RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 226 - Testo della Trasmissione di giovedì 14 agosto 2003

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nella Solennità dell’Assunta domani, l’Angelus del Papa a Castel Gandolfo. Stasera nella Basilica di Santa Maria Maggiore la solenne Veglia, ispirata alla liturgia bizantina. Con noi, il mariologo padre Stefano De Fiores

 

Nominato da Giovanni Paolo II il vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Preoccupazioni e speranze per il Medio Oriente. Occorre riportare la crisi israelo-palestinese sulla via del dialogo. E’ l’auspicio espresso ai nostri microfoni dal patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah

 

Allarme in Europa per le conseguenze sulla salute del caldo torrido e dell’afa. Speciale attenzione per gli anziani. Con noi, il geriatra prof. Pier Ugo  Carbonin.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Un terremoto ha colpito le isole ioniche della Grecia. Feriti leggeri e danni a vecchie abitazioni

 

Si terrà in settembre nella Repubblica Centrafricana la Conferenza di riconciliazione nazionale, approvata ieri dal Consiglio legislativo di transizione

 

I presidenti di Nigeria e Benin si incontrano per risolvere la questione del confine fra i due Paesi

 

Nelle isole Molucche, pacificate dopo tre anni di guerra civile, tornano alla normalità i rapporti tra cristiani e musulmani.

 

Bambini di origine bhutanese protestano per essere stati inseriti in un registro di criminali

 

In Togo va in scena il “Festival della fraternità” di Assahoun. Malgrado riduzioni dei finanzia-menti.

 

24 ORE NEL MONDO:

Resta alto l’allarme terrorismo: scoperto negli Stati Uniti un traffico di armi destinate a nuovi attentati

 

In Liberia le truppe americane sono entrate nell’aeroporto di Monrovia ed i ribelli hanno cominciato a ritirarsi dalla capitale

 

Si terranno a Pechino, da 27 al 29 agosto, i negoziati a sei sulla crisi innescata dai programmi nucleari della Corea del Nord.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

14 agosto 2003

 

PER LA SOLENNITA’ DELL’ASSUNTA DOMANI L’ANGELUS DEL PAPA A CASTEL GANDOLFO. STASERA IN SANTA MARIA MAGGIORE LA SOLENNE VEGLIA

ISPIRATA ALLA LITURGIA BIZANTINA.

LA CHIESA RICORDA OGGI SAN MASSIMILIANO KOLBE,

MARTIRE DELLA CARITA’ AD AUSCHWITZ.

CON NOI, PADRE STEFANO DE FIORES

- A cura di Paolo Salvo -

 

La Chiesa si appresta a celebrare domani 15 agosto la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e per questa importante ricorrenza liturgica Giovanni Paolo II reciterà l’Angelus festivo nel cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, rivolgendo la sua parola ai fedeli e ai pellegrini che converranno nella residenza pontificia della cittadina laziale.

 

E’ giorno festivo in Vaticano anche oggi, vigilia dell’Assunta e memoria liturgica di San Massimiliano Kolbe, l’eroico sacerdote polacco dei Frati Minori Conventuali, che si sacrificò nel campo di concentramento di Auschwitz offrendosi spontaneamente al posto di un compagno di prigionia, padre di famiglia, condannato a morte, il 14 agosto 1941, vigilia dell’Assunta. Aveva 47 anni e testimoniava con l’estremo sacrificio il motto della sua vita: “Solo l’amore crea”. Fondatore della Milizia dell’Immacolata, movimento ecclesiale di apostolato mariano, padre Kolbe fu beatificato da Paolo VI il 17 ottobre 1971 e, 11 anni dopo, il 10 ottobre 1982, in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II lo proclamò Santo e Martire della Chiesa. Proprio ieri, al termine dell’udienza generale, il Papa ha additato ai cristiani “l’eroico esempio” di San Massimiliano Maria Kolbe, rivolgendosi ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. “Sforzatevi come lui – ha detto – di vivere in modo autentico e coerente la vocazione cristiana”.

