RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 340- Testo della Trasmissione di sabato 6 dicembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Santo Padre a 40 anni dalla riforma liturgica: occorre riscoprire il silenzio nelle celebrazioni, ma anche il valore della musica e dell’arte sacra

 

Annunciare la speranza del Vangelo alle famiglie e ai giovani: l’invito del Papa agli 8 mila pellegrini dell’arcidiocesi di Napoli ricevuti in Vaticano

 

La Chiesa rafforzi la sua azione in favore delle vocazioni: così Giovanni Paolo II ai vescovi francesi ricevuti al termine della visita ad Limina

 

Affettuoso messaggio del Papa a Chiara Lubich a 60 anni dalla nascita del Movimento dei Focolari

 

Intervento del rappresentante della Santa Sede all’11.ma riunione dei ministri degli Esteri dell’Osce.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La drammatica testimonianza di don Guido Todeschini, che ha assistito due giorni fa ad una esecuzione capitale in Texas

 

Si chiama Dream il progetto della Comunità di Sant’Egidio per combattere la piaga dell’Aids nel Terzo Mondo: con noi il prof. Leonardo Palombi e Sergio D’Agnotti

 

“Dio semina di Domenica”: l’ultimo libro di padre Vito Magno: con noi l’autore

 

Il genio architettonico di Gaudi’ e il modernismo catalano in mostra a Roma al Chiostro del Bramante: intervista con il prof. Fabio Benzi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Sforzi di riconciliazione hanno accompagnato il primo viaggio, a Khartoum, di una delegazione dei miliziani del sedicente Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla).

 

Avviata in Costa Rica un’iniziativa per chiedere ad altri Stati Latino americani di rinunciare ai loro eserciti.

 

L’handicap deve essere presente in tutte le politiche. E’ quanto emerge nella Conferenza di chiusura dell’Anno europeo dei disabili che si conclude domani a Roma.

 

In Nepal aumentano gli scomparsi tra militari e guerriglieri. Lo rileva la commissione nepalese per i diritti umani.

 

Ricorre oggi il 40.mo di fondazione dell’Università Cattolica Ucraina di San Clemente Papa.

 

Le figlie di Maria ausiliatrice riunite a Roma per riflettere sull’esperienza di Dio-Trinità, toccato nel volto di Cristo e riconosciuto tutti i giorni nei volti delle donne e degli uomini.

 

24 ORE NEL MONDO:    

Alla vigilia del voto di domani per il rinnovo della Duma, la Russia piomba nel pericolo terrorismo.

 

Ai colloqui al Cairo le fazioni palestinesi ricercano le condizioni per una tregua con Israele. Fermo no della Jihad.

 

Manifestazione dei sindacati oggi a Roma contro la Finanziaria e la riforma delle pensioni.

 

Siglata stamani la dichiarazione di Tunisi a conclusione del primo summit dei capi di Stato e di Governo del “dialogo 5+5” tra i Paesi del Mediterraneo occidentale.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 dicembre 2003

 

 

LETTERA APOSTOLICA DEL PAPA A 40 ANNI

 DALLA COSTITUZIONE  SACROSANCTUM CONCILIUM SULLA SACRA LITURGIA

 

L’importanza della riforma liturgica è stata ribadita dal Papa in una lettera apostolica pubblicata ieri a 40 anni dalla promulgazione della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. Nella liturgia - afferma Giovanni Paolo II - “si apre sulla terra uno squarcio di Cielo”. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Il Papa, a 40 anni dall’avvio della riforma liturgica, propone un esame di coscienza sulla ricezione di questo storico documento e si chiede fino a che punto la liturgia sia stata compresa come via di santità per un’autentica testimonianza cristiana nella storia. Di fronte alla secolarizzazione della società, in cui i segni del Vangelo si vanno attenuando anche nei Paesi di tradizione cristiana, il Papa nota tuttavia il riemergere di un bisogno di spiritualità:

 

“Come non vedere, in questo, una prova del fatto che nell'intimo dell'uomo non è possibile cancellare la sete di Dio? Esistono domande che trovano risposta solo in un contatto personale con Cristo. Solo nell’intimità con Lui ogni esistenza acquista significato”.

 

Occorre allora che la Chiesa sappia trasmettere alle coscienze il senso del mistero. Il Papa invita i Pastori a promuovere celebrazioni degne prestando la dovuta attenzione alle diverse categorie di persone:

 

“Bambini, giovani, adulti, anziani, disabili. Tutti debbono sentirsi accolti all’interno delle assemblee”.

 

Quindi la viva esortazione a fare l’esperienza del silenzio, “in una società che vive in maniera sempre più frenetica, spesso stordita dai rumori e dispersa nell’effimero”. Grazie al silenzio si accoglie la voce dello Spirito. Il Pontefice indica la necessità di un ascolto abbondante della parola di Dio e della preghiera comunitaria oltre a quella individuale:

 

“E’ importante introdurre i fedeli alla celebrazione della Liturgia delle Ore che... non è un’azione individuale o privata ma appartiene a tutto il corpo della Chiesa”.

 

 E’ importante anche la valorizzazione della musica e dell’arte sacra che mettono in relazione con l’infinita bellezza divina. Il Papa sottolinea poi il compito di discernimento e di guida dei Pastori:

 

“Ciò non va percepito come un principio di irrigidimento, in contrasto con il bisogno dell'animo cristiano di abbandonarsi all'azione dello Spirito di Dio, che intercede in noi e "per noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8, 26). Attraverso la guida dei Pastori si realizza piuttosto un principio di ‘garanzia’, previsto dal disegno di Dio sulla Chiesa ed esso stesso governato dall'assistenza dello Spirito Santo”.

 

“Il rinnovamento liturgico realizzato in questi decenni – prosegue il Papa - ha dimostrato come sia possibile coniugare una normativa che assicuri alla Liturgia la sua identità e il suo decoro, con spazi di creatività e di adattamento, che la rendano vicina alle esigenze espressive delle varie regioni, situazioni e culture”. Tuttavia Giovanni Paolo II aggiunge:

 

“Non rispettando la normativa liturgica, si giunge talvolta ad abusi anche gravi, che mettono in ombra la verità del mistero e creano sconcerto e tensioni nel Popolo di Dio. Tali abusi non hanno nulla a che vedere con l'autentico spirito del Concilio e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza”.

