2017-10-05 14:24:00

P. Patton: in Siria sta tornando la speranza


Ancora scontri in Siria: più di 130 civili sono stati uccisi nelle ultime 24 ore nella parte orientale del Paese, durante in raid aerei russi e governativi. Lo riferisce  la Tv al Jazira del Qatar, che cita fonti locali nella regione di Dayr az Zor, controllata parzialmente  dall'Isis. Appena rientrato dal Paese mediorientale è il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton che parla di segnali di miglioramento. Antonella Palermo lo ha intervistato:

R. - Ho visto un miglioramento della situazione: i nostri cristiani sono più sereni in questo momento perché sentono che, probabilmente, il conflitto sta finendo; sperano e pregano che finisca il più in fretta possibile. Alcuni segnali positivi sono questi: ad esempio, ora l’elettricità comincia ad esserci con maggiore continuità, si vede che c’è anche voglia di cominciare a ricostruire, qualche famiglia – mi segnalano i parroci - comincia anche a rientrare. Penso che noi dobbiamo continuare ad appoggiare tutte le possibili iniziative di pace e penso che, come cristiani, prima di tutto, dobbiamo impegnarci a pregare costantemente.

D. - Qualche incontro particolarmente toccante che ci vuole testimoniare?

R. - Direi due incontri molto belli vissuti a Damasco. Uno, con l’apertura di una piccola scuola materna che è stata risistemata. Si trova proprio presso il Santuario della Conversione di San Paolo. Vedere questo centinaio di bambini che facevano festa perché gli ambienti dove loro ogni giorno vengono accolti erano stati risistemanti, ridipinti e poter fare anche un po’ di festa con loro, vederli cantare, vederli pregare insieme, è qualcosa di toccante, perché quelli che sono ora al nido, alla scuola materna, sono tutti bambini nati durante questi anni di guerra naturalmente. E l’altro incontro con la parrocchia dedicata alla Conversione di San Paolo a Bab Touma: vedere la chiesa piena di bambini, ragazzi e giovani e non solo di persone di età adulta o anziana come succede spesso quando si celebra invece in Italia, mi ha fatto toccare con mano che ci sono segni di speranza. In una comunità ridotta ci sono ancora bambini, giovani e anche adulti che desiderano far parte della Chiesa, desiderano impegnarsi nella Chiesa. Una presenza che deve essere sale e luce perché quando si è in pochi chiaramente bisogna essere estremamente significativi.

D.  - Tra l’altro anche Papa Francesco nell’udienza di mercoledì a braccio ha voluto esprimere parole di grande solidarietà per i cristiani in Medio Oriente, ha elogiato coloro che non abbandonano il loro popolo, la loro realtà, sebbene difficile...

R. - Certamente la speranza è anche che qualcuno possa ritornare nelle nostre comunità per ravvivarle e per mantenere la continuità anche storica con le prime comunità cristiane perché le comunità cristiane che vivono in Israele e Palestina e Siria sono di fatto le comunità cristiane più antiche. Poi le comunità cristiane della Siria, non dimentichiamolo, sono quelle dalle quali è partita l’evangelizzazione dell’Europa.

D.  - Papa Francesco ha continuato a invocare lo ius pacis, il diritto alla pace…

R.  - E’ importante che il diritto alla pace venga ribadito un po’ in tutte le aree problematiche non solo del Medio Oriente ma del mondo. Sappiamo però che per lo ius pacis ci vogliono sicuramente uomini di buona volontà nei posti di massima responsabilità.

Ascolta e scarica l'intervista integrale a padre Patton: 








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