 

Come ogni anno, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore vi sarà questa sera alle ore 20.00 la solenne Veglia dell’Assunta, che con i tropàri (brevi preghiere ritmiche) della liturgia bizantina attinge al ricco patrimonio orientale. La celebrazione, che sarà presieduta dal vescovo Franco Gualdrini, amministratore responsabile della Basilica Liberiana, coniuga mirabilmente  la tradizione occidentale dell’Assunzione e quella orientale della “Dormitio” come “Pasqua della Madre di Dio”. Viene così ad esprimersi in tutta la sua ricchezza spirituale quel respiro a “due polmoni” della Chiesa, che Giovanni Paolo II ha più volte evocato. L’Assunzione di Maria ha dato vita anche ad una grande ricchezza di espressioni attraverso le icone, come ci spiega il mariologo padre Stefano De Fiores:

 

 

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Dobbiamo distinguere l’iconografia orientale e quella occidentale. L’icono-grafia orientale certamente fissa lo sguardo sulla ‘Dormizione’ di Maria, secondo l’apocrifo, e fa vedere che Maria ormai è distesa sul letto di morte. Tutt’attorno ci sono gli Apostoli, c’è qualcuno che dà anche con l’incensiere, ma la scena principale consiste in questo, nel Figlio, cioè Gesù che viene a prendere l’anima di Maria, raffigurata in una bambina bianco-vestita; e qui si ha veramente un po’ il pandant con ciò che è avvenuto nell’infanzia di Gesù, quando era Gesù ad essere tenuto in braccio da Maria. Qui, invece, è Gesù che tiene in braccio la Madre e la porta in Cielo con sé per il gaudio eterno.

 

Questa raffigurazione della ‘Dormizione’ di Maria ha il suo corrispondente nell’arte occidentale nella Assunzione, nel movimento di passaggio dalla terra al Cielo, di Maria. Ricordiamo solamente la raffigurazione dell’Assunta da parte del Caracci, dove si vede Maria quasi seduta, non in piedi certamente, e sollevata dagli angeli verso il Regno celeste, e quell’ancora più famosa del Tiziano in Santa Maria dei Frari a Venezia. Là, Maria solleva le braccia per andare verso il Cielo dove l’attende il Padre celeste, mentre da sotto gli Apostoli accompagnano con le braccia questa salita al Cielo.

 

Però, bisogna precisare che dal punto di vista iconografico ci sono queste puntualizzazioni della morte di Maria e insieme della sua glorificazione in Cielo, ma dobbiamo scartare dal punto di vista teologico l’idea di un viaggio, di un viaggio dalla terra al Cielo. Non è in questo senso che noi dobbiamo interpretare, ma nel senso di un mutamento di situazione, di condizione di Maria che passa, come dice Pio XII nella definizione dogmatica dell’Assunta, dalla condizione terrena alla condizione celeste. Cessato il corso della vita terrena viene assunta in corpo ed anima alla gloria celeste.

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NOMINATO IL VESCOVO AUSILIARE DEL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME.

RINUNCIA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

 

Il Papa ha nominato vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme il sacerdote benedettino padre Jean Baptiste Gourion, attualmente abate  del monastero  “Santa Maria della Risurrezione” ad Abou Gosh, in Israele. Con la nomina vescovile, il Santo Padre lo ha incaricato della cura pastorale dei fedeli cattolici di espressione ebraica esistenti nel territorio dello stesso patriarcato latino. Il nuovo presule è nato nel 1934 ad Oran, in Algeria, ed è stato battezzato nella notte di Pasqua del 5 aprile 1958 nell’abbazia di Bec, in Francia, dove è poi entrato nel 1961 ed ha emesso la professione perpetua nel 1965, ricevendo quindi nel 1967 l’ordinazione sacerdotale. All’Università di Parigi, ha studiato scienze naturali e medicina. Nel 1990, il Patriarca latino di Gerusalemme lo ha nominato vicario episcopale  e presidente di un’opera per la cura pastorale della comunità cattolica di espressione ebraica.

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Luebo, presentata dal vescovo mons. Emery Kabongo Kanundowi, in conformità alla norma canonica relativa ad “infermità o altra grave causa”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

L’apertura della Prima Pagina è dedicata  alla grave situazione in Liberia dove la popolazione disperata saccheggia i magazzini dove erano stoccati gli aiuti umanitari a Monrovia; la Nigeria fa sapere che non estraderà l’ex presidente Taylor. Medio Oriente: scontro a fuoco tra militanti islamici e soldati israeliani a Hebron; distrutta a Nablus la casa dove viveva la famiglia di un kamikaze. Repubblica Democratica del Congo: uccisa una suora nel recente attacco a Fataki, nell’Ituri. Iraq: tre soldati Usa e un bambino ucciso nelle ultime 24 ore; Al Jazzeera mostra una lettera manoscritta di Saddam Hussein.

 

Nelle pagine vaticane, due pagine dedicate alla solennità dell’Assunta e un articolo di Emma Cavallaro su Armida Barelli nell’anniversario della morte.