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IL PAPA ALLA CITTA’ DI NAPOLI:

SII GENEROSA, NONOSTANTE LE PROBLEMATICHE,

E ANNUNCIA IL VANGELO DELLA SPERANZA AI GIOVANI E ALLE FAMIGLIE.

I PELLEGRINI DELL’ARCIDIOCESI PARTENOPEA RICEVUTI IN UDIENZA IN VATICANO

PER IL 25.MO DI PONTIFICATO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Una città ricca di risorse, nonostante le difficoltà sociali, e molto generosa, chiamata a “testimoniare il Vangelo della speranza”, in modo particolare tra le famiglie e i giovani. E’ l’istantanea che Giovanni Paolo II ha fatto questa mattina di Napoli, nel ricevere in Aula Paolo VI gli 8 mila pellegrini giunti a Roma dal capoluogo partenopeo, per portare al Papa gli auguri per il suo 25.mo di pontificato.

 

Al cardinale arcivescovo di Napoli, Michele Giordano, che ha espresso l’affetto della sua città per il Pontefice, Giovanni Paolo II ha risposto con un augurio per i 50 anni di sacerdozio compiuti dal porporato e con il ricordo della visita papale compiuta a Napoli nel novembre del 1990. Dai vari appuntamenti avuti quel giorno con le componenti sociali e religiose della città, trassi - ha rammentato il Pontefice – “l’impressione d’una città segnata, sì, da difficoltà e problematiche, ma ricca di risorse interiori e capace di alti gesti di coraggio e di generosità”. In particolare, ripensando all’incontro con le migliaia di  ragazzi e ragazze nello stadio “San Paolo” e alla “Mostra d’Oltremare”, il Papa ha ripetuto questa mattina ciò che disse tredici anni fa: “Tocca a voi, giovani testimoni della civiltà dell’amore, portare soprattutto ai vostri coetanei l’annuncio della speranza evangelica, perché in voi già vive la Chiesa del prossimo millennio”.

 

Annunciare e testimoniare il ‘Vangelo della speranza’ fa parte del mandato missionario di ogni comunità cristiana”, ha affermato Giovanni Paolo II. “Si tratta d’una priorità ben presente nei vostri piani pastorali, che indicano la famiglia e i giovani come linee portanti dell’azione apostolica diocesana”:

 

“'Assieme per la missione'”: ecco la parola d’ordine che vi unisce in uno sforzo teso a far risuonare nella città di Napoli l’annuncio della speranza cristiana”.

 

Il Papa ha concluso il suo incontro con l’arcidiocesi di Napoli con due indicazioni spirituali e pastorali. Ai fedeli ha chiesto di avere “un’intensa vita di preghiera” per sostenere l’azione evangelizzatrice e alle parrocchie di divenire sempre più “famiglie di famiglie, scuole permanenti di fede e di orazione, case di comunione e di incontro, di dialogo e di apertura al territorio”.

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LA CHIESA RAFFORZI LA SUA AZIONE IN FAVORE

DEI GIOVANI E DELLE VOCAZIONI AL SACERDOZIO:

COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AD UN GRUPPO DI VESCOVI FRANCESI,

RICEVUTI STAMANI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Per affrontare l’avvenire con speranza, “la Chiesa deve perseguire e amplificare la sua azione in favore delle vocazioni e dei giovani”: è l’esortazione espressa stamani dal Papa ad un gruppo di vescovi francesi delle province di Rennes e Rouen, ricevuti in Vaticano al termine della visita ad Limina. Il Pontefice si è soffermato sul ruolo dei seminari nell’ambito della vita diocesana. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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E’ “nel rinnovato approfondimento della vita cristiana” e “nell’irradiazione missionaria” che possono nascere tra i giovani nuove vocazioni per la Chiesa. E’ il richiamo di Giovanni Paolo II, che si è detto preoccupato per la grave crisi di vocazioni che affligge la Chiesa francese, nonostante le numerose iniziative promosse dai presuli. In tale contesto, ha proseguito, va messo l’accento sull’importanza dei seminari come istituzione “stabile e riconosciuta” nella diocesi e sulla necessità di una presenza costante dei vescovi nella vita dei seminari stessi. Soffermandosi poi sul ruolo dei formatori dei futuri sacerdoti, il Papa ha indicato l’“essenziale complementarietà delle quattro dimensioni della formazione: umana, spirituale, intellettuale e pastorale”. Soprattutto oggi di fronte ai problemi che i giovani incontrano nella vita familiare e  nell’ambiente sociale “caratterizzato da un relativismo generalizzato dei ‘valori’ diffusi dai media e dalla banalizzazione della sessualità”. La formazione dei seminaristi, ha aggiunto, deve essere “propizia a suscitare uno spirito d’unità, se necessario per aiutare il vescovo a mettere in opera le decisioni pastorali”.

 

Il Pontefice ha individuato tre difficoltà preminenti per le giovani generazioni: innanzitutto “la paura di impegnarsi a lungo termine”. Un disagio, questo, derivante dal vivere in un mondo “dove l’interesse sembra fugace, legato essenzialmente alla soddisfazione del momento”. Quindi, un problema d’identità riguardante il sacerdozio, che – ha detto – “viene spesso svalutato agli occhi dell’opinione pubblica”. E’ urgente allora “sostenere” il ministero sacerdotale, “garantirgli tutto il suo spazio nella Chiesa” in uno spirito di “comunione nel rispetto delle differenze” e non di “concorrenza dannosa” con il laicato. Infine, il rapporto dei giovani con il Signore. “La conoscenza di Cristo – ha rilevato – è spesso superficiale e relativa”. Dunque, ha avvertito, bisogna favorire tra i giovani una “scoperta autentica della persona di Gesù e della relazione vivente con Lui, che si esprime nella vita sacramentale”. I momenti di preghiera come anche di formazione teologica e spirituale sono allora “terreno fertile e necessario, dove la chiamata di Dio può germogliare sino a portare frutti”. Ha quindi esortato i vescovi a sviluppare la catechesi, la pastorale familiare e giovanile affinché questi servizi diocesani siano “generosamente aperti” alla prospettiva delle vocazioni.

