RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 241 - Testo della Trasmissione di venerdì 29 agosto 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

 

Il saluto di Giovanni Paolo II alla comunità cattolica e alle autorità della Mongolia, in un messaggio al cardinale Crescenzio Sepe, che si trova nella capitale Ulaanbaatar per consacrare il vescovo e la cattedrale

 

 La riforma liturgica voluta dal Concilio, fonte di vitalità e vigore spirituale per il popolo cristiano. Così il Papa, in un messaggio alla Settimana Liturgica Nazionale della Chiesa italiana ad Acireale.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

 

L’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio all’Aquila per la Perdonanza Celestiniana. Con noi, l’arcivescovo Giuseppe Molinari

 

“Il cristianesimo e le religioni del mondo”, nuovo libro del cardinale Joseph Ratzinger, presentato al Meeting di Rimini per l’Amicizia fra i Popoli. Immigrazione e ancora Europa, all’incontro di Comunione e Liberazione

 

 Il pastore metodista kenyota Samuel Kobia, nuovo segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, al posto del luterano tedesco Konrad Raiser.

 

 

CHIESA E SOCIETA’:

 

In Egitto, un sacerdote maronita e la responsabile di un locale movimento locale, perdono la vita nell’azione di salvataggio di una bambina caduta in mare durante una gita e travolta da un vortice.

 

A pochi giorni di distanza dall’ultimo omicidio, un nuovo sacerdote e’ stato assassinato nella Repubblica Democratica del Congo. Celebrati ieri a Kinshasa i funerali, alla presenza di tre vescovi.

 

Simposio  intercristiano  a  Ioánina, in Epiro, dal 3 al 7 settembre. L’iniziativa promossa dall’Antonianum e dall’Università Aristotelica di Tessalonica.

 

Libertà di stampa a rischio in Nigeria: è la denuncia di Reporter senza frontiere, dopo numerosi casi di intimidazione a danno di giornalisti del Paese africano.

 

La montagna, luogo di incontro con Dio e segno della magnificenza del creato: è lo spirito del pellegrinaggio giovanile partito ieri verso la Croce dell’Adamello, organizzato dalla Cei e in programma fino a domenica.

 

 

 

24 ORE NEL MONDO:

 

In Iraq la follia degli attentati ha colpito oggi le città sciite di Najaf e Karbala.

 

Clima teso al termine dei colloqui sul programma nucleare nordcoreano.

 

Tony Blair ha negato ieri, nel corso del processo sulla morte di David Kelly, di aver ingigantito la minaccia Iraq.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 agosto 2003

 

 

MESSAGGIO DEL PAPA AL CARDINALE SEPE, PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE

PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, SUO INVIATO SPECIALE IN MONGOLIA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Giovanni Paolo II con emozione scrive che sarebbe stato suo “vivo desiderio essere presente a così suggestive e storiche celebrazioni liturgiche”, ma “non essendo ciò nei disegni del Signore” è il cardinale Crescenzio Sepe, a compiere, in questi giorni, una visita pastorale, in “quell’amata Terra”, incastonata tra la Russia e la Cina, grande 5 volte l’Italia. Già nel febbraio scorso era stato annunciato dal nunzio apostolico in Mongolia un possibile viaggio del Santo Padre nella Repubblica asiatica, ma a luglio il portavoce vaticano pure confermando l’invito del governo di Ulaanbaatar, aggiornava a data da destinarsi la visita, progettata per questo mese di agosto.

 

Due gli eventi ecclesiali che rendono questo viaggio particolare: l’ordinazione episcopale oggi del prefetto apostolico, mons. Wenceslao Selga Padilla, e la benedizione domani della chiesa cattedrale dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. “Si consolida così – sottolinea il Santo Padre - l’edificio spirituale costituito dal ‘piccolo gregge’ d’una giovane Chiesa missionaria, che cresce fiduciosa, sorretta dalla forza rinnovatrice dello Spirito Santo”.

 

Ritorna dopo un anno in Mongolia il cardinale Sepe – come ricorda il Papa nel suo messaggio – una visita che aveva segnato il decimo anniversario  delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica asiatica. Se infatti già nella prima metà del ‘900 era stata affidata alla Congregazione del Cuore Immacolato di Maria una Missione in quella lontana Regione, il regime filocomunista di allora aveva impedito ai missionari di raggiungerla, e solo con la fine della dittatura comunista si sono finalmente aperte le porte al Vangelo con l’arrivo dal 1991 dei primi evangelizzatori: sacerdoti, religiosi e laici. Quindi lo scorso anno l’elevazione della Missione ‘sui iuris’ in prefettura apostolica di Ulaanbaatar. Oggi i cattolici in Mongolia, su circa 2 milioni e mezzo di abitanti, sono 170, ben quaranta i nuovi battezzati nella Pasqua del 2003. Tre le parrocchie di Ulaanbaatar, la capitale che conta 800 mila abitanti. Vi sono poi una ventina di chiese protestanti e dal ’97 si registra anche la presenza della Chiesa ortodossa. La grande maggioranza della popolazione, il 95 per cento, è buddista di osservanza tibetana e il 4 per cento islamico.

