2017-11-16 11:54:00

Il Papa ai vescovi dell'Uruguay: annunciate con nuovo slancio Cristo


di Adriana Masotti

Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza, nella Sala del Concistoro in Vaticano, la Conferenza episcopale dell’Uruguay in questi giorni in visita “ad Limina Apostolorum". Già iniziata ieri con una messa nella Basilica vaticana, la visita prevede, fino al 22 novembre, colloqui con i diversi Dicasteri a partire da quello con la Congregazione delle Cause dei Santi per fare il punto su alcuni processi di beatificazione e di canonizzazione in corso. Domenica i vescovi dell’Uruguay concelebreranno con il Papa in san Pietro la Messa per la 1^ Giornata Mondiale dei Poveri.
Molto cordiale stamattina l’incontro dei presuli con Francesco che li ha voluto ascoltare sulla realtà della loro Chiesa locale e del loro Paese, come conferma ai nostri microfoni mons. Milton Luis Tróccoli Cebedio, vescovo titolare di Munaziana e ausiliare del card. Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Montevideo:

R. – E’ stato un incontro bellissimo, molto fraterno. Il Papa subito fa sentire bene tutti, è molto accogliente e così tutti ci siamo sentiti molto bene con lui. Lui ha ascoltato molto: ci ha ascoltato, ci ha chiesto di raccontare un po’ della nostra realtà, e ci ha ascoltato. Poi lui ha parlato un po’ delle cose che lui aveva a cuore.

D. – Quali sono stati gli argomenti principali di cui avete parlato e su cui il Papa poi è intervenuto?

R. – Il Papa ha parlato molto dell’evangelizzazione, perché l’Uruguay è un Paese nel quale il laicismo, la secolarizzazione, la mancanza di fede sono molto forti, dove la Chiesa cattolica rappresenta soltanto il 40% della popolazione, diversamente dagli altri Paesi dell’America Latina, in cui la percentuale raggiunge l’80-90%. Il Papa ci ha incoraggiato a evangelizzare e ad annunciare il Vangelo, e soprattutto ci ha chiesto di avere cura dei giovani, di essere vicini, molto vicini ai giovani e anche ai preti: accompagnare i preti, incoraggiarli nella loro missione, ascoltarli molto, essere loro vicini. E ha parlato anche di una cosa che ha molto a cuore: la pace nel mondo. Anche se in Uruguay non ci sono questi problemi, ma ha chiesto di essere insieme a lui a pregare per la pace ed ad essere uomini e donne di pace.

D. – In Uruguay la Chiesa e i cristiani si trovano di fronte a tante leggi che permettono l’eutanasia, l’aborto, che liberalizzano la marijuana … Come vi ponete di fronte a queste sfide?

R. – Certo, sono grandi sfide per la Chiesa. Noi vogliamo avere due atteggiamenti: uno, è quello di chiarire le coscienze perché, siano cattolici o no, possano discernere bene in questi temi che sono molto delicati; e poi, come pastori ci preoccupa e facciamo uno sforzo grande nella formazione degli agenti pastorali perché abbiano anche loro molto chiari i criteri di discernimento che dice la Chiesa e anche la Dottrina sociale della Chiesa.

D. – In questi giorni – già avete incominciato da ieri – visiterete anche diversi dicasteri della Curia Romana. Avete incontrato la Congregazione per le Cause dei Santi, perché vi sta a cuore in particolare l’iter di alcuni processi che riguardano venerabili e beati dell’Uruguay. Com’è andato questo incontro?

R. – E’ stato un incontro molto positivo, che noi abbiamo tanto voluto perché soprattutto ci sta a cuore la causa del primo vescovo dell’Uruguay, mons. Jacinto Vera, che è già molto avanzata. Noi abbiamo presentato un possibile miracolo a lui attribuito; lui è già venerabile e allora con un miracolo può essere dichiarato beato. Se questa causa procede, avremo la gioia di avere un beato uruguayano. Poi c’è anche un’altra causa in fase molto avanzata, che è quella di madre Francesca Rubatto, una suora italiana che in Uruguay ha fondato la Congregazione delle Cappuccine. Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata e adesso c’è anche un possibile miracolo allo studio della Congregazione: se questo risulta vero, sarà santa, forse la prima santa uruguayana.

D. – Voi vescovi dell’Uruguay sarete qui domenica, quando ci sarà la prima Giornata Mondiale dei Poveri, promossa da Papa Francesco …

R. – Noi siamo stati invitati a concelebrare con il Papa nella Messa; per noi questo è molto importante, molto grande … Anche in Uruguay si vive “insieme” questa Giornata che ci sembra molto importante anche per prendere più fortemente coscienza di quella realtà dei poveri nel mondo ma anche nel nostro Paese: sebbene sia migliorato economicamente, ancora ci sono luoghi di grande povertà. Per noi quindi è una sfida come Chiesa e anche come Paese, crescere nella solidarietà per tutti quelli che non hanno neanche il minimo per vivere.

D. – Se dovesse dire di che cosa l’Uruguay ha bisogno in questo momento, più di tutto, anche – appunto – dopo avere incontrato il Papa; alla luce di questa visita, cosa potrebbe dire?

R. – Noi, come pastori, sentiamo che l’Uruguay ha molto bisogno di Cristo: di annunciare Cristo, di conoscere Cristo, di essere veramente amici di Gesù. Questo è quello che anche il Papa ci ha chiesto di portare: quello che è il tesoro più grande che abbiamo, che è conoscere Gesù. E questo è quello che vogliamo condividere con tutti i nostri compatrioti.

Ascolta l' intervista a mons. Milton Luis Tróccoli Cebedio:








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