RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 340- Testo della
Trasmissione di sabato 6 dicembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Affettuoso messaggio del Papa a Chiara Lubich a 60 anni dalla
nascita del Movimento dei Focolari
OGGI IN PRIMO PIANO:
“Dio semina di Domenica”: l’ultimo libro di padre Vito Magno:
con noi l’autore
CHIESA E SOCIETA’:
Ricorre oggi
il 40.mo di fondazione dell’Università Cattolica Ucraina di San Clemente Papa.
Alla vigilia del voto
di domani per il rinnovo della Duma, la Russia piomba nel pericolo terrorismo.
Ai colloqui al Cairo le fazioni palestinesi
ricercano le condizioni per una tregua con Israele. Fermo no della Jihad.
Manifestazione dei sindacati oggi a Roma contro la Finanziaria e la
riforma delle pensioni.
Siglata
stamani la dichiarazione di Tunisi a conclusione del primo summit dei capi di Stato e di
Governo del “dialogo 5+5” tra i Paesi del Mediterraneo occidentale.
6
dicembre 2003
LETTERA APOSTOLICA DEL PAPA A 40 ANNI
DALLA COSTITUZIONE SACROSANCTUM CONCILIUM SULLA SACRA LITURGIA
L’importanza
della riforma liturgica è stata ribadita dal Papa in una lettera apostolica
pubblicata ieri a 40 anni dalla promulgazione della costituzione conciliare Sacrosanctum
Concilium. Nella liturgia - afferma Giovanni Paolo II - “si apre sulla
terra uno squarcio di Cielo”. Il servizio di Sergio Centofanti.
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Il
Papa, a 40 anni dall’avvio della riforma liturgica, propone un esame di
coscienza sulla ricezione di questo storico documento e si chiede fino a che
punto la liturgia sia stata compresa come via di santità per un’autentica
testimonianza cristiana nella storia. Di fronte alla secolarizzazione della società,
in cui i segni del Vangelo si vanno attenuando anche nei Paesi di tradizione
cristiana, il Papa nota tuttavia il riemergere di un bisogno di spiritualità:
“Come
non vedere, in questo, una prova del fatto che nell'intimo dell'uomo non è
possibile cancellare la sete di Dio? Esistono domande che trovano risposta solo
in un contatto personale con Cristo. Solo nell’intimità con Lui ogni esistenza acquista
significato”.
Occorre allora che la Chiesa sappia trasmettere alle
coscienze il senso del mistero. Il Papa invita i Pastori a promuovere
celebrazioni degne prestando la dovuta attenzione alle diverse categorie di
persone:
“Bambini, giovani, adulti, anziani, disabili. Tutti
debbono sentirsi accolti all’interno delle assemblee”.
Quindi la viva esortazione a fare l’esperienza del
silenzio, “in una società che vive in maniera sempre più frenetica, spesso
stordita dai rumori e dispersa nell’effimero”. Grazie al silenzio si accoglie
la voce dello Spirito. Il Pontefice indica la necessità di un ascolto
abbondante della parola di Dio e della preghiera comunitaria oltre a quella
individuale:
“E’
importante introdurre i fedeli alla celebrazione della Liturgia delle Ore che...
non è un’azione individuale o privata ma appartiene a tutto il corpo della
Chiesa”.
E’ importante
anche la valorizzazione della musica e dell’arte sacra che mettono in relazione
con l’infinita bellezza divina. Il Papa sottolinea poi il compito di
discernimento e di guida dei Pastori:
“Ciò
non va percepito come un principio di irrigidimento, in contrasto con il bisogno
dell'animo cristiano di abbandonarsi all'azione dello Spirito di Dio, che
intercede in noi e "per noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8, 26).
Attraverso la guida dei Pastori si realizza piuttosto un principio di ‘garanzia’,
previsto dal disegno di Dio sulla Chiesa ed esso stesso governato dall'assistenza
dello Spirito Santo”.
“Il
rinnovamento liturgico realizzato in questi decenni – prosegue il Papa - ha dimostrato
come sia possibile coniugare una normativa che assicuri alla Liturgia la sua identità
e il suo decoro, con spazi di creatività e di adattamento, che la rendano
vicina alle esigenze espressive delle varie regioni, situazioni e culture”. Tuttavia
Giovanni Paolo II aggiunge:
“Non rispettando la normativa liturgica, si giunge
talvolta ad abusi anche gravi, che mettono in ombra la verità del mistero e
creano sconcerto e tensioni nel Popolo di Dio. Tali abusi non hanno nulla a che
vedere con l'autentico spirito del Concilio e vanno corretti dai Pastori con un
atteggiamento di prudente fermezza”.
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IL PAPA ALLA CITTA’ DI NAPOLI:
SII GENEROSA, NONOSTANTE LE PROBLEMATICHE,
E ANNUNCIA IL VANGELO DELLA SPERANZA AI GIOVANI E ALLE FAMIGLIE.
I PELLEGRINI DELL’ARCIDIOCESI PARTENOPEA RICEVUTI IN UDIENZA IN VATICANO
PER IL 25.MO DI PONTIFICATO
- Servizio di Alessandro De Carolis -
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Una città ricca di risorse, nonostante le difficoltà
sociali, e molto generosa, chiamata a “testimoniare il Vangelo della speranza”,
in modo particolare tra le famiglie e i giovani. E’ l’istantanea che Giovanni
Paolo II ha fatto questa mattina di Napoli, nel ricevere in Aula Paolo VI gli 8
mila pellegrini giunti a Roma dal capoluogo partenopeo, per portare al Papa gli
auguri per il suo 25.mo di pontificato.