 

Il Papa affida a Maria le attese e le speranze della Chiesa e della Nazione mongola, “perché – scrive – superato il lungo inverno della pressione comunista, possa ora guardare all’avvenire con ritrovata fiducia”.

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LA RIFORMA LITURGICA, APERTA 40 ANNI FA DALLA COSTITUZIONE SACROSANCTUM CONCILIUM, VA TRADOTTA NELLA VITA DEL CREDENTE: COSI’ GIOVANNI PAOLO II,

 IN UN MESSAGGIO AI PARTECIPANTI ALLA SETTIMANA NAZIONALE LITURGICA,

CHE SI CONCLUDE OGGI AD ACIREALE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Una riforma, che “ha impresso vitalità e vigore spirituale alla vita liturgica del popolo cristiano”: così, Giovanni Paolo II tratteggia l’importanza della Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. In un messaggio – a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano – ai partecipanti alla Settimana Liturgica Nazionale, che si conclude oggi ad Acireale, il Papa pone l’accento sui contenuti e lo spirito della Costituzione, a quarant’anni dalla sua promulgazione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Guardando al cammino sinora percorso”, bisogna rendere grazie a Dio “per quanto il suo Spirito ha compiuto nella Chiesa”. Il Papa mette in risalto la Costituzione del Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, che “ha aperto le porte alla riforma liturgica”. Tuttavia, prosegue, è giusto chiedersi che cosa essa abbia rappresentato “nel rinnovamento delle comunità cristiane”. Si sofferma così su alcuni interrogativi di grande attualità per la vita della Chiesa. Bisogna, infatti, domandarsi - si legge nel messaggio - “a quali condizioni la liturgia, riformata secondo le indicazioni del Concilio, riesca a mediare tra la fede e la vita”, in modo tale “da formare credenti capaci di offrire una coerente testimonianza evangelica”. Ancora, è utile chiedersi “con chiarezza e sincerità se e dove eventualmente la riforma abbia mostrato qualche punto debole” in modo che “possa essere rilanciata per il bene del popolo cristiano”.

 

 Quesiti che suscitano riflessioni profonde, perché se è vero che la riforma liturgica conciliare è stata realizzata, la pastorale liturgica, invece, “rappresenta un impegno permanente che permette di attingere dalla ricchezza della liturgia” la forza vitale che da Cristo si diffonde nella Chiesa. Sottolineando, poi, come la Costituzione Sacrosanctum Concilium continui “a guidare la Chiesa”, il Papa avverte che “la riforma va tradotta nella vita del credente”, chiamato ad “inserirsi nella comunione” con il Signore. Una comunione, costantemente celebrata nella liturgia. Non solo, auspica infatti che “possano essere corrette devianze ed arbitri, spesso provocati dalla incapacità a cogliere lo spirito stesso della riforma”. Proprio in tale contesto, Giovanni Paolo II sottolinea come alcuni principi della Costituzione vanno “forse meglio compresi e più fedelmente attuati”. E’ perciò utile analizzare tematiche specifiche come “il rapporto tra creatività e fedeltà, tra culto spirituale e vita”. Ancora, “tra catechesi e celebrazione del Mistero, tra presidenza liturgica e ruolo dell'assemblea, tra formazione nei seminari e formazione permanente dei sacerdoti”.

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NOMINA DI COADIUTORE IN INDIA

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore di Kottayam dei Siro Malabaresi il presule benedettino mons. Matthew Moolakkatt, finora vescovo ausiliare della medesima eparchia.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

“Mongolia. Il nuovo inizio della Chiesa Cattolica” è il titolo di apertura della prima pagina in riferimento al messaggio di Giovanni Paolo II indirizzato al cardinale Crescenzio Sepe, suo “speciale rappresentate”, con il quale il Papa partecipa all’ordinazione episcopale del primo prefetto Apostolico di Ulanbaatar e alla benedizione della Cattedrale. A seguire, un articolo di Giorgio Rumi su Giovanni Battista Montini, sostituto della segreteria di Stato. Per gli esteri: Repubblica Democratica del Congo: ucciso, forse per rapina, un sacerdote.

 

Nelle pagine vaticane, l’omelia del cardinale Crescenzio Sepe per l’ordinazione episcopale del vescovo Padilla in Mongolia e l’articolo conclusivo sull’"Onu e la clonazione umana".

 

Nelle pagine estere, India: venti bambini muoiono nel crollo di un ponte: Medio Oriente: nuovo raid israeliano nella striscia di Gaza, ucciso un militante di Hamas. Corea del Nord: conclusi i negoziati di Pechino; annunciati nuovi colloqui entro due mesi. Francia: sarebbero 11.453, secondo le prime stime rese note dal ministero della Sanità, le vittime provocate dal caldo nei primi quindici giorni di agosto. Iraq: si intensificano le violenze nel Sud del Paese; perplessità sulla proposta di una forza Onu a guida Usa; la deposizione di Blair sul caso Kelly. Gran Bretagna: gravi disagi per un black out a Londra.

 

Nella pagina culturale, la recensione di Franco Patruno del film “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana.

