RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 230 - Testo della
Trasmissione di lunedì 18 agosto 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Fino al
prossimo 7 settembre è in programma a Torino una mostra sul tema “Arte nell’era
global”.
Medio Oriente: esplosione a Tel Aviv; in crisi il
processo di pace.
La violenza in Iraq rende difficile il cammino
della ricostruzione.
Possibile svolta in Liberia: forse oggi la firma
di un accordo tra governo e ribelli.
Ad un passo dalla libertà i 14 turisti europei
rapiti cinque mesi fa nel Sahara algerino.
18 agosto 2003
L’EUROPA RECUPERI LA SUA VERA IDENTITA’:
SUL
RICHIAMO DEL PAPA ALL’ANGELUS DOMENICALE,
LA
RIFLESSIONE DELLO STORICO GIORGIO RUMI
L’Europa non è solo
un “luogo geografico”, ma un “concetto prevalentemente culturale e storico”. Le
parole del Papa, all’Angelus di ieri a Castel Gandolfo, hanno suscitato una
vasta eco nel dibattito quanto mai attuale sull’allargamento ad Est e
l’approvazione di una Carta costituzionale dell’Unione europea. Il Pontefice ha
sottolineato la “forza unificante del cristianesimo” nella vita millenaria
dell’Europa esortando gli europei a recuperare la vera identità del Vecchio
Continente. L’appello di ieri del Santo Padre fa seguito ad una lunga serie di
interventi che il Pontefice ha dedicato, nelle ultime domeniche, proprio al
tema delle radici cristiane dell’Europa. Per una riflessione sulle parole del
Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato lo storico Giorgio Rumi, professore
all'università Statale di Milano:
**********
R. – Direi che il contributo maggiore che il Papa dà con
questo suo insistito riferimento alla storia dell’Europa e alla natura
dell’Europa è un contributo di verità. C’è poco da fare: è come dice il Papa.
La storia dell’Europa è non solo segnata, ma addirittura costruita dalla
presenza cristiana. Non c’è Europa fuori da questo segno. La verità non può
essere misconosciuta!
D. – Accanto ai richiami forti, insistiti del Papa, quale
altro strumento la Chiesa può offrire per un’azione promotrice dei propri
valori nella costruzione dell’Europa finalmente riunificata?
R. – La Chiesa non è un partito; la Chiesa parla alle
coscienze, parla ai cittadini dell’Europa e ricorda questo specifico elemento
costitutivo. L’identità non può essere sottaciuta per sempre: alla fine
riemerge, perché è nella realtà delle cose.
D. – La fede cristiana – ha detto più volte il Papa in
queste ultime domeniche – ha dato forma, ha plasmato i valori fondamentali
dell’Europa. Valori che hanno ispirato l’ideale democratico e i diritti umani.
In che modo questo patrimonio culturale può aiutare l’Europa a confrontarsi con
un mondo sempre più globalizzato?
R. – In un mondo globalizzato è essenziale che ciascuno
porti la propria identità: il contributo maggiore dell’Europa è questo.
L’Europa non è una per lingua, non è una neanche dal punto di vista economico,
non lo è dal punto di vista istituzionale. Può esserlo dal punto di vista
spirituale. Questo è un forte cemento unitario ed ‘unitivo’, direi, che
bilancia le fatali tendenze centrifughe che possono sempre esserci sul piano
degli interessi. Noi siamo europei ed abbiamo questa comune identità cristiana.
Non vedo quale altra possa essere, perché l’unità geografica o geopolitica è
troppo precaria, come si può riscontrare, di fronte alle svolte ed ai tornanti
della storia.
D. – “L’Europa attraversa una crisi di valori – ha
avvertito il Papa – ed è dunque importante che recuperi la sua vera identità”.
Come rispondere a questa sfida, mentre avanza il processo di allargamento
dell’Unione Europea?
R. – Il problema è proprio questo: non può essere solo
l’Europa dei diplomatici, quella della tecnocrazia e così via; c’è un’Europa
anche delle coscienze, tanto più che in nessun modo è coercitivo e obbligante.
E’ come la fissazione di una specie di ‘mappa’, o di una stella polare a cui si
possa fare riferimento comune ...
D. – In autunno, si riunisce la Conferenza
intergovernativa chiamata a dar vita alla Costituzione europea. C’è ancora
spazio per l’inserimento delle ‘radici cristiane’ tra i riferimenti della nuova
Europa a venticinque?
R. – Penso proprio di sì; anzi, più cresce, più si allarga
l’Europa più questo riferimento comune è opportuno che ci sia e che sia anche
forte. Oserei dire: è di diritto naturale. Fa parte dell’esperienza storica che
è visualizzabile; chiunque giri per l’Europa vede questo elemento comune. Anche
il turista più superficiale vede che il cuore dell’Europa sono le cattedrali e
gli infiniti segni religiosi che ci sono. Non si possono chiudere gli occhi!
