RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 226 - Testo della
Trasmissione di giovedì 14 agosto 2003
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Nominato da Giovanni Paolo II il vescovo ausiliare del Patriarca
latino di Gerusalemme.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA
E SOCIETA’:
Un terremoto ha colpito le isole
ioniche della Grecia. Feriti leggeri e danni a vecchie abitazioni
I presidenti di Nigeria e Benin
si incontrano per risolvere la questione del confine fra i due Paesi
Bambini di origine bhutanese protestano per
essere stati inseriti in un registro di criminali
Resta alto l’allarme terrorismo: scoperto negli
Stati Uniti un traffico di armi destinate a nuovi attentati
In Liberia le truppe americane sono entrate
nell’aeroporto di Monrovia ed i ribelli hanno cominciato a ritirarsi dalla
capitale
Si terranno a Pechino, da
27 al 29 agosto, i negoziati a sei sulla crisi innescata dai programmi nucleari
della Corea del Nord.
14 agosto 2003
PER LA SOLENNITA’
DELL’ASSUNTA DOMANI L’ANGELUS DEL PAPA A CASTEL GANDOLFO. STASERA IN SANTA MARIA
MAGGIORE LA SOLENNE VEGLIA
ISPIRATA ALLA LITURGIA BIZANTINA.
LA CHIESA RICORDA OGGI SAN MASSIMILIANO KOLBE,
MARTIRE DELLA CARITA’ AD AUSCHWITZ.
CON NOI, PADRE STEFANO DE FIORES
- A cura di Paolo Salvo -
La
Chiesa si appresta a celebrare domani 15 agosto la solennità dell’Assunzione
della Beata Vergine Maria e per questa importante ricorrenza liturgica Giovanni
Paolo II reciterà l’Angelus festivo nel cortile interno del Palazzo Apostolico
di Castel Gandolfo, rivolgendo la sua parola ai fedeli e ai pellegrini che
converranno nella residenza pontificia della cittadina laziale.
E’
giorno festivo in Vaticano anche oggi, vigilia dell’Assunta e memoria liturgica
di San Massimiliano Kolbe, l’eroico sacerdote polacco dei Frati Minori
Conventuali, che si sacrificò nel campo di concentramento di Auschwitz
offrendosi spontaneamente al posto di un compagno di prigionia, padre di
famiglia, condannato a morte, il 14 agosto 1941, vigilia dell’Assunta. Aveva 47
anni e testimoniava con l’estremo sacrificio il motto della sua vita: “Solo
l’amore crea”. Fondatore della Milizia dell’Immacolata, movimento ecclesiale di
apostolato mariano, padre Kolbe fu beatificato da Paolo VI il 17 ottobre 1971
e, 11 anni dopo, il 10 ottobre 1982, in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II lo
proclamò Santo e Martire della Chiesa. Proprio ieri, al termine dell’udienza
generale, il Papa ha additato ai cristiani “l’eroico esempio” di San
Massimiliano Maria Kolbe, rivolgendosi ai giovani, ai malati e agli sposi
novelli. “Sforzatevi come lui – ha detto – di vivere in modo autentico e
coerente la vocazione cristiana”.
Come
ogni anno, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore vi sarà questa sera
alle ore 20.00 la solenne Veglia dell’Assunta, che con i tropàri (brevi
preghiere ritmiche) della liturgia bizantina attinge al ricco patrimonio
orientale. La celebrazione, che sarà presieduta dal vescovo Franco Gualdrini,
amministratore responsabile della Basilica Liberiana, coniuga mirabilmente la tradizione occidentale dell’Assunzione e
quella orientale della “Dormitio” come “Pasqua della Madre di Dio”. Viene così
ad esprimersi in tutta la sua ricchezza spirituale quel respiro a “due polmoni”
della Chiesa, che Giovanni Paolo II ha più volte evocato. L’Assunzione di Maria
ha dato vita anche ad una grande ricchezza di espressioni attraverso le icone,
come ci spiega il mariologo padre Stefano De Fiores:
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Dobbiamo distinguere l’iconografia orientale e quella
occidentale. L’icono-grafia orientale certamente fissa lo sguardo sulla
‘Dormizione’ di Maria, secondo l’apocrifo, e fa vedere che Maria ormai è
distesa sul letto di morte. Tutt’attorno ci sono gli Apostoli, c’è qualcuno che
dà anche con l’incensiere, ma la scena principale consiste in questo, nel
Figlio, cioè Gesù che viene a prendere l’anima di Maria, raffigurata in una
bambina bianco-vestita; e qui si ha veramente un po’ il pandant con ciò che è
avvenuto nell’infanzia di Gesù, quando era Gesù ad essere tenuto in braccio da
Maria. Qui, invece, è Gesù che tiene in braccio la Madre e la porta in Cielo
con sé per il gaudio eterno.