 

Nelle pagine italiane, i temi della politica, del rischio blackout e l’articolo di Piero Amici sul meeting di Rimini.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

29 agosto 2003

 

 

SOLO CON LA FORZA INTERIORE CHE NASCE DALL’UNITA’ POTREMO ESSERE FONTE

 DI ISPIRAZIONE PER IL MONDO ALLA RICERCA DI SENSO  E SICUREZZA.

COSI’ IL PASTORE SAMUEL KOBIA, ELETTO A GINEVRA

NUOVO SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE

- Servizio di Carla Cotignoli -

 

 

Il Consiglio mondiale delle Chiese, organismo ecumenico che riunisce ortodossi, anglicani e protestanti, ha eletto ieri pomeriggio il nuovo segretario generale. E’ il pastore metodista Samuel Kobia, originario del Kenya. Attualmente rappresentava a Ginevra le Chiese del continente africano. Assumerà ufficialmente l’incarico dal 1° gennaio 2004. Succederà al pastore luterano tedesco Konrad Raiser. Il servizio di Carla Cotignoli.

 

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In un detto africano è racchiuso il cuore del  programma del nuovo segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese (COE), il pastore Samuel Kobia: “Se vuoi camminare in fretta, cammina da solo. Ma se vuoi andare lontano, cammina insieme agli altri”.  Così il neo-eletto ha concluso il suo discorso di accettazione pronunciato a Ginevra, ieri pomeriggio.

 

La sua prima attenzione è andata alla commissione speciale sulla partecipazione delle Chiese ortodosse al Consiglio ecumenico delle Chiese. Era nata per sanare incomprensioni che si erano create con gli anni e per mettere a punto particolari raccomandazioni. Il pastore Kobia ha assicurato che metterà in atto tutte le richieste che vengono dal mondo ortodosso.

 

“Oggi - aveva detto - viviamo in un mondo frammentato, alla ricerca di senso e di sicurezza. E’ spirituale e morale il problema che l’umanità oggi deve affrontare”. Per rispondere a questa sfida – aveva aggiunto – “abbiamo bisogno di una forza interiore. Forza che troviamo nell’unità”. Ed aveva sottolineato che primo scopo del Consiglio ecumenico è di “giungere all’unità visibile, nell’unica fede e nell’unica Eucaristia, ‘perché il mondo creda’”.

 

Si è poi detto convinto che “il XXI secolo sarà il secolo in cui la spiritualità avrà un posto centrale nella nostra vita”. Mentre il XX secolo era stato per il Consiglio ecumenico, il secolo della “solidarietà sociale”. Ed ha espresso l’intenzione di approfondire ed estendere la comunione spirituale “tra le Chiese membri del Consiglio ecumenico come alle altre Chiese”. “Dovremmo essere come lettere viventi - ha detto -  che stringono rapporti da persona a persona, da cuore a cuore e non semplicemente tra istituzione e istituzione”. 

 

Il pastore Samuel Kobia è nato nel 1947 in Kenya. Ha compiuto i suoi studi sia presso università kenyote che statunitensi.  Ha una vasta esperienza in campo ecumenico. Sin dal 1993 ha diretto vari dipartimenti del Consiglio Mondiale delle Chiese. E’ stato segretario generale del Consiglio delle Chiese nel suo Paese. Aveva contribuito a riorganizzare il Consiglio dei cristiani nello Zimbabwe, dopo l’indipendenza. Ha partecipato ai colloqui per la pace in Sudan. E’ autore di numerosi libri a sfondo sociale e teologico, e sul futuro dell’Africa.

 

Il Consiglio Mondiale delle Chiese si definisce una fraternità di Chiese, attualmente 342, di varie tradizioni cristiane, di più di 100 Paesi in tutti i continenti.  La Chiesa cattolica non è membro di questo organismo, ma vi coopera attivamente.

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I DRAMMI DELL’IMMIGRAZIONE IN EUROPEA, AL MEETING DI RIMINI

PER L’AMICIZIA TRA I POPOLI

- Servizio di Debora Donnini -

 

 

L’immigrazione e ancora una volta l’Europa al centro del Meeting di Rimini per l’Amicizia fra i Popoli. Al tradizionale incontro di Comunione e Liberazione presentato anche un libro del cardinale Ratzinger. Il servizio della nostra inviata, Debora Donnini.

 

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Quote europee ed immigrati da offrire ai Paesi di origine e di transito: è la proposta lanciata dal ministro degli Interni italiano, Giuseppe Pisanu, al presidente dell’Europarlamento, Pat Cox. Rilevando come sostanzialmente positivo il fenomeno dell’immigrazione, Pisanu ha sottolineato però anche i suoi aspetti negativi come l’immigrazione clandestina, alimentata dalla disperazione di tante persone e che provoca però fenomeni quali il traffico di persone, droga, armi.

 

“Dinanzi ai nostri occhi – ha detto Pisanu – si sta consumando una tragedia umana di proporzioni inaudite, senza che l’Europa senta un palpito di pietà ed indignazione”. La proposta di Pisanu è aiutare lo sviluppo dei Paesi di origine, regolare i flussi di immigrati con accordi fra Stati d’origine e di arrivo e la gestione integrata dei confini europei. Pisanu sottolinea l’importanza dell’immigrazione per l’Occidente, ma anche la necessità di lottare contro quella clandestina. Poi parla del valore del dialogo interreligioso per l’integrazione e per questo, annuncia, ci sarà un incontro a ottobre fra i ministri degli Interni europei,  i rappresentanti delle Chiese cristiane e i capi delle comunità islamiche ed ebraiche. Quindi, Piasanu ribadisce l’importanza che l’Europa ritorni alle sue radici cristiane, ciò che unisce i suoi popoli. Sul tema Cox dice che l’Italia aprirà la questione e non sarà la sola - anche l’Irlanda, ad esempio - ma che sarà difficile ottenere l’unanimità, rischiando quindi di ritardare i lavori in convenzione.