 

Nelle pagine estere, riesplode la violenza in Afghanistan: oltre sessanta morti in diversi attentati. Terrorismo: l’Iran non consentirà agli investigatori statunitensi di recarsi a Teheran per interrogare i dirigenti di Al Qaeda sotto custodia; la British Airways sospende  i voli con l’Arabia Saudita per il rischio attentati; Usa e Australia sconsigliano i viaggi in Indonesia. Per Washington è un simpatizzante di Al Qaeda l’uomo fermato per aver cercato di far entrare negli Stati Uniti un missile terra-aria russo .

 

Nella pagina culturale, la “Spiegazione del Credo” di Erasmo da Rotterdam in una rilettura del filosofo Armando Rigobello. Per la Pagina Monografica, una riflessione  su socialità e comportamenti umani a 500 anni dalla nascita di mons. Della Casa, autore del “Galateo”.

 

Nelle pagine italiane, i temi della giustizia e dell’emergenza caldo.

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

14 agosto 2003

 

PREOCCUPAZIONI E SPERANZE PER IL PROCESSO DI PACE

TRA ISRAELIANI E PALESTINESI:

CON NOI, IL PATRIARCALATINO DI GERUSALEMME, MICHEL SABBAH

 

 

C’è preoccupazione nella comunità internazionale per gli sviluppi della situazione in Medio Oriente. I recenti attentati dell’estremismo palestinese hanno provocato una battuta d’arresto al processo di pace, anche se il premier israeliano Sharon ha deciso di non rispondere militarmente agli ultimi attacchi. In un raid dei soldati israeliani è però rimasto ucciso stamane un leader locale della Jihad islamica nella città di Hebron, in Cisgiordania. Anche sul piano politico si è tornati ad una situazione di stallo e gli israeliani minacciano di non partecipare più allo sviluppo della road map, il piano di pace internazionale ideato dal Quartetto formato da Onu, Unione Europea, Stati Uniti e Russia. Nuove accuse di favorire il terrorismo sono state lanciate al presidente palestinese Arafat. Ma c’è ancora la speranza che la violenza lasci di nuovo il passo al dialogo? Giancarlo La Vella ha raccolto l’opinione del patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah:

 

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R. – C’è una speranza, certo; ma sarà necessario un miracolo perché riesca questa iniziativa di pace. La pace è ora talmente fragile... E poi, c’è una confusione tale in questo momento: non si vede una vera volontà di pace. Cambiare questa situazione dipenderà dalla pressione che potranno esercitare gli Stati Uniti o la Comunità Europea su Israele, perché possa restituire ai palestinesi quello che essi debbono avere, cioè un territorio in cui si possa fondare uno Stato indipendente e non solo delle città che saranno isole circondate da ogni lato.

 

D. – Perché il premier palestinese Abu Mazen ha avuto difficoltà a coinvolgere nel discorso della pace tutte le fazioni palestinesi, soprattutto le più estremiste?

 

R. – Tutte le fazioni palestinesi si sono messe d’accordo con lui per cessare ogni violenza e per dare la possibilità all’iniziativa di pace di riuscire. Però ora le incursioni israeliane continuano ed hanno provocato nuovi attentati palestinesi che, certo, sono una minaccia, ma sono stati una risposta ad una provocazione. Questo è dunque il problema: o si cominciano seriamente trattative per la pace e si cessa ogni attività di guerra da parte palestinese e da parte israeliana, oppure tutto questo non potrà favorire un progresso serio di questa iniziativa.

 

D. – Mons. Sabbah, quali iniziative stanno portando avanti di comune accordo le Chiese locali?

 

R. – Le nostre iniziative sono legate prima di tutto alla preghiera, perché sappiamo che è necessario, un intervento di Dio in questa sua Terra, per illuminare israeliani e palestinesi, affinché seriamente intraprendano la via della pace; poi, ancora, la nostra voce si leva per ripetere che la pace bisogna volerla seriamente, per potere arrivare a realizzarla!

 

D. – A questo punto, occorre anche uno stimolo per la comunità internazionale a fare qualcosa di più?

 

R. – Certo, anche questo, perché ormai il nostro conflitto non è solamente locale: è internazionale, e perciò la Comunità Europea, gli Usa hanno una grande responsabilità nell’esercitare le iniziative necessarie sull’una e sull’altra parte per potere veramente raggiungere la pace.

