di Barbara Castelli
“Lo sport ha sempre grandi storie da raccontare” ed è “uno di quei linguaggi universali che supera le differenze”. Sono parole di incoraggiamento quelle che Papa Francesco ha rivolto agli atleti Special Olympics, partecipanti al Torneo Unified Football, nell’ambito delle celebrazioni per i 50 anni dalla nascita dell’Associazione sportiva internazionale. Il movimento, diffuso in 170 Paesi del mondo, organizza allenamenti ed eventi sportivi per ragazzi e adulti con disabilità intellettiva.
Lo Special Olympics “Unified Football Tournament” è un Torneo internazionale di calcio a 5 unificato. Ogni squadra è composta da 9 giocatori, 5 atleti con disabilità intellettive e 4 partner normodotati, tutti di età compresa tra i 18 ed i 30 anni.
Ai presenti, “simbolo di uno sport che apre gli occhi e il cuore al valore e alla dignità di individui e di persone che altrimenti sarebbero oggetto di pregiudizi e di esclusione”, il Pontefice ha chiesto di coltivare, insieme al divertimento, “l’amicizia e la solidarietà”. In questo modo, lo sport diviene linguaggio universale “che supera le differenze culturali, sociali, religiose e fisiche, e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco e protagoniste insieme di vittorie e sconfitte”.
Il Pontefice ha invitato tutti a non stancarsi di “mostrare al mondo dello sport” la possibilità di “costruire società più fraterne, in cui le persone possano crescere e svilupparsi e realizzare appieno le proprie capacità”. “Lo sport – ha concluso – ha sempre grandi storie da raccontare su persone che, grazie ad esso, sono emerse da condizioni di marginalità e povertà, dalle ferite e dagli infortuni”. E sono proprio queste storie a essere fonte di ispirazione e incoraggiamento per quanti oggi, per svariati motivi, sono ancora in panchina.
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