Al cardinale arcivescovo di Napoli, Michele Giordano, che
ha espresso l’affetto della sua città per il Pontefice, Giovanni Paolo II ha
risposto con un augurio per i 50 anni di sacerdozio compiuti dal porporato e
con il ricordo della visita papale compiuta a Napoli nel novembre del 1990. Dai
vari appuntamenti avuti quel giorno con le componenti sociali e religiose della
città, trassi - ha rammentato il Pontefice – “l’impressione d’una città segnata,
sì, da difficoltà e problematiche, ma ricca di risorse interiori e capace di
alti gesti di coraggio e di generosità”. In particolare, ripensando
all’incontro con le migliaia di ragazzi
e ragazze nello stadio “San Paolo” e alla “Mostra d’Oltremare”, il Papa ha
ripetuto questa mattina ciò che disse tredici anni fa: “Tocca a voi, giovani
testimoni della civiltà dell’amore, portare soprattutto ai vostri coetanei
l’annuncio della speranza evangelica, perché in voi già vive la Chiesa del
prossimo millennio”.
“Annunciare e testimoniare il ‘Vangelo della
speranza’ fa parte del mandato missionario di ogni comunità cristiana”, ha
affermato Giovanni Paolo II. “Si tratta d’una priorità ben presente nei vostri
piani pastorali, che indicano la famiglia e i giovani come linee portanti
dell’azione apostolica diocesana”:
“'Assieme per la missione'”: ecco la parola
d’ordine che vi unisce in uno sforzo teso a far risuonare nella città di Napoli
l’annuncio della speranza cristiana”.
Il Papa ha concluso il suo
incontro con l’arcidiocesi di Napoli con due indicazioni spirituali e
pastorali. Ai fedeli ha chiesto di avere “un’intensa vita di preghiera” per
sostenere l’azione evangelizzatrice e alle parrocchie di divenire sempre più
“famiglie di famiglie, scuole
permanenti di fede e di orazione, case di comunione e di incontro, di dialogo e
di apertura al territorio”.
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LA CHIESA RAFFORZI LA SUA AZIONE IN FAVORE
DEI
GIOVANI E DELLE VOCAZIONI AL SACERDOZIO:
COSI’,
GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AD UN GRUPPO DI VESCOVI FRANCESI,
RICEVUTI
STAMANI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Per affrontare l’avvenire con speranza, “la Chiesa deve
perseguire e amplificare la sua azione in favore delle vocazioni e dei
giovani”: è l’esortazione espressa stamani dal Papa ad un gruppo di vescovi
francesi delle province di Rennes e Rouen, ricevuti in Vaticano al termine
della visita ad Limina. Il Pontefice si è soffermato sul ruolo dei
seminari nell’ambito della vita diocesana. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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E’ “nel rinnovato approfondimento della vita cristiana” e
“nell’irradiazione missionaria” che possono nascere tra i giovani nuove
vocazioni per la Chiesa. E’ il richiamo di Giovanni Paolo II, che si è detto
preoccupato per la grave crisi di vocazioni che affligge la Chiesa francese,
nonostante le numerose iniziative promosse dai presuli. In tale contesto, ha
proseguito, va messo l’accento sull’importanza dei seminari come istituzione
“stabile e riconosciuta” nella diocesi e sulla necessità di una presenza
costante dei vescovi nella vita dei seminari stessi. Soffermandosi poi sul
ruolo dei formatori dei futuri sacerdoti, il Papa ha indicato l’“essenziale
complementarietà delle quattro dimensioni della formazione: umana, spirituale,
intellettuale e pastorale”. Soprattutto oggi di fronte ai problemi che i
giovani incontrano nella vita familiare e
nell’ambiente sociale “caratterizzato da un relativismo generalizzato
dei ‘valori’ diffusi dai media e dalla banalizzazione della sessualità”. La
formazione dei seminaristi, ha aggiunto, deve essere “propizia a suscitare uno
spirito d’unità, se necessario per aiutare il vescovo a mettere in opera le
decisioni pastorali”.
Il Pontefice ha individuato tre difficoltà preminenti per
le giovani generazioni: innanzitutto “la paura di impegnarsi a lungo termine”.
Un disagio, questo, derivante dal vivere in un mondo “dove l’interesse sembra
fugace, legato essenzialmente alla soddisfazione del momento”. Quindi, un
problema d’identità riguardante il sacerdozio, che – ha detto – “viene spesso
svalutato agli occhi dell’opinione pubblica”. E’ urgente allora “sostenere” il
ministero sacerdotale, “garantirgli tutto il suo spazio nella Chiesa” in uno
spirito di “comunione nel rispetto delle differenze” e non di “concorrenza dannosa”
con il laicato. Infine, il rapporto dei giovani con il Signore. “La conoscenza
di Cristo – ha rilevato – è spesso superficiale e relativa”. Dunque, ha
avvertito, bisogna favorire tra i giovani una “scoperta autentica della persona
di Gesù e della relazione vivente con Lui, che si esprime nella vita
sacramentale”. I momenti di preghiera come anche di formazione teologica e
spirituale sono allora “terreno fertile e necessario, dove la chiamata di Dio
può germogliare sino a portare frutti”. Ha quindi esortato i vescovi a
sviluppare la catechesi, la pastorale familiare e giovanile affinché questi
servizi diocesani siano “generosamente aperti” alla prospettiva delle
vocazioni.
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AFFETTUOSO
MESSAGGIO DEL PAPA A CHIARA LUBICH
PER I
60 ANNI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI
Domani
il Movimento dei Focolari celebra il 60.mo anniversario della sua nascita. Per
l’occasione il Papa ha inviato un affettuoso messaggio alla fondatrice Chiara
Lubich, che il 7 dicembre del 1943 a Trento si consacrava a Dio. Il messaggio è
stato letto dall’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio
per i laici, nella grande sala del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo alla
presenza di oltre 1500 focolarine. Dalla cittadina laziale il servizio di Carla
Cotignoli.
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In
questi 60 anni - scrive il Papa - nel movimento è andato crescendo
l’orientamento “all’amore di Dio e al servizio dell’unità nella Chiesa e nel mondo”.
Il Santo Padre evidenzia in particolare le vie del dialogo a tutto campo,
intraprese dal movimento all’interno della Chiesa, tra le diverse Chiese, con
le altre religioni e con i non credenti. In questi 60 anni rileva ancora “quanti
mutamenti sociali, rapidi e sconvolgenti hanno segnato la vita del mondo e
dell’umanità”. Giovanni Paolo II lamenta la perdita dei valori di riferimento
ideali e il rischio di trovarsi quasi senz’anima. Il suo pensiero ritorna al
continente europeo, che conta una bimillenaria tradizione cristiana. Richiama
nuovamente l’urgenza della nuova evangelizzazione. In quest’ottica – scrive -
un ruolo importante è stato affidato ai movimenti, tra cui occupa un posto di
rilievo il movimento dei Focolari, “fedeli all’azione vivificante dello Spirito
Santo”.