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AFFETTUOSO MESSAGGIO DEL PAPA A CHIARA LUBICH

PER I 60 ANNI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

 

Domani il Movimento dei Focolari celebra il 60.mo anniversario della sua nascita. Per l’occasione il Papa ha inviato un affettuoso messaggio alla fondatrice Chiara Lubich, che il 7 dicembre del 1943 a Trento si consacrava a Dio. Il messaggio è stato letto dall’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, nella grande sala del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo alla presenza di oltre 1500 focolarine. Dalla cittadina laziale il servizio di Carla Cotignoli.

 

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In questi 60 anni - scrive il Papa - nel movimento è andato crescendo l’orientamento “all’amore di Dio e al servizio dell’unità nella Chiesa e nel mondo”. Il Santo Padre evidenzia in particolare le vie del dialogo a tutto campo, intraprese dal movimento all’interno della Chiesa, tra le diverse Chiese, con le altre religioni e con i non credenti. In questi 60 anni rileva ancora “quanti mutamenti sociali, rapidi e sconvolgenti hanno segnato la vita del mondo e dell’umanità”. Giovanni Paolo II lamenta la perdita dei valori di riferimento ideali e il rischio di trovarsi quasi senz’anima. Il suo pensiero ritorna al continente europeo, che conta una bimillenaria tradizione cristiana. Richiama nuovamente l’urgenza della nuova evangelizzazione. In quest’ottica – scrive - un ruolo importante è stato affidato ai movimenti, tra cui occupa un posto di rilievo il movimento dei Focolari, “fedeli all’azione vivificante dello Spirito Santo”.

 

I nuovi movimenti – ha proseguito – “costituiscono un dono prezioso per la Chiesa, che li incoraggia e li invita a svolgere la loro azione profetica sotto la guida dei pastori per l’intero popolo di Dio”. Il Papa poi si unisce al rendimento di grazie a Dio per le grandi cose da lui compiute in questi 60 anni nel movimento e ha dato una consegna: seguire fedelmente Cristo, abbracciare con Lui il mistero della Croce per cooperare con la propria vita alla salvezza del mondo.

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L’EDUCAZIONE ALLA COESISTENZA E AL RISPETTO DELL’IDENTITA’ RELIGIOSA

UN ANTIDOTO EFFICACE AI FENOMENI DEL RAZZISMO E DELL’INTOLLERANZA:

COSI’ IL RAPPRESENTANTE DELLA SANTA SEDE NELL’ULTIMA RIUNIONE DELL’OSCE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Ha molte facce e altrettante forme il senso di intolleranza che si respira in Europa all’inizio del 21.mo secolo. Forme che potrebbero minacciare seriamente la sicurezza e la pace continentali: il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo, la tratta delle persone umane. Per impedire a questi fenomeni di dilagare, la riposta fondamentale resta l’educazione “alla coesistenza e alla fiducia reciproca”, ancorata “al rispetto della religione, della storia, della cultura e del valore intrinseco di ogni persona umana”. Sono le considerazioni essenziali contenute nell’intervento che il capodelegazione della Santa Sede, mons. Pietro Parolin, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, ha tenuto nei giorni scorsi a Maastricht, nel corso dell’11.ma Riunione dei ministri degli Esteri dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea.

 

Durante i lavori di Maastricht, che hanno impegnato i ministri presenti specialmente sulla crisi istituzionale della Georgia, mons. Parolin ha anzitutto invitato gli Stati dell’Osce a fronteggiare le minacce alla sicurezza europea nel segno della mutualità, evitando - ha osservato - “il pericolo dell’unilateralismo”. Inoltre, ha ribadito, “la Santa Sede, per parte sua, non si stanca di ripetere che l’azione per assicurare pace e stabilità deve essere accompagnata dall’impegno di promuovere anche i valori spirituali, morali e religiosi”. Il capodelegazione vaticano ha riferito dell’apprezzamento della Santa Sede circa l’adozione della Decisione sulla Tolleranza e sulla Non-Discriminazione da parte dell’Osce nel 2002 e della volontà dell’organismo europeo di approvare un analogo documento per l’anno in corso. Così come, ha aggiunto mons. Parolin, la Santa Sede considera fondamentali sia il Piano d’Azione dell’Osce sull’integrazione dei Rom e Sinti, sia l’altro dedicato a quella “vergognosa manifestazione di schiavitù” rappresentata dalla tratta delle persone umane.

 

In questo articolato quadro di interventi, la Chiesa intende rimanere, per il suo costante lavoro nel campo pedagogico e del dialogo, un punto di riferimento delle istituzioni europee. “Nel rispetto della laicità dello Stato – ha affermato mons. Parolin, citando Giovanni Paolo II - va riconosciuto il contributo positivo che i credenti offrono alla vita pubblica”. Inoltre, “il rispetto di ogni espressione della libertà religiosa costituisce un metodo assai efficace per garantire sicurezza e stabilità alla famiglia di popoli e nazioni del ventunesimo secolo”.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, il Papa ha ricevuto in successive udienze il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi e mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di Freiburg im Breisgau, in Germania. 

 

Nel Mali, il Papa ha nominato vescovo di Ségou il reverendo Augustin Traoré, rettore del Seminario maggiore di Bamako.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina è dedicata alla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II nel quarantesimo della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla Sacra Liturgia.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai vescovi francesi delle Province di Rouen e di Rennes il Santo Padre ha sottolineato che per preparare il futuro con speranza la Chiesa deve proseguire ed allargare la sua azione a favore delle vocazioni.

Ai fedeli dell'arcidiocesi di Napoli, ricevuti in udienza, il Papa ha affidato la consegna di far risuonare nella città di Napoli l'annuncio della speranza cristiana.

L'omelia del cardinale Ignace Moussa I Daoud durante la concelebrazione Eucaristica presieduta - a nome del Papa - per significare pubblicamente "l'ecclesia communio" concessa al nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei.

Due pagine dedicate alla Solennità dell'Immacolata Concezione. 

 

Nelle estere, l'intervento della Delegazione della Santa Sede all'undicesima riunione del Consiglio dei Ministri degli esteri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il titolo dell'intervento è "Il rispetto dell'identità religiosa contribuisce in modo efficace alla stabilità ed alla sicurezza del ventunesimo secolo".