D. – Nel processo di redazione della Costituzione europea
è emerso, secondo lei, almeno nei vertici della politica, un pregiudizio
culturale anti-cristiano, anti-cattolico?
R. – Più che un pregiudizio, direi il timore di urtare
contro degli idoli di tipo razionalistico che magari in alcuni luoghi d’Europa
sono un dogma formale, penso al caso francese. Alcuni valori che, invece, il
Papa ha fatto propri: più volte il Papa ha fatto riferimento alla libertà,
all’eguaglianza e alla fraternità come fatti propri dell’Europa cristiana. Non
si capisce perché non accada in un certo senso il contrario, cioè che l’Europa
riconosca la veridicità di alcune radici culturali. Mi sembra che vinca nei
politici un certo opportunismo: non andare a cercare questioni per un certo
verso troppo impegnative. Si cerca una soluzione tecnica, asettica che però,
secondo me, non basta.
**********
RINUNCIA PRESULE LITUANO
Il Papa
ha accettato la rinuncia all’ufficio di incaricato dell’assistenza spirituale
dei cattolici lituani residenti all’estero, presentata per ragioni di età dal
presule 78enne mons. Paulius Antanas Baltakis, dell’Ordine dei Frati Minori.
=======ooo=======
“L’Europa
recuperi la sua forza unificante” è il titolo che apre la Prima Pagina in
riferimento all’Angelus di domenica 17 nel quale Giovanni Paolo II ha pregato
la “Vergine Santa perché aiuti il Continente ad essere sempre consapevole della
propria vocazione spirituale”. “Maria ci orienta nel quotidiano cammino
dell’esistenza terrena” è invece il messaggio del Papa in riferimento all’Angelus
del 15 agosto nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
A seguire: Uganda: uccisi da
razziatori due missionari comboniani. Iraq: attentati ad oleodotto; sabotato
acquedotto a Baghdad; ucciso soldato danese; sei detenuti uccisi in un attacco
ad una prigione: truppe Usa uccidono un cameraman che riprendeva gli
avvenimenti.
Nelle pagine vaticane, una
pagina dedicata alle celebrazioni nelle diocesi italiane per la Solennità
dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Nelle pagine estere, avviata la
distribuzione degli aiuti umanitari in Liberia, mentre resta drammatica la
situazione a Buchanan; senza esito i primi colloqui in Ghana sulla formazione
del governo di transizione. Nigeria: scontri armati nell’area del delta del
Niger tra le fazioni etniche rivali degli Ljaw e degli Itsekeris. Sahara:
annunciata la liberazione degli ostaggi occidentali. Libia: lettera all’Onu con
l’ammissione delle responsabilità nella strage di Lockerbie del 1988. Medio
Oriente: rinviato il ritiro israeliano da Gerico e da Kalkiliya dopo il fallito
incontro sulla sicurezza. Sul fronte del terrorismo, diffuso un nuovo messaggio
con le minacce di “Al Qaeda”; era pronto a colpire ancora il terrorista
arrestato in Thailandia con l’accusa di essere la mente delle stragi di Bali.
Kosovo: preoccupante ripresa delle violenze di matrice etnica. Francia:
devastanti gli effetti dell’ondata di caldo: polemiche sull’efficacia del
sistema sanitario. Stati Uniti: s’indaga ancora sulle cause del gigantesco
black-out.
Nella pagina culturale, un
articolo di Maria Maggi spiega che il 27 agosto Marte raggiungerà, dopo
sessantamila anni, il punto più vicino alla Terra.
Nelle pagine italiane, i temi
dell’emergenza caldo, degli incendi e dell’immigrazione clandestina.
=======ooo=======
18 agosto 2003
LA RICERCA DELLA FELICITA’ AL CENTRO DEL
“MEETING DELL’AMICIZIA FRA I POPOLI”.
DOMENICA PROSSIMA A RIMINI TRADIZIONALE APPUNTAMENTO ESTIVO DI
“COMUNIONE E LIBERAZIONE”
- Con noi, Giorgio Vittadini -
Domenica prossima il via al “Meeting per l’amicizia fra i
Popoli” a Rimini, 24.ma edizione, che prende quest’anno spunto per il tema da
un versetto biblico, attribuito al Re Davide: "C'è un uomo che vuole la
vita e desidera giorni felici?", in cui gli uomini sono invitati a
scoprire nel timore di Dio la strada della felicità, felicità alla quale tutti
sono chiamati e che si raggiunge con la risposta libera, personale alla
vocazione.
