2017-10-20 13:46:00

Repubblica Ceca al voto: favorito il populista Babis


di Michele Raviart

Repubblica Ceca oggi e domani al voto per eleggere i duecento deputati del Parlamento. Favorito il miliardario Andrej Babis, a capo del movimento populista euroscettico “Azione dei cittadini scontenti”. Già ministro delle Finanze e vice premier, Babis è il secondo uomo più ricco del Paese e su di lui pende un’indagine su una presunta frode fiscale ai danni dell’Unione Europea. I sondaggi prevedono un consenso del 25%, che da solo non basterebbe a garantire la formazione di un governo, in un sistema politico frammentato in cui otto partiti supererebbero la soglia di sbarramento del 5%.

Si apre quindi una prospettiva di governi di coalizione di difficile interpretazione, visti i veti incrociati dei partiti ora all’opposizione  che temono il conflitto di interessi per la concentrazione di potere politico ed economico e i risultati attesi. “I due partiti che tradizionalmente hanno dominato lo scenario ceco, cioè i socialdemocratici da un lato e il partito civico di centro-destra dall’altro, insieme non arriverebbero  - sembra - alla maggioranza”, spiega Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi. “Se sarà così, sarà necessario arrivare a una coalizione di più partiti che magari tenga fuori proprio Babis e il suo partito anti-establishment”. Qualora invece il partito di Babis dovesse vincere con un risultato più ampio del previsto “sarà ancora più complicato per lui arrivare a una coalizione con gli altri partiti minori anti-establishment”. Sarà sempre più probabile allora il ritorno di “una di quelle coalizioni che c’è stata alla fine del 2013” come quella attualmente al governo, composta dal partito di Babis, dai socialdemocratici e dai popolari, ma senza l’imprenditore come premier.

A destra del partito di Babis e in linea con altre formazione xenofobe e antieuropeiste dell’area, come l’Afd in Germania e le destre austriache, si trova invece il “Partito della democrazia diretta” guidato dal ceco-giapponese Tomio Okamura, il cui consenso si aggira attorno al 10%. “I cittadini cechi si dichiarano stufi della vecchia politica e vorrebbero qualcosa di nuovo”, continua Villa, “ma la retorica anti-migranti rimane. La Repubblica Ceca è il Paese che ha ricollocato meno richiedenti asilo dall’Austria e dalla Grecia – meno di 15 – a fronte di un impegno preso di 1300 persone”. 

Scarica e ascolta il podcast con l'intervista integrale a Matteo Villa








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