2017-11-25 14:42:00

Venezuela: vescovi, dialogo apra accesso ad aiuti umanitari


di Alina Tufani

Apertura urgente di un canale umanitario per l’ingresso di alimenti e medicine in Venezuela. E’ quanto invocato dalla Chiesa venezuelana ai rappresentati del governo e dell’opposizione, che parteciperanno al nuovo tentativo di dialogo in programma dal 1° dicembre a Santo Domingo. L’appello dei vescovi è stato lanciato ieri, durante un incontro del presidente della Conferenza episcopale, mons. Diego Padròn, e dell’arcivescovo di Caracas, card. Jorge Urosa Savino, con i deputati dell’esautorata Assemblea nazionale dominata dall’opposizione.

Al termine dell’incontro, il presidente del Parlamento Julio Borges ha detto che l’episcopato è “in linea con il grido del popolo che ha bisogno di alimenti e medicine”. Il deputato ha ricordato che il governo ha ricevuto da numerosi Paesi e istituzioni offerte di aiuto umanitario, sempre rifiutate “per orgoglio” dal regime del presidente Nicolas Maduro. Inoltre, secondo il leader politico, la Conferenza episcopale auspica che questo nuovo tentativo di dialogo “sia un processo più aperto alle informazioni e alla chiarezza”.

I rappresentanti della Chiesa e dell’opposizione hanno esaminato le aspettative di fronte a questo ulteriore processo di negoziazione, sul quale la Conferenza episcopale aveva già espresso la propria perplessità. Lo scorso 20 novembre, mons. Padròn, in alcune dichiarazioni al giornale “El Nacional”, aveva affermato che con questo nuovo dialogo con l’opposizione il regime di Nicolàs Maduro intende “salvare la faccia a livello internazionale”. Il presule aveva pure criticato i rappresentati dell’opposizione per non aver “informato i cittadini sulle decisioni” che hanno portato ad aprire un dialogo ripetutamente fallito e manipolato in passato.

Nei giorni scorsi, anche il card. Urosa si era pronunciato sugli argomenti da portare al tavolo dei negoziati. “Il governo - aveva detto il porporato - ha bisogno dell’opposizione per risolvere il problema del risanamento del debito pubblico, mentre l’opposizione deve approfittare di questa congiuntura perché l’Assemblea Nazionale sia nuovamente legittimata”, per esigere la designazione di un nuovo Consiglio Nazionale elettorale.

In questo senso, il card. Urosa aveva fatto riferimento all’obbligo costituzionale del governo di avere l’approvazione del Parlamento per qualsiasi decisione sul debito pubblico. La nuova Assemblea Nazionale Costituente - va ricordato - non è stata riconosciuta da gran parte della comunità internazionale e dei creditori.

Le conversazioni tra governo e opposizione si svolgeranno nella Repubblica Dominicana il primo e il 2 dicembre alla presenza dei ministri degli Esteri di Cile, Paraguay, Messico, Bolivia, Nicaragua e del presidente dominicano, Danilo Medina.








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