Il tradizionale appuntamento estivo nella cittadina romagnola, promosso
dal movimento “Comunione e liberazione”, si articolerà in tre cicli di
approfon-dimento su: “Il vero nome della pace è educazione: viaggio nel mondo
del post-conflitto”, “E’ anomalia virtuosa? Quale futuro per l'impresa
italiana”, e "Libertà vo’ cercando ch’è sì cara...”. Le giornate del
Meeting si snoderanno tra conferenze, tavole rotonde, dibattiti e numerose
mostre. Ad inaugurare la manifestazione la mattina del 24 agosto sarà la Santa
Messa presieduta dal vescovo di Rimini, mons. Mariano De Nicolò. Tanti gli
ospiti italiani e di molti altri Paesi attesi durante la settimana del Meeting
che si chiuderà il 30 agosto, come ci anticipa il servizio di Debora Donnini:
**********
L’immigrazione in Europa, con il presidente del Parlamento
europeo Pat Cox e il ministro dell’Interno italiano Giuseppe Pisanu; la
vocazione cristiana come chiamata alla felicità con il cardinale arcivescovo di
Vienna, Christoph Schönborn; la ricostruzione dell’Iraq, con mons. Shlemon
Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, e il ministro degli Esteri Franco
Frattini: come ogni anno, tanti i temi e gli ospiti a Rimini. Ancora una volta,
il Meeting non dimentica lo spazio alle grandi mostre, da quella sulla Cappella
Sistina a quella sul “Signore degli Anelli”. Sarà il presidente della Camera,
Pier Ferdinando Casini, ad aprire il Meeting che vedrà tra gli altri
protagonisti della politica italiana anche Massimo D’Alema, Piero Fassino,
Gianfranco Fini.
Tra gli altri ospiti internazionali di spicco, il ministro
dell’Economia argentino, Roberto Lavaña, e l’ex presidente ceco Vaclav Havel.
La settimana si chiuderà con l’intervento di mons. Stanislao Rylko, segretario
del Pontificio Consiglio per i Laici, sui 25 anni di pontificato di Giovanni
Paolo II. Non fare rigide contrapposizioni, ma costruire per il bene comune
dell’Italia e del mondo; questa è la vera sfida moderna per Giorgio Vittadini,
presidente della Compagnia delle Opere:
“Il vero problema è vedere come un mondo realmente vasto
può dare il meglio per permettere all’umanità di vivere. Questo vuol dire domandarsi
come la piccola e media impresa possa trasferirsi nel Terzo Mondo diventando un
fattore di sviluppo e non un fattore di regresso; domandarsi come possa esserci
un’Europa aperta ai Paesi mediterranei e al resto del mondo senza diventare un
mondo mercantile. Questo io penso sia l’unico modo con cui possiamo superare le
difficoltà che abbiamo senza arrivare ad un mondo di violenza e di guerre”.
Oggi, dice la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri,
c’è bisogno di gente capace di accogliere la grazia della felicità che il
mistero di Dio può dare. E’ Giacobbe l’immagine dell’uomo che vuole fortemente
essere felice, anche se deve affrontare molte sofferenze. E il Meeting di
quest’anno vuole proprio annunciare che si può essere uomini come Giacobbe,
segnati dal mistero ma sorprendentemente vivi e operanti nel mondo.
**********
MIGLIAIA DI ANZIANI MORTI IN FRANCIA A CAUSA DEL CALDO:
E’
ANCHE UN DRAMMA DELLA SOLITUDINE
-
Intervista con Tullio Giannotti -
Il
ministro della sanità francese, Jean-François Mattei, ha detto oggi di ritenere
“plausibile” la cifra di 5 mila decessi in Francia legati al caldo dei giorni
scorsi. Il ministro ha sottolineato che si avranno le cifre definitive solo
tra qualche settimana, dichiarando di
''assumersi in toto” le sue responsabilità ma sottolineando che “il
ministero della sanità non ha ricevuto le informazioni e i segnali di allarme che avrebbe dovuto”. Dunque, ora che il
caldo ha lasciato il posto ai temporali di fine estate, in Francia divampano le
polemiche sulle disfunzioni che hanno provocato quella che viene definita una
tragedia nazionale. Ecco quanto riferisce Tullio Giannotti, corrispondente
dell’Ansa a Parigi, nell’intervista di Fausta Speranza.
**********
R. – Anche adesso che è tornato il fresco, anzi, gli
uragani nel Sud-Est della Francia, il governo più che essere sotto accusa è
chiamato a spiegare cosa non ha funzionato in questo sistema sanitario che da
molti anni è il fiore all’occhiello dei francesi: i francesi hanno aperto gli
occhi su alcune disfunzioni. Ci sono stati negli ultimi anni tagli alla sanità,
alla Securité sociale – l’assistenza sociale francese – che aveva un
buco, una voragine paurosa. I conti devono tornare anche a livello europeo,
quindi i tagli sono stati necessari. Le 35 ore senz’altro sono in discussione.
Di certo, l’emergenza cominciata i primi giorni di agosto e culminata tra il 4
e il 10, quei 6 giorni in cui c’è stato il picco di mortalità di anziani in
Francia, ha trovato sguarniti i pronto soccorso. Questa è la denuncia che da
giorni sta gridando Patrick Belluc, il rappresentante sindacale dei medici di
pronto soccorso, che ha chiesto addirittura una commissione di inchiesta
parlamentare per chiarire le disfunzioni, per capire come non ritrovarsi in
questa situazione di emergenza con pochi letti, con il personale tutto in ferie
dalla seconda metà di luglio ... Ci sono stati quindi degli anziani che avevano
dei malori, si sentivano male ma venivano rispediti a casa perché si potevano
accogliere soltanto i casi più gravi, i casi urgenti.