Medio Oriente: Powell incontra a Washington i promotori dell'"Intesa di Ginevra".

 

Nella pagina culturale, un articolo di Paolo Miccoli dal titolo "Esperienza estetica e Teologia": il numero di "Hermeneutica 2003".

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle pensioni. 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

6 dicembre 2003

 

 

 

PROSEGUONO LE ESECUZIONI CAPITALI NEGLI STATI UNITI:

LA TESTIMONIANZA DI MONS. GUIDO TODESCHINI, FONDATORE DI TELEPACE,

 CHE HA ASSISTITO NEL TEXAS A UNA CONDANNA A MORTE

- Intervista con mons. Guido Todeschini -

 

Sei uomini negli Stati Uniti sanno già che quest’anno, salvo sorprese, il Natale per loro non arriverà. In pochi giorni sono infatti previste sei esecuzioni capitali. Ieri è stata eseguita una condanna nella Carolina del Nord. Giovedì scorso è toccato a Ivan Ray Murphy, 38 anni, mezzo indiano Cherokee e mezzo bianco, punito con la pena capitale perché accusato di un omicidio. Fino all’ultimo ha proclamato la sua innocenza. Si era potuto permettere solo un avvocato d’ufficio. Prima di morire Murphy ha fatto la comunione e ha perdonato quanti gli hanno fatto del male. Il condannato aveva chiesto di essere assistito da mons. Guido Todeschini, fondatore di TelePace, che lo ha raggiunto nel carcere di  Huntsville, nel Texas. Paolo Ondarza lo ha intervistato.

 

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R. – Ivan Ray Murphy l’ho trovato molto preparato. L’ho incontrato un’ora e mezza prima dell’esecuzione. Abbiamo fatto una lunga veglia di preghiera. Certo è stato triste, è stata una cosa dolorosissima. Mancava poco più di un’ora all’esecuzione e gli ho detto: ho un’immagine nel breviario di Cristo Crocifisso, te la farò vedere quando entrerò, perché mi hanno detto che sarai invitato a dare uno sguardo a quelli che sono lì vicino al vetro. Quando sono entrato gli ho mostrato l’immagine del Crocifisso e lui ha fatto un sorriso ed ha risposto “Sì Signore” ed ha cominciato a parlare: “Vorrei ringraziare tutti coloro che sono venuti questa sera per celebrare la vita: per mezzo di Gesù Cristo noi abbiamo la vittoria sulla morte”. Ha poi aggiunto: “Ringrazio il Santo Padre per la sua apostolica benedizione, per le sue preghiere e per il suo sostegno che ha avuto per me”. Ed ha aggiunto: “Sono pronto!”. In quel momento sono partite le tre iniezioni: quella anestetica, quella diretta ai polmoni e quella che è arrivata al cuore.

 

D. – La pena di morte resta una cosa iniqua…

 

R. – La pena di morte è una cosa vergognosa. Per arrivare alla camera della morte siamo passati attraverso – le ho contate – sei stanze, dove c’erano luci che brillavano, alberi di natale e poi la forte contraddizione dell’arrivo in quella cella squallida, dove su un lettino formato a croce, chiamato patibolo, si uccide la vita. Sono convintissimo che fin quando continuerà questa spirale non ci sarà la pace, perché questa è una vendetta, è una barbarie legale, legalizzata e, tra virgolette, benedetta, ma che non è benedetta! Perché noi siamo figli del Dio della vita e non della morte, del Dio che dice con Ezechiele: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.

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DREAM: IL PROGETTO DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO

 PER COMBATTERE L’AIDS IN AFRICA

- Intervista con Leopardo Palombi e Sergio D’Agnotti -

 

Si chiama Dream, ma non è un sogno anche se per molti abitanti del Mozambico affetti dall’Aids ne ha il sapore. E’ invece il nome di un progetto molto concreto avviato ormai in 5 Paesi africani dalla Comunità di Sant’Egidio in accordo con la Multinazionale del farmaco Boehringer Ingelheim per combattere la piaga dell’Aids nel Terzo Mondo. Il servizio di Stefano Leszczynski.

 

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Circa sei mila persone sottoposte a screening e a test diagnostici, oltre tre mila sieropositivi in assistenza e trattamento in Mozambico, più di 250 bambini nati sani da madri sieropositive trattate con farmaci anti-retrovirali. Sono alcuni dei risultati ottenuti nei primi due anni di attività dal progetto Dream diretto a contrastare la diffusione dell’Aids e della malnutrizione in Mozambico, Malawi, Tanzania, Angola e Guinea Bissau. Peculiarità del progetto sono l’eccellenza dei servizi prestati, la gratuità e la convinzione che la cura sia una parte integrante della prevenzione. Il commento del professor Leonardo Palombi, responsabile del programma Dream della Comunità di Sant’Egidio:

 

“C’è un certo catastrofismo che ci fa dire che in fondo nulla è possibile, che ormai l’epidemia è fuori controllo, che ormai il danno per l’Africa è stato fatto. Non è così, ma proprio perché non è così noi vogliamo coinvolgere in questa responsabilità tutti, anche le grandi case farmaceutiche, le quali peraltro, portano ancora la responsabilità di quella ulteriore, indispensabile ricerca che c’è da fare, sia per nuovi farmaci, per farmaci più efficaci, più tollerabili, sia per prospettive come quella del vaccino, ad esempio”.

 

La lotta all’Aids è possibile anche in Africa, è la convinzione dei responsabili della Multinazionale del farmaco Boehringer Ingelheim che hanno stretto una partnership con la Comunità di Sant’Egidio per la fornitura della nevirapina, il farmaco utilizzato per bloccare la trasmissione del virus da madre a figlio, il segno di una radicale inversione nelle politiche delle Multinazionali farmaceutiche, come ci spiega anche Sergio D’Agnotti della Boehringer Italia:

 

“Credo che tutte le Aziende che hanno prodotti per la terapia dell’Aids abbiano trovato risposte al problema dell’accesso ai farmaci nel Terzo Mondo. C’è, ad esempio, un accordo internazionale tra le più grandi produttrici di farmaci anti-Aids, per cui da anni li forniscono nei vari Paesi, che aderiscono al programma, ad un prezzo molto ridotto rispetto al prezzo che viene praticato nel mondo Occidentale”.

