RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 337- Testo della
Trasmissione di mercoledì 3 dicembre 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Concluso il Sinodo
Caldeo in Vaticano
Intervento della Santa Sede
alla Fao.
OGGI IN PRIMO PIANO:
Oggi, Giornata internazionale delle persone disabili:
intervista con l’avvocato
Salvatore Nocera
In corso a Yaoundé il III
vertice “Africités”: ai nostri microfoni padre Giuseppe Caramazza
CHIESA E SOCIETA’:
Sempre più difficile la vita in Iraq per la comunità
cristiana
Ha
preso il via ieri in Myanmar una nuova missione di Amnesty International
Ennesimo giornalista assassinato nelle Filippine,
il settimo da inizio anno.
No
al muro in Cisgiordania, a terrorismo, xenofobia, antisemitismo: è quanto
emerge dal vertice Euromed a Napoli
In
Costa d'Avorio repressa con gas lacrimogeni la manifestazione contro i militari
francesi
E’
accidentale l’esplosione nella sede
Shell a Karachi che ha provocato almeno due morti.
3
dicembre 2003
LA
PRESENZA DI DIO CHE RIGENERA E SOSTIENE L’UMANITA’,
MENTRE
AVANZA NEL DESERTO DELLA STORIA:
IN
AULA PAOLO VI, L’UDIENZA GENERALE DEL PAPA SUI SALMI DEI VESPRI
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
**********
La Terra promessa e il cammino attraverso il deserto, il
passaggio del Mar Rosso e il miracolo della manna, l’esperienza del Sinai e la
vista del fiume Giordano, che annuncia al popolo ebraico, scampato alla
persecuzione egiziana e alle insidie della sua lunga marcia, che la meta è
raggiunta. Con rapide pennellate, il Salmo 113 A - oggetto della catechesi di
Giovanni Paolo II all’udienza generale di oggi in Aula Paolo VI - racconta le
pagine immortali dell’Esodo, celebra la grandezza di Dio, ma diventa anche per
i cristiani “figura di un’altra liberazione più radicale e universale”: quella
dalla morte e dal peccato segnata dalla risurrezione di Cristo.
(musica)
Davanti alle circa seimila persone presenti all’udienza
del mercoledì, il Papa ha proseguito la sua articolata riflessione sui Salmi e
sui cantici che compongono la liturgia dei Vespri. Il Pontefice ha mostrato
come la poesia del Salmo 113 A si sviluppi secondo i canoni descrittivi
dell’epoca, dove la natura e la fauna esprimono sentimenti propri, in sintonia
con quelli del popolo di Israele: i colli e gli agnelli sussultano di gioia, i
monti stessi - ha osservato il Papa, riferendosi all’incontro tra Dio e Mosè -
partecipano “alla grande rivelazione divina che si compie sulle loro cime”.
Dietro ogni evento straordinario che costella la Pasqua ebraica, ha affermato
Giovanni Paolo II, si scorge la presenza di un Dio sempre vicino ai suoi figli.
Come nell’episodio dell’acqua scaturita dalla rupe di Meriba:
“Dio trasforma la roccia in una sorgente d’acqua, che
diventa un lago: alla base di questo prodigio c’è la sua premura paterna nei
confronti del popolo.”
“Il gesto acquista, allora - ha concluso il Papa - un
significato simbolico: è il segno dell’amore salvifico del Signore che sostiene
e rigenera l’umanità mentre avanza nel deserto della storia”.
Pur facendosi aiutare nella lettura delle sintesi della
catechesi nelle varie lingue, Giovanni Paolo II non ha mancato di salutare
personalmente i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Simpatico
l’abbraccio che una piccola bimba polacca ha riservato al Papa, il quale in
precedenza aveva ampliato con i suoi connazionali i confini della catechesi,
soffermandosi anche sul senso dell'Avvento. In inglese, il Pontefice ha
riservato un saluto particolare ai partecipanti all’assemblea generale, in
corso a Roma, delle Organizzazioni cattoliche internazionali, ricevuti ieri
mattina in udienza.
**********
IL PROGRESSO SCIENTIFICO NEL CAMPO DELL’INGEGNERIA
GENETICA
RISPETTI LA DIGNITA’ E I DIRITTI DELLA PERSONA:
COSI’
IL PAPA NEL MESSAGGIO PER LA PROSSIMA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Il Papa incoraggia il progresso scientifico nel
campo dell’ingegneria genetica purchè rispetti la dignità e i diritti della
persona. E’ quanto si legge nel messaggio, pubblicato oggi, che Giovanni Paolo II ha scritto per la
Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà l’11 febbraio dell’anno prossimo
nel santuario di Lourdes. Il servizio di Sergio Centofanti.
**********
“Ogni autentico progresso” nel campo della
conoscenza scientifica della vita “non
può che essere incoraggiato, purché rispetti sempre i diritti e la dignità
della persona fin dal suo concepimento”.
Il Papa parla dell’ingegneria
genetica e delle straordinarie possibilità che la scienza oggi offre di
intervenire sulle fonti stesse della vita: “nessuno - tuttavia - può arrogarsi la facoltà di distruggere o di
manipolare indiscriminatamente la vita dell’essere umano”. La vita va accolta,
rispettata e difesa dal suo inizio fino al suo naturale tramonto. Con essa va
tutelata la famiglia, culla di ogni vita nascente. Giovanni Paolo II esprime
quindi la sua riconoscenza a quanti si dedicano alla messa a punto di nuovi
farmaci e a coloro che curano la produzione di medicine accessibili anche ai
meno abbienti.
La Giornata Mondiale del
Malato avrà luogo a Lourdes, in Francia, dove la Vergine, apparsa l’11 febbraio
del 1858, rivelò di essere l’Immacolata Concezione: e la scelta di questo
santuario è stata fatta proprio perché l’anno prossimo ricorrono i 150 anni
dalla proclamazione di questo dogma da parte di Pio IX. Con l'Immacolata
Concezione - ha detto il Pontefice - ha avuto inizio la grande opera della
Redenzione, che si è attuata nel sangue prezioso di Cristo. “Se Gesù è la
sorgente della vita che vince la morte, Maria è la madre premurosa che viene incontro
alle attese dei suoi figli, ottenendo per essi la salute dell’anima e del corpo.
E’ questo il messaggio che il Santuario di Lourdes costantemente ripropone ai
pellegrini. Questo è anche il significato delle guarigioni corporali e spirituali
che si registrano alla grotta di Massabielle” .
Il Papa si sofferma poi sul
senso della sofferenza umana: “dal paradosso della Croce - sottolinea -
scaturisce la risposta ai nostri più inquietanti interrogativi. Cristo soffre
per noi: Egli prende su di sé la sofferenza di tutti e la redime. Cristo soffre
con noi, dandoci la possibilità di condividere con Lui i nostri patimenti.
Unita a quella di Cristo, l’umana sofferenza diventa mezzo di salvezza”. Ogni
cristiano - esorta infine il Papa - possa “testimoniare che l’unica risposta autentica
al dolore, alla sofferenza ed alla morte è Cristo, nostro Signore, morto e
risorto per noi”.