D. – A parte le polemiche a livello politico, dal punto di
vista prettamente sociale che cosa si può dire? Qualcuno ha puntato il dito
contro una società troppo individualistica ...
R. – Senz’altro quello che viene notato a Parigi e nelle
grandi città è una disgregazione delle famiglie per cui, non essendo la
situazione francese paragonabile a quella italiana – per esempio – in fatto di
carenza di alloggi, le famiglie sono meno portate a vivere insieme. Le
generazioni si staccano quando iniziano lavorare, a 18-20 anni. Al termine
degli studi i figli se ne vanno e poi ognuno fa la sua vita. Si arriva pertanto
ad avere un numero elevato di persone anziane, spesso vedovi, che vivono da
soli e che non sono affatto poveri; cioè, il problema qui non è della povertà:
è della solitudine. Non è stato l’unico elemento serio che abbia potuto
provocare migliaia e migliaia di morti, ma certamente il fatto di vivere in
stabili dove ci sono uno o due famiglie presenti e magari la persona anziana e
sola vive all’ultimo piano e quindi nell’emergenza non la sente nessuno, può
avere contribuito a provocare un disastro.
D. – Parigi è l’isola metropolitana rispetto al resto del
territorio francese. Si può dire qualcosa sulla differenza appunto, tra Parigi
e le altre cittadine?
R. – La regione di Parigi è la regione più popolosa
d’Europa. Ci sono circa 12 milioni di persone che sono in questa grande testa
della Francia. Per il resto, a parte Marsiglia, Lione, Tolosa, qualche città
non comparabile a Parigi, quella che i francesi chiamano la “Provence” – la
“provincia” – è un’aera che ha dei problemi completamente diversi da quelli
della grande capitale. La campagna, ad esempio, ha il problema addirittura
della desertificazione demografica. Ci si lamenta di intere zone, intere regioni
abbandonate, paesi in cui rimangono soltanto gli anziani e dove però questo
fenomeno della mortalità ha inciso di meno.
**********
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, SCOSSA DALLA GUERRA
CIVILE,
IN
PRIMO PIANO L’EMERGENZA UMANITARIA DEGLI SFOLLATI
DELLE
MARTORIATE REGIONI DELL’ITURI E DEL NORD KIVU
- Con
noi, Luca Guerneri -
Quella del 2002 è stata per la Repubblica democratica del
Congo un’estate all’insegna della speranza. Dopo cinque anni di guerra costati
la vita di oltre tre milioni di persone, in luglio, nella capitale sudafricana
Pretoria venivano firmati gli accordi di pace tra il presidente congolese
Kabila e il collega rwandese Kagame. Questa, invece, è destinata, purtroppo, ad
essere ricordata come un’estate segnata dalle violenze, dagli scontri
interetnici specie nelle martoriate regioni dell’Ituri e del Nord Kivu. Una
guerra civile che sta frustrando le speranze del popolo dell’immenso Paese
africano. Drammatica risulta la situazione degli sfollati dalle regioni
afflitte dalla violenza. Ce lo conferma da Kinshasa, capitale congolese, Luca
Guerneri, dell’organizzazione umanitaria Cesvi, raggiunto telefonicamente da
Alessandro Gisotti:
**********
R. – Ci troviamo di fronte ad una situazione politica per
cui adesso c’è un governo transitorio di unità nazionale: da un lato la gente
pensa che ci possa essere un futuro per la Repubblica democratica del Congo,
dall’altro c’è la realtà di circa 50 mila sfollati che sono lungo la strada che
va dalla città di Beni verso l’Ituri e quindi verso Bunia. Sono sfollati
dell’ultima ondata di guerra e questi vivono in condizioni a dir poco
miserabili, in accampamenti provvisori con latrine mediamente costruire male,
mancanza di acqua, cibo che viene dato solo dalle organizzazioni umanitarie ma
niente di più. Direi che da un lato c’è una speranza teorica con questo
governo, dall’altro c’è in pratica la gente che non ha speranza.
D. – Lei è stato proprio in questi giorni nella zona
maggiormente colpita da queste violenze. Ci può dare qualche testimonianza?
R. – Da una parte, si stanno verificando fenomeni
incoraggianti, nel senso che per lo meno nella città di Beni, dove abbiamo uno
dei due uffici nel Nord-Kivu, abbiamo visto che la presenza dei bambini soldato
è effettivamente diminuita, almeno in città. Ma nello stesso tempo la
situazione che si può constatare a tutt’oggi è che la gente non può rientrare
nel luoghi d’origine: questo significa che c’è un senso di insicurezza
assolutamente diffuso. Noi non crediamo che nei prossimi tre mesi ci possa essere
qualche movimento verso i luoghi d’origine.
