di Gabriella Ceraso
Un "caloroso benvenuto": è quello che il Papa ha riservato oggi nella Sala del Concistoro ad una cinquantina di fedeli provenienti dallo Sri Lanka, membri del Comitato Organizzatore della Visita Pastorale che il Pontefice stesso svolse nel Paese asiatico nel gennaio del 2015. Fu grande la festa in quell'occasione, preparata "con grande cura" in collaborazione con la Conferenza dei vescovi cattolici dello Sri Lanka.
"Sebbene desideri che i nostri visitatori si sentano a casa", sono state le parole del Papa, "non posso eguagliare i quaranta elefanti che mi hanno dato il saluto sulla strada dall’aeroporto alla città di Colombo!". Quello in Sri Lanka fu il settimo viaggio apostolico di Francesco, il secondo in Asia dopo quello compiuto in Repubblica di Corea, importante anche per il momento storico delicato attraversato dal Paese e che il Papa oggi ha ricordato:
Francesco ha ripercorso quindi le diverse tappe di quei giorni: la "bellissima e toccante celebrazione della canonizzazione di San Joseph Vaz, il grande missionario della Perla dell’Oceano Indiano, sicuramente il momento più alto del tempo trascorso tra voi", e poi la "grande folla riunita in preghiera attorno al Santuario di Nostra Signora di Madhu, simbolo di protezione e riconciliazione in Sri Lanka".
Il grazie del Papa è andato quindi oggi in modo speciale al "lavoro assiduo" di ciascun membro del Comitato per la visita, un "lavoro", dice Francesco spesso "nascosto" e "costato tanto tempo e tante energie, che l’ha resa così fruttuosa":
L'ultimo pensiero del Pontefice, prima della benedizione, è stato affidare l'intero popolo dello Sri Lanka e i suoi governanti all’intercessione di Nostra Signora di Madhu, il cui Santuario nel nord del Paese a maggioranza Tamil è il più frequentato.
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