RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 236 - Testo della Trasmissione di domenica 24 agosto 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’Europa riconosca esplicitamente nel suo Trattato costituzionale le radici cristiane del continente, garanzia per il futuro degli organismi comunitari. Lo ha affermato Giovanni Paolo II, all’Angelus da Castel Gandolfo.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Tra poche ore, al via la 24.ma edizione del Meeting di Rimini. Nel messaggio agli organizzatori di Comunione e liberazione, il Papa parla dell’anelito umano di Dio e delle influenze, talvolta devianti, che distolgono l’uomo

 

A margine del Meeting riminese, una straordinaria mostra multimediale illustra le meraviglie della Cappella Sistina. Con noi, il direttore dei Musei Vaticani,  Francesco Buranelli

 

L’Afghanistan ancora lontano dalla normalizzazione. Ne parliamo con Rossella Miccio di Emergency

 

Conclusa ieri, al Santuario abruzzese dell’Addolorata, la tendopoli giovanile curata dai religiosi Passionisti. Intervista con padre Franco Cordeschi

 

 Iniziate a L’Aquila le feste della “Perdonanza celestiniana”, a 709 anni dall’indulgenza voluta da Celestino V. Ai nostri microfoni, il direttore dell’omonima istituzione, Michele Gentile.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il presidente Usa, George W. Bush, lancia un nuovo appello al mondo per la lotta al terrorismo. Celebrati, a Rio de Janeiro, i funerali di Sergio Vieira de Mello

 

Per salvare la Road map, gli Stati Uniti inviano in Medio Oriente il vicesegretario di Stato, Richard Armitage.

 

Forse un sabotaggio dietro l’esplosione del razzo vettore avvenuto nella base spaziale brasiliana di Alcantara

 

 Rwanda alla vigilia delle elezioni presidenziali, che vedono favorito il capo dello Stato uscente, Paul Kagame.

 

Dal 27 al 30 agosto, presso il santuario “La Verna” di Arezzo, si svolgerà il corso annuale per studenti di teologia

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 agosto 2003

 

 

IL VANGELO E LE RADICI CRISTIANE, RICONOSCIUTE ESPLICITAMENTE

NEL TRATTATO DELLA COSTITUZIONE EUROPEA,

GARANZIA DI FUTURO PER L’INTEGRAZIONE CONTINENTALE.

COSI’ IL PAPA DA CASTEL GANDOLFO, DURANTE LA PREGHIERA DELL’ANGELUS

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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La “principale garanzia di futuro” per l’Europa unita e integrata a oriente sta nel riconoscere “esplicitamente” le proprie radici cristiane e nell’aderire ai valori del Vangelo, a partire dalla Costituzione attualmente allo studio dei governi del continente. Come ormai da numerose domeniche, anche nell’Angelus di oggi, a Castel Gandolfo, Giovanni Paolo II è tornato ad insistere, con affermazioni ancor più nette rispetto alle precedenti, sull’importanza che la tradizione e la bimillenaria storia cristiana trovino adeguato risalto tra i principi ispiratori del Trattato costituzionale del quale l’Unione Europea sta per dotarsi. Il Papa ha detto di seguirne “nella preghiera” il “laborioso cammino” ed ha espresso un chiaro auspicio:

 

“Confido che quanti vi stanno dedicando le loro energie siano sempre mossi dalla convinzione che un buon ordinamento della società deve radicarsi in autentici valori etici e civili, il più possibile condivisi dai cittadini”.

 

Nel cuore di Giovanni Paolo II è ben presente anche il “processo di integrazione europea”, che procede parallelamente ai lavori costituzionali. Nel rivolgere uno sguardo panoramico alle singole strutture comunitarie - dal Consiglio d’Europa alla Corte europea dei Diritti dell’uomo, fino all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - il Pontefice ha invitato tali organismi a perseguire e difendere i propri ideali di democrazia rimanendo agganciati al Vangelo, definito una “sicura garanzia a vantaggio della libertà, della giustizia e della pace di tutti”, che siano credenti o meno:

 

“La Chiesa Cattolica è convinta che il Vangelo di Cristo, che ha costituito elemento unificante dei popoli europei durante molti secoli, continui a rimanere ancor oggi una inesauribile fonte di spiritualità e di fraternità. Il prenderne atto torna a vantaggio di tutti e il riconoscere esplicitamente nel Trattato le radici cristiane dell’Europa diventa per il Continente la principale garanzia di futuro”.

