2017-10-21 14:57:00

I francescani, una presenza dialogante e concreta in Terra Santa


di Marina Tomarro

Una presenza ininterrotta e costante da 800 anni, vicina sempre alla gente e alle comunità locali, nonostante le guerre, i conflitti e le difficoltà. E’ stata questa la caratteristica principale dei Francescani della Custodia di Terra Santa, di cui si celebra la ricorrenza in questi giorni.

Una presenza dialogante di fronte alle molteplici realtà culturali e religiose di quelle terre, ma che non ha mai nascosto la propria identità fatta di amore verso il prossimo, partendo anche dalle Chiese locali.

Una delle caratteristiche della loro presenza è stata anche la cura verso i numerosi pellegrini che da secoli si recano a visitare i luoghi sacri della cristianità.

Oggi il pellegrinaggio è molto cambiato in confronto al passato", spiega Giuseppe Cafulli, direttore della rivista Terrasanta, nell’ambito del convegno sulla decima giornata per le associazioni di Terra Santa sul tema “Soggetti per amore ad ogni umana creatura”: i fedeli arrivano cercando risposte alla loro fede, racconta Cafulli, "nei luoghi dove è vissuto e morto Cristo. I francescani li accolgono guidandoli nei vari itinerari e ospitandoli nelle loro strutture”.

Fondamentale è la presenza dei frati per le comunità cristiane locali:

“Ormai oltre la metà dei francescani della Custodia di Terra Santa – continua Cafulli -  sono arabi di origine locale, cioè sono siriani, palestinesi, giordani, egiziani. Quindi nascono dal cuore delle loro comunità cristiane. Rimanere vicino a queste realtà significa far sentire loro la presenza della Chiesa universale e ricordare a queste persone ogni giorno le ragioni della loro fede, ma anche la storia da cui provengono, che inizia duemila anni fa. Loro hanno ricevuto per primi, in qualche modo, il mandato di tramandare la fede ai loro figli, ma anche di essere testimoni verso le altre Chiese”.

Ma cosa rappresenta la presenza dei francescani anche in luoghi di guerra come la vicina Siria? Cafulli sottolinea l'importanza per i frati di non aver abbandonato il Paese. "C’è stato un momento" , dice, "subito dopo lo scoppio della guerra in cui l’allora padre custode Pierbattista Pizzaballa chiese ai frati presenti nel Paese cosa avrebbero voluto fare, visto che la situazione stava diventando molto critica. Ci fu una scelta unanime nel rimanere accanto alle comunità cristiane. Grazie ai frati, in Siria sono potuti arrivare in questi anni molti aiuti a coloro che hanno deciso di non lasciare la loro terra.  E proprio grazie alla loro presenza è stato possibile sensibilizzare il mondo sulle sofferenze enormi che tutta la popolazione siriana ha subito in questi dolorosi anni".

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista a Giuseppe Cafulli direttore della rivista Terrasanta:








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