2017-09-07 11:05:00

Il card. Salazar: dal Papa una nuova speranza per i colombiani


di Giada Aquilino e Alessandro De Carolis, inviati a Bogotá

Centinaia di migliaia di persone hanno accolto ieri con entusiamo e affetto Papa Francesco a Bogotá lungo i 15 chilometri del percorso che divide l'aeroporto militare della capitale dalla nunziatura apostolica. Un'accoglienza davvero calorosa che mostra le grandi attese dei colombiani per questo importante viaggio apostolico. Ne parliamo con il cardinale Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá e presidente del Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano:

R. - Mi ha davvero emozionato vedere le facce della gente. Erano facce felici, piene di gioia e di speranza. Molte persone piangevano. E’ stata veramente una festa, una festa come Bogotá non ha avuto come forse da quando è arrivato Giovanni Paolo II. Ma credo che adesso questo evento ha un senso ancora più profondo perché noi viviamo giorni difficili dal punto di vista sociale e politico e c’è un po’ di sfiducia nel futuro. Non si sa cosa accadrà l’anno prossimo con le elezioni, non sappiamo bene come saranno le cose dopo questa tempesta che abbiamo vissuto della corruzione. C’è stato uno scandalo dopo l’altro, uno scandalo che ha coinvolto non solo senatori e rappresentanti della Camera, ma anche giudici della Corte suprema… E allora la gente è un po’ senza fiducia nel futuro. Poi anche l’accordo di pace con le Farc non è buono per tutte le persone. C’è un settore della popolazione che crede che le Farc adesso prenderanno forza e ci condurranno alla situazione che vive oggi il Venezuela. Allora, vedere la gente felice, con il volto pieno di gioia e di speranza è stata davvero una grande emozione.

D. - Il Papa ieri sera si è presentato invitando a non perdere la gioia e la speranza. Quindi in qualche modo si è subito sintonizzato con i cuori dei colombiani…

R. – Senz’altro. C’è stata un’assoluta sintonia perché il Papa conosce bene la nostra situazione e lui sa che la sua visita è una visita per aiutarci a fare il primo passo, come dice lo slogan di questa visita di Stato, “Demos el primer paso”: fare il primo passo verso la speranza, verso un futuro migliore, verso un futuro pieno di fiducia nelle nostre istituzioni, nella democrazia. Per questo il Papa viene da noi. Lui lo ha detto, viene ad aiutarci e credo che ieri sera già ci ha aiutato moltissimo.

D. – Un altro dei temi forti di questo viaggio sarà certamente, come lei accennava, quello della riconciliazione: quali sono le sue attese per questo viaggio del Papa?

R. – È un momento molto importante per il Paese, perché la Colombia ha sofferto per tantissimi anni questa guerra di guerriglia, che ci ha causato tanti mali. Ci sono state più di otto milioni di persone colpite dalle violenze, più di 300mila morti e tante strutture del Paese che sono state distrutte. Abbiamo vissuto un vero incubo in questi anni a causa di due guerriglie. Allora, il fatto che con le Farc il governo abbia concluso già un accordo di pace dona molta speranza: ci fa sperare che potremo vivere un po’ più in pace e almeno cominciare a costruire insieme la pace, un Paese nuovo, un Paese senza la guerra. Invece, il caso dell’Eln è molto più difficile: è una guerriglia più piccola e ha delle caratteristiche un po’ diverse. Questo cessate il fuoco dà un po’ di speranza, ma non credo che questa sia già la fine di questa guerriglia; anzi, penso che ci vorrà del tempo per arrivare ad un accordo con questa guerriglia.

D. – La pace, qui in Colombia, come in tanti altri Paesi, è direttamente collegata al rispetto del creato. Il Papa, nel videomessaggio per i colombiani, ha fatto cenno a questo creato che troppo selvaggiamente viene sfruttato. Qual è l’impegno del Celam?

R. – Il Celam ha una Commissione speciale chiamata “Repam”: la Rete panamericana per l’Amazzonia. È una rete molto importante perché cerca di sviluppare una coscienza sull’importanza fondamentale del creato per arrivare a misure e azioni concrete da parte delle Chiese locali per fare il meglio possibile per l’Amazzonia. Ma l’Amazzonia è soltanto un aspetto. In Colombia abbiamo una grande ricchezza mineraria che spesso viene sfruttata selvaggiamente, come ha detto il Santo Padre. E allora la “minería ilegal” come la chiamiamo qui – l’attività mineraria illegale – un’attività che si fa senza che ci siano tutte le condizioni necessarie per tutelare e non creare danni all’ambiente, è adesso uno dei problemi più gravi con i quali si confronta il Paese.

D. – Il Papa, prima dell’estate, ha inviato a voi vescovi un messaggio, quando eravate riuniti ad Aparecida, e ha fatto riferimento alla Vergine di Aparecida esortando ad ispirarsi a Maria per la risoluzione dei problemi...

R. – Il Santo Padre è molto devoto alla Vergine e una delle caratteristiche dell’America Latina è proprio la devozione profonda alla Vergine Maria. Per noi la Vergine ha un’importanza grande: per esempio, adesso, con la venuta del Santo Padre in Colombia, abbiamo portato qui in Cattedrale la Vergine di Chiquinquirà - un Paese a 200 km da Bogotá - la Patrona della Colombia: l’abbiamo portata qui, perché la Vergine ha per noi questo significato di Chiesa: è la madre della Chiesa. E guardando la Vergine, ci sentiamo davvero membri della Chiesa, ci sentiamo davvero invitati ad essere discepoli del Signore. 

Ascolta l'audio e scarica il podcast dell'intervista al card. Salazar

 








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