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“DIO SEMINA DI DOMENICA”: L’ULTIMO LIBRO DI PADRE VITO MAGNO

 PER FAR RIFLETTERE DI PIU’ SULLA SACRA SCRITTURA

- Intervista con l’autore -

 

“Dio semina di domenica”, ultima fatica editoriale di Padre Vito Magno, direttore della Rivista Rogate, nostro collaboratore, giornalista ed autore di programmi della Rai. Un libro per tutti, di commento alle letture festive di questo Anno liturgico appena avviato, contrassegnato dalla parola speranza, che domina nel Vangelo di Luca. Un testo per accompagnarci nel nostro itinerario di vita con parole di saggezza e spirito vivace, non solo rivolto ai credenti che non riflettono  abbastanza sui testi sacri. Roberta Gisotti ha intervistato l’autore.

 

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R. - Non è che i cristiani non lo facciano abbastanza, è che molti non lo fanno proprio, perché la domenica, che dovrebbe sottolineare il carattere sacro della festa come sosta anche di riposo, di ascolto, che dovrebbe far bene anche alla salute, perché fermarsi e ricaricarsi di energia interiore fa bene a chiunque, a chi crede e a chi non crede, purtroppo è diventata una parentesi stressante, e allora, con questo libro, io vengo incontro sia a quel pubblico che non va in chiesa, ma anche a quello che va in chiesa, affinché nel corso della settimana rifletta sulle cose ascoltate la domenica.

 

D. – Il Vangelo di Luca al centro di questo Anno Liturgico appena iniziato e al centro di questo libro. Dunque, Luca, l’Apostolo che non vide Gesù e che scrive il Vangelo soprannominato il Vangelo della speranza. Padre Vito Magno, lei scrive nel libro che proprio la speranza è il sentimento più in crisi ai nostri giorni, perché?

 

R. – C’è una disabitudine a sperare. Le speranze di oggi sono tutte quelle di fiato corto: una vincita al super-enalotto, un viaggio alle Maldive; invece la speranza, quella vera, quella basata su certezze che non tramontano, le troviamo nella Sacra Scrittura che ci dice che bisogna fidarsi di Dio che guida la storia e quindi abbandonarsi a Lui. Ricordiamo che San Paolo, che poi era il Maestro di San Luca, dice che i non credenti sono coloro che non hanno speranza.

 

D. – Padre Vito Magno, non c’è il rischio che i cristiani si rinchiudano in se stessi e quindi, in qualche modo, si chiudano nel Tempio e non vivano positivamente i segni dei tempi…

 

R. – Questo rischio non è di oggi, c’è sempre stato, ecco perché io nel libro cerco di legare la Parola di Dio ai problemi della società di oggi, ai problemi esistenziali, e anche personali.

 

D. – E’ un libro rivolto a tutti …

 

R. – Esattamente, anche a chi non ha fede, proprio perché attraverso la Parola di Dio, e in questo caso quella di San Luca, che era un convertito e quindi ci tiene molto all’apertura verso i non credenti, verso la salvezza di tutti, ognuno possa poi cogliere qualcosa nella sua vita.

 

D. – ‘Speranza’ è una parola di cui oggi abbiamo più che mai bisogno …

 

R. – E’ la più importante, oggi, in un momento di grande disperazione per molti.

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IL GENIO ARCHITETTONICO DI GAUDI’ E IL MODERNISMO CATALANO

 IN MOSTRA A ROMA AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE

- Intervista con il prof. Fabio Benzi -

 

Gaudì, l’architetto geniale della “Sagrada Familia” è protagonista a Roma di una mostra al Chiostro del Bramante sul “modernismo catalano”. Inaugurata in questi giorni, la rassegna, che sarà aperta al pubblico fino a febbraio, mira non solo a mostrare l’estro di un grande artista, ma anche a ripercorrere i momenti salienti della fioritura culturale che contraddistinsero Barcellona e la Catalogna, tra la fine dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale. Profondamente religioso, Gaudì era molto devoto a san Filippo Neri. Nel luglio di quest’anno è stata aperta a Roma la causa di beatificazione del grande architetto, dopo che nel maggio scorso si era conclusa la fase diocesana. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Artista immaginifico, fin da studente Gaudì dimostrò una creatività straordinaria. Appassionato di estetica romantica, studiò in modo approfondito la scultura gotica, così presente nel suo capolavoro: la cattedrale della “Sagrada Familia”, simbolo incontrastato della Barcellona contemporanea. Cattolico fervente, grande innovatore, trovò nel conte Guell il suo mecenate. Da allora, divenne l’architetto più conteso della borghesia catalana e, a cavallo tra Ottocento e Novecento, segnò in modo indelebile il panorama artistico di Barcellona. Lo stile e il genio di Gaudì sono dunque presenti alla mostra romana, attraverso numerose opere come sottolinea il professor Fabio Benzi, direttore artistico del Chiostro del Bramante:

 

R. - Siamo riusciti ad ottenere in prestito circa l’80 per cento delle opere che potevano essere spostate, ovviamente, perché Gaudì è un architetto. Ci sono degli elementi architettonici straordinari, come delle sedie che sono vere e proprie sculture. Ci sono dei cancelli in ferro battuto, delle porte. Poi ci sono anche due bellissimi Picasso del primo periodo, e tanti altri artisti, che sono i grandi protagonisti di quell’epoca.

 

D. – Dicendo Gaudì chiaramente il pensiero corre alla Sagrada Familia. La mostra, dunque, è anche un omaggio alla dinamicità artistica di Barcellona?

 

R. – Sicuramente, perché Barcellona ha avuto nella figura di Gaudì il suo più grande interprete. Nella sua dinamicità economica, sociale Barcellona ha permesso, in quell’epoca, anche all’arte di Gaudì di fiorire. Probabilmente Gaudì in una zona più provinciale non si sarebbe mai potuto esprimere con una libertà e una genialità tali.

