vista del passaggio dei poteri ad un governo locale, programmato per giugno. Sanchez ha detto anche che la cattura di Saddam non sembra imminente e comunque, se venisse preso, le violenze continuerebbero perché altri le fomentano. Il settimanale ‘Newsweek’ ha scritto che Osama Bin Laden ha spostato tutte le sue risorse economiche e umane dall’Afghanistan all’Iraq, perché pensa che questo sia oggi il fronte principale della sua offensiva. Ma il Paese dove si erano imposti i talebani resta instabile, come hanno dimostrato i recenti raid lanciati dagli americani per colpire il terrorismo risorgente. Ieri, gli Stati Uniti hanno chiesto scusa per un bombardamento in cui sono stati uccisi, per errore, nove bambini.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Diciannove minatori sono morti e uno è disperso per una fuga di gas avvenuta in una miniera di carbone nella Cina settentrionale. L’incidente è avvenuto nella miniera Longtai a Zhangjiakou, nella regione dello Hebei, mentre erano al lavoro 29 minatori; altri 9 sono stati tratti in salvo. Nei primi novi mesi di quest’anno, sono stati almeno 2.800 gli incidenti nelle miniere cinesi.

 

In Medio Oriente gli sforzi per la pace hanno subito, purtroppo, un nuovo arresto. Le 12 fazioni palestinesi riunite al Cairo non hanno infatti raggiunto, ieri, un accordo per fermare le violenze contro gli israeliani. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

 

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Dopo tre giorni di intensi colloqui, i gruppi integralisti Hamas e Jihad islamica, il partito di Yasser Arafat al Fatah e i diversi Fronti di liberazione della Palestina hanno abbandonato la sala, sede dei lavori, senza fornire una garanzia di sospensione delle violenze e senza trovare una linea comune su due temi centrali. Il primo era se accettare o meno il piano proposto dal governo egiziano per una tregua nelle violenze anti-israeliane, in particolare negli attentati suicidi. La seconda questione è stata sollevata da Hamas, in risposta ad una richiesta dell’Olp, sulla opportunità di continuare a sentirsi rappresentata dall’Autorità nazionale palestinese (Anp), e dall’Olp. Commentando il fallimento dei colloqui, Raanan Gissin, portavoce del premier israeliano ha sottolineato come sia questo “un giorno triste per il popolo palestinese e per il governo di Abu Ala”. Oggi, intanto, le forze di sicurezza di Israele sono in stato d’allerta dopo aver ricevuto informazioni su un possibile attacco terroristico.

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Lo Zimbabwe è uscito dal Commonwealth. Lo ha annunciato il presidente del Paese africano, Robert Mugabe, dopo che l’organizzazione nata dall’impero britannico aveva ribadito, durante il recente vertice di Abuja, la sospensione a tempo indeterminato dello Zimbabwe dal proprio consiglio.

 

In Uruguay il 61,4 per cento degli elettori si è pronunciato, ieri, per l’abrogazione della legge che abolisce dal gennaio 2001 il monopolio dell’importazione, del raffinamento e della distribuzione di combustibili della società nazionale petrolifera ‘Ancap’.

 

Un tribunale di Managua ha condannato, ieri, l’ex presidente del Nicaragua, Arnoldo Aleman, a venti anni di carcere per riciclaggio di denaro sporco, frode e peculato.

 

Un militare algerino è morto e altri due feriti in una imboscata tesa ad una pattuglia nella regione di Tissemsilt. L’attacco è avvenuto a circa 300 km a Ovest di Algeri, mentre la pattuglia stava effettuando un rastrellamento. Si ritiene che gli assalitori appartengano al ‘Gruppo salafista per la guerra santa’.

 

Il tribunale di Atene ha emesso un verdetto di colpevolezza per 15 dei 19 imputati nel processo contro il gruppo terrorista “17 novembre” responsabile, a partire dal 1975, della morte 23 persone. Al gruppo si fanno risalire numerosi attentati, compiuti quasi tutti in Grecia, contro magistrati, esponenti politici della destra, diplomatici americani e turchi, giornalisti e industriali.

 

 

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