I nuovi
movimenti – ha proseguito – “costituiscono un dono prezioso per la Chiesa, che
li incoraggia e li invita a svolgere la loro azione profetica sotto la guida
dei pastori per l’intero popolo di Dio”. Il Papa poi si unisce al rendimento di
grazie a Dio per le grandi cose da lui compiute in questi 60 anni nel movimento
e ha dato una consegna: seguire fedelmente Cristo, abbracciare con Lui il
mistero della Croce per cooperare con la propria vita alla salvezza del mondo.
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L’EDUCAZIONE ALLA COESISTENZA E AL RISPETTO
DELL’IDENTITA’ RELIGIOSA
UN ANTIDOTO EFFICACE AI FENOMENI DEL RAZZISMO E DELL’INTOLLERANZA:
COSI’ IL RAPPRESENTANTE DELLA SANTA SEDE NELL’ULTIMA RIUNIONE DELL’OSCE
- A cura di Alessandro De Carolis -
Ha molte facce e altrettante forme il senso di
intolleranza che si respira in Europa all’inizio del 21.mo secolo. Forme che
potrebbero minacciare seriamente la sicurezza e la pace continentali: il
razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo, la tratta delle persone umane. Per
impedire a questi fenomeni di dilagare, la riposta fondamentale resta
l’educazione “alla coesistenza e alla fiducia reciproca”, ancorata “al rispetto
della religione, della storia, della cultura e del valore intrinseco di ogni
persona umana”. Sono le considerazioni essenziali contenute nell’intervento che
il capodelegazione della Santa Sede, mons. Pietro Parolin, sottosegretario per
i Rapporti con gli Stati, ha tenuto nei giorni scorsi a Maastricht, nel corso
dell’11.ma Riunione dei ministri degli Esteri dell’Osce, l’Organizzazione per
la sicurezza e la cooperazione europea.
Durante i lavori di Maastricht, che hanno impegnato i
ministri presenti specialmente sulla crisi istituzionale della Georgia, mons.
Parolin ha anzitutto invitato gli Stati dell’Osce a fronteggiare le minacce
alla sicurezza europea nel segno della mutualità, evitando - ha osservato - “il
pericolo dell’unilateralismo”. Inoltre, ha ribadito, “la Santa Sede, per parte
sua, non si stanca di ripetere che l’azione per assicurare pace e stabilità
deve essere accompagnata dall’impegno di promuovere anche i valori spirituali,
morali e religiosi”. Il capodelegazione vaticano ha riferito dell’apprezzamento
della Santa Sede circa l’adozione della Decisione sulla Tolleranza e sulla
Non-Discriminazione da parte dell’Osce nel 2002 e della volontà dell’organismo
europeo di approvare un analogo documento per l’anno in corso. Così come, ha
aggiunto mons. Parolin, la Santa Sede considera fondamentali sia il Piano
d’Azione dell’Osce sull’integrazione dei Rom e Sinti, sia l’altro dedicato a
quella “vergognosa manifestazione di schiavitù” rappresentata dalla tratta delle
persone umane.
In questo articolato quadro di interventi, la Chiesa
intende rimanere, per il suo costante lavoro nel campo pedagogico e del
dialogo, un punto di riferimento delle istituzioni europee. “Nel rispetto della
laicità dello Stato – ha affermato mons. Parolin, citando Giovanni Paolo II -
va riconosciuto il contributo positivo che i credenti offrono alla vita pubblica”.
Inoltre, “il rispetto di ogni espressione della libertà religiosa costituisce
un metodo assai efficace per garantire sicurezza e stabilità alla famiglia di
popoli e nazioni del ventunesimo secolo”.
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata, il Papa ha ricevuto in
successive udienze il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della
Congregazione per i Vescovi e mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di
Freiburg im Breisgau, in Germania.
Nel Mali, il Papa ha nominato
vescovo di Ségou il reverendo
Augustin Traoré, rettore del
Seminario maggiore di Bamako.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La
prima pagina è dedicata alla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II nel quarantesimo
della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla Sacra Liturgia.
Nelle vaticane, nel discorso ai
vescovi francesi delle Province di Rouen e di Rennes il Santo Padre ha
sottolineato che per preparare il futuro con speranza la Chiesa deve proseguire
ed allargare la sua azione a favore delle vocazioni.
Ai fedeli dell'arcidiocesi di
Napoli, ricevuti in udienza, il Papa ha affidato la consegna di far risuonare
nella città di Napoli l'annuncio della speranza cristiana.
L'omelia del cardinale Ignace
Moussa I Daoud durante la concelebrazione Eucaristica presieduta - a nome del
Papa - per significare pubblicamente "l'ecclesia communio" concessa
al nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei.
Due pagine dedicate alla
Solennità dell'Immacolata Concezione.
Nelle estere, l'intervento
della Delegazione della Santa Sede all'undicesima riunione del Consiglio dei
Ministri degli esteri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa. Il titolo dell'intervento è "Il rispetto dell'identità religiosa
contribuisce in modo efficace alla stabilità ed alla sicurezza del ventunesimo
secolo".
Medio Oriente: Powell incontra
a Washington i promotori dell'"Intesa di Ginevra".
Nella pagina culturale, un
articolo di Paolo Miccoli dal titolo "Esperienza estetica e Teologia":
il numero di "Hermeneutica 2003".
Nelle pagine italiane, in primo
piano il tema delle pensioni.