**********
FORNIRE
NUOVO IMPULSO ALLO STUDIO E ALL’USO LITURGICO DELLA MUSICA SACRA,
CHE SA
ESPRIMERE ATTRAVERSO L’ARTE LE PROFONDITA’ DEI MISTERI DI FEDE.
COSI’
IL PAPA NEL CHIROGRAFO DEDICATO AI CENTO ANNI
DAL MOTU
PROPRIO DI SAN PIO X
- A
cura di Alessandro De Carolis -
“La tradizione musicale di tutta la Chiesa costituisce un
patrimonio di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni
dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è
parte necessaria e integrante della liturgia solenne”. L’affermazione del
documento conciliare sulla Liturgia - la Costituzione Sacrosanctum
Concilium - è rilanciata
da Giovanni Paolo II all’inizio del suo chirografo, dedicato al centenario del Motu
proprio di San Pio X intitolato “Tra le sollecitudini”. Un documento con il
quale, all’inizio del 20.mo secolo, Papa Pio X fornì precise indicazioni per il
rinnovamento della musica sacra nelle funzioni religiose. Un problema che non
ha perso di attualità, ribadisce Giovanni Paolo II nei 15 punti del suo
chirografo.
Il Papa ricorda di aver sottolineato in varie occasioni la
necessità “di purificare il culto da sbavature di stile, da forme trasandate di
espressione, da musiche e testi sciatti e poco adatti dalla grandezza del rito
che si celebra”. Ma quali sono le qualità che la musica sacra deve avere per
assolvere realmente alla sua funzione? Giovanni Paolo II le enumera, partendo
dal “supremo modello” offerto dal canto gregoriano, riconosciuto dal Vaticano
II come “il canto proprio della liturgia romana”. La musica sacra deve avere
anzitutto come punto di riferimento la “santità”, e quindi possedere “senso
della preghiera, della dignità e della bellezza” per poter esprimere la
profondità dei misteri di fede. Deve poi essere universale, e dunque la riforma
liturgica - afferma il Pontefice - deve anche rispondere a “legittime esigenze
di adattamento e di inculturazione”. Perché ciò sia possibile, così come
riconosciuto dal Concilio, non hanno perso la loro funzione di “guida e di
sostegno” le scholae cantorum, la cui stessa esistenza rimanda
all’urgenza, scrive Giovanni Paolo II, di promuovere - nel campo - “una solida
formazione sia dei pastori che dei fedeli laici”, oltre che l’istituzione in
ciascuna diocesi, laddove manchi, di una commissione speciale di persone
competenti in materia.
Il Papa si sofferma anche sul canto popolare religioso,
sugli strumenti musicali - tra i quali spicca l’eccellenza dell’organo a canne
- e sulle forme e i repertori della musica moderna, quest’ultima non
disdicevole in materia di accompagnamento di una funzione religiosa quando –
asserisce – sia “rispettosa sia dello spirito liturgico che dei veri valori
dell’arte”. L’auspicio finale del chirografo è un invito ai cultori della
musica sacra, perché diano nuovo slancio “a un settore di così vitale rilievo”,
e a tutti i credenti, chiamati a sperimentare, attraverso il canto sacro, la ricchezza
della fede. “Si potrà così raggiungere, grazie al concorde impegno di
pastori d'anime, musicisti e fedeli – conclude Giovanni Paolo II - quello che
la Costituzione Sacrosanctum Concilium qualifica come vero “fine della
musica sacra”, cioè “la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli”.
NOMINE
In Italia, Giovanni Paolo II ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Treviso, presentata
per raggiunti limiti di età dal vescovo Paolo Magnani. Al suo posto, il Papa ha
nominato il 55.enne mons. Andrea Bruno Mazzocato, finora vescovo di
Adria-Rovigo. Originario del trevigiano, il presule è stato, dal ‘77 al 2001,
docente di Teologia Dogmatica presso lo Studio Teologico del Seminario di
Treviso, oltre ad assumere anche l'incarico di padre spirituale nel Seminario
Maggiore diocesano.
Sempre in Italia, il Pontefice ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Vittorio Veneto, presentata per limiti di
età dal vescovo Alfredo Magarotto. Al suo posto, Giovanni Paolo II ha nominato
vescovo della diocesi di Vittorio Veneto mons. Giuseppe Zenti, finora vicario
generale della diocesi di Verona. Il nuovo presule, 56 anni, ha conseguito la
laurea in Lettere all'Università di Padova, discutendo una tesi su
Sant'Agostino.Tra i vari incarichi ricoperti è stato anche consulente
ecclesiastico dell'Uciim di Verona.
Ancora in
Italia, il Papa ha accettato la rinuncia dal governo pastorale della diocesi di
Cesena-Sarsina, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Lino Esterino
Garavaglia, dei Francescani minori. Al suo posto, il Pontefice ha nominato
mons. Antonio Lanfranchi, finora vicario generale della diocesi di
Piacenza-Bobbio. Mons. Lanfranchi, piacentino, 57 anni, ha frequentato la
Pontificia Università Gregoriana e la Pontificia Università Salesiana,
conseguendo i titoli accademici in Teologia Biblica e in Scienze
dell'Educazione con specializzazione in Catechetica. Molto attivo nella
pastorale giovanile, dall’88 al ’96 ha svolto l’incarico di assistente centrale
Giovani dell'Azione Cattolica Italiana. Nello stesso periodo, per tre anni, è
stato docente di Pastorale giovanile presso l'Istituto Ecclesia Mater
della Pontificia Università Lateranense.
In Brasile, Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Paranavaí, presentata per limiti di età dal
vescovo Rubens Augusto de Souza Espínola. Al suo posto, il Santo Padre ha
nominato il 49.enne mons. Sérgio Aparecido Colombo, finora ausiliare di São
Carlos. Più volte parroco, il neopresule ha svolto anche gli uffici di
coordinatore diocesano della pastorale e di vicario generale di Limeira.
CREAZIONE DI PROVINCIA
ECCLESIASTICA
In Madagascar,
il Santo Padre ha creato la nuova
Provincia ecclesiastica di Toliara, dividendola dalla Provincia ecclesiastica
di Fianarantsoa. Allo stesso tempo, Giovanni Paolo II ha nominato primo
arcivescovo metropolita di Toliara, il gesuita mons. Fulgence Rabeony, finora
vescovo della medesima diocesi.
La nuova
Provincia ecclesiastica, dislocata nella parte sudoccidentale del Madagascar,
comprenderà le diocesi suffraganee di Morombe, Morondava, Tôlagnaro. Evangelizzata nel 1845 dai Gesuiti e dai
Lazzaristi, ha una superficie di 43mila 500 Kmq e 750 mila abitanti, dei quali
86 mila cattolici, 15 parrocchie, 120 centri missionari, 38 sacerdoti (10
diocesani e 28 religiosi), 240 religiose e 22 seminaristi maggiori.