D. – Assieme alla violenza, quali sono le insidie più
pericolose per la popolazione del Congo?
R. – La prima insidia, la più pericolosa, è quella
sanitaria: quando ci sono forti concentrazioni di popolazione, l’igiene è
carente sotto ogni punto di vista, soprattutto nei settori più deboli della
popolazione, che sono gli anziani ed i bambini. In secondo luogo, direi che è
anche un problema psicologico: questa gente ha visto delle cose che nessuno di
noi oserebbe neanche pensare. Ha paura di rientrare nei luoghi d’origine perché
sente ormai l’insicurezza proprio a livello di pelle ... Noi abbiamo verificato
che addirittura all’interno degli stessi sfollati ci sono situazioni per cui –
vedi il caso dei pigmei – si assiste a discriminazioni evidenti: abbiamo notato
discriminazioni addirittura all’interno della stessa categoria degli sfollati!
D. – Quali sono le maggiori difficoltà per voi operatori
umanitari nella zona?
R. – Le strade non sono ben tenute: francamente, un
viaggio di 70 chilometri può durate un’intera giornata. In ogni momento si può
essere soggetti a qualsiasi forma di vessazione, quando non di aggressione, da
parte di non meglio precisati personaggi armati.
**********
=======ooo=======
18 agosto 2003
LA
CROCE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ SOSTA OGGI A SAMOBOR,
IN CROAZIA, PER PRESENZIARE AI LAVORI DEL CONGRESSO
EUROPEO
DELLA GIOVENTÙ FRANCESCANA
- A cura di Amedeo Lomonaco -
**********
SAMOBOR. =
Nel corso del suo pellegrinaggio europeo, la Croce delle Giornata mondiale
della gioventù (Gmg), è arrivata oggi a Samobor, vicino a Zagabria, in
occasione del terzo Congresso europeo della Gioventù Francescana (Gifra), in
programma in Croazia ed in Slovenia fino al prossimo 23 agosto. I giovani si
raccoglieranno in preghiera davanti alla Croce seguendo l’insegnamento del
poverello di Assisi in contemplazione davanti al Crocifisso di San Damiano. “In
occasione del terzo congresso europeo della Gifra – ha dichiarato al Programma
Croato della nostra emittente l’assistente generale dell’ordine secolare
francescano, fra Ivan Matic – abbiamo la grazia di avere tra noi la Croce della
Gmg davanti alla quale molti giovani si sono incontrati e hanno pregato”. “Per
noi – ha aggiunto fra Matic – il Congresso è un momento di riflessione in vista
della prossima Gmg in programma, nel 2005, a Colonia”. La Croce sarà consegnata
dai ragazzi delle diocesi croate di Djakovo-Srijem e di Požega ai coetani di
Banja Luka, in Bosnia-Erzegovina, che la porteranno a Sarajevo e a Mostar con
tappe in diversi santuari.
**********
IN UGANDA CONTINUA
L’ONDATA DI VIOLENZA AD OPERA DEI RIBELLI:
SABATO SCORSO I MILIZIANI HANNO UCCISO 15 PERSONE
NEI PRESSI DELLA CITTA’ DI LIRA
KAMPALA. = Sabato scorso
i ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lra) hanno ucciso
15 persone in un attacco al centro di Awie Lem, nella contea di Dokolo, circa
60 chilometri da Lira. Lo riferiscono fonti dell’Agenzia missionaria Misna
precisando che il raid si è protratto per tre ore e mezzo causando il panico
tra i civili che si sono visti razziare con ferocia le loro abitazioni. Nella
stessa circostanza sono state sequestrate 40 persone, molte delle quali giovanissime.
Domenica mattina, è stato invece messo a ferro e fuoco un piccolo centro
commerciale, limitrofo ad Awie Lem, denominato Bata. In questo caso, fortunatamente,
non sono però state segnalate vittime o sequestri. I ribelli dello Lra
continuano dunque a seminare il terrore nei territori nordugandesi, nonostante
l’impegno dell’esercito governativo che tenta di contrastare le loro azioni. La
stampa del Paese africano, intanto, dà ampio spazio alla morte dell’ex
dittatore ugandese, Idi Amin Dada, avvenuta sabato a Gedda, in Arabia Saudita:
il presidente Museweni non ha escluso che i suoi funerali si possano svolgere
in Uganda. (A.L.)