Questa raffigurazione della ‘Dormizione’ di Maria ha il
suo corrispondente nell’arte occidentale nella Assunzione, nel movimento di
passaggio dalla terra al Cielo, di Maria. Ricordiamo solamente la
raffigurazione dell’Assunta da parte del Caracci, dove si vede Maria quasi
seduta, non in piedi certamente, e sollevata dagli angeli verso il Regno celeste,
e quell’ancora più famosa del Tiziano in Santa Maria dei Frari a Venezia. Là,
Maria solleva le braccia per andare verso il Cielo dove l’attende il Padre celeste,
mentre da sotto gli Apostoli accompagnano con le braccia questa salita al
Cielo.
Però, bisogna precisare che dal punto di vista iconografico
ci sono queste puntualizzazioni della morte di Maria e insieme della sua
glorificazione in Cielo, ma dobbiamo scartare dal punto di vista teologico
l’idea di un viaggio, di un viaggio dalla terra al Cielo. Non è in questo senso
che noi dobbiamo interpretare, ma nel senso di un mutamento di situazione, di
condizione di Maria che passa, come dice Pio XII nella definizione dogmatica
dell’Assunta, dalla condizione terrena alla condizione celeste. Cessato il
corso della vita terrena viene assunta in corpo ed anima alla gloria celeste.
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NOMINATO
IL VESCOVO AUSILIARE DEL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME.
RINUNCIA
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Il Papa
ha nominato vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme il sacerdote
benedettino padre Jean Baptiste Gourion, attualmente abate del monastero “Santa Maria della Risurrezione” ad Abou Gosh, in Israele. Con la
nomina vescovile, il Santo Padre lo ha incaricato della cura pastorale dei
fedeli cattolici di espressione ebraica esistenti nel territorio dello stesso
patriarcato latino. Il nuovo presule è nato nel 1934 ad Oran, in Algeria, ed è
stato battezzato nella notte di Pasqua del 5 aprile 1958 nell’abbazia di Bec,
in Francia, dove è poi entrato nel 1961 ed ha emesso la professione perpetua
nel 1965, ricevendo quindi nel 1967 l’ordinazione sacerdotale. All’Università
di Parigi, ha studiato scienze naturali e medicina. Nel 1990, il Patriarca
latino di Gerusalemme lo ha nominato vicario episcopale e presidente di un’opera per la cura
pastorale della comunità cattolica di espressione ebraica.
Nella
Repubblica Democratica del Congo, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Luebo, presentata dal vescovo mons. Emery
Kabongo Kanundowi, in conformità alla norma canonica relativa ad “infermità o
altra grave causa”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
L’apertura
della Prima Pagina è dedicata alla
grave situazione in Liberia dove la popolazione disperata saccheggia i
magazzini dove erano stoccati gli aiuti umanitari a Monrovia; la Nigeria fa
sapere che non estraderà l’ex presidente Taylor. Medio Oriente: scontro a fuoco
tra militanti islamici e soldati israeliani a Hebron; distrutta a Nablus la
casa dove viveva la famiglia di un kamikaze. Repubblica Democratica del Congo:
uccisa una suora nel recente attacco a Fataki, nell’Ituri. Iraq: tre soldati
Usa e un bambino ucciso nelle ultime 24 ore; Al Jazzeera mostra una lettera
manoscritta di Saddam Hussein.
Nelle
pagine vaticane, due pagine dedicate alla solennità dell’Assunta e un articolo
di Emma Cavallaro su Armida Barelli nell’anniversario della morte.
Nelle pagine estere, riesplode la
violenza in Afghanistan: oltre sessanta morti in diversi attentati. Terrorismo:
l’Iran non consentirà agli investigatori statunitensi di recarsi a Teheran per
interrogare i dirigenti di Al Qaeda sotto custodia; la British Airways
sospende i voli con l’Arabia Saudita
per il rischio attentati; Usa e Australia sconsigliano i viaggi in Indonesia.
Per Washington è un simpatizzante di Al Qaeda l’uomo fermato per aver cercato
di far entrare negli Stati Uniti un missile terra-aria russo .
Nella pagina culturale, la
“Spiegazione del Credo” di Erasmo da Rotterdam in una rilettura del filosofo
Armando Rigobello. Per la Pagina Monografica, una riflessione su socialità e comportamenti umani a 500
anni dalla nascita di mons. Della Casa, autore del “Galateo”.