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         ALLARME IN EUROPA PER LE CONSEGUENZE SULLA SALUTE

DEL CALDO TORRIDO E DELL’AFA. SPECIALE ATTENZIONE PER GLI ANZIANI

- A cura di Roberta Gisotti e Luca Collodi -

 

 

Ancora cronache di un caldo insopportabile in gran parte dell’Europa, e con le temperature salgono pure tensioni e polemiche su come affrontare l’emergen-za, ridurre i danni e diminuire i disagi di questa ondata di calura davvero eccezionale ed anomala per intensità e durata. Solo in Francia si parla oggi sulla stampa di 2000 morti per il caldo e si fanno stime fino a 3000 vittime ma non sono dati ufficiali ed è bene non diffondere panico oltremisura.

 

In Italia preoccupa fortemente la situazione degli anziani, cittadini più deboli, soprattutto nelle città, dove massima parte, molti anche per scelta, abitano da soli, e sono quindi soggetti a restare senza la dovuta assistenza nei periodi feriali, quando i centri abitati si svuotano ed i servizi diminuiscono. Tutto ciò quest’anno è aggravato dal clima torrido. E per questo ieri il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha richiamato le Istituzioni, i Comuni e le Aziende sanitarie locali (Asl) “alla massima responsabilità e partecipazione per mettere in atto i servizi di assistenza necessari”. Le notizie ripetute, negli ultimi giorni, di decine di decessi in diverse città italiane hanno infatti destato molta impressione nell’opinione pubblica ed il ministro ha osservato che senza voler “addossare colpe a nessuno” occorre adoperarsi “perché queste cose non si ripetano”. Non vi sono però anche per l’Italia riscontri certi che la mortalità degli anziani sia aumentata rispetto alle precedenti estati e che il caldo sia sempre la causa delle morti registrate, come spiega il prof. Pier Ugo Carbonin, geriatra e direttore del Centro di Medicina dell’invecchiamento a Roma, intervistato da Luca Collodi nel programma “One o five live”.

 

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R. – Può anche esserlo perché è chiaro che per un anziano ‘fragile’ che abbia delle malattie, un aumento della temperatura sicuramente condiziona un andamento negativo della patologia.

 

D. – Quindi, è una con-causa il caldo?

 

R. – Sì. E poi possono esserci i veri e propri colpi di calore, però non sento segnalazioni particolari da questo punto di vista, perché questa mattina o anche ieri le notizie che ho sentito dai mass media sarebbero che non c’è una vera e propria emergenza anche dal punto di vista dell’aumento della mortalità. Forse c’è un aumento delle richieste di assistenza, anche perché banche dati attendibili su determinati servizi agli anziani non ce ne sono. Per esempio, si dovrebbe andare a vedere che cosa succede nelle Case di riposo, lì dove ci sono gli anziani più ‘fragili’.

 

D. – Professor Carbonin, lei ha avuto modo di leggere anche quanto ha dichiarato il ministro Sirchia sollecitando anche maggiore attenzione degli enti locali agli anziani per combattere l’afa. Ha detto: ‘Meno festival estivi e più soldi per gli anziani’. Ma i sindaci replicano: ‘Mancano i soldi’. Lei che idea si è fatto?

 

R. – I servizi di assistenza domiciliare per gli anziani ‘fragili’ in Italia sono nettamente deficitari: su questo non c’è dubbio. Rispetto agli altri Paesi europei, per quello che riguarda la consistenza dei servizi di assistenza domiciliare, noi siamo l’ultimo, anche all’ultimo rispetto ai Paesi dell’Est! Che poi i Comuni possano destinare risorse in altro modo, anche questo può esser vero, però io non lo so. Questo è un aspetto. L’altro aspetto riguarda una programmazione a medio e lungo termine. Ora, ogni anno che passa andiamo sempre più verso un clima che d’estate può diventare insopportabile, come ora. Che cosa si fa di programmazione a medio e lungo termine in questo senso? Perché la prima cosa che si dovrebbe programmare è che tutti gli Ospedali e tutte le Case di riposo possano avere l’aria condizionata. Senza aria condizionata con questo clima bene non si sta, ma stanno male anche gli ammalati che hanno 20 anni e 40 di febbre, mica solo gli anziani! Bisogna che il governo decida in questo senso. E’ meglio fare il ponte sullo Stretto o è meglio provvedere ad esigenze vitali per le persone sofferenti e fragili? E’ una scelta che si deve fare ...

 

D. – Cosa devono fare gli anziani per difendersi dal caldo?

 

R. – Quelli malati, sperare di essere assistiti in modo giusto. Quelli sani, bere molto perché il senso della sete nell’anziano di solito si riduce. Non uscire di casa nelle ore calde e, se ne hanno necessità, allora può essere molto utile il ricorso al volontariato ...