CONCLUSO IL SINODO DEI VESCOVI DELLA CHIESA CALDEA
Si è
concluso oggi il Sinodo dei vescovi della Chiesa caldea per l’elezione del patriarca
di Babilonia dei caldei, convocato da Giovanni Paolo II in Vaticano in seguito
alla morte di Sua Beatitudine Raphael I Bidawid. Si è adesso in attesa che il Papa esprima la sua
comunione con il Sinodo per la scelta
del nuovo patriarca il cui nome verrà poi reso noto.
INTERVENTO
DELLA SANTA SEDE ALLA CONFERENZA DELLA FAO A ROMA:LA FAME E’ UN’EVIDENTE
NEGAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA
“La
fame e la malnutrizione costituiscono una evidente negazione dei diritti fondamentali
della persona”. Così mons. Renato Volante, capo della Delegazione della Santa
Sede nel suo intervento alla 32.ma sessione della Conferenza di governo della
Fao, in corso a Roma fino al 10 dicembre, in cui ha parlato di sviluppo
sostenibile, di una politica più giusta e di una distribuzione delle risorse
più equa. Il servizio di Dorotea Gambardella.
**********
In vista dell’obiettivo della sicurezza alimentare
mondiale, mons. Volante ha sottolineato l’importanza di “una solidarietà
concreta, fatta di proporzionale apporto alle risorse di bilancio”, e la
necessità del “sostegno alle attività artigianali e al settore dell’agricoltura
in piccola scala, che costituiscono la realtà economica di base per gran parte
dei Paesi in via di sviluppo”. Ma per la Santa Sede, ha detto, “il riferimento
a una generica sostenibilità non è sufficiente, se non si collega a quella
sostenibilità umana”, da cui deriva innanzitutto “il diritto delle popolazioni
rurali a partecipare all’elaborazione dei Piani”. Ancora, ha precisato che la
sostenibilità va letta soprattutto nel rapporto tra “uso delle risorse e la
loro ricostituzione”. Sono dunque da condannare le attività che recano danno
alla biodiversità “riducendo la molteplicità delle specie e limitando quindi i
regimi alimentari di interi popoli”. Mons. Volante ha poi parlato della
responsabilità che ciascun Paese deve assumersi nella gestione delle cause
della malnutrizione determinate dalla volontà umana, quali ad esempio i
conflitti e la discriminazione verso le minoranze. “L’assenza di una
regolamentazione in tale ambito determina il rischio dell’esclusione dai
meccanismi di produzione, di quei Paesi che non possono controllare le proprie
risorse”, ha rilevato. A tal proposito “diventa imprescindibile una scelta
etica che impegni gli tati a recepire il principio dell’equa condivisione delle
risorse del Creato”. Secondo il Capo della delegazione della Santa Sede,
“l’obiettivo di dimezzare il numero di persone sottonutrite nel mondo – che
peraltro oggi sembra più lontano – non deve indurre a trascurare la restante
metà di affamati, che ha un diritto naturale di essere considerata”. Infine
circa la relazione tra produzione e commercio, mons. Volante ha dichiarato che
i piani per la sicurezza alimentare “non pongono misure discriminatorie verso le
risorse e le tecniche di lavorazione delle nuove biotecnologie, ma richiedono
piuttosto una maggior diffusione d’informazioni per evitare ogni genere di
rischio per la salute umana”.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo
"L'Immacolata Concezione è l'alba promettente del giorno radioso di
Cristo": il Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale del
malato 2004, che si celebrerà a Lourdes nel 150 anniversario del dogma dell'Immacolata.
Nelle vaticane, la catechesi e
la cronaca dell'udienza generale.
Il Messaggio del Santo Padre
per il centenario del Motu Proprio "Tra le sollecitudini" sulla
musica sacra.
Nelle estere, riguardo al
Medio Oriente si sottolinea che a Washington rappresentanti delle tre religioni
monoteistiche chiedono agli Stati Uniti un maggiore impegno per la pace.
Per la rubrica
dell'"Atlante geopolitico", un articolo di Marcello Filotei dal
titolo "Medio Oriente: speranze dall'Intesa di Ginevra".
Iraq: il Premier Aznar esclude
il ritiro delle truppe spagnole.
Nella pagina culturale, un
articolo di Franco Lanza sul volume "Figure femminili del sapere" di
Patrizia Caraffi.
Nelle italiane, in primo piano
il Ddl Gasparri: via libera dal Senato tra le polemiche.
=======ooo=======
3
dicembre 2003
OGGI, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE
DISABILI:
AL DI
LA’ DELLE CELEBRAZIONI, A CHE PUNTO SIAMO
NEL
CAMMINO DI REALE INTEGRAZIONE SOCIALE?
-
Intervista con Salvatore Nocera -
“La nostra voce”, è il tema scelto quest’anno dalle
Nazioni Unite per la Giornata internazionale dei disabili che si celebra oggi
per richiamare l’attenzione su quante persone sono afflitte da handicap:
uomini, donne, bambini, anziani con pari dignità, pari diritti e pari
aspettative di benessere, che è compito di ogni società cercare di soddisfare.
In tutto il mondo si stima siano oltre mezzo miliardo gli invalidi fisici,
senza contare altre forme di handicap mentale. Una Giornata per fare un
bilancio anche in vista della chiusura ufficiale dell’Anno europeo 2003, dedicato
proprio ai disabili, e che si svolgerà con una Conferenza a Roma, dal 5 al 7
dicembre, cui sono attesi 500 delegati da tutto il Continente. Dunque a che
punto è il cammino di integrazione dei disabili nelle società europee? Roberta
Gisotti lo ha chiesto all’avvocato Salvatore Nocera, vicepresi-dente della
Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish):
**********
R. – In Europa, il movimento per l’integrazione è
molto forte. Certamente, è più sviluppato per quanto riguarda gli aspetti della
mobilità, un po’ meno per quelli del lavoro, nel senso che ancora ci sono molti
laboratori protetti e, per quanto riguarda l’integrazione scolastica, l’Italia
è l’unico Paese – non solo in Europa, ma al mondo – ad averla praticata in modo
generalizzato. Ci sono delle realtà, soprattutto in Catalogna, qualcosa in
Francia, qualcosa in Inghilterra e anche – mi pare – in Danimarca, e comunque
sono statisticamente molto pochi gli alunni, mentre in Italia abbiamo
quest’anno 156 mila alunni con disabilità frequentanti le scuole comuni di ogni
ordine e grado, più circa 10 mila studenti frequentanti l’università.
D. – Lei è convinto che l’integrazione scolastica
delle persone disabili sia fondamentale, poi, per accedere ad altri tipi di
diritti?
R. – Dopo 30 anni e più di esperienza italiana,
dobbiamo dire che le persone con disabilità hanno tratto enormi vantaggi – a
livello psicologico, a livello sociale, a livello economico, a livello di
immagine – dall’integrazione scolastica, perché è già lì che ci si abitua da
bambini a vivere insieme e a dismettere delle abitudini che potrebbero essere
solo determinate e rafforzate dallo stare insieme solo tra handicappati.