                  

Prima dei saluti ai pellegrini radunatisi all’interno e all’esterno del palazzo apostolico, il Papa ha affidato alla Madonna il lavoro dell’Unione Europea impegnata, ha affermato, “a cercare forme nuove di apertura, incontro e collaborazione tra i suoi Stati membri”. “Invochiamo Maria Santissima - ha concluso Giovanni Paolo II - perché faccia sì che non venga mai meno, nella costruzione dell’Europa di oggi e di domani, quell’ispirazione spirituale che è indispensabile per operare in modo autentico a servizio dell’uomo”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 agosto 2003

                                                                                    

 

L’INNATO ANELITO DI DIO, RADICATO NEL CUORE DELL’UOMO,

SPESSO OSCURATO DAL PROFITTO CHE ORIENTA E SFRUTTA I DESIDERI DEI SINGOLI.

LO AFFERMA GIOVANNI PAOLO II NEL SUO MESSAGGIO AL MEETING DI RIMINI,

CHE APRE NEL POMERIGGIO I SUOI LAVORI

- Servizio di Stefano Andrini -

 

“Una pluralità di desideri ha sostituito l’anelito che Dio ha posto nella persona come pungolo perché lo cerchi e in Lui trovi pieno compimento”. Suona così una delle affermazioni centrali del messaggio inviato a nome del Papa dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, ai partecipanti al 24.mo Meeting dell’Amicizia tra i popoli, in programma a Rimini da oggi pomeriggio e fino a sabato prossimo. Il tradizionale appuntamento organizzato da Comunione e liberazione - che ospiterà sulla riviera romagnola centinaia personalità di punta del mondo politico, economico, culturale, scientifico italiano e internazionale – ruota quest’anno attorno ad una affermazione, tratta dal Salmo 33: “C’è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici?”.

 

I numeri del Meeting 2003 parlano di 600 mila presenze, di oltre 130 incontri e 2 mila volontari, 27 spettacoli, 16 mostre, 30 avvenimenti sportivi. Poco fa, il presidente della Camera dei deputati italiana, Pier Ferdinando Casini, ha anticipato in conferenza stampa alcuni temi del suo intervento, che inaugurerà tra breve l’evento riminese. Evento al quale, come già accennato, il Papa non ha voluto far mancare la sua parola. Da capoluogo rivierasco, il servizio di Stefano Andrini:

 

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Nel messaggio agli organizzatori, inviato dal segretario di Stato cardinale Angelo Sodano e letto dal vescovo di Rimini, durante la celebrazione della Messa, il Santo Padre ricorda che il mondo tende spesso ad oscurare nelle persone il naturale desiderio di felicità. “La società attuale - annota Giovanni Paolo II – privilegia un tipo di desiderio controllabile secondo leggi psicologiche e sociologiche, e quindi utilizzabile spesso a fini di profitto o di gestione del consenso”. Una pluralità di desideri, prosegue il Papa, “ha sostituito l’anelito che Dio ha posto nella persona come pungolo perché lo cerchi e in Lui solo trovi compimento e pace”. I desideri parziali, “orientati con potenti mezzi in grado di influenzare le coscienze, diventano forze centrifughe che spingono l’essere umano sempre più lontano da se stesso e lo rendono insoddisfatto e talora persino violento”.

 

Il Meeting, rileva ancora il messaggio, “ripropone un tema di perenne attualità: la creatura umana che è animata da questo desiderio di compimento infinito non è mai riducibile ad un mezzo per il raggiungimento di un qualsivoglia interesse. L’orma del divino, che in essa prende la forma di  nostalgia per la felicità, la rende per sua natura non strumentalizzabile”. La persona – sottolinea ancora il Papa – deve però “essere sostenuta da un’adeguata educazione, che tenda a favorire il ridestarsi in lei della consapevolezza del proprio fine. Ciò presuppone un amore sincero per la libertà dell’uomo e un impegno instancabile in sua difesa”.

 

Il Meeting 2003 – afferma infine il messaggio del Papa – ricorda ai popoli d’Europa, “che sembrano vacillare sotto il peso della loro storia, dove affondano le loro radici. Il futuro si costruisce ripartendo dalle origini dell’Europa e facendo tesoro delle esperienze passate, per larga parte segnate dall’incontro con Cristo”. Tra gli ospiti della giornata inaugurale, figura il presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, che nella prima conferenza stampa della manifestazione ha parlato tra l’altro d’Europa. “Nel momento in cui si parla di allargamento anche alla Turchia – ha sostenuto – non dobbiamo aver paura di dire che la radice cristiana è il minimo comune denominatore per tutti”.