 

D. – Per quanto riguarda il cibo?

 

R. – Il cibo variato, abbastanza leggero, soprattutto la sera, e molto ricco di frutta e verdura.

 

D. – Quindi, bere molto, frutta e verdura e non uscire quando nelle ore più calde.

 

R. – Sì, bere di più; ma non le acque minerali che di solito sono povere di sodio: con il sudore si perde il sodio e l’anziano può andare incontro facilmente alla carenza di sodio che è un problema molto grave. Magari bere di più l’acqua del rubinetto.

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CHIESA E SOCIETA’

14 agosto 2003

 

UN FORTE TERREMOTO HA COLPITO STAMATTINA LE ISOLE IONICHE DELLA GRECIA.

ALCUNI FERITI LEGGERI E DANNI A VECCHIE ABITAZIONI SULL’ISOLA DI LEUCADE

 

ATENE. = Un forte terremoto, di magnitudo 6,4 sulla scala Richter, ha colpito stamattina le isole greche del mar Ionio. La scossa è stata particolarmente sentita in tutta la parte occidentale della Grecia, da Corfù al Peloponneso, ma anche ad Atene. Ci sarebbero alcune persone ferite, forse dodici, in modo leggero, e danni a diverse vecchie case sull’isola di Leucade. Anche alcune strade sarebbero state danneggiate ed è stata interrotta l’erogazione di elettricità e di acqua potabile. Secondo quanto precisato dall’Istituto geofisico di Atene, l’epicentro della scossa è stato localizzato nel fondale marino, 290 chilometri a nord ovest della capitale greca e 30 chilometri dalle coste occidentali dell’isola di Leucade. Si sono verificate in seguito alcune scosse di assestamento, dato che il Paese si trova in una zona molto sensibile ai sismi. Si tratta del terremoto più forte avvenuto nell’area dal 1995: allora il sisma colpì la zona di Larissa e l’isola di Evia, ma non ci furono conseguenze. (M.D.)

 

 

APPROVATA IERI DAL CONSIGLIO NAZIONALE DI TRANSIZIONE, ORGANO LEGISLATIVO DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA, LA CONFERENZA DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE. SI TERRÁ NEL SETTEMBRE PROSSIMO, CON L’AUSPICIO DI METTERE FINE

AD ANNI DI INSTABILITÁ POLITICA E DI GUERRA

 

BANGUI. = Il Consiglio nazionale di transizione, l’organo legislativo della Repubblica del Centrafrica, ha approvato ieri all’unanimità la riapertura della Conferenza di riconciliazione nazionale, promossa quasi un anno fa per mettere fine ad anni di instabilità politica e di guerra. Lo ha riferito la radio centrafricana, precisando che la Conferenza si terrà dal 10 al 25 settembre prossimi. Dei preparativi è stata incaricata una speciale commissione composta da 72 persone. Iniziato alla fine del 2002 su iniziativa dell’ex presidente Ange-FelixPatassé, il percorso del dialogo si era interrotto nel marzo di quest’anno, quando il generale François Bozizé aveva preso il potere con un golpe militare. Alla conferenza non sarà comunque presente l’ex capo di stato Patassé, mentre sono stati invitati altri due ex presidenti del passato: Andre Kolingba e David Dacko. Il Consiglio nazionale di transizione ha stabilito inoltre che la commissione incaricata di coordinare il “Dialogo Nazionale” dovrà essere rinominata. La presidenza della commissione vedrà probabilmente la riconferma di monsignor Paulin Pomodimo, recentemente nominato arcivescovo di Bangui. (M.D.)

 

 

OGGI I PRESIDENTI DI NIGERIA E BENIN SI INCONTRANO PER RISOLVERE

LA QUESTIONE DEL CONFINE FRA I DUE PAESI, CHIUSO DAL GOVERNO DI ABUJA

PER LIMITARE L’INGRESSO DI CRIMINALI

 

BADAGRY. = Il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo e il suo omologo del Benin Mathew Kerekou si incontreranno oggi in Nigeria per discutere della chiusura della frontiera tra i due Paesi. La notizia è riportata oggi dalla stampa locale, la quale precisa che il faccia a faccia tra i due capi di Stato si terrà nella cittadina frontaliera di Badagry. Lo scorso fine settimana il governo nigeriano aveva deciso di chiudere la frontiera col Benin in seguito all’incessante violenza malavitosa nella zona occidentale del Paese a ridosso del confine. L’incontro tra Obasanjo e Kerekou, fa seguito ad una serie di consultazioni avute ieri tra lo stesso presidente nigeriano e una delegazione beninese guidata dal ministro della sicurezza di Porto Novo. Da tempo ormai l'esecutivo di Abuja aveva espresso la propria preoccupazione per l’aumento del crimine proveniente da oltre frontiera, soprattutto per rapine, contrabbando e traffico di esseri umani. Nell’annunciare la chiusura della frontiera beninese il ministero degli esteri aveva sottolineato come la decisione nigeriana fosse legata agli scarsi risultati ottenuti dal Paese confinante nella lotta contro il crimine. Il problema della malavita che opera a cavallo dei confini fra i due Paesi, non molto distante dalla principale città commerciale nigeriana Lagos, era già stato al centro di un vertice tenutosi l’11 luglio scorso tra Obasanjo e Kerekou. (M.D.)