 

Il Meeting come sempre non è solo politica, ma anche musica, arte, fede. Ieri, è stato presentato il nuovo libro del cardinale Ratzinger su fede, verità e tolleranza: “Il cristianesimo e le religioni del mondo”. Tra le mostre basti ricordare quella di Testori, Fatima o San Benedetto, che con la sua opera ha davvero plasmato l’Europa. 

 

Da Rimini, Debora Donnini, Radio Vaticana.

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L’APERTURA DELLA PORTA SANTA ALL’AQUILA PER LA PERDONANZA CELESTINIANA:

CON NOI L’ARCIVESCOVO GIUSEPPE MOLINARI

- A cura di Benedetta Capelli e Fabio Colagrande -

 

 

Dai vespri di ieri sera a quelli di oggi, è possibile partecipare alla Perdonanza Celestiniana, la prima indulgenza plenaria della cristianità, che ricorre ogni anno all’Aquila. La visita alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio e il passaggio attraverso la Porta Santa sono i momenti più intensi di questa grande manifestazione religiosa. Ce ne parla Benedetta Capelli.

 

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(Musica)

 

L’elezione al soglio pontificio di un uomo nuovo com’era Frà Pietro da Morrone, che assunse il nome di Celestino V, significò la scelta di un uomo mite, poco incline alla vita pubblica ma con una forte spiritualità. La sua presenza fu segno di pacificazione, soprattutto per L’Aquila, città in cui ricevette la tiara papale, sconvolta da rivalità cittadine. E proprio in occasione della sua elezione, nel 1294, Celestino istituì la Perdonanza, un dono rivoluzionario per la comunità, il primo giubileo della cristianità, che anticipa di qualche anno quello ufficiale proclamato da Bonifacio VIII nel 1300. Ma cosa significa, per chi crede, la Perdonanza Celestiniana? Ci risponde l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari.

 

“Questo dono del perdono da parte di Dio, questo ritrovare il proprio rapporto di amore con il Signore, di riconciliazione con Dio, dal quale poi scaturisce anche ogni impegno ed ogni possibilità di riconciliarsi con i fratelli e con l’intera creazione, quindi, per il cristiano, ha prima di tutto, soprattutto, questo valore spirituale che poi diventa la premessa per un impegno concreto nella vita, nella società, nei rapporti con gli altri, nell’essere operatore e costruttore di pace, come ci dice Gesù nel Vangelo. Attraversare quella porta significa ritrovare ancora più profondamente Gesù Cristo, le sue parole, il suo messaggio, quello che lui ci dice, e in questo contesto viene alla mente anche quello che scrivevano gli antichi profeti. Penso al profeta Geremia, che proprio denunciando l’esteriorità del culto del popolo di Israele, ai suoi tempi diceva, a proposito della porta del Tempio: “Non serve a nulla entrare per questa porta se non cambiate il vostro cuore”. Questo è un messaggio sempre attuale. I veri cristiani sanno che attraversare quella porta non può essere un gesto meccanico. Implica un processo di conversione, implica l’impegno ad aprirsi alla Parola di Dio, l’impegno a mettersi in una situazione di conversione, a cercare veramente la pace con Dio e con i fratelli”.     

 

Da tre anni il Comune dell’Aquila ha istituito il Premio “Perdonanza Celestiniana”, consegnato anche a Giovanni Paolo II che nel riceverlo ha ribadito l’importanza dei valori morali legati all’indulgenza. Quest’anno il sindaco della città, Biagio Tempesta, è andato a Baghdad per portarlo a Sergio Vieira de Mello, rappresentante Onu vittima dell’attentato di qualche settimana fa. Il suo ricordo nelle parole di Tempesta.

 

“E’ stato di una cordialità e di una disponibilità ed ha gradito moltissimo il Premio che gli era stato consegnato, e lui lo ha destinato alle Organizzazioni che si occupano dei diritti umani nel mondo. Conosceva benissimo l’Italia, perché il padre era stato console a Roma, conosceva benissimo L’Aquila e conosceva soprattutto la Perdonanza come Festa. Sul piano personale è stato molto disponibile ed ha ritenuto di accompagnarmi fino alla porta, scendendo i due piani e salutandomi molto cordialmente. Provo un immenso dolore, perché era una persona squisita, con idee molto chiare, che aveva avuto contrasti perfino con gli Stati Uniti per alcuni problemi di carattere operativo. Quindi era una persona veramente neutra ed oggettivamente si stava ponendo per ricostruire il Paese nello spirito, ovviamente, di quelli che sono i riconoscimenti dei diritti umani, le identità nazionali e, soprattutto, quello spirito di pace che deve albergare”.   