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6
dicembre 2003
PROSEGUONO LE ESECUZIONI CAPITALI NEGLI STATI UNITI:
LA
TESTIMONIANZA DI MONS. GUIDO TODESCHINI, FONDATORE DI TELEPACE,
CHE HA ASSISTITO NEL TEXAS A UNA CONDANNA A
MORTE
-
Intervista con mons. Guido Todeschini -
Sei
uomini negli Stati Uniti sanno già che quest’anno, salvo sorprese, il Natale
per loro non arriverà. In pochi giorni sono infatti previste sei esecuzioni
capitali. Ieri è stata eseguita una condanna nella Carolina del Nord. Giovedì
scorso è toccato a Ivan Ray Murphy, 38 anni, mezzo indiano Cherokee e mezzo
bianco, punito con la pena capitale perché accusato di un omicidio. Fino
all’ultimo ha proclamato la sua innocenza. Si era potuto permettere solo un
avvocato d’ufficio. Prima di morire Murphy ha fatto la comunione e ha perdonato
quanti gli hanno fatto del male. Il condannato aveva chiesto di essere
assistito da mons. Guido Todeschini, fondatore di TelePace, che lo ha raggiunto
nel carcere di Huntsville, nel Texas.
Paolo Ondarza lo ha intervistato.
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R. – Ivan Ray Murphy l’ho trovato molto preparato. L’ho
incontrato un’ora e mezza prima dell’esecuzione. Abbiamo fatto una lunga veglia
di preghiera. Certo è stato triste, è stata una cosa dolorosissima. Mancava
poco più di un’ora all’esecuzione e gli ho detto: ho un’immagine nel breviario
di Cristo Crocifisso, te la farò vedere quando entrerò, perché mi hanno detto
che sarai invitato a dare uno sguardo a quelli che sono lì vicino al vetro.
Quando sono entrato gli ho mostrato l’immagine del Crocifisso e lui ha fatto un
sorriso ed ha risposto “Sì Signore” ed ha cominciato a parlare: “Vorrei
ringraziare tutti coloro che sono venuti questa sera per celebrare la vita: per
mezzo di Gesù Cristo noi abbiamo la vittoria sulla morte”. Ha poi aggiunto:
“Ringrazio il Santo Padre per la sua apostolica benedizione, per le sue
preghiere e per il suo sostegno che ha avuto per me”. Ed ha aggiunto: “Sono
pronto!”. In quel momento sono partite le tre iniezioni: quella anestetica,
quella diretta ai polmoni e quella che è arrivata al cuore.
D. – La pena di morte resta una cosa iniqua…
R. – La pena di morte è una cosa vergognosa. Per arrivare
alla camera della morte siamo passati attraverso – le ho contate – sei stanze,
dove c’erano luci che brillavano, alberi di natale e poi la forte
contraddizione dell’arrivo in quella cella squallida, dove su un lettino
formato a croce, chiamato patibolo, si uccide la vita. Sono convintissimo che
fin quando continuerà questa spirale non ci sarà la pace, perché questa è una
vendetta, è una barbarie legale, legalizzata e, tra virgolette, benedetta, ma
che non è benedetta! Perché noi siamo figli del Dio della vita e non della
morte, del Dio che dice con Ezechiele: “Non voglio la morte del peccatore, ma
che si converta e viva”.
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DREAM:
IL PROGETTO DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
PER COMBATTERE L’AIDS IN AFRICA
-
Intervista con Leopardo Palombi e Sergio D’Agnotti -
Si chiama Dream, ma non è un sogno anche se per
molti abitanti del Mozambico affetti dall’Aids ne ha il sapore. E’ invece il
nome di un progetto molto concreto avviato ormai in 5 Paesi africani dalla
Comunità di Sant’Egidio in accordo con la Multinazionale del farmaco Boehringer
Ingelheim per combattere la piaga dell’Aids nel Terzo Mondo. Il servizio di
Stefano Leszczynski.
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Circa sei mila persone sottoposte a screening e a test
diagnostici, oltre tre mila sieropositivi in assistenza e trattamento in Mozambico,
più di 250 bambini nati sani da madri sieropositive trattate con farmaci
anti-retrovirali. Sono alcuni dei risultati ottenuti nei primi due anni di
attività dal progetto Dream diretto a contrastare la diffusione dell’Aids
e della malnutrizione in Mozambico, Malawi, Tanzania, Angola e Guinea Bissau.
Peculiarità del progetto sono l’eccellenza dei servizi prestati, la gratuità e
la convinzione che la cura sia una parte integrante della prevenzione. Il
commento del professor Leonardo Palombi, responsabile del programma Dream
della Comunità di Sant’Egidio:
“C’è un certo catastrofismo che ci fa dire che in fondo
nulla è possibile, che ormai l’epidemia è fuori controllo, che ormai il danno
per l’Africa è stato fatto. Non è così, ma proprio perché non è così noi
vogliamo coinvolgere in questa responsabilità tutti, anche le grandi case
farmaceutiche, le quali peraltro, portano ancora la responsabilità di quella
ulteriore, indispensabile ricerca che c’è da fare, sia per nuovi farmaci, per
farmaci più efficaci, più tollerabili, sia per prospettive come quella del
vaccino, ad esempio”.
La lotta all’Aids è possibile anche in Africa, è la
convinzione dei responsabili della Multinazionale del farmaco Boehringer
Ingelheim che hanno stretto una partnership con la Comunità di Sant’Egidio per
la fornitura della nevirapina, il farmaco utilizzato per bloccare la
trasmissione del virus da madre a figlio, il segno di una radicale inversione
nelle politiche delle Multinazionali farmaceutiche, come ci spiega anche Sergio
D’Agnotti della Boehringer Italia:
“Credo che tutte le Aziende che hanno prodotti per la
terapia dell’Aids abbiano trovato risposte al problema dell’accesso ai farmaci
nel Terzo Mondo. C’è, ad esempio, un accordo internazionale tra le più grandi
produttrici di farmaci anti-Aids, per cui da anni li forniscono nei vari Paesi,
che aderiscono al programma, ad un prezzo molto ridotto rispetto al prezzo che
viene praticato nel mondo Occidentale”.