 

Da Rimini, per Radio Vaticana, Stefano Andrini.

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LA CAPPELLA SISTINA IN MOSTRA AL MEETING DI RIMINI.

TRA RICOSTRUZIONI D’EPOCA E VISIONI MULTIMEDIALI, LA STORIA

DEGLI AFFRESCHI E DEL RESTAURO DEL CAPOLAVORO DI MICHELANGELO

- Servizio di Maria Di Maggio -

 

Il Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini tra le varie iniziative culturali, propone quest’anno anche la mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro”. L’esposizione, nata da un progetto di collaborazione tra il Meeting ed i Musei Vaticani, presenta in forma divulgativa la storia e i grandi cicli pittorici della Cappella Sistina, alla luce dei nuovi studi che hanno accompagnato il lungo e impegnativo restauro degli affreschi, conclusosi in occasione del Giubileo del 2000.

 

L’esposizione, che si tiene nelle sale di Castel Sismondo, è posta sotto l’Alto Patronato del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, e sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi. La mostra verrà presentata questo pomeriggio alla stampa ed aperta al pubblico da e domani fino al 16 novembre prossimo. Il servizio di Maria Di Maggio.

 

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(musica)

 

La Cappella Sistina vista come nessuno l’ha mai potuta ammirare: è questa l’occasione fornita dalla Mostra “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro”, che il Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini ed i Musei Vaticani propongono al grande pubblico, avvalendosi di uno spettacolare apparato iconografico e multimediale. Ai nostri microfoni, Francesco Buranelli, direttore generale dei Musei Vaticani:

 

R. - L’iniziativa vuole essere un ponte tra il Palazzo apostolico, il Vaticano, i Musei Vaticani ed il grande pubblico che ha sempre a cuore un capolavoro, ma che non tutti possono venire a visitare. Per questo, abbiamo pensato e realizzato una mostra, che in futuro potrà anche diventare itinerante, così da presentare altrove questo grande capolavoro, simbolo della Chiesa di Roma e dei vari pontefici.

 

D. - E quindi, che cosa offre al visitatore questo excursus nella storia della Cappella Sistina?

 

R. – La possibilità di capire come è nata e come è stata portata a termine la Cappella, attraverso le singole fasi della sua realizzazione. E poi, la possibilità di un viaggio particolare all’interno della Sistina, pur senza recarsi in Vaticano. Abbiamo utilizzato tutti i mezzi più moderni di cui potevamo disporre: modelli, ricostruzioni una ad una del ponte sul quale Michelangelo affrescò la volta, e soprattutto ricostruzioni virtuali, filmati fatti durante le delicatissime fasi del restauro... C’è una sezione molto divertente, che presenta la fortuna di questo monumento, e per fortuna si intende appunto come gli artisti dei secoli successivi hanno preso ispirazione oppure si sono cimentati nel riprendere i motivi caratteristici di questo capolavoro.

 

D. – Dottor Buranelli, qual è il messaggio che parte da questa mostra organizzata in concomitanza con il Meeting di Rimini?

 

R. – Noi dei Musei Vaticani e l’Associazione del Meeting di Rimini abbiamo ormai un rapporto di collaborazione che risale già ad esperienze precedenti. Questa non è che una tappa di un rapporto, nella quale i beni culturali ritornano come messaggio visivo di una Parola di Dio che non è sempre facile far giungere a tutti. Ecco, attraverso il bene culturale, questi messaggi possono arrivare agli occhi e alla mente di tutti i cittadini del mondo. Questa è una linea che la Chiesa di Roma e gli ultimi pontefici – Paolo VI e Giovanni Paolo II, nella sua recente Lettera agli artisti – hanno sempre rimarcato. Non stiamo facendo altro che mettere in pratica l’insegnamento del Papa.