 

Pace, riconciliazione e solidarietà sono i valori della Perdonanza che ogni anno ribadiscono alla comunità cristiana la loro assoluta atemporalità.

 

(Musica)

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I grandi valori cristiani del perdono, della pace e della fratellanza hanno contrassegnato fin da ieri sera la solenne apertura della Porta Santa. Valori di cui si sono resi interpreti l’arcivescovo Giuseppe Molinari e il cardinale Sergio Sebastiani, che a nome della Santa Sede ha guidato il corteo storico e presieduto la celebrazione di apertura, come ci riferisce il nostro inviato Fabio Colagrande.

 

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“Solo il perdono può spezzare la spirale della violenza”, in questa frase dell’arcivescovo de L’Aquila, mons. Molinari, pronunciata ieri poco prima dell’apertura della Porta Santa dell’Abbazia di Collemaggio, c’è tutto il significato della Perdonanza 2003. L’evento religioso e culturale, che a fine agosto raduna nel capoluogo abruzzese migliaia di visitatori da tutta Italia, è stato dedicato quest’anno alla pace tra i popoli con diverse iniziative in favore dell’Iraq. Da ieri sera, quando alle 19 il cardinale Sergio Sebastiani, in rappresentanza della Santa Sede, ha spalancato i battenti della Porta dell’Abbazia, voluta da Celestino V, centinaia di pellegrini continuano ad affollare le navate del Tempio medioevale per ottenere il perdono che riconcilia con Dio. “La Perdonanza celestiniana”, ha ricordato il porporato durante la cerimonia, “ci dà ogni anno, sia pure per un solo giorno, un canale preferenziale nel rapporto con Dio. Siate fieri del dono che volle farvi il vostro illustre conterraneo” ha proseguito il cardinale, “e diffondete incessantemente quei valori di pace e fratellanza tanto cari a Celestino V”. E, attualizzando il valore di novità assoluta che ebbe la concessione dell’indulgenza plenaria 709 anni fa, il cardinale Sebastiani ha concluso la sua omelia invitando i fedeli ad andare anche oggi contro corrente, a praticare, cioè, la solidarietà. E proprio nel segno della solidarietà nell’Anno internazionale del disabile, il comune de L’Aquila ha voluto dedicare più di una iniziativa concreta ai portatori di handicap, mentre numerose persone in carrozzina hanno assistito ieri pomeriggio al corteo storico della Bolla. Questa notte, nell’Abbazia, dalle 23 alle 6, c’è stata la veglia di preghiera animata dai giovani della diocesi. Nel pomeriggio di oggi, alle 15, ci sarà la Perdonanza del malato organizzata dall’Unitalsi, poi alle 18, l’arcivescovo Molinari celebrerà ancora una volta la Messa in Basilica, prima della chiusura della Porta Santa.

 

Da L’Aquila, Fabio Colagrande, Radio Vaticana.  

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CHIESA E SOCIETA’

29 agosto 2003

 

IN EGITTO, UN SACERDOTE MARONITA SACRIFICA LA VITA NELL’AZIONE DI SALVATAGGIO

DI UNA BAMBINA, CADUTA IN MARE DURANTE UNA GITA E TRAVOLTA DA UN VORTICE.

INSIEME AL SACERDOTE, PERDE LA VITA LA RESPONSABILE

DI UN LOCALE MOVIMENTO ECCLESIALE, LANCIATASI IN AIUTO

 

MARSA MATRUK (EGITTO). = Un gesto eroico, per salvare una bambina presa in un vortice d’acqua, che diventa il sacrificio estremo per un sacerdote maronita. E’ accaduto in Egitto durante un’escursione turistica a Marsa Matruk, luogo di villeggiatura per famiglie. La tragedia ha avuto inizio quando un ragazzina, che era entrata in acqua, si è trovata nel mezzo di un gorgo a qualche metro dalla riva. La prima a lanciarsi in acqua è stata Généviève Maron, dirigente del movimento ecclesiale di origine francese “Chemin Neuf”, che guidava la gita. La donna, dopo qualche bracciata, è riuscita a raggiungere la ragazza e a trarla in salvo ma è rimasta a sua volta travolta dal gorgo. A questo punto, padre Joseph Eid si è lanciato in acqua per portare soccorso alla signora Maron, ma il vortice ha trascinato entrambi in fondo al mare. Il fatto, che risale al 23 agosto e che la Misna ha reso noto ieri, ha fortemente scosso gli ambienti cattolici egiziani. I funerali, celebrati il 27 agosto, sono stati una commovente dimostrazione di stima e di ammirazione da parte di moltissime persone. Alla funzione erano presente il nunzio apostolico in Egitto e il vescovo di rito greco, decine di sacerdoti e due vescovi copto-ortodossi. La commozione nella cattedrale del Cairo ha raggiunto il culmine quando la giovane ragazza che ha avuto salva la vita grazie all'eroismo di padre Eid e di Généviève Maron salita sull'altare, scoppiando in lacrime. (A.D.C.)

 

 

 

A POCHI GIORNI DI DISTANZA DALL’ULTIMO OMICIDIO, UN NUOVO SACERDOTE

E’ STATO ASSASSINATO NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.