Nelle
pagine italiane, i temi della giustizia e dell’emergenza caldo.
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14 agosto 2003
PREOCCUPAZIONI E SPERANZE PER IL PROCESSO DI PACE
TRA
ISRAELIANI E PALESTINESI:
CON
NOI, IL PATRIARCALATINO DI GERUSALEMME, MICHEL SABBAH
C’è
preoccupazione nella comunità internazionale per gli sviluppi della situazione
in Medio Oriente. I recenti attentati dell’estremismo palestinese hanno
provocato una battuta d’arresto al processo di pace, anche se il premier
israeliano Sharon ha deciso di non rispondere militarmente agli ultimi
attacchi. In un raid dei soldati israeliani è però rimasto ucciso stamane un
leader locale della Jihad islamica nella città di Hebron, in Cisgiordania.
Anche sul piano politico si è tornati ad una situazione di stallo e gli
israeliani minacciano di non partecipare più allo sviluppo della road map, il
piano di pace internazionale ideato dal Quartetto formato da Onu, Unione
Europea, Stati Uniti e Russia. Nuove accuse di favorire il terrorismo sono
state lanciate al presidente palestinese Arafat. Ma c’è ancora la speranza che
la violenza lasci di nuovo il passo al dialogo? Giancarlo La Vella ha raccolto
l’opinione del patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah:
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R. – C’è una speranza, certo; ma sarà necessario un
miracolo perché riesca questa iniziativa di pace. La pace è ora talmente
fragile... E poi, c’è una confusione tale in questo momento: non si vede una
vera volontà di pace. Cambiare questa situazione dipenderà dalla pressione che
potranno esercitare gli Stati Uniti o la Comunità Europea su Israele, perché
possa restituire ai palestinesi quello che essi debbono avere, cioè un
territorio in cui si possa fondare uno Stato indipendente e non solo delle
città che saranno isole circondate da ogni lato.
D. – Perché il premier palestinese Abu Mazen ha avuto
difficoltà a coinvolgere nel discorso della pace tutte le fazioni palestinesi,
soprattutto le più estremiste?
R. – Tutte le fazioni palestinesi si sono messe d’accordo
con lui per cessare ogni violenza e per dare la possibilità all’iniziativa di
pace di riuscire. Però ora le incursioni israeliane continuano ed hanno
provocato nuovi attentati palestinesi che, certo, sono una minaccia, ma sono
stati una risposta ad una provocazione. Questo è dunque il problema: o si
cominciano seriamente trattative per la pace e si cessa ogni attività di guerra
da parte palestinese e da parte israeliana, oppure tutto questo non potrà
favorire un progresso serio di questa iniziativa.
D. – Mons. Sabbah, quali iniziative stanno portando avanti
di comune accordo le Chiese locali?
R. – Le nostre iniziative sono legate prima di tutto alla
preghiera, perché sappiamo che è necessario, un intervento di Dio in questa sua
Terra, per illuminare israeliani e palestinesi, affinché seriamente
intraprendano la via della pace; poi, ancora, la nostra voce si leva per
ripetere che la pace bisogna volerla seriamente, per potere arrivare a
realizzarla!
D. – A questo punto, occorre anche uno stimolo per la
comunità internazionale a fare qualcosa di più?
R. – Certo, anche questo, perché ormai il nostro conflitto
non è solamente locale: è internazionale, e perciò la Comunità Europea, gli Usa
hanno una grande responsabilità nell’esercitare le iniziative necessarie
sull’una e sull’altra parte per potere veramente raggiungere la pace.
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ALLARME
IN EUROPA PER LE CONSEGUENZE SULLA SALUTE
DEL CALDO TORRIDO E DELL’AFA. SPECIALE ATTENZIONE PER GLI ANZIANI
- A cura di Roberta Gisotti e Luca Collodi -
Ancora cronache di un caldo insopportabile in gran parte
dell’Europa, e con le temperature salgono pure tensioni e polemiche su come
affrontare l’emergen-za, ridurre i danni e diminuire i disagi di questa ondata
di calura davvero eccezionale ed anomala per intensità e durata. Solo in
Francia si parla oggi sulla stampa di 2000 morti per il caldo e si fanno stime
fino a 3000 vittime ma non sono dati ufficiali ed è bene non diffondere panico
oltremisura.