LE MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE DAL
MINISTERO ITALIANO DEGLI AFFARI ESTERI
PER I 25 ANNI DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II,
TESTIMONE DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO,
SI TERRANNO ANCHE A BUCAREST E A SAN PAOLO
ROMA. = Il programma delle celebrazioni per il
venticinquesimo anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II, organizzato
dal ministero italiano degli Affari esteri e promosso dagli Istituti italiani
di cultura all’estero, verrà esteso ad altre due città. Alle già designate
Cracovia, Buenos Aires, Strasburgo, New York e Roma si sono infatti aggiunte anche
le città di Bucarest e San Paolo. La decisione di arricchire l’offerta di
dibattiti e convegni, che celebrano il Papa come straordinario “testimonial”
della lingua italiana nel mondo, è la conseguenza diretta del grande successo
riscosso: le conferenze, organizzate finora nelle prime tre città del
programma, hanno infatti richiamato l’attenzione dei media nazionali ed internazionali
ed hanno visto la partecipazione di autorità religiose e civili. La prima tappa
aggiunta è prevista il prossimo 2 settembre a Bucarest: al convegno
parteciperanno il presidente della Romania, Ion Iliescu, il patriarca
ortodosso, Teoctist, e rappresentanti politici italiani. San Paolo è stata
invece scelta per la chiusura ufficiale delle celebrazioni che cadrà il 4
novembre, giorno di San Carlo. (A.L.)
“PRENDERSI
CURA DEL SACRO”. E’ QUESTO IL TEMA DELL’ANNUALE ASSEMBLEA
DELLA CONFERENZA DELLE SUPERIORE MAGGIORI DEGLI
STATI UNITI
CHE SI TERRÀ GIOVEDÌ PROSSIMO A DETROIT
DETROIT. = Giovedì
prossimo si aprirà a Detroit, nello Stato del Michigan, l’annuale assemblea
della Conferenza delle Superiore Maggiori degli Stati Uniti, sul tema
“Prendersi cura del sacro”. Vi prenderanno parte un migliaio di religiose in
rappresentanza di 450 istituti con l’intento di esplorare le diverse forme di
impegno per una società globale sostenibile, fondata sul rispetto per la
natura, sui diritti umani universali, sulla giustizia economica ed alimentata
da una diffusa cultura di pace. I lavori, che si concluderanno il prossimo 25
agosto, saranno scanditi dalla preghiera e le conferenze caratterizzeranno un
incontro che si preannuncia importante per la vita religiosa femminile negli
Stati Uniti, Paese che ricopre sempre più un ruolo di ‘leadership’ a livello
mondiale. (A.L.)
LA TECNOLOGIA IN
AIUTO AI DISABILI.
PRESTO IN COMMERCIO UN NAVIGATORE SATELLITARE PER I
NON VEDENTI
CHE PERMETTERA’ LORO DI ORIENTARSI. IL DISPOSITIVO
UTILIZZERA’
IL SISTEMA SATELLITARE STATUNITENSE GPS E QUELLO
EUROPEO EGNOS
ROMA. = I satelliti in aiuto ai non vedenti per
orientarsi nei loro spostamenti. Grazie a
Tormes, una nuova apparecchiatura basata sul sistema di navigazione
satellitare statunitense Gps e su quello europeo Egnos realizzato dall'Esa, le
persone cieche potranno sapere dove si trovano, con un errore di appena due
metri. Una sorta di 'navigatore personale' che fornisce indicazioni vocali
sulla strada da seguire per raggiungere la meta; basato su un computer a
tastiera Braille, può essere portato direttamente al collo o anche dal
cane-guida del non vedente. Realizzato in collaborazione con l'Once,
l'organizzazione dei non vedenti spagnoli, il dispositivo usa il segnale di
posizionamento del Gps per ottenere una localizzazione di circa venti metri, a
sua volta perfezionata a due metri
grazie all'interazione con il sistema europeo Egnos. Tormes usa anche una
connessione gsm che fa viaggiare le informazioni via Internet, superando così i
problemi legati alla presenza di edifici troppo alti, e consentendo al segnale
di arrivare ovunque ci si trovi. I primi prototipi sono già in via di
sperimentazione, ma il dispositivo sarà pienamente utilizzabile nel 2004,
quando Egnoss sarà completamente operativo. Informazioni si possono trovare sul
sito www.esa.int (R.G.)
GLI
EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE SULLE PRODUZIONI CREATIVE
E LA MOLTEPLICITÀ DEGLI STILI E DELLE TECNICHE.