 

 

NELLE MOLUCCHE PACIFICATE DOPO TRE ANNI DI GUERRA CIVILE,

CRISTIANI E MUSULMANI TORNANO A SEDERSI ACCANTO NEGLI STESSI UFFICI

 

AMBON. = Segnali sempre più positivi giungono da Ambon, il capoluogo dell’arcipelago indonesiano delle Molucche dove dal 1999 al 2002 erano infuriati gli scontri tra musulmani e cristiani. Dall’inizio del conflitto, la maggior parte degli uffici pubblici e privati erano stati divisi in due settori: uno riservato ai musulmani, l’altro ai cristiani. Tornate, negli ultimi mesi, gradualmente alla normalità le relazioni tra le comunità religiose, in diversi uffici le divisioni sono state superate e le persone sono tornate a lavorare insieme, proprio come accadeva prima del 1999. Il governatore ad interim delle Molucche, Sinyo Harry Sarundayang, ha disposto che, entro il prossimo 17 agosto, giorno delle celebrazioni per la giornata dell’indipendenza indonesiana, ogni barriera sia eliminata e tutti gli uffici siano riunificati. A conferma che la pace è davvero tornata nell’arcipelago, i sacerdoti del Centro di crisi della diocesi cattolica di Ambon, riferiscono all’agenzia missionaria Misna che prossimamente, forse a settembre, si terrà un importante convegno incentrato sulla ricostruzione della città dopo il triennale conflitto. Al seminario sono attesi ambasciatori stranieri, rappresentanti di agenzie internazionali ed esponenti di organizzazioni non governative. Intanto sabato prossimo il Consiglio provinciale legislativo eleggerà il nuovo governatore delle Molucche e il suo vice. (M.D.)

 

 

BAMBINI DI ORIGINE BHUTANESE RIFUGIATI IN NEPAL PROTESTANO

CONTRO LA COMMISSIONE PER LA VERIFICA DEI PROFUGHI

CHE LI HA CLASSIFICATI COME CRIMINALI

 

KHUDUNABARI. = Un gruppo di bambini bhutanesi rifugiati in Nepal sta protestando contro l’Équipe congiunta per la verifica dei profughi che li ha classificati nella categoria “criminali”. Nel rapporto di verifica relativo al campo profughi di Khudunabari, la commissione ha incluso 150 bimbi sotto questa categoria, nonostante siano nati all’interno del campo e non siano mai stati in Bhutan. "Come è possibile che siamo diventati delinquenti dal momento che siamo nati qui e non abbiamo mai visto la nostra terra di origine?". Questo è l’interrogativo che i bambini pongono alle autorità competenti. La fuga in massa dal Bhutan verso il Nepal è iniziata nel 1990, quando decine di migliaia di indù di origine nepalese cominciarono a battersi contro il governo, chiedendo di trasformare la monarchia da assoluta in costituzionale e di legalizzare i partiti politici. Negli anni scorsi l’esecutivo di Thimpu si è detto disposto a far rientrare in patria solo coloro in grado di dimostrare di essere cittadini bhutanesi a tutti gli effetti. Questo ha contribuito a rallentare il processo di verifica dei profughi, che nel 2002 ha subíto un’ulteriore battuta di arresto a causa dell’inasprirsi della guerriglia maoista in Nepal. (M.D.)

 

 

RIDOTTI I FINANZIAMENTI AL “FESTIVAL DELLA FRATERNITÁ” DI ASSAHOUN, IN TOGO. MA LA RASSEGNA TAEATRALE ANDRÁ COMUNQUE IN SCENA

 