In Italia
preoccupa fortemente la situazione degli anziani, cittadini più deboli, soprattutto
nelle città, dove massima parte, molti anche per scelta, abitano da soli, e
sono quindi soggetti a restare senza la dovuta assistenza nei periodi feriali,
quando i centri abitati si svuotano ed i servizi diminuiscono. Tutto ciò
quest’anno è aggravato dal clima torrido. E per questo ieri il ministro della
Salute, Girolamo Sirchia, ha richiamato le Istituzioni, i Comuni e le Aziende
sanitarie locali (Asl) “alla massima responsabilità e partecipazione per
mettere in atto i servizi di assistenza necessari”. Le notizie ripetute, negli
ultimi giorni, di decine di decessi in diverse città italiane hanno infatti
destato molta impressione nell’opinione pubblica ed il ministro ha osservato
che senza voler “addossare colpe a nessuno” occorre adoperarsi “perché queste
cose non si ripetano”. Non vi sono però anche per l’Italia riscontri certi che
la mortalità degli anziani sia aumentata rispetto alle precedenti estati e che
il caldo sia sempre la causa delle morti registrate, come spiega il prof. Pier
Ugo Carbonin, geriatra e direttore del Centro di Medicina dell’invecchiamento a
Roma, intervistato da Luca Collodi nel programma “One o five live”.
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R. – Può anche esserlo perché è chiaro che per un anziano
‘fragile’ che abbia delle malattie, un aumento della temperatura sicuramente
condiziona un andamento negativo della patologia.
D. – Quindi, è una con-causa il caldo?
R. – Sì. E poi possono esserci i veri e propri colpi di
calore, però non sento segnalazioni particolari da questo punto di vista,
perché questa mattina o anche ieri le notizie che ho sentito dai mass media
sarebbero che non c’è una vera e propria emergenza anche dal punto di vista
dell’aumento della mortalità. Forse c’è un aumento delle richieste di
assistenza, anche perché banche dati attendibili su determinati servizi agli
anziani non ce ne sono. Per esempio, si dovrebbe andare a vedere che cosa
succede nelle Case di riposo, lì dove ci sono gli anziani più ‘fragili’.
D. – Professor Carbonin, lei ha avuto modo di leggere
anche quanto ha dichiarato il ministro Sirchia sollecitando anche maggiore
attenzione degli enti locali agli anziani per combattere l’afa. Ha detto: ‘Meno
festival estivi e più soldi per gli anziani’. Ma i sindaci replicano: ‘Mancano
i soldi’. Lei che idea si è fatto?
R. – I servizi di assistenza domiciliare per gli anziani
‘fragili’ in Italia sono nettamente deficitari: su questo non c’è dubbio.
Rispetto agli altri Paesi europei, per quello che riguarda la consistenza dei
servizi di assistenza domiciliare, noi siamo l’ultimo, anche all’ultimo
rispetto ai Paesi dell’Est! Che poi i Comuni possano destinare risorse in altro
modo, anche questo può esser vero, però io non lo so. Questo è un aspetto.
L’altro aspetto riguarda una programmazione a medio e lungo termine. Ora, ogni
anno che passa andiamo sempre più verso un clima che d’estate può diventare
insopportabile, come ora. Che cosa si fa di programmazione a medio e lungo
termine in questo senso? Perché la prima cosa che si dovrebbe programmare è che
tutti gli Ospedali e tutte le Case di riposo possano avere l’aria condizionata.
Senza aria condizionata con questo clima bene non si sta, ma stanno male anche
gli ammalati che hanno 20 anni e 40 di febbre, mica solo gli anziani! Bisogna
che il governo decida in questo senso. E’ meglio fare il ponte sullo Stretto o
è meglio provvedere ad esigenze vitali per le persone sofferenti e fragili? E’
una scelta che si deve fare ...
D. – Cosa devono fare gli anziani per difendersi dal
caldo?
R. – Quelli malati, sperare di essere assistiti in modo
giusto. Quelli sani, bere molto perché il senso della sete nell’anziano di
solito si riduce. Non uscire di casa nelle ore calde e, se ne hanno necessità,
allora può essere molto utile il ricorso al volontariato ...
D. – Per quanto riguarda il cibo?
R. – Il cibo variato, abbastanza leggero, soprattutto la
sera, e molto ricco di frutta e verdura.
D. – Quindi, bere molto, frutta e verdura e non uscire
quando nelle ore più calde.
R. – Sì, bere di più; ma non le acque minerali che di
solito sono povere di sodio: con il sudore si perde il sodio e l’anziano può
andare incontro facilmente alla carenza di sodio che è un problema molto grave.
Magari bere di più l’acqua del rubinetto.
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14 agosto 2003
UN
FORTE TERREMOTO HA COLPITO STAMATTINA LE ISOLE IONICHE DELLA GRECIA.