D. – Il movimento delle persone ‘disabili’ in senso
lato, che cosa si aspetta di più dall’Europa?
R. – Noi ci stiamo battendo per una direttiva europea
nella quale venga chiaramente detto che non vi debbono essere discriminazioni
nei confronti delle persone con disabilità, in tutte le leggi degli Stati. Ora,
questa direttiva europea è pronta, solo che c’è la discussione se debba essere
approvata a maggioranza o all’unanimità. Noi sosteniamo la tesi che basti la
maggioranza; se invece prevarrà la norma dell’unanimità, allora si comprende
che basta uno Stato contrario, la norma non passerà più!
**********
POLEMICHE IN ITALIA
DOPO L’APPROVAZIONE
DELLA
LEGGE SUL RIORDINO RADIOTELEVISIVO
-
Intervista con Paolo Scandaletti -
Continuano
le polemiche in Italia dopo
l’approvazione definitiva di ieri al Senato della legge Gasparri che riordina
il sistema radiotelevisivo. La parola passa ora al capo dello Stato che ha 30
giorni di tempo per la promulgazione, ma l’opposizione di centro-sinistra si
mobilita e chiede al presidente Ciampi di non firmare. Il servizio di Giampiero
Guadagni.
**********
Un percorso parlamentare difficile fino all’ultimo: la
legge Gasparri ha tagliato ieri il traguardo. Grande la soddisfazione nella
maggioranza che ha superato la prova dei voti segreti. Per il centrodestra, la
legge garantisce il pluralismo così come aveva chiesto Ciampi nel suo messaggio
alle Camere del luglio 2002. Ma l’opposizione di centrosinistra contesta: parla
di legge incostituzionale che favorisce solo gli interessi del premier
Berlusconi. E molti chiedono al capo dello Stato di non promulgare la legge. Occhi
puntati anche sulla Corte costituzionale che potrebbe accogliere futuri
ricorsi. E il fronte del ‘no’ scende oggi in molte piazze italiane.
Se Ciampi dovesse firmare, l’attuale presidente della Rai,
Lucia Annunziata, e il Consigliere, Giorgio Rumi, hanno già annunciato le loro
dimissioni senza aspettare la scadenza del CdA, fissata dalla legge al 28 febbraio 2004. Il CdA passa da 5 a 9
membri non più nominati dai presidenti delle Camere, ma 7 dalla Commissione di
vigilanza, due – presidente compreso – dal Tesoro. Inoltre, la legge Gasparri
prevede che fino al 2009 chi possiede più di una rete televisiva non potrà
acquisire partecipazioni in quotidiani e, fermo restando il divieto di posizioni
dominanti nei singoli mercati, nessuno potrà conseguire ricavi superiori al 20
per cento delle risorse del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni. Il paniere
del Sic contiene, ad esempio, i ricavi da canone, da pubblicità nazionale e
locale, sponsorizzazioni, televendite.
La legge, inoltre, accelera ed agevola la conversione
dalla tecnica analogica a quella digitale che in concreto vuol dire
moltiplicazione dei canali. Infine, la legge vieta l’impiego dei minori di 14
anni per spot pubblicitari.
**********
Per un commento sulla legge Gasparri, Paolo Ondarza ha
intervistato Paolo Scandaletti, ex presidente dell’Unione Cattolica Stampa
Italiana:
**********
R. – Il riordino del sistema radiotelevisivo è
indispensabile. Abbiamo due proprietà che si spartiscono il 90 per cento
dell’area radiotelevisiva e il rimanente 10 per cento sarebbe affidato ai
pellegrini delle piccole radiotelevisioni. Non si riesce a fare pluralismo
vero; c’è il rischio della omologazione verso il basso.
D. – Riguardo al legge Gasparri, l’Ucsi sottolinea delle
preoccupazioni:
R. – Tranne la Rai, che ha il canone, tutto il resto sta
in piedi con la pubblicità. Ma se il 90 per cento della torta della pubblicità
se la portano via in due, agli altri rimangono le briciole. Murdoch dice: “Voi
pensate di liberalizzare le cose attraverso la diffusione del sistema digitale
terrestre. L’esperienza inglese dimostra che, anche a regime, il 50 per cento
del pubblico rimane fedele al sistema tradizionale”.
D. – Per il ministro Gasparri, il digitale terrestre
costituisce un’occasione di espansione per le tv private, che beneficeranno
soprattutto dell’innalzamento dei tetti pubblicitari ...
R. – Io non so se ci sarà davvero un intervento sulla
pubblicità; se così è, ha ragione Gasparri perché ha messo il dito sul punto
esatto!
D. – La legge Gasparri vede il codice di
autoregolamentazione contro la violenza e la pornografia diventare legge ...
R. – E’ estremamente positivo, ma come sempre, non basta
che il codice sia approvato; il problema è che sia come tale riconosciuto ed
applicato.
D. – L’opposizione dice che la legge Gasparri è l’ennesima
legge fatta su misura per il premier ...
R. – Io non credo che sia fatto su misura; questa è una
battuta politica che, giustamente, fa l’opposizione facendo il suo mestiere.
Che sia difficile la posizione per un ministro del governo che ha come leader
il proprietario della metà del sistema televisivo italiano, bè, questo è chiaro
e, francamente, pesa. Ma lì ci rifacciamo ad altri conflitti di interesse, che
non sono certo risolvibili dalla legge Gasparri!
**********
VERTICE A YAOUNDE’ SULL’ESPANSIONE URBANISTICA
DELLE
GRANDI CITTA’ AFRICANE
-
Intervista con padre Giuseppe Caramazza -
Le grandi città africane rischiano il
collasso ed i loro abitanti sono sempre più poveri. L’allarme, già lanciato
dall’Onu, viene ripreso da un vertice in corso a
Yaoundé, in Camerun. All’incontro, iniziato
ieri, partecipano 1.300 esperti, chiamati a discutere dei mali provocati nel
Continente dall’incontrollata espansione urbanistica. Andrea Sarubbi ne ha
parlato con padre Giuseppe Caramazza, direttore del centro comboniano “New
People” a Nairobi:
**********
R. – Il
problema della grande città in Africa è grave in due sensi. Da una parte,
perché queste città stanno diventando delle megalopoli, senza strutture di
servizio per gli abitanti: strade, luce, acqua, fognature ecc.. Ed è grave soprattutto
perché chi viene in città lascia le campagne. Si tratta soprattutto di persone
preparate, che hanno avuto una formazione di scuola superiore o anche
universitaria e che non vogliono più lavorare nelle campagne. E, dunque, viene
tolta manodopera importante anche per il rinnovamento tecnologico
dell’agricoltura e si abbassa la quantità di cibo prodotto nei Paesi africani.
D. – Secondo il rapporto di Habitat, agenzia dell’Onu,
questa urbanizzazione in Africa sta allargando la fascia di povertà…
R. – Sì, si allarga la fascia di povertà, perché mancano
prima di tutto i posti di lavoro nelle città. Le industrie non progrediscono,
anzi, in molti casi regrediscono. Inoltre, queste persone non vengono aiutate e
lasciano i loro Paesi di origine senza avere di fronte un cespite di guadagni
che permetta loro di vivere.