SONO QUESTI I TEMI DOMINANTI DELLA MOSTRA
“ARTE NELL’ERA GLOBAL”, ESPOSTA A TORINO DALLA FONDAZIONE SANDRETTO
FINO AL PROSSIMO 7 SETTEMBRE
TORINO. = Fino al prossimo 7 settembre è possibile visitare, a Torino,
una mostra internazionale esposta dalla Fondazione Sandretto sul tema “Arte nell’era
Global, How Latitudes Become Forms”. Il percorso espositivo, organizzato
da uno dei più prestigiosi centri d’arte del mondo, l’Walker Art Center di
Minneapolis, e curato dal francese Philippe Vergne, intende analizzare il modo di
reinventare le tradizioni culturali del XIX secolo nella società della
globalizzazione. Le opere esposte sono state realizzate da ventinove artisti contemporanei
provenienti da Brasile, Cina, India, Giappone, Sud Africa, Turchia e Stati
Uniti. “Il progetto - spiega Philippe Vergne - invita a riflettere sugli effetti
della globalizzazione sulle produzioni creative, proponendo un panorama
artistico non dominante in cui la molteplicità degli stili e delle tecniche
utilizzate rendono vive pratiche interdisciplinari non ancora approfondite
nella storia dell’arte tradizionale”'. La rassegna artistica intende, infatti,
focalizzare l’attenzione su esperienze alternative, soffermandosi su produzioni
sempre differenti, a seconda del contesto socio culturale in cui nascono. Ne
scaturisce un panorama multidisciplinare molto vario, paradossalmente in
contrasto con le tendenze globalizzanti che caratterizzano il tempo in cui
viviamo. In un’epoca in cui la velocità di scambi e di informazioni tende
infatti a trainare verso l’uniformità e l’omogeneizzazione, questa mostra
offre, invece, esempi di una creatività fertile e diversificata, di una
sperimentazione che arricchisce i modelli di ricerca correnti con cui siamo
abituati a confrontarci. (A.L.)
=======ooo=======
18 agosto 2003
- A cura di Barbara Castelli -
Ancora teso il clima in Medio Oriente. Una nuova
violenta esplosione ha scosso questa mattina Tel Aviv, causando la morte di una
donna e il ferimento di altre 4 persone. Sconosciuta per ora la causa della
deflagrazione: gli inquirenti seguono le piste dell’atto terroristico e del
regolamento di conti in seno alla malavita. Segni sconfortanti anche per il processo di pace. Da Hebron
giunge la notizia che l’esercito israeliano sta costruendo nuove postazioni. Ma
il colpo più duro alle speranze di riconciliazione è il rinvio del ritiro,
previsto per oggi, dalle prime due città della Cisgiordania. Ce ne parla
Graziano Motta:
**********
I
palestinesi si attendevano per questa mattina il ritiro dei soldati israeliani
da Gerico e da Qalqilya, come in linea di massima avevano convenuto il ministro
palestinese alla Sicurezza Interna, Mohammad Dahlan, e il ministro della Difesa
israeliano, Shaul Mofaz. Ma gli ufficiali superiori che dovevano definire i
particolari tecnici si sono lasciati a mezzanotte in pieno disaccordo: quelli
israeliani chiedevano invano la presentazione del piano di prevenzione di
possibili attentati, come convenuto fra i ministri; quelli palestinesi
contestavano, invece, il mantenimento di posti di blocco israeliani presso le
città, che avrebbero reso fittizio il ritiro dei soldati dai centri abitati. Il
rinvio del ritiro da Gerico e da Qalqilya non dovrebbe, comunque, compromettere
quello da Ramallah e Tulkarem, previsto fra una decina di giorni. Nel
frattempo, la situazione sul terreno resta precaria, per la segnalazione di
possibili attentati in Israele e per nuovi episodi di guerriglia. In
Cisgiordania, sul piano politico, da segnalare una cerimonia laburista per
festeggiare gli 80 anni del loro leader e premio Nobel della pace, Shimon
Peres.
Per
Radio Vaticana, Graziano Motta.
**********
Si
allunga la lista delle vittime in Iraq. Tra i morti delle ultime ore c’è anche
un soldato danese: il primo militare non americano o britannico ucciso dall’inizio
delle operazioni. Lo scontro - un attacco di un commando armato, in cui hanno
perso la vita anche 2 iracheni - è avvenuto a Bassora, una città che nelle
ultime ore sembrava aver ritrovato la calma. Altri 12 iracheni, invece, hanno
perso la vita in un’esplosione di un deposito di munizioni a Tikrit. Il
cancelliere, Gerhard Schroeder, intanto, ha ribadito stamani che la Germania
non intende inviare proprie truppe in Iraq. Il servizio di Paolo Mastrolilli:
**********
Le tensioni stanno salendo anche nel sud, abitato dalla
maggioranza sciita che, finora, aveva accettato con più tolleranza
l’occupazione. I disordini però continuano anche a Baghdad e nel nord, dove
vivono i sunniti più vicini al vecchio regime di Saddam. Un attacco sanguinoso
è avvenuto ieri nella capitale contro la prigione di Abu Graib, dove sono
detenuti criminali comuni e prigionieri sospettati di far parte della
guerriglia, uccidendo almeno sei iracheni e ferendone circa 60. Nel corso di
questo attacco un giornalista dell’agenzia britannica Reuter ha perso la vita,
colpito per errore dai soldati americani che avevano scambiato la sua
telecamera per un lanciagranate. Nella stessa città qualcuno ha sabotato
l’acquedotto facendo esplodere una bomba e inondando le strade vicine; come
conseguenza diversi quartieri sono rimasti senza acqua. Più a nord, invece,
un’altra bomba è scoppiata vicino all’oleodotto che esporta il petrolio in
Turchia. E’ il secondo sabotaggio in 48 ore e ha provocato un danno che sta
facendo perdere sette milioni di dollari al giorno all’amministrazione del
Paese.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
**********
“Osama bin Laden e il mullah
Omar stanno bene”. Ad assicurarlo, in un messaggio audio, Abdel Rahman Al
Najdi, portavoce in Afghanistan di Al Qaida. Nel nastro, trasmesso oggi dalla
televisione Al Arabiya, il portavoce incita, inoltre, i musulmani alla lotta
armata contro i soldati americani in Iraq.