ASSAHOUN. = Dopo dieci anni l’entusiasmo è quello di sempre, pur essendo stati notevolmente ridotti i finanziamenti per la manifestazione. Andrà in scena comunque il “Festival della Fraternità” di Assahoun, un piccolo villaggio a una cinquantina di chilometri dalla capitale Lomé che è diventato un punto di riferimento culturale per il Togo e per tutta l’Africa occidentale. Nonostante un taglio del 73 per cento al budget, sei compagnie dall’estero e otto nazionali sono pronti per dar vita a questa importante vetrina teatrale africana, nata come evento biennale e trasformatasi presto in immancabile appuntamento di fine agosto, fino a giungere alla sua ottava edizione. "A fronte di una crisi finanziaria che si trascina da tre anni – fa notare il direttore del festival Leonard Yakanou – abbiamo notato una forte mobilitazione di gruppi pronti a recitare anche con un cachet ridotto o addirittura gratuitamente". Alla fine di questo mese si alterneranno sul palcoscenico giovani autori e attori del continente, provenienti da Costa d’Avorio, Benin, Burkina Faso e Francia. L’appuntamento è previsto dal 22 al 27 agosto. (M.D.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

14 agosto 2003

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

L’Afghanistan è stato colpito, ieri, da una drammatica ondata di violenza che ha causato oltre 60 vittime. I più gravi episodi di sangue sono avvenuti nel Sud del Paese, dove almeno 17 persone sono rimaste uccise a causa dell’e-splosione di una bomba avvenuta a bordo di un autobus, e nell’Afghanistan centrale, dove una sanguinosa sparatoria ha causato altri 25 morti. A Kabul, inoltre, due dipendenti afghani della Mezzaluna Rossa (Arcs) sono stati uccisi, e tre loro colleghi  feriti, in un agguato avvenuto oggi a Sud-Ovest della capitale afghana.

 

In Iraq si sono registrati ieri, per la prima volta, violenti scontri a Baghdad nel quartiere di Sadr City, ex Saddam City, tra la popolazione sciita ed i militari statunitensi. A seguito di veementi manifestazioni di protesta scatenate dal tentativo di un elicottero americano di rimuovere da un traliccio delle bandiere sciite, i soldati statunitensi hanno aperto il fuoco uccidendo un ragazzo e ferendo altre quattro persone. La rete televisiva del Qatar, Al Jazeera, ha intanto diffuso, ieri, una lettera manoscritta attribuita a  Saddam Hussein nella quale l’ex rais incita la popolazione sciita alla resistenza contro le forze anglo-americane. Ma l’attenzione degli Stati Uniti è stata attirata soprattutto da nuove minacce terroristiche. Ieri sono state arrestate tre persone impegnate nel contrabbando di lanciamissili, di fabbricazione sovietica, grazie alla collaborazione tra l’Fbi ed i servizi segreti di Londra e Mosca. Ci riferisce in proposito Paolo Mastrolilli:

 

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Il principale accusato è Ament Lakhani, di origine indiana, trafficante di armi inglesi, che pensava di rifornire un gruppo di terroristi somali che volevano fare attentati negli Stati Uniti e aveva portato in America un primo lancia missili con la promessa di contrabbandarne altri 50 entro la fine di agosto. Ma il suo committente, in realtà, era un agente dell’Fbi che aveva finto di essere un terrorista e il trafficante è stato arrestato appena è arrivato negli Stati Uniti. A Washington, intanto, un gruppo di familiari di soldati impegnati in Iraq, ha cominciato una campagna per chiedere il loro ritiro, mentre il governo ha presentato una nuova risoluzione all’Onu per ottenere il sostegno del Consiglio governativo insediato a luglio. Ieri, altri due soldati americani sono stati uccisi dall’esplosione di due bombe, una vicino Tikrit a l’altra vicino a Taji, dove è stato anche sabotato un oleodotto. A Baghdad, la comunità sciita è scesa in piazza per manifestare contro l’occupazione. Qualcuno ha sparato contro i soldati che hanno risposto al fuoco uccidendo un ragazzo e ferendo diverse persone. Sul posto, poi, sono stati trovati volantini inneggianti ad Al Qaeda.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Attraverso lo sport è stato lanciato, ieri, un significativo messaggio di pace da due Paesi che, dal 1980 al 1988, sono stati divisi da una terribile guerra: le nazionali di Iraq ed Iran hanno infatti giocato, a Teheran, una partita di calcio vinta, per la cronaca, dalla formazione irachena. Di buon auspicio per il futuro è stata, durante diverse fasi del gioco, la presenza in campo di una colomba.

 

Continuano gli episodi di guerriglia in Cecenia. Cinque soldati russi sono morti ieri nel distretto montuoso di Vedeno, in Cecenia, a causa di una bomba esplosa al passaggio del loro un veicolo blindato. Il Cremino, intanto, si rifiuta di aprire il dialogo con i leader dei separatisti ceceni, continuando a  perseguire il piano di pace, basato sulle elezioni regionali presidenziali previste per il prossimo 5 ottobre.