 

(musica)

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AFGHANISTAN,

IL NUOVO CORSO SOFFOCATO DA MILLE VIOLENZE

- Intervista con Rosella Miccio -

 

Sullo sfondo e parallelamente alle notizie di violenza che ogni giorno rimbalzano nel mondo dall’Iraq, in Afghanistan la normalizzazione stenta a svilupparsi in modo stabile. Nei giorni scorsi, due soldati afghani e quattro guerriglieri Taleban sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco nella provincia centrale di Uruzgan, innescato dall'ultima incursione di miliziani del deposto regime. E, in precedenza, un agente dei servizi speciali americani era morto durante una operazione nei pressi di Orgun, nella provincia afghana di Paktika. La pace, dunque, appare ancora lontana, come conferma Rossella Miccio di Emergency, raggiunta telefonicamente a Kabul da Stefano Leszczynski.

 

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R. – Attualmente, io parlerei più che altro di un conflitto su scala ridotta rispetto a prima, nel senso che si sentono ancora quotidianamente notizie di scontri, esplosioni, attentati in varie parti del Paese. Senza contare, poi, tutta una serie di ordigni inesplosi, mine, armi che sono ancora in giro e che mietono le loro vittime quotidiane.

 

D. – Qual è la situazione umanitaria?

 

R. – Non c’è ancora acqua corrente nelle case - non parlo di acqua potabile ma proprio di acqua corrente - non c’è elettricità, non ci sono strade, la viabilità è un disastro. Di scuole ne sono state aperte poche e soltanto in alcune aree. Anche il sistema sanitario stenta a riprendere l’attività. Questo in generale nel Paese. A Kabul, c’è sicuramente molta più attività: questo però ha portato ad un incremento dei prezzi, che riguarda soprattutto i generi di prima necessità. Le case costano tantissimo e c’è penuria di abitazioni, perché alcune zone sono completamente distrutte e non riutilizzabili, non riedificabili. Anche i generi alimentari di prima necessità hanno raggiunto dei prezzi assolutamente insostenibili per molti afghani.

 

D. – Per quanto riguarda la sicurezza delle organizzazioni umanitarie c’è ancora un forte rischio ad operare nella zona?

 

R. - Ci sono notizie di incidenti capitati a varie organizzazioni internazionali. Noi non li abbiamo mai sperimentati direttamente. Non abbiamo mai avuto problemi riguardanti il coinvolgimento in incidenti dei membri del nostro staff. Ma, certamente, la situazione non è facile per le organizzazioni internazionali che lavorano qui.

 

D. – Cosa di può dire, invece, della percezione dei civili afghani circa la presenza militare straniera nel loro Paese?

 

R. – Io le posso dire che ero qui l’anno scorso. Sono stata qui da febbraio ad agosto ed inizialmente i civili, la gente comune, ha sicuramente accolto a braccia aperte i soldati, o comunque manteneva un atteggiamento positivo nei confronti delle forze militari straniere, giacché si avevano delle grandi aspettative verso il futuro. Quando ad agosto sono andata via, ho riscontrato sicuramente molta più delusione. Non c’era più questo entusiasmo. Tornando nel 2003, a quasi un anno di distanza, devo dire che i sentimenti di delusione sono ormai molto radicati, perché ci si aspettava tanto ed invece la situazione, per la maggior parte delle persone, non è assolutamente migliorata in termini sostanziali, pratici, di vita quotidiana.

 

D. – C’è allora l’impressione che l’Afghanistan sia stato un po’ dimenticato dall’attenzione internazionale…

 

R. –  Questa è sicuramente la percezione che abbiamo noi, ma che ha anche la gente comune.

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CENTINAIA DI GIOVANI ALLA TRADIZIONALE TENDOPOLI DEL GRAN SASSO,

PER RIFLETTERE CON SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA

SULL’INVITO A SANTIFICARE SE STESSI, IL TEMPO E IL MONDO

- Servizio di Francesco Vitale -

 

Si è conclusa ieri, con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Loreto, Angelo Comastri, la 23.ma edizione della Tendopoli, svoltasi dal 19 agosto nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo. I partecipanti - oltre 1500, in larga parte ragazzi e ragazze, provenienti da tutte le parti d’Italia - hanno riflettuto a fondo sulla vita di San Gabriele, un giovane che ha vissuto in modo radicale il Vangelo. Il servizio di Francesco Vitale.