Ancora una volta è la violenza
protagonista in Afghanistan. Almeno 22 persone hanno perso la vita ieri mattina
nel corso di una violenta battaglia scoppiata tra l’esercito e centinaia di presunti
militanti talebani. Questi ultimi avevano preso d’assalto alcuni edifici
governativi nel sudest del Paese.
A un passo dalla libertà.
Secondo quanto ha assicurato la Germania, a breve saranno rilasciati i 14
turisti europei rapiti 5 mesi fa dagli integralisti nel Sahara algerino e
tenuti in ostaggio in Mali. Poche ore fa un aereo tedesco è atterrato a Gao per
rimpatriare i 9 tedeschi, 4 svizzeri e un olandese, che, comunque, secondo quanto
hanno dichiarato i mediatori, sono in “condizioni di sicurezza”.
Non regge il coprifuoco a
Warri, città del sud della Nigeria che si trova nella ricca area petrolifera
del Delta del Niger. Almeno 10 persone sono morte ieri nel terzo giorno di
aspri scontri tra le fazioni etniche rivali. 20 case, inoltre, sono state date
alle fiamme e diversi veicoli sono stati danneggiati. L’esplosione di violenza
getta ombre sulla possibilità di riprendere la produzione di greggio nel Paese
africano, uno dei maggiori esportatori mondiali di petrolio.
Possibile svolta per la pace in Liberia. Il governo
di Monrovia e i ribelli hanno sottoscritto ieri un’intesa, che potrebbe
preludere a quella attesa da tempo: un accordo sul governo di transizione,
incaricato di guidare il Paese fino alle elezioni. La firma potrebbe avvenire
già oggi, ma le difficoltà non mancano. Sentiamo Giulio Albanese:
**********
Le trattative si erano arenate sabato scorso per le
pressanti richieste avanzate dai ribelli del movimento “Liberiani Uniti per la
Riconciliazione e la Democrazia” di occupare alcuni posti chiave, tra cui la
vice presidenza. In nottata, fonti diplomatiche accreditate ad Accra, capitale
ghanese e sede dei colloqui, hanno fatto sapere ufficiosamente alla stampa che
i vertici del Lurd avrebbero fatto marcia indietro, pare anche grazie alle forti
pressioni internazionali. In effetti, ad avanzare pretese a dir poco esagerate
era stato lo stesso Model, il secondo movimento ribelle liberiano che avrebbe
rivendicato il ministero degli Esteri. Il fatto che i due gruppi ribelli
abbiano preteso dicasteri o cariche istituzionali, che in precedenza avevano
detto di voler lasciare alla società civile o ai partiti, è sintomatico delle
divisioni al loro interno. Il rischio è che ad Accra invece di decollare una
piattaforma democratica si gettino le premesse per una spartizione del potere
tra i signori della guerra.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
**********
Si riaccende la tensione tra la Corea del Nord e quella
del Sud. Una nave militare di Seul ha sparato colpi di avvertimento oggi contro
una nave di Pyongyang, che aveva per breve tempo oltrepassato il conteso
confine nel Mar Giallo. Per il momento, non si ha notizia di vittime
dell’incidente, il secondo di questo genere in una settimana.
Nella
provincia di Aceh, in Indonesia, almeno 20 ribelli sono rimasti uccisi nel
corso di un’offensiva governativa. A renderlo noto fonti militari, precisando
che violenti scontri si sono verificati tra venerdì e domenica. Sono oltre 700
i ribelli uccisi dallo scorso maggio nelle operazioni di polizia condotte per
reprimere la rivolta separatista.
È fortunatamente scampato ad un
attentato ieri il presidente colombiano, Alvaro Uribe. L’elicottero sul quale
viaggiava è stato preso di mira dai guerriglieri delle Forze Armate
Rivoluzionare della Colombia, mentre si apprestava ad atterrare a Granada.
Illeso anche l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a bordo di uno degli
altri 3 elicotteri che scortavano quello del Capo di Stato e presente nel Paese
latinoamericano per un ciclo di iniziative sulla promozione della cultura della
legalità.
Germania, Polonia e Repubblica ceca: sono le tappe del
tour diplomatico europeo del primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi.
“Voglio rafforzare i legami con l’Unione Europea - ha dichiarato ieri Koizumi
partendo alla volta di Berlino - la Germania ha svolto un ruolo fondamentale
nella nascita dell’Ue mentre Polonia e Repubblica Ceca ne diventeranno membri a
tutti gli effetti l’anno prossimo”.
=======ooo=======