D. – La grande emergenza – prosegue questo rapporto
dell’Onu – sono le baraccopoli. Il
numero di persone che vi vive rischia di raddoppiare nei prossimi 30
anni…
R. – Questo è molto vero. Qui, a Nairobi, dove vivo,
vicino a me c’è la più grande baraccopoli d’Africa. Si parla di quasi un
milione di persone, di cui solo una minima parte ha un lavoro fisso. La grande
maggioranza vive in baracche che sono fatte, nei casi migliori, con delle
lamiere di metallo o addirittura di cartone o plastica. Vivono senza servizi
normali, come l’acqua, l’elettricità; senza la sicurezza. Nelle baraccopoli
keniane c’è una grande violenza, soprattutto di notte: violenza sessuale,
omicidi, rapine. Una persona, dunque, vive un’esistenza veramente al margine,
non soltanto economico, ma anche a livello di diritti umani e di aspettative
della vita.
D. – Lei crede che per l’Africa il ritorno alle campagne
possa rappresentare una via di sviluppo?
R. – Io credo che il ritorno alle campagne sia la via
obbligata se si vuole uno sviluppo normale dei Paesi africani. Il ritorno alle
campagne però è possibile solo se il governo del tale Paese dà delle
prospettive di lavoro e soprattutto di commercializzazione dei prodotti. Molte
volte qui in Africa si vedono persone produrre bene, lavorare molto duramente e
poi non saper raccogliere i frutti del loro lavoro. Occorre, quindi, cambiare
questo tipo di struttura, perché sappia fare un buon uso dell’agricoltura e
farne un motore di sviluppo. L’Africa avrebbe un grande futuro e potrebbe
competere tranquillamente con i Paesi occidentali.
**********
CONVEGNO A ROMA SUL TEMA “CRISTO NEL CINEMA”.
UN
CANONE CINEMATOGRAFICO”
- Intervista
con il cardinale Paul Poupard e Andrea Piersanti -
Cristo nel cinema è stato il tema affrontato da un
Convegno di Studi che si è svolto ieri, a Roma, nell’ambito della settima
edizione del Festival del cinema spirituale Tertio Millennio. Un segnale
inequivocabile di coscienza del fatto che il cinema è diventato un veicolo
primario e irrinunciabile per fare cultura ed evangelizzare. Il servizio di
Luca Pellegrini.
**********
Dai fratelli Lumière a Mel Gibson: sono più di cento anni
di storia del cinema, ed in questa storia primeggia la figura di Cristo. Da
Hollywood a Pasolini, da Zeffirelli al musical di LLoyd Webber e Tim Rice, ai
tentativi di Scorsese e D’Alatri: culture e produzioni diverse hanno affrontato
la figura di Cristo con quella tensione, e spesso libertà, tipiche dell’arte
cinematografica. La figura di Gesù, quella che il cinema ha spesso chiamato “la
più grande storia mai raccontata”, attraversa dunque l’intera storia del
cinema. Ed è stato questo il tema del Convegno che si è svolto ieri
all’Università Urbaniana nell’ambito della settima edizione del Festival del
cinema spirituale Tertio Millennio.
Tutti i film su Gesù fanno teologia. Chiediamo allora al cardinale Paul
Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che insieme a
quello delle Comunicazioni Sociali patrocina il Festival, se è davvero
possibile oggi, nell’era della comunicazione globale, parlare di cristologia
cinematografica.
“In
questo senso, ovvio che parlare di Cristologia vuol dire avere una certa visione
di Cristo. Nessun uomo può fuggire dall’avere una certa visione di Dio, che sia
l’uomo della strada, un grande filosofo, un cosiddetto teologo nel senso
specifico della parola o una persona che faccia cinema. Se fa cinema, trasmette
attraverso il film che presenta una sua immagine, una sua idea che ha di
Cristo, una convinzione di fede, o come talvolta è successo nella storia del
cinema se non la ha”.
Insomma, la Chiesa ha bisogno del cinema, ma il cinema ha
bisogno della Chiesa...
“Io
direi veramente di sì, perché la tecnica del cinema, con le sue immense
possibilità può essere di aiuto formidabile, straordinario, per trasmettere una
buona notizia. Ma il cinema ha bisogno della Chiesa, perché se fa a meno della
Chiesa perde l’essenziale e non trasmette più niente. Una storia che non ha
niente a che vedere con la vera storia può giustamente offendere quelli che
sono fedeli a questa storia. E cosa ne risulta? Nulla. Quindi, c’è una
complementarietà tra la Chiesa che dà il messaggio dellabuona novella e l’arte
cinematografica, capace, se lo vuole, di trasmetterla in modo stupendo”.
Riferimento all’attualità e alle dinamiche che reggono
l’industria cinematografica, come spiega Andrea Piersanti, Presidente dell’Ente
dello Spettacolo e Direttore della Rivista del Cinematografo, che individua la
meta del Festival.
“Il grande
tema, il tema eterno, il tema che ha caratterizzato tutti i nostri incontri è
quello del dialogo. Esiste una contrapposizione culturale fra il mondo del
cinema e il mondo della Chiesa. Gran parte del mondo del cinema, soprattutto
negli Stati Uniti, ma anche in Italia e in Europa, vive immerso in una cultura
di tipo laico. Non parlerei di ateismo, ma sicuramente c’è un atteggiamento
poco sensibile ai temi della spiritualità. Da parte della Chiesa c’è un dovere
etico che è quello di trovare e cercare con determinazione, con convinzione,
tutti i possibili spazi di dialogo. Non tanto, perché sia la Chiesa ad averne
bisogno, come ogni tanto si dice, secondo me sbagliando, ma perché è il cinema
ad averne bisogno. Ne ha bisogno non soltanto in senso religioso stretto, ma ne
ha bisogno anche in termini più squisitamente professionali e culturali. Quando
i film parlano della vera storia dell’uomo, quando descrivono l’uomo in tutte
le sue sfaccettature, compreso l’aspetto religioso e spirituale, allora quei
film normalmente hanno successi planetari. Quando non fanno questo, normalmente
i film non hanno un successo planetario. Per cui dovrebbe essere interesse del
cinema cercare questi spazi di dialogo”.