 

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Quest’anno, la manifestazione ispirata al carisma dei padri passionisti ha avuto per titolo “I Giovani: nel Tempo, con la Tenda, per edificare il Tempio”. La tematica è stata determinata dalla scelta di sviluppare una riflessione sui dieci comandamenti. In questa nuova edizione, la riflessione ha ruotato attorno al terzo comandamento, “Ricordati di santificare le feste”. Un precetto che non comporta la rinuncia al sano divertimento, ma invita ad attualizzare nella quotidianità la gioia della risurrezione, santificando il “tempo” (la vita dell’uomo), per trasformare la “tenda” (il mondo che ci ospita) in “tempio” (la tenda dell’uomo in cui Dio è ospite fisso). Padre Francesco Cordeschi, fondatore e assistente spirituale nazionale del movimento, ci spiega cosa abbia spinto i giovani a partecipare:

 

“I giovani, in gran parte, vengono al Santuario di San Gabriele perché trovano un giovane Santo, un modello di comportamento, ma trovano pure nella tendopoli una proposta educativa. Nella tendopoli c’è precarietà, c’è essenzialità e c’è un richiamo costante proprio all’esigenza di alzare gli occhi verso il cielo, perché la pioggia e il vento ci richiamano alla nostra relatività. Per questo i giovani vengono. Vengono perché qui non hanno l’acqua calda, non hanno i comfort che possono avere a casa. E stando insieme, riscoprendo la gioia della fraternità, dell’amicizia di mille persone, della condivisione di una comune passione, si scatena un’amicizia che relativizza quelle cose che a volte nella vita quotidiana ci sembrano essenziali e indispensabili”.

 

Ogni anno - continua padre Cordeschi - migliaia di giovani piantano il cuore e le tende intorno al Santuario, per vivere una forte esperienza di fede. Su una collina trasformata in tendopoli, i giovani si confrontano, pregano e cantano. S’interrogano sul senso della vita e cercano nell’altro il volto di Gesù Cristo, condividendo emozioni, scoperte, riflessioni e speranze:

 

“Gli ideali che hanno sono quelli tipici della gioventù di oggi, che secondo me - ma la mia è una convinzione condivisa anche da alcuni sociologi - è una gioventù un po’ stanca di proposte così globalizzate e omologate. Nel depliant che abbiamo inviato c’è scritto: “Non aver paura, giovane, di sognare, perché c’è tanta gente che si priva di sognare. Non aver paura di coloro che sorridono dei tuoi sogni. C’è troppa gente, pratica, che mangia il pane intriso di sudore della fronte dei sognatori”. 

 

I tendopolisti respirano a pieni polmoni Dio e la santità. Restano in silenzio e in ascolto di Dio, per imparare a parlare con Lui e di Lui. Gabriele li ha chiamati e accolti, li guida su questo cammino con il suo fascino. La gioia scorre abbondante nell’arco dell’intera esperienza: ne hanno bisogno per poter comunicare una volta tornati a casa a tutti coloro che sembrano nutrirsi di noia, a chi si appoggia alle illusioni. Vicino a Gabriele, nella durezza della tenda, ritrovano le coordinate della propria vita che scoprono arida e assetata finché non diventa tenda di Dio. Ricchi di questa esperienza, saranno lievito di rinnovamento e creeranno spazi di riconciliazione in famiglia, in parrocchia, a scuola, nel luogo di lavoro. Ripartono con l’impegno della meditazione quotidiana, personale e comunitaria, e di un serio lavoro per la propria formazione cristiana.

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INIZIATE A L’AQUILA, NEL RICORDO DI SERGIO VIEIRA DE MELLO,

LE MANIFESTAZIONI PER LA FESTA DELLA “PERDONANZA CELESTINIANA”

- Servizio di don Luca Pellegrini -

 

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Sono ben 709 anni che, a fine agosto, si leva da L’Aquila, grazie a Papa San Celestino V, un messaggio di pace, perdono, solidarietà e riconciliazione. Si chiama “Perdonanza” la grande intuizione spirituale di Pietro Angelario, anziano eremita divenuto Papa nel 1294. Un’indulgenza, quella del 29 agosto, concessa attraverso una storica bolla che inaugura la serie dei Giubilei cristiani. Prima di tutto, dunque, un evento spirituale. Ma la “Perdonanza” de L’Aquila non è soltanto questo: è anche una festa, è folclore, tradizione, cultura e spettacolo. Ne parliamo con Michele Gentile, direttore dell’istituzione “Perdonanza celestiniana”, che anche quest’anno ha inanellato serate molto diverse ma di grande richiamo popolare:

 

R. - Nello spirito che contraddistingue un po’ la nostra festa abbiamo ideato un cartellone il più eterogeneo possibile, proprio perché il nostro intento è quello che tutti debbano essere coinvolti dalla festa della “Perdonanza”. Naturalmente, si tratta di una grande festa religiosa, ma le manifestazioni civili servono un po’ a coinvolgere tutta la nostra città: le persone che vengono da fuori con grandi diversità di livello culturale, di età, e questa è la forza della festa.