CELEBRATI IERI A KINSHASA I FUNERALI, ALLA PRESENZA DI TRE VESCOVI

 

KINSHASA. = Il Congo ex Zaire ancora una terra di sangue per la Chiesa cattolica. Dopo il recente assassinio del vice parroco di Fataki, da parte dei miliziani di etnia Lendu, un altro sacerdote – del quale non sono ancora note la generalità ma che era conosciuto come don Kavenadiambuku (in dialetto kikongo: “Non c’è problema”) -  è stato ucciso da uomini in divisa a Kavuaya, nella provincia del Bas Congo, a circa cento chilometri da Kinshasa. A riferire dell’omicidio sono state fonti religiose della Misna: l’episodio è avvenuto martedì scorso, intorno alle 17, ma se n’è avuta notizia solo ieri, giorno in cui sono state celebrate le esequie, in un’affollatissima cattedrale di Kinshasa. Secondo una prima ricostruzione, sembra che don Kavenadiambuku, della diocesi di Matadi, stesse viaggiando a bordo di un auto quando alcuni uomini armati lo hanno attaccato e ucciso. Il sacerdote era stato fino allo scorso anno rettore del Seminario maggiore di Maydi, nel Bas Congo, e attualmente insegnava all’Istituto superiore di pedagogia di Mbanza-Ngungu, nella diocesi di Kisantu. Al grido di “mai più una cosa del genere”, i fedeli che hanno partecipato al rito funebre si sono ripetutamente rivolti alle autorità locali presenti alla cerimonia, officiata dal vescovo di Matadi, Gabriel Mamputu, insieme ad altri due vescovi, quello di Kisantu, Fidele Nsiele, e di Kinshasa, Dominique Bulamatari, oltre ad un centinaio di preti e altrettanti religiosi. (A.D.C.)

 

 

 

SIMPOSIO INTERCRISTIANO A IOÁNINA, IN EPIRO, DAL 3 AL 7 SETTEMBRE.

L’INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ANTONIANUM

E DALL’UNIVERSITA’ ARISTOTELICA DI TESSALONICA

- A cura di padre Egidio Picucci -

 

IOÁNINA (GRECIA). = “Spiritualità e dottrina nella tradizione orientale e occidentale” è il tema del 18.mo Simposio intercristiano organizzato dall’Istituto Francescano di Spiritualità, annesso all’Antonianum di Roma, e dall’Università Aristotelica di Tessalonica. Il convegno si svolgerà dal 3 al 7 settembre a Ioánina, capoluogo e centro principale dell’Epiro (Grecia), e il tema verrà sviluppato da studiosi cattolici e ortodossi, da anni impegnati a far conoscere le ricchezze della rispettiva teologia, e legati da stima e amicizia. L’iniziativa, nata dal desiderio di lavorare per un’auspicabile unità, ha incontrato il favore delle autorità cattoliche e ortodosse: non sono mai mancate, infatti, parole di compiacimento da parte di Giovanni Paolo II e del Patriarca di Costantinopoli. Il Simposio di quest’anno sarà presieduto da Sua Beatitudine Teóklitos, metropolita di Ioánina, e da mons. Ioannis Spiteris, arcivescovo di Corfù e amministratore apostolico di Tessalonica.

 

                                                            

 

LIBERTA’ DI STAMPA A RISCHIO IN NIGERIA: E’ LA DENUNCIA DI REPORTER

 SENZA FRONTIERE, DOPO NUMEROSI CASI DI INTIMIDAZIONE

A DANNO DI GIORNALISTI DEL PAESE AFRICANO

 

ABUJA.= E’ preoccupante la situazione della libertà di stampa in Nigeria, dove di recente un giornalista è stato espulso, un altro arrestato e una troupe televisiva aggredita dalla polizia. L’allarme è stato lanciato da Reporter senza frontiere (Rsf). L’organizzazione informa che l’assemblea dello Stato meridionale nigeriano di Akwa Ibom ha ordinato l’espulsione di Haruna Acheneje, corrispondente del quotidiano “The Punch”. Nel numero dell’11 agosto il cronista aveva scritto un articolo sui componenti dell’assemblea che si lamentavano perché il governo federale non stava pagando gli stipendi. Il 15 agosto l’assemblea gli ha ordinato di lasciare lo Stato entro una settimana. Non avendolo fatto, il 22 agosto i politici hanno votato la sua espulsione. Lo stesso giorno tre uomini armati hanno perquisito l’ufficio del reporter in sua assenza e l’indomani gli sono stati inviati due pacchi sospetti. Reporter senza frontiere ha, inoltre, denunciato un’altra inquietante vicenda: quella di Lawson Heyford, della rivista “The Source”, arrestato il 22 agosto a Port Harcourt, nel sud del Paese, e trattenuto presso l’ufficio del dipartimento di Indagine criminale (Fcid) di Lagos. L’operatore dei media è stato liberato il 26 agosto, dopo essere stato interrogato su un dossier su degli scontri tribali che avevano provocato la morte di diverse persone nel villaggio meridionale di Ataba. Nel testo Heyford aveva fatto i nomi di alcuni responsabili dei disordini. Preoccupante è anche la storia di Mohammed Labbo (giornalista) e Abdullahi Abdullahi (cameraman), della ‘Nigerian Television Authority’ (Nta), assaliti dalla polizia ad Abuja mentre stavano filmando scontri tra poliziotti e militari. Il ministero della polizia ha aperto un’inchiesta sull’accaduto, ma finora senza risultati. (A.G.)