ALCUNI
FERITI LEGGERI E DANNI A VECCHIE ABITAZIONI SULL’ISOLA DI LEUCADE
ATENE. = Un forte terremoto, di magnitudo 6,4 sulla scala
Richter, ha colpito stamattina le isole greche del mar Ionio. La scossa è stata
particolarmente sentita in tutta la parte occidentale della Grecia, da Corfù al
Peloponneso, ma anche ad Atene. Ci sarebbero alcune persone ferite, forse
dodici, in modo leggero, e danni a diverse vecchie case sull’isola di Leucade.
Anche alcune strade sarebbero state danneggiate ed è stata interrotta
l’erogazione di elettricità e di acqua potabile. Secondo quanto precisato
dall’Istituto geofisico di Atene, l’epicentro della scossa è stato localizzato
nel fondale marino, 290 chilometri a nord ovest della capitale greca e 30
chilometri dalle coste occidentali dell’isola di Leucade. Si sono verificate in
seguito alcune scosse di assestamento, dato che il Paese si trova in una zona
molto sensibile ai sismi. Si tratta del terremoto più forte avvenuto nell’area
dal 1995: allora il sisma colpì la zona di Larissa e l’isola di Evia, ma non ci
furono conseguenze. (M.D.)
APPROVATA IERI DAL CONSIGLIO NAZIONALE DI
TRANSIZIONE, ORGANO LEGISLATIVO DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA, LA CONFERENZA
DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE. SI TERRÁ NEL SETTEMBRE PROSSIMO, CON L’AUSPICIO
DI METTERE FINE
AD
ANNI DI INSTABILITÁ POLITICA E DI GUERRA
BANGUI.
= Il Consiglio nazionale di transizione, l’organo legislativo della Repubblica
del Centrafrica, ha approvato ieri all’unanimità la riapertura della Conferenza
di riconciliazione nazionale, promossa quasi un anno fa per mettere fine ad
anni di instabilità politica e di guerra. Lo ha riferito la radio
centrafricana, precisando che la Conferenza si terrà dal 10 al 25 settembre
prossimi. Dei preparativi è stata incaricata una speciale commissione composta
da 72 persone. Iniziato alla fine del 2002 su iniziativa dell’ex presidente
Ange-FelixPatassé, il percorso del dialogo si era interrotto nel marzo di
quest’anno, quando il generale François Bozizé aveva preso il potere con un
golpe militare. Alla conferenza non sarà comunque presente l’ex capo di stato
Patassé, mentre sono stati invitati altri due ex presidenti del passato: Andre
Kolingba e David Dacko. Il Consiglio nazionale di transizione ha stabilito
inoltre che la commissione incaricata di coordinare il “Dialogo Nazionale”
dovrà essere rinominata. La presidenza della commissione vedrà probabilmente la
riconferma di monsignor Paulin Pomodimo, recentemente nominato arcivescovo di
Bangui. (M.D.)
OGGI I
PRESIDENTI DI NIGERIA E BENIN SI INCONTRANO PER RISOLVERE
LA
QUESTIONE DEL CONFINE FRA I DUE PAESI, CHIUSO DAL GOVERNO DI ABUJA
PER LIMITARE
L’INGRESSO DI CRIMINALI
BADAGRY. = Il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo
e il suo omologo del Benin Mathew Kerekou si incontreranno oggi in Nigeria per
discutere della chiusura della frontiera tra i due Paesi. La notizia è
riportata oggi dalla stampa locale, la quale precisa che il faccia a faccia tra
i due capi di Stato si terrà nella cittadina frontaliera di Badagry. Lo scorso
fine settimana il governo nigeriano aveva deciso di chiudere la frontiera col
Benin in seguito all’incessante violenza malavitosa nella zona occidentale del
Paese a ridosso del confine. L’incontro tra Obasanjo e Kerekou, fa seguito ad
una serie di consultazioni avute ieri tra lo stesso presidente nigeriano e una
delegazione beninese guidata dal ministro della sicurezza di Porto Novo. Da
tempo ormai l'esecutivo di Abuja aveva espresso la propria preoccupazione per
l’aumento del crimine proveniente da oltre frontiera, soprattutto per rapine,
contrabbando e traffico di esseri umani. Nell’annunciare la chiusura della
frontiera beninese il ministero degli esteri aveva sottolineato come la
decisione nigeriana fosse legata agli scarsi risultati ottenuti dal Paese
confinante nella lotta contro il crimine. Il problema della malavita che opera
a cavallo dei confini fra i due Paesi, non molto distante dalla principale
città commerciale nigeriana Lagos, era già stato al centro di un vertice
tenutosi l’11 luglio scorso tra Obasanjo e Kerekou. (M.D.)