 

D. – Ieri sera, la “Perdonanza” è stata inaugurata con l’“Italian modern ensamble”. Questa sera, invece, ci sarà il concerto del grande virtuosista della cornamusa, José Angle Evia. Domani sera, ancora, il programma prevede un appuntamento molto importante, anche dal punto di vista spirituale, con la diretta da Baghdad per l’ascolto dei solisti della filarmonica della capitale irachena in una serata che è stata intitolata “L’Aquila chiama Baghdad”. Come e perché si è costruita questa serata?

 

R. – L’abbiamo voluta soprattutto per la nostra decisione di dare il terzo premio della “Perdonanza” a Sergio Vieira de Mello, il rappresentante dell’Onu in Iraq, appena scomparso. Purtroppo la serata è cambiata tragicamente perché, un paio di giorni dopo la visita del nostro sindaco a Baghdad, dove si era recato per la consegna del premio della pace, purtroppo Sergio Vieira de Mello è stato vittima dell’attentato nel quale ha perso la vita. E’ chiaro, quindi, che il clima della serata è cambiato totalmente e sarà tutto in ricordo di de Mello: una persona che ha vissuto per la pace, in stretta connessione - possiamo dire -con il messaggio celestiniano che è anch’esso un messaggio di pace, di perdono e di pacificazione fra i popoli. Crediamo sarà uno dei momenti più alti e più importanti della nostra festa.

 

D. – Altri importanti personaggi partecipano quest’anno alla “Perdonanza celestiniana”: da Carmen Consoli ad Al Bano, insieme a Katia Ricciarelli. C’è molta eterogeneità nelle scelte, un modo per venire incontro ai gusti di tutti…

 

R. – La festa della “Perdonanza” è una grande festa popolare, oltre naturalmente ad essere una grande festa religiosa, secondo quello che è scritto anche nella bolla di Celestino V, nella quale si parla di canti e balli, e secondo quanto accaduto per tradizione a L’Aquila, durante questa festa. E’ chiaro, poi, che i modi si evolvono e il grande coinvolgimento della città credo renda la nostra festa unica.

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CHIESA E SOCIETA’

24 agosto 2003

 

 

 

PROSEGUE LO STILLICIDIO DI VITTIME IN IRAQ: TRE BRITANNICI UCCISI IERI

A BASSORA. IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, GEORGE W. BUSH,

 LANCIA UN APPELLO PER COMBATTERE IL TERRORISMO IN TUTTO IL MONDO.

A RIO DE JANEIRO, LA VEGLIA FUNEBRE DI SERGIO VIERA DE MELLO,

MORTO NELL’ATTENTATO DI MARTEDI’ A BAGHDAD

- Servizio di Salvatore Sabatino -

 