**********
=======ooo=======
3
dicembre 2003
I VESCOVI DELLA LIBERIA PUNTANO IL DITO CONTRO I
RIBELLI E GLI EX SOSTENITORI
DEL
DEPOSTO PRESIDENTE TAYLOR. “SIETE RESPONSABILI,
SCRIVONO
IN UN COMUNICATO, DELLE SOFFERENZE DELLA POPOLAZIONE”
MONROVIA. = Le fazioni armate
della Liberia - che nei giorni scorsi hanno abbandonato i colloqui sul disarmo
con la forza di pace delle Nazioni Unite - sono colpevoli di aver “violato i
diritti fondamentali, disumanizzato la popolazione, ucciso e oltraggiato”. Lo
sostengono, in un comunicato, i vescovi cattolici del Paese africano, che
puntano il dito contro ribelli ed ex sostenitori del deposto presidente,
Charles Taylor. Con il loro comportamento “senza cuore”, insistono i presuli, i
gruppi armati protagonisti di una guerra civile durata 14 anni hanno la responsabilità
di aver “saccheggiato e distrutto il nostro Paese per motivi egoistici”. Nel
documento si denuncia, inoltre, che i liberiani non possono continuare a
rimanere in balìa dei circa 40mila ex combattenti presenti sul territorio. In
questi giorni in Liberia, dove è dislocato un contingente di alcune migliaia di
caschi blu dell’Onu, dovrebbe iniziare un programma di disarmo degli ex
ribelli, che, tuttavia, hanno posto una serie di condizioni. Per abbandonare le
armi, infatti, chiedono posti di responsabilità all’interno dell’attuale
amministrazione provvisoria di Monrovia. (B.C.)
SEMPRE PIU’ DIFFICILE LA VITA IN IRAQ PER LA
COMUNITA’ CRISTIANA.
UN GRUPPO MUSULMANO MINACCIA DI MORTE I BAMBINI
CHE NON ABBRACCERANNO L’ISLAM A RENDERLO NOTO E’ LA BARNABAS FUND
BAGHDAD. = Molte scuole e famiglie cristiane in Iraq hanno
ricevuto, in questi giorni, volantini con gravi minacce di morte ai loro
bambini, se non si convertono alla religione islamica. Gli autori ignoti di
questi volantini hanno minacciato anche di far saltare in aria due scuole
cristiane. A renderlo noto è la ‘Barnabas Fund’, organizzazione caritativa
cristiana che ha come scopo principale l’aiuto e il sostegno verso i cristiani nei Paesi islamici. La
‘Barnabas Fund’ rende noto, inoltre, che alcune bombe sono state ritrovate
soprattutto nelle scuole cristiane di Baghdad e nella città settentrionale di
Mosul, ma fortunatamente sono state disinnescate. I sospetti sul caso cadono
sul gruppo musulmano sannita ‘Wahhabi’. (M.A.)
RESTA ANCORA MOLTA STRADA DA FARE NEL CAMMINO
ECUMENICO
TRA
CATTOLICI E ANGLICANI: COSI’ MONS. HOLLIS, ESPRIMENDO
PROFONDO
RAMMARICO PER IL RINVIO, A TEMPO INDETERMINATO, DELLA
COMMISSIONE
INTERNAZIONALE CATTOLICA-ANGLICANA PER L’UNITA’ E LA MISSIONE
PORTSMOUTH. = Ho appreso la
notizia con “sincera tristezza”. Con queste parole mons. Crispian Roger Francis
Hollis, presidente dell’Ufficio della
missione e dell’unità della Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles,
ha espresso il suo profondo rammarico per il rinvio, a tempo indeterminato,
della prossima sessione plenaria della “Commissione Internazionale
Cattolica-Anglicana per l’Unità e la Missione” (Iarccum). La decisione, è stata
presa dopo il recente colloquio in Vaticano tra il cardinale Walter Kasper,
presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani,
e il canonico John Peterson, segretario generale del “Consiglio Consultivo
Anglicano”, sul futuro del dialogo cattolico-anglicano, alla luce degli ultimi
sviluppi nella Comunione Anglicana sulla scottante questione delle ordinazioni
di vescovi omosessuali. “Sono stato coinvolto in queste conversazioni per tre
anni - afferma il vescovo di Portsmouth in una nota diffusa ieri - e nonostante
le numerose difficoltà e differenze da superare, sentivo che erano cominciati
ad emergere i primi promettenti segnali di un reale e genuino progresso”.
“Tuttavia - ricorda il presule - non possiamo dimenticare che non abbiamo
dialogato solo con la Chiesa d’Inghilterra, ma con l’intera Comunità Anglicana”.
In ogni caso, conclude mons. Hollis, “resta certamente molto da fare e molto
può essere fatto a livello locale in Inghilterra: sia i cattolici sia gli
anglicani sono totalmente impegnati in questo cammino ecumenico”. (L.Z.)
HA
PRESO IL VIA IERI IN MYANMAR UNA NUOVA MISSIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL.
AL
CENTRO DEI COLLOQUI CON IL REGIME DI RANGOON LA SITUAZIONE
DEI
DIRITTI UMANI NEL PAESE ASIATICO
RANGOON. = E’ iniziata ieri in
Myanmar (ex Birmania) una nuova missione di due rappresentanti di Amnesty
International. Gli inviati dell’organizzazione, nel Paese asiatico fino al 19
dicembre, intendono incontrare i componenti del Consiglio statale per lo
sviluppo e la pace per discutere sulla situazione dei diritti umani. I
componenti di Amnesty vogliono, inoltre, chiedere il rilascio dei prigionieri
di coscienza, parlare dell’amministrazione della giustizia e affrontare la
questione dei detenuti per motivi politici. All’attenzione della piccola
delegazione anche il rilascio di Aung San Suu Kyi, leader del dissenso birmano
e Premio Nobel per la Pace, attualmente segregata in casa dopo essere stata
arrestata dalle autorità militari il 30 maggio scorso. Questa è la seconda
visita di Amnesty International in Myanmar, ex colonia britannica divenuta negli
ultimi decenni una dittatura militare. (B.C.)
CONFERITO
A PADRE AGNEL NIKETAN E SUOR ROZARIO LOPEZ IL “PREMIO NAZIONALE PER LA CURA
DELL’INFANZIA”. RICONOSCIUTO DA NEW
DELHI IL FORTE IMPEGNO
DEI
MISSIONARI A SERVIZIO DEI BAMBINI ORFANI E ABBANDONATI
NEW DELHI. = Un sacerdote e una
suora missionari sono i vincitori del “Premio nazionale per la Cura
dell’Infanzia”, sotto l’egida del Ministero delle Risorse Umane e lo Sviluppo
indiano. Padre Agnel Niketan, sacerdote di Goa (India Occidentale), ha ricevuto
il riconoscimento per il suo eccellente servizio reso ai bambini orfani e
abbandonati, conferendo loro un istruzione scolastica, intellettuale e spirituale.
Suor Rozario Lopez, missionaria spagnola che lavora in Meghalaya (India
nord-orientale), si dedica, invece, ai bambini con problemi mentali e di
cecità. La religiosa, segretaria generale della Società di Betania e
coordinatrice del Programma di Assistenza alle donne e ai disabili in
Meghalaya, si occupa nello specifico dei bambini minorati, di riabilitazione ed
educazione ai lavori manuali e rurali. Le migliaia di organizzazioni
volontarie che in questi anni si stanno formando in India stanno contribuendo
notevolmente alle trasformazioni sociali e istituzionali nel Paese per lo
sviluppo e di benessere del bambino. (M.A.)