 

D. – Il Modernismo catalano non fu solo un fenomeno artistico, ma anche una vera e propria moda. Quali le ragioni?

 

R. – Quest’alta borghesia catalana, che si sviluppa proprio verso la fine dell’Ot-tocento, ricerca un corrispettivo estetico. Quindi, si ritrova in questa corrente del Modernismo, e cioè in una corrente che vuole essere fin dal nome moderna, uno specchio per se stessa nel quale riflettersi.

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CHIESA E SOCIETA’

6 dicembre 2003

 

 

“UN PASSO DECISIVO PER ALLARGARE, IN SUDAN, IL FRONTE DEI NEGOZIATORI A PIÙ PROTAGONISTI”. E’ QUESTO IL COMMENTO RILASCIATO DA MONS. CESARE MAZZOLARI DOPO L’ARRIVO, A KHARTOUM, DI UNA DELEGAZIONE DI RIBELLI

PER INTAVOLARE NEGOZIATI DI PACE CON IL GOVERNO DEL PAESE AFRICANO

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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KHARTOUM. = Dopo 20 anni di guerra civile, oltre due milioni di morti e centinaia di migliaia di profughi causati dal drammatico conflitto tra ribelli e governo, si accendono speranze di pace per il Sudan. Nuovi sforzi per la riconciliazione hanno infatti accompagnato il primo viaggio, a Khartoum, di una delegazione dei miliziani dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) che dal 1983 chiede l’autonomia dei territori meridionali. I ribelli sono stati ricevuti dalle autorità del regime islamico guidato dal presidente del Sudan, Omar el Bashir. “E’ questo il segnale – ha spiegato all’Agenzia missionaria Misna il vescovo di Rumbek, mons. Cessare Mazzolari – che sono cadute alcune rigidità e pregiudizi che ostacolavano un più profondo dialogo, ma soprattutto è un passo decisivo per allargare il fronte dei negoziatori a più protagonisti”. L’arrivo nella capitale sudanese della delegazione di miliziani è avvenuto in concomitanza con l’apertura dell’ultima fase di colloqui a Naivasha, città del Kenya a circa 90 chilometri da Nairobi, dove in queste ore stanno entrando nel vivo i negoziati per raggiungere l’atteso accordo di pace tra il governo di Khartoum e gli indipendentisti del Sud. Il processo di negoziazione, ha interessato, fino ad oggi, solo il leader dei ribelli John Garang, ed il vicepresidente dell’esecutivo sudanese, Ali Osman Taha. “Il coinvolgimento di nuovi soggetti a Kartoum – ha aggiunto mons. Mazzolari – offre la possibilità di includere altre voci e arrivare ad una pace maggiormente condivisa”. Il presule rimarca, inoltre, come debba essere assolutamente evitato il rischio di emarginare alcune importanti realtà del Paese dalle trattative. “Sarebbe importante – ha precisato – che la società civile del Sudan e la Chiesa, esclusi finora dal negoziato, avessero invece la possibilità di portare il loro concreto contributo alla pace”. (A.L.)

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AVVIATA NELLA COSTA RICA, PAESE CHE HA TRASFORMATO LE CASERME IN MUSEI

E CENTRI CULTURALI, UNA BRILLANTE INIZIATIVA

PER CHIEDERE AD ALTRI STATI LATINO AMERICANI DI RINUNCIARE AI LORO ESERCITI

 

SAN JOSE’. = “Voci dal mondo a favore della demilitarizzazione”. E’ questo il titolo del programma promosso dal ministero costaricano della Cultura al quale ha aderito l’arcivescovo di San Josè, mons. Hugo Barrantes. L’iniziativa ha come obiettivo quello di chiedere ai governanti latinoamericani l’abolizione delle loro forze armate, così come prevede il modello normativo della Costa Rica. Oltre 50 anni fa l’esecutivo di San Josè decise di trasformare le caserme in musei e centri culturali. Mons. Barrantes si è inoltre complimentato con i politici che decisero di rinunciare all’esercito dimostrando che i valori umani possono prevalere e che la pace nasce solo dai cuori delle persone. Il messaggio del presule sarà trasmesso via internet e in video nei principali musei della capitale insieme a testimonianze di altri rappresentanti istituzionali, nazionali e internazionali, tra cui quella del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Secondo i dati delle Nazioni Unite, ogni anno si spendono seicento milioni di dollari per fabbricare armi mentre oltre un miliardo e duecento milioni di persone sopravvivono con meno di due dollari al giorno. (A.L.)

 

 

L’HANDICAP DEVE ESSERE PRESENTE IN TUTTE LE POLITICHE. E’ QUANTO EMERGE

NELLA CONFERENZA DI CHIUSURA DELL’ANNO EUROPEO DEI DISABILI

CHE SI CONCLUDE DOMANI A ROMA

 

ROMA. = L’Europa marcia verso politiche trasversali in tema di disabilità e il 2003 può essere “l’anno di svolta”. E’ la convinzione espressa dagli organismi istituzionali dell’Unione Europea, le associazioni europee di categoria e il governo italiano nella Conferenza di chiusura dell’Anno europeo delle persone con disabilità che si è aperta ieri a Roma. Dalle mille iniziative che si sono svolte in Europa quest’anno - ha detto il vicepresidente del Parlamento europeo, Guido Podestà - “occorre ora declinare le azioni da mettere in campo a medio e lungo termine, in modo trasversale e in tutte le materie; solo così potrà esserci un salto di civiltà”. “L'handicap – ha inoltre sostenuto il vice presidente del Forum europeo persone con disabilità, Marie Therese Kempneers - deve essere presente in tutte le politiche. Nessuna decisione deve poi essere presa senza coinvolgere direttamente i disabili e i loro familiari”. Alla Conferenza, che si conclude domani, partecipano 500 delegati provenienti dai vari Stati membri, compresi i Paesi candidati all’Ue e i Paesi aderenti all’Associazione europea di libero scambio (Efta). (A.L.)

 

 

IN NEPAL AUMENTANO GLI SCOMPARSI TRA MILITARI E GUERRIGLIERI.