NELLE
MOLUCCHE PACIFICATE DOPO TRE ANNI DI GUERRA CIVILE,
CRISTIANI
E MUSULMANI TORNANO A SEDERSI ACCANTO NEGLI STESSI UFFICI
AMBON. = Segnali sempre più positivi giungono da
Ambon, il capoluogo dell’arcipelago indonesiano delle Molucche dove dal 1999 al
2002 erano infuriati gli scontri tra musulmani e cristiani. Dall’inizio del
conflitto, la maggior parte degli uffici pubblici e privati erano stati divisi
in due settori: uno riservato ai musulmani, l’altro ai cristiani. Tornate,
negli ultimi mesi, gradualmente alla normalità le relazioni tra le comunità
religiose, in diversi uffici le divisioni sono state superate e le persone sono
tornate a lavorare insieme, proprio come accadeva prima del 1999. Il
governatore ad interim delle Molucche, Sinyo Harry Sarundayang, ha disposto
che, entro il prossimo 17 agosto, giorno delle celebrazioni per la giornata
dell’indipendenza indonesiana, ogni barriera sia eliminata e tutti gli uffici
siano riunificati. A conferma che la pace è davvero tornata nell’arcipelago, i
sacerdoti del Centro di crisi della diocesi cattolica di Ambon, riferiscono
all’agenzia missionaria Misna che prossimamente, forse a settembre, si terrà un
importante convegno incentrato sulla ricostruzione della città dopo il
triennale conflitto. Al seminario sono attesi ambasciatori stranieri,
rappresentanti di agenzie internazionali ed esponenti di organizzazioni non
governative. Intanto sabato prossimo il Consiglio provinciale legislativo
eleggerà il nuovo governatore delle Molucche e il suo vice. (M.D.)
BAMBINI
DI ORIGINE BHUTANESE RIFUGIATI IN NEPAL PROTESTANO
CONTRO
LA COMMISSIONE PER LA VERIFICA DEI PROFUGHI
CHE LI
HA CLASSIFICATI COME CRIMINALI
KHUDUNABARI. = Un gruppo di bambini bhutanesi
rifugiati in Nepal sta protestando contro l’Équipe congiunta per la verifica
dei profughi che li ha classificati nella categoria “criminali”. Nel rapporto
di verifica relativo al campo profughi di Khudunabari, la commissione ha
incluso 150 bimbi sotto questa categoria, nonostante siano nati all’interno del
campo e non siano mai stati in Bhutan. "Come è possibile che siamo
diventati delinquenti dal momento che siamo nati qui e non abbiamo mai visto la
nostra terra di origine?". Questo è l’interrogativo che i bambini pongono
alle autorità competenti. La fuga in massa dal Bhutan verso il Nepal è iniziata
nel 1990, quando decine di migliaia di indù di origine nepalese cominciarono a
battersi contro il governo, chiedendo di trasformare la monarchia da assoluta
in costituzionale e di legalizzare i partiti politici. Negli anni scorsi
l’esecutivo di Thimpu si è detto disposto a far rientrare in patria solo coloro
in grado di dimostrare di essere cittadini bhutanesi a tutti gli effetti.
Questo ha contribuito a rallentare il processo di verifica dei profughi, che
nel 2002 ha subíto un’ulteriore battuta di arresto a causa dell’inasprirsi
della guerriglia maoista in Nepal. (M.D.)
RIDOTTI
I FINANZIAMENTI AL “FESTIVAL DELLA FRATERNITÁ” DI ASSAHOUN, IN TOGO. MA LA
RASSEGNA TAEATRALE ANDRÁ COMUNQUE IN SCENA
ASSAHOUN. = Dopo dieci anni l’entusiasmo è quello di
sempre, pur essendo stati notevolmente ridotti i finanziamenti per la
manifestazione. Andrà in scena comunque il “Festival della Fraternità” di
Assahoun, un piccolo villaggio a una cinquantina di chilometri dalla capitale
Lomé che è diventato un punto di riferimento culturale per il Togo e per tutta
l’Africa occidentale. Nonostante un taglio del 73 per cento al budget, sei
compagnie dall’estero e otto nazionali sono pronti per dar vita a questa
importante vetrina teatrale africana, nata come evento biennale e trasformatasi
presto in immancabile appuntamento di fine agosto, fino a giungere alla sua ottava
edizione. "A fronte di una crisi finanziaria che si trascina da tre anni –
fa notare il direttore del festival Leonard Yakanou – abbiamo notato una forte
mobilitazione di gruppi pronti a recitare anche con un cachet ridotto o
addirittura gratuitamente". Alla fine di questo mese si alterneranno sul
palcoscenico giovani autori e attori del continente, provenienti da Costa
d’Avorio, Benin, Burkina Faso e Francia. L’appuntamento è previsto dal 22 al 27
agosto. (M.D.)
