2017-09-27 12:49:00

Messaggio Papa: san Vincenzo de Paoli continua a parlare alla Chiesa


di Adriana Masotti

“L’esempio di carità di san Vincenzo de’ Paoli, che oggi ricordiamo quale patrono delle associazioni di carità, conduca voi, cari giovani, ad attuare i progetti del vostro futuro con un gioioso e disinteressato servizio ai più bisognosi”.
Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato all’Udienza generale salutando i pellegrini di lingua italiana. E alla Famiglia vincenziana, Francesco ha inviato oggi un ampio messaggio di ringraziamento e di augurio nella ricorrenza del quarto centenario del carisma che ha dato vita agli istituti e alle associazioni che la compongono.

Il Papa tratteggia la figura di san Vincenzo “vissuto sempre in cammino, aperto alla ricerca di Dio e di sé”, che “in un folgorante incontro con Gesù nelle persone dei poveri” avvertì la chiamata “a non vivere più per sé stesso, ma a servirlo senza riserve nei poveri”,  riconosciuti ‘signori e padroni’. Egli, ricorda Francesco, fondò le ‘Carità’, perché ci si prendesse cura dei più bisognosi vivendo in comunione. Un “granello di senape”, seminato nel 1617, divenuto nel tempo “un grande albero”.

"Al cuore della Famiglia vincenziana c’è la ricerca dei più miserabili e abbandonati, scrive il Papa, mentre raccomanda ai suoi membri di volgere sempre “lo sguardo alla roccia da cui tutto è scaturito” per continuare a portare oggi la stessa freschezza delle origini nelle periferie della condizione umana. E questa roccia “è Gesù povero, che chiede di essere riconosciuto in chi è povero e senza voce”. Una roccia a cui tutti, prosegue Francesco, “siamo chiamati ad abbeverarci per dissetare il mondo con la carità che da Lui scaturisce. La carità sta al cuore della Chiesa, è il motivo del suo agire, l’anima della sua missione”.

San Vincenzo continua a parlare alla Chiesa. “La sua testimonianza, scrive il Papa, ci invita a essere sempre in cammino, ci domanda piccolezza di cuore” e creatività nell’amore, “tanto più necessario oggi, nella mutevole complessità della società globalizzata, dove certe forme di elemosina e di aiuto, pur motivate da generose intenzioni, rischiano di alimentare forme di sfruttamento e di illegalità e di non portare benefici reali e duraturi”.
Il suo esempio ci stimola “a dare spazio e tempo ai poveri, ai nuovi poveri di oggi, ai troppi poveri di oggi, a fare nostri i loro pensieri e i loro disagi, perché un cristianesimo senza contatto con chi soffre diventa un cristianesimo disincarnato, incapace di toccare la carne di Cristo”.  Il Papa conclude con un auspicio riproponendo ciò che scrisse, il 13 giugno scorso, nel suo Messaggio per la I Giornata mondiale dei Poveri: che la celebrazione della Giornata, il prossimo 19 novembre, aiuti la Chiesa “nella vocazione a seguire Gesù povero, diventando sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi e reagendo alla cultura dello scarto e dello spreco”.

Ascolta e scarica il podcast con il servizio e la voce del Papa:

 








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