 

 

LA MONTAGNA, LUOGO DI INCONTRO CON DIO

E SEGNO DELLA MAGNIFICENZA DEL CREATO: E’ LO SPIRITO DEL PELLEGRINAGGIO GIOVANILE PARTITO IERI VERSO LA CROCE DELL’ADAMELLO,

ORGANIZZATO DALLA CEI E IN PROGRAMMA FINO A DOMENICA

 

TRENTO. = E’ stato il cardinale Ersilio Tonini ad inaugurare ieri a Carisolo località della Val Rendena, in provincia di Trento – il pellegrinaggio alla Croce dell’Adamello, organizzato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei. Il porporato si è soffermato sul tema “Riscopriamo il Cantico delle Creature all'inizio del terzo millennio”: una introduzione appropriata per una escursione di quattro giorni che, dopo il trasferimento al rifugio di Lobbia Alta previsto per oggi, vedrà domani nello stesso luogo una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan. Il pellegrinaggio, dopo vari momenti di preghiera e di riflessione, si concluderà il 31 con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Angelo Comastri, arcivescovo-prelato di Loreto. “Il Pellegrinaggio alla Croce dell’Adamello è stato già proposto nel 2000 e nel 2001 – si sottolinea in un comunicato del Servizio nazionale di pastorale giovanile - la montagna, una volta frontiera e teatro di guerra, oggi può trasmettere ai giovani d’Italia e d’Europa un forte messaggio di pace. L’ascesa alla Croce è via di incontro con Dio, negli immensi scenari della creazione e nel segno dell’amore infinito di Cristo. La montagna è stato e può essere ancora luogo per l’educazione alla fede delle giovani generazioni nell’orizzonte della santità”. (A.D.C.)

 

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

29 agosto 2003

 

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

L’Iraq è stato martoriato da un’ennesima, devastante catena di violenze. Un’autobomba è esplosa oggi davanti alla moschea di Najaf, una delle città sciite, durante la preghiera del venerdì. Il bilancio delle vittime, non ancora definitivo, è di almeno 17 morti e tra queste c’è l’ayatollah Muhammad Baqir al-Hakim. Un soldato americano è stato ucciso, questa mattina, ed altri tre sono rimasti feriti in un attacco perpetrato con granate contro un convoglio a circa 60 chilometri a Nord di Baghdad. Oltre a questi gravi episodi bisogna anche registrare l’assassinio del vicecapo della sicurezza nella regione di Suleimaniyah, nel Kurdistan iracheno, raggiunto oggi da colpi di arma da fuoco da radicali islamici di Ansar al-Islam.

 

I colloqui a sei sul programma  nucleare della Corea del Nord si sono conclusi oggi a Pechino con l’impegno delle delegazioni a prendere parte, “al più presto”, ad una seconda tornata di negoziati. La crisi nucleare nordcoreana è esplosa nell’ottobre del 2002, quando Pyongyang ha ammesso, in violazione degli impegni internazionali firmati nel 1994, di non aver sospeso il proprio programma atomico. Sugli aspetti salienti dei colloqui di Pechino, ai quali hanno partecipato Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e le due Coree, ci riferisce Giada Aquilino:

 

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Le opinioni espresse si sono rivelate “molto diverse”, pure se “importanti punti di convergenza” sono stati trovati, come ad esempio la necessità di arrivare ad avere una penisola coreana “senza armi nucleari”. Questo in sintesi il risultato dei colloqui di Pechino, illustrato dal capo della delegazione cinese, il viceministro degli Esteri Wang Yi. A creare frizione è stata la dichiarazione della Corea del Nord, che si è detta pronta ad accrescere il proprio arsenale nucleare se le condizioni di Pyongyang per risolvere la crisi in corso da 10 mesi non verranno accettate dagli Stati Uniti. Nella fattispecie, i nordcoreani hanno chiesto a Washington la firma di un trattato di non aggressione, l’instaurazione di relazioni diplomatiche e cooperazione economica. In cambio, la Corea del Nord si è detta disponibile a non costruire armi nucleari, permettendo ispezioni sul proprio territorio. Non sono mancati però i toni di accusa: il delegato di Pyongyang, Kim Yong-il, ha sostenuto la colpevolezza degli Stati Uniti, i quali - a suo dire - avrebbero come obiettivo il disarmo della Corea del Nord e la sua successiva invasione. A placare gli animi è intervenuto proprio il rappresentante cinese, assicurando che la Casa Bianca non ha alcuna intenzione di minacciare o attaccare la Corea del Nord per cambiarne il regime. Unico segnale positivo, in questo quadro, appare l’annuncio della Corea del Sud: tutte le parti – ha comunicato Seul - si sono dette d'accordo sulla necessità di continuare il dialogo iniziato a Pechino. La data e il luogo della ripresa delle trattative verranno definiti “attraverso canali diplomatici”.