 

E l’allarme terrorismo è alto anche in Gran Bretagna. La compagnia aerea britannica, la British Airways, ha annunciato, per mercoledì prossimo, la sospensione di tutti i collegamenti con l’Arabia Saudita. La decisione è stata presa per ragioni di sicurezza.

 

Continua ad essere sempre più tesa la situazione in Medio Oriente. In un raid condotto, oggi, da soldati israeliani è rimasto ucciso ad Hebron, Mohammed Seder, leader locale della Jihad Islamica. Sempre oggi, le truppe israeliane hanno demolito, a Nablus, la casa di Islam Qteishat, uno dei due attentatori suicidi degli attacchi perpetrati, martedì scorso, in Israele ed in Cisgiordania.

E’ stato raggiunto un importante accordo a Londra tra la delegazione libica e gli avvocati delle famiglie delle vittime dell’attentato del 1988 al  Jumbo Pan Am sopra Lockerbie, in Scozia. Il governo libico, dopo essersi assunto davanti alla legge internazionale, la responsabilità della strage, si è impegnato a versare 2,7 miliardi di dollari presso una banca svizzera, come risarcimento ai parenti delle 270 vittime della strage.

 

L’Onu si mobilita per fermare lo sfruttamento illegale delle risorse presenti nella Repubblica democratica del Congo: il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione 1499, che proroga fino ad ottobre la missione di inchiesta su questo saccheggio. Nella regione nordorientale dell’Ituri, intanto, proseguono le violenze, anche ai danni dei religiosi, come ci conferma Giulio Albanese:

 

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Proprio ieri sera è giunta la notizia dell’uccisione di una religiosa, suor Matilde, di nazionalità congolese, che faceva parte della Congregazione delle Serve di Gesù. La morte cruenta è avvenuta nel corso dell’attacco sferrato da armati lo scorso fine settimana a Fataki, a circa 80 chilometri a Nord di Bunjia, nella tormentata regione dell’Ituri. Probabilmente la religiosa è stata assassinata da miliziani di etnia Lendu che avevano assalito la cittadina di Fataki abitata in prevalenza dall’etnia Hema. Sembra che la suora, piuttosto avanti negli anni, sia rimasta indietro al proprio gruppo in fuga dagli assalitori e sia stata quindi colpita a morte.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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In Liberia le truppe americane sono arrivate all’aeroporto internazionale di Monrovia ed il Pentagono ha deciso di inviare nel Paese altri 200 soldati a sostegno della missione di pace dell’Ecowas nel Paese africano. I ribelli del gruppo dei Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia (Lurd) hanno intanto cominciato, nella mattinata di oggi, a ritirarsi dal porto di Monrovia, dove migliaia di civili continuavano a saccheggiare magazzini e container.

 

Vanno avanti i colloqui preparatori per il meeting a 6 sulla crisi nucleare nordcoreana. Rappresentanti delle due Coree, Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone si incontreranno dal 27 al 29 agosto a Pechino. Intanto dopo i colloqui di ieri a Washington, gli Stati Uniti hanno smentito un proprio coinvolgimento finanziario a favore di Pyongyang. Ce ne parla Maurizio Pascucci:

 

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In una improvvisata conferenza stampa, il segretario di Stato americano Colin Powell ha smentito i giornalisti che esistessero proposte di aiuti economici del tipo di quelle descritte dal ‘New York Times’ di oggi. Il giornale cita anonimi funzionari dell’amministrazione secondo i quali gli incentivi finanziari potrebbero materializzarsi se Pyongyang sospendesse il suo programma di sviluppo nucleare o accettasse il ritorno degli ispettori dell’Agenzia atomica. La smentita ripropone una vecchia questione, quella che gli americani definiscono del ‘ricatto’ della Corea del Nord che agiterebbe lo spettro nucleare per ottenere aiuti che possono tenere a galla un’economia ormai in sfacelo. Intanto, il presidente Bush ha elogiato gli sforzi diplomatici di Russia e Cina, che insieme al Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud e Corea del Nord terranno colloqui che si apriranno a Pechino il 27 agosto. Inoltre, la Corea del Nord è tornata a richiedere un patto di non aggressione con gli Stati Uniti, un accordo, questo, che è sempre stato escluso dall’amministrazione americana.

 

Maurizio Pascucci, per la Radio Vaticana.

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Il governo iraniano ha autorizzato l’avvio del completamento della centrale nucleare civile di Bushehr, nel Sud del paese. Lo ha annunciato oggi  l'Alto consiglio dell'energia atomica, citato dall’agenzia ufficiale iraniana Irna.

 

 

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