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BAGHDAD. = La legge della violenza sembra non dare tregua all’Iraq, che anche ieri ha vissuto una giornata di sangue. Il prezzo più alto è stato pagato dall’esercito britannico: tre morti in un agguato a Bassora, nel sud del Paese. Questa mattina, invece, un militare statunitense è stato ucciso dal fuoco amico a Baghdad. Uno stillicidio di vittime che secondo gli americani è purtroppo destinato a continuare ancora a lungo. Non certo una buona notizia per l’opinione pubblica statunitense, da troppo tempo in fermento per una guerra dichiarata conclusa dal presidente Bush il primo maggio, ma che ogni giorno continua a restituire feretri alle famiglie americane. Sul fronte politico interno, invece, una delegazione del Consiglio di governo transitorio iracheno ha esaminato ieri con membri del governo dell'Arabia Saudita la situazione in Iraq e gli sforzi internazionali e arabi affinché il Paese ritrovi la sua sovranità nazionale. Si apre intanto una nuova frattura interetnica: a Kirkuk, nel nord del Paese, violenti incidenti hanno provocato ieri la morte di tre turcomanni, un’etnia che vive nell’area confinante con la Turchia. Nuovo successo invece, questa mattina, per l’esercito americano che ha arrestato un ex generale dell'Esercito iracheno, Sobhi Kamal Erzeyek, dirigente a Najaf dell’Esercito di Gerusalemme, la formazione militare istituita da Saddam Hussein in occasione della seconda Intifada in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Oltreoceano, intanto, ieri il capo della Casa Bianca è tornato a pronunciare la parola guerra contro il terrorismo, accompagnata da quell’aggettivo - “globale” - che aveva fatto da cornice all’inizio delle operazioni militari in Afghanistan e poi in Iraq. Una guerra al terrorismo - ha affermato nel suo consueto discorso del sabato alla nazione - necessaria per far prevalere la civiltà contro la ''visione totalitaria'' dei terroristi che vogliono trasformare il mondo a immagine dei Taleban, gli oppressori dell'Afghanistan. Un messaggio, quello di Bush, che chiama le nazioni “civili” ad unirsi in questa lotta contro il male. Un vero e proprio appello all'unità in nome della visione di una pace regionale che dall'Iraq dilaghi a macchia d'olio in altre nazioni, per arrivare a sanare il conflitto infinito tra palestinesi ed israeliani. Mentre Bush parlava alla nazione, a Rio de Janeiro arrivava, intanto, la salma di Sergio Viera de Mello, il delegato Onu ucciso martedì scorso nell’attentato contro il quartier generale delle Nazioni Unite a Baghdad. Una folla immensa ha partecipato alla veglia funebre in suo onore. Tra gli sguardi commossi, anche quello del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan.

 

 

PER SALVARE LA ROAD MAP, GLI STATI UNITI INVIANO IN MEDIO ORIENTE

IL VICESEGRETARIO DI STATO, RICHARD ARMITAGE.

L’ANP SI APPELLA AI MEDIATORI INTERNAZIONALI PER UNA NUOVA TREGUA

CON ISRAELE.  MA LA TENSIONE RESTA ALTA

 

TEL AVIV. = Nonostante la ripresa delle violenze, si cerca in tutti i modi di salvare la Road Map, il piano di pace presentato da Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Onu. Lo dimostra la missione nell’area mediorientale di Richard Armitage, vice del segretario di Stato americano Colin Powell. Finalità del tour diplomatico: sollecitare gli Stati arabi ad esercitare pressioni sul presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Yasser Arafat, perché trasferisca al premier, Abu Mazen, e al ministro per la Sicurezza, Mohammed Dahlan, l'autorità sui servizi di sicurezza palestinesi che sono ancora sotto il suo  controllo. Non è escluso inoltre che, nei prossimi giorni, lo stesso Powell, accompagnato dal consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleeza Rice, si rechi di persona nella regione. Un passo verso la pace è stato inoltre compiuto ieri dal governo dell'Anp, che ha dichiarato a Ramallah di voler cercare una nuova tregua con Israele ed ha esortato gli Stati  Uniti e gli altri tre membri del Quartetto (Ue, Russia e Onu) ad “intervenire immediatamente per porre fine alla guerra che Israele ha lanciato contro il popolo palestinese”. Ma sul terreno le ostilità non cessano. Questa mattina, un razzo palestinese di tipo Qassam, lanciato dalla striscia di Gaza, è caduto sulla spiaggia di Zikim, a sud di Ashqelon, in Israele, senza provocare vittime né danni. In quella zona, si trovano da venerdì ingenti reparti militari israeliani i quali, in caso di necessità, potrebbero ricevere l'ordine di penetrare nel nord della striscia di Gaza per mettere fine ai lanci di razzi ripetutisi negli ultimi tre giorni. A Gerusalemme, invece, regna la paura dopo l’attentato di martedì su un autobus di linea. E proprio in riferimento a quell’attentato kamikaze, fonti ospedaliere hanno aggiornato il bilancio delle vittime, salito a 21 dopo la morte di una donna che era rimasta gravemente ferita nella deflagrazione. (S.S.)