LO RILEVA LA COMMISSIONE NEPALESE PER I DIRITTI UMANI

 

KATMANDU. = Sono oltre 700, tra esponenti delle forze di sicurezza e ribelli, le persone scomparse negli ultimi quattro anni in Nepal, Paese che dal 1996 è teatro di una sanguinosa guerriglia. Lo ha riferito in questi giorni la ‘Commissione nazionale per i diritti umani’ (Nhrc), l’organismo nepalese in difesa dei diritti umani che ha iniziato a contare le persone scomparse a partire dal 2000. “Ci fa seriamente preoccupare - ha detto Nain Bahadur Khatri, presidente della Nhrc - che le sparizioni avvengano in modo così frequente in un Paese democratico come il nostro”. Khatri ha poi rilevato che, dal crescente numero di persone scomparse, si deduce che entrambe le parti - esercito e guerriglia – stiano adottando soluzioni “militari”. Il presidente della Commissione ha infine fatto sapere che il problema delle sparizioni sarà il primo punto che l’organismo affronterà in occasione del prossimo 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. (A.L.)

 

 

FESTEGGIAMENTI A ROMA PER IL 40.MO DI FONDAZIONE

DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA UCRAINA DI SAN CLEMENTE PAPA

 

ROMA. = La Chiesa greco-cattolica ucraina festeggia, oggi  e domani, il 40.mo anniversario della fondazione della propria Università, dedicata a san Clemente Papa. Nata a Roma per volere del cardinale Josif Slypj nel 1963, l’Università si è progressivamente consolidata divenendo un punto di riferimento culturale ed educativo dopo l’indipendenza dell’Ucraina dalla Russia. A questi 40 anni di storia, l’ateneo romano ha dedicato due giorni di studi, che sono stati aperti, stamani, dal cardinale Lubomyr Husar e dal rettore Boys Gudziak. Gli aspetti storici della fondazione e dell’attività dell’Università cattolica ucraina a Roma e l’importanza della scienza teologica della Chiesa in Ucraina e oltre i suoi confini sono i temi centrali dei due giorni di lavoro. La Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina è tra le Chiese dell’Est che hanno pagato il più alto tributo di sangue. Prima perseguitati dai cosacchi, poi dagli zar ed infine dai comunisti, i greco-cattolici hanno riconquistato la libertà di culto nel 1989 con la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina. “Per noi è stato come uscire dalle catacombe” ha commentato il cardinale Husar ritornando in patria dopo un lungo esilio per guidare una comunità di 5 milioni di persone su una popolazione di 48 milioni di abitanti. (A.L.)

 

 

LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE RIUNITE A ROMA PER RIFLETTERE SULL’ESPERIENZA DI DIO - TRINITA’, TOCCATO NEL VOLTO DI CRISTO E RICONOSCIUTO TUTTI I GIORNI NEI VOLTI DELLE DONNE E DEGLI UOMINI

 

ROMA. = E’ in corso a Roma nella sede della Curia generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il ramo femminile della famiglia salesiana, un seminario di approfondimento sui temi emersi nell’ultimo Capitolo generale della congregazione. L’incontro si propone di  potenziare il coordinamento delle religiose presenti nei 5 continenti, oltre 15 mila con più di 1500 case, nei settori della evangelizzazione, educomunicazione e interculturalità. La Superiora generale, Madre Antonia Colombo, in apertura dei lavori, ha parlato di “pedagogia della comunione” ossia  “pedagogia dei gesti” che traggono la loro forza “dallo  sguardo contemplativo”. Per questo – ha affermato – “noi, Figlie di Maria Ausiliatrice, crediamo che la nostra vita si debba radicare nell’esperienza di Dio-Trinità, sentito, toccato, contemplato nel volto di Cristo, riconosciuto nei volti delle sorelle e dei fratelli, accolto nella storia di ogni giorno”. Perciò “la buona notizia è il gesto” e “la pedagogia dei volti, che profuma il Vangelo, ci parla di concretezza e di quotidianità”. (S.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

6 dicembre 2003

 

 

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

Alla vigilia del voto di domani per il rinnovo della Duma (camera dei deputati), la Russia piomba nel pericolo terrorismo. Una bomba ad orologeria è stata disinnescata stamani su un convoglio ferroviario nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale, proprio mentre si piangono le vittime dell’ultimo attentato della guerriglia cecena, che ieri mattina ha colpito un treno nel Caucaso: 42 i morti ed almeno 220 i feriti. Ma sulla tornata elettorale di domani, il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

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Domani i partiti dovranno prima di tutto battere l’astensionismo, che si annuncia assai elevato. Sono 23 i blocchi e i Partiti in lizza per i 225 seggi assegnati con il sistema proporzionale, gli altri 225 sono definiti con quello maggioritario. Per entrare alla Duma, la Camera Bassa del Parlamento russo, le varie liste dovranno superare la barriera del 5 per cento. Secondo gli ultimi sondaggi, il Partito del Cremlino, Russia Unita, e i comunisti sono ampiamente in testa. Segue il voto contro tutti, una possibilità accordata dalla legislazione russa agli elettori, ben più consistente dei Partiti riformisti liberali di Yabloko ed Sps e dei nazionalisti di Vladimir Zhirinovski. Partecipa alla consultazione anche una lunga serie di formazioni populistiche nazionalistiche, con pochissime possibilità di ottenere dei seggi. Undici sono i fusi orari ed oltre un centinaio di milioni gli elettori. Come sempre, in Russia, le cose si fanno in grande.

 

Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Dubbi e ombre sul processo di pace per il Medio Oriente. I rappresentanti delle 12 fazioni palestinesi riuniti al Cairo sembrano essere vicini ad un accordo per una “tregua reciproca e condizionata” con Israele. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi a Gaza, in contatto con i partecipanti ai colloqui. Il gruppo di guerriglia della Jihad Islamica, tuttavia, ha reso noto che esclude di poter aderire ad un accordo, minacciando nuovi attentati contro lo stato ebraico. Nei territori, intanto, la situazione resta tesa: due palestinesi sono morti oggi nella Striscia di Gaza, sotto i colpi dell’esercito israeliano.

E’ di almeno 18 feriti il bilancio della forte esplosione che ha scosso stamani il centro di Kandahar, in Afghanistan. Secondo una prima ricostruzione la deflagrazione sarebbe stata causata da una bicicletta-bomba, piazzata ad uno degli incroci più frequentati della località meridionale. Kandahar è stata in passato una delle roccaforti dei Taleban, quando questi avevano il controllo dell’Afghanistan.

