2017-10-03 14:46:00

Referendum, la Catalogna risponde con lo sciopero


di Emanuela Campanile

Giornata di sciopero generale, oggi in Catalogna, come risposta alle violenze della polizia durante il referendum di domenica scorsa per l’indipendenza. Convocato da quattro sigle sindacali "contro la repressione e per le libertà", lo sciopero ha l'appoggio del governo catalano e dei comuni di Barcellona e Girona. Le numerose manifestazioni indette hanno bloccato il traffico su 37 strade e 4 autostrade principali. Chiuse quasi tutte le scuole pubbliche, fermi bus e metro.

Proteste anche davanti agli alberghi che ospitano la polizia spagnola per chiedere la partenza delle "forze di occupazione": ieri, circa 500 agenti sono stati invitati dalla direzione di due hotel - nel comune di  Calella - ad andarsene. Gli agenti spagnoli, secondo immagini diffuse da Tv3, hanno reagito alla protesta cantando “Viva Espana” e “Viva la Policia Nacional”.

A sostegno dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale della Spagna si è espresso il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber che mette in guardia dal grave rischio che si correrebbe se si decidesse di "cambiare le costituzioni con dimostrazioni di massa". Dello stesso parere Il ministero degli Esteri di Cipro per il quale il "dialogo e la moderazione sono l'unica strada da seguire".

Konstantin Kosaciov, presidente della commissione esteri del Consiglio della Federazione, la Camera alta del parlamento russo, spiega gli eventi in Catalogna come risultato di quel “vaso di Pandora” “estremamente difficile da chiudere” dopo la disgregazione della Jugoslavia e il riconoscimento unilaterale d'indipendenza del Kosovo.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic, al contrario, ha accusato la Ue di “ipocrisia” e di usare “doppi standard” sul diritto internazionale. Rammarico e condanna per gli episodi di violenza di domenica, del primo ministro croato Andrej Plenkovic che ha invitato i rappresentati catalani e del governo di Madrid a trovare una soluzione pacifica attraverso il dialogo. Per Ankara, che sostiene l’integrità territoriale della Spagna, "è importante il rispetto delle leggi spagnole ed evitare la violenza".

Sulla prima pagina del quotidiano nazionale El Pais, gli editoriali riflettono la grande crisi istituzionale che la Spagna sta attraversando: "Rajoy e Sanchez non raggiungono una risposta comune sul referendum" è il titolo scelto per l'edizione di oggi.

Ma quali sono le forze o le motivazioni che spingono la Catalogna ed altre regioni verso tendenze separatiste, soprattutto oggi, periodo storico così pieno di sfide globali? Per Gianni Borsa, esperto di Ue e corrispondente a Bruxelles per l'Agenzia Sir, non è solo una questione di crisi politica degli Stati. "Oltre a quelle identitarie e culturali - afferma - c’è primariamente una questione economica e fiscale che è antisolidaristica".

 








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