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“DIO
SEMINA DI DOMENICA”: L’ULTIMO LIBRO DI PADRE VITO MAGNO
PER FAR RIFLETTERE DI PIU’ SULLA SACRA
SCRITTURA
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Intervista con l’autore -
“Dio semina di domenica”, ultima fatica editoriale di
Padre Vito Magno, direttore della Rivista Rogate, nostro collaboratore, giornalista
ed autore di programmi della Rai. Un libro per tutti, di commento alle letture
festive di questo Anno liturgico appena avviato, contrassegnato dalla parola
speranza, che domina nel Vangelo di Luca. Un testo per accompagnarci nel nostro
itinerario di vita con parole di saggezza e spirito vivace, non solo rivolto ai
credenti che non riflettono abbastanza
sui testi sacri. Roberta Gisotti ha intervistato l’autore.
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R. - Non è che i cristiani non lo facciano abbastanza, è
che molti non lo fanno proprio, perché la domenica, che dovrebbe sottolineare
il carattere sacro della festa come sosta anche di riposo, di ascolto, che
dovrebbe far bene anche alla salute, perché fermarsi e ricaricarsi di energia
interiore fa bene a chiunque, a chi crede e a chi non crede, purtroppo è
diventata una parentesi stressante, e allora, con questo libro, io vengo
incontro sia a quel pubblico che non va in chiesa, ma anche a quello che va in
chiesa, affinché nel corso della settimana rifletta sulle cose ascoltate la
domenica.
D. – Il Vangelo di Luca al centro di questo Anno Liturgico
appena iniziato e al centro di questo libro. Dunque, Luca, l’Apostolo che non
vide Gesù e che scrive il Vangelo soprannominato il Vangelo della speranza.
Padre Vito Magno, lei scrive nel libro che proprio la speranza è il sentimento
più in crisi ai nostri giorni, perché?
R. – C’è una disabitudine a sperare. Le speranze di oggi
sono tutte quelle di fiato corto: una vincita al super-enalotto, un viaggio
alle Maldive; invece la speranza, quella vera, quella basata su certezze che
non tramontano, le troviamo nella Sacra Scrittura che ci dice che bisogna
fidarsi di Dio che guida la storia e quindi abbandonarsi a Lui. Ricordiamo che
San Paolo, che poi era il Maestro di San Luca, dice che i non credenti sono
coloro che non hanno speranza.
D. – Padre Vito Magno, non c’è il rischio che i cristiani
si rinchiudano in se stessi e quindi, in qualche modo, si chiudano nel Tempio e
non vivano positivamente i segni dei tempi…
R. – Questo rischio non è di oggi, c’è sempre stato, ecco
perché io nel libro cerco di legare la Parola di Dio ai problemi della società
di oggi, ai problemi esistenziali, e anche personali.
D. – E’ un libro rivolto a tutti …
R. – Esattamente, anche a chi non ha fede, proprio perché
attraverso la Parola di Dio, e in questo caso quella di San Luca, che era un
convertito e quindi ci tiene molto all’apertura verso i non credenti, verso la
salvezza di tutti, ognuno possa poi cogliere qualcosa nella sua vita.
D. – ‘Speranza’ è una parola di cui oggi abbiamo più che
mai bisogno …
R. – E’ la più importante, oggi, in un momento di grande
disperazione per molti.
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IL
GENIO ARCHITETTONICO DI GAUDI’ E IL MODERNISMO CATALANO
IN MOSTRA A ROMA AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE
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Intervista con il prof. Fabio Benzi -
Gaudì, l’architetto geniale della “Sagrada Familia” è
protagonista a Roma di una mostra al Chiostro del Bramante sul “modernismo
catalano”. Inaugurata in questi giorni, la rassegna, che sarà aperta al
pubblico fino a febbraio, mira non solo a mostrare l’estro di un grande
artista, ma anche a ripercorrere i momenti salienti della fioritura culturale
che contraddistinsero Barcellona e la Catalogna, tra la fine dell’Ottocento e
la Prima Guerra Mondiale. Profondamente religioso, Gaudì era molto
devoto a san Filippo Neri. Nel luglio di quest’anno è stata aperta a Roma la causa di
beatificazione del grande architetto, dopo che nel maggio scorso si era
conclusa la fase diocesana. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Artista
immaginifico, fin da studente Gaudì dimostrò una creatività straordinaria.
Appassionato di estetica romantica, studiò in modo approfondito la scultura
gotica, così presente nel suo capolavoro: la cattedrale della “Sagrada
Familia”, simbolo incontrastato della Barcellona contemporanea. Cattolico
fervente, grande innovatore, trovò nel conte Guell il suo mecenate. Da allora,
divenne l’architetto più conteso della borghesia catalana e, a cavallo tra
Ottocento e Novecento, segnò in modo indelebile il panorama artistico di
Barcellona. Lo stile e il genio di Gaudì sono dunque presenti alla mostra
romana, attraverso numerose opere come sottolinea il professor Fabio Benzi,
direttore artistico del Chiostro del Bramante:
R. - Siamo riusciti ad ottenere in prestito circa l’80 per
cento delle opere che potevano essere spostate, ovviamente, perché Gaudì è un
architetto. Ci sono degli elementi architettonici straordinari, come delle
sedie che sono vere e proprie sculture. Ci sono dei cancelli in ferro battuto,
delle porte. Poi ci sono anche due bellissimi Picasso del primo periodo, e
tanti altri artisti, che sono i grandi protagonisti di quell’epoca.
D. – Dicendo Gaudì chiaramente il pensiero corre alla
Sagrada Familia. La mostra, dunque, è anche un omaggio alla dinamicità artistica
di Barcellona?
R. – Sicuramente, perché Barcellona ha avuto nella figura
di Gaudì il suo più grande interprete. Nella sua dinamicità economica, sociale
Barcellona ha permesso, in quell’epoca, anche all’arte di Gaudì di fiorire.
Probabilmente Gaudì in una zona più provinciale non si sarebbe mai potuto
esprimere con una libertà e una genialità tali.
D. – Il Modernismo catalano non fu solo un fenomeno
artistico, ma anche una vera e propria moda. Quali le ragioni?
R. – Quest’alta borghesia catalana, che si sviluppa
proprio verso la fine dell’Ot-tocento, ricerca un corrispettivo estetico.