 

 

L’IPOTESI DEL SABOTAGGIO DIETRO L’ESPLOSIONE DEL RAZZO VETTORE

BRASILIANO - AVVENUTO IERI NELLA BASE SPAZIALE DI ALCANTARA, IN AMAZZONIA - CHE HA PROVOCATO LA MORTE DI 21 PERSONE. CRESCONO INTANTO LE POLEMICHE

SUL PROGRAMMA SPAZIALE NAZIONALE CHE NON VERRA’ ARRESTATO

- A cura di Maurizio Salvi -

 

BRASILIA. = Mentre continuano le ricerche dei resti delle vittime, il governo brasiliano non ha escluso oggi la possibilità che l’accensione improvvisa di uno dei quattro propulsori del razzo esploso ieri possa non essere stata solo una sfortunata eventualità. Ufficialmente, i responsabili dell’Agenzia spaziale brasiliana continuano a parlare di un non meglio precisato incidente, ma secondo il quotidiano “Folha de Sao Paulo”, pur se remota, l’ipotesi del sabotaggio è stata presa in considerazione nelle indagini dei servizi di informazione dell’aeronautica militare. I sospetti sono legati al fatto che lo scoppio non è avvenuto durante o dopo il lancio ma 72 ore prima, nell’ambito delle operazioni di preparazione del vettore. Tenendo conto dell’importanza finanziaria e strategica delle basi di lancio di razzi che trasportano satelliti, gli osservatori ricordano ad esempio che, nella precedente gestione del presidente Cardoso, la base spaziale di Alcantara sarebbe dovuta passare progressivamente sotto controllo statunitense, un progetto però abbandonato con l’arrivo al potere di Lula. Commentando l’accaduto, il ministro della Scienza e tecnologia, Sergio Amaral, ha assicurato comunque che nonostante questa battuta d’arresto il programma spaziale del Brasile continuerà.

 

 

VIGILIA DI ELEZIONI PRESIDENZIALI IN RWANDA. GRANDE FAVORITO

IL PRESIDENTE USCENTE PAUL KAGAME. AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA

 UN CLIMA DI INTIMIDAZIONE E PAURA INSTAURATO DAL GOVERNO

 NEL PERIODO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

 

KIGALI. = Con un grande comizio nello stadio di Kigali, il presidente rwandese, Paul Kagame, ha chiuso ieri la sua campagna preelettorale. Il voto con cui i rwandesi sono chiamati a eleggere il nuovo presidente - per la prima volta ci sono candidati di diverse  formazioni politiche - è visto dagli osservatori come un’occasione per verificare se il Rwanda sia pronto ad abbracciare la democrazia. Kagame - un ex leader ribelle Tutsi che ha preso il potere nel 1994, ponendo fine al genocidio della sua etnia da parte della maggioranza Hutu - è nettamente favorito rispetto agli altri tre candidati. Il presidente uscente ha posto l'accento sull'unità nazionale, accusando altri Paesi di aver causato il massacro interetnico, costato la vita, si calcola, a un milione di persone. Gli altri candidati, e in particolare Faustin Twagiramungu, accusano però Kagame di aver avvelenato la campagna elettorale, instaurando un clima di intimidazioni e di minacce contro i loro simpatizzanti. Anche Amnesty International si è espressa ieri in tal senso, pubblicando un documento in cui si parla di “paura ed intimidazioni”. Il governo rwandese - si legge - sta gestendo queste prime elezioni post-genocidio in un clima di paura, in cui le persone vengono arrestate semplicemente perché non partecipano ai raduni di supporto del Fronte patriottico rwandese. “Occorre porre fine immediatamente - denuncia l’organizzazione internazionale - a questi atti di pressione politica illecita”. (S.S.)

 

 

DAL 27 AL 30 AGOSTO, PRESSO IL SANTUARIO “LA VERNA” AD AREZZO,

IL CORSO ANNUALE PER SEMINARISTI INCENTRATO SU PROBLEMATICHE

POLITICHE, ECONOMICHE, AMBIENTALI

 

AREZZO = Problemi sociali come l'economia e la politica, del lavoro, ma anche della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato. Questi i temi che verranno affrontati durante il corso annuale per studenti teologia ospitato dal Santuario “La Verna” di Arezzo. Il corso, al quale parteciperanno 40 seminaristi, è promosso dall'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro. Al riguardo, è stato scelto un luogo significativo: il Santuario francescano della Verna, luogo di intensa spiritualità, legato alla figura di Francesco d’Assisi, che “aiuta a comprendere meglio – si legge in un comunicato - la nostra responsabilità per il creato". L'obiettivo, spiegano gli organizzatori è "offrire ai futuri sacerdoti una conoscenza del servizio per l’evangelizzazione del sociale che l’ufficio svolge”. (S.S.)

 

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