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Gli attentati terroristici di Bombay costati la vita, lo scorso 25 agosto, ad almeno 52 persone non rispecchiano la realtà di tanti milioni di fedeli, hindù e musulmani, che vivono in piena armonia. I gravi episodi di violenza, che hanno insanguinato la città indiana, sono espressione di una posizione, inqualificabile ed ingiustificabile, di pochi che fanno prevalere il linguaggio dell’odio sulla promozione del dialogo interreligioso. E’ questo il convincimento espresso dal sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, mons. Antony Felix Machado:

 

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Probabilmente la responsabilità degli atti terroristici si deve attribuire ad un numero ristretto di persone. Ma nel drammatico scenario di una Bombay colpita dalla follia della violenza bisogna sottolineare l’impegno di molte persone di tutte le religioni, anche musulmani, nel prestare soccorso ai feriti. Da questa tragedia emerge la ferma volontà di una maggioranza che è veramente impegnata a costruire la pace fornendo un esempio di come sia possibile promuovere il dialogo interreligioso. Questo messaggio di pace, che la maggioranza di indiani, pachistani, indù e musulmani condivide deve essere ulteriormente rafforzato e ribadito per costruire una società fondata sull’armonia e non sull’intolleranza.

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La situazione in Medio Oriente continua, purtroppo, ad essere esplosiva. Un israeliano è stato ucciso ed un altro è rimasto ferito in un agguato teso stamani, in Cisgiordania, ad un automezzo di coloni. Nelle stesse ore carri armati dello Stato ebraico hanno effettuato una nuova incursione nel Nord della Striscia di Gaza. L’operazione è giunta dopo che l’esercito israeliano aveva compiuto un’ennesima azione mirata nei confronti di esponenti di Hamas. Ci riferisce in proposito Graziano Motta:

 

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Un giovane esponente del braccio armato di Hamas è stato raggiunto ed ucciso da un missile israeliano, mentre si apprestava a lanciare dei razzi kassem dalla zona di Khan Yunis su insediamenti agricoli ebraici vicini. Tre altre persone sono rimaste ferite nell’operazione che ha fatto seguito all’attacco di guerriglieri sempre con razzi kassem contro il territorio israeliano, ordigni perfezionati nella gittata tanto d’aver raggiunto la zona industriale di Askelon, attacco considerato della massima gravità dal primo ministro Sharon, che ha dato ordine di stroncare questa escalation del conflitto. Da segnalare altri due importanti sviluppi sul piano politico. Il governo palestinese ha bloccato i conti di 6 organizzazioni di Hamas, operanti nel settore sociale, mentre gli esponenti di questo movimento della Jihad islamica hanno respinto la richiesta rivolta a loro da Arafat, di ripristinare la tregua.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Davanti ai giudici che indagano sull’apparente suicidio dello scienziato David Kelly, il premier britannico Tony Blair si è assunto, ieri, la responsabilità politica della divulgazione del nome dello scienziato, ma ha assicurato che il governo ha agito in modo  responsabile e corretto. Il premier ha negato con vigore che lui, o i suoi collaboratori, siano intervenuti per ingigantire il pericolo  delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein al fine di  strappare al Parlamento il via libera all’azione militare contro l’Iraq. “Questa accusa – ha dichiarato Tony Blair - è estremamente grave e se fosse vera, sarei costretto a dimettermi da primo ministro”.

 

Esattamente due settimane dopo il grande blackout di New York, alle 18.15 di ieri diversi quartieri di Londra si sono improvvisamente spenti. All’indomani del blackout durato 34 minuti e che ha intrappolato 250 mila persone nella metropolitana londinese, il ministro britannico dell’Energia, Stephen Timms, ha chiesto l’apertura di un’indagine per accertare le cause dell’interruzione dell’energia elettrica.

 

In Perù la “Commissione della verità e della riconciliazione”, ha consegnato ieri al presidente della repubblica, Alessandro Toledo, un voluminoso rapporto di 4.500 pagine in cui sono documentati 20 anni di violenze e violazioni dei diritti umani che hanno prodotto decine di migliaia di morti e scomparsi. Sul significato di questo rapporto ci riferisce Maurizio Salvi:

 

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La preparazione del rapporto da parte della Commissione ha richiesto 22 mesi e si è basata sulla testimonianza di ben 17 mila persone che hanno vissuto le atrocità commesse, fra il 1980 e il 2000, dalla guerriglia di sinistra di Sendero Luminoso e dell’Mrta, ma anche da gruppi paramilitari o da settori delle forze armate. Ponendo fine alle congetture sul numero delle vittime di questa guerra civile non dichiarata in Perù, il presidente della Commissione, Salomón Lerner, ha rivelato al presidente della Repubblica, Alejandro Toledo, che si tratta di oltre 69 mila persone. Lerner ha evidenziato che queste morti vanno attribuite a piani sistematici e freddamente pianificati per annientare interi gruppi di persone o etnie.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Si allontana nuovamente la possibilità di un’intesa sull’accesso dei Paesi poveri ai farmaci essenziali. Il Wto – l’Organizzazione mondiale per il commercio – ha cercato un accordo in extremis alla vigilia della Conferenza di Cancún, che si aprirà il 10 settembre. Ma la riunione di stanotte a Ginevra si è conclusa con un ennesimo nulla di fatto.

 

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