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14 agosto 2003
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
L’Afghanistan è stato colpito,
ieri, da una drammatica ondata di violenza che ha causato oltre 60 vittime. I
più gravi episodi di sangue sono avvenuti nel Sud del Paese, dove almeno 17
persone sono rimaste uccise a causa dell’e-splosione di una bomba avvenuta a
bordo di un autobus, e nell’Afghanistan centrale, dove una sanguinosa
sparatoria ha causato altri 25 morti. A Kabul, inoltre, due dipendenti afghani
della Mezzaluna Rossa (Arcs) sono stati uccisi, e tre loro colleghi feriti, in un agguato avvenuto oggi a
Sud-Ovest della capitale afghana.
In Iraq si sono registrati
ieri, per la prima volta, violenti scontri a Baghdad nel quartiere di Sadr
City, ex Saddam City, tra la popolazione sciita ed i
militari statunitensi. A seguito di veementi manifestazioni di protesta
scatenate dal tentativo di un elicottero americano di rimuovere da un traliccio
delle bandiere sciite, i soldati statunitensi hanno aperto il fuoco uccidendo
un ragazzo e ferendo altre quattro persone. La rete televisiva del
Qatar, Al Jazeera, ha intanto diffuso, ieri, una lettera manoscritta attribuita
a Saddam Hussein nella quale l’ex rais
incita la popolazione sciita alla resistenza contro le forze anglo-americane.
Ma l’attenzione degli Stati Uniti è stata attirata soprattutto da nuove minacce
terroristiche. Ieri sono state arrestate tre persone impegnate nel contrabbando
di lanciamissili, di fabbricazione sovietica, grazie alla collaborazione tra
l’Fbi ed i servizi segreti di Londra e Mosca. Ci riferisce in proposito Paolo
Mastrolilli:
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Il principale accusato è Ament Lakhani, di origine
indiana, trafficante di armi inglesi, che pensava di rifornire un gruppo di
terroristi somali che volevano fare attentati negli Stati Uniti e aveva portato
in America un primo lancia missili con la promessa di contrabbandarne altri 50
entro la fine di agosto. Ma il suo committente, in realtà, era un agente
dell’Fbi che aveva finto di essere un terrorista e il trafficante è stato
arrestato appena è arrivato negli Stati Uniti. A Washington, intanto, un gruppo
di familiari di soldati impegnati in Iraq, ha cominciato una campagna per
chiedere il loro ritiro, mentre il governo ha presentato una nuova risoluzione
all’Onu per ottenere il sostegno del Consiglio governativo insediato a luglio.
Ieri, altri due soldati americani sono stati uccisi dall’esplosione di due
bombe, una vicino Tikrit a l’altra vicino a Taji, dove è stato anche sabotato
un oleodotto. A Baghdad, la comunità sciita è scesa in piazza per manifestare
contro l’occupazione. Qualcuno ha sparato contro i soldati che hanno risposto
al fuoco uccidendo un ragazzo e ferendo diverse persone. Sul posto, poi, sono
stati trovati volantini inneggianti ad Al Qaeda.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Attraverso lo sport è stato
lanciato, ieri, un significativo messaggio di pace da due Paesi che, dal 1980
al 1988, sono stati divisi da una terribile guerra: le nazionali di Iraq ed
Iran hanno infatti giocato, a Teheran, una partita di calcio vinta, per la
cronaca, dalla formazione irachena. Di buon auspicio per il futuro è stata,
durante diverse fasi del gioco, la presenza in campo di una colomba.
Continuano gli episodi di guerriglia in Cecenia.
Cinque soldati russi sono morti ieri nel distretto montuoso di Vedeno, in
Cecenia, a causa di una bomba esplosa al passaggio del loro un veicolo
blindato. Il Cremino,
intanto, si rifiuta di aprire il dialogo con i leader dei separatisti ceceni,
continuando a perseguire il piano di
pace, basato sulle elezioni regionali presidenziali previste per il prossimo 5
ottobre.
E l’allarme terrorismo è alto anche in Gran Bretagna. La
compagnia aerea britannica, la British Airways, ha annunciato, per mercoledì
prossimo, la sospensione di tutti i collegamenti con l’Arabia Saudita. La
decisione è stata presa per ragioni di sicurezza.