ENNESIMO GIORNALISTA ASSASSINATO NELLE
FILIPPINE, IL SETTIMO DALL’ INIZIO DELL’ANNO. SONO IN CORSO INDAGINI PER
SVELARE L’IDENTITA’ DEGLI ASSASSINI
MANILA. = Nelson Nadura, giornalista di una radio
locale, è stato barbaramente ucciso ieri a Mastabe, nel centro delle Filippine,
pochi minuti dopo la chiusura del suo programma mattutino di informazione.
Secondo quanto riferisce il quotidiano ‘Philippine Daily inquirer’ di Manila,
il 40.enne è stato colpito da due sconosciuti che gli hanno sparato cinque
proiettili. Il direttore della polizia locale, Romeo Mapalo, ha, invece,
aggiunto che Nadura - presidente dell’Unione dei giornalisti della carta
stampata e della radio di Masbate - era un ex ribelle del Nuovo esercito
popolare (Npa) e che gli autori dell’omicidio potrebbero essere suoi ex
compagni d’armi. Nadura, infatti, nel 1998, prese parte al programma di
smobilitazione del governo e abbandonò guerriglia e armi per tornare alla vita
civile. Reporter senza frontiere (Rsf), in una nota, ha espresso indignazione
per l’assassinio di Nelson Nadura, che porta a sette il numero dei reporter
uccisi nel Paese asiatico dall’inizio dell’anno. (B.C.)
I FEDELI CATTOLICI,
PROTESTANTI E ORTODOSSI IN TURCHIA POSSONO CONTARE OGGI SU UNA NUOVA BIBBIA,
COMPRENSIVA DEI DEUTEROCANONICI. IL TESTO, DI QUASI DUEMILA PAGINE, E’ USCITO
IN COINCIDENZA DEL NUOVO ANNO LITURGICO
ANKARA. = Avvenimento editoriale e
liturgico in Turchia con la nuova Bibbia con i deuterocanonici. I fedeli
cattolici, protestanti ed ortodossi potranno ora usare un’edizione completa di
quasi duemila pagine in turco. A rendere nota la notizia al Sir è padre
Domenico Bertogli, parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo ad Antakya
(Turchia). “È un avvenimento importante - afferma padre Bertogli - perché fino
adesso c'era la Bibbia tradotta dai protestanti ma senza questi libri”. Si
tratta di sette libri dell'Antico Testamento; e sette del Nuovo. “Gli stessi
protestanti nell’agosto 2001 avevano pubblicato la Bibbia in turco moderno ed avevano
accettato di inserirvi i deuterocanonici già tradotti in un libro a parte nel
1987 da padre Luigi Iannitto. Oltre ai deuterocanonici nella nuova edizione
(1827 pagine) sono stati aggiunti anche dei libri apocrifi della Chiesa armena,
come per esempio il terzo e il quarto libro dei Maccabei. “Il dialogo ecumenico
- conclude Bertogli - si arricchisce adesso di uno strumento fondamentale per
continuare il cammino verso l’unità”. (M.A.)
=======ooo=======
3 dicembre 2003
- A cura di Fausta Speranza -
La
costruzione del muro in Cisgiordania, nel suo previsto tracciato, “è un errore
e non aiuta la ripresa del negoziato”. E’ quanto ha ribadito oggi la
Troika Ue nell'incontro avuto questa
mattina con il ministro degli esteri israeliano, Silvan Shalom, nell’ambito del
vertice Euromed a Napoli. Per il Medio Oriente i ministri degli esteri
riconoscono che “non c'e' alternativa a
una rapida e piena attuazione della
Road Map”. Tutti d’accordo nel ribadire la condanna della violenza e
nell’affermare che la lotta al terrorismo è dovere in particolare degli stati
della regione. Parliamo delle ‘conclusioni della presidenza’ ora all'esame
nella seconda giornata di lavoro dei ministri degli esteri Euromed: cioè Ue e
12 Stati della sponda sud, fra cui Israele, l'Autorità nazionale palestinese e
i paesi arabi, cioè i paesi aderenti all'iniziativa di Barcellona di otto anni
fa. Ci riferisce da Napoli Ersilia Gillio.
**********
Lotta al terrorismo, all’antisemitismo e alla xenofobia,
dialogo di pace nel Mediterraneo e la soluzione della questione irachena. Sono
i punti cardine del documento finale del vertice dei Paesi dell’Euromed in
corso di approvazione a Napoli. I ministri europei, arabi e degli altri Paesi
del Mediterraneo, all’unanimità hanno sottolineato l’importanza di promuovere
la tolleranza in tutti i Paesi del partenariato euromediterraneo, chiedendo
ferma opposizione all’antisemitismo e alla xenofobia. Nel testo un riferimento
anche alla lotta contro il terrorismo, priorità di tutta la comunità internazionale.
Nella due giorni napoletana si è parlato molto del dialogo israelo-palestinese,
anche se non c’è stato il faccia a faccia tra Shalom e Saat, che invece
separatamente hanno incontrato i ministri europei, a cui il primo ha ribadito
che l’unica strada per la pace in Medio Oriente è la road map,
etichettando l’accordo firmato a Ginevra come una trovata politica. Ad entrambi,
i ministri dell’Unione hanno chiesto il rispetto degli accordi di Aqaba. Nel
documento finale i ministri dell’Euromed parlano della questione irachena e di
un calendario realistico per il trasferimento del potere politico al popolo
iracheno. L’Unione Europea è chiamata a giocare un ruolo significativo nella
ricostruzione di quel Paese. A completare la rete delle intese tra Unione e
Paesi della sponda sud ed est del Mediterraneo l’accordo di associazione tra
l’Unione Europea e la Siria, ormai in dirittura di arrivo.
Da Napoli, per Radio Vaticana, Ersilia Gillio.
**********
Sul terreno in Medio Oriente,
intanto, si registrano ancora violenze. Il cadavere di Ibrahim Hamed, un
esponente di Hamas, è stato trovato stamane a Ramallah sotto alle macerie
dell’edificio raso al suolo due giorni fa durante una incursione militare
israeliana. Subito era stato reso noto che erano rimasti uccisi tre
militanti palestinesi e un bambino di
nove anni. Vicino alla colonia di Kfar Darom, nel sud della striscia di Gaza, un ufficiale israeliano è stato
gravemente ferito da colpi d'arma da fuoco la notte scorsa. Lo ha riferito un
portavoce dell’esercito aggiungendo che l'esercito israeliano ha arrestato 17
ricercati, militanti della Jihad islamica, in
un'operazione la notte scorsa a Jenin e in vicine località del nord della Cisgiordania.
In Iraq sono in tutto 20 le
persone arrestate ieri durante la massiccia operazione militare compiuta dalle
forze Usa a Samarra durante la quale sono stati catturati due ricercati. Sono
tutti sospettati di appartenere al gruppo dei Feddayn di Saddam. Nessuna
conferma, invece, della cattura, annunciata tra varie smentite, di Al Duri, che
era il braccio destro del deposto dittatore iracheno. Le autorità americane
hanno offerto per la sua cattura una taglia di dieci milioni di dollari.
