2017-12-12 19:19:00

Papa, Messa per Madonna di Guadalupe: difendiamo 'diversità' popoli latinomericani


Roberta Gisotti - Città del Vaticano

“Guardiamo la ricchezza e la diversità culturale dei nostri popoli dell’America Latina e dei Caraibi” e difendiamole con coraggio: l’invito del Papa durante l’omelia della Messa celebrata questa sera nella Basilica Vaticana, in occasione della Festa della Madonna di Guadalupe. E’ il quarto anno che Francesco rende omaggio alla patrona di tutta l’America con questa celebrazione liturgica in San Pietro.

Ispirato dal Vangelo odierno, prologo dei cantici Magnificat e Benedictus, il Papa si è soffermato sulla figura di Elisabetta, “la donna – ha ricordato - sotto il segno della sterilità e sotto il segno della fecondità”, accostandola alla figura di Juan Diego, il povero indio, cui la Madonna apparve il 9 dicembre del 1531 sulla collina di Tepeyac, a nord di Città del Messico, scelto come suo messaggero per far costruire una cappellina in quel luogo, vincendo le resistenze iniziali del vescovo, che non crede alle sue parole fin quando tre giorni dopo il 12 dicembre l’immagine della Vergine con le fattezze di una giovane meticcia non resta impressa sul mantello di Juan Diego.

"Il giovane indio – ha spiegato il Papa - si sente inadeguato di fronte al compito affidatole da Maria, così come Elisabetta che - secondo la mentalità del tempo - viveva la sua sterilità come “segno di vergogna impresso nella sua carne”.

(“Esterilidad que puede tomar muchos nombres y formas…….”)
“Sterilità che può assumere molti nomi e forme ogni volta che una persona prova nella propria carne la vergogna vedendosi stigmatizzata o sentendosi poca cosa.”

Un sentimento – ha sottolineato Francesco – che possiamo ritrovare anche oggi nelle comunità indigene e afroamericane dell’America Latina “che in molte circostanze, non vengono trattate con dignità e parità di condizioni”, come denunciato dai vescovi di quella regione, nel documento conclusivo della Conferenza generale degli episcopati latinoamericani, ad Aparecida nel 2007.

Elisabetta, che in vecchiaia resta incinta, stupisce e canta la sua gratitudine quando riceve la visita di Maria, che riconosce come madre del Signore. Cosi anche Juan Diego visitato dalla Vergine “morenita”. “Sembrerebbe che Dio – ha osservato il Papa - si ostini continuamente a mostrarci che ‘la pietra scartata dai costruttori è diventata testata  d’angolo’”.

Quindi la raccomandazione ad apprezzare la diversità culturale.

(“…ella es signo de la gran riqueza…..”)
“…essa è segno della grande ricchezza che siamo invitati non solo a coltivare, ma anche, specialmente nel nostro tempo, a difendere coraggiosamente da ogni tentativo di omogeneizzazione che finisce con l’imporre – con slogan allettanti – un unico modo di pensare, di essere, di sentire, di vivere, che finisce con rendere inutile e sterile quanto ereditato dai nostri padri; che finisce col far sentire, specialmente i nostri giovani, poca cosa perché si appartiene a quella o quell’altra cultura”.

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“In definitiva – ha concluso Francesco - la nostra fecondità ci chiede di difendere i nostri popoli da una colonizzazione ideologica che cancella quanto c’è di più ricco in loro, siano essi indigeni, afroamericani, meticci, contadini, o abitanti delle periferie”.

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