Continua ad essere sempre più
tesa la situazione in Medio Oriente. In un raid condotto, oggi, da soldati
israeliani è rimasto ucciso ad Hebron, Mohammed Seder, leader locale della
Jihad Islamica. Sempre oggi, le truppe israeliane hanno demolito, a Nablus, la
casa di Islam Qteishat, uno dei due attentatori suicidi degli attacchi
perpetrati, martedì scorso, in Israele ed in Cisgiordania.
E’
stato raggiunto un importante accordo a Londra tra la delegazione libica e gli
avvocati delle famiglie delle vittime dell’attentato del 1988 al Jumbo Pan Am sopra Lockerbie, in Scozia. Il
governo libico, dopo essersi assunto davanti alla legge internazionale, la
responsabilità della strage, si è impegnato a versare 2,7 miliardi di dollari
presso una banca svizzera, come risarcimento ai parenti delle 270 vittime della
strage.
L’Onu si mobilita per fermare lo sfruttamento illegale
delle risorse presenti nella Repubblica democratica del Congo: il Consiglio di
Sicurezza ha approvato la risoluzione 1499, che proroga fino ad ottobre la
missione di inchiesta su questo saccheggio. Nella regione nordorientale
dell’Ituri, intanto, proseguono le violenze, anche ai danni dei religiosi, come
ci conferma Giulio Albanese:
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Proprio ieri sera è giunta la notizia dell’uccisione di
una religiosa, suor Matilde, di nazionalità congolese, che faceva parte della
Congregazione delle Serve di Gesù. La morte cruenta è avvenuta nel corso
dell’attacco sferrato da armati lo scorso fine settimana a Fataki, a circa 80
chilometri a Nord di Bunjia, nella tormentata regione dell’Ituri. Probabilmente
la religiosa è stata assassinata da miliziani di etnia Lendu che avevano
assalito la cittadina di Fataki abitata in prevalenza dall’etnia Hema. Sembra
che la suora, piuttosto avanti negli anni, sia rimasta indietro al proprio
gruppo in fuga dagli assalitori e sia stata quindi colpita a morte.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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In
Liberia le truppe americane sono arrivate all’aeroporto internazionale di
Monrovia ed il Pentagono ha deciso di inviare nel Paese altri 200 soldati a
sostegno della missione di pace dell’Ecowas nel Paese africano. I ribelli del
gruppo dei Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia (Lurd) hanno
intanto cominciato, nella mattinata di oggi, a ritirarsi dal porto di Monrovia,
dove migliaia di civili continuavano a saccheggiare magazzini e container.
Vanno
avanti i colloqui preparatori per il meeting a 6 sulla crisi nucleare
nordcoreana. Rappresentanti delle due Coree, Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone
si incontreranno dal 27 al 29 agosto a Pechino. Intanto dopo i colloqui di ieri
a Washington, gli Stati Uniti hanno smentito un proprio coinvolgimento
finanziario a favore di Pyongyang. Ce ne parla Maurizio Pascucci:
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In una improvvisata conferenza stampa, il segretario di
Stato americano Colin Powell ha smentito i giornalisti che esistessero proposte
di aiuti economici del tipo di quelle descritte dal ‘New York Times’ di oggi.
Il giornale cita anonimi funzionari dell’amministrazione secondo i quali gli
incentivi finanziari potrebbero materializzarsi se Pyongyang sospendesse il suo
programma di sviluppo nucleare o accettasse il ritorno degli ispettori
dell’Agenzia atomica. La smentita ripropone una vecchia questione, quella che
gli americani definiscono del ‘ricatto’ della Corea del Nord che agiterebbe lo
spettro nucleare per ottenere aiuti che possono tenere a galla un’economia
ormai in sfacelo. Intanto, il presidente Bush ha elogiato gli sforzi
diplomatici di Russia e Cina, che insieme al Giappone, Stati Uniti, Corea del
Sud e Corea del Nord terranno colloqui che si apriranno a Pechino il 27 agosto.
Inoltre, la Corea del Nord è tornata a richiedere un patto di non aggressione
con gli Stati Uniti, un accordo, questo, che è sempre stato escluso
dall’amministrazione americana.
Maurizio Pascucci, per la Radio Vaticana.
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Il
governo iraniano ha autorizzato l’avvio del completamento della centrale
nucleare civile di Bushehr, nel Sud del paese. Lo ha annunciato oggi l'Alto consiglio dell'energia atomica,
citato dall’agenzia ufficiale iraniana Irna.
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