2017-11-22 11:16:00

Hariri torna in Libano e per ora sospende le sue dimissioni


di Cecilia Seppia 

Il premier libanese Saad Hariri è tornato a Beirut e da qui ha consegnato le sue dimissioni nelle mani del Presidente Michel Aoun che però le ha respinte chiedendogli del tempo. Hariri si era già dimesso il 4 novembre dall’Arabia Saudita dove sembrava che fosse trattenuto con la forza, poi, lasciata Ryad si è fermato al Cairo e a Cipro e ha manifestato più volte le sue divergenze con gli Hezbollah libanesi accusati tra l’altro di preparare un attentato per eliminarlo. Una vicenda piena di incognite sia per l’assetto politico interno sia per le ricadute su tutta l’area mediorientale, terreno da sempre di una lotta senza quartiere tra tra sunniti e sciiti.  “L’instabilità del Libano potrebbe avere ripercussioni enormi e provocare uno scenario del tutto simile a quello siriano", sostiene Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana, esperto dell’area. Secondo Scaglione “pare inoltre fondata l’ipotesi secondo la quale il Libano diventerà presto un campo di battaglia per quello che non si è ancora riusciti a fare in Siria, cioè la caduta del regime di Assad. Non va dimenticato inoltre che nel Libano ci sono quasi un milione di profughi siriani e mezzo milione di profughi palestinesi, quasi tutti sunniti”.

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista integrale a Fulvio Scaglione:








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