 

Visita a sorpresa oggi a Kirkuk, in Iraq, del segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Quest’ultimo, alla sua terza visita nel Paese dalla caduta del regime di Saddam Hussein in aprile, si è recato successivamente anche a Baghdad, dove si è registrato un nuovo episodio di violenza. L’ex direttore della sicurezza della capitale sotto il regime del Raìs, il generale Khalaf al Aloussi, è stato ucciso oggi da sconosciuti nella sua abitazione.

 

Maggiori misure di fiducia reciproca in tutti gli ambiti; ferma condanna del terrorismo sotto tutte le forme; ed ancora la creazione di una zona maghrebina di libero scambio. Questo, in sintesi, il contenuto della dichiarazione di Tunisi, siglata oggi a conclusione del primo summit dei capi di Stato e di Governo del “dialogo 5+5” tra i Paesi del Mediterraneo occidentale. Tunisia, Algeria, Libia, Marocco e Mauritania, per il Maghreb; e Italia, Francia, Spagna, Malta e Portogallo per l’Europa sono stati i Paesi che hanno partecipato alla due giorni di lavoro.

 

In Costa d’Avorio, l’esercito fedele al presidente in carica, Laurent Gbagbo, si è ritirato verso sud, rispettando gli accordi presi con le forze ribelli antigovernative che controllano aree al nord del Paese. A questo dovrà seguire l’effettivo disarmo dei guerriglieri. La situazione, comunque, rimane tesa: anche ieri ad Abidjan, infatti, sono scoppiati incidenti tra fazioni diverse della polizia locale.

 

In Italia, a Roma, oggi i sindacati sono scesi in piazza per manifestare contro la Finanziaria e la riforma delle pensioni del governo Berlusconi. Un milione le persone stimate. Tre cortei si sono mossi dalle stazioni Termini, Tiburtina ed Ostiense, per confluire poi a piazza san Giovanni. Palazzo Chigi ha subito replicato per bocca del vicepremier, Gianfranco Fini, affermando che “il governo non cederà alla piazza”.  Il servizio di Alessandro Guarasci:

 

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Il sindacato serra le fila e porta oltre un milione di persone a Roma. Migliaia di bandiere, carri che diffondono musica, saltimbanchi: tutto questo per attirare l’attenzione del Paese sulla Riforma delle pensioni che Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di ritirare. In piazza non solo tanta gente comune ma anche uomini di spettacolo, intellettuali ed esponenti di tante altre associazioni. Per il leader della Uil Angeletti, il Governo non vuole scontentare le imprese e così tocca le pensioni. Dunque, bisogna lottare contro l’evasione fiscale e previdenziale. Angeletti ha poi definito “demente chi pensa che chi fa un lavoro usurante possa andare in pensione a 65 anni”. Secondo Sabino Pezzotta, segretario generale della Cisl, “non si può ignorare più di un milione di persone che scendono in piazza e, comunque - ha assicurato Pezzotta - il sindacato non si fermerà anche se l’esecutivo ha dato un colpo mortale alla concertazione”. Per Pezzotta, poi, Berlusconi deve prestare maggior attenzione alle famiglie, soprattutto laddove c’è un disabile. Guglielmo Epifani, leader della Cgil, ha duramente attaccato il Governo, reo di aver fatto una riforma delle pensioni senza consultare le parti sociali e che di fatto ha stravolto la precedente riforma fatta da Dini. Forti critiche, poi, a Bossi, che ieri aveva definito “bingo bongo” gli immigrati. Serve, inoltre, per Epifani, che l’esecutivo cambi radicalmente politica economica e sociale, rilanciando lo stato sociale. Ora, appunto, la parola passa al Governo e vedremo come risponderà a questa manifestazione.

 

Da Piazza San Giovanni, Alessandro Guarasci, Radio Vaticana.

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Nulla di fatto ai colloqui tra la presidente dello Sri Lanka, Chandrika Kumaratunga, e il primo ministro, Ranil Wickremesinghe, per cercare di risolvere la crisi politica scoppiata oltre un mese fa nel Paese asiatico. La crisi è esplosa lo scorso 4 novembre, quando la presidente ha destituito tre importanti ministri (Difesa, Interni e Comunicazione), per poi sospendere il parlamento per due settimane. Il colpo di mano è stato realizzato in polemica con Wickremesinghe, del quale la presidente non approva la gestione del processo di pace con le “Tigri per la liberazione della patria tamil” (Ltte). L’unico punto sul quale Kumaratunga e Wickremesinghe hanno trovato un’intesa è la decisione di rivedersi il 10 dicembre prossimo, per poi concludere la tornata di colloqui a due entro il 15 dicembre.

 

“Si tratta di una provocazione pericolosa”. Così la Cina ha commentato la proposta del presidente di Taiwan, Chen Shi bian, di organizzare un referendum sulla sovranità dell’isola, separata di fatto dal continente dalla presa del potere dei comunisti in Cina, nel 1949. Il Quotidiano del popolo, l’organo del partito comunista di Pechino, ha dichiarato che la proposta di un referendum in marzo, in concomitanza con le elezioni presidenziali a Taiwan, viola un impegno precedente a non promuovere alcuna consultazione referendaria per cambiare lo status quo esistente tra Taipei e Pechino.

 

Vittime e ingenti danni materiali in Honduras per le piogge incessanti che da una settimana stanno cadendo sul Paese. Le alluvioni, secondo quanto hanno riferito le autorità locali, hanno causato la morte di sei persone mentre 12 mila sono rimaste isolate in località sommerse dalle acque. Ponti, autostrade e acquedotti sono stati distrutti o posti fuori uso in diverse regioni.

 

Starebbe per essere sostituito nel suo incarico l’ambasciatore iraniano presso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Ali Akbar Salehi. Lo ha riferito lo stesso diplomatico, criticando il ministro degli Esteri di teheran, Kamal Kharrazi. Salehi ha detto che già da molti mesi si era detto pronto a lasciare l’incarico, ma che gli era stato chiesto di rimanere mentre l’Iran era impegnato in un delicato confronto con l’Aiea in merito al suo programma nucleare.

 

 

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