2017-09-10 07:01:00

Amnesty: per i Rohingya è emergenza umanitaria


di Emanuela Campanile

Secondo quanto riportato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, “sono circa 270.000 i Rohingya, per lo più donne e bambini, arrivati in Bangladesh dall’insorgere, nel mese scorso, delle violenze nello stato di Rakhine” (Myanmar settentrionale).

I campi per rifugiati di Kutupalong e Nayapara che li ospitano, sono ormai al collasso e la cooperazione internazionale riferisce che anche le ultime scorte di cibo e acqua si stanno esaurendo. Una situazione drammatica, un’emergenza umanitaria che investe una comunità da anni in diaspora. “Abbiamo fatto appello alla comunità internazionale – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia -  affinché prema perché gli aiuti umanitari arrivino senza problemi".

È evidente che gli organi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani - prosegue Noury - devono prendere una posizione, e lo stesso devono fare i Paesi che hanno una qualche influenza sull’ex Birmania…e, soprattutto, se la Nobel per la Pace, che ha un’influenza enorme all’interno del Paese, potesse prendere la parola e dire qualcosa sui diritti umani, potrebbe fare la differenza.

Intervenuta dopo un lungo silenzio, dichiarando che il Governo sta difendendo le persone “nel miglior modo possibile“, la leader birmana ha provocato la dura replica di Tirana Hassan, direttrice di Amnesty International che, in una nota ufficiale ha così commentato:

“Le decine di migliaia di Rohingya schiacciati lungo il confine col Bangladesh e le migliaia di altri sfollati all’interno dello stato di Rakhine sono la prova evidente che l’esercito di Myanmar ha lanciato una violenta operazione di rappresaglia contro la popolazione prevalentemente musulmana dei Rohingya. Il governo deve consentire l’ingresso immediato e senza ostacoli delle organizzazioni umanitarie, cui è ancora impedito di accedere nella zona settentrionale dello stato di Rakhine, per portare aiuti agli sfollati“.

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista integrale al Riccardo Noury:

 








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