Intanto, Francia e Russia hanno ribadito la necessità che “il potere venga
trasferito ad un governo nazionale con appoggio popolare al più presto
possibile”. Le forze americane annunciano la decisione di creare una unità
paramilitare composta da miliziani dei cinque maggiori partiti iracheni per
aiutare le forze della coalizione a identificare e arrestare i guerriglieri che
ancora operano nel paese.
Mentre a Milano i rappresentanti
di 188 paesi sono riuniti nel vertice mondiale sul clima, il Cop9, sembra più
lontana la possibilità che l'accordo diventi operativo. Dopo che già Usa e
Australia si erano pronunciati contro,
la Russia ha annunciato ieri che non
ratificherà il protocollo di Kyoto sull'emissione dei gas serra ‘nella sua forma attuale’. I Paesi dell’Unione Europea hanno all'unanimità
approvato l'accordo ma a Milano il commissario all'ambiente, Margot Wallstrom,
ha detto che l’Europa sta andando “nella direzione sbagliata”, perché, in rapporto
al 1990, ridurrà le sue emissioni di gas serra solo dello 0,5% nel 2010.
Mentre, con il Protocollo si era impegnata ad abbassarlo dell'8%. Ha sollecitato, dunque, i Quindici a
prendere misure aggiuntive per conseguire gli
obiettivi di Kyoto. Sulla strada del conseguimento di tali obiettivi
pesa il no di ieri della Russia. Giuseppe D’Amato ci spiega il punto di vista
di questo no.
**********
Lo si era già intuito due mesi fa
alla Conferenza mondiale sul clima tenutasi a Mosca. Adesso arriva la conferma
per bocca del consigliere economico del presidente Putin, Andrei Ilarionov: il
ripensamento del Cremlino è dovuto a ragioni di carattere economico. Il
protocollo, nella sua forma attuale, limiterebbe lo sviluppo economico del
Paese in un momento positivo per la Russia. Ilarionov ha aggiunto che anche
altri Paesi, già colpiti dai cambiamenti climatici, non hanno ancora ratificato
Kyoto. Senza la cruciale scelta russa il protocollo non può entrare in vigore,
lo devono ratificare un numero di Paesi che detengono almeno il 55 per cento
delle emissioni gassose. Siamo fermi intorno al 44 per cento, la Russia ha una
quota del 17.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato.
**********
La polizia della Costa d'Avorio in assetto antisommossa ha
represso, usando gas lacrimogeni, una manifestazione in cui centinaia di
giovani hanno lanciato pietre all'esterno di una base militare francese ad
Abidjan nel terzo giorno consecutivo di proteste. I manifestanti chiedono che i
circa 4000 militari francesi lascino il Paese africano. Oggi le scuole francesi
sono rimaste chiuse per la prima volta
dall'inizio della protesta scoppiata lunedì. Il capo di Stato, Gbagbo, ha respinto
le dimissioni presentate da una parte dei vertici militari, dopo che domenica
scorsa alcuni soldati avevano lanciato un ultimatum chiedendo le dimissioni
degli alti ufficiali ivoriani e la partenza del contingente francese. In Costa
d’Avorio operano 3.800 soldati francesi e 1.300 uomini della forza di pace
dell'Africa occidentale. Ma chi sono i militari che hanno intimato
l’evacuazione delle truppe internazionali? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre
Emmanuel Ezoua, raggiunto telefonicamente a Divò, a 200 km a nord di Abidjan:
**********
R. – Sono piccoli gruppi di
milizie che si sono formati tempo fa per essere d’appoggio all’esercito in caso
di combattimenti. Sono soprattutto loro ad essere esasperati.
D. – Questi gruppi di
militari chi vogliono attaccare?
R. – I ribelli, perché loro si
definiscono ‘difensori dello Stato’, quindi chiaramente sono contro i ribelli,
quelli che hanno attaccato il Paese un anno fa.
D. – Ma i ribelli adesso dove si
trovano?
R. – Nella zona a Nord. Sembra che
il loro stato maggiore non si trovi più a Bouaké, ma a Korogo.
D. – Qual è la linea seguita dal
presidente Gbagbo?
R. – La linea è, per ora, di
continuare il processo di riconciliazione e di pace.
D. – C’è paura che possa scoppiare
nuovamente la guerra civile?
R. – La guerra civile, no. Al
massimo potrà esserci la ripresa dei combattimenti con i ribelli.
D. – Quali sono le condizioni di
vita della popolazione civile, oggi?
R. – Precarie. Tutte le attività sono
a rilento, gli stipendi di questo mese sono arrivati in ritardo, le fabbriche
non funzionano: molte sono chiuse. I prezzi di molti generi di prima necessità
stanno aumentando perché scarseggiano.
**********
In Pakistan una potente esplosione
ha colpito un'istallazione petrolifera
della Shell a Karachi. Decine di persone sarebbero sepolte sotto i detriti. Lo
ha riferito la polizia che però ancora non
aggiunge ulteriori dettagli. Stando a quanto riferito da testimoni,
squadre di salvataggio sono al lavoro
per trarre in salvo diversi feriti
rimasti intrappolati sotto i detriti.
La Cina si è detta oggi in favore di un meccanismo internazionale in grado di
controllare efficacemente la non
proliferazione delle armi di distruzione di
massa, senza tuttavia indicare se aderirà o meno all'Iniziativa,
promossa dagli Stati Uniti, di sicurezza contro la proliferazione (Isp). “La
Cina sostiene che una partecipazione della comunità internazionale è essenziale
per il progresso della non
proliferazione”: è quanto si legge in un libro bianco del governo
sul tema. Si sottolinea anche, però,
che una grande importanza va attribuita alle Nazioni Unite. Il libro bianco è
stato pubblicato qualche giorno prima
della visita, domenica prossima, del primo ministro cinese Wen Jiabao
negli Stati Uniti e dopo che 15 paesi si sono uniti all'Iniziativa americana
(Isp).
Una tempesta anomala, la più
severa negli ultimi 100 anni, ha colpito
la notte scorsa Melbourne, la seconda
città d'Australia, allagando le case, abbattendo i tetti e gli alberi e lasciando intrappolati i residenti
durante un diluvio di oltre due ore. La
tempesta, preceduta da una violenta
grandinata che ha colpito attorno alla mezzanotte locale, si è concentrata sui sobborghi settentrionali e orientali della metropoli, con 120
millimetri registrati nelle aree più colpite. Non si registrano feriti, mentre
i danni agli edifici e alle auto, anche a causa della grandine, sono ingenti.
Inondazioni con la drammatica
conseguenza di 5 morti hanno colpito nelle ultime ore il sud-est della Francia.
Il bilancio, ancora provvisorio, è del ministro dell'Agricoltura, Hervé
Gaymard, che ha parlato anche di “circa 4.000 persone” evacuate. Ieri sera le
autorità parlavano di tre morti e due dispersi. La situazione resta di
emergenza, ma i dipartimenti in stato di allerta oggi non sono più 19, come
ieri sera, ma 12.
=======ooo=======