Quindi, si ritrova in questa corrente del Modernismo, e cioè in una corrente
che vuole essere fin dal nome moderna, uno specchio per se stessa nel quale
riflettersi.
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6
dicembre 2003
- A cura di Amedeo
Lomonaco -
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KHARTOUM.
= Dopo 20 anni di guerra civile, oltre due milioni di morti e centinaia di migliaia
di profughi causati dal drammatico conflitto tra ribelli e governo, si
accendono speranze di pace per il Sudan. Nuovi sforzi per la riconciliazione
hanno infatti accompagnato il primo viaggio, a Khartoum, di una delegazione dei
miliziani dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) che dal 1983 chiede
l’autonomia dei territori meridionali. I ribelli sono stati ricevuti dalle
autorità del regime islamico guidato dal presidente del Sudan, Omar el Bashir. “E’ questo il segnale – ha spiegato all’Agenzia
missionaria Misna il vescovo di Rumbek, mons. Cessare Mazzolari – che sono
cadute alcune rigidità e pregiudizi che ostacolavano un più profondo dialogo,
ma soprattutto è un passo decisivo per allargare il fronte dei negoziatori a
più protagonisti”. L’arrivo
nella capitale sudanese della delegazione di miliziani è avvenuto in
concomitanza con l’apertura dell’ultima fase di colloqui a Naivasha, città del Kenya a circa 90 chilometri da Nairobi, dove in queste ore
stanno entrando nel vivo i negoziati per raggiungere l’atteso accordo di pace
tra il governo di Khartoum e gli indipendentisti del Sud. Il processo di
negoziazione, ha interessato, fino ad oggi, solo il leader dei ribelli John
Garang, ed il vicepresidente dell’esecutivo sudanese, Ali Osman Taha. “Il
coinvolgimento di nuovi soggetti a Kartoum – ha aggiunto mons. Mazzolari –
offre la possibilità di includere altre voci e arrivare ad una pace
maggiormente condivisa”. Il presule rimarca, inoltre, come debba essere
assolutamente evitato il rischio di emarginare alcune importanti realtà del Paese
dalle trattative. “Sarebbe importante – ha precisato – che la società civile
del Sudan e la Chiesa, esclusi finora dal negoziato, avessero invece la
possibilità di portare il loro concreto contributo alla pace”. (A.L.)
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AVVIATA
NELLA COSTA RICA, PAESE CHE HA TRASFORMATO LE CASERME IN MUSEI
E CENTRI CULTURALI, UNA
BRILLANTE INIZIATIVA
PER CHIEDERE AD ALTRI
STATI LATINO AMERICANI DI RINUNCIARE AI LORO ESERCITI
SAN JOSE’. = “Voci dal mondo a favore della
demilitarizzazione”. E’ questo il titolo del programma promosso dal ministero
costaricano della Cultura al quale ha aderito l’arcivescovo di San Josè, mons.
Hugo Barrantes. L’iniziativa ha come obiettivo quello di chiedere ai governanti
latinoamericani l’abolizione delle loro forze armate, così come prevede il
modello normativo della Costa Rica. Oltre 50 anni fa l’esecutivo di San Josè
decise di trasformare le caserme in musei e centri culturali. Mons. Barrantes
si è inoltre complimentato con i politici che decisero di rinunciare
all’esercito dimostrando che i valori umani possono prevalere e che la pace
nasce solo dai cuori delle persone. Il messaggio del presule sarà trasmesso via
internet e in video nei principali musei della capitale insieme a testimonianze
di altri rappresentanti istituzionali, nazionali e internazionali, tra cui
quella del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Secondo i dati
delle Nazioni Unite, ogni anno si spendono seicento milioni di dollari per
fabbricare armi mentre oltre un miliardo e duecento milioni di persone
sopravvivono con meno di due dollari al giorno. (A.L.)
L’HANDICAP DEVE ESSERE
PRESENTE IN TUTTE LE POLITICHE. E’ QUANTO EMERGE
NELLA CONFERENZA DI
CHIUSURA DELL’ANNO EUROPEO DEI DISABILI
CHE SI CONCLUDE DOMANI
A ROMA
ROMA. = L’Europa marcia verso politiche trasversali
in tema di disabilità e il 2003 può essere “l’anno di svolta”. E’ la
convinzione espressa dagli organismi istituzionali dell’Unione Europea, le
associazioni europee di categoria e il governo italiano nella Conferenza di
chiusura dell’Anno europeo delle persone con disabilità che si è aperta ieri a
Roma. Dalle mille iniziative che si sono svolte in Europa quest’anno - ha detto
il vicepresidente del Parlamento europeo, Guido Podestà - “occorre ora
declinare le azioni da mettere in campo a medio e lungo termine, in modo trasversale
e in tutte le materie; solo così potrà esserci un salto di civiltà”. “L'handicap
– ha inoltre sostenuto il vice presidente del Forum europeo persone con
disabilità, Marie Therese Kempneers - deve essere presente in tutte le
politiche. Nessuna decisione deve poi essere presa senza coinvolgere direttamente
i disabili e i loro familiari”. Alla Conferenza, che si conclude domani,
partecipano 500 delegati provenienti dai vari Stati membri, compresi i Paesi candidati
all’Ue e i Paesi aderenti all’Associazione europea di libero scambio (Efta).
(A.L.)
IN
NEPAL AUMENTANO GLI SCOMPARSI TRA MILITARI E GUERRIGLIERI.
LO RILEVA LA
COMMISSIONE NEPALESE PER I DIRITTI UMANI
KATMANDU. = Sono oltre 700, tra esponenti delle
forze di sicurezza e ribelli, le persone scomparse negli ultimi quattro anni in
Nepal, Paese che dal 1996 è teatro di una sanguinosa guerriglia. Lo ha riferito
in questi giorni la ‘Commissione nazionale per i diritti umani’ (Nhrc),
l’organismo nepalese in difesa dei diritti umani che ha iniziato a contare le
persone scomparse a partire dal 2000. “Ci fa seriamente preoccupare - ha detto
Nain Bahadur Khatri, presidente della Nhrc - che le sparizioni avvengano in
modo così frequente in un Paese democratico come il nostro”. Khatri ha poi
rilevato che, dal crescente numero di persone scomparse, si deduce che entrambe
le parti - esercito e guerriglia – stiano adottando soluzioni “militari”. Il
presidente della Commissione ha infine fatto sapere che il problema delle
sparizioni sarà il primo punto che l’organismo affronterà in occasione del
prossimo 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. (A.L.)
FESTEGGIAMENTI A ROMA PER IL 40.MO DI FONDAZIONE
DELL’UNIVERSITÀ
CATTOLICA UCRAINA DI SAN CLEMENTE PAPA
ROMA. = La Chiesa greco-cattolica ucraina
festeggia, oggi e domani, il 40.mo
anniversario della fondazione della propria Università, dedicata a san Clemente
Papa. Nata a Roma per volere del cardinale Josif Slypj nel 1963, l’Università
si è progressivamente consolidata divenendo un punto di riferimento culturale
ed educativo dopo l’indipendenza dell’Ucraina dalla Russia. A questi 40 anni di
storia, l’ateneo romano ha dedicato due giorni di studi, che sono stati aperti,
stamani, dal cardinale Lubomyr Husar e dal rettore Boys Gudziak. Gli aspetti
storici della fondazione e dell’attività dell’Università cattolica ucraina a
Roma e l’importanza della scienza teologica della Chiesa in Ucraina e oltre i
suoi confini sono i temi centrali dei due giorni di lavoro. La Chiesa
greco-cattolica dell’Ucraina è tra le Chiese dell’Est che hanno pagato il più
alto tributo di sangue. Prima perseguitati dai cosacchi, poi dagli zar ed
infine dai comunisti, i greco-cattolici hanno riconquistato la libertà di culto
nel 1989 con la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina. “Per noi è stato
come uscire dalle catacombe” ha commentato il cardinale Husar ritornando in
patria dopo un lungo esilio per guidare una comunità di 5 milioni di persone su
una popolazione di 48 milioni di abitanti. (A.L.)
ROMA.
= E’ in corso a Roma nella sede della Curia generalizia delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, il ramo femminile della famiglia salesiana, un seminario di
approfondimento sui temi emersi nell’ultimo Capitolo generale della
congregazione. L’incontro si propone di
potenziare il coordinamento delle religiose presenti nei 5 continenti,
oltre 15 mila con più di 1500 case, nei settori della evangelizzazione,
educomunicazione e interculturalità. La Superiora generale, Madre Antonia Colombo,
in apertura dei lavori, ha parlato di “pedagogia della comunione” ossia “pedagogia dei gesti” che traggono la loro
forza “dallo sguardo contemplativo”.
Per questo – ha affermato – “noi, Figlie di Maria Ausiliatrice, crediamo che la
nostra vita si debba radicare nell’esperienza di Dio-Trinità, sentito, toccato,
contemplato nel volto di Cristo, riconosciuto nei volti delle sorelle e dei
fratelli, accolto nella storia di ogni giorno”. Perciò “la buona notizia è il
gesto” e “la pedagogia dei volti, che profuma il Vangelo, ci parla di
concretezza e di quotidianità”. (S.C.)
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6
dicembre 2003
- A cura di Barbara Castelli -
Alla
vigilia del voto di domani per il rinnovo della Duma (camera dei deputati), la
Russia piomba nel pericolo terrorismo. Una bomba ad orologeria è stata disinnescata
stamani su un convoglio ferroviario nella regione di Krasnodar, nella Russia
meridionale, proprio mentre si piangono le vittime dell’ultimo attentato della
guerriglia cecena, che ieri mattina ha colpito un treno nel Caucaso: 42 i morti
ed almeno 220 i feriti. Ma sulla tornata elettorale di domani, il servizio di
Giuseppe D’Amato:
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Domani i partiti dovranno prima di
tutto battere l’astensionismo, che si annuncia assai elevato. Sono 23 i blocchi
e i Partiti in lizza per i 225 seggi assegnati con il sistema proporzionale,
gli altri 225 sono definiti con quello maggioritario. Per entrare alla Duma, la
Camera Bassa del Parlamento russo, le varie liste dovranno superare la barriera
del 5 per cento. Secondo gli ultimi sondaggi, il Partito del Cremlino, Russia
Unita, e i comunisti sono ampiamente in testa. Segue il voto contro tutti, una
possibilità accordata dalla legislazione russa agli elettori, ben più
consistente dei Partiti riformisti liberali di Yabloko ed Sps e dei
nazionalisti di Vladimir Zhirinovski. Partecipa alla consultazione anche una
lunga serie di formazioni populistiche nazionalistiche, con pochissime
possibilità di ottenere dei seggi. Undici sono i fusi orari ed oltre un
centinaio di milioni gli elettori. Come sempre, in Russia, le cose si fanno in
grande.
Da Mosca, per la Radio Vaticana,
Giuseppe D’Amato.
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Dubbi e ombre sul processo di pace per il Medio Oriente. I
rappresentanti delle 12 fazioni palestinesi riuniti al Cairo sembrano essere
vicini ad un accordo per una “tregua reciproca e condizionata” con Israele. Lo
hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi a Gaza, in contatto con i
partecipanti ai colloqui. Il gruppo di guerriglia della Jihad Islamica,
tuttavia, ha reso noto che esclude di poter aderire ad un accordo, minacciando
nuovi attentati contro lo stato ebraico. Nei territori, intanto, la situazione
resta tesa: due palestinesi sono morti oggi nella Striscia di Gaza, sotto i
colpi dell’esercito israeliano.
E’ di
almeno 18 feriti il bilancio della forte esplosione che ha scosso stamani il
centro di Kandahar, in Afghanistan. Secondo una prima ricostruzione la
deflagrazione sarebbe stata causata da una bicicletta-bomba, piazzata ad uno
degli incroci più frequentati della località meridionale. Kandahar è stata in
passato una delle roccaforti dei Taleban, quando questi avevano il controllo
dell’Afghanistan.
Visita a sorpresa oggi a Kirkuk, in Iraq, del segretario
alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Quest’ultimo, alla sua terza visita nel
Paese dalla caduta del regime di Saddam Hussein in aprile, si è recato
successivamente anche a Baghdad, dove si è registrato un nuovo episodio di
violenza. L’ex direttore della sicurezza della capitale sotto il regime del
Raìs, il generale Khalaf al Aloussi, è stato ucciso oggi da sconosciuti nella
sua abitazione.
Maggiori misure di fiducia
reciproca in tutti gli ambiti; ferma condanna del terrorismo sotto tutte le
forme; ed ancora la creazione di una zona maghrebina di libero scambio. Questo,
in sintesi, il contenuto della dichiarazione di Tunisi, siglata oggi a conclusione
del primo summit dei capi di Stato e di Governo del “dialogo 5+5” tra i Paesi
del Mediterraneo occidentale. Tunisia, Algeria, Libia, Marocco e Mauritania,
per il Maghreb; e Italia, Francia, Spagna, Malta e Portogallo per l’Europa sono
stati i Paesi che hanno partecipato alla due giorni di lavoro.
In
Costa d’Avorio, l’esercito fedele al presidente in carica, Laurent Gbagbo, si è
ritirato verso sud, rispettando gli accordi presi con le forze ribelli antigovernative
che controllano aree al nord del Paese. A questo dovrà seguire l’effettivo
disarmo dei guerriglieri. La situazione, comunque, rimane tesa: anche ieri ad
Abidjan, infatti, sono scoppiati incidenti tra fazioni diverse della polizia locale.
In Italia, a Roma, oggi i sindacati sono scesi in piazza per manifestare contro
la Finanziaria e la riforma delle pensioni del governo Berlusconi. Un milione
le persone stimate. Tre cortei si sono mossi dalle stazioni Termini, Tiburtina
ed Ostiense, per confluire poi a piazza san Giovanni. Palazzo Chigi ha subito
replicato per bocca del vicepremier, Gianfranco Fini, affermando che “il
governo non cederà alla piazza”. Il
servizio di Alessandro Guarasci:
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Il sindacato serra le fila e porta oltre un milione di
persone a Roma. Migliaia di bandiere, carri che diffondono musica,
saltimbanchi: tutto questo per attirare l’attenzione del Paese sulla Riforma
delle pensioni che Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di ritirare. In piazza
non solo tanta gente comune ma anche uomini di spettacolo, intellettuali ed
esponenti di tante altre associazioni. Per il leader della Uil Angeletti, il
Governo non vuole scontentare le imprese e così tocca le pensioni. Dunque,
bisogna lottare contro l’evasione fiscale e previdenziale. Angeletti ha poi
definito “demente chi pensa che chi fa un lavoro usurante possa andare in
pensione a 65 anni”. Secondo Sabino Pezzotta, segretario generale della Cisl,
“non si può ignorare più di un milione di persone che scendono in piazza e, comunque
- ha assicurato Pezzotta - il sindacato non si fermerà anche se l’esecutivo ha
dato un colpo mortale alla concertazione”. Per Pezzotta, poi, Berlusconi deve
prestare maggior attenzione alle famiglie, soprattutto laddove c’è un disabile.
Guglielmo Epifani, leader della Cgil, ha duramente attaccato il Governo, reo di
aver fatto una riforma delle pensioni senza consultare le parti sociali e che
di fatto ha stravolto la precedente riforma fatta da Dini. Forti critiche, poi,
a Bossi, che ieri aveva definito “bingo bongo” gli immigrati. Serve, inoltre,
per Epifani, che l’esecutivo cambi radicalmente politica economica e sociale,
rilanciando lo stato sociale. Ora, appunto, la parola passa al Governo e
vedremo come risponderà a questa manifestazione.
Da Piazza San Giovanni, Alessandro Guarasci, Radio
Vaticana.
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Nulla di fatto ai colloqui tra
la presidente dello Sri Lanka, Chandrika Kumaratunga, e il primo ministro,
Ranil Wickremesinghe, per cercare di risolvere la crisi politica scoppiata oltre
un mese fa nel Paese asiatico. La crisi è esplosa lo scorso 4 novembre, quando
la presidente ha destituito tre importanti ministri (Difesa, Interni e
Comunicazione), per poi sospendere il parlamento per due settimane. Il colpo di
mano è stato realizzato in polemica con Wickremesinghe, del quale la presidente
non approva la gestione del processo di pace con le “Tigri per la liberazione
della patria tamil” (Ltte). L’unico punto sul quale Kumaratunga e
Wickremesinghe hanno trovato un’intesa è la decisione di rivedersi il 10
dicembre prossimo, per poi concludere la tornata di colloqui a due entro il 15
dicembre.
“Si tratta di una provocazione pericolosa”. Così la Cina
ha commentato la proposta del presidente di Taiwan, Chen Shi bian, di
organizzare un referendum sulla sovranità dell’isola, separata di fatto dal
continente dalla presa del potere dei comunisti in Cina, nel 1949. Il
Quotidiano del popolo, l’organo del partito comunista di Pechino, ha dichiarato
che la proposta di un referendum in marzo, in concomitanza con le elezioni
presidenziali a Taiwan, viola un impegno precedente a non promuovere alcuna
consultazione referendaria per cambiare lo status quo esistente tra Taipei e
Pechino.
Vittime e ingenti danni materiali in Honduras per le
piogge incessanti che da una settimana stanno cadendo sul Paese. Le alluvioni,
secondo quanto hanno riferito le autorità locali, hanno causato la morte di sei
persone mentre 12 mila sono rimaste isolate in località sommerse dalle acque.
Ponti, autostrade e acquedotti sono stati distrutti o posti fuori uso in
diverse regioni.
Starebbe per essere sostituito nel suo incarico
l’ambasciatore iraniano presso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica
(Aiea), Ali Akbar Salehi. Lo ha riferito lo stesso diplomatico, criticando il
ministro degli Esteri di teheran, Kamal Kharrazi. Salehi ha detto che già da
molti mesi si era detto pronto a lasciare l’incarico, ma che gli era stato
chiesto di rimanere mentre l’Iran era impegnato in un delicato confronto con
l’Aiea